RIFLESSIONI GIOVANILI IN FORMA POETICA

 

ALLUVIONE

 

Un oceano di fango...

devastante.

Un evento dopo il quale

solo il niente è lampante.

Il niente della sconfitta

dell’uomo

sulla natura,

troppo più forte.

Resta

il pianto incosciente di un bambino

e quello di un vecchio

che non ha più i ricordi.

La volontà di riiniziare.

Barche su un mare se ci si vuol muovere:

un mare di solitudine

che ha inghiottito

vite e speranza.

 

29.11.1994

 


AMICO

 

L’amico è lì, ti è sempre accanto

ed è vero, sincero e ti può uccidere un pianto.

 

La vita, la scuola un problema d’amore.

Voi ne parlate mentre fuori piove.

 

Seduti in un auto, appoggiati ad un muro,

è sempre vicino l’amico vero.

 

Un libro, una chitarra, uno scherzo, una risata

e con quella chitarra una canzone stonata.

 

A cena una sera , se sorge un problema

non ti tradisce, non volta la schiena:

non ti tradisce. Non lo tradire.

E’ tanto importante, quasi come il tuo amore.

 

5.11.1992

 


BABBO E MAMMA

 

Cancellati il buio e le altre paure.

 

Rassicurato dalla vostra presenza

dalle vostre cure,

lo sfogo per le ingiustizie.

 

Le gioie e i dolori divisi,

le lotte, i sentimenti.

I vostri sorrisi e rimproveri,

le discussioni, i nostri obiettivi,

i miraggi e i vostri litigi.

 

I momenti passati,

i dolori passati,

le vostre parole e le ansie,

per il nostro sapere.

E se ora scrivo è merito vostro,

perché per voi c’è sempre posto

nel cuore,

 

e ora ci siete accanto,

come quando accanto non ci sarete più,

e pensate che vi vogliamo bene.

Quanto? Pensatelo,

sarà di più.

 

17.5.1993

 


BLOCCONOTES

 

Ogni esperienza appuntata al cuore,

una spilla che ferma una voce o un rumore.

 

Ti senti nelle note di una canzone,

somigliare a certe persone.

 

Parli a te stesso, come faccio adesso

e scopri un ricordo nella tua mente,

un ruscello di montagna, un bacio, una lama.

 

Ti accompagnano pianto e rimpianto

ma sai di vincere,

di vivere e non sbagliare,

e resti contento.

 

5.12.1992

 

 


CAPITO

 

Tenevi i fili dei tuoi pupazzi

idee da idioti e discorsi da pazzi.

Trai tuoi pupazzi forse c’ero anch’io.

Ma io sono libero e il cuore è il mio,

libero di dirti finalmente

che conti zero, non hai capito niente.

Volevi cambiare e farlo con me.

Non credo tu cambi ma provaci da te.

E adesso ti cancello, non esisti più.

Ma scegli meglio oppure crolli giù.

 

 


CHE FAI?

 

Quel buco nel braccio per molti

nel cuore è uno squarcio.

 

Smettila!

E pensa:

non ci sono problemi se esisti,

lo so, tremi, ma insisti.

 

Ascolta la musica,

dai un calcio alla palla

e gioca alla vita

che in fondo ne hai voglia.

 

Poi avrai una ragazza,

mille baci e sguardi

e chissà quanti amici. Non è tardi.

 

Con quell’ago pungi il destino

e torna a vivere da eterno bambino.

 

6.12.1992

 

 

 


COMPLETAMENTE ERMETICA

 

Numero lettera cognome.

Tutto è ormai così.

Amore fatto con la realtà virtuale.

Mi fermo a pensare.

A tutte le persone del mondo almeno per un secondo.

A tutte le altre che invece conosco.

Penso a dove siano.

Penso a cosa fanno.

Penso se pensano a me.

Penso se pensano a ciò che scrivo adesso.

Riprendo a camminare.

Penso a come si sta da morti...

Né un respiro né una luce,

non un movimento.

Calpesto una foglia e scricchiola.

Penso alle poesie che ho studiato a scuola

e penso a tutte le mie “prima volta”.

E alle invenzioni che avrei dovuto fare se fossi vissuto

dalla preistoria al romanticismo.

 

15.10.1994

 

 


CREDO

 

Credo di essere una bolla di sapone,

di volare nel cielo tra le idee buone.

 

Credo nella verità e nella vita,

per cercare sempre una via d’uscita,

perché se non stai attento

ti schiacciano sul pavimento.

 

Credo nella giustizia e nella libertà

e nella democrazia e nella volontà.

 

Credo nel mio pensiero

e per me è importante:

spero che anche tu sia sincero veramente.

 

28.2.1993

 


CRITICA POLITICA

 

C’è crisi economica e di sentimenti,

lo Stato è stato scosso dagli eventi.

 

Chi ha calpestato la dignità

è responsabile di tutto ciò.

Ed è il colpevole di “Nero no”,

di “Zitto o botte” e del “Che ne so”.

 

La religione, lo spazio sociale,

il dubbio storico e culturale,

il compromesso generazionale

sta già evidenziando l’errore statale,

sta già evidenziando l’orrore statale.

 

21.8.1994
ENRICO

 

Piansi per lui, per la sua morte,

pregavo per lui perché fosse forte.

Perché non morisse e lasciasse un vuoto,

perché non piangesse mio padre a lavoro.

 

In giacca e cravatta parlava alla gente,

chiaro, distinto, quasi semplicemente.

Sembrava non solo potesse capire,

ma vivere insieme persino il dolore.

 

Quella figura di uomo sicuro,

la calma scolpita sul suo viso scuro,

un solco sul viso, sopra la fronte,

sembrava di tutti un amico e un parente.

 

E lunghi cortei in piazza e per strada,

e tutti sapevano che nel cuore restava

la voglia e il coraggio di dire non posso.

Non ci abbandonare condottiero rosso.

 

16.7.1994

 

 


E SE

 

Oggi è il giorno degli innamorati.

E che confusione nella mia testa.

Ho in mente il giorno che ci siamo lasciati,

come travolto da una tempesta.

Ho i tuoi baci che mi sono mancati,

le carezze delle tue mani

e tutti i discorsi che non sono bastati

per fare bello il nostro domani.

Ma stavolta non sto piangendo,

e scrivo e penso a dove sarai,

e se stavolta ti stessi perdendo

stavolta per non ritrovarti mai.

Oppure se tu stessi piangendo,

domandandoti dove io sia.

Allora il cielo si riaprirebbe,

e non soltanto per i gabbiani.

Si riaprirebbe per il tuo cuore,

si riaprirebbe per le tue mani.

Si riaprirebbe su noi due,

si riaprirebbe su domani.

 

14.2.1994

 


FREDDO

 

Ho camminato finché

non sentivo più i piedi.

Ho camminato

e pensato a ciò che si era detto ieri.

 

Sempre più veloce con il freddo che mi fa sudare

e con le lacrime nel cuore, se mi fermo a pensare.

 

Ma se invece avevo il viso bagnato

mi scoprivo sconfitto e beffato.

 

Ho camminato e il freddo gelava il viso bagnato,

mi scoprivo sconfitto e beffato.

 

Ho camminato e il freddo gelava il viso.

Mai come tu hai gelato il mio cuore.

Mai come ti sei gelata la vita.

Gelata per ciò che hai scelto.

 

15.11.1993

 


GOCCIA

 

Nell’uragano sono uno dei combattenti,

 

d’inverno sono ghiacciata dai venti.

 

Nel mare sono un niente e vago

 

e divento un fiore alle parole di un mago.

 

Se cado dal cielo la bagno

 

come le fate,

 

e se cado dai suoi occhi sono una lacrima d’estate.

 

8.4.1993

 


IL GIOCO DELLA VITA

 

Gente che vince.

Gente che perde.

Gente che gioca su un tavolo verde.

 

Giocare tutto,

sul bianco o sul nero.

Giocare d’azzardo,

giocare sul serio.

 

Il gioco è falsato.

Può sembrare strano

da un occhio nascosto nel tuo quotidiano.

 

Non è la vita:

finora hai barato:

sei solo pedina.

Ti hanno appena spostato.

 

15.7.1994

 


IL MOSTRO

 

Qual è il mostro che avanza?

Cos’è?

 

E’ un mostro di rara potenza

che striscia e che inghiotte la democrazia.

 

E’ nel no, duro, a un uomo di colore.

E’ nel dolore di una piazza per una bomba.

Nel pianto di una madre sopra una tomba.

 

Non più ideali. Solo razzismo:

paura, spari.

 

Spari.

 

Ma non sul mostro che avanza.

Ma sulla gente

che perde speranza.

 

15.1.1994

 


IL VECCHIO

 

Parte dalla montagna di chissà quale paese

e arriva fino in Sardegna, con parole decise.

 

Ha un sacco di tela

e la barba ormai non più nera:

nel sacco ripone il bene.

Ripone il saggio, ripone il pane.

 

E nel cuore ripone il buono.

Dalle parole, all’amore al suono:

suono che strega i cattivi,

coi cuori marci perché radioattivi.

 

Ha anche un bastone e su questo si appoggia.

Con questo ha affrontato neve, nebbia e pioggia.

 

Quello è il bastone di coraggio e libertà.

Quello è il bastone col quale aiuterà

stimoli e ideali dell’umanità.

 

4.2.1994

 

 


LA VERITA’ DELLA MIA COSCIENZA

 

Di tempo

in fondo non ne è passato tanto.

Rimpianto?

Quello no.

Ma chi lo sa... tornassi indietro.

E ora

se tu arrivassi

dal cielo come sopra un taxi,

con l’etichetta di chi ormai è cambiata...

Ti riprenderei?

Sono qui a un anno quasi di distanza

e guardo i tetti ed i camini qui dalla mia stanza,

e l’ombra rossa di quei muri,

come i riflessi delle labbra tue,

come noi così insicuri.

Mi fa capire che al momento che ti ho perso

ti amavo proprio come non t’amo adesso.

 

3.9.1994

 


L’AMICO AROLDO

 

Mi ricordo di aver scritto di lui.

Già nei temi.

A scuola.

E’ sapiente anche se dice solo una parola.

Sua moglie,

proprio come lui.

E’ come si chiama:

Serena.

Sono sempre pronti ad aiutare.

Anche noi,

anche me.

Che bello, però, che strano,

riescono ad essere coerentemente religiosi

e ricordare con piacere

lui. Da partigiano.

Ogni ruga è un argomento che ti può spiegare.

Parlar con lui

è un piacere che,

con i miei coetanei

(purtroppo per loro)

non mi riesce

spesso

di gustare.

 

11.12.1994

 


L’AMICO CHE SUONA

 

Resta lì

e sembra goffo con le sue pantofole.

E’ un amico di vecchia data.

Fa viaggiare le sue mani

libere

come un vento, come una folata,

sopra quei tasti bianchi e neri

che si alternano,

come i suoi umori,

come i suoi amori

e come i suoi pensieri che,

chissà

se li coltiva anche mentre suona.

E’ chiuso

nella sua stanza,

delimitando come un animale

la sua zona.

 

5.12.1994

 


MIO FRATELLO

 

Già uomo sicuro

da sempre

sicuro.

Sopra gli occhiali la fronte bianca,

che di sapere non sarà mai stanca.

 

Folle,

se vuoi,

perché vicino vuole solo i suoi

compari

che sono pochi perché

leggendo e recitando ruoli

nei nostri strani giochi,

rispecchia i suoi principi e la moralità.

Ma certo poi non è che sia palese la cordialità.

E’ chiuso

nella sua filosofia,

e vorrebbe esserlo di più.

 

Sarà...

sarà qualcosa in quel suo atteggiamento,

sarà,

ma come me, ne metterebbe tanti dentro.

 

1.10.1994

 


MIRAGGIO

 

Passeggio nel vento da solo,

al freddo, guardando il cielo.

 

Ti penso accanto a me.

 

La tua mano tiene la mia,

i capelli mossi dalla malinconia.

Gli occhi azzurri sono stelle cadenti.

Lo dico

e sorridi scoprendoti i denti.

 

Le tue labbra sopra le mie,

le tue parole, le tua manie.

 

Mi baci.

Ti guardo.

Ti abbraccio, ma...

 

Sparisci

...sei solo un miraggio.

 

2.1.1993

 


MI SENTO

 

Mi sento Gulliver tra cinque puffi.

Mi sento Paperino in mezzo a quattro russi.

Come un anfibio per Cenerentola.

Come un motore messo su una gondola.

Un bimbo piccolo tra gli avvocati.

Un bisturi a Natale tra giocattoli incartati.

 

Mi sento Gulliver tra qualche puffo

mi sento serio mentre tutto è buffo.

Come un triciclo tra le automobili.

Come le fiamme sotto i portacenere.

Come una penna tra le matite.

Come un’attrice con la cellulite.

 

Come un panino tra le lasagne.

Un millepiedi in cerca di castagne.

 

Mi sento bene.

Però un po’ stanco.

Mi sento goffo pure se parliamo.

Mi sento un wurstel

senza mostarda.

 

Mi sento come il Papa senza la Madonna.

 

14.6.1994

 

 


NANNI MORETTI

 

Queste metonimie della vita quotidiana

mi fanno paura.

Vedere abuliche persone che,

d’estate, con ascelle bagnate,

si reggono sul tram, avviandosi al loro calvario

mattutino.

In ufficio.

Professori che sbagliano condizionali

e fidanzati che peccano di fedeltà.

E ancora:

Taxisti che non conoscono le vie

e politici convinti di essere in politica davvero.

 

La vita è come un copione...

Che

già di per sé non è dei migliori

e ciò che è peggio,

è che gli attori

continuano a sbagliare battute...

senza correggersi.

 

9.12.1994

 


NON SI FA CASO

 

Non ci si accorge di alcun guadagno

se si vive troppo al risparmio,

se si elemosina perfino un sorriso,

se non si ha un passo abbastanza deciso.

 

Non si capisce il senso di un amore,

se non c’è mai neppure un dolore,

se non va bene almeno il tepore

della famiglia.

 

Nel giorno di Natale o di vigilia.

 

Non si fa caso

 

a ciò che è intorno a più di un palmo di naso.

Non si fa caso a chi ci gira attorno

e non t’importa se io più non dormo.

 

Per questi problemi e per questi pensieri

 

non mi ricordo più dov’ero ieri.

 

29.4.1994

 


NON SOLO UN MARE

 

Chissà

se sono la volontà di tutti.

 

Il sangue blu di mille farabutti.

 

Se sono tutte le lacrime versate

 

per milioni di salme seppellite.

 

Chissà se le sue onde sono le urla

 

se la schiuma è una sirena che parla.

 

Chissà... se il mare ci parlasse.

 

Chissà... se anche Dio esistesse...

e ci vedesse.

 

15.4.1994

 


NOTTE

 

Notte cantata da mille poeti,

ti affido anch’io i miei segreti.

 

Citata da cento cantanti,

illuminata dalle stelle dei santi.

 

Mi ricordi un amore

una cena sul mare,

dove affogo nelle onde dei tuoi lunghi capelli,

e i miei sospiri,

forti,

come queste raffiche di vento...

 

Le soffici nubi sono spazzate via

e la luna mi illumina pallida.

 

18.2.1993

 


PENSIERI DI RAGAZZA

 

Quanti diari e sigarette

 

sopra le scale con le gonne strette.

 

Lo zaino, il rossetto, l’orecchino:

 

il tuo ragazzo, il tuo latino.

 

Quelle sensazioni di non piacerti,

 

di sognare ad occhi aperti.

 

Ti circondano mille voci.

 

Sono la vita e il destino: piaci.

 

Così ti dicono, e tu ci credi

 

come alla voce dei tuoi segreti...

 

Non scoraggiarti, vai avanti.

 

Le tue storie e le amiche sparse tra i banchi.

 

9.3.1993

 


PERDUTO

 

Perduto

 

nel suono d’organo di una cattedrale,

nel profumo colorato dei fiori,

o nel soffio di un vento che soffierà in eterno,

 

medito

 

spesso

 

sulle persone che andrò ad incontrare

 

calpestando le pietre di questo sentiero

che è la vita.

 

26.9.1994

 


POESIA PER CHI ANCORA NON C’E’

 

Dovrai essere un po’ come me,

accettarmi e volere di più,

assillarmi di baci e di sguardi capaci

con quegli occhi, chissà forse blu.

Se i capelli saranno dorati,

come piume di preziosi rapaci.

Dovrai essere sazia di avermi con te.

Dovrai essere tutto per me.

E leggendo i pensieri e i dolori,

i miei amici ed i miei genitori,

gelosa e stupita mi coccolerai,

ripensando insieme ai miei guai.

 

E sapremo di avere in comune

non soltanto la vita e l’amore

e parlando del cane, degli studi o chissà...

faremo l’amore sul nostro sofà.

 

E dovrai sopportarmi così,

col pallone, Venditti e gli amici

e con quelle avventure di miti ed eroi

mio fratello con gli amici suoi.

 

La politica non può mancare,

per un po’ se ne deve parlare

e poi andremo per mano dentro a qualche museo,

spiegherai a nostro figlio il patrizio e il plebeo.

 

E di petali rossi la bocca,

la tua pelle color d’albicocca,

delicata o abbronzata a seconda del mese,

quando andremo assieme a far spese.

 

Pressappoco ti vedo così,

poco trucco e una giacca di jeans,

se qualcosa poi manca nei fianchi o nel seno,

speriamo che almeno il cervello sia pieno.

 

20.5.1994

 

 


QUANDO

 

Quando il gioco non vale la candela

ti fermi a fare una preghiera

ti impegni a vincere il destino

ti smontano chiamandoti cretino

ti crollano addosso i muri

ti soffocano i pensieri più puri

perdi gli amici più cari

dai troppo senso ai denari

guardi la televisione

ti buchi scoprendoti coglione

la palla finisce nella rete

d’amore hai veramente sete

ami qualcuno più di quanto ti vuoi bene

scopri che quel frutto è merito del seme

riesci quasi a dire che stai bene.

 

19.5.1994

 


QUANTE COSE NON VANNO

 

Mina e Battisti non si fanno più vedere.

Berlusconi e Ferrara si vedono anche troppo.

I padri affogano le delusioni della notte

nel caffellatte.

Ma sono contenti perché

davanti al palazzo dove lavorano

hanno messo la pubblicità della IP,

quella della Marini.

Io sto stampando le mie vecchie poesie

e mi viene da scriverne di nuove.

Il mio stupido vicino mi disturba con “Non è la Rai”.

Scrivi, Maurizio, e...

Diciamocelo:

quante cose non vanno.

 

 

9.12.1994

 


QUELLI COME NOI

 

E’ dietro un’anta d’armadio

che noi nascondiamo tutto.

 

Che nascondiamo,

(e dico quelli come noi)

 

...che

mosche bianche

pecore nere,

siamo disagiati nella nostra giustezza.

 

5.12.1994

 

 


QUESTA VOLTA

 

Questa volta chi è impastato

nella truffa dello Stato,

e chi ha dato la tangente

al devoto presidente.

Questa volta dentro il fiume

c’è finito l’aeroplano.

Questa volta il terrorista

s’è fottuto il capitano.

Questa volta, si è anche detto,

l’omicidio era previsto.

Questa volta il rapimento

si analizza a “Chi l’ha visto?”.

Questa volta alle elezioni

state calmi, state buoni.

Questa volta sulle schede

ci saranno nomi nuovi.

Questa volta è il giornalista a dire

“Il treno è deragliato”

“Quanti morti?”

“Trentacinque!”

“Ma che viaggio sfortunato!”

Nulla cambia anche stavolta.

Lo zampino è quello vostro.

Per le strade ancora in giro

c’è quel gobbo, un ladro e il mostro.

 

15.2.1994

 


RISOLUZIONE

 

Tutto è oscuro.

Sei in un muro.

Stai soffrendo, non è vero?

Che vuoi fare?

Non vuoi uscire?

Non ti vuole? Che stai facendo?

“Non si dice! Stai sbagliando!”

 

Tutto è un’eco.

Parole a martello.

Ti soffoca il cuore.

Ti scoppia il cervello.

 

Stai male! Che fare? Che cosa ci vuole?

 

Un volo nel cielo. Un mare d’amore.

 

3.2.1993

 


ROMA

 

Fredde giornate in questa città,

bagnate da una strana atmosfera.

Turisti, treni, facce da università.

Foto, musei, discoteche e pianobar.

Roma, città di colli e di fontane,

palcoscenico di storie d’amore e di puttane.

 

Un vecchio cammina in un vicolo.

E’ vicino a Piazza del Popolo.

 

Roma, tra politica e spettacolo.

Roma che vivi su un baratro,

tra un tram che è passato

e le donne al mercato.

Roma.

Con le sue notti ed i colori,

con le sue piazze e i suoi dolori.

 

Roma, città di musica, città di chiese.

Roma del traffico e di Villa Borghese.

 

Roma, potente a San Pietro:

Roma...

con il cuore di vetro.

 

18.4.1994

 


SENZA PUNTO

 

Lotta lotta pistone motore

volontà fischi botte striscione

libero chiaro volo di gabbiano

madre fratello giallo africano

parole parole comitiva folla

stronzi che dicono “Boia chi molla”

oggi kaput ieri è già passato

domani forse colpo di stato

musica sport futuro migliore

abbiamo palle piene di non vedere amore

di babbo di mamma di sesso o fratello

bacio carezza cannone bordello

vento natura verde limone

tangenti tasse bomba alla stazione

ma che giustizia quale ipocrisia

vogliamo solo amico e fantasia.

 

20.11.1993

 


SOLA ANDATA

 

Ho preso il treno per il tuo cuore,

porterà davvero l’amore?

L’ho preso in tempo, anche se ero in ritardo,

per poco lo perdo.

 

Adesso vado veloce,

vedo solo strisce di colore.

Dentro brucio come su una brace,

cercando di ricordare il tuo sapore.

 

Apri il tuo cuore. E’ come una stazione:

è sola andata,

aprilo amore.

 

6.11.1993

 


SOLE

 

Sole sui campi arati.

Sole sui muri colorati

dalle scritte dei ragazzi,

dalle ombre degli alberi.

 

Sole, che battevi ieri,

che mette i sorrisi dentro ai tuoi pensieri.

Sole che picchia e ti ubriaca,

sole che t’abbronza quando sei sdraiata,

al mare di una città così lontana,

sole che i raggi non passano la mia persiana,

che chiude il cuore.

Sole che ancora m’abbaglia

e non mi fa vedere amore.

 

5.9.1994

 


SPERANZE SULLA RIVA DEL TEMPO

 

Pensieri che vanno nel vago.

Più giù come sasso in un lago.

 

Scritte nere sul muro,

gente morta sul suolo,

una storia finita, un pianto,

un ricordo di guerra, uno schianto.

 

Ricordi che affiorano da laggiù,

il sasso fece anelli, ma non ci sono più.

 

Quel sasso è affondato

come il tempo passato.

Adesso sarà sul fondo del lago

e il tempo che viene non avrà niente di vago.

 

4.1.1994


STEFANO

 

Lo sento molto simile a me.

Lo sento fratello.

E’ come uno di famiglia,

e infatti come noi

è alla minoranza che appartiene.

Ci vogliamo bene.

Lo sento padre a volte

perché potrebbe esserlo,

con la sua freddezza e maturità.

 

Lo emulavo da piccolo

quando anche lui

certo non era grande.

E studiavo,

mi ricordo,

le rime da stadio col suo nome.

E poi era lui

invece

a chiamarmi campione,

riempiendomi il cuore.

 

E’ stato molto male

e lo siamo stati anche noi.

Ma aiutarlo e farsi aiutare da lui,

parlargli e ascoltarlo

(quelle poche volte che parla)

è un piacere.

 

8.12.1994

 


TRENO

 

C’è il mare accanto a me

e tengo la penna in mano.

Vorrei invece avere te.

Magari in braccio o sul divano.

 

Che strano, nel cielo azzurro

l’unica nuvola è su di me.

E’ questo starti lontano,

questo tuo volto che non c’è.

 

Sono solo dei minuti,

già lunghissimi però.

E chissà quante volte dopo i saluti

ti ripenserò.

 

Intanto sul treno

ho il sapore del tuo rossetto sulle mie labbra,

e la carezza della tua pelle

sulla mia barba.

 

28.10.1993

 


TRE NOVEMBRE

 

Guardavamo calare il sole

impegnandosi a non dirci “amore”.

 

Il tuo viso, il tramonto, la gente,

il profumo del mare, il tuo cuore:

 

la trappola dell’anima

lascia andare una lacrima:

svegliamoci che non è un sogno,

lo sai che ne abbiamo bisogno.

La lancetta del tempo si è rotta

ma a noi non basta,

facciamola tornare indietro.

Torniamo insieme per dirci “ti amo”.

 

Sorridi al mondo come sai fare,

sorridi al vento e alla gente.

Ma guardati intorno

 

non sono niente

se in questo istante tu non sei qui.

 

In fondo è un istante. Non è poi tanto.

E’ una vita intera se restiamo accanto.

 

5.11.1992

 

 


USI E COSTUMI

 

Ormai è passato il tempo degli amici,

è superato come la corsa nel sacco.

Oggi si preferisce ben altri benefici.

Oggi si telefona all’unoquattroquattro.

 

Non più un rapporto,

neppure epistolare.

Meglio la tele per cambiar canale,

meglio parlare usando il cellulare.

 

Ma quale riso tirato ai matrimoni.

Basta con l’altare e i quattro testimoni.

 

Ma che carini, lei non può fare senza.

Si voglion bene...

ma è solo convivenza.

 

31.8.1994

 


VIVERE

 

E’ come un fiume che viene giù dalla sorgente.

E’ come te che vivi tra la gente.

 

E quell’acqua fa crescere i fiori e li fa germogliare,

con quei profumi che il vento ti farà respirare.

 

E guarderai la luce

andando avanti veloce.

Con un amico vicino

e le risate del nostro bambino.

 

Andrai avanti e chissà quale meta...

e tra le dita bianche

una camicia di seta.

 

Respirerai per sempre il mio profumo.

Le nostre labbra separate dal fumo.

 

7.11.1992

 


VORREI

 

Per la falsità di un mondo non vero

vorrei che l’uomo fosse sincero.

 

Vorrei che nel cielo tornasse il sereno,

tuffarmi di colpo in un arcobaleno.

 

Coperto di gioia, coperto dal sole,

coperto da voglia di vita che sale.

 

Vorrei che l’uomo fosse sincero

e che la gente si amasse davvero,

che si accettasse per quello che è,

uguale di pelle, politica o clero.

Vorrei che l’uomo fosse sincero...

ma l’uomo, sincero, purtroppo non è.

 

14.1.1994

 


LA FUGA DEI SOGNI DAL CASSETTO

 

Tiro le coperte fino al naso e penso a se...

chiudo gli occhi e penso a dirti che

quando un sogno resta chiuso dentro al buio morirà,

morirà.

 

Sotto le coperte mi addormento e scopro che

tutti i desideri attorno a me

sono come arcobaleni che spero,

nel sonno,

tu vedrai.

 

Oh stai viaggiando e dimmi dove vai.

Nelle mani non stringere i dolori.

Oh stai sognando e i ricordi dove li hai.

Stringo forte il mio cuscino... ma perché.

 

Io nel mezzo a un sogno posso perdermi perché

so che ciò che vedo poi non c’è.

Sento che non resterò da solo, scopro

altri che

sognano.

 

Ecco un cigno magico, ci guarda

e vola,

segui la sua scia

e poi

raggiungilo.

 

Ora sto dormendo,

ho le ali.

C’è qualcosa giù, è un mare

d’oro.

 

Ecco che insieme

apriamo

gli occhi e poi

è una fuga dai cassetti per...

per vedere,

e giuro

li vedrai,

tutti i sogni realizzarsi in fila.

Allora riuscirai

a vedere

che alla fine anche tu

otterrai ciò che vuoi.

 

21.1.1995

 

 


IN VOLO

 

Volo su una nuvola

veloce salgo su

e torno alla ricerca

ma non ti trovo più.

 

Sarà un’impresa dura

e non indifferente

ma stanne pur sicura

nel mare della gente

io ti ritroverò.

Dovessi stare in volo per un’eternità

cercare quello sguardo che pure ci sarà

trovarlo nel tuo sguardo

o dentro un mio ritardo

trovarlo e riparlarne poi con te.

Volo e la mia nuvola

ancora scende giù

continuo la ricerca

ma non ti vedo più.

 

L’impresa resta dura

ma non semplicemente

la voce mia che giura

di amarti veramente

e ti ritroverò.

Dovessi poi volare su fiumi e su città

pensare a quello sbaglio che pure ci sarà

trovarlo nel tuo fumo

nelle rose o nel profumo

trovarlo e ripartire poi con te.

 


DOPO IL BOMBARDAMENTO

 

Il sole batte sicuro

sul rosone di una chiesa.

 

Silenzio.

Ma da poco.

Per poco.

La chiesa

fa risplendere al suo interno

la scena del rosone.

Vetro freddo

per una calda scena di santità.

 

Sembra una strada il raggio

che da lassù parte

per colpire le figure

immobili

nel cerchio.

 

Qualche soldato se ne avvede

e inizia a percorrere quella strada,

verso il cielo.

 

8.1.1995

 


LA LORO STORIA D’AMORE

 

Cos’è che li avvicinerà?

Perché tra loro sì e con gli altri non andrà?

Dove incroceranno per la prima volta i loro occhi?

Ad un concerto, in discoteca, o nel paese dei balocchi.

Si sfioreranno appena su un tram.

In biblioteca. Si saranno visti già.

Sarà lei che spedirà una lettera col suo profumo:

sarà lui che finalmente si comporterà da uomo.

Saranno le mani di lei ad aprire le dita,

saranno le parole di lui a raccontare una vita vissuta.

Sembrerà come un milione di altre storie,

invece sarà la loro storia d’amore.

 

11.2.1995

 


IO CAVALLO

 

Se fossi un animale sarei un cavallo.

Pensiamo a cosa potrei fare?!

 

Corre sulla spiaggia a spumeggiare

l’acqua del mare con gli zoccoli.

La criniera lunga, bionda, al vento.

Indice di libertà

la mia.

Il manto pezzato di nero e marrone,

lucido

come i miei pensieri.

E corre adesso sulla prateria,

veloce

come i miei giudizi.

E adesso entra in un bosco,

costretto a rallentare,

come davanti ai problemi.

Ma forte e elegante,

cauto e testardo...

proseguo!

 

30.1.1995

 


LA VITA DELLE BUGIE

 

C’è un mondo dal quale arrivano tutte le bugie.

E’ un mondo con paesi costruiti sulle menzogne.

E la popolazione sono le bugie stesse.

 

Quando noi ne chiamiamo una, arriva subito.

E’ sempre pronta, non ha mai altri impegni.

Ma chi sono. Come sono?

Ci sono le bugie bianche, chiamate dai bambini,

e quelle rosse degli amanti.

Ci sono quelle rosa,

entrano in gioco coi pettegolezzi.

Le verdi sono quelle delle favole, dei miti,

delle gambe corte.

Ma le peggiori, le più numerose,

sono quelle che noi chiamiamo per opportunismo,

per cattiveria, per odio, per rancore.

Perché si è ipocriti. Sfruttano tutto e tutti.

Tutte le bugie, dopo essere state usate tornano nel loro mondo

pronte per essere richiamate da qualche altro.

Bambino o innamorato o scrittore.

Ma le peggiori non tornano mai indietro:

mettono le radici dentro ai cuori.

Mangiando i sentimenti,

i baci,

le carezze.

 

26.1.1995

 


DIO

 

Dov’è che devo cercare Dio?

Perché la religione non mi aiuta?

Perché devo scoprirlo io,

da solo.

Come un profeta

come un eremita.

Avessi almeno un secolo di tempo!

E’ poca questa vita,

se penso che cos’è l’eternità.

E come faccio a trovarlo

Dio?

Se vedo così tanti luoghi

che però nulla sono rispetto all’infinito?

E’ qui? Son io?

E’ forse chi mi sta accanto e parla?

E’ forse chi mi sta accanto e m’ama?

E’ forse il tutto, il bianco e nero dei miei sogni?

Ma c’è il male e la guerra.

Perché devo pensare che ci sia?

Spero soltanto che chi mi dice di averlo già trovato

non prenda in giro, non dica una bugia.

 

26.1.1995

 


LE COSE CHE SONO

 

Ecco che sono il controcanto della mia vita.

Il padre e il figlio di me stesso.

Ecco che sono l’attore protagonista in un palco.

Illuminato da un faro

e una delle comparse.

Canto la colonna sonora del mio spettacolo

di cui sono regista.

Sono niente e sono il fulcro del mondo.

Una strada mai finita di costruire

ed una che unisce tutti i posti dei sogni.

 

4.2.1995

 


L’ANIMA E IL TRIBUNALE

 

Era lì. La luce fissa negli occhi,

una musica di sottofondo.

Un’altra luce, dall’alto,

disegnava la sua ombra in un tondo di luce.

Era come ad una audizione.

Però non c’era dialogo.

Doveva dire tutto.

L’amore, le cattiverie, le perfidie.

Sputare fuori tutto.

Le gioie, le sue volontà erotiche,

i suoi desideri orgiastici.

Sputare fuori tutto.

La politica, il lavoro.

Ogni rapporto che aveva avuto.

Parlava di tutto come un vecchio filosofo.

L’universo, la vita, la morte, il sapere.

Sputare fuori tutto,

come in un tribunale.

Vide accecarsi,

sentì un fischio penetrante,

la sua pelle freddissima,

e odore d’incenso.

Il grande tribunale lo aveva giudicato.

I grandi tribunali se lo erano conteso.

Si sciolse: si smaterializzò nell’aria...

Poi salì in paradiso.

 

4.2.1995

 


I SENSI

 

Capire l’odore di un paesaggio.

Udire l’emozione di una carezza.

Ecco il bello dei ricordi.

Un turbinio dei nostri cinque sensi.

Un brivido freddo gela l’attimo

vivido di una scena

in una cornice.

Chissà quando, tempo dopo,

il gelo è sciolto dal calore dei pensieri,

dal vincolo dei sensi,

dal loro combinarsi.

Ed ecco

che la nostra coscienza diviene uno schermo

e noi

vi proiettiamo tutte le nostre sensazioni.

 

11.2.1995

 


EPPURE

 

Eppure ci sarà

qualcosa che ho sbagliato.

Qualcosa che non va.

Ti prego,

allora

dimmelo,

io non sopporto

un’ora ancora

di questo mio sconforto.

 

18.1.1995

 

 

 

 

 

LA MIA VITA IN PROSE E POESIE

 

LE NUVOLE E IL SERENO

 

Il sereno è una mano,

che scosta le nuvole.

 

Le nuvole sono lacrime divenute ovatta,

sospese in cielo,

grazie alla fantasia di chi é triste.

 

10.7.1995

 


LA TERRA

 

La terra è rotonda,

è l’immagine di una mela;

ed è l’egoismo dell’uomo il baco.

 

Prima o poi

la mela

cadrà a terra,

marcia.

 

9.7.1995

 


SE PASTEUR

 

Se Pasteur disse davvero

“Il destino aiuta gli svegli,

aiuta la mente attenta”

Spero di essere abbastanza sveglio,

e la mia mente spera di essere attenta abbastanza.

Perché io e la mia mente cerchiamo di combattere il destino,

già da tempo.

 

1.7.1995

 


HESSE: SIDDHARTA

 

“Su nessuna cosa del mondo so tanto poco quanto su di me”

 

Mi disse Hesse in sogno, citandosi.

 

“Ed io che cosa so di me?”

 

Ribattei io subito.

Silenzio.

 

“Siddharta pensa, aspetta, digiuna, ma passa attraverso le cose del mondo, come la pietra attraversa l’acqua.”

 

Riprese il Maestro.

 

“Ed io passerò attraverso le cose del mondo?”

 

Chiesi piangente e preoccupato.

Silenzio.

 

“Chissà se qualcuno conosce il modo per passare attraverso le cose del mondo?!”

 

Urlammo insieme.

 

2.7.1995

 

 


QUALCHE PAROLA DEL MIO SECOLO

 

Velieri in bottiglia

grandi personaggi della storia

miti e leggende

lune

maree

pianti e guerre

cartomanti

omicidio estivo

lucciole

cronache e stampa

carri armati o angeli custodi

custodi di musei

barboni

vecchie fabbriche abbandonate (che sognano)

manifestazioni.

 

10.7.1995


LE CONDOGLIANZE AL MONDO

 

Dopo aver visto streghe su roghi,

dopo aver visto donne prostituirsi,

dopo aver visto spot pubblicitari,

dopo aver assaporato il profumo dell’ultimo pane

fuori da un fornaio;

dopo aver visto campi di concentramento,

dopo la morte di Pertini e Moro,

dopo battute di caccia con cani sguinzagliati,

dopo aver visto forgiare armi da fabbri di ogni epoca,

dopo aver udito domande a tranello

e dopo aver letto Ossian e Topolino,

dopo aver visto soccombere gli Indiani,

dopo aver saputo la verità su Ustica,

dopo aver partecipato a 100 iniziazioni...

 

...l’universo fece le sue condoglianze al mondo.

 

14.7.1995


L’ORIGINE DELLE MIE POESIE (Dopo aver letto Walt Whitman)

 

Se guardo al passato scopro...

 

tra molte altre cose anche l’origine delle mie poesie.

 

Sono sopra una barchetta di carta,

in mezzo all’oceano delle emozioni.

 

Sono il comandante della nave,

ma anche un semplice mozzo.

E principalmente... un folle.

Ed ecco che mi immergo

nella poesia,

anche per me,

unica terapia per il mio male.

 

23.7-12.7.1995

 


NELL’ACQUA E SUL MONTE

 

Eccomi!

Sono lì.

 

Nudo, con i piedi nell’acqua.

E’ adesso che ho paura del confronto, del giudizio.

 

Ora invece sono qui...

coperto da strati e strati di lana.

Solo, su un monte innevato,

a guardare il vuoto.

 

...e continuo ad avere paura del giudizio e del confronto.

 

 

6.9.1995

 


MURUROA

 

Prima diventavano collane i pezzi di corallo!!

 

Ma i tempi cambiano...

 

Ora servono da muro, a Mururoa.

 

Ho avuto paura. Ed ero a casa, in poltrona, davanti ad un video.

...e se fossi stato lì...

Grigio è divenuto

il mare. Proprio come è il loro cuore.

Il cuore dei colpevoli.

Tremo.

Scusa mondo e ti prego...

aiutami, ora che ho più paura del mare.

 

7.9.1995


SE NON E’ CARNEVALE

 

Da che cosa si vestono le maschere,

quando non è carnevale?

Da un ladro

che ruba in giacca e cravatta

dietro lo schermo della tivù del tuo salotto?

 

Da un bambino che piange per avere un gelato?

 

Da uno di noi, con i suoi mali

o le sue gioie?

 

Da qualcosa di divertente o mostruoso?

 

E noi...

che maschere non siamo,

abbiamo sempre una lacrima,

come quella dei pierrot.

 

7.9.1995

 


NOI E DUE GRANDI FIOCCHI

 

Avanti, coraggio.

Prendi una piccola tovaglia

e nascondi lì il tuo piccolo cuore

e le tue grandi emozioni.

Fai un grande fiocco e metti tutto in spalla:

il cammino sarà duro.

 

Io prenderò una tovaglia poco più grande

è lì che ti nasconderò,

mia piccola dalle grandi emozioni.

Farò un grande fiocco e metterò tutto in spalla:

il cammino insieme sarà meno duro.

 

 

14.9.1995

 

 


IL PUGNO DEL CONTADINO

 

Sulle piramidi e la Sfinge,

un prete tenta di avvicinarmi alla preghiera.

Mi spinge.

Nel Quarantacinque, un aereo tedesco...

scappo, ci riesco.

Colosseo: tra i gladiatori.

Romeo e Giulietta, i loro dolori.

Mai come quelli di Werter.

Cesare, Odisseo, Cleopatra.

Il primo microfono,

Sinatra.

Punto linea, strani alfabeti.

Cip, informatica, poeti.

 

Scorrono sul video della mia anima.

Scorrono non solo le esperienze,

non solo le mie conoscenze,

non solo il mio sapere.

 

Pulviscolo, roccia, erba.

C’è tutto, in un pugno di terra.

Anche io!

 

E questo è il sogno di un vecchio e saggio contadino,

se guarda il suo pugno chiuso.

 

 

9.10.1995

 


AL TIMONE

 

Sono sul ponte della mia nave.

Ho io il timone, saldo tra le mani.

E sono pronto a morire con giallastri e durissimi calli nelle mani.

Sono sul ponte di una nave.

Ho una mappa, la leggo.

Non sono un cartografo, non capisco molto.

Capisco solo che devo viaggiare...

forse  per l’eternità.

Conoscere lingue, uomini ed alberi,

religioni, poeti, chiese ed animali.

Mi volto un attimo.

La mia ciurma è tutta con me.

Ma quando un mio urlo squilla “Salpiamo!!”

si buttano tutti a mare... 10, 100, 1000.

...e resto solo. Penso a come potrebbe divenire questa nave,

già alla prima tempesta. Solo.

Non è importante. Non lascerò la nave. Morirò, e il mio sangue pulserà nelle vene dei miei figli,

e la mia nave arriverà, entrando nella storia.

Ma per un attimo sono incerto. Controllo ancora la mappa. Vuoto.

C’è un ordine da seguire? Non comprendo bene la meta.

Ma la mia nave arriverà.

 

2.10.1995

 


DISAMINA IN PROSA

 

Meschino, ipocrita ed egoista.

Ecco, a volte sono così. Ma come un santone o un predicatore,

forse del nulla,

vengo accusato.

Perché cercare di esternare il buono che si ha dentro,

o accettare che in realtà si è egoisti...

a qualcuno bene non vai.

Errato. E’ reato.

E’ la visione che...

E’ il “secondo me” che inganna,

il punto di vista.

Ecco cos’è che fa travisare,

come una pellicola colorata

su una lente.

E quante volte voci di donne, uomini, o che,

mi hanno accusato di aver travisato.

No.

Ingenui.

E’ così che mi sento, scusate,

pervaso di superiorità.

Io non traviso, vi faccio immaginare di aver travisato.

Ma so. Vedo la realtà.

Ed è lì che mi presento!!!

L’occasione per dare e dire.

L’occasione per essere ed avere.

E voi dandomi del presuntuoso,

e voi dandomi del tutto o del nessuno,

del chi sei o che vuoi,

non vedete la realtà.

O se la vedete la accettate.

Io no, la vedo la realtà, ma adoro...

cambiarla.

A me piace salire sopra i sogni e guidarli alla realizzazione.

A me piace baciare e parlare proprio dritto al cuore.

E’ per questo che spesso faccio male. Ma non interpreto, sono.

E lama, fuoco, morte mi sono compagni.

A me, non lo nego,

piace lasciare il segno.

E la realtà è che ci riesco,

e per questo faccio timore.

E’ per questo che non sono solo mai,

sebbene io sia la solitudine.

 

2.10.1995

UN PO’ COSI’

 

Un perfetto prefetto a Palermo,

l’Olandese Volante,

Un americano a Parigi,

un torinese falso e cortese.

La mia geografia è fatta di linee, poligoni,

modi di dire.

Ma non solo la geografia.

 

28.9.1995

 


SPUNTO RITMICO

 

Questo è un mondo di falsi buoni

dove regnano i tuoi dolori,

dove anche dei per favore

sono detti per fare male.

 

Questo è un mondo che ti fa fuori

non ti offre che due colori, ma

non c’è scelta solo miseria,

guerra e qualche donna in carriera.

 

30.9.1995

 


FILASTROCCA DELLA DONNA MISTERIOSA E DELL’UNIVERSO UMANO

 

La donna del mistero

saggiava il destino

con un sorriso sereno

e ticchettava col dito

sulle biglie che teneva

chiuse strette nella mano.

Esordì dicendo:

“Signora dalla faccia scura

e dalla scure in mano,

chiarisci per sempre

te ne prego,

questo dubbio che mantengo

su tutto l’universo umano.”

 

25.9.1995

 


CANZONE DEL TRENO CHE NON VUOLE PIU’ PARTIRE

 

Foglie verdi su ogni albero,

nei cortili che circondano

queste strade che ricordano

volti chiari che sorridono.

Cieli azzurri che sovrastano

dei ragazzi che si amano.

 

Voglio andare ad aspettare alla stazione

un treno

che non vuol tornare.

 

E mille amori che non bastano

a far scorrere il mio secolo,

cento notti che deridono

il mio vivere all’unisono.

Con ragazzi che barattano

una vita per due pillole.

 

Voglio andare ad aspettare alla stazione

un treno che non vuole più partire.

Mai.

 

 

27.9.1995

 


NON è

 

Non è col segno della croce

che si dimostra la religiosità.

Non è con un bacio

che ci si innamora,

e non è con una parola

che si è politici.

Non è con le gambe

che si attraversa una vita,

è solo nella fantasia

che non ci sono ostacoli.

 

 

22.9.1995

 


PER0’?!

 

Ipotesi: la vita di un settantenne.

Settanta anni di:

forfora,

feci, acne,

litigi e coliche,

muco,

sbadigli e raffreddori.

Routine quotidiana.

Bacio alla moglie,

colazione,

dentiera. I ricordi,

esempio:

il suo primo amore, il suo ultimo attacco di cuore.

Chissà quali dei due ricorda meglio.

Che cattiveria avere messo al mondo!

 

Però?!

 

 

 


SITUAZIONE

 

La nebbia cadde presto sul tempio.

E l’Angelo,

quella sera,

non ebbe il tempo per svelarmi

il segreto dell’apprendere.

 

2.7.1995

 


CAPITE IL MIO ELOQUIO?

 

Capite il mio eloquio?

Non vengo certo dal futuro,

o dal Parnaso!

Sono come voi.

Due occhi, un naso...

Sono come voi,

lo dite voi, no??

Questo è.

Consenzienti?

Unitevi a me, in questa vita che è una procedura.

Occorre assiduità, però.

E esigo coraggio.

 

19.10.1995

 


CONTRO LA DANZA DEL DIAVOLO

 

Spiaggia.

Illuminata, sebbene un’eclissi...

Fuoco, acceso con ossa di uomo.

Diavolo che con coda, artigli

ed urla, dal rosso di quel fuoco,

cerca di portarci a se.

Io, un polinesiano, un sioux,

un russo sfregiato dalle radiazioni,

un americano abbrutito dal cibo,

un nero con i suoi accendini,

il cinese e l’idea della sua bicicletta,

e tutti gli altri.

Ma non cediamo, non cadiamo,

perché sebbene Lui sia il centro del cerchio,

noi siamo il cerchio

e non lasciamo passare neppure un soffio di vento

dalle nostre mani serrate.

 

18.10.1995

 


SONO LE SEI

 

Si sono nuovamente accorciate le giornate,

come le nostre distanze.

E infatti sono le sei

e il viola e il blu,

di un cielo che stasera sarà stellato,

si rispecchiano nei miei occhi,

così come le mie e le tue emozioni.

 

18.10.1995

 


NELLE LACRIME

 

Forse c’è un mondo nelle lacrime.

E’ forse uno dei mondi delle favole.

E’ strano, sono così piccole.

Stondate, e un poco a punta, come le fiamme delle fiaccole.

Sì, forse c’è il mondo delle lacrime.

Un mondo di emozioni troppo statiche.

Il mondo del ricordo quando è debole.

Il mondo dell’amore quando è fragile.

Sì.

Penso che esista più di un mondo nelle lacrime.

 

17.10.1995

 


STORIA DI PAROLE

 

Una ventiquattrore

nascondeva il suono greve di un sax.

Non era accompagnamento

ma melodia portante.

Sembrava venire dai misteri dei castelli d’Irlanda.

Narrava di prigioni e sabbie mobili.

Era il preludio al passaggio dei canguri.

Era il preludio alla morte.

L’artiglieria infatti era pronta,

non so come avesse potuto sopravvivere ai demoni

e al campo minato.

Era stato fatto un prezzo.

E il pubblico accorse.

C’era molta folla fuori dai cancelli.

Ma... qualcuno richiuse la ventiquattrore.

 

17.10.1995

 


CAPITE

 

Capite che vuol dire vivere un tramonto,

un’alba

un crepuscolo?

Ti senti un uomo finalmente, non pulviscolo.

Ti si apre il cuore

e sei pervaso da un po’ più di calore.

Pensi ai barboni,

ai buoni e ai meno buoni.

Senti gli odori.

Gli odori dei sentimenti.

Chi vuole ascoltarmi?

Pochi forse.

Ma io allevo le mie idee

e allatto i miei sogni.

 

17.10.1995

 


HO VISTO, HO VISTO...

 

Ho visto bambini adulti

e vecchi ragazzini.

Ho visto andare chi voleva trattenersi

e spuntare radici a chi voleva partire.

 

Ho visto amanti odiarsi

e nemici fare l’amore.

Ho visto un precipizio

e un bassorilievo con la mia morte.

 

Ho visto un’altalena pendere dalla luna

e l’ombra del tuo cuore giocare con essa.

Ho visto il mio corpo nudo sulla sabbia

e un’allucinazione nascere da una conchiglia.

 

Ho visto alghe e aquiloni naufragare con me

e risvegliarsi ancora vivi sulla stessa riva.

 

 

27.10.1995

 


NEL SOGNO

 

Pensavo a come si diventa uomo

e all’oscurità del fondo di un pozzo.

Ricordavo la pioggia sul viso

nel mese di novembre.

Sentivo l’eco delle urla dei contadini,

nei campi a lavorare;

e lo sdegno delle campane che celebravano nozze inutili.

Parlavo col fuoco di una candela

che mi consigliava di evitare le maree dei sentimenti

e le onde del pensiero.

 

26.10.1995

 


SCRUTO

 

Scruto nell’abisso dell’io.

Ci sarà pure un faro?!

Qual è il mio Dio?

E a quale religione appartengo?

Qual è il mio posto?

E il mio partito?

Qual è il mio ruolo?

E quale quello degli altri?

Vagiti di dolore mi giungono dal mondo.

 

2.10.1995

 


CHE COSA PREFERISCI ?

 

Ti sei perduto nei meandri dell’oblio?

Cos’è che cerchi? Un sogno? Forse il mio?

 

Che cosa preferisci: un amico, un tesoro,

un pezzo d’oro?

 

Oppure un paio di ali,

per volare via lontano,

dove neppure il vento può arrivare;

dove neppure l’immaginazione

ti lascerebbe entrare....

 

 

8.11.1995

 


LA MATTINA MI SVEGLIO

 

La mattina mi sveglio

e mi alzo dal mio letto,

mi rinchiudo nel bagno

per guardarmi allo specchio.

A volte, sai, mi piaccio,

altre invece sono la malinconia.

Ma bella o brutta

la faccia è sempre uguale,

è sempre quella mia.

Non nascondo niente mai,

gioie, dolori, guai.

E quelle poche volte che tento

sono subito letto

dentro.

La mattina poi mi sveglierò,

mi guarderò allo specchio,

sempre con il mio scopo:

non scoprirmi ogni giorno più vecchio.

 

9.11.1995

 


IL BOIA

 

Tra valli e nebbie,

dal Nilo al Mississipi,

un Boia,

col suo cappuccio,

distribuisce le morti,

raccogliendo il sangue dei popoli.

 

14.11.1995

 


E COSI’ TI SPIEGO...

 

E, come da niente, nascono le cose!

Diverse da come sono in gestazione.

Amore, amicizia,

odio, sesso ed ogni tipo d’emozione.

 

Credereste che la farfalla nasce così ?

Un qualcosa di contorto, complicato;

e poi invece lei nasce colorata.

Spicca il primo volo libero.

 

La provenienza dei sentimenti

è come la nascita della farfalla.

 

L’amore e l’amicizia sono separati da un bacio.

L’amore e il sesso... chi lo sa.

L’odio e il disprezzo da uno schiaffo.

 

A volte nasce tutto per un gioco,

nel quale uno scopo c’è:

evitare gelosie ed egoismi;

infamie e cattiverie.

 

La vita è un gioco in fondo,

un gioco a tappe,

una corsa ad ostacoli.

Rimanere vivi, vuole dire aver vinto;

ed uno dei premi potresti essere tu.

 

12.11.1995

 


PENSIERO,PENSIERACCIO

 

Vi prego sparite dalla mia vita...

che ho già esaurito la mia collezione di merde!!!

 

 

13.11.1995

 


VEGLIA DOPO L’OMICIDIO

 

Allora siamo d’accordo?

Ci troviamo alla stessa ora,

a quell’incrocio, quello delle nostre emozioni.

Non ritardare, ti prego.

Potrei caricare l’arma con le mie parole

e sporcare di sangue il tuo vestito più elegante.

La tua morte creerebbe troppi problemi,

anche se i fuochi d’artificio passerebbero inosservati,

ai vecchi che in paese giocano a carte.

Anche dopo morta tu saresti un mio satellite,

una mia tradizione.

Regalami una giornata ancora

prima che io mi risvegli sul mio giaciglio,

duro,

nella mia cella.

 

14.11.1995

 


IL BUIO NON LO VEDRAI COMUNQUE

 

Lava le lenzuola della tua immaginazione.

E ricordati che poche cose certe

sono migliori di molte insicure.

La macchia che hai sugli occhiali,

e non sapevi di avere,

ti fa vedere tutto diverso,

tutto più scuro.

Soffia, spengi il sole se vuoi,

il buio non lo vedrai comunque,

e la tua anima da gatto randagio

volerà via come le note di un flauto d’avorio.

La chiave, la morte, il cieco...

Non esiste musica per la morte,

è un salto nel buio, nel buio vero.

L’orizzonte è tra cielo e mare, ed è immobile,

come una patata in un piatto.

Io arriverò in preghiera all’altare della mia chiesa,

sconsacrata,

accompagnato dagli organi.

Il resto lo scopriremo più avanti...

 

 

14.11.1995

 


CI SONO COSE

 

Ci sono cose di cui ti avrei parlato

fino dal primo giorno che ti ho conosciuto.

Altre che ti giuro non ti dirò mai

perché non è bello parlare solo dei miei guai.

Ci sono cose che passeranno

o resteranno fino agli ultimi giorni,

ci sono cose come l’amore

l’amicizia ed i suoi dintorni.

 

Ci sono cose che vorrei tu mi spiegassi,

perché abbiamo  fatto insieme già troppi passi.

Altre invece, perdona, che io ti farei

a partire dal collo fino a dove vuoi.

Ci sono cose che si faranno

e che faremo fino agli ultimi giorni,

ci sono cose come i sorrisi

come gli sguardi dei tuoi più profondi.

 

 

16.11.1995

 


PENSIERI IN UN ANNO

 

Ho molta più paura dell’ipocrisia oggi,

che del buio quando ero piccolo.

6.10.1994

 

Essere di sinistra vuol dire anche chiedere come sta la madre di un tuo conoscente... anche se non l’hai mai vista.

21.10.1994

 

I libri non si aprono solo per essere letti,

ci si può anche tuffare dentro.

1.12.1994

 

Anche quest’anno è andato...

come l’effimero passato.

17.12.1994

 

Ogni tipo di rapporto interpersonale è come un applauso:

non basta una mano per sentire il “clap”.

24.12.1994

 

Cos’è una vita in un’eternità?

E’ come un sogno perduto,

è come un granello di sabbia,

di oceano imbevuto.

4.2.1995

 

Meglio essere una mosca bianca,

che una delle tante mosche che sta sulla merda.

26.2.1995

 

Se bastasse il caldo di questi giorni a sciogliere il male,

vorrei dodici mesi d’estate.

20.6.1995

 


ATTIMI

 

In un attimo si muore.

 

In un attimo non si cresce.

In un attimo si nasce.

In un attimo ridi e non ridi.

O in un attimo piangi.

In un attimo il sole ti presenta la luna,

e in un attimo ti accorgi di averla già vista,

altre volte.

 

1.7.1995

 


LA STANZA DEL VIOLINO

 

Un leggio...

Un violino appoggiato ad un muro.

Odore di legno,

suono stridente;

girovago di emozioni,

più o meno acute.

 

1.7.1995

 


IL FANTASIA

 

Il fantasia era un tizio che sorrideva sempre.

Andava vestito con abiti coloratissimi,

sempre diversi.

Faceva chilometri e chilometri ogni giorno,

ed avvicinava i gruppi di persone che vedeva tristi.

Iniziava discussioni stravaganti con molta creatività.

E sul volto dei tristi tornava il sorriso.

 

Bel lavoro quello del fantasia;

ma nessuno pagava il suo servizio,

non aveva prezzo... o lo aveva troppo alto!?

 

1.7.1995

 


LA BOTTE IN CANTINA

 

Marrone,

umida.

Al buio stava una botte

in una cantina.

Il ferro del cerchio un po’ arrugginito.

Aveva un piccolo rubinetto

ma distribuiva gocce di grandi emozioni.

 

2.7.1995

 


CAVALLUCCIO MARINO

 

Ero solo in un sogno.

Ero nel deserto.

Poi ho incontrato...

un cavalluccio marino.

“Mi sento come te, in questo posto”.

Mi ha detto.

 

2.7.1995

 


SCENA

 

Madonnari decoravano pavimenti di una piazza.

Ad un tratto,

si calarono dal cielo...

Alcuni extraterrestri.

“Cryr fsjyr6,g7yws kkpj!!”    “Perbacco umani, vi avevamo sottovalutato!!”

E si riavviarono verso la loro galassia...

non prima di averci distrutto.

 

2.7.1995

 


INEVITABILE CRUDELTA’

 

Vedi dove arriva la nostra crudeltà?

E’ inevitabile!

Cammini e calpesti insetti uccidendoli.

Vivi perché mangi pesci e animali morti per te.

Dai fine ai fiori per darli ad un amore.

Vedi dove arriva la nostra crudeltà?

Neppure te ne accorgi.

E’ inevitabile!

E anche se te ne accorgi,

non ne puoi fare a meno.

E’ inevitabile!

 

2.7.1995

 


MORTI AMMAZZATI

 

Pettegolezzi, fratture,

divorzi, sfratti,

cinema saltati per l’assenza di diecimila lire.

No di ragazze.

Capelli che non stanno bene in piega.

Caldo afoso e brutti voti...

 

Ma che problemi!!

 

Perdonateci vi prego,

oh morti ammazzati,

se noi ancora viviamo.

 

 

4.7.1995

 


LA GROTTA

 

Un cunicolo,

una grotta.

Un corridoio,

un bivio: una scelta.

Vado a sinistra.

Poi sempre scelte binarie.

O… o...

poi una luce.

Un cunicolo in salita.

La fine della grotta, l’uscita.

 

Complimenti.

 

5.7.1995

 


IO SONO

 

Io sono tutte le persone

io sono tutte le nozioni

sono chi legge di me

sono mio padre e mia madre

sono un babbo e una mamma

un amico.

Sono Napoleone

io sono Massimiliano

io sono la Bibbia e la Costituzione

sono la mia stanza

Io sono un teatro

sono l’IO e l’ES

sono Lecorbousier

e sono la mia città

io sono numeri di telefono

e nomi e

forti emozioni

 

Io sono le ragazze

io sono i più cari amici

io sono libri

io sono campo o palla

 

Io sono i miei soldi

io sono figlio e sarò padre

io sono nel mondo.

Io sono l’aria che respiro

io sono gli altri

ma soprattutto me stesso

 

Sono un quadro e una scultura

io sono tardelli ai mondiali

io sono il 73

e sono una nota

io sono tutto e niente

sono torto e ragione

Io sono io

e potrei essere tuo

ma resterò io

sempre.


UN COLPO AL BILIARDO

 

La vita è come un colpo al biliardo:

non è solo questione di fortuna.

 

25.7.1995

 


PREFERENZE

 

E tu,

preferiresti un’ora di lavoro straordinario,

o uno straordinario lavoro??

 

25.7.1995

 


4 RIGHE

 

Aspettare il companatico

 

in posizione da discobolo

 

aspettando ad un semaforo

 

che il dolore passi subito.

 

10.6.1995

 


LA NAVE IN PORTO

 

Ecco che è arrivata, la nave!

Tempeste, acqua dal cielo,

acqua dal mare, vento,

onde alte, scogli, secche.

 

Ha superato tutto.

Adesso è arrivata nel porto,

la nave.

 

25.7.1995

 

 


OSSERVARE L’ORIZZONTE

 

Se Roma fosse un’isola

trascorrerei le notti come questa...

 

ad osservare l’orizzonte,

 

pensandoti.

 

23.7.1995

 


ASSOCIOIDEE

 

Un pastore un po’ tedesco

e un po’ tibetano

 

(come le campane di Battiato)

 

fuggiva di sabato,

nel villaggio.

 

24.7.1995

 


ACQUAZZONE ESTIVO

 

L’afa diviene insolita.

L’aria si carica di umido,

di grigio.

Le prime gocce

nauseano il mio olfatto.

E’ un caldo marcio.

Adesso ho il viso bagnato:

ma non è acqua salata di mare;

ma non è freddo di bacio d’amore.

Viene dal cielo.

Adesso non vedo più dalle gocce.

Sei arrivato,

acquazzone estivo.

 

25.7.1995

 


I MIEI NUMERI

 

E’ un uomo

e due donne

i tre re

il 4 luglio

5 dita

e sei amori

sette giorni

8 fiori

nove mesi

10 vite.

 

3.6.1995

 


QUANDO TI SIEDI

 

Quando ti siedi sulle mie cosce

e le mie braccia ti stringono,

vorrei che diventassero manette,

per poter gettare via la chiave

e sfiorarti i capelli per l’eternità.

 

20.5.1995

 


NON MI PIACCIONO LE COSE FACILI

 

Di innamorarmi di chi già mi ama,

non se ne parla nemmeno.

Preferisco corteggiarla,

finché tutti i giorni poi mi chiama.

Non mi piacciono le cose facili;

farmi la barba col rasoio elettrico,

preferisco architettare un pizzo poco pratico.

 

Non mi piacciono le cose facili;

strappare carezze ai genitori

per affievolire appena i loro dolori.

 

Non mi piacciono le cose facili;

scrivere temi o legger recensioni,

io preferisco scrivere canzoni.

 

E non sopporto più quei telegiornali,

preferisco non fare come quei maiali.

 

Non mi piacciono le cose normali.

Mi creo così incontri un po’ particolari,

fermo cantanti al Louvre o nei locali.

 

Non mi piacciono le cose facili,

anche quando faccio cose stupide;

e allora costruisco torrioni medioevali.

 

Non mi piacciono le cose facili

e infatti studio a Roma e sono di Livorno,

mangio prima il primo e poi il contorno

e godo del dolore della lontananza,

pensando a quella mia famiglia e alla mia stanza.

 

Non mi piacciono le cose facili e ci tenevo a dirlo,

ma questa mia poesia non è certo il mio fiore all’occhiello

né il mio cavallo da battaglia,

però adesso che l’ho scritta sono tranquillo,

come se fossi steso sulla paglia.

 

17.5.1995


PENSIERO

 

Il pesce grande mangia il più piccolo.

La società è così oggi.

Ma non so, rispetto agli altri, quanto son grande.

Mangerò?

Sarò mangiato?

Per ora non so.

Ma spero d’esser vomitato fuori,

appena mi si proverà ad addentare...

ne sono certo,

perché son davvero acido.

 

Solo con te raggiungo una dolcezza estrema,

perché il tuo viso mi ruba le carezze mentre trema.

 

15.5.1995

 


RICORDO DI BOSCO

 

Se entro in un bosco

non sto fermo.

 

Calpesto le foglie

e le sento;

respiro l’aria

e sento il sapore del verde dell’erba;

umidità.

Castagne e funghi.

Sottobosco.

Luce di sole che filtra.

Un sasso, un uccello,

una lucertola al sole.

Verde.

Marrone.

Viola di fiori...

 

pace.

 

20.5.1995

 


LA RICETTA

 

Prendere un recipiente di creatività,

mescolare ben bene un cucchiaio di osservazione e di sensibilità.

Versare lentamente la gioia ed il dolore e poche altre cose.

Aggiungere della fantasia, giusto una dose.

Porre il tutto nel forno della coscienza

e cuocere per una vita a fuoco lento.

Prendere una penna e un foglio

e tagliare il dolce che è poesia.

Assaggiate la fetta e ognuno pensi all’esperienza sua,

che io mangiando, ripenserò alla mia.

 

16.5.1995

 


UN APPLAUSO A UNA MANO

 

Stare senza te.

Stare senza voi.

Avervi troppo lontano.

Viver senza te.

E’ un applauso a una mano,

non lo senti,

non lo fai.

 

Io,

vivo di applausi.

 

20.5.1995

 


IL TUO SOGNO

 

Vorrei che un incubo ti svegliasse...

 

Nella notte.

Sudata

disperata

urlante

piangente.

 

Vorrei che tu fossi in astinenza...

...di me.

 

28.5.1995

 


DALLA CARROZZA 7...

 

...Il mare luccica per il sole,

alto,

di marzo.

E spumeggia appena,

con la schiuma bianca,

che non si stanca mai

di toccar la spiaggia.

 

3.3.1995

 


IO UN PEZZO DA MUSEO

 

Immagina...

una teiera ottocentesca,

lavorata e dipinta a mano,

con un valore inestimabile.

Un pezzo d’antiquariato, un pezzo da museo.

Un pezzo pregiato, unico e...

però un po’ opaco,

si vedono gli anni,

è un po’ sporca.

Basta renderla lucente,

e il valore inestimabile ecco che raddoppia.

Si centuplica,

adesso è infinito...

bene, io sono la teiera,

e valgo già molto,

ma solo tu puoi farmi risplendere.

 

12.5.1995

 


PRIMA PORTA

 

Le aspettative...

 

Il meccanismo è quello della caduta di un mito.

 

Credi sia in un modo, e invece...

Certo che il percorso anticipava qualcosa.

Alcune case isolate,

verde triste di prati,

fiorai.

Aria di cimitero.

Capolinea.

Sembra un paese d’isola.

La chiesa, il bar;

i binari vicini di un pendolino

intristiscono ancor di più.

Case vecchie, sporche.

Mi guardo in giro.

Per terra una rivista pornografica,

un vecchio con un cappello grigio,

sputa per terra.

L’aria è metallica, industriale,

vecchia, cupa.

Al mercato vendono anche galline vive, in gabbia.

Molti autobus, tutti al capolinea,

come quello della vita, qua vicino...

il cimitero.

 

18.3.1995

 


CIO’ CHE VEDI

 

E’ ciò che non vedi che mette più paura.

Ciò che vedi,

fantastico o orrido che sia,

lo giudichi e lo scegli.

Ma i sentimenti non li vedi.

E così giudichi,

ma non avrai mai la certezza della tua scelta.

 

23.5.1995

 

 


LA MUSICA

 

La musica, lo sai,

è un’espressione artistica,

ti tiene la melodia

del ritmo della vita.

Un acuto, una pausa, un accordo, un assolo.

Ma a me piace l’orchestra.

 

20.5.1995

 


HO VISTO...

 

...davanti a musicisti peruviani,

fiori su maglioni,

decorati su petti di ragazze,

già a maniche corte,

che respirano il sole di primavera;

con sorrisi un po’ abbronzati

e il libro sotto il braccio

o che esce dalla borsetta marrone,

mentre aspettano alla fermata del tram.

 

23.3.1995

 

 


STORIA

 

Un giorno un monsone arrivò sopra un vulcano.

Qui viveva un saggio gufo,

che non gradì la novità.

Il gufo si trasformò allora in una strada.

La strada univa il paese di pace al paese di guerra.

E finché il mondo visse,

e finché il monsone soffiò.

E finché il vulcano tacque...

nessuno attraversò quella strada.

 

1.7.1995

 


SPEZZATA

 

Perché siete qui?

Per-dente!

Quanti siete?

In-sulto!

Di cosa siete fatti?

Di-scesa!

Siete sicuri?

Si-gnore!

 

30.6.1995

 


IL TEMPO

 

Non passano mai i secondi dei minuti delle ore.

Non passano mai le ore dei giorni delle settimane.

Non passano mai le settimane dei mesi degli anni.

Ma gli anni passano, attimi.

Vita, clessidra di vanità,

tu sì che passi

immediata.

 

23.5.1995

 


STRANEZZE

 

Un uomo,

in una gabbia da uccello,

è convito di poter fuggire.

 

Un uccello,

con una palla al piede,

non volerà mai.

 

3.7.1995

 


...CON LE MIE POESIE

 

“Dalla carrozza 7”

“Ho visto”

“In viaggio”

“Le mie quattro stagioni”,

“Il tuo incubo” e “Le cose che servono”.

“Il tempo” è “L’incubo vero”, è “L’equilibrio”;

ed io, dal

“Tre novembre”,

“Mi sento” come “La musica”.

 

15.6.1995

 


MOMENTO CUPO

 

Non ho neppure frasi da scrivere.

Resto da solo,

ho la coscienza immobile.

Riesco appena,

con bravura,

a distinguere una buona azione

da una cosa ignobile.

Scuro vedo!

Ma passerà,

è sicuro.

Monotonia, scoramento.

Diventa quasi cattiveria,

placabile soltanto

con il tuo essere nell’aria.

 

8.4.1995

 


DEVO TUTTO A ME STESSO ?

 

E’ vero!

E non è vero!

Il tutto è merito degli altri.

La mia famiglia.

Il mio modo di amarti.

Il mio essere sincero,

con chi ho incrociato l’occhio

una sola volta:

come comparsa nella scena.

 

9.3.1995

 


HO FATTO SPLASH

 

Ero assorto sulla pagina di un libro.

Profondo...

La trama, il sentimento, il personaggio.

Lo sentivo;

sentivo la brezza che era scritta

sul mio viso.

Vedevo il monte e il cielo non parole,

ma proprio davanti a me.

 

...Quando leggi un libro,

ti ci tuffi come nell’acqua.

 

17.3.1995

 


L’ISPIRAZIONE

 

Quando affogo nella fantasia

e nei pensieri

e scopro di annegare nelle emozioni,

nei dolori e nei desideri;

mi viene facile prenderti in mano

penna.

Mi viene voglia di fare tutto,

anche se forse invano.

E scrivo,

e vorrei che tutti leggessero.

E scrivo di qualcosa,

su  tutti e su tutto.

E son sicuro che a costo di trasmettere qualcosa,

potrei perfino scrivere su un muro.

 

9.3.1995

 


IL CALCIO

 

Il calcio giocato,

per me,

è più importante di quello nelle ossa.

Ricordo il verde,

il profumo d’erba,

il rimbalzare della palla.

I tacchetti sul cemento.

Ricordo che giocare era una riscossa.

Ricordo il sudore,

il movimento dell’erba

per il soffio del vento.

 

5.3.1995

 


LE MIE QUATTRO STAGIONI

 

Corte giornate,

molto studio,

poche risate.

 

Corpo stanco,

giacca leggera,

bibite fredde.

 

Belle ragazze,

pelli scure,

rondini ed onde.

 

Qualche ricordo,

freddo in arrivo,

auto in ritardo.

 

13.3.1995

 


LA PAROLA

 

Esco!

Me lo sento.

D’ un tratto, rapidissima, risalgo.

Vengo dal profondo,

dal buio.

Risalgo, poco prima di arrivare,

ti allargo i denti bianchi.

...Ormai vedo la luce.

Allontano adesso anche le tue labbra e

...nasco.

 

18.3.1995

 


NON TI METTO ALLE CORDE

 

Io ho molto tempo.

Non sono alle strette.

Non vado di fretta

e non affogo nel buio

di pipe o sigarette.

So come andrà a finire.

Ma non ti metto alle corde.

Devi solo innamorarti di me

e se prometti

che alla fine ci riuscirai,

non ti darò una scadenza precisa.

 

1.7.1995

 


COMPROMESSI

 

Ok, adesso porto gli occhiali,

ma nel cuore ho gli stessi ideali.

Ok, ho i capelli più corti,

ma vorrei i nostri cuori più aperti.

 

Va bene, mi mordo le unghie

ma se smetto tu basta fumare.

Lo vedi,

parliamo, parliamo

e anche questo può essere amore.

 

Ok, sono poco più alto

però ho sempre tutto al mio posto.

Va bene sono poco abbronzato

ma cazzo!

A dicembre mi sembra scontato.

 

Va bene, ho capito, tu cerchi le scuse

e poi non gradisci neppure le spose;

mi dici che hai le tue cose

non gradendo neanche le rose.

 

Con gli occhiali ti vedo un po’ meglio

e i capelli dovranno allungare.

Per le unghie propongo un consiglio:

mi baci e mi parli d’amore.

Più basso, più basso non posso tornare;

per la pelle potrei andare al mare.

 

Ma per quanto riguarda le scuse,

ho già in mente un milione di cose.

 

Va bene, così ti accantono le scuse

e anche se non gradisci le spose;

organizzati per le tue cose

che non spendo più un soldo per rose,

se non ti piacciono.

 

7.6.1995


A CENA FUORI

 

Mia madre al ristorante

in una sera come le altre;

che è una sera invece che

come tante no non è.

 

Mio padre al ristorante

in una sera come tante;

che è una sera invece che

come tante no non è.

 

Mio fratello e la sua donna

tutti in giacca o con la gonna,

sera un po’ particolare,

si può anche respirare.

 

Ecco che basta qualche soldo in più

se io sorrido poi stai meglio anche tu.

Ecco che basta, dico, neanche molto,

che si è tranquilli lo si legge sul volto.

 

Mio padre fa festa al lavoro

e Mariagrazia accantona lo studio.

Mio fratello che inizia a intascare

e la mamma basta col mal di testa.

 

Noi al ristorante

in una sera normale

che è una sera invece che

no, normale non è.

 

Ecco che basta qualche soldo in più,

se io sorrido poi stai meglio anche tu.

Ecco che basta, dico, neanche molto,

che si è tranquilli lo si legge sul volto.

 


SONO UN TIPO RAZIONALE

 

Sono un tipo razionale

e così se vedo fare

delle cose poco chiare

poi sto male

poi sto male

 

Quando infatti negli stadi

non ci sono cori o reti

vedo invece botte spari

mani alzate aperte e sputi

poi sto male

poi sto male

 

Sono un tipo razionale

io non vado in discoteca

e così vado a pescare

ma sto male

ma sto male

 

Si potrebbe poi provare

a dire grazie e per piacere

c’è qualcosa che mi assale

io sto male

io sto male

 

Le elezioni e le tangenti

magistrati e prepotenti

sono pronti a farmi stare

finalmente meno male

meno male

 

Un concerto un bacio un fiore

il profumo del tuo amore

le carezze e il genitore

l’acqua che è nel radiatore

fanno battere il mio cuore

e poi fanno migliorare

questa strana condizione

che faceva starmi male

starmi male

starmi male...


IN VIAGGIO

 

Viaggio lungo

senza meta

viaggio fatto su una nave di seta.

 

Abbiamo deciso di andare ad oriente

abbiamo deciso di parlare alla gente

che si sente

veramente

protagonista della sua coscienza.

 

Qui

la meditazione

riesce perfino a dare un’emozione

qui

con meno consumismo

potremo parlare un po’ di comunismo.

 

Viaggio lungo

siamo quasi arrivati

viaggio che porta in posti impensati.

 

Abbiamo deciso di attraccare al porto

abbiamo pensato che il bene fosse morto

fosso morto

veramente

invece troviamo ancora speranza.

 

Qui

la popolazione

riesce a vivere con meno finzione

qui

con meno consumismo

potremo parlare un po’ di comunismo.

 

 

Viaggio lungo...............................             .............senza meta

 

viaggio che porta in posti lontani                          protagonista della coscienza

 

invece troviamo ancora speranza.


SFOGO (NON DI GELOSIA) CON FINALE MODESTO

 

Vorrei aver progettato il Colosseo.

Vorrei un museo,

con i quadri miei:

Guernica, Colazione sull’erba

e tutti i miei capolavori.

Vorrei gli Oscar:

miglior attore protagonista per L’attimo fuggente,

miglior regista per Caro diario

e via così.

Vorrei vincere festival canori,

con le canzoni delle donne mie:

Sara,

Alice,

Samantha.

Vorrei una Ferrari.

Vorrei il 10 di Platinì,

e lui in panchina.

Il Nobel per la pace;

e vincere a scopa col Papa;

fumare la pipa di Pertini;

fare goal a Dino Zoff.

Suonare come Hendrix.

Scrivere libri come Eco

e poesie come
Prevert.

Aver per figli De Niro e Lavoisier

e per moglie Kim Basinger.

Vorrei il portafogli di Paperone

e la fortuna di Gastone.

Viver tanto, viver bene,

non conoscere le pene.

Però mi pare,

che già Maurizio possa andare.

 

20.5.1995

 


LA CONDIZIONE DELL’UOMO

 

“Il tuo carattere è davvero troppo piatto!! Prendi un caffè”

 

“Non ti si può sopportare così, non stai fermo un minuto! Prendi un calmante!”

 

Per ogni cosa che dici

si prescrive una pillola.

 

Per ogni cosa che pensi

viene chiusa una valvola.

 

Questo non è un uomo,

è un pezzo di latta

che ormai più non lotta,

e che vive soltanto

dando un giro di carica.

 

La provenienza delle proprie emozioni??

I fustini dei detersivi!!

 

25.7.1995

 


IO GODO DELLA VITA

 

Io godo della vita,

quando ti bacio

o quando gioco una partita.

 

Io godo della vita,

quando abbraccio la mia famiglia

e quando vinco una battaglia.

 

Io godo della vita perché son nato

e anche perché spesso son sbagliato.

 

Io godo della vita perché non son mai solo,

perché i miei amici mi alzano dal suolo.

 

Io godo della vita

e vorrei che tutti lo facessero.

Io mi disseto col vivere

e vorrei che tutti lo capissero.

 

12.4.1995

 


NEW YORK

 

Chiudete gli occhi.

Pensate a New York,

quella dei film.

Ripresa dall’alto.

Un mare di persone,

sono centinaia...

sono milioni...

strada e marciapiede.

E’ il frenetico quotidiano,

la bolgia, e un rumore tremendo.

Eppure...

Uno di loro si ferma e urla a squarciagola:

“Fermatevi”

Le corde vocali scoppiano.

“Un attimo d’attenzione!”

Urla ancora di più.

“Mi sono innamorato!”

Poi riprende il suo cammino,

rimette in moto folla e rumori.

 

15.5.1995

 


SENZA L’ISPIRAZIONE

 

E quando non avrò più poesie da scrivere?

Sì, insomma, quando avrò una donna,

una casa, un lavoro.

O quando non ci sarà più litigi, né con i miei,

né con nessuno.

Beh insomma, quando non avrò più che dire?

Ah, che stupido.

Farò come adesso.

Aspetterò un nodo alla gola,

un bacio,

una lacrima,

una nuvola,

l’erba.

E penserò.

Penserò magari a quando non avrò più idee.

E così, la mano scriverà,

col cuore, e poi chissà.

 

19.5.1995

 


L’EQUIVOCO

 

“Beh! Chi è il regista di questa commedia?

Di chi è questa farsa?

La sceneggiatura è pessima, gli attori ridicoli.

E questa sarebbe produzione artistica?

Questa sarebbe creatività?

E’ così che si trasmettono emozioni?

E poi, tutta questa violenza, questa drammaticità!

Beh! Chi è il regista di questo schifo??”

 

“Mi scusi, Signore, forse c’è un equivoco...

Questa è la realtà.

Questo è l’uomo.

E questo è il mondo.

Questa è tutta opera sua Signore...”

 

23.5.1995

 


ALLA RICERCA DEL BENE

 

Pensate a quanti siamo.

Volersi tutti bene, come sarebbe strano.

Gialli, rossi, neri e bianchi.

 

Di sopportare non dovremmo mai esser stanchi.

E invece la tensione è quella che rovina

e così nasce la violenza;

che il mondo ormai non può viverne senza.

 

Basterebbe chiedere permesso,

dire per favore, rispondere grazie.

 

Esser felici a compleanni e nozze

e in giorni normali stare più calmi

e fare meno corse.

 

E’ la nevrosi quotidiana,

l’abitudinario egoismo,

il ripetersi incessante e monotono

perfino dei respiri ,

che dobbiamo reprimere

con la gioia di vita.

 

27.5.1995

 


(FRANCESCA) PER TE

 

Sono state loro a farmi questo.

E io non riesco...

E’ il mondo così come è ora

che mi soffoca

e non mi fa uscire una parola.

Tante cose, tutte assieme

...ed ecco che è difficile dir ti voglio bene.

 

E così mi blocco davanti a te,

davanti al tuo sorriso

a domandarmi se un lui c’è,

a rovinarmi il cuore

per non aver riconosciuto più l’amore.

E così mi blocco davanti al tuo sguardo

e se sento su di me i tuoi occhi,

vorrei dirti qualcosa, ma sono un codardo.

E poi magari tu neppure un attimo mi pensi

e non t’immagini dov’è che sono già coi sentimenti.

 

Invece io già se ti ascolto tremo

io già se ti guardo t’amo.

Viso di bambola e capelli d’oro,

sei tu la mappa d’un tesoro

che cerco già da un po’ di tempo.

E finora che ho trovato?

Altro che oro, metallo arrugginito.

Se il coraggio mi passasse per le mani,

tu leggeresti queste righe già domani.

Invece la mia anima è tesa

e così entrambi

viviamo nell’attesa.

 

23.5.1995

 


LE 6.00 E IL VOCABOLARIO AL CONTRARIO

 

Zucchero e vita

terreno

smarrire

 

salvia

riccio

prossimo misuratore...

 

megalite irrevocato

geometria

fastidio

derivare conoscibile

 

chilowattora bisbetico attrazionale

 

dizionario.

 

3.6.1995

 


IL CIRCO

 

Il trucco del pagliaccio se ne va a fine serata,

il padre col bambino per la mano

esce sotto una notte incantata.

 

Anche le stelle hanno visto lo spettacolo.

Leoni, majorette e poi quel musico.

 

Un mimo a camminar come un pupazzo,

un lancio voluttuoso nel vuoto dello spazio.

 

Attimi di felicità, ricchezza di gioia.

In quel mondo che poi in fondo ricco non è.

 

E quel bambino e la mano di suo padre

diventano un tutto come quel mangiafuoco,

con la sua fiamma in gola e con quel fumo.

 

Zebre, cavalli ed elefanti, bambini, risa

e tuffatori in posa.

 

Donne cannone, prove di forza e poi il ritorno a casa.

A raccontare il giorno dopo a scuola

quest’esperienza nuova.

 

27.4.1995

 

 


LE ANTENNE

 

Le antenne sono occhi,

sopra i tetti.

Le tegole oscurate dal cielo di pioggia,

riflettono appena la cupezza di questo giorno.

 

Le antenne sono occhi,

sopra i tetti.

E sbirciano nelle case un po’ di tutti.

 

La casalinga con i bigodini in testa;

la madre che aspetta il figlio alla finestra;

l’aglio appeso sul muro di un terrazzo;

le note di una vecchia radio di un ragazzo.

 

Le antenne sono lì.

Si muovono dal vento,

magari cadono ma restano lì,

a guardare tutto il movimento

e scoprono l’amante della casalinga

ed il litigio della madre con il figlio

e le mosche sopra l’aglio

e il maglione giallo del ragazzo.

 

Le antenne sono occhi,

alti sopra i tetti...

e i dettagli li scoprono tutti.

 

12.5.1995

 

 


L’INCUBO VERO

 

Cerco il silenzio

anche nel caos.

Freneticamente le ombre di chi mi passa accanto

scorrono veloci.

Passi, clacson, urla, bici;

tram, nuvole, voci su voci.

Rimbomba tutto nella mia testa vuota.

Fuggo, passivo a casa.

E finalmente silenzio.

Ma sono eterno scontento.

Infatti la solitudine mi assale,

non respiro.

Vedo una lama su di me.

Vedo le pareti avvicinarsi, soffocarmi.

Aspetto che arrivi qualcuno.

Ma non basterà.

Continuerò a soffrire.

Vorrei fosse un incubo,

ma mi conosco,

è tutto vero.

Sono lontano,

troppo lontano.

Ma anche la vicinanza non sarebbe una cura.

Vorrei urlare, vorrei...

E forse starei meglio.

A volte penso di essere cattivo,

altre vigliacco.

Ma penso troppo e

soffro.

 

23.5.1995

 


IL DUCA, LA DUCHESSA E LA RIVOLTA

 

Il duca e la duchessa

giunsero al villaggio

mano nella mano

per il primo maggio.

 

Entrarono a palazzo

andarono al balcone

presero a parlare

a milioni di persone.

 

La gente era tanta

era più che una folla

la gente era stufa

di mangiare la foglia.

 

Ci furono spinte

poi qualche schiamazzo

e tra gli striscioni

successe lo strazio.

 

Una pistola brillando dal sole

mirò alla duchessa colpendola al cuore

la mano ritrasse il metallo dell’arma

tamburi e fischi divennero arpa.

La folla si apriva

il duca piangeva

il sangue colava dalla donna colpita

il regno in pericolo c’era da tempo

ma tutti seduti aspettavan l’evento.

Era questa la causa di quella pistola

lavoro, l’amore, l’assenza di gioia

era questa la causa di quella pistola

la casa la scuola e perfino la naia.

 

I rivoltosi ad un certo momento

bruciarono le armi aiutati da un vento

che girava le pagine di questa storia

raccontata da nonne a nipoti cresciuti

che la duchessa quel giorno era morta

arrivata al villaggio colpita da un raggio

che dopo colse perfino il marito

che dopo colse l’assassino pentito.

Da allora vi giuro

sembrerà strano

ma quel villaggio

senza più alcun sovrano

trovò il coraggio, il frumento e il foraggio

per ricordare che il primo maggio

la libertà cessò di esser miraggio.


LA DONNA INTEGRALE

 

La dieta fa male

se mangi stai male

diventi un maiale

eppure ti giuro la dieta fa male.

 

Si ingrassa perfino solo a respirare

una voce ti dice non devi ingrassare

ormai tutto fa male

ormai tutto è integrale

il cracker la fanta il biscotto integrale

lo yogurt la coca la delta integrale

la pasta la vista la posta integrale

perfino l’amore diviene integrale

che palle

che palle

la dieta fa male

ti voglio vedere tornare a mangiare.

 

Ma la donna se è grassa si vede e sta male

nei sogni proibiti lasagne e caviale

i sogni proibiti minestre e maiale

i sogni proibiti buon vino e cinghiale.

 

Ma il sogno è letale

mangiare è fatale

la donna diviene una donna integrale

ma è tutto

normale.

 


LE COSE CHE SERVONO

 

Per prendere i soldi ci vuole la banca

perché con i soldi ti riempi la pancia.

La pancia se è piena ti fa crescere sano

e poi ti sposi una donna e il suo seno.

Le compri la bici, presenti gli amici,

le apri i cassetti dei sogni proibiti.

Per fare la spesa vai al supermercato

con l’elicottero appena comprato.

 

Servono tutte le cose che ho detto,

avere una donna, la banca ed un letto.

Sono anche altre le cose da avere,

la macedonia e un bel po’ di sapere.

 

Servono i libri, gli stadi ed i figli,

vocabolari concerti e sbadigli,

cene tra amici e con genitori,

dosi di sesso di gioie e dolori;

favole belle favole brutte,

grandi palazzi e poi palafitte.

 

Servono tutte le cose che ho detto,

per vivere bene e non dico perfetto;

serve il consiglio, la pizza e la gloria;

il corpo, la mente, il mare, la storia,

serve la giacca, la terra ed il gioco,

serve fiducia per il giorno dopo.

 

20.5.19995


METTI LA FRECCIA

 

Su dai metti la freccia

su dai tu sorpassa

su dai metti la freccia

su dai tu sorpassa

 

su dai fieno in cascina

vento in poppa e sposa vicina

su dai canta e studia

tu dai suona e spera

 

su dai metti la freccia

su dai tu sorpassa

su dai segui consigli

su dai non fare sbadigli

su dai segui la voce

guarda e vai avanti veloce

 

su dai metti la freccia

su dai tu sorpassa

tu non stare nell’ombra

tu dai sali sull’onda

 

su dai sali più in alto

tu stai pronto ad un salto

 

su dai metti la freccia

tu tu dai sorpassa.

 

11.5.1995

 


IL LICEO

 

Avanzavamo ipotesi

con ingiuriosi epiteti

se professori stupidi

fossero democratici.

E ci veniva sete

all’interrogazione

se ci chiedevan Goethe

o la rivoluzione.

 

Organizzar dibattiti su droga o su politici

parlar della domenica

e della teoria socratica.

Qualche anno dopo il ricordo è più bello

il tuo primo bacio un buon voto il bidello.

Qualche anno dopo qualcosa ti resta

la merenda il parcheggio la nostra palestra.

 

Ed eravamo ludici

sopra quei banchi sudici

avanzavamo diagnosi

per i nostri foruncoli.

Ci davan volantini

in squallidi giardini

con muri colorati

da scioperanti organizzati.

Attendevamo giugno

per essere più liberi

imitavamo Bugno

su percorsi ciclabili.

 

Qualche anno dopo il ricordo è rimasto

della bella ragazza seduta in quel posto.

Qualche anno dopo il ricordo è più bello

il tuo primo bacio un bel voto il bidello.

Qualche anno dopo il ricordo riaffiora

per le gambe che avevi già dalla prima ora.

Qualche anno dopo va avanti la vita

ma ricordo bene quell’ultima gita.

Qualche anno dopo qualcosa ti resta

le nostre storie e la nostra palestra.


MARTA

 

Marta in solitudine

è ad una latitudine

troppo diversa

diversa dalla mia.

 

Marta e la sua fede

Marta parla con suo padre

Marta

Marta

Marta non è più mia.

 

Marta esce di casa

Marta

Marta esce di testa

Marta dice basta

Marta fugge via.

 

Marta a far la spesa

Marta esce di casa

Marta è la sua vita

Marta non è più mia.

 


IL PASSATO PRESENTE

 

Cielo di tempera azzurra,

su una tela sporca;

azzurro come il mare

in tempesta, in rivolta.

 

Verde di prato,

profumo di magnolia,

dove studiavamo pagine di storia.

 

Macchie di colori nella mia memoria.

Ecco il quadro che ho di noi.

Quadro come in una mostra,

visitata assiem,

mano nella mano.

Visitata tempo fa, tempo troppo lontano.

 

Passato per me e per te forse in modo diverso.

Passato nel dolore, nel giorno che ti ho perso.

Passato nel timore, nel giorno che mi hai perso.

Dolore e timore che forse erano poi curiosità,

o meglio convinzione;

che chissà quando, un giorno,

avremmo sentito ancora un’attrazione;

che chissà quando, forse tra poco, avremmo sentito insieme un’emozione.

 

27.2.1995

 


LISA

 

Lisa va

è nata

libera

aquila.

 

Lisa va

nasce libera

e incontra

difficoltà

Marco aiutala

La strada

è dura

affrontiamola.

 

Lisa va

sente che

conosciamoci

sei con lei

chiederà

dimmi tu chi sei

parlerà

e saprà

forse tra noi due.

 

Chi sarai

è con te

volerà

torna libera

verso il blu

lei vivrà

con la dignità

vibrerà

libera

vincerà

perché sei con lei.

 

Vivrete

liberi

per l’eternità.

 

18.11.1995

 

 

ECO DAL MIO MONDO

 

PER LORO

 

Putti tenevano il sole in una culla,

e lo portavano a spasso per l’universo.

Loro sentivano l’eco del mio mondo.

E anche qualcun altro se ne accorse,

e rubò il sole per loro,

perché il loro mondo avesse ancora più luce.

 

20.10.1997

 


QUALE E PERCHE’

 

Quale è la tua peculiarità?

Suonare un flauto in una valle nebbiosa,

per ipnotizzarmi con il tuo sguardo?

Il tuo sguardo smeraldino,

come l’acqua della tua terra?

Perché parli con me?

Perché profumi?

Cosa vuoi,

cosa volete da me?

 

16.10.1997

 


UN’ALTRA CASA

 

E’ un’altra casa,

un altro paesaggio dalla finestra.

Nuove scale, nuovi muri, nuove chiavi.

E’ un’altra cosa.

Aspetto voi,

aspetto te.

E’ un’altra casa.

E mi aspetto di essere sempre lo stesso,

e sempre diverso.

La città è la stessa

e sempre diversa.

 

5.10.1997

 


EBBENE...

 

...Io lo so.

E ho paura.

Sì.

Lo so che alla fine un uomo può anche impazzire.

Io lo so!!

 

9.10.1997

 


DOMENICA D’OTTOBRE

 

C’era una nuvola a un palmo appena sopra di noi.

C’era la nebbia che ci circondava,

e un vento umido che entrava negli occhi.

E nel bosco...

Solo la voce del vento,

col quale anche senza parlare,

andavo d’accordo.

E poi la torre,

il monte,

il verde,

loro ed io,

a far compagnia alla mia solitudine interna.

 

13.10.1997

 


SETE

 

Ho sete di quel coraggio

che mi servirebbe per mandarvi tutti affanculo.

Ancora mi ronzate intorno,

ma siete solo vagoni,

neppure vetture locomotrici,

solo vagoni di un treno che per me è soppresso.

Anzi, forse non è mai esistito,

e non ha mai fatto nessun viaggio.

 

14.10.1997

 


FACCE DI MEDAGLIE

 

Ci sono echi di malinconia che condizionano il mondo.

Ma ci sono contatti.

Si è soli e fermi come di fronte al proprio ritratto.

Ma si è uniti dallo stesso nettare della vita che succhieremo.

Ci sono elemosine e colori sbiaditi.

Ma anche crepuscoli struggenti

Per cuori gioiosi come i nostri.

 

24.10.1997

 


CONTADINO DELL’ANIMA

 

Coltivava la libertà.

Annaffiava di gioia e calore,

di colore e di luce.

E nascevano piante alte,

forti, verdi,

con frutti dolcissimi come il viso di un bambino.

E fiori profumatissimi come le parole che amo sentirmi dire.

 

23.10.1997

 


VISIONARIA

 

Perché il Pierrot ridesse a crepapelle

e Arlecchino fosse steso immobile dopo il suo suicidio,

io non lo capii mai.

L’uccello nuotava nell’acqua

E un delfino sfrecciava triste tra le nuvole.

Continuavo a non capire.

Ogni volta che il camaleonte si fermava sulla tua mano,

spariva nel... niente.

Questo lo capivo bene.

 

25.10.1997

 


LINGUAGGI MULTIPLI

 

E’ il desiderio in un harem.

Dolcezza con impeto.

Martirio e guadagno.

Vento sbadato guidato da nuvole sicure.

Bisturi che apre una parentesi,

indelebile come una cicatrice,

nella mia vita.

Una dea che a seno scoperto mi insegna la vita.

Sine qua non t’innamori di me,

I try to aspettarti, chery.

 

28.10.1997

 


MI PIACE, MI SORPRENDE, NON MI SORPRENDE

 

Mi piace che tu mi chieda di leggere le mie più recenti poesie.

Mi piace questo tuo strano tipo di curiosità.

Mi piace che ti avvicini abbastanza

da avere negli occhi il fumo di una delle tue sigarette.

Mi piace avere a portata di carezza il tuo viso,

con i tuoi occhi da piccolo dolce animaletto,

e col tuo sorriso sospeso tra il malizioso e il divertito.

Mi piace vederti bambina, col tuo pigiama, appena svegliata.

Mi piace starti ad ascoltare e mi piace parlarti.

Mi sorprende che tu ti comporti come io vorrei tu ti comportassi.

Non mi sorprende scoprire che sto scrivendo di te.

 

23.10.1997

 


SVEGLIARMI

 

Non so se sei stata più tenera nel tuo svegliarmi

O nel lasciarmi per andare a dormire.

E’ stato un bacio morbido, saporito, gustoso.

E’ stata una carezza lieve, fresca, dolce

Come il tuo sorriso.

Attendo altri risvegli, altri baci, altre carezze.

 

26.10.1997

 


ASPETTATIVE E REALTA’

 

Essere dolce e avere il contrario.

Volere luce e trovare buio.

Odorare profumo e scoprirlo puzzo.

Disegnare un cerchio e notarne gli angoli.

Comprare melassa e assaggiare limone.

Aspettare carezze e ricevere schiaffi.

Amare la brezza e trovarsi in una tempesta.

 

7.11.1997


CONSAPEVOLEZZA

 

Ultimamente non sono spontaneo.

Non è neppure un brutto periodo,

ma c’è qualcosa di strano.

Ultimamente non capisco se non sono spontaneo

O se lo sono tanto

Da scoprirmi diverso da come tutti pensano che io sia.

Un po’ superficiale,

quasi immaturo.

Pure un po’ incoerente, cattivo ed egoista.

Forse è un passaggio obbligato.

Forse è a suo modo anche progresso,

visto che l’importante è la consapevolezza.

 

9.11.1997


RIECCOCI

 

E rieccoci qui.

Studio poco, leggo male, scrivo a stento.

Ma per la prima volta

Il periodo non è fantastico o drammatico.

E’ per questo che sono confuso.

Eppure mi dicono che mi vedono bene.

Ed è anche vero.

Forse più spensierato,

quasi più attento al superfluo,

ma sempre con l’obiettivo dell’indispensabile.

 

14.11.1997


LA LUNA SI STA SCIOGLIENDO

 

La luna si sta sciogliendo

E candide lacrime che sembrano di neve

Inebriano il tuo viso.

Ma non si sciolgono,

perché sei fredda più della neve,

colpita dal frastuono uditivo, visivo e mentale

provocato dal tuo oceano interno,

nel quale io però non naufrago

e dal quale non posso o voglio liberarti.

 

15.11.1997


PROTESTO

 

Io sono come mi presento.

E voi tutti affascinati,

che mi amate o mi odiate,

senza vie di mezzo.

Però quando grido,

o grido aiuto...

tutti impegnati.

Però quando gridate voi,

per i vostri piaceri,

gli atteggiamenti diventano doveri.

Ma quando mai?!

Io li ho sempre risolti da solo i guai,

anche se da solo me li ero cercati e creati.

Aprite gli occhi,

altrimenti per voi

io rimarrò egocentrico,

ma voi rimarrete schiacciati dalla vostra stessa pochezza.

 

18.11.1997


RAMI

 

Come un ramo in un mare,

che per le onde si avvicina

e allontana dalla riva.

Ed io già da tempo

A cercare altri rami,

sempre più lontani.

E a dire che il tuo ramo era affondato.

E invece è l’unico ad essere ancora lì,

pronto ad aspettare un’onda

che lo porti altissimo.

Ti chiedo scusa, chiedimi scusa.

E cerchiamo di creare un vento tale

Da far arrivare quell’onda altissima.

 

17.11.1997


UOVO

 

L’uovo stava per cadere.

Tutti pensavano che il pulcino

Potesse rimanere ucciso.

Si tuffarono in molti per salvarlo,

ma nessuno riuscì a prenderlo.

L’uovo si frantumò sul pavimento.

Ma ne uscirono tuorlo ed albume,

marci.

E un forte orribile disgustoso odore.

 

30.11.1997


UN VASO

 

C’era un vaso di fiori sul davanzale.

La vecchia signora da anni lo annaffiava,

alle otto in punto, appena fatta colazione,

ogni mercoledì ed ogni domenica.

La vecchia viveva sola.

Apriva le verdi persiane sul mondo e annaffiava.

Quel mercoledì le verdi persiane rimasero chiuse.

E anche il giovedì e il venerdì e...

Qualche tempo dopo morirono i fiori.

Morirono anche i fiori.

 

29.11.1997


ARCOBALENO

 

Oggi guardavo fuori dalla mia stanza.

Pioveva ed era una pioggia che poteva mettere tristezza.

Ma dietro ad una piccola cupola lontana,

tra le nuvole ed i tetti di Roma,

è nato un arcobaleno.

E allora è bastato solo immaginare di attraversarlo con te,

e la pioggia non ha messo tristezza.

 

3.11.1997

 


1

 

Vorrei tuffarmi nelle tue vene e nuotare nel tuo sangue,

fino a raggiungerti il cuore

per scoprire la tua reale essenza

e poi sfiorarti le labbra che

certo saranno nate dall’incontro di gocce di rugiada

con i petali più rossi, carnosi e provocanti di una rosa rossa.

 

5.12.1997

 


2

 

Se soffi piano in cielo potrai spostare le nubi.

Poi se mi tieni per mano e spicchi il volo

Ci saremo noi al posto delle nuvole.

Ci insegneremo a nuotare nel monsone delle emozioni,

nelle tempeste di baci, senza affondare.

I baci salderanno le nostre labbra,

le carezze salderanno le nostre mani,

le parole salderanno i nostri cuori.

Non esisterà più io o tu,

ma solo un invincibile noi, che vivrà nel mondo.

 

16.12.1997

 


3

 

Ti farò salire sul palmo delle mie mani,

le chiuderò per proteggerti da qualsiasi cosa,

tu che sei preziosa. Poi ti porterò nel rifugio

più bello dell’universo e ti bacerò

la fronte, il naso, le labbra.

Ti accarezzerò le guance, i seni, i glutei

E i fianchi. La mia mano

Percorrerà le tue cosce

Come fossero una strada in pianura,

in mezzo a fiori, verde e profumi.

La strada che mano nella mano

Possiamo iniziare a scoprire.

 

17.12.1997

 


****

 

Come adoro stupirvi!

Chiamandovi dopo secoli

E facendo finta di niente.

Rispondendo alle vostre lettere

Come fossi il vostro amante.

Facendo il galantuomo con chi mi crede cafone

E cospargendo i miei cattivi odori davanti a nobili infracchettati.

Come adoro...

il temerario,

il misterioso, il lugubre, la passione.

Il cielo è sempre uguale

Ma lo vedo sempre diverso,

con bianchi destrieri al galoppo sulle nubi.

 

19.12.1997

 


POESI...ANDO

 

Come i ciechi

Devo affidarmi più ai miei altri sensi,

e tralasciare la vista,

perché il bello è dannato,

l’apparenza inganna

e l’estetica è crudelmente asentimentale.

Noto che c’è un qualcosa

Che fa risplendere la luna

Come i pensieri in un pozzo.

E la luna è complice in fondo

Col suo ubriacarmi di miele,

radiosa come un bimbo

che in una domenica di primavera

gusta il suo cono gelato.

Così si entra nella vita delle persone,

grazie allo stesso vento

che in autunno trascina le foglie,

morte,

rossicce da uno scenario all’altro.

 

Dicembre 1997


SCILLA

 

Piove. C’è un vento gelido,

ma non fa freddo.

C’è la Sicilia davanti a noi,

e il mare mosso.

A destra c’è una roccia alta, potente,

con un convento forse.

E il mare mosso.

Come i nostri cuori

Passionalmente in tempesta.

Quanti passi di lontananza ci dividono!!

Ma sei qui vicino a me,

stringimi sotto questa pioggia.

C’è mare mosso

 

29.12.1997

 


LA TRAVERSATA

 

La nave manovra nell’acqua,

nell’aria salmastrosa.

Così come io farei manovra fra i tuoi pensieri.

Ecco, adesso procede verso il tramonto,

come per speronarlo,

come vorrei che assieme speronassimo le nostre situazioni avverse.

Le nuvole tentano di nascondere la luna.

Che sciocche!

Non c’è niente da fare,

la sua luce si rispecchia nell’acqua sulla quale navighiamo,

la stessa sulla quale si rispecchiano le mille luci dei lampioni

della grande isola.

 

29.12.1997

 


SALOTTI

 

Quei salotti un po’ barocchi

Con tappeti,

carte da parati, mobili antichi, scuri.

E magari un pianoforte marrone,

sotto un vecchio ritratto

di un’altrettanta vecchia zia.

Mi piacerebbe averne uno,

magari fra non molto

e mi piacerebbe stare in poltrona

a vederti sentire suonare,

facendomi penetrare la vita

dai tuoi soffi di essere.

 

30.12.1997


MAGAZZINI

 

Ci sono magazzini

ricchi di scatole di malinconia e vendetta,

ben custodite.

Ricchi di dolore e pianto.

Ben chiusi.

I magazzinieri, vestiti in nero,

imballano e spediscono.

E infatti c’è qualcuno che scarta gioioso...

Ma deluso

Scopre sofferenze.

 

22.12.1997


CONTADINO

 

Il contadino raccoglieva le olive.

Il cacciatore aveva il fucile carico.

La vecchia era  ricurva sul campo,

a mietere il grano.

E il grano era giallo oro.

Le olive verdi e succose.

Il fucile smanioso di esplodere.

La scena era serena.

La scena era una parte di me.

 

28.12.1997


I NOSTRI MESI

 

Calda come il profumo del pane,

da un fornaio.

Gennaio, Febbraio.

Tu folle, io pazzo.

Marzo.

Baci, l’odore di un fienile.

Aprile.

Noi, non è un miraggio.

Maggio.

Carezze, è più di un sogno.

Giugno.

Parole bisbigliate, il mondo è nostro.

Luglio, Agosto.

Noi, abbracciati sopra un prato verde.

Settembre.

Risa. Mai un dolore.

Ottobre.

Condividerci, solo luce, mai ombre.

Novembre, Dicembre.

 

1.1.1998


ALBALAVICA

 

Sarò monotono,

sarò ripetitivo.

Ma tu eri lì con me,

io lo sentivo.

C’era un alba che lottava con le nuvole,

per avere la meglio.

C’era la neve, rosseggiante per il primo sole.

E c’era il fumo del vulcano.

E tu, eterea, lì con me, nella mia mano.

Come nell’Eden,

come nell’Agorà.

Noi, al centro dei nostri stessi pensieri,

al centro dell’alba,

al centro di noi, della vita, del mondo.

 

1.1.1998

 


LEGGI

 

So che sei lì che leggi.

Avverto quasi un’impalpabile sublimazione.

Ho incontrato molte persone

Con un armatura di pianto.

Non mi sembri così.

E sei lì che leggi.

Vorrei abbracciarti su una distesa di neve,

e vederla sciogliere.

Come per un cataclisma,

un miracolo,

un’alchimia,

un prodigio.

Mi piace averti vicina.

 

19.1.1998

 


SMANIOSO

 

Già hai notato la mia organizzazione.

La mia vitalità.

E’ perché sono smanioso.

Di capire, di crescere e condividere.

Sembra tu mi capisca,

sembra ti piaccia.

Pare tu mi stupisca,

in questa nostra fase di studio.

 

21.1.1998

 


A BERE

 

Il disonore della stirpe era ospite...

Della biga di Zeus.

E io seduto su uno sgabello a sfogliare un’agenda.

Ore 22.00 - appuntamento

Ore 23.00 - cambiare destino

E poi noi, a bere.

E io che vorrei bere di te,

in una coppa d’oro.

Come sidro magico,

futura essenza vitale.

Per la semplicità di avere occhi lucenti,

e un sorriso bambino.

 

11.1.1998

 


TUTTI ALMENO UNA VOLTA

 

Penso che tutti,

almeno una volta nella vita,

dovrebbero scrivere una poesia

per chi amano.

E regalare una rosa.

Credo che tutti,

almeno una volta nella vita,

dovrebbero ricevere una rosa,

e una poesia da chi amano.

Tutti, almeno una volta nella vita.

 

13.1.1998

 


CERCO

 

Stavo cercando qualcuno da far salire sul palmo delle mie mani.

E chiuderle, a protezione.

Stavo cercando movimenti da cigno,

profumi da immaginare tra pelle e maglione.

Sto cercando parole o silenzi da offrire.

Cerco e aspiro alla sintonizzazione dei respiri e dei battiti del cuore.

Cerco e ci sei.

Cerco e spero di essere in ciò che tocchi, vedi, senti, pensi, respiri.

Cerco nuovi angoli da esplorare.

Cerco e c’è da scoprire il trovato.

Cerco di scoprirti,

è per questo che ti offro pezzi di me

e che voglio pezzi di te.

 

20.1.1998

 


SOFFIEREI SCALEREI

 

Soffierei in cielo per far tornare il sereno,

per nuotare nel limpido,

per nuotare nelle tue vene per capire l’essere tuo,

arrivando fino al cuore.

Mi riparerò in te come fossi l’unico rifugio sotto la pioggia.

E ti scalerei come fossi la vetta più alta e importante

Per il mio essere alpinista.

 

18.1.1998

 


AUGURI

 

Auguri mamma.

Sto proprio bene.

So che dirtelo e fartelo sapere

è il regalo più bello che posso farti.

So anche che è un controsenso,

perché preferiresti avermi lì.

Ma le lontananze contano poco.

E poi forse è bene abituarsi alle lontananze.

Speriamo che i regali più belli siano proprio i nostri stare bene.

E speriamo non siano solo regali di compleanno ma di ogni giorno.

Non è neppure delle più belle questa poesia,

però auguri.

 

18.1.1998

 


POLIGAMIA

 

Non voglio più poligamia,

platonica o fisica che sia.

Voglio una conchiglia marina.

Voglio non capire più che le delusioni cuociono la pelle,

a fuoco lento, mentre tu che ardi di vita,

smanioso,

cuoci a fuoco lento.

Vorrei non succedesse più,

per me,

per voi,

perché magari ci sei tu.

 

10.1.1998

 


GIOVEDI SERA

 

Innumerevoli sono le ore che passerei così.

Tra una tenera carezza, una tempesta di baci,

un cespuglio di mani esploratrici.

E sentire le nostre labbra teneramente avide,

e le nostre vene spontaneamente magmatiche.

E sospiri e tremiti e gemiti e sogni e sorrisi,

dei tuoi più brillanti.

Così abbracciati come due nuvole, come due amanti.

 

30.1.1998

 


EMOZIONE SENSAZIONE

 

Definisci un’emozione.

Cos’è un colore, un profumo?

Qualcosa da toccare per scoprire se è freddo o bollente?

Un sapore dolce amaro sulla punta rosea della lingua?

Cos’è una sensazione?

Chiudere gli occhi e immaginare qualcosa di già sperimentato?

Un paesaggio, un sorriso o qualcosa di inventato?

Che cosa sono, che vuol dire emozione e sensazione?

Forse scrivere. E scrivere di te. Pensare a quando dici noi.

Parlarti. Baciarsi.

Vivere. Emozione. Sensazione.

 

1.2.1998

 


FILARI

 

Quanti filari di nuvole che ci dividono?!

Eppure sei qui come fossi edera sul muro della mia anima.

Come ombra di vaso sul tavolo del mio cuore.

La melodia delle tue parole, il tuo suono e ritmo e tono.

Lo sento.

Ho presente il nostro mimetizzarsi l’un l’altro con un abbraccio.

 

31.1.1998

 


SEDILE SPORCO

 

Mi allontano ancora di più.

Sul sedile marrone e sporco di questo treno.

Eppure scrivendo di te e leggendo il tuo libro ti sento vicina.

E persino questo scompartimento pare più accogliente.

E persino questi cinque sconosciuti sembrano meno scorbutici.

Intanto mi allontano.

Ma stasera ci sentiamo.

E non vedo l’ora.

 

6.2.1998


VENTUNOUNO

 

Hai sguardo dolce e sincero.

E intelligente, vispo.

E navighi nei miei versi

Perché ti offro di scoprire i miei mondi diversi.

Avrai letto e colto presenze di posti

uomini

donne diversi.

Ma il mio scrivere già lo sai

è quotidiano e puro, come me.

Che oggi sono così grazie a quel vivere.

E oggi nel mio scrivere quotidiano

Ci sono le tue mani che scorrono questi fogli

E i tuoi occhi brillanti che scorrono questi versi.

 

21.1.1998

 


SI AVVICINA LENTO

 

C’erano dei melograni che erano nati vicino alla necropoli.

La supplica del temerario sembrava gonfiare le vele di navi mai costruite.

E il popolo, aspettando nuovi decreti e combattendo l’ipocrisia

Si avvicina lento alla sua stessa fine.

 

25.1.1998

 

 


27 1 98

 

Sembrava fossimo impegnati a progettare

Qualcosa di meraviglioso,

con le nostre mani e le nostre labbra serrate.

Sembrava possibile condividere momenti, pianti, risate.

Sembrava non arrivare mai questo momento,

ma già lo aspettavo da tanto.

Aspettavo con curiosità la possibilità di gustarci.

Mi piace quando sei assorta e dici di pensare a noi.

Ci voglio bene, ed è troppo facile volerti bene.

 

27.1.1998

 

 


PATHOESIA

 

Ero al “Re di Puglia” quella sera. Un locale buio, aspro. Volevo abbordare quella sudata cameriera sulla trentina in modo originale. Tipo... “Senta signorina, mi prenderà per un dialettico ma che mi risponde se le dico asintotico?” L’idea mi passò appena vidi tre ragazzacci sfottere un senegalese che era appena entrato con i suoi accendini dalle forme assurde. Avevo visto “Leon” quella sera al cinema e avevo incontrato un vecchio amico tornato da Arles. Ma non era serata di conversazione. “Goal”. C’era l’Italia e la voce di Pizzul annunciò il vantaggio. “Ma l’Italia preme ancora...”. La cameriera era al tavolo vicino. Incisi una esse sul tavolo di legno con una moneta da cinquanta. “Oserò mai nella mia vita? Non stasera, sono troppo molle”. Avevo pagato appena la cameriera mi aveva portato la mia “Leffe”. Per cui mi avviai verso la porta con su scritto exit.

 

6.2.1998

 


VOCE AI PENSIERI

 

Voglio che le persone che mi sono vicine

diano voce ai miei pensieri,

volti ai miei personaggi,

personaggi a voci e emozioni.

E a tutti occhi per vedere

meravigliosi scenari.

Vedo che qualcuno ci riesce.

Chi mi generò,

chi fu generato come me.

Un vecchio amico col quale a cena

scopro di aver già vissuto quindici anni.

Qualche libro,

un paio di canzoni.

I tuoi occhi grandi, pronti per nuove emozioni.

 

17.2.1998

 


VACILLA

 

Vacilla,

dopo un colpo dato per sbaglio,

l’antico monile della nonna,

posto al sicuro su quel mobile di legno.

Fa una specie di movimento a trottola, vacilla.

Giusto il tempo di assaporare insieme l’aria del mattino,

al ritmo di una sedia a dondolo,

accanto alla finestra,

dalla quale si scorge una baita in alto sul monte.

Vacilla, sembra che cada.

Poi si ferma pian piano.

Un attimo di paura lungo una vita.

Ma adesso è passato.

 

14.2.1998

 


STAREI SECOLI

 

Starei secoli a leggerti libri

e ad accarezzarti assonnata.

E a baciarti confusa e forse impaurita

ma dolce e inconsapevolmente provocante.

A volte smaniosa altre sgusciante.

Starei secoli abbracciato così,

tutti e due quasi ubriachi,

felicemente frastornati.

 

15.2.1998


NOTTE

 

Vicini. Come le cime degli alberi,

dei pini. Quando il vento li muove.

Respiri, baci ed emozioni nuove.

Il buio che ci circonda, i nostri odori.

Carezze e buio e paura dei dolori.

Paura che frena, ma non abbastanza

il corso degli eventi,

perché non si combatte contro i sentimenti.

 

19.2.1998

 


BARBONE

 

Calzini bucati.

Col ditone che esce.

Eppure il suo bambino cresce.

Magari sporco di vestito,

ma candido d’animo.

Perché anche il barbone ha forte l’orgoglio.

Anche se è un cartone il suo giaciglio.

 

18.2.1998

 


A CIEL SERENO

 

Fine.

Fulmine a ciel sereno.

Precisa, mi hai colpito in pieno.

E infatti il cielo,

ironia della sorte,

è grigio.

Ora sto male.

Anche se lo nascondo molto meglio di altre volte.

Sto male

e sto a pensare.

Se e quando passerà,

se con te o con un’altra storia.

Chi lo sa.

Migliore o peggiore.

Chi lo sa.

Se ora, domani o tra due settimane.

So che sarà dura

e che per ora è solo il pianto interno che rimane.

 

22.2.1998

 


QUALCHE GIORNO

 

Qualche giorno di punti interrogativi.

Di vuoto, di grigio.

Ma stavolta

Lo sapevo che era passeggero.

Che non poteva essere vero.

Quale interrogativo?!

Lo sapevo, ci credevo, lo sentivo.

Infatti è così.

E infatti sei già qui.

 

28.2.1998

 


SONO COSI’

 

Io sono così.

Piango, tremo,

sospiro, ricordo.

Mi emoziono.

Niente di più.

Vivo.

 

1.3.1998

 


LA RISALITA DEL RUSCELLO DELL’ESSERE

 

E’ un percorso chiaro, pulito, maturo.

Ma in salita.

Tu balzi da un sasso all’altro,

ma solo su sassi sporgenti e sicuri.

E sempre attento a non stravolgere i confini

Dei sassi vicini, che anche se forti

Non sopportano il peso del tuo passaggio.

E sempre attento a non disturbare.

Prima il balzo è lento,

poi veloce,

prima azzardato,

poi studiato.

E risali il ruscello.

A volte solo.

Lo risali pian piano.

A volte si è in due,

mano nella mano.

Altre ancora si è in gruppo,

ma... un attimo solo e sei solo a balzare.

Attento a evitare dolori,

e a non calpestare,

rompendoli,

i cuori.

 

4.3.1998

 


RIFUGI

 

Sono notti di sereni cieli,

di sonni puri,

di sogni caldi.

E sono mattinate di parole

E pomeriggi di letture.

Pomeriggi di letture, gioco, abbracci e baci.

Sono ore per conoscersi,

sempre di più,

sono momenti per apprezzarci,

sono attimi in cui

porre i primi mattoni,

le fondamenta,

per eterei e concreti eterni rifugi.

Però troppi ma,

troppi sotterfugi...

 

9.3.1998


INTERROGATIVO

 

Non è un mondo solo di novelle,

di leggende indiane, storie zen,

troppo lontane.

Non è un mondo-clone,

né un luogo dove si svolge il sacrificio al dio-albero.

Però è troppo indeciso e confuso.

Mentre io vorrei certezze di non errori,

di persone e luoghi,

umori e amori.

O certezze... generiche.

Invece,

tutto è interrogativo...

meno l’ultimo respiro.

 

18.3.1998


PIU’ TRASCORRONO I GIORNI

 

Più trascorrono i giorni

E più cresce il mio ti voglio bene.

E più cresce il mio ti voglio.

Il desiderio di essere esplorato

E di toccarti per scoprirti un po’ di più.

La voglia di scoprirmi arreso,

nelle tue mani e di scoprirti altrettanto nelle mie.

E di vedere più gioia e serenità,

meno manie meno malinconie.

Diversi abbracci, sempre emozionanti.

E baci avidamente golosi, quasi conturbanti.

Da dare alla tua figura sensuale, profumata,

al tuo profilo interessante, dolce,

ai tuoi solari sorrisi.

Più trascorrono i giorni e più dico

Parole non ancora dette

E ascolto parole solo pensate.

Però

Vorrei vedere le nostre anime molto più serrate...

 

6.3.1998

 


RISVEGLI

 

Risvegliarsi con una bella giornata di sole.

E l’aria fredda che ti sveglia la pelle, e ti entra nei polmoni.

Risvegliarsi accanto a te, con le tue mani da scaldare,

e scoprire questa scena da gustare.

Risvegliarsi e invece trovare brutto tempo,

per poi capire che le nuvole soffiate dal tuo vento,

non riescono a coprire il sentimento.

Risvegliarsi abbracciati,

e parlare dei fiori sopra i prati,

di manie di mie poesie,

baciarsi e parlare di noi,

di arte di musica, di ciò che vuoi.

Risvegliarsi per sentire sul pigiama,

il profumo della persona che si ama.

Risvegliarsi e invece...

 

11.3.1998


COLPE?

 

Forse ho delle colpe.

Ma scusate.

Anche io sono confuso.

Scusa a te.

Ma a te, invece, sappi che vorrei sentire

La freschezza del tuo corpo sul mio.

Vorrei che tu fossi una nuvola di miele,

per nuotare dentro di te.

Che tu fossi un’insenatura di costa,

da far esplorare alla mia anima di avventuriero.

 

22.3.1998


SENTIRTI DIRE

 

Non avevo mai lasciato.

E sentirsi dire che si piange per te,

che si soffre per te,

è spiacevole.

E fa crescere nello stomaco sensi di colpa.

Anche all’uomo più narciso ed egocentrico del mondo.

 

23.3.1998


RESTANO

 

Restano una manciata di pagine di agenda.

Biglietti di mostre, di cinema.

Qualche foto, un po’ di ricordi.

Non colpe o rimorsi.

Solo un po’ di delusione.

Perché si è avidi di buone speranze,

e ereditari di futuri velati di nero.

Peccato, peccato davvero.

 

24.3.1998

 

 

ORCHESTRANDO ATTENTAMENTE

 

ORCHESTRANDO ATTENTAMENTE

 

Prendo sempre ogni tipo di precauzione,

soppeso parole, regolo l’emozione.

Ma per fortuna non ci riesco mai,

e vivo liberamente.

Non siamo ad un self-service.

Non metto sul vassoio il lavoro,

la donna,

il figlio o il padre che mi piace di più.

Ma riesco a sentire silenzioso anche il rumore,

riesco a gridare aiuto,

facendomi sentire,

anche in una folla squillante.

Basta avere occhio,

basta lubrificare il cuore.

Basta accordare bene ogni strumento di una vita

e ogni emozione diventerà per sempre,

orchestrando tutto attentamente.

 

27.8.1996

 

 


SENTIMENTI E OCHE

 

Sentimenti troppo provvisori

per poter entrare nella vita di qualcuno

senza chiedere permesso.

Parole di addio?

Sempre aspre,

amare,

fredde,

come verbali da archiviare.

Molto meglio le oche parlanti,

nascoste nelle aie polverose

di ruderi abbandonati.

Loro non soverchiano nessuno.

 

28.8.1996

 

 

 


APPUNTAMENTO DIFFICILE

 

Un appuntamento tra due anime che non si sono incontrate,

mai!

E’ reso difficile dal corso degli eventi,

e allora tra fontane, insegne e mille passanti,

entra in gioco lo strano flusso dei loro sesti sensi.

 

29.8.1996

 

 

 


IL PADRE DEI FIORI

 

Il padre dei fiori

coltivava foglie ed amori,

parlava alle piante,

che attente,

anche se lui era distante,

crescevano immediatamente.

 

29.8.1996

 

 

 


E’ UN QUALCOSA...

 

...mi parte dal sottosuolo,

più testardo di un mulo,

pronto a stendere il muro.

Mi tiene all’oscuro

sul suo losco piano.

Mi vuole portare lontano...

 

1.9.1996

 

 


CONFRONTO

 

Il primo settembre di qualche anno fa

mi faceva avvicinare alla scuola,

l’estate rimaneva alle spalle,

ma già si pensava al Natale.

 

Oggi il primo settembre che cosa mi fa?

Mi allontana da una mente che lavora,

che lavora e fugge, cattiva e ribelle,

senza pensare al Natale.

 

1.9.1996

 

 

 


UN MULINO

 

Un mulino,

che tritava grano,

un mulino senza più guardiano,

prese fuoco con i raggi del sole,

che non fecero sfornare più il pane.

 

1.9.1996

 

 

 


UNA NUOVA GLACIAZIONE

 

Se le acque della terra evaporassero,

i letti dei fiumi,

orfani di gocce,

si appellerebbero ai tuoi occhi,

pregandoli di piangere

sudore e lacrime salate.

Solo così,

le barche attraccate,

riprenderebbero a navigare,

proprio come i miei pensieri.

 

1.9.1996

 

 


EFFETTI, AFFETTI

 

E’ iniziato ancora un Settembre,

sopra il mio corpo inerme;

è finita la ventitreesima estate,

non ci sono state molte risate

né molte serene serate.

Piuttosto lance spezzate,

emozioni soffocate,

carezze troncate

da strani effetti

di strani affetti.

 

8.9.1996

 

 


PRENDIAMOLA A RIDERE

 

Cosa ti costa

darmi il nullaosta

perlomeno una risposta.

Usa il telefono

usa la posta.

Cosa devo fare,

rincorrerti per tutta la costa ?

O pensi che da Ostia fino ad Aosta

forse basta?

Poi non capisci neppure cosa ho in tasca...

temo tu sia meno perspicace di una vasca!

 

8.9.1996

 

 


QUALCUNO... UN ALTRO

 

Qualcuno nei cuori accende dei falò,

poi però

scappa a guardare la scena da un oblò.

Così

costringe un altro a dire

“Adesso com’è che farò?

Adesso dimmi da che parte andrò”.

 

5.9.1996

 

 


LA PUBBLICITA

 

C’è la donna della pubblicità

che mi ha fatto l’occhiolino.

Mi ha versato del liquore

in un bicchiere da vino.

Mi ha invitato nella sua villa,

ha due cani, la piscina, il giardino.

Mi ha baciato e mi ha detto

“Sposiamoci e facciamo un bambino”

Due ore dopo c’era il matrimonio,

con mille invitati.

Erano belli erano ricchi,

erano attori e magistrati.

La luna di miele (rigorosamente di marca)

è stata lunga e costosa,

trascorsa sopra una sua barca.

Questa donna è bella,

intelligente e non vanitosa.

E’ una donna in carriera

e la sua macchina è tutta rosa.

E’ la donna della pubblicità.

Ma la vita è tutta un’altra cosa.

 

4.9.1996

 

 


NON HA

 

Il bosco non ha riva,

il mare non ha la cima.

Il ricordo non ha tempo,

il mondo non ha risposta.

Il male non ha pianti

per i terremoti,

per i sogni infranti

e per gli animi devoti.

 

7.9.1996

 

 

 


QUEL CHE MI GIRA INTORNO

 

C’è una pecora che è fuggita dal branco,

c’è una nave che è arrivata nel porto,

c’è un bambino che gioca felice nel parco,

c’è un fiore che è nato proprio in fondo al tuo orto,

c’è una madre in un letto pronta al suo primo parto

e c’è tutta la vita che mi gira intorno.

 

7.9.1996

 

 

 


NELLA CYBERFABBRICA

 

Gli abitanti della cyberfabbrica

vivono mangiando resine,

hanno un velo grigio sugli occhi

e il sangue tiepido, senza cuore e calore.

Si uniscono in matrimonio con lo scambio di un bullone,

il viaggio dal reparto di riparazione

fino al silos di immagazzinamento dati

è il loro viaggio di nozze.

Odori di olii diversi galleggiano sul fiato

delle loro metalliche conversazioni controllate.

 

16.9.1996

 

 


IL CANTORE

 

Il cantore torna al capezzale del maestro.

Gli abiti laceri, l’aspetto cencioso.

Ma l’animo pulito,

per niente confuso.

Niente corazza, una tunica color corda.

Cordialità e saggezza a vostra disposizione,

sotto i portici e sopra i moli di ogni città.

 

Era l’eros fatto persona,

era l’erosione di scogli secolari

che si arrendono al tempo del mare.

Era il contadino che coltiva

l’albero dei sentimenti

e l’orto delle emozioni

con le sue lacrime e le diverse tonalità dei suoi canti.

 

14.9.1996

 

 


VEDO

 

Tre isole divise da mare,

luccicante di sole.

Mare calmo

che però ci fa naufragare

in pensieri e ricordi.

Ma ormai è tardi.

 

9.9.1996

 

 

 


RICERCA

 

Mettiamoci a cercare la felicità.

Appena la vediamo,

arpioniamola.

Speriamo non sia come...

arpionare una nuvola

portata dal vento.

 

16.9.1996

 

 

 

 


NON ESISTE

 

Non esiste più uno specchio

che non ti faccia arrossire.

Spacci un sogno per la verità,

ma ormai hai perso perfino l’ombra

della tua dignità.

Ricorda,

ha tutto chi non possiede niente.

 

 


PROVERBIO TRA I PROVERBI

 

Tutto ruota intorno alla saggezza popolare,

ormai fuori moda.

Al parlare proverbiale,

ormai scomodo da usare.

Tutto ruoterebbe intorno all’equilibrio,

che ormai è morto.

Il mostro della gloria e dell’ambizione pare insaziabile.

I grandi errori ci sono nei piccoli affetti.

Quanti proverbi ho letto,

uno solo ne ho prodotto:

tra l’infelicità e la debolezza,

c’è solo lo sgambetto di una donna,

e della sua bellezza.

 

17.9.1996

 

 


L’ESILIO

 

Con cinque punti di sutura all’anima

si avvicinava con aria stanca.

Non era un ladro,

non era un parroco.

Era appena arrivato.

Inaffidabile,

come l’affinità misurata con i segni zodiacali.

Era un sentimento, esiliato dal cuore,

che dopo la lezione,

chiedeva asilo alle mani.

 

18.9.1996

 

 


HA RAGIONE CICERONE

 

Ho un sospetto,

pardon,

una certezza.

Io vivo,

tu sopravvivi.

La vita adesso è vedova.

Ma si risposerà.

Forse l’amore è un’invenzione,

che come diceva Cicerone,

non è perfetta al suo nascere.

Ma ci sarà la volontà di collaudarla?

 

21.9.1996

 

 


IO, IL NUOVO CAPPUCCETTO ROSSO

 

Io non nascondo nulla nello stomaco.

Non chiedermi perché ho mani, bocca e occhi così grandi.

Non ti risponderò.

Se non hai fretta lo vedrai,

oppure...

sono fatti tuoi.

 

21.9.1996

 

 

 


PAESAGGIO FANTASTICO

 

Fiumi innavigabili

collegano i porti di

essere e divenire.

Ci sono attracchi senza ornamenti,

ed ogni pescatore

è prima di tutto uomo,

e insegna il suo mestiere.

Misteriosi ladri nascondono la refurtiva,

fuggendo alle sanzioni giuridiche del posto.

Usurai,

venditori di marmellate afrodisiache,

eroi incatenati

in attesa di essere liberati dai propri tutori.

Una zampogna di sughero e corteccia,

suona una vecchia melodia

intitolata “Mai più urbi et orbi”

 

21.9.1996

 

 


ESEMPIO DI PARITA’

 

Il perfido conosceva l’araldica.

Al momento dell’eruzione del vulcano,

nascosto sotto le acque,

dalla sua tenuta,

iniziò a schernire lo storpio,

che era analfabeta.

 

Ritrovarono i loro resti inceneriti

due archeologi inglesi,

tremila anni dopo.

 

20.9.1996

 

 


DISTRATTO DA CIò CHE VEDEVO

 

Vedo rovine,

vedo ciminiere,

vedo...

Ma...

In ogni angolo d’estate

c’è sempre l’ombra di un po’ d’inverno,

in ogni sorriso

c’è sempre una lacrima.

Gli animi sono stati tagliati

da ferro rugginoso

che ha provocato una seria infezione...

ai pensieri.

Mi avete distratto da ciò che vedevo,

con il vostro strano assunto di base,

con quel vostro voler percorre il cammino della vita,

con poca attenzione.

 

1.10.1996

 


TRA UN SECOLO

 

Pesco membra d’uomo lacere

dal mare della discordia e della sofferenza.

 

Il silenzio ascolta sempre anche l’eco più remota

delle nostre idee.

 

Tu,

ricorda:

capelli grigi ma animo da bambino

dovrai avere tra un secolo

se mi sarai vicino.

 

3.10.1996

 


CONSIGLIO AL SUICIDIO

 

Buttati dal trentesimo piano.

Rivedrai la tua vita anno per anno,

minuto per minuto rivedrai i tuoi errori.

Quando ti fracasserai al suolo

avrai capito che l’errore più brutale

era stato fatto da chi ti generò.

 

28.9.1996

 


LA NEBBIA ALLE CAVE DI MARMO

 

Nelle cave di marmo lo zucchero viene coltivato dagli eschimesi.

Le navate, le volte, gli affreschi delle loro chiese

sono il simbolo della nebbia,

che spartisce i ricordi passati,

dalle realtà presenti,

ma che non scompare

sotto la forza dei tuoi fendenti,

fatti di accuse, scuse, eccessi, abusi.

 

30.9.1996

 


IL SIERO

 

Il siero non ebbe il successo sperato:

il rapporto tra loro,

solo epistolare,

durò per altri sedici lunghi e monotoni anni.

Poi decisero di rivedersi,

ma non si riconobbero più.

 

30.9.1996

 


LO VEDO...

 

...dalle tue dita-candele di fuoco,

dalla tua bocca-ortica,

dal tuo cuore-tormenta di sabbia,

dai tuoi pensieri-ronzio di alveare,

dalle tue caraffe di pianto:

nel mondo dove i cavalli strisciano

e le tartarughe vanno al galoppo,

saremmo stati ottimi amanti.

 

22.9.1996

 

 

 


DRAMMA DI UN POPOLO

 

La corona della regina era la spia dell’inquietudine di un quarto di secolo.

Il filo spinato recintava il castello.

Nei sotterranei mummie,

in superficie...

vite mummificate.

La pioggia che cade sul foglio,

sull’inchiostro dello scrivano,

andrà a sciogliere i loro portici.

Neppure la reincarnazione andrà loro in aiuto,

perché avranno divorziato dalla sete di conoscere.

 

2.10.1996

 

 


STRANO SPECCHIO

 

Tu ridi, sorridi,

fai addirittura finta di essere soddisfatta,

tranquilla e felice.

Peccato che quando appoggi una mano sullo specchio

questo non la riflette...

ma ti schiaffeggia.

 

13.10.1996

 

 


IL VICOLO DELLA NEBBIA

 

Sale la malinconia

ma il sale delle lacrime

cancella via anche l’ultima immagine,

vista a palpebre serrate.

Le suole delle scarpe emettono

sinfonie impercettibili,

confondendosi pian piano

nella nebbia umida di un vicolo.

E tu non le percepisci

e avendo anche tu chiuso gli occhi,

non mi troverai riaprendoli.

 

16.10.1996

 


L’INGIUSTIZIA E’ UGUALE PER TUTTI

 

L’incriminato

innocente

era legato stretto al palo.

Pronto per il rogo,

l’impiccagione,

l’esecuzione.

Espresse il suo ultimo desiderio:

“Voglio sapere solo se avete un’anima.

Per il resto fate pure il vostro dovere,

di stupidi assassini legalizzati”.

 

15.10.1996

 


UBRIACANDOMI

 

Non ho mai visto pescatori tirar su tonni di notte.

Palombari apprestarsi ad andare sott’acqua.

Non ho mai preso l’aereo,

eppure ho volato.

E conosco il non limite della mia immaginazione,

ubriacandomi così della mia stessa fantasia.

 

14.10.1996

 


PENSO CHE

 

Accattivanti silouette

di stupide soubrette

che mangiano omelette

sono nei sogni dei registi,

degli esibizionisti

e degli organi sessuali un po’ di tutti

ma non degli stilisti.

 

16.10.1996

 

 


ACCOPPIAMENTI

 

C’erano feti sulla vettura dell’immondizia.

C’erano embrioni nei cestelli delle lavatrici,

sebbene nessuna colpa dovesse essere lavata via dall’animo.

L’eiaculazione del mondo non aveva che generato squallide figure,

con squallide fobie di ritorsione.

La balia era stata Suor Violenza,

e il parto aveva lacerato, dopo la coscienza,

anche il ventre della madre assassina,

il pensiero di un uomo poco attento

e tutto il percorso di una vita,

ormai demoniaca,

di una coppia irresponsabile.

 

31.10.1996

 

 


STESO

 

Steso tra l’erba,

che serviva a nascondere parte

di un vagone abbandonato,

guardavo l’azzurro soffitto del mondo,

aspettando che scendessero altre lacrime,

oltre a quelle degli uomini.

 

6.11.1996

 


UN’ALTRA CASA, UN’ALTRA COSA

 

Chissà se qualche volta

mi sei passata di lato,

su di un treno.

Chissà se qualche volta

avrai volato sopra la mia testa.

Chissà se una volta almeno

sono stato nell’angolo di un tuo pensiero,

come tu lo sei stata in molti dei miei.

Adesso sono in un’altra casa

e forse è tutta un’altra cosa.

Ma riparto con le mie convinzioni,

passate e future.

Tu non so neppure se arriverai

mai

a dirti la verità delle emozioni che vivi.

 

5.11.1996

 


VESTITA DI DOLCEZZA

 

Se l’aquilone è sostenuto dal vento

e una barca di piombo può affondare,

cerca di arrivare vestita di dolcezza

e poi metti l’ancora.

Gli affari sono affari

ed è ora che il boom economico

stravolga anche la tua borsetta,

piena di piccole cose stupide.

 

10.11.1996

 


LA DONNA SUL FILO

 

C’è una donna che cammina sul filo della tesa dei panni.

Ci sono persone che mangiano e dormono,

dormono e russano

e sputano.

La donna è impazzita,

è vero

ma se loro vivessero meglio

potrebbero salvarla.

 

11.11.1996

 


L’IMPICCATO, IL MATTO E LA STREGA

 

L’impiccato andava a destra e sinistra,

con un lento macabro movimento regolare.

Era divenuto un pendolo

per il matto che, seduto sul suo sgabello,

aveva visto la scena.

La strega lo colse di sorpresa

e dopo averlo strozzato con le budella del bue,

lo bruciò assieme alle sue erbe mediche.

 

8.11.1996

 


A TE

 

Se liberassi la tua mente

e lasciassi libere le briglie,

vedresti che,

correndo,

mi sfioreresti col pensiero

e mi vorresti vicino.

 

8.11.1996

 


MICROCOSMO

 

Cercherò di ricostruirmi il microcosmo.

Una pozzanghera diverrà un lago,

su cui pattinare col pensiero.

Se il vento soffierà

mentre divengo albero,

forse mi piegherò

ma il tronco sarà potente

tanto da non spezzarsi,

mai.

 

8.11.1996

 


NON SO SE

 

Non so se vi è mai capitato di tenere un diario.

Non so se vi è mai capitato di non scriverci più.

Non so se vi è mai capitato di rileggerlo qualche tempo più tardi.

Non so se vi rendete conto di quante cazzate avevate nella testa.

 


C’ERA

 

C’era un dio dell’oscenità,

dei tradimenti e delle nefandezze,

su quel mondo.

E milioni di fedeli a pregarlo,

a fare sacrifici

di sangue e frutta.

C’era l’umanità...

poi fu distrutta.

 

11.11.1996

 


APNEA

 

Sono in apnea di emozioni.

L’acqua quieta di un fossato

scorre tra topi e lavatrici abbandonate.

Sono in apnea.

Rapporti vissuti a rate,

avarie sentimentali,

scelte costruite su costi e convenienze.

Usurai di parole,

venditori di niente,

banche del vocabolario danno inizio ai saldi:

“Oggi parole a buon prezzo, venite gente!!”.

Sono in apnea.

 

7.11.1996

 


SOPRA

 

Oggi nuvole e cerchio alla testa.

E pensare che sopra le nuvole non piove mai.

C’è sempre il sole sopra,

e non avrei mai mal di testa.

Se tu volassi sopra le nuvole,

se tu ci potessi camminare,

vedresti che da lì cadono gocce,

ma sopra è sereno.

Avresti il grigio sotto i piedi

e saresti immersa in un azzurro finalmente sereno.

 

7.11.1996

 


CERCA DI FARTI CAPIRE

 

Dieci avvoltoi contro un pettirosso.

L’agguato si confonde col fumo dell’anima.

Ma la scena interessa solo agli occhi di un cane

randagio.

Tu sei vicina,

appena dall’altra parte della strada.

E mentre una moneta viaggia di mano in mano,

cerca di farti capire.

E ricorda che chi vuole insegnare al mondo,

deve ancora imparare tutto.

 

13.12.1996

 

 


DOCCIA DOMENICALE

 

Eppure respirando lento,

sento un odore di forte cambiamento.

Come a fianco di un angelo,

come svoltato un angolo.

Come riparazione di avarie.

Sembra che questa doccia domenicale

abbia lavato anche l’ultima ansia che m’assale.

 

1.12.1996

 

 


DA QUALCHE PARTE

 

Da qualche parte c’è un prete che confessa,

e c’è un bambino escluso da una festa.

C’è un cieco che non può attraversare

e un amore impossibile che invece è già all’altare.

C’è un’ombra senza padrona

ed una voce che più non suona.

Da qualche parte c’è una persiana

che ripara dal sole una qualche persona.

Da qualche parte questa persona

aspetta che arrivi la volta buona.

 

 

29.11.1996

 


PROVA A CERCARE E RISPONDITI

 

Prova a cercare.

Nuovi angoli da vedere e da baciare.

Aspetta che il vento ti porti altre parole,

se queste non ti vanno bene.

Non annegare nelle tue stesse lacrime e risponditi.

In quanti divorzi sei incappata?

In quante separazioni?

Quante volte hai spezzato emozioni

offrendo indizi fuorvianti.

Quanti sono i tuoi amanti.

Quante le tue false amicizie

e quante le tue pigrizie.

In quanti letti hai dormito

per accettare ogni stupido invito?

Ti sei fatta cuocere a fuoco lento,

condita con una fetta di falsità e due gocce di cattiveria.

Tu dici che è colpa del mondo-villaggio-cannibale.

Anche se fosse così,

io fuggo via dal pentolone.

 


COL NASO ANCORA PIU’ SU

 

Corteggerò la luce del sole

per te.

Ti chiederò di soffiare

per aiutarmi a scacciare le nubi.

E a sera ti farò stare con il naso ancora più in su...

di come simpaticamente già lo hai,

per guardare la nostra luna.

 

7.12.1996

 


ALLA TOMBA

 

Il vecchio aveva portato fiori

gialli e viola

sulla tomba del suo piccolo amore.

Il cappello di panno grigio,

la barba bianca

ed i baffi arrossati dal fumo dell’agro sigaro marrone.

Eppure aveva avuto tutto,

anche la fortuna di invecchiare.

Ma lacrime cadevano

piano

sulla lapide,

mentre il vecchio

pregava sul suo piccolo amore.

 

7.12.1996

 


COLTIVANO

 

Ho una lacrima congelata in un piatto.

Come grandine su raccolto

sei stata.

Ma adesso i contadini hanno cessato di piangere.

E coltivano i semi

per nuovi raccolti di emozioni.

E si rimboccano le maniche

per far fiorire nuove idee e nuovi sorrisi.

E magari, se la sorte è così strana

come sembra,

saranno proprio  i tuoi pianti

ad annaffiare i campi ricchi di nuove speranze.

 

4.12.1996

 

 


POLLAIO

 

Mentre due galli,

nel pollaio,

combattevano per stabilire chi comandava,

una volpe uccise tutte le galline.

Così mai più pulcini,

ma cuccioli di volpe.

 

6.12.1996

 


NUOVE COSTELLAZIONI

 

Ti sorveglierò, piccola noce,

come scoiattolo in inverno,

per la tua preziosità.

Ascolterò il mesto respiro delle tue carezze,

varcherò la porta della tua città

in un modo così trionfale

da far destare emozioni inconoscibili.

Saremo parole e musica

e ci inabisseremo nei mari della banalità,

per sconfiggerla.

Le luci del mondo si rifletteranno nei tuoi occhi

scuri,

formando disegni di nuove costellazioni

nelle quali soltanto io potrò navigare.

 

9.12.1996

 

 


TANTO GRANDE

 

Ti voglio tanto grande da non poter nasconderti in un bicchiere.

Grande tanto

che se tu vivessi in una bottiglia,

versarti in quel bicchiere

vorrebbe dire inondazione.

Ti voglio che al tramonto la tua ombra

è lunga come la mia.

Ti voglio che quel tramonto

dovrà fare di noi una sola ombra.

 

23.1.1997

 


CHI

 

C’è chi vive nella propria normale anomalia.

Chi crede che il cielo sia un velo,

di santità.

Io credo che in fondo,

chi è libero

escluda le volgarità,

e che tocchi col dito

quel velo di felicità.

 

24.1.1997

 


PIU’ SERENO

 

E’ freddo sul balcone,

è freddo anche col maglione.

Il cielo non è limpido,

ma l’aria è pulita,

fresca,

mi entra nei polmoni

come le nuove idee.

Mi entrano in testa.

Non sono tranquillo o felice,

ma sinceramente...

più sereno di questo cielo.

 

22.1.1997

 


ARRIVO IO

 

Quando la patologia familiare è protagonista,

arrivo io.

Quando si attua l’autodistruzione della coscienza,

si eredita testamenti culturali,

o fogli di carta straccia...

arrivo io.

A spiegarti il qui e l’ora,

a spiegarti che niente è anagrafico,

a convincerti che l’amore può dare dipendenza più di ogni altra droga.

A svelarti come è facile scambiare un successo,

per un fallimento.

 

19.1.1997

 


CHE VI POSSO DIRE

 

Non ho ombra neppure nelle giornate di sole

per la mia indefinibilità.

Non faccio diete emotive o sentimentali,

mi sazio di anime.

Che vi posso dire:

non vivete scissi

e capite che la via meno percorsa,

non necessariamente è errata.

 

20.1.1997

 

 


ALLUCINAZIONE

 

Non sapevo se stava facendo un silenzio sul comizio o

un comizio sul silenzio.

Ma una guerriera achea

mi stordì con un vampiresco bacio d’amore,

insegnandomi che un prigioniero

non si libera da solo,

non subisce metamorfosi.

Pedanteria,

virtù,

sdegno.

Il tempo svela l’indole

e ci fa capire che non esiste la delusione,

esiste solo un errore di rappresentazione

o di aspettativa.

 

Gennaio 97

 


ALTRE

 

Non vi dico di trascorrere notti insonni

in luoghi fumosi.

Ma ascoltatemi,

dormite meno!

Spengete i vostri schermi

non prima di criticarvi.

Tendete i panni al sole

odorando l’odore pulito.

Fate che le vostre pause diventino impieghi.

Altre facce da vedere,

altre voci da ascoltare,

altre musiche per sognare,

altre storie per emozionarsi,

altre ragazze da baciare,

altre strade da percorrere,

altre altre altre.

 

27.1.1997


CADE SULLA POLVERE

 

E’ pesco fiorito,

è fresca risata,

è linfa vitale,

è il Dio in ogni Io,

è bere una coppa di primavera,

è una camminata prodigiosa,

è mai a testa bassa,

è tessere un arazzo

con i suoi capelli castani.

E’ come acqua che cade sulla polvere,

imprigionandola a terra.

 

4.2.1997

 


PIGRA

 

Pigra la malinconia

mi sfiora la mente,

ma non abbastanza

da tramutare i solchi della pelle

e le lacrime,

in un fiume che scorre nel suo letto.

Rimane un mondo invisibile,

quasi inesprimibile,

che col suo sorriso

si allea con te

e col suo pianto ti sconfigge.

 

7.2.1997

 

POESIE DOPO L’INCONTRO

 

VESTITA DI VIOLA

 

Vestita di viola

e con uno scialle nero,

nascondi il mistero

che tieni nell’anima,

nascondi il pensiero

che ti rende libera.

Vestita di viola

passeggi da sola

in una strada vuota.

 

18.2.1996

 


NEL CIELO...

 

... le stelle si prendono per mano

improvvisando una danza,

attorno alla luna,

per convincerla a lasciare il suo posto al sole,

tra giochi di nebbia,

maree sulla sabbia

e spicchi di tramonti.

 

18.2.1996

 

 


AIRONI

 

Aironi volando in alto

si accorgono dei confini che l’uomo

traccia col sangue.

Scorgono il monte inesistente

e la traversata è fatta per niente.

Bukowski parlava di scacchiere,

con mosse e contromosse.

Ma gli aironi che volano in alto,

di quale partita a scacchi sono spettatori?

 

22.2.1996

 

 


LUGUBRE E ASSURDA

 

Il filmato dimostra:

non servono alleati

per uccidere insetti con un elastico.

Eppure la scena zoomma...

da un cranio spaccato

al refettorio grigio topo di un carcere.

Il morto in cravatta

deve ringraziare la cirrosi;

ed il suo corpo, la sua anziana signora,

lo può vedere solo scostando la tenda di una finestra,

piccola.

Niente giostre, o borse della spesa.

Solo scommesse di soldi,

o eserciti che rastrellano planisferi

in cerca di petrolio.

 

25.2.1996

 


LA RECITANTE

 

La smorfia atroce

che si disegna sul suo viso

stavolta non è teatrale,

o pseudotale.

Ma è brutalmente vera,

perché è letale il dolore,

dovuto dall’ardore,

dal tentativo di dare un colore,

a quella sua vita,

così vissuta nell’ombra.

 

26.2.1996

 


IMMAGINO

 

“Da ragazzo scrivevo poesie”

“Ne vorrei leggere qualcuna”

L’edera è cresciuta su un muro, all’ombra.

Le tue pose son sempre diverse

le mie sempre le stesse,

eppure carichi l’arma,

da allora, e spari carezze e baci

attraversandomi, come passeggiata,

il cuore con ardenti sensazioni.

“Scrivevi anche di te?”

“Sì, e di ciò che mi era intorno, del mio quotidiano.”

Sul marmo nero, sei sempre stata pronta,

anche col sangue,

a scrivere la tua volontà,

e adesso il vento soffia in un flauto,

albero cavo.

Anche gli alberi secchi sul cielo sporco,

presagio di pioggia,

si stagliano meglio.

E ora come allora vorrei scrivere di loro

e di samurai che si sfidano

o di gocce su rose rosse.

“Eccone una. Guarda, la scrissi l’otto marzo. Nel novantasei”

“Leggimela”

“Si intitola “INTENSA MIA GEOGRAFIA”, la recito”

-Breve ma intensa la mia geografia.

Confini e tappe della mia vita.

Parigi fantastica

come i re magi.

Toscana

vicina anche se sei lontana

per il bene della famiglia,

che porto in viaggio

nella mia valigia.

Firenze che non mi hai

perché non mi dovevi avere,

mio ben voluto antico amore.

Roma, sei ‘oggi vero

e il mio futuro.

Roma, particolare aroma;

unica città che mi vedrà vecchio;

unica che diventa amor se si guarda allo specchio.

Ricordi e sprazzi di Venezia

e delle Alpi

o di sarde acque,

e acque siciliane che eran passate

e che forse son tornate-

“Bella”

“Grazie”

“Papà, guarda la luna:

pensa che noia, ogni sera e per l’eterno

cresce, muore e rinasce, correndo in cielo.

Ma non si stanca mai?”

“Forse è come l’amore tra me e tua madre,

è eterno e quotidiano,

eppure non ci stanca.”

 

Marzo 1996


MA CHE !

 

Ma che sfortuna e sfortuna!!

Molte parole, molte persone, molti paesaggi,

mille amori, mille libri, mille sogni

e solo una volta

la morte.

 

9.3.1996

 


PER ANNI

 

Per anni era stata tra la folla sentendosi sola.

Per anni aveva vissuto con la paura di non dare tutto.

Per anni aveva celato il suo sorriso con una maschera piangente,

abituandosi a convincersi di essere come non era,

come fosse in una recita, da interpretare perché obbligata.

Un giorno io le bruciai il copione

e offrendole la possibilità di improvvisare,

le regalai il suo vero e più puro sorriso.

 

10.3.1996

 

 


E’ MARZO

 

E sono già tre mesi,

volati,

come al vento volano dei panni stesi.

 

 


TU E I MODI DI DIRE

 

Tu,

né arte né parte,

cerchi l’altra faccia della medaglia;

l’arte la impari per metterla da parte

e giudichi il tempo di domani

dalle nuvole rosse del cielo,

ammiccate dalle dita delle tue mani.

Tu che non piangi sul latte versato,

che riconosci il buongiorno dal mattino,

perché sapresti trovare un ago nel pagliaio.

Tu che parli con tre civette

perché hai vicino il comò

e sai che è meglio un uovo oggi

di una gallina domani,

dato che il domani

potrebbe essere un giorno da leone.

Tu che dai un colpo alla botte

e uno al cerchio,

perché speri che sia una botte ubriaca,

per avere piena la moglie,

ma non di soldi,

che tanto non sono tutto;

e poi come potresti proprio tu,

che preferisci un amico a un tesoro.

 

1.3.1996

 


L’AMORE DELL’ANZIANO PITTORE

 

L’anziano pittore prese una nuova tela,

dei colori d’oro per i capelli,

dei colori di mare d’isola per gli occhi,

del rosso per i sentimenti più profondi del cuore,

del bianco per il candore del suo animo

e un color d’albicocca per dare sapore alla pelle del viso.

E poi si inventò un sorriso

e allungando la tempera con le sue lacrime

iniziò ad urlare nel silenzio:

“Se non ti ho avuto finora, questo è il momento di disegnarti”

 

2.3.1996

 


MAI HO SENTITO

 

Mai ho sentito dire:

da un politico: ho rubato,

da un uomo: ho tradito,

da un maestro: sì ho sbagliato,

da un cantante: sì ho steccato,

da un assassino perché ha ucciso.

Mai ho visto la pioggia andare dal suolo al cielo.

 

5.3.1996

 

 


GRACCHIA RANA

 

Gracchia rana,

che io continuo a remare in questa palude.

Gracchia rana,

che se questo vento soffiasse il vetro

saremmo tutti in una grossa provetta.

Gracchia rana,

che esiste chi ti venera ancora.

 

11.3.1996

 


DURANTE UN TUFFO

 

Qualcuno tolse le ragnatele dalla lampada a olio,

che il custode del faro

subito prese in pugno.

Ma fu il bambino che,

giocando con la sua trottola colorata

pose il sigillo sulla cera della pergamena.

Secoli dopo,

durante un tuffo nella fantasia,

proprio io trovai la pergamena

e leggerla

mi fece bidimensionale.

imprigionandomi su questo arazzo,

imprigionandomi così, vestito da giullare.

Ora tu mi sei davanti in questo museo che mi ha.

 

11.3.1996

 


E COSI’ SEMBRA

 

E così sembra che anche il tempo si prenda gioco di me,

accompagnando le mie lacrime con la pioggia,

non riuscendo però a coprire la mia mente

mentre riesce benissimo a coprire il cielo.

 

17.3.1996

 


SEI ARRIVATA?

 

Sei arrivata?

A vederti dagli occhi, blu,

come quelli dei versi di qualche tempo fa...

A giudicare da come le tue esili dita fredde

serravano le mie, potrebbe...

Considerando i lucidi e lisci capelli biondi

che lasci a caso sui miei maglioni larghi...

E a sentire il misto di fumo e di profumo che lasci sul cuscino,

o a giudicare dal nomignolo, adatto a un canarino...

Se penso poi a come ti sei adagiata nel mio abbraccio lento

o a come il tuo sorriso rosso divide gli occhiali che hai sul viso dal tuo mento...

forse sei arrivata.

 

14.3.1996

 


LE VITTORIE

 

Le vittorie hanno dei padri e delle madri.

Alcune volte sono persone tangibili,

altre sono occasioni sfruttate o lasciate andare.

Altre frasi sentite dire dagli altri,

altre frasi dette dal nostro cuore.

Anche le sconfitte hanno dei padri e delle madri,

ma non si devono onorare.

Le vittorie invece sì, hanno padri e madri da onorare.

 

15.3.1996

 


COME BARCA ATTRACCATA

 

A fasi alterne ti avvicini e ti allontani.

Come una barca attraccata al molo,

scossa dalle maree.

Che fare! Le maree sono forze naturali, incontrollabili.

Invece le nostre maree sono controllabilissime.

Mettiamo l’ancora e vedrai che non ci può affondare

neppure il più violento degli uragani,

anzi, salperemo via verso mondi lontani

e avremo le vele sempre gonfie dei nostri sospiri.

 

18.3.1996

 


NEGHI CHE SIA

 

Non ho più la situazione tra le mani.

Sono alla deriva.

Ingenuo, forse, come già altre volte.

Sbando.

Io non capisco più i perché

delle realtà da celare,

dei sentimenti da negare o da non poter dire.

Perché?

Perché a questo punto non spiego il tuo orgasmo anche platonico,

il nostro perderci in noi, il tuo volermi così dolce o deciso.

Non spiego respiri sorrisi sospiri carezze baci parole mani serrate.

Non spiego questo perché tu già l’hai spiegato,

e non capisco perché neghi che sia.

 

19.3.1996

 


RIFAREI TUTTO

 

In questo nostro poco tempo,

rifarei tutto.

Quello che non rifarei,

è ciò che in realtà non ho ancora fatto.

E’ arrivata in anticipo quest’anno la primavera,

ed è già calda come l’estate.

Non mi sento certo Robinson sull’isola,

anzi, forse per la prima volta,

veramente a mio agio, non imbranato.

Regalami l’anima, tu che mi dai dolcezze di madre e di figlia;

tu che sei la mia piccola bambina e la mia donna.

 

3.4.1996

 


PENSANDOVI

 

Giostre immobili.

Gesti ignobili.

 

Non è questo il caso!!

 

Macchie scure sulla pelle delle mani di mio padre.

Capelli bianchi sopra la fronte rosa di mia madre.

 

Non avranno anima da pensionati in carrozza,

ma saranno parti di me,

sempre,

aiutanti del mio divenire uomo.

 

2.4.1996


UN SABATO SPECIALE

 

Oggi era un sabato normale,

sembrava una giornata senza niente di speciale.

Invece il tuo sorriso accende un sabato,

così come accenderebbe un Natale o un Carnevale.

Il tuo non è un bacio normale,

è sempre un qualche cosa da gustare,

è sempre una carezza da sfiorare,

c’è sempre il tuo sapore da assaggiare.

Il tuo corpo è un percorso da seguire,

tu sei un’anima libera,

le tue ali han bisogno di volare.

Ogni giorno se è normale,

tu lo trasformi in un qualcosa di speciale,

a me non resta che una cosa da provare:

capire se amarti è la cosa più normale.

 

30.3.1996

 


LONTANANZA

 

La lontananza non c’è.

Lo noto perché ogni volta che ti sento,

che ti chiamo,

che ti penso,

sei accanto a me.

Accanto a me da così poco...

ma, lo sento, ancora per molto.

 

5.4.1996

 

 


DEPRESSIONI

 

Le nostre depressioni hanno l’unica salvezza nell’altro.

Siamo l’uno l’onda che mantiene in alto l’altro.

Sento il bisogno di te.

Sei vento nelle vele,

sangue nelle vene,

antidoto delle mie pene.

Vorrei tu fossi qui...

che stupido.

Ci sei,

presente in ogni angolo dei pensieri miei.

 

6.4.1996

 


LA GARA

 

Il conto alla rovescia adesso ha un senso.

Due valigie, due cuori,

due paure e due sogni,

due bocche e quattro mani

partono per ritrovarsi.

Si rivedranno anche se non si sono divisi mai.

 

Condividi i miei paesaggi,

anche i più strani, i più lontani.

Farò lo stesso con i tuoi.

 

Colpo di pistola: è il via, è la gara.

Godiamoci il vento sul viso,

mentre corriamo la gara.

Ci sono altri concorrenti e molti ostacoli,

ma vinceremo NOI.

 

8.4.1996

 


VALIGIA

 

Valigia pronta.

Dentro c’è tutto, anzi di più.

C’è voglia di te, libri, vestiti,

carezze per i tuoi risvegli,

penne e fogli per le mie poesie,

baci e litigi per le tue manie.

Valigia pronta. Viaggio in treno

e attesa per domani.

Attesa dei tuoi baci e delle tue mani.

Valigia piena anche di parole,

per spiegarti in che modo scandisci il ritmo del mio cuore.

 

10.4.1996

 


12 APRILE

 

Il tuo corpo è pallido come un mare di latte,

un mare sul quale finalmente navigo,

senza mappa e a caso,

ma sicuro e fino all’interno dell’ultimo golfo da esplorare.

E ad ogni onda del tuo mare,

la mia barca e la tua superficie,

diventano una sola essenza,

plasmata da tutti i nostri sentimenti

e da tutte le nostre passioni.

 

12.4.1996

 


LA PARTE CHE MANCA

 

C’è sempre una parte in ognuno di noi,

che deve ancora imparare qualcosa,

di importante,

di diverso.

Quando due persone si incontrano,

se si insegnano la parte che ancora manca,

completando il loro io,

vuol dire che è nato qualcosa di magico,

un legame indefinibile,

un sentimento incomparabile.

 

14.4.1996

 


POSSO

 

Posso sentirmi uno zenista,

un filosofo o il peggiore degli accusatori,

o un accusato con il capo chino sulla ghigliottina.

Posso avere un’apparizione

o essere un’apparizione per qualcuno.

Posso ricevere molto ma mai quanto ho sete di dare.

Posso essere come lama calda su burro,

far attraversare un cieco

o essere arrestato per atti osceni.

Posso camminare tra scarafaggi,

essere uno di loro,

o ucciderli.

Comunque posso,

perché vivo.

 

14.4.1996

 

 


ALTERNANZA

 

Non avevo dubbi sull’esistenza dell’alternanza.

Ma non avrei mai pensato di dover dire di non averti,

poche ore dopo aver detto di amarti.

Non avrei mai immaginato,

dopo esserci amati in tutti i sensi,

di dover pensarmi solo,

di dover pensare al vero dei nostri sentimenti.

 

16.4.1996

 

 

 


IO, NERUDA E IL TUO NON ESSERCI

 

La passione, il dolore, il pianto che non è di sofferenza.

I tuoi seni, la tua pelle bianca.

Gocce. Sudore. Gocce. Dense.

Speranze, gemiti, vibrazioni. Forti emozioni.

Guerra di labbra, lingue, sguardi, baci.

Ginocchia fredde, piedi freddi, nudi.

Capi chini su spalle di abbracci.

Capo chino...

Animi laceri, come lenzuola.

Risvegli dolci, ogni mezz’ora.

Morsi, brividi.

Tu sei fatta con pezzi di luna, di cielo,

di terra, e con gocce di genitore, di figlio e fratello,

e sei fatta di amicizia e sesso.

Tu sei,

e non tu eri!

 

18.4.1996

 

 


PENSAVO...

 

...sulla mia vita mai tracce di polvere.

Io ti ho mangiata.

Tu mi hai inghiottito.

 

Capriole di ragazzini sull’erba.

Gioia.

La magia di una cascata.

Quanti bei momenti che offre una giornata.

 

Pensavo te ne potessi accorgere.

 

22.4.1996

 

 


IL FIORE E LA FINE DELLA NOSTRA STORIA

 

Questo fiore ha petali delicati,

non quanto sono delicate le tue labbra.

Questo fiore può morire, come tutto ciò che ha forma,

per un perché.

Ma piantarlo nei nostri cuori,

curarlo con i nostri sorrisi

e annaffiarlo con le nostre lacrime,

non lo farebbe morire.

Eppure lui non saprebbe mai cosa stiamo facendo per lui

e perché...

 

Forse non dovremmo farci troppe domande sul gusto del nostro esserci lasciati andare,

con baci,

sorrisi,

momenti,

o col fare l’amore.

 

24.4.1996

 

 


CATACLISMA

 

Sei tu che hai creato le mie glaciazioni,

sciogliendo i nevai e i ghiacciai con le tue emozioni;

alterando maree, provocando inondazioni,

scegliendo di salvarmi con le tue oasi e le tue provocazioni.

Adesso da buon cataclisma, da buon evento naturale,

lasci dei morti e delle macerie

e diventi un evento di cronaca da catalogare.

 

26.4.1996

 


NON RINUNCIO

 

Penna, fogli, idee e versi.

Non vi lascerò mai incustoditi.

Qualcuno consiglia di spengere il cervello.

Ma costruire immagini

e gettar fuori le emozioni,

mi appaga troppo,

mi è necessario, è bello.

Non rinuncio a una parte di me.

Non sono le tempeste di idee dalla mia anima,

o della mia coscienza a farmi struggere per il dolore.

Sono altre cose che pugnalano gli occhi e fanno sanguinare il cuore,

incenerendo la speranze,

lacerando tutto aumentando le distanze.

 

 

27.4.1996

 

 


PELLEGRINAGGIO

 

Incontrerò una monaca,

nel suo eremo;

o incontrerò un monaco eremita,

senza fissa dimora.

Sarò a caccia,

sarò alla ricerca.

Avrò sete di tutto,

non solo di te,

anche di sapere.

Cercherò l’umorismo e la provocazione.

Non esiste niente di intoccabile.

Cercherò la pace e la provocazione,

il soffio del vento e la tentazione.

Non esiste nessuno refrattario ai sentimenti.

Già cogliere l’essenza di ogni istante,

di ogni respiro, di ogni passo,

o di ogni parola,

travaglia il mio pellegrinaggio.

Ma cogliere l’essenza della vita,

è difficile quasi quanto vedere il sole regalare il suo fuoco alla luna,

e divenire spoglio.

 

28.4.1996

 


OCCORRE IMPARARE

 

Occorre imparare.

Occorre imparare a scegliere le citazioni.

 

“Se qualcuno ti mostra la luna,

è questa che devi guardare,

non la mano di chi la indica.”

 

“Bisogna avere molta cautela con chi è felice.”

 

Occorre imparare, mio caro io.

Occorre imparare, mio caro poeta.

Occorre imparare, mio caro uomo.

 

Avrei giurato di non vederti mai più,

di non sentire più il tuo sapore.

E adesso invece mi sei molto più che vicino,

mi sei dentro.

 

Mai più dirò mai,

mai più dirò sempre,

o forse, o sì e no,

o abbastanza.

 

Occorre imparare.

 

 

30.4.1996

 


PASSO

 

Passo celere,

senza cicerone.

Via dalla tana.

Mi seguono occhi ignari.

Su un tomo a più volumi,

si narra della mai odissea.

Non c’è volgarità,

non esistono miserabili.

Continuo il mio passo celere.

 

11.5.1996

 

 


DICHIARAZIONE

 

Amo la partecipazione emotiva!!

 

11.5.1996

 

 

 


IO, OGGI, ANALISI...

 

La razza umana segue troppo la filosofia delle masturbazioni,

sia fisiche che mentali.

Eppure possono indurre a ispirazione.

Però piovono critiche su critiche.

Ma voi che criticate, potete farlo?

 

Io accetterei critiche da Ginsberg,

che ha reso poesia l’omosessualità,

la pornografia, il sesso.

 

Molto più difficile che spoetizzare un alba o un tramonto.

 

Buddismo, zen, Pessoa, Whitman,

eppure tutto mi è chiaro,

nel mio kaos mentale.

Dolore produce ispirazione...

la classe dei poeti,

ammaestratori di segreti.

 

6.5.1996

 

 


NON

 

Non c’è aureola.

Non si scruta il sublime.

Non si condanna la superbia.

Non si dipinge nessun affresco con l’indaco.

Non c’è differenza per noi artisti,

tra un campo di grano e un campo d’argento.

 

3.5.1996

 

 

 


MOMENTI

 

Quando accogli la mia testa sul tuo petto...

 

Quando scorza d’agrume maturo,

su ferita ancora non rimarginata...

 

Quando rintocchi di goccia su foglia,

o di lacrima sul tuo viso...

 

4.5.1996

 

 


LA VOSTRA CRITICA, IL MIO CONSIGLIO

 

Io mi chiamo artista,

genio,

savio pazzo.

Io poeta,

io psicologo:

direte voi, come è possibile!?

 

Giocate di ruolo,

ridete più spesso.

E date più importanza ai contesti.

 

Vi accorgerete del nobile,

dell’animale,

del ladro

e del gentiluomo che è in voi.

 

12.5.1996

 

 

 


TRA VENT’ANNI

 

Vi vedo tutti.

Dottori, avvocati,

affogati nelle mura e nei codici penali

nel fumo di locali sconosciuti.

Finanzieri,

infermieri,

ricorderanno il loro ieri.

Ville, cellulari,

tappeti persiani,

gatti persiani,

persiane chiuse

e quindi...

...buio.

 

30.5.1996

 

 


PROVACI TU

 

Provaci tu a scrivere sulla superficie di un fiume.

A cavalcare uno scarafaggio.

O a far volare una libellula

con le ali legate.

Provaci tu, una volta,

a buttar giù dal dirupo

quel pesante fardello.

Arriverai spoglia,

ma almeno arriverai,

e potrai continuare.

 

29.5.1996

 

 


INDIFFERENZA

 

Indifferenza.

Ecco il sentimento

che si meritano i superficiali.

Sono più pericolosi dei cattivi.

Vedono ma non osservano,

sentono ma non ascoltano.

Respirano per necessità,

non per godersi i colori dei fiori,

e i profumi dei tramonti.

 

30.5.1996

 

 


ECCOMI

 

Eccomi.

Uomo bambino se ti stringo.

Bambino uomo se mi stringi.

Eccomi. Oratore per chi mi vuol sentire,

saggio muto per chi non mi ascolterà mai.

Eccomi. Fratello, orgoglioso di esserlo.

Figlio fiero di fieri genitori.

Futuro genitore di figlio fiero di avermi padre.

Fiero di averti,

fiero che tu mi abbia.

Eccomi. Amico amato

viscida persona odiata.

Eccomi col mio voto all’urna,

con le mie scelte musicali,

il mio non farmi la barba,

il mio scrivere.

Eccoti.

Eccomi, finalmente io.

 

29.5.1996

 

 


OPPOSTI

 

Bene e male,

Dio e Diavolo,

Inferno e Paradiso,

follia e saggezza,

libertà e oppressione,

acqua e terra,

fuoco e ghiaccio,

piacere e dolore,

uomini e donne,

vizi e virtù.

Vedi, dovrebbe essere tutto chiaro.

Allora spiegami noi,

allora spiegati noi.

 

3.6.1996

 

 

 


QUATTRO SEI

 

Le frasi fatte,

i luoghi comuni,

le ipocrisie

in questi momenti sono all’ordine del giorno.

I consigli sono sempre li stessi

e tutti inutili.

Sempre le stesse parole.

Ma tu resti come un idiota,non capisci.

La realtà è diversa.

La realtà è che non ci sei più. Stop.

Sto male. E sinceramente sono anche molto stanco.

 

4.6.1996

 


SULLA MAGGIORANZA

 

Se la maggioranza è composta da più menti,

che pensano allo stesso modo,

ebbene questa,

a parer mio,

non esiste.

Perché non esistono al mondo neppure due menti

che pensano allo stesso modo.

Tuttavia,

se la maggioranza esistesse,

io non ne farei certo parte.

 

8.6.1996

 


COME UNA PAGINA

 

Un po’ mi sento come una pagina,

scritta di sera da un grande scrittore;

non completata per la di Lui morte,

la notte successiva.

Non completo. Diverso.

Ormai mi è cambiato persino l’odore del sudore.

 

Cediamo alle tentazioni,

oh Mondo,

o ci avveleneremo coi nostri stessi piaceri repressi.

 

19.6.1996

 

 


CAMMINARE

 

Camminare sulla sabbia estiva,

a mezzogiorno,

forse scotta i piedi.

Ma ti senti come un fiore

appena nato: molto libero.

Ma brucia molto di più...

perdere;

ed è molto più libero vincere.

 

11.6.1996

 

 

 


LAVORI IN CORSO

 

Ci sono lavori in corso

sulle strade dei nostri cuori.

E ci sono ragnatele perfino nel buio,

alto,

delle costellazioni.

Ci vorrebbe un forte vento,

a spazzare via tutto ciò che è in più,

a portare tutto ciò che manca.

Vento come quello che spazza gli insetti,

dalle foglie delle felci,

in inverno.

 

12.6.1996

 


ANIMI FRIABILI

 

E’ dura avere gli animi friabili.

Fa accorgere del ritmo che si davano i nostri corpi,

come mosaici,come melodie.

Possiamo sfidarci a chi sogna di più.

Ma ho un timore:

delle tue ultime azioni umilianti,

sono meno dolorosi insulti, minacce e risa di disprezzo.

Ma non mi hai insultato,

né minacciato,

né disprezzato.

Segno evidente che avevi a disposizione

mezzi molto più potenti:

animi friabili.

 

15.6.1996

 

 


SERVIREBBERO

 

Servirebbero più vite

per percorrere diverse strade,

evitando le salite

e fermarsi a ripensare.

Non dovrebbero servire compromessi

con relativi annessi e connessi.

Servirebbero momenti intensi,

da passare con persone

che sono un’altra delle tue facce.

Servirebbero o no, servirebbe, servirà...

per adesso

non penso serva cercare ancora le tue tracce.

 

3.7.1996

 


STRADE

 

Strade democraticamente scelte,

per voto, per alzata di mano,

per consiglio supremo.

Strade da non abbandonare mai

se ormai son per metà percorse.

Strade che non ti mettono alle strette?

Larghe? Spianate?

Mai!

Strade in salita,

strade strette.

Magari parallele,

senza incontrarsi mai;

ricche di incroci,

ricche di volti, di pensieri e voci.

 

4.7.1996

 

 


VORREI SPEDIRE

 

Vorrei spedire cartoline

dove in ognuna c’è un pezzo di me.

Vorrei spedire alcune lettere

con dei sorrisi che somigliano a me.

E vorrei fare lunghe passeggiate

sui viali che sanno di me,

con tramonti sopra gli alberi

che profumano del verde che c’è.

Vorrei ciò che sono si vedesse

vorrei che ciò che do si notasse.

Vorrei che chi mi è accanto si accorgesse.

 

3.7.1996

 


RITUALE

 

E’ un rituale

è un ritorno al sorriso.

C’è qualcosa

e ti senti investito.

Ma qualcuno ancora si oppone,

non so perché

e non so come.

Affogate nelle vostre nevrosi,

che io navigo con le mie perversioni

e mi dirigo verso forti emozioni.

 

5.7.1996

 


ESISTE... LA VOSTRA POCHEZZA

 

Esiste perfino chi ha bisogno dei doppiatori,

dei suggeritori,

per dare parole ai colori delle emozioni.

Esistono ombre lunghe

anche in giorni senza sole.

Brucerai come altre mille persone, sole?

Non proverai più ad allungarti premendo l’addome

contro il lato del tavolo,

per prendere quel qualcosa che vuoi.

E io non lascio eredità

e mi scoccerò di pedinarti.

Spero di no, ma tu forse,

allora,

ti confonderai agli altri,

e vi vedrò così:

stivali a punta e tatuaggi

e luci psichedeliche

e pasticche piccole

come il momento che precede l’ultimo respiro,

e orecchini indiani e lembi di fumo, artificiale e mortale

e agri odori ascellari

fuggiti da strette e coloratissime canottiere

e voi, abbronzatissimi,

fuggiti da qualche preistorico drive in

da qualche vecchio film americano,

vedrete,

forse tardi,

la vostra pochezza.

 

6.7.1996

 


IL SUO NOME

 

Sarà Sara,

sarà Serena non solo nel nome,

sarà Libera anche nell’anima.

Alba, ma più romantica

o profumatamente Margherita.

Grazia non solo nel comportamento.

Non sarà un titolo,

o il sinonimo d’un’emozione

non sarà il nome a voler dir qualcosa

sarà semplicemente il suo sorriso

a farla esser veramente tutta un’altra cosa.

 

5.7.1996

 


FORSE

 

Forse ci terremo per mano,

comunque e per sempre.

Solo che il tuo pavimento,

forse,

sarà il mio soffitto,

forse il tuo buio sarà la mia luce,

e le tue colpe i miei meriti.

Ma forse...

 

3.7.1996

 

 

 


CADUTE

 

Chi inciampa e cade

chiede di essere rialzato

e non di voler restare a terra,

e se non chiede niente,

chi è vicino porge la mano per gentilezza,

affetto.

E da una caduta nascono cortei,

processi,

profili di persone mai state in posa.

Cadute che trasformano il corpo

in gabbia che non fa volare parole ed emozioni.

Cadute che non offrono verifiche

rivalutazioni.

Cadute,

le tue,

che fanno ancora irruzione nella mia mente.

Cadute sempre uguali,

siano esse di giorni festivi o feriali.

Cadute che sono un richiamo,

cadute meschine,

cadute su strade di malinconici rimorsi.

 

8.7.1996

 

 

 


CANI ABBAIANO

 

Cani abbaiano lontano

ma la sirena di una autoambulanza li copre.

Sabato sera, leggo Kundera,

che così come Altri,

mi fa annegare nelle parole che,

sottolineando,

mi riportano a te.

Qual è il senso della vita?

Il sapore di anguria, di fumo?

Il cubetto di ghiaccio che rende fredde le labbra?

 

13.7.1996

 

 


DESIDERIO INTERIORE

 

A che cosa serve nascondere?

Se ho ancora le tue impronte digitali addosso.

Su quale imperativo,

chiaramente diverso,

si basano le nostre vite?

Elogio, podio,

segnali di fumo,

tam-tam?

Quale è il nostro più profondo desiderio interiore?

Il mondo tende trappole

ed è sempre pronto a lacerare...

qualcuno o qualcosa.

Per cui facciamo attenzione.

 

15.7.1996

 

 


FACCE E FECCE

 

Iscriversi all’università,

andare alla posta per un vaglia,

per pagare il telefono,

stare in fila ad un semaforo...

ormai mi fa venire in mente

la distribuzione di pane e patate,

durante la guerra.

Vorremmo tutti scappare

da questo sequestro fatto di abitudini quotidiane,

che ci portano non davanti a facce ma davanti a fecce.

 

30.7.1996

 

 


IL COLLO

 

E’ il collo che mi colpisce.

Non un corpo o un animo prefabbricato,

è il collo che mi colpisce per primo.

A volte ho paura di manganellate improvvise,

forse perché mi sento una cravatta al collo,

come un cappio,

che mi proietta in una festa,

alla quale non sono stato invitato.

Tutto ciò è strano,

ma è il collo che mi colpisce per primo.

 

31.7.1996

 

 


LA BRUTALIZZAZIONE

 

La brutalizzazione dello spazio

è dovuta all’uomo, al vizio, all’ozio,

al gergo di partito,

al tarlo di ogni mente

a chi affoga nei proclami

ma non conclude niente.

 

1.8.1996

 

 

 


GIOVANE POETA

 

Il giovane poeta era seduto su uno scoglio,

e trovò l’ispirazione dopo uno sbadiglio.

Contemplò l’orizzonte

poi scrisse prepotentemente:

L’individuo ha sempre molte risorse

per esprimere il marcio che ha dentro;

e tu sei stata come un fuoco d’artificio,

che sebbene sia stato più bello degli altri,

come gli altri si è sciolto nell’aria.

 

2.8.1996

 

 

 


IL VOSTRO FREEZER

 

Cerco di usare il mondo per riflettermi,

come fossi chino su uno specchio d’acqua.

I momenti duri sono interminabili,

i bei momenti volano come rondini.

Lo dicevi anche tu.

Io ho compassione solo per chi la fa.

L’amore non è un liquido

e non evapora,

soprattutto se non è stato al sole,

all’aria.

D’altronde non ho spirito di emulazione

e non pretendo di essere obiettivo,

però ho notato che avete il cuore gelato,

più del vostro freezer.

 

31.7.1996

 

 

 


GIALLO

 

E’ il giallo che accomuna

il mio piacere e la mia sfortuna.

E’ infatti il biondo

di un respiro profondo,

la mano

tesa su spighe di grano

o il sole

che tramonta su ciò che si vuole.

Neppure l’oro

vale più di questo tesoro.

 

23.7.1996

 


IN CIMA AL MOLO

 

Con passo conturbante,

corroso dalla denutrizione,

il giovane corse verso le dune,

come verso un sogno,

con il sangue che pulsava come magma.

Oggi resta solo una statua d’avorio,

in cima al molo di un piccolo paese.

 

24.7.1996

 

 


CORRUCCIATO

 

Corrucciato, penso:

occorre esplorare anche i dintorni delle anime,

sempre facendo attenzione alle figure allegoriche,

alla lealtà, alla popolarità, alle competizioni.

Barche attraccate potrebbero essere vascelli fantasma,

e teoremi potrebbero essere semplici stupidaggini.

 

25.7.1996

 

 


ANARCHIA

 

Vorrei vivere sopra un dirigibile,

fare il palombaro,

blindare il mio io più debole,

armare il mio se più aggressivo,

esplorare così tutti gli entroterra,

i fiordi,

difficilmente accessibili,

dei vostri pensieri,

esternando così

l’anarchia che nessuno di voi ha mai visto

in me.

 

6.8.1996

 

 


ORE 5.54

 

Sono sdraiato,

provo a dormire sopra il pavimento,

ma il caldo mi provoca sgomento.

Gocce sulle tempie piene,

sento il cuore pulsarmi nelle vene,

forse perché ho bevuto

ed ho mangiato molta carne e pane.

Avevo sognato di un testo in inglese,

scialbo e senza pretese,

parlava di te,

che ti morsicavi le labbra,

rosa e carnose,

e che ti graffiavi,

cercando di capire se esistevi ancora.

 

5.8.1996

 


L’ALBERGO DELLE ANIME

 

Nell’albergo delle anime

non troverai camere,

ma confessioni.

E per ogni confessione una chiave.

Ma per ogni chiave mille serrature,

mille tentativi.

E alle prime avvisaglie di abbandono,

le parole di un maggiordomo calvo,

ti spiegheranno la sofferenza di un errore.

 

18.8.1996

 

 

 


QUOTIDIANO

 

Strage di turisti

poltrona per due

tempo di mucca doc

avviso di proroga

cerca la convenienza !

Affresco sfregiato

NECROLOGIE

titoli di stato

festino con hashish

smarrito cane

ed è subito derby

privato vende Aprilia

23.15 - Omicidi d’elite - telefilm

 

9.8.1996

 

 


I VIAGGI

 

Era un preludio alla festa,

ed esaltavo la mia vocazione nomade,

da tutti incompresa,

come avrebbe potuto fare il suono di un bolero.

Ponti, acque, isole, foto. Venezia,

romanticamente affascinante.

Monti e nevai, vulcani.

Ogni partenza era un preludio alla festa.

Come adesso.

I colori spagnoli in sogno,

le luci parigine,

reali.

Era l’ouverture di una sinfonia,

era la toccata e fuga

per un bambino

esploratore di un posto nuovo.

 

12.8.1996

 

 


SIGNORE A TEATRO

 

Quella cornice dell’800,

con un mantello su un angolo,

era divenuta una scenografia.

I conquistatori da una parte,

la breccia dall’altra.

Una ballata faceva roteare i lunghi costumi.

 

Le nostre signore,

in prima fila,

erano terrorizzate dal trucco

sul viso dell’impiccato

non più della possibilità

di non possedere la loro pelliccia.

 

17.8.1996

 

 


ESODO

 

Le lamiere delle vetture

emanano calore.

L’esodo estivo mette in fila

milioni di famiglie,

così unite su quei quattro sedili,

eppure così divise.

Tutti in fila,

ma non come formiche,

che lavorano per il futuro,

raccogliendo cibo.

Qui si raccoglie solo insulti,

da un finestrino all’altro !!

 

23.8.1996

 

 


E’ BUFFO...

 

...che non ti abbiano chiesto

se ci volevi venire al mondo.

E non ti chiederanno neppure

se ti sei stancato.

Oltretutto,

l’unica certezza della vita,

è la morte.

Che buffo !!

 

24.8.1996

 

 


I DUE FRATELLI

 

I due fratelli si abbracciarono.

Quando il piccolo entrò

erano davanti alla tela,

appena terminata.

Colori freschi,

odore acre.

Erano trascorsi tredici anni.

Fecero un salto,

dalla sedia fin sopra al tavolino,

e cavalcarono la scopa,

come avrebbe fatto un bambino.

 

24.8.1996

 

 


SFIZIO

 

Vedere...

i burocrati in fila per uno,

gli assassini, in coro, cantare,

i sicari morire dal ridere,

i mandanti dentro nere bare.

Riaffiorare i valori scordati,

gli ideali seppelliti,

per cani e bimbi abbandonati

niente viaggi sulle Dolomiti.

 

24.8.1996

 

 


PAZZIA AGOSTANA

 

Vorrei vivere più leggero,

avere una marcia in più.

Mi si ingolfano i ritmi delle giornate.

Mi manchi... oh carburante,

per affrontare questi lunghi viaggi senza meta.

Sono al volante,

accanto c’è Eta Beta.

Se mi rileggo la diagnosi è pazzia !

Sono le perle di legno della tua collana,

o le parole che in sogno mi dice la luna ?

 

P.S.: decisamente una delle peggiori; come vedi inizi ad ispirarmi ben poco !!

 

24.8.1996

 

 

CADONO PAROLE

 

PAROLE

 

Musica classica.

L’orchestra è diretta da un pagliaccio,

ha un nasone rosso e tondo

ed i capelli verdi.

I musicisti si trasformano in fornai

e iniziano ad impastare della farina.

Scoprono di essere a centinaia di metri sotto terra,

in una miniera, a sputare sangue

per portare il pane alle loro famiglie.

 

Nella Via Lattea le stelle intonano un madrigale.

E ci sono file di ragazzi,

giù, sulla terra,

in un autogrill, pronti per buttarsi via.

Ma da un osservatorio, nel Paradiso,

Marco Polo e Colombo

non riescono più a riconoscerlo,

questo Mondo.

 

Nasce un labirinto, dai disboscamenti delle foreste,

e all’equatore nessuno più

racconta favole.

 

Solo il Brasile è a misura d’uomo.

E il vampiro lo sa,

lui che ha imparato l’etica

dalla Bibbia e dal Vangelo,

e che ora si trova solo,

sulla zattera

durante la tempesta.

Lui è nero.

Eppure sopra di lui vola un bianco gabbiano.

Candido. Come Voltaire.

Furioso. Come l’Orlando.

Inesistente. Come il cavaliere di Calvino.

 

2.12.1995

 


E’ ACCADUTO

 

Se una persona a cui voglio bene

mi chiede un favore,

godo nel farlo.

E’ così un po’ sempre;

e forse è errore.

Se però questa persona vale,

allora godo fino in fondo.

Da un consiglio, a comprargli il pane.

Per me è come il sole che filtra le persiane.

 

29.11.1995

 

 


ULTIMO GIORNO D’AMORE E DI NOVEMBRE

 

Addio gufettino mio.

Da oggi non ti vedrò più con la mia luce negli occhi.

Da oggi non dovrò veder più la tua luce negli occhi,

così diversi tra loro.

Rimane il passato,

perché non si può cancellare.

Rimane il passato che non si può rubare;

che è bello da ricordare.

Ci rimaniamo nei cuori

a vicenda,

niente di più. Quasi fosse poco.

Ci siamo fatti delle promesse

e siamo troppo leali

(ed è per questo che soffriamo)

per non mantenerle.

Mi hai dato molto.

Spero anche io. Anzi lo so. Perché non credo più, so.

Da domani nasceremo di nuovo

ma senza conoscerci.

Quasi una reincarnazione.

Peccato.

La mia lei avrà molto di te.

Chissà il tuo lui?

La vita va avanti.

La strada è lunga,

auguri ad entrambe.

 

30.11.1995

 


POCO O TROPPO

 

Ci sono sempre pochi libri,

ci sono sempre pochi dischi.

 

Sono troppo pochi i minuti per te,

sono troppo pochi i sogni per voi.

 

Poche sono le parole che dicono,

ancor meno i gesti che compiono,

 

Troppe le lacrime.

 

Solo poche diventano gemme.

 

 

27.11.1995

 

 


TOSCANA

 

Ombre di zolle sulle arature dei campi.

Profumati filari di viti.

Verdi

come quelli degli ulivi.

Sapori veri e caldi,

anche se è freddo oggi.

Si azzerano i minuti.

Qui c’è tutto il prima ed il poi.

Mura di antichi borghi medioevali,

Sole invernale che squadra la torre col suo campanile.

Strade piccole, colorate d’argilla, ripide,

che in alto tagliano il cielo.

Suonano le campane,

ora come allora.

Toscana.

 

26.11.1995

 

 


PAUSA DI RIFLESSIONE

 

Ho riaperto il diario. La sua cordicella era rimasta più di venti giorni indietro.

E invece. Ne è passata acqua sotto i ponti.

Ancora una volta ne esco con le spalle più quadrate, ancora più forte, ancora più uomo.

Sono solo tre mesi che mi hai, Roma. Eppure sembra un secolo. Forse perché,

come al solito,

vivo intensamente ogni momento,

La vita è una scalinata molto più lunga e bella di quella di Piazza di Spagna.

Grazie a Voi che mi metteste al mondo. Anche per Voi, come per me, voglio dare un senso al mondo. Anche per voi che mi siete più attorno, e che credete in me.

Piangere, imparare, amare, vivere...

Le emozioni che il destino e la vita ci offrono,

sono il magnifico che ti sta intorno,

che ti fa pulsare il cuore,

che ti fa sentire te stesso.

 

1.12.1995

 

 

 


TRATTATO

 

LETTERATURA. Non sono “Il fu qualcuno e qualcos’altro”. Non sono “In cerca d’autore”. Mi sento un po’ “Fuori dalla culla”, caro Walt. Vedo “Foglie d’erba”.

Quanti poeti e letterati, su banchi liceali,

son passati inosservati. E poi, invece... voi.

“Su nessuna cosa del mondo sappiamo poco quanto su noi stessi”, concordo Hesse.

Il destino, scrisse Pessoa, è come una persona, e cessa di importunarci se si accorge che non diamo importanza a ciò che fa.

Chi cito, e pochi altri poeti e letterati, ringrazio d’avermi presentato mondi sconosciuti.

 

AMORE. Fratelli, sorelle, famiglie, gruppi di persone. Madri e padri, Baci e abbracci. Lettere d’amore. Amici, strette di mano, solidarietà, mani tese. Telefonate.

Sesso. Conversazioni, carezze. Spiegazioni. E’ Coraggio, è abitudine e non. E’ devozione,

è una valanga non di neve ma di bene, di emozioni, di riso, di lacrime.

E’ altruismo, strade che si incrociano. E’ un gioco, una festa, produzione inesauribile di sentimenti. Senza interferenza. E’ entusiasmo, non è finzione.

E’ pianto, dolore e sofferenza. E’ dove latita la tua mente.

 

MONDO. Letteratura e amore. Terra, sangue, religioni ed opinioni.

Politica e poesia. Divertimento, gioco, filosofia, psiche.

Incontri e scontri. Etnie, competizioni.

Conferenze, progetti, economia.

Guerre e matrimoni, oceani, montagne. Geografia. Passato, presente, futuro.

Presente, musica, teatro, amicizia, sesso. Passa avanti.

 

GLI IO. La tua letteratura, il tuo amore, il tuo mondo. Gli scopi.

Il personaggio di te stesso. Il tuo passato plasma il tuo presente.

Il vivere presente progetta il tuo futuro. Il tuo futuro: tu e gli altri.

Il tuo cadere e rialzarti. La maggior espressione di altruismo ed egoismo.

Appuntarsi luoghi, emozioni, sentimenti, persone.

Meditare, vivere l’essenza della vita. Godere del soffio del vento, di una lacrima,

di un sorriso.

Esserci.

 

3.12.1995

 


SONO LIBERO

 

Sono molto stanco.

Un po’ disorientato.

Un po’ soffro,

e mi arrabbio facilmente.

Piango.

 

Buon segno,

Sono libero.

 

3.12.1995

 

 


CITAZIONI

 

Se tutti quanti facessimo un attimo di silenzio!

Le parole sono importanti!

 

Fellini.

Moretti.

 

Ed io,

che dico?

E chi mi citerà?

 

Non saprei...

ma ultimamente,

mi manco molto.

 

3.12.1995

 

 

 


L’OMBRELLO CON E SENZA TE

 

Voglio comprare un enorme ombrello.

Per ripararci dal male che cade giù assieme alla pioggia.

Sarà bello.

Poi il cielo si stancherà di buttarci addosso di tutto.

Noi non chiuderemo l’ombrello.

Lo metteremo a capo in giù, nell’acqua del mare.

Io lo guiderò,

tu mi insegnerai la strada per arrivare a casa tua.

 

Quando tu sarai lontana,

ed io nel mare, sopra il nostro ombrello,

metteremo tutti e due le mani nell’acqua,

e sarà come toccarsi.

 

10.12.1995

 

 

 


SU DI TE

 

Il tuo non esserci è per me un’anomalia.

Tu usi molti più colori,

per colorare la mia vita,

rispetto a quelli che esistono in natura.

Sarà per questo che non sento gelosie,

o che non vedo le signore in pelliccia,

e strade luminose dai diamanti delle gioiellerie.

C’è chi non vuole il nome sulla croce.

C’è sempre un qualcuno che non vuole un qualcosa.

Io non voglio perderti.

Per la prima volta ho voglia di ballare.

Chiudo gli occhi e, al buio,

balliamo un valzer elegantissimo.

Non ti sto pensando.

Esisti in me, ed è completamente diverso.

 

12.12.1995

 

 

 


SCENDE LA NEVE

 

Scende la neve.

Qui non è una cosa da tutti i giorni.

Da piccolo la aspettavo. Sognavo un Natale innevato.

Oggi non mi rallegra neppure un po’.

Scende la neve.

Mi rallegrerei solo se tra un fiocco e l’altro,

scendessi giù anche tu, col tuo piccolo corpo.

Invece, mentre ti sogno così,

forse sopra di te splende il sole.

Spero ti risplenda anche dentro,

magari pensandomi.

 

13.12.1995

 

 


SENTIRLI ORMAI MIEI

 

Cosa odi ? Whitman.

Nessuno ama un altro, ama soltanto ciò che di sé c’è in lui, o che suppone. Reis.

Hai tanto potere su di me; via, trasformami in un uomo che sia capace di ciò che è ovvio. Kafka.

Solo il dolore fa crescere, ma va preso di petto, chi svicola o si compiange è destinato a perdere. Tamaro.

Studiare studiare studiare. Verrà un giorno che avremo bisogno della nostra intelligenza. Gramsci.

Quando sembra tutto perduto, quando tutto sembra non aver più senso, quando ogni riferimento è perso; la nostra unica risorsa di vita sono le persone che ci sono vicine. Marx.

 

Grazie a voi tutti, e a tutti coloro che aiutano ad apprendere.

 

 


VOI

 

Voi siete vedovi d’amore e orfani di fantasia.

Vi volete lasciare all’orfanotrofio della vita.

Volete una riabilitazione mentale,

il lavaggio del cervello forse.

Volete esser compatiti,

voi prostitute che vi sognate suore,

voi uomini fenomeni da baraccone,

che dall’alto della vostra falsa vita vissuta,

predicate da santoni e vivete da predoni.

Voi vi nascondete dietro gesti e parole,

che hanno lo spessore di un granello di sabbia,

e avete il coraggio di lagnarvi se vi scoprono subito.

 

14.12.1995

 

 

 


SI AVVICINA NATALE

 

Si avvicina Natale, ti allontani tu.

Neve, regali e pacchi in ogni programma tivù.

Stella cometa che transita...

se tu giri la manopola,

tiri la leva o premi un bottone,

azioni la mente e ti fai una ragione.

Inutili barlumi di lucidità

che passano in una giornata.

Piangi, imprechi, pensi a dove sarà,

aspettando almeno una telefonata.

 

20.12.1995

 

 

 

 


CADONO

 

Cadono,

i miei sogni.

Cadono,

come gocce di pioggia

in estate,

sull’asfalto bruciato.

 

29.6.1995

 

 


LA DOCCIA

 

Chiuso stretto nell’accappatoio,

mi guardo allo specchio,

con gli occhi da avvoltoio.

Gocce d’acqua in bilico sulle ciglia,

lavano l’anima che è rimasta scura,

anche dopo la doccia.

Barba lunga vita stretta,

anzi corta.

Domani un’altra doccia,

un altro pezzo di carta.

 

20.12.1995

 

 

 

 


DOMANDE

 

Quale legislazione è opportuna?

Quale persona mi è compatibile?

Come attutire i colpi, tutti i colpi?

Quando è prematuro?

Perché è famigerata?

 

19.12.1995

 

 

 

 

 


PROPOSTA

 

Se per gli anni a venire non hai nessuno con cui parlare,

non hai nessuno da toccare o baciare,

non hai nessuno da ascoltare,

non hai niente di bello da fare, progetti

o altre cose del genere a cui pensare;

 

possiamo tenerci liberi e giocare insieme alla vita.

 

21.12.1995

 

 

 


TRA LE ALTRE COSE

 

La vita, tra le altre cose,

è una ricostruzione, una riforma, un progetto.

Tu sei una montagna

e chi ti ama diviene un fiore rupestre.

E ti cresce sopra.

 

Che tu sia il quintogenito del Diavolo,

o il braccio destro di Dio,

non interessa a nessuno, forse neppure a te.

La vita, tra le altre cose,

è fatta di tasselli.

Tu puoi lanciare l’S.O.S;

se ti sei comportato bene,

ti salveranno

e non dovrai certo pagare in dobloni.

 

19.12.1995

 

 

 

 


UNITA’ DI MISURA

 

E’ indiscutibile.

Ogni campo ha la sua unità di misura.

Il metro e l’altezza,

il chilo e il peso,

il litro, il grado e via così.

Ma come posso quantificare il nulla

dei vostri elefanteschi atteggiamenti,

dei vostri sentimenti da iene.

 

19.12.1995

 

 

 

 

 


STRAMALEDITE !

 

Stramaledite!

Stramaledite chi sperpera e spreca.

Sorrisi scabrosi di color perlaceo,

perfino trai lillipuziani.

Stramaledite chi fa tutto in senso generale.

Vite nozionistiche, basate sul voto e sul giudizio.

Cuori di minerale, menti che non accettano

niente di superiore allo yo-yo.

Stramaledite chi basandosi sulla percentualizzazione,

dà adito alla follia e al varo

della nave del terrorismo.

Stramaledite gli usurai perfino di parole.

Stramaledite!

 

19.12.1995

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


ANDATE A LEZIONE

 

Andate a lezione da chi conosce l’abbicci del quotidiano.

Che in questo ostello che è il mondo,

siete sempre pronti a reputare anche chi scrive sul papiro o ha code di pavone.

Parlate della gravità o dei mosaici bizantini,

quando credete che “merda” abbia etimo latino.

E’ gravoso vivere, vero?

E allora state più attenti allo scricchiolio della vostra soffitta e della vostra coscienza.

 

20.12.1995

 

 

 

 

 


STAVO PENSANDO PROFONDO

 

Stavo accubito sul letto,

stavo pensando al vostro arrivismo,

a come aderite e scegliete,

malgrado la benda che portate.

Stavo pensando a quanti pochi documentari avete visto.

Stavo pensando a ciò che a voi piace celebrare,

a ciò che per voi è consueto.

Stavo pensando a voi che accentuate le cadute,

che siete prolissi e capricciosi,

che pensate che il cenacolo,

sia uno strumento a fiato.

Stavo accubito sul letto,

stavo pensando profondo.

Su chi potrebbe essere l’hostess dell’ultimo volo,

il burattinaio di questo brutto giochetto.

 

20.12.1995

 

 

 

 


SEI COSI’ PICCOLA

 

Sei così piccola

che ti stringo nel pugno

chiuso

della mia mano.

Fai attenzione,

stringerò più forte,

non voglio farti volare via.

Sei così piccola che entri in un mio pensiero,

in una mia parola,

nella mia mente.

Sei piccola e dici di avere piccoli anche l’animo,

il cuore, o chissà che.

Sai che non è così. Potresti non essere piccola,

per me ad esempio.

Sei così piccola,

e sei contenta, perché così,

credi di non dare nell’occhio;

o di non dare più nell’occhio.

Ma come vedi,

sbagli,

e ne sono felice.

 

21.12.1995

 

 

 

 

 


PRENDI SICUREZZA

 

La vita...

è come cavalcare.

Da prima a pelo.

Poi trovi il morso,

la sella,

le briglie.

E cavalcare o trottare,

da lì in poi,

non fa differenza,

non fa paura.

Prendi sicurezza.

 

24.12.1995

 

 

 

 


LA PROIEZIONE DELLE RISPOSTE

 

Chi ha gli occhi dei ciechi?

Chi la voce dei muti?

E chi le lacrime mai piante di chi soffre?

Chi ci aspetta,

come due bravi,

alla fine del sentiero per un agguato?

 

Quante domande,

quante poche risposte.

 

Entra vieni allo spettacolo,

per te l’entrata è gratuita.

Siedi in prima fila,

sola,

nella sala buia.

Inizierà la proiezione

e la mia voce mi proietterà

sullo schermo del tuo cuore.

 

23-12-1995

 

 

 

 

 

 

 

 

 


NOTE SU UN PENTAGRAMMA

 

Agonia.

Ma non solo tra gli uomini,

ormai è diffusa,è anche...

nei fiori,nei frutti,

nelle arance,nell’aria.

Pervade tutti,

santi e medium,

scheletri,pezzi di marmo e di cera.

E tu che parli con l’acqua,

quando la bevi da una sorgente,

non badi all’agonia,

ai sassi,

all’ortica.

Perchè le tue parole,

per l’acqua,

sono note su un pentagramma.

 

26-12-1995

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


TI SONO VENTO

 

Apri il ventaglio

sulla tua foglia.

Lo fai per essere come...

su una piccola barchetta,

a vela.

Sei leggera come sughero

e viaggi sull’olio

denso e profumato,

che si è adagiato a terra,

come corso di fiume.

Non ti soffermi

è certo,

dalla cartomante,

che legge il futuro

con le viscere di un maiale.

Io,da dietro,

soffio sul ventaglio,

e ti sono vento.

 

27-12-1995

 


CANZONE PRIMA E BANALE

 

Che mi darai

novantasei?

Risposte e gioie

o solo guai?

Tu di chi sei

di chi sarai,

ci sono nei

pensieri tuoi?

 

Rispondimi

novantasei,

o passa bene

o vola,dai.

 

1-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 


E’

 

E’ dietro la tua porta

dietro la persiana,

è nell’assenza di una settimana;

è sul balcone,

è dietro la finestra,

è nascosta vicino

e tu aspetti che esca.

E’ qui,è ovunque,

è con te.

Tu non lo vedi

ma c’è.

E’ nella musica,

ti da la carica,

e poi ti libera.

 

3-1-1996

 

 

 

 


LA NAZIONE

 

Da Roma a nord

da Firenze a sud.

C’è osannazione

lo scandalo,

il boato.

Ha l’effetto di un rasoio sulla gomma.

Ha l’effetto del fuoco sulla paglia.

E’ un lieve soffio bugiardo

che cerca invano

di darci dei segnali,

di farsi sentire,

di dare risposte.

Cercare i colpevoli è facile,

trovarli meno.

Giudicare è giusto,

ma giudichiamo noi stessi,anche,

che forse in ognuno di noi,

c’è un pò di razzismo,

un pò di mafia,

un pò di tangenti e prostituzione,

un pò di cattiveria e egoismo.

 

3-1-1996

 

 

 

 

 


IL PORTIERE DELL’ANIMA

 

Il portiere dell’anima

quel giorno mi farà passare.

Cavalcherò un’illusione

e Peter Pan sarà la mia guardia del corpo.

Lui mi farà passare,

col suo permesso laverò gli specchi,

lo farò con l’abisso dell’oceano,

e con molto vigore.

Inizierò a far brillare le impressioni le cose mute,

lo spazio e il tempo.

Poi farai lo stesso,

troverai una creatura,dei volti,un eroe.

Un genio,un codardo.

Ma ti sorprenderò,

come le piramidi,

come le distese di fiori.

Non avremo paura.

Questo sarà quando i due portieri dell’anima,

potranno dormire in eterno,

perchè avremo ormai imparato ad apprezzare i tramonti,

in fondo a cieli di pensieri.

 

 

 


SCORDARE UN ANNO

 

Difficile scordare un anno.

Perchè segue e precede,

scordarlo sarebbe fare un buco.

Difficile anche per me non lasciar traccia,

e non farla lasciare.

E anche per gli angeli custode forse sarà così.

Difficile scordare un anno,

anche volendo.

E’ più facile trascorrere un inverno in mare

o decifrare tarocchi ad occhi chiusi.

 

3-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL PARTO

 

Tu sei morta durante il parto delle tue emozioni,

volevi dare luce ai tuoi pensieri,al soffio del vento sui tuoi capelli,

alle emozioni.

Ma tu sei morta durante il parto di te stessa

e non hai fatto vedere la luce nè ai pensieri,

nè al soffio del vento,nè a te stessa.

E non l’hai proprio vista la luce!!

 

4-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL TARDO EVO

 

Questo è il tardo evo dell’esistenza umana,

scandito dalla frenesia anche del respirare.

Tutto è un banco di prova,

l’abito non fa il manico

e la scopa spazza bene solo con un buon monaco.

Ormai il perno di tutto è il porno del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SIAMO AI TITOLI DI CODA

 

Siamo ai titoli di coda,

ai bambini piace ancora il girotondo,

ma siamo ai titoli di coda.

Il mondo ha un tumore al seno,

siamo ai titoli di coda,

la gente fuma pipe,tabacco,

altri guardano nel caledoscopio

e ricercano un suggerimento interiore.

Ma questi sono la minoranza,

siamo ai titoli di coda.

 

 

7-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SONO ALTRE COSE

 

Ho l’animo piangente,

solo in sogno sono allo zenit.

Non c’è più suspense,

l’alito non appanna più i vetri.

Non devo più attendere.

Non devo più ritenermi sulle spine.

Il coltello aveva due lame,

era a doppio taglio.

Non seguo più neppure il galateo

e non mi attira l’arte culinaria.

Sono altre cose che vorrei mordere,

sono altre cose che vorrei mi nutrissero.

 

7-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


LE GIOVENCHE

 

I musicisti suonano a festa,

facendo cadere come foglie

le vostre ipotesi.

Perfino le giovenche,sconsolate,

fanno testamento,

lasciano i loro escrementi ai politici,

il loro latte ai bambini.

Qualcuno vedrà la scena,

farà in modo che la vestale della tua anima

possa mantenere acceso il fuoco che è in te.

 

20-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


FINE

 

Qui parlerò forbito per una fine.

Stavolta vera.

Nè promesse,nè lo giuro.

Fine.

Dov’è ora la mia facezia,quella vivacità mia?

Dove la mia memoria trova alloggio,ora c’è

fine.

Sono allogeno,si penso di si,

sono di un’altra stirpe.

Fine,mai più un epigrafe sulle poesie,

mai più le dediche.

Efferato,crudele,inumana situazione.

Fine.

Si,sono eccentrico,bizzarro,singolare.

Ma patologico.

Pazienza.Fine.

Ormai sparo alla luna,sò che ti piace ma...

si copre dietro una striscia di nubi nere,

quasi ad aver pudore del suo corpo,

come tu del tuo amore.

 

8-1-1996

 

 

 

 

 


TAXI O DUELLO

 

Verrai!Forse su un taxi o non lo so,

ma verrai.

Oh se verrai,con le braccia al mio collo.

Con acconciatura diversa forse,

più perversa,o non so,ma verrai.

E io scruto,cerco.

Avrai il cinturone giù a metà,

la pistola in pugno,

sparerai

e ci colpiremo a vicenda,con gli sguardi,

come in un duello.

10-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


OGGI,ANCHE DOMANI

 

Il ragazzo col cappotto non c’è più.

La ragazza ha perso quella dolcezza,quella fragilità.

Libri e giornali si sfogliano

ma nè si legge

nè si comprende.

Camino,focolare,vino e ricordi.

Bello sarebbe vero??

Ma non so se tutto ciò ha più senso,

oggi.

Ma ho compassione per voi.

Io sarò cosi,

anche domani.

 

12-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL PALAZZO

 

Il palazzo sarà tutto di specchi

e vetri e cristalli;

senza finestre per poter volare liberi.

Alle porte maniglie di diamanti.

Cercami sono qui.

Trovami sono così.

Il palazzo sarà in cima alla collina

per poter toccare il cielo, la luna e i gabbiani.

Io sono così, il palazzo sarà anche il tuo.

 

20-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


PACE

 

Pace:Che cosa è?

Certo non è un acrostico:

 

Popoli

A

Combattere

Eternamente

 

Pace che cos’è?

Assenza di lotte e di conflitti armati,

per la definizione dei vocabolari.

Tra le altre cose pace è quattro lettere,

quattro preghiere,

quattro firme su foglio,

quattro uomini,

quattro paesi.

Quattro,

quattro,quattro...

Facciamo attenzione ,la vita è una sola.

PACE.

 

23-1-1996

 

 

 

 

 

 


EPICA

 

Il quadrato disegnato sul pavimento,

con il pennello della tua magia

e la vernice del mio sangue,è divenuto un pentacolo.

Le catapulte del tuo castello

lanciano accuse.

Tu fai volare candelabri,

fai fumare il tuo alambicco.

Oh mia maga,

proprio mentre sto per capitolare

apri una porta sul cielo per farmi fuggire.

 

21-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


IL TIFONE

 

La vedetta era lo zoppo.

Quando arrivò il tifone

che spense la sua torcia,

anche il vagabondo ultimò il suo calendario,

segnando in rosso le fasi salienti

e il riacutizzarsi dei dolori.

Poi prese il largo il tifone,

risucchiando arbusti e foreste,

grattacieli e città.

Il tifone era come l’oceano sulle scogliere,

l’erosione distruggeva ogni cosa.

 

 

21-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RIME SUL RAZZISMO

 

Aprite gli occhi,

siamo tutti uguali.

Più o meno alti,

con e senza occhiali.

Apriamo gli occhi.

Stringiamoci la mano,

greci,croati,

il mondo musulmano.

Viltà e galanteria

non hanno regione.

Ci vuole la democrazia

e poi meno finzione.

Apriamo gli occhi

ed anche i cuori:

non si è diversi

per colpa dei colori!

 

20-1-1996

 

 

 

 

 

 

 


UOMINI FORMICA

 

Le tuniche chiare

e i volti verde oliva.

Gli uomini formica continuano a lavorare,

costruiscono il nido per l’inverno.

Un koala vede tutto,

dal suo osservatorio.

I templari del gruppo

sillabano le situazioni,

fanno giochi d’ombra,

con le foglie,

versano nei calici

le abbreviazioni dell’essere.

Le lanterne del villaggio

si spegneranno al suono dei diesis.

Le guerre trai popoli

dilanieranno i villaggi,

e gli uomini formica

non avranno più protettori,

nè perle da rubare.

 

 

22-1-1996

 

 

 

 

 


DOVE OSCILLA L’ESISTENZA

 

Ruggine fa accludere sentimenti.

Viaggi nel tempo e stadi di sviluppo

da fare e studiare con la mente.

Avreste bisogno di un doge

o dell’anacoresi,dell’abbandono.

Invece siete come coccodrilli sotto una botola,

pronti a sbranare chi è che cade in trappola.

Troppo facile uccidere,

non si hanno baionette

o incantesimi.

Ecco,

è lì che oscilla l’esistenza,

tra la vita e la morte,

la luce e il buio.

 

 

23-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 


DESCRIZIONE

 

Maiali restano squartati,

appesi a ganci per colar sangue.

Lavorano le macine,

il grano sfama.

Il mare schiaffeggia l’orizzonte.

 

31-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


SVEGLIATI DA UNA LUCE

 

Svegliati da una luce

i miei pensieri,

riconoscono i tuoi passi

e non solo.

Tocco la tua volontà,

scoprendo che i tuoi occhi

hanno i colori delle spiagge,

le più belle,

della tua terra.

 

31-1-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


L’INFERMIERA

 

La vita è una strana signora,

accompagnata dalla sua infermiera.

L’ha tolta dal buio,

per riaccompagnarla ad esso.

 

2-2-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


UN MIO MOTTO

 

Gli eroismi incoscienti fanno la storia,

non le banalità,

o le azioni troppo studiate al tavolino.

Se proprio dobbiamo essere solo pedine,

che a spostarci sia solo la nostra coscienza di uomini giusti.

 

3-2-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RUMORE NEL TUO SILENZIO

 

Sento rumore di unghie tinte,

su calze tese da sode ma pallide cosce.

Sintetizzerò il tuo cuore,

la tua anima e il tuo sapore.

Eppure ti colpirà un’altra cosa!

E’inutile gridare,

non è così che si accorgeranno di te.

Ti si può notare anche nel tuo silenzio,

distinguerti come i colori

di una foto in bianco e nero.

7-2-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


RIAFFIORANO

 

Carte ingiallite dal tempo e dalla polvere,

da antico marrone

di caffè che chiazzò.

Erano sepolte,

erano nascoste in un baule

come in un covo segreto,

come un tesoro in un mulino abbandonato.

Ma la vita è...come ruminare;

è come certi corpi gettati nel lago...

ritornano...

riaffiorano.

 

10-2-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


NON VOGLIO PIU’PERDERE TEMPO

 

Nè confessioni nè sindromi.

Non sono un folle che accusa in mondovisione,

da una radio o da una trasmissione.

Non ho piedi stupidi,

cammino con criterio,cercando di non schiacciare scarabei.

Eppure alcune volte,

mi si guarda come si fa con un barbone,

un trans,

un handicappato,

un fachiro o una coppia di sosia.

Strano,

perchè non attraverso paludi,

non faccio rumore,

non uso elisir.

Strano,

perchè non adotto cure mediche,

ho solo semplici prospettive,

che non prevedono armamenti.

 

La vedi casa sua?

E’ vicina,eppure userò un messaggio in bottiglia.

Perchè?

Troppe strade con semafori e passaggi a livello

...ed io non voglio più perdere tempo.

 

11-2-1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


CANZONE DEL FUTURO MORTO

 

Costruzioni sferiche

tute cosmiche

scosse non più sismiche

emozioni elettriche

 

religioni recenzioni

cine video e poi canzoni

 

morte morte

 

culture usanze linguaggio

civiltà messaggio

 

morte morte

 

automi cloni

lavati da cicloni

di particelle selezionate

da pseudo chimici pagati a rate

tolte son state

le derrate alimentari basilari

 

figli cresciuti come conigli

in città vendute per soldi

 

morte morte

 

clonazione dell’azione

stimolo risposta

condizionameto

la materia è grigia di cemento

 

morte morte.

 

13-2-1996

 

SEGMENTI

 

SEGMENTI

 

Quali sono i segmenti di voi che non vanno bene?

Cassetti con maglioni tutti diversi,

eppure tutti uguali?

Il non umorismo?

la rivoluzione,

le non barricate

e le non molotov?

Il non essere nel “Se” di Kipling?

 

Non so. Io adoro le possibilità e i rischi

e non gli archetipi.

Amo il vento perché lui può soffiare dove vuole.

 

8.2.1997

 

 


GENIO E PAZZIA

 

In effetti solo genio e pazzia

staccano dalla realtà

e aiutano a rispondere agli enigmi della vita.

Ti mettono le ali all’anima

e col profumo,

scacciano quell’odor di morte,

di corpi magri

da campo di concentramento,

da fosse comuni.

 

15.2.1997

 


L’INDIVIDUO

 

Nel collettivo... l’individuo.

E absidi e rosoni.

E scorte di cibo e di medicinali.

E il guado di notte

e il giuramento.

L’animale che guardava.

L’individuo mangiò il mondo,

come l’ostia alla comunione.

 

18.2.1997

 


ANCORA NON

 

Ridai un senso a questa città.

Che non è la nostra.

Forse è il mana

il karma che mi spinge a te.

O la paura.

Ma tra un passo e l’altro,

mio o tuo,

c’è un nostro sguardo.

E forse è questo che mi spinge a te.

Ho sognato di danzare con te a piedi nudi su un campo arato.

E pensare che odio ballare.

E pensare che ancora non ti conosco.

Forse è un errore cronico il mio.

Eppure già ho capito...

Irromperemo in noi come raggio di sole tra alberi.

 

13.2.1997


QUANDO L’ALBERO

 

L’albero ha foglie-spade,

e quando cadranno

sarà cadere di morte.

 

I binari non si incontreranno mai,

le bottiglie sono di aceto,

il vino non sarà più forte e pastoso,

non si scriveranno più odi

e il gabbiano volerà sul mondo

vestito a lutto.

 

23.3.1997

 

 


SE TI GUARDO SCRIVO...

 

...le costole e le ossa delle spalle

sembrano fragili pareti

di un’entità sicura e forte.

Il tuo abbraccio stringeva il mio

e sentivo a fior di pelle

il battito delle nostre vene coordinarsi.

Quando il sole muore

è sempre la stessa stella ad apparire per prima,

quando la musica non è più la stessa

si cambia la danza.

E i polmoni finalmente respirano

e lo stomaco digerisce ingiustizie

per appianare la via.

E gli occhi ti vedono... e

sei la stella e la nuova musica,

e se tu fossi una parete io sarei la tua incisione,

se tu fossi alabastro da me nascerebbe un monile,

se tu fossi legno, scacchi lavorati,

se tu fossi un colore saresti l’arcobaleno,

se io fossi un arcipelago

tu l’isola maggiore.

 

24.3.1997

 

 


FUNEBRE

 

Io sono lì, pallido, elegante,

profumato, a braccia conserte, chiuso.

Ma li vedo, li sento. Io sono sereno

e loro piangono, soffrono, si baciano le guance,

si stringono le mani,

versando lacrime sopra il domani.

Tutti in grigio, nero, con gli occhiali scuri

per coprire l’emozione.

E quanti fiori, rossi, bianchi, tanti, profumati.

Ma non servono più,

adesso non li odoro.

E intanto piango anche io,

per loro,

ché il coraggio maggiore,

adesso

serve a chi resta.

 

5.3.1997

 


VERACE

 

Anche gli angeli sembrano angosciati

da questo falso lirismo.

Solo il bambino che scarabocchia

sul foglio

è verace.

Non pensa algebrico, non progetta bighe

né disegna sirene dal naso greco.

E’ naturale e non sofisticato.

Quanto a me,

vorrei effettuare un volo acrobatico e tuffarmi nelle tue vene,

nuotare nel tuo sangue per capire la tua reale essenza.

 

24.2.1997

 


NUOTARE

 

Se escludo il narcisismo e

l’autoglorificazione,

di tutto il mondo salvo solo

il sapore di un vento gelido che

a stento

riesco a stringere al grembo.

In quel momento sento di poter nuotare,

tra gli anelli dei pianeti,

per venire a salvarti

e a creare crateri dove cullarti.

 

6.3.1997

 


TI SPIO

 

Abbiamo sempre due scelte soltanto.

Vediamo persone con braccia cariche di pacchi.

Due ragazzi parlano,

non sanno che i genitori non si amano più,

altrimenti fuggirebbero,

correndo per le traverse della via lattea

a naso in su,

per guardare i balconi dell’universo carichi di stelle.

Io sono nascosto tra le foglie di un albero

e mentre tu sogni sotto l’acqua della cascata,

io ti spio.

 

8.3.1997

 


CIAO

 

Ciao.

L’attesa è stata come quella di un taglialegna,

che aspetta che l’albero cada giù.

Ciao,

ho letto e parlato di te,

sogni e memorie,

ho scritto che avrei dato chissà che

per il tuo sorriso da sfiorare.

Ciao,

solo adesso osservo le tue belle mani

e i tuoi orecchini,

è colpa dell’attenzione che prestavo ai lineamenti del tuo viso.

Non so se le vuoi ascoltare le mie mille voci misteriose,

o se mi piacerebbe condividere con te alcuni miei silenzi.

Ciao.

Sai quando sei arrivata?

Proprio dopo lo spazzacamino dell’anima!

Quasi ti avesse detto: “Via libera”.

Ciao,

sai che colpisci per la tua semplicità,

per come i capelli ti scoprono le tempie,

e gli occhi scuri,

schietti e scintillanti,

sereni e quasi furbi.

Ciao,

da oggi ciao.

 

14.3.1997

 

 


FIORE

 

Mi son buttato dallo stelo-trampolino.

Mi son bagnato con gli spruzzi della tua rugiada.

Adesso nuoto nei tuoi petali-capelli,

inebriandomi dei tuoi profumi.

Il vento ti fa oscillare in una eccitante danza,

ma tu,

fiore,

non te ne accorgi neppure.

Così resti ad aspettare...

non ho capito se un ennesimo colpo di vento,

ingenua,

o un piccolo grande insetto cui offrire il nettare,

maliziosa.

 

30.3.1997

 


TI ACCOMPAGNO A CASA

 

Vorrei la lentezza

velocissima.

Pretenderei salti

in laghi emozionali,

dal trampolino della verità.

Amerei volare

nel tuo lessico,

nelle tue parole,

nel tuo ridere e scherzare,

nel tuo respiro

nel mio sospiro.

Intanto

ti accompagno a casa.

 

8.4.1997

 


CONNUBIO

 

Il connubio di due oceani

si potrebbe risolvere in una

sfrenata passione di baci

abbracci

parole

e sesso.

Due vite che assieme

inonderebbero una stessa terra,

formando un nuovo mare splendente,

dove far navigare le vele delle emozioni fuse.

 

20.4.1997

 


L’AIUTO

 

Sentite,

voi che studiate,

se chiedo il vostro aiuto mi ascoltate?

Sapete per caso se l’amore è una droga?

Me lo chiedevo perché credo che dia dipendenza.

Ansia, esigenze,

motivazioni plurime,

forze emozionali,

stima,

sicurezza

e alterazioni di equilibri.

Che miscele di esplosivi!!

Però non ho capito ancora se sono nocivi!!

 

11.3.1997

 

 


DURA

 

Non credete all’amore a prima vista?

E che cosa prova secondo voi

una madre che partorisce

quando vede il suo bambino?

 

Il problema è che voi non sapete coccolare quel bambino,

rimanete goffi.

Il buon senso non sapete dove abiti.

Mi fate un po’ schifo,

voi con i vostri parlare

e i vostri agire.

 

12.5.1997

 

 


SALVATI !

 

Salvati dall’incertezza,

pronuncia una parola,

dammi una carezza,

salvaci dal dubbio,

dalla fobia della lentezza.

Porgimi la mano e tuffati

nei miei pensieri più sommersi

che, anche in caso di naufragio,

resteremo sereni.

 

10.5.1997

 

 


MAPPAMONDO

 

Tu sei l’antidoto alla noia,

ogni attimo senza te è solo un brandello di vita non molto importante.

Eppure tu ci sei anche se sei lontana,

perché se tu fossi Diogene sarei la tua botte,

se tu fossi Pitagora sarei un tuo teorema,

se tu fossi Omero sarei un tuo canto epico.

 

Una coccinella mi racconta aneddoti su di te

e mi rivela che dobbiamo trovare un buon titolo per la nostra storia.

Al suo volo il mio cuore si scioglie in un impulso,

in una tenerezza,

in un bacio maldestro che giunge a te

grazie ad un vento emozionale,

che fa girare il mappamondo.

Tu fermalo con le tue esili dita

e scegli un posto,

io ti prenderò per mano e lo raggiungeremo insieme.

 

29.4.1997

 


TRA POCO

 

Quale postulato,

quale assunto può indicarmi la soglia, l’elasticità

della mia fibra sentimentale?

Non capisco se sono in attesa di un premio o di un’esecuzione.

Sorvoliamo spesso su ipotesi sfavorevoli

e abbiamo il coraggio delle nostre opinioni

solo in forma di lapsus o di atto mancato.

Intanto la pioggia sembra imperlinare di sudore

il vetro del mio treno.

Il perché poi pianga questo cielo,

io non lo so.

Ma so che io,

che dovrei piovere lacrime,

spazzo via col mio vento-respiro

ogni nube,

se solo penso che

tra poco

ti vedrò.

 

27.4.1997

 

 


SALICE

 

Sorseggio ogni attimo di te.

Ridiamo.

E così capisco come battere l’inerzia del pensiero.

Però ci sono alcuni momenti in cui mi appare...

un salice piangente,

che ubriaco delle sue stesse lacrime,

non mi riconosce più.

Cerco di consolarlo raccontando un mio reperto di vita.

Tu mi guardi come al solito

e capisco che mi stai dicendo che posso farcela.

Ma poi chi mi consolerà

se tu non mi guarderai più?

 

2.5.1997

 


CERCHIAMO ALMENO

 

In questo momento non siamo sulla stessa frequenza.

E poi sei troppo golosamente accattivante.

Cerchiamo almeno di parlare di argomenti inequivocabili,

altrimenti

crolliamo come un castello di sabbia

alle prime avvisaglie di marea.

 

13.6.1997

 


LAMPADA

 

La lampada ha starnutito,

per la troppa polvere.

E il Genio è uscito subito.

Io non ho esitato, dato la situazione,

e ho parlato:

“Il corpo comunica il conflitto che la mente,

distratta,

non può contenere. Aiutami”.

Lui ha liberato le carezze,

imprigionate nelle mani,

ha messo in fuga le parole ingabbiate nella gola,

ha piegato le sbarre del carcere emozionale

e sono uscito per prenderti.

Sono riuscito a prenderti?

 

24.5.1997

 


INCANTESIMO

 

E’ evidente che esiste un incantesimo

che io non riesco a lanciare.

Si vede dalla tua espressione,

malinconica e confusa

e dal tuo essere senza parole.

Lo noto se solo mi guardo allo specchio.

Lo credo perché penso a quanto durerà questo momento.

Lo sento perché non so se sarà solo un momento.

Lo vedono i grappoli di persone

che per fortuna mi vogliono bene

e che conoscendomi non capiscono.

 

16.5.1997

 


PARTE DI ME

 

C’è una parte di me che,

forse,

non ha mai cessato di amare

le poche ragazze che ho amato.

Forse ti incazzerai per questo,

ma se sono così, adesso,

è anche grazie a loro.

Ma c’è una parte di me che, invece,

ti desidera più di qualsiasi altra cosa al mondo.

 

9.6.1997

 


FESSURA

 

C’è una piccola fessura sul muro.

Da lontano non si nota neanche.

Ma se ti avvicini, il tuo sguardo...

vedrà l’infinità del mondo,

come dalla fessura dell’ignoto.

Così vedrai che esistono cose a cui non badi neppure,

e invece sono proprio il succo dell’esistenza.

 

11.6.1997

 


TESTAMENTO

 

Se vuoi far scrivere il testamento alla nostra storia,

fai pure.

Almeno però avvertimi.

Almeno dimmi a chi lascerai le rose.

A chi le poesie.

A chi i pensieri e a chi le canzoni e a chi i nostri sguardi e a chi...

e a chi... e a chi... e a chi.

 

15.6.1997

 

 


AI NOSTRI VIAGGI

 

Così ritornano sulla mia strada,

le partenze.

Nuovi treni, nuove emozioni,

nuove distanze.

Distanze lunghe,

che mutano anche il tempo.

Distanze che però non remano contro.

Distanze da colmare con lettere,

con parole.

Viaggi verso altri pensieri da esplorare.

I miei,

i tuoi.

Viaggi che porteranno conoscenza.

E stabilità,

e felicità.

Questa è la mia speranza.

 

17.7.1997

 


RISTRUTTURAZIONE

 

Sono in ristrutturazione.

Come un’auto in un’officina.

Un’opera d’arte al restauro.

Sto elaborando il mondo,

con altri occhi, sempre miei,

ma diversi.

Ho molte nuove persone intorno.

Ho molte persone intorno,

molte sono buone persone.

Sono in ristrutturazione.

Ma devo essere il meccanico di me stesso,

devo far risplendere i colori e le figure dell’opera d’arte,

completando il restauro di me stesso.

Sono fiducioso,

attendo buoni risultati finali.

 

16.7.1997

 


CANZONE

 

Il ritmo tribale del cuore,

che batte veloce se solo ti vede,

mi parla mi scuote mi dice:

“Tacere per non farsi male”.

 

Ma il sangue che pompa veloce

arriva alle mani, alla gola,

alla voce. Disturba l’intera mia pace,

la voglia più vera, l’istinto interiore.

 

Poi esplode,

esplode, esplode

per diventare cenere

di tempo bruciato,

fiamme e lacrime

di cuore spezzato,

ghiaccio e polvere

di pensiero muto,

bacio e sguardo

di volo rubato.

 

Esplode e cenere, cenere, cenere, fiamme.

Lacrime, lacrime, lacrime, ghiaccio e

polvere, polvere, polvere e

volo rubato

rubato

rubato.

 

Luglio 1997

 


FIDATI

 

In questo momento, per la prima volta nella mia vita,

forse la coerenza è lontana da me.

almeno potrebbe sembrare così.

Ma è un momento passeggero.

Dammi un attimo per ordinare i miei scaffali emozionali.

Fidati, che io ho sulla scrivania i due libri che sai,

fidati, che ho staccato dal muro i fogli che sai.

Fidati, che se vuoi,

ci prendiamo per mano, come ieri sera

e senza fretta,

potremmo passeggiare fra i corridoi dei nostri mondi.

 

6.7.1997

 


FARFALLA

 

La farfalla di luglio aveva danzato,

in un carnevale di fiori per qualche mese.

Nascondendo bene il suo pungiglione da ape.

Ma improvvisamente,

gli arcobaleni delle ali si erano spenti.

Erano morti e i fiori aspettavano un’altra farfalla,

che forse era già arrivata.

Già da prima

e senza alcun pungiglione.

 

1.7.1997

 


ESPERIENZA

 

Piedi in aria,

sospeso,

braccia aperte.

Tensione, cuore veloce.

Cavalco l’acqua.

Pelle fredda,

capelli imperlinati.

Verde profumo

e rumore di natura.

Sapore di libertà.

Suoni di animali.

Altare naturale.

Unione,

azione,

emozione e poesia.

 

28.6.1997

 


PERSO

 

Io faccio lo sci d’acqua sui tuoi pensieri.

Ma la tua epistemofobia ha vinto.

Mi hai perso.

Ti avevo avvertito.

 

27.6.1997

 


ANCHE

 

Anche i drogati fanno innamorare.

Anche le prostitute si innamorano.

Anche i cantanti steccano.

Anche i miti crollano.

Anche i tempi cambiano.

Anche i cieli piangono.

Anche il Diavolo prega.

Anche Dio bestemmia,

sempre che esista.

 

25.6.1997

 


E CI SARANNO

 

E ci saranno altre poesie,

sempre uguali, sempre diverse, sempre mie.

Storie di luce e storie buie.

Per ora mie, per sempre tue.

Per quando ridi, per quando parti,

per quando torni, per quando resti.

E ci saranno nuovi momenti.

E ci saranno nuove emozioni

e anche tormenti e leggere sensazioni

e ci saranno profumi

e ci saranno colori

e ci saremo.

E se facciamo silenzio dentro di noi,

già possiamo sentirci.

 

11.7.1997

 


MA NON E’ QUESTO IL CASO

 

C’è qualcuno che dovrebbe aver paura

quando parlo.

C’è stato qualcuno a cui,

in qualche modo,

ho mentito.

Ci sono momenti che sono quasi superficiale.

Ma non è questo il caso.

E’ vero che sembra tutto un po’ strano,

ma non è questo il caso.

Mi dispiacerebbe che tu pensassi

proprio quelle cose che mi sto impegnando

a non farti pensare.

 

14.7.1997

 


LIVORNO 9.30

 

Livorno.

E’ passato un ciclista.

Aveva una magliettina attillata,

nera, lucida.

Aveva sì e no ottant’anni.

A Livorno sono tutti ciclisti,

pittori, sportivi.

Ma sbagliano condizionali e congiuntivi.

Stavo aspettando il bus.

E’ arrivato.

C’erano due donne, con le loro scarpe estive,

i calli sotto ai piedi sporchi.

Le borse della spesa con la verdura e ir coomero.

C’era odore agre di sudore,

e l’autista bestemmiava il traffico.

C’era anche un bimbo,

con l’indice nel naso.

Erano le 9.30.

 

18.7.1997

 

 

 


LAMPIONE

 

C’è un lampione solo in questa via.

Fa una luce debolmente insufficiente.

Però è poetico.

E’ spaesato.

Non distingue chi passa,

se un nano, un gigante

un tizio con un piede nella fossa.

Ma non è colpa di nessuno,

se non sua.

Solo lui potrebbe risolvere il problema,

con un luce più forte e che non trema.

 

 

23.7.97

 


UGUALI

 

Nascita, riproduzione e morte.

Sono un percorso che rende uguali

le sorti di padri, figli,

dittatori e schiavi.

 

30.7.1997

 


LA PIENA

 

La finestra della mia stanza

si aprirà su un deserto di dune.

Decorerò il legno con intagli

che descriveranno la nostra storia.

Su un vetro vedo piccole gocce d’acqua,

inglobate da altre gocce,

che così si fanno sempre più grandi...

e così vorrei fare con te,

inondandoti con la piena della mia anima.

 

3.8.1997

 


NUOVA, NUOVI, NUOVE

 

Nascono in me

metafore ermetiche,

sensazioni sintetiche.

Vedo un’alba per me nuova

rosseggiare su forme di monti

per me nuovi.

E nuovi sono anche i paesaggi,

che circondano questo treno

che mi avvicina a te.

E nuove sono anche le parole pronte per te.

 

8.8.1997

 


SINFONIE

 

Spartito e leggio.

Aspetto di sentire la mia musica,

suonata in questi nuovi teatri naturali,

suonata dai tuoi tempi,

dai tuoi strumenti.

Ci sono acque, monti, tramonti.

Io aspetto un tuo cenno,

per iniziare sinfonie sempre più coinvolgenti.

 

10.8.1997

 


DIECI AGOSTO

 

Una sola stella cadente.

E un desiderio solo,

ricorrente.

Lo stesso del soffio sulla candela,

davanti a tanta gente,

quando c’eri anche te presente.

Tu sai quale è,

ma fai finta di niente.

 

10.8.1997

 


CALABRIA E SICILIA

 

Colori caldi odori afosi,

paesaggi arabici,

anfiteatri magici.

Traghetti, fuochi d’artificio e

luna quasi piena

che si riflette sul mare.

Luci dei pescatori,

luci di lampare.

Io navigavo in questi posti nuovi, ma

il mio pensiero è naufragato

nella grandezza di questo cielo stellato.

 

16.7.1997

 


PALUDE

 

Palude di carbone e fango.

Filo spinato a delimitare

l’eruzione di sterco.

E’ così difficile speronare le contrarietà...

 

28.8.1997

 


SCRIVERTI IN GRECO E LATINO

 

Mi piacerebbe scriverti.

Mi piacerebbe scriverti in greco e latino,

per roteare con te,

mano nella mano,

nella rotondità e nella profondità delle mie parole.

 

30.8.1997

 


AQUILA E PANTERA

 

Tu sei tra aquila e pantera.

Tu sei una strega nera,

e il tuo incantesimo funziona già da quella sera,

magico come un sarcofago.

Un sarcofago con una mummia di antico faraone.

Eppure,

sembra tu scappi da me,

come le rondini all’inverno,

come gli angeli all’inferno.

 

3.9.1997

 


CARILLON

 

Il vecchio sbucciava la castagna.

Col suo sorriso rugoso,

le sue mani provate

ed i suoi denti cariati.

E i passeggeri della nave

lo guardavano,

incuriositi,

come se uscisse da un carillon.

 

1.9.1997

 


FINE AGOSTO

 

Buddha e Cristo giocavano tranquillamente a carte,

sul tavolino del mondo.

Qualcuno bussò alla porta,

evento terribilmente quotidiano.

 

“Salve, sono Diana”

“Salve, sono Teresa”

 

“E chi sareste?”

 

“E questa è l’attenzione che Voi

prestate a ciò che succede qui sotto?”

 

“Scopa!!”

 

“Te lo avevo detto che era meglio prendere le scale che scendevano...”

 


UN BEL BICCHIER DI GRAPPA

 

Ero una statua di stucco,

ero sulla zattera di Delacroix.

Ero un torero stremato,

anche se di fronte avevo vecchi buoi.

Adesso cosa sono non saprei,

però in compenso so cosa vorrei.

Ho letto...

un po’ duro Ezra Pound.

Vago tra i miei pensieri

e i nostri equivoci.

E giù,

un bel bicchier di grappa.

 

10.9.1997

 


COMUNQUE

 

Da una parte dotti, veterani intonacati.

Dall’altra chi decide le sorti del suo cuore con una gara d’appalto.

Annegherebbero tutti comunque,

se le maree si alzassero.

Le isole scomparirebbero,

occorrerebbe una nuova arca.

Un nuovo Noè.

Salvare?

Che intanto salvi me!

 

3.9.1997

 


RITORNO A ROMA

 

Ritorno a Roma.

Ti vedono più i miei amici di me.

Sono rincoglionito.

Studio a stento.

Persino con la musica

e la mia poesia mi stanco.

Quanta stanchezza non solo fisica.

Mi sento come rinchiuso in un mappamondo,

sballottato da un punto all’altro del suo interno.

E poi, ora che siamo finalmente vicini,

ti sento quanto mai lontana,

lasciato solo in un casino di vita quotidiana.

 

18.9.1997

 


IO E LA FORMICA

 

Per me una briciola di pane...

è niente.

Per una formica è durissima spostare quella stessa briciola.

Chissà che cosa mi risponderebbe

se le chiedessi consulenza sui miei problemi.

Forse mi odierebbe, visto che per me

il suo grande problema è niente.

 

26.9.1997

 


NECESSITA’

 

Necessità:

vedere più estro,

più ilarità.

A partire da me stesso.

Vorrei rapire,

essere rapito...

da un esercito di emozioni.

 

27.9.1997

 


IO, IO, IO, IO...

 

Io... foglio di carta assorbente sul tavolo,

tu liquido che si è versato.

Io... vorrei che qualcuno mi insegnasse qualcosa,

ma senza spiegarmi niente, solo ascoltandomi.

Io... se vuoi che io sia ciò che non sono,

non perdiamo tempo.

Io... è un po’ di tempo che nessuno mi dà una pacca sulle spalle.

Io... cos’è l’essenziale?

Che cos’è l’io?

 

22.9.1997

 

ANCORA APRILE

 

ANCORA APRILE

 

E’ ancora aprile.

Io cieco gigante in un mondo piccolo di occhi piccoli.

Vivo pensando al culo come un’entità perfetta,

sfericamente morbida.

Il fiore è petalo ma anche spina,

se è rosa,

come me… molteplice,

consapevole che qualcosa sta per accadere.

E’ ancora aprile.

 

1.4.2000


VELLUTO

 

Velluto.

Pelle di velluto.

Reclini il capo e…

Ti accarezzo.

Un vecchio ci guarda dal terrazzo e stasera,

la tua anima sonnambula sarà la preda…

per i fendenti della mia passione e della mia dolcezza.

Anima dormiente ma in delirio di vita.

 

3.4.2000


MUTAZIONE

 

Mutazioni nella mia anima e nel mio corpo.

Sono giallo di mais.

Verde radicchio.

Sono saetta e lumaca.

Sono paralume. Ma ricordo.

…e a un certo punto fu estate.

Vento di gioia e calore di corpi.

Sì… sentimenti e treni,

sentimenti estremi.

Sì, è passato,

ma non metto in barca i remi.

 

9.4.2000


SO

 

So cosa vuol dire avere fame.

Essere traditi e traditori.

So cosa vuol dire piangere,

e godere.

So che non sono ignorante perché conosco l’ignoranza.

Conosco Mao e Sancho Panza.

Ho orgoglio e dignità.

Non vorrei ma temo…

Che ormai io sia un uomo.

 

15.4.2000


LIBERAZIONE

 

Tra qualche giorno è il venticinque aprile.

Ma qui di democrazia e di libertà ne vedo poca.

Vedo gente in gabbia,

come chiudere in una gabbia una foca.

Come far piangere un bambino,

uccidere un delfino.

Tra qualche giorno è il venticinque aprile… la liberazione.

Ma vedo tanto nero e tanti neri dentro.

Temo, e non tra molto, un’Italia disunita,

e squadristi e vecchi piangere ai ricordi.

Temo perché vedo:

uomini corrotti,

donne puttane,

umani disumani,

egoisti, rottami, ipocriti….

Tra poco è la liberazione,

ma la libertà sta per divenire un lontano ricordo,

una chimerica emozione.

 

22.4.2000


PIANGO

 

Tutto soldi e poche emozioni,

tutto svanito come antiche rivoluzioni,

passati persi per attese mai arrivate,

giorni sprecati per aspettative errate.

Mi perdo oggi nei postumi di una Pasqua amara,

troppo falsa di elemosine e di pasti ad agnello.

Mi scorgo poi limpido come l’acqua di un ruscello.

Ma piango perché non basta,

e difficilmente mi potrà bastare,

piango perché si è soli,

come un mollusco nel mare.

 

26.4.2000


MAGGIO

 

Ed ecco il consueto primo maggio.

Centri sociali e militanti,

concerti e pellegrini, tanti.

Ballottaggi elettorali,

facce di miti e ideali,

Ernesto,

Morrison,

canne e droghe… per persone sole?

Anche se in una folla?

Piazze rosse,

ma c’è anche chi dice boia chi molla,

e allora perché siete lì?

Mi fate schifo tutti!

Tutte!

Solo trucchi sudore e tette.

Oggi sto solo… e a guardarvi mi consolo.

 

1.5.2000


ANGLOITALIANA

 

Improvvisa una danza per me

Che annulli i chilometri e gli anni

Guarda i miei eyes e tell me di te

E raggiungi il mio heart perché da oggi voglio everything

Andiamo everywhere

Ti prego

Restiamo forever here

Col nostro cuore qui

Come due pesci nel mare

Come uccelli nel sole

Sun

Come pesci nel cielo sky

Come uomini qui

Eternity

 

3.5.2000


CONTADINO

 

Ho pianto su un campo e non ho arato,

ma sono nate spighe pomodori e piselli

erano gialle erano rossi erano belli

e non ho concimato

ma sono nate… cibo per mosche per grilli

ma sono nate tra ortiche e gigli

e non ho vangato

non ho faticato

ma sono nati come figli.

 

3.5.2000


ORIGINALE

 

Lo so che non è originale,

ma vorrei assistere al mio funerale.

Perché sono curioso di vedere chi piange,

chi prega

e chi se ne frega.

Chi contento o geloso produce facce buffe.

Perché lo so:

a me o mi si ama o mi si odia,

non ci sono vie di mezzo perché son vivo,

e puro come un minerale,

prezioso ma grezzo.

 

4.5.2000


CATTEDRALI

 

Cattedrali di vento e nuvole,

altari di alberi e foglie,

absidi di respiri,

per uno spicchio di bocca che ride alla vita,

per un mio orgasmo anche mentale,

per un amplesso anche platonico.

 

4.5.2000


INORRIDITO

 

Fatti di spazzatura,

ipocrisia e merda,

puzzate di anima e di corpo putrido,

perché esseri umani putridi.

Donne uomini zii nonne.

Pezzi di carne inutile respiranti siete!

Condoglianze a chi vi vive.

Fate poco l’amore,

e scopate male e poco è evidente,

come evidente la mia imperfezione,

che almeno mi mette a contatto con la gente.

 

5.5.2000


SULLA STRADA

 

Sulla strada che lascio alle spalle

Passato e macerie

Ricchezze e miserie

Il mio sguardo all’indietro non porgo

Ti prendo la mano e su quelle macerie

Fabbrico pezzi di cose

E parti di case

Per stare con te

Semino pianti e ricordi

Perché non è tardi mai per vivere

 

Sulla strada iniziata anni fa

Ci sono dei letti

Esami e sofà

Su quella di oggi i miei passi

Al ritmo dei tuoi non si stancano mai

Domani la strada non so

Se è in salita o in discesa

Ma io ci sarò.

 

5.5.2000


DADO

 

Tirano il dado,

ed io ho dolore di testa.

Sapone per lavare le anime??

Non ce ne è abbastanza.

Troppo sporco in giro!!

Qui si ha la necessità di un medley di cuori,

per campare bene,

ma non sono d’accordo con le clonazioni,

per cui… quali sono le azioni che restano da fare?

Le rivoluzioni?

Cognomi,

corazzate ideologiche fondate sul niente.

Immaginate il cielo… senza mondo… che bello spazio pulito!!

Sono troppo disciplinato e passionale per stare bene.

Ma almeno sento il dondolio di certe melodie classiche.

 

22.5.2000


E’ MOLTO

 

E’ molto che non scrivo,

che non leggo,

che non faccio l’amore.

Sento solo sudore di vita,

sudore di fatica,

lavoro casa studio vita,

fatica.

Arranco,

ma non mi stanco,

anche se avanti non vedo bianco,

ma nero scuro e mistero,

sì,

ho paura davvero.

 

28.6.2000


ZIGZAGANDO

 

Volo zigzagando,

sopra tutto il mondo,

dal petalo di un fiore,

al sogno di un amore,

dall’alto di una roccia,

a un tramonto che sboccia,

dal dentro di un paesaggio,

ai bordi di un viaggio,

da questa mia emozione,

a un'altra situazione,

volo zigzagando,

sopra tutto il mondo,

se trovo il giusto luogo,

dopo più non mi muovo.

 

3.7.2000


DOPO TRE MESI

 

Roma dopo tre mesi,

mi guarda negli occhi,

li riscopre accesi,

i pensieri e i ricordi di ieri,

sventata paura,

nessuna censura,

se guardo al futuro

è tutto assai buio.

 

Agosto 2000


SETTEMBRE

 

Settembre coi suoi viaggi insoliti,

ma da sempre i soliti,

in posti poco esotici,

con piazze e portici,

settembre e solitudine,

perché è difficile vivere alla mia latitudine,

perché non amo..

se c’è l’abitudine.

 

Settembre 2000


BOLOGNA E VENEZIA

 

Bologna Venezia…

Percorso che è già gucciniano…

Viaggio un po’ strano se visto con occhi…

Di poeta, pittore, toscano.

Le torri, le calle i turisti.

Foto… e volti mai visti.

 

Settembre 2000


DOLOMITI

 

Dighe, uccelli e cime bianche,

facce anziane sopra gambe mai stanche,

forre e guglie di verdi diversi,

percorsi e visi arsi.

Legno, abeti e ruscelli,

abeti: alberi allegri e snelli.

E neve e nebbia e rifugi,

passi tra faggi e castagni e nuvole alte.

Dolomiti da rivivere altre volte.

 

Settembre 2000


VENEZIA

 

Venezia e i canali,

le gondole.

E’ dolce miele e un po’ mandorle.

Ma amara di acqua e finestre.

Venezia San Marco e poi Mestre.

Venezia di gioia e colori e piccioni,

di torri e balconi…

di chiese e emozioni.

 

Settembre 2000


TRENO A TREVISO

 

Fiori alberi Treviso

Prati verdi Lancenigo

Questo treno che ha il mio viso vola verso un paradiso

Non ci sono neanche gli angeli

Ma si vive già più liberi

Qui respirano i colori e riconoscono i sapori

Sento l’aria già più fredda

Vedo viti e una foresta vedo tetti più spioventi

Vedo vette più piccanti

 

Settembre 2000


MODENA

 

Ne avevo sempre sentito parlare,

ma a Modena dovevo ancora andare.

Un po’ Ferrara e un po’ Bologna,

un po’ silenzio e un po’ gente che sogna.

Un po’ Roma per i sorrisi alla stazione,

con le valigie e in tasca sempre una canzone.

 

Settembre 2000


NEL MIO

 

Disteso nel mio buio,

sono qui che penso.

Sarò per sempre tuo?

Stanotte è san Lorenzo.

Scrivo troppe poche poesie.

Quelle che scrivo non sembrano le mie.

La vita è un incrocio di vie,

l’amore un incrocio di mani,

le tue sulle mie.

 

Agosto 2000


MACCHIA

 

Macchia di inchiostro,

macchia il tuo passo,

passo che è rosso,

rosso di inchiostro,

bacio la sposa,

e sono in un bosco.

 

Luglio 2000


MI GUARDA

 

La luna mi guarda,

da su.

La mente non tarda,

arrivi tu,

nei pensieri di forse di oggi e di mai,

nei modi di entrare od uscire dai guai,

la luna mi guarda e di giù,

conosce le mie verità,

cosa sarà,

nei pensieri di forse di oggi… chissà.

 

Agosto 2000


CIECO

 

Quello che il cieco dipingeva,

era quello che vedeva… col suo naso,

e col suo alito,

con il cuore,

come al solito.

E carpiva anche i più piccoli ammennicoli visibili…

dal mio occhio,

che vedendo perde forza camminando.

 

Agosto 2000


VEDO

 

Vedo una strada

discese e salite

ma accada quel che accada

una strada

di luci e ombre

ma sempre la stessa

una strada una vita

una chiesa

una messa

due mani due sogni

senza troppi pesi o fardelli

una strada due anelli.

 

13.11.2000


TROPPA PIOGGIA

 

Cade troppa pioggia

la carne di maiale non si mangia più

tutto sintetico e virtuale

tutto marcio questo mondo

ma è da tempo che lo dico

l'ho già scritto e ripetuto

caro mondo sei fottuto.

 

13.11.2000


INCOLORE

 

Vita incolore la vostra

e lo sapete.

Colori donne e primavere

voi mica le vedete.

Vita da esibire in mostra

e quello che volete

soldi e finta pace avete

soltanto calci invece meritate.

 

20.11.2000


MATURE INCERTEZZE

 

Nelle nostre mature incertezze,

nelle nostre mani con le loro carezze,

ci vedo vivere così vicini.

Nelle nostre domeniche pazze,

domeniche d'ozio,

di coccole e vetrine di negozio,

plasmate per colmare

i ritmi alienanti di settimane amare

e al sabato tramontano traffico e lavoro

così la nostra storia è una miniera d'oro.

 

19.11.2000


ROTTO I COGLIONI

 

Mi sono rotto i coglioni

di parlare di camere e senato

di ciò che è morto

di ciò che è nato.

Mi sono rotto i coglioni

sono vero io

non fingo

con me, con te, con Dio.

 

Ottobre 2000


LUNGO FILARE

 

Un lungo filare

di pini

di viti

di abeti

ti accoglie

una strada

di rami

di erba

di foglie.

Siamo io e la mia vita

passeggio su di me e sulle mie voglie

 

10.10.2000


IMMIGRATI

 

Razze diverse

pelli e colori di vite perse

perse su terra di altri paesi

bimbi con lacrime senza sorrisi

viaggi di borse e di speranze

troppi a dormire in piccole stanze

corpi magri di cibo e forza

vita veloce vissuta in corsa.

 

12.10.2000


COME

 

Su di me le tue parole

come l'acqua come il sole

fanno crescere l'amore

che germoglia nel mio cuore

con le risa e con i pianti

con le gioie e i patimenti

ora vedo il noi davanti.

 

9.10.2000


VENE

 

Vene attraversano il mio sesso

e il tuo seno.

Ti voglio

ti voglio bene

forse t'amo.

Tu, di lunghe gambe e lunghissimi respiri,

mani per toccare e ritmo di sospiri.

 

27.9.2000


SAI

 

Sai d'Africa, di deserto e frutta

e fuoco e notte...

con occhi di vetro rotto

e labbra di frasi lente,

intrigante,

mia,

seducente.

 

28.9.2000


ACCERTAMENTI

 

Non chiedo accertamenti su di te,

su di me,

sui nostri eventi,

che non credo veloci e che non credo lenti,

ma nostri e a tratti sconvolgenti.

 

29.9.2000


OSCURI

 

Oscuri il sole del dispiacere

standomi accanto.

Stringimi e cammina,

sui passi della mia vita,

ma non a ritroso,

solo avanti,

come amici,

estranei,

amanti.

 

14.10.2000


COMMENTARE

 

Commentare stupidamente programmi televisivi,

la mattina di Santo Stefano,

con falsi sorrisi,

e visi pronti a inghiottire,

cibi e vini e aria mentre sprecano energie,

sudore,

cercando di esternare i loro falsi ideali e valori.

Lasciatemi stare datemi retta,

io vivo godendo ogni momento,

non ho fretta.

 

26.12.2000


LE PREPARAZIONI

 

Le preparazioni dei pranzi e delle cene festive mi fanno schifo.

I pranzi e le cene festive mi fanno schifo.

Ciò che c’è dopo i pranzi e le cene festive mi fa schifo.

Che schifo.

Forse le festività dovrebbero essere riviste…

 

25.12.2000


LA BOMBA

 

E’ scoppiata la bomba al Manifesto,

è insulso, come tanti altri, il gesto.

Brigate rosse? Di rosso c’è ben poco,

se non il sangue,

negli attentati terroristici.

Vi siete fermati ai comunisti mangia bambini!

Ignoranti!

Ipocriti miei concittadini!

Io e altri siamo qui e così…

Guardate ed imparate!

 

Dicembre 2000


18.30

 

Alle 18 e 30 accendi la tivù…

E alle domande dei quiz rispondi tu.

Visto che l’ignoranza regna sovrana,

e che non si distingue la planimetria dalla culinaria.

 

19.12.2000


MERDA

 

I miei vicini sono merda,

gli abitanti di questa città sono merda,

il Natale tra rosso e parenti è merda,

lo sport è divenuto merda,

la cultura è morta e ciò che resta è merda,

la televisione è merda,

il grande fratello e le elezioni americane sono merda,

ipocrisia e falsità regna nell’uomo,

perché l’uomo è merda ormai.

Il mondo sarebbe bello,

è di merda solo perché l’uomo è di merda.

Se molti uomini di merda morissero o non nascessero,

il mondo sarebbe meno di merda.

Se io fossi merda inizierei proprio ad offendermi.

 

Dicembre 2000


NON PIANGO

 

Non piango più,

seppiatelo.

Ho messo la corazza,

contro questa gente di merda e questa vita pazza.

Non sono arido solo quando come e con chi voglio.

Per il resto di voi altri sono uno scoglio e faccio male.

Attenti allora: non inquinate il mio mare.

 

21.12.2000


PER TE

 

Non te ne dedico poesie,

perché il movimento tellurico che provochi nel mio corpo,

nella mia anima e nella mia vita,

la misuriamo con situazioni vissute e non con parole cancellabili,

con carta che potrebbe bruciare.

Leggi invece di me e del mio mondo,

che in quello di tutti c’è troppo da cambiare!

 

24.12.2000


LA FIRMA DELLA MORTE

 

C’era la firma della morte.

Firmò con la falce intrisa di sangue.

E mille corpi stesi,

mille morti alle famiglie mai resi.

Buon Natale mondo e

Condoglianze.

 

23.12.2000


FINE NOVEMBRE

 

Ecco dicembre,

nazareni e Bernardette,

vallette nude o con palliette,

sorrisi e colori finti nelle televisioni,

oppiacei prologhi delle più antiche religioni.

Ed io filo-marxista sarei il primo della lista,

per volare, se esistesse il Paradiso.

Ma sono ateo praticante,

non mangio mucche pazze e scrivo,

e voi mi fate quasi tutti schifo.

 

29.11.2000


LA GRANDEZZA

 

La grandezza della volontà dell’uomo mi fa piangere,

commuovere.

La pochezza della quasi totalità degli uomini provoca…

Un non battito,

un non respiro,

un odio.

 

1.12.2000


INTERMITTENZE

La luce intermittente natalizia colora i bui delle case.

La voce roca di un antico Venditti.

Il mio pensiero a te mediterraneo amore mio,

mentre sono solo in questa stanza marrone.

Il mio essere areligioso,

apolitico,

ma pieno di fede,

comunista.

Ho paura di morire,

ma è quasi Natale,

non ci voglio pensare.

Mi manca la tua pelle e la tua luce,

brillante di sorrisi.

 

22.12.2000


ULTIMAMENTE

 

Ultimamente mi commuovo spesso,

e come stella cadente lacrima mi bagna il viso.

Anche se il mio sguardo resta deciso.

Forse sei tu che mi ammorbidisci il cuore,

e trovi terreno fertile per questo nostro amore.

 

29.11.2000


A PITTURARE

 

Sono tornato a pitturare,

molto spesso.

Sono tornato a dipingere per me, per te e per chi mi vuol bene.

E uso colori come usavo parole,

e narro di dolori e di un amore.

Utilizzo gesso, colla,

e poi matita, riso…

solo così ritraggo brandelli di una vita.

 

19.11.2000


AGGIORNATO

 

Ho aggiornato le poesie.

Novembre, dicembre, gennaio,

parole tue e parole mie.

E sei presente più di quello che pensavo o ricordavo.

Già… tutto è naturale…

Quasi non faccio caso al fatto che ti amo.

 

21.1.2001

 

IL DOTTORE

 

Siamo in introspezione

Cambiamo e capiamo

Siamo un barlume, l’uno per l’altra

Scienziati giunti a nuova scoperta

Siamo una strada nuova, su una vita aperta

Siamo trasparenze che ci rendono fertili

Fertili d’animo

 

Nel minuscolo spazio di un seme

Esiste già la quercia

Come nel poco NOI che esiste,

c’è una storia futura.

Ma gli ambienti circostanti,

intossicati nella loro esistenza da persone cattive,

come noi non siamo,

ci rallentano l’amore,

senza però farlo morire.

 

Le mani graffianti

Sulle bianche costole

E l’addome

Soffio di capelli e pelli

E sapori labbra e odori

Voci tramutate e sorrisi e sospiri

E gemiti e fremiti

E complici

 

Eserciti di pendolari

Che non sono più animali.

Ed io che ti dicevo tesoro

Mi disinnamoro

E tra valigie agende e diari

Quegli stessi pendolari

Vedono un dottore e non un misero magazziniere

Lo guardavano per  invidia:

per la sua casa, per la moglie e per il suo veicolo.

Ma invece il dottore vive sul lastrico,

non può credere di essere arrivato a un bivio lurido,

sebbene ora sia un respiro ciò che prima era un rantolo

 

A Smirne

Tra Saturno e i suoi  anelli, abitati  da

Scettici in

Sciopero appassionati di semiotica

Furono attaccati da un impero di

Serpenti che misero il

Sigillo giallo appena sentirono cantare il gallo!

 

 

 

 

Sono Esoterico

Sono  la Somma e la divisione

Ma non finzione né asino da soma

E tu sei il  sole

E io Palombaro e sommergibile incorreggibile  e incorruttibile

Tu Portaerei e io planerò su te, mia grotta ed io

Speleologo, pronto allo

Speronamento

 

Onomastici e volti e cognomi onomatopeici, uccisi da

Sindromi sterili, x avvelenamenti con

Acero e assenzio.

Successioni di papi re e presidenti del consiglio, ricette sul coniglio redentori di anime perse. Ed io uso un

Suffisso e attendo la loro

Ghigliottina, loro scampati alle

Crociate e ai templari e alle lezioni di spada e le elezioni di Praga.

 

Tra la Verna  e San Galgano in altra vita risiedetti da templare, avendo cento concubine e mille figli, solo con rapporti epistolari, e scrissi tomi sullo schifo etereo e materiale che l’uomo avrebbe prodotto di lì a poco. Ma la

Trascrizione delle idee in pratica fu solo merito tuo, forte e fredda se serve, donna e bambina, con un sensuale neo. Io che scoprii la

Tratta commerciale di cuore e anima, per cui si doveva pagare dazio, già ai tempi della

Dinastia gallese.

Chirotteri di anime dei lavoratori, non ucciderete mai comunisti

Vulcani come me

 

 

Ho un paio di capelli bianchi,

avevo fino a poco tempo fa una moglie.

Ma i sentimenti miei non sono stanchi,

e non ho più le doglie.

Avevo casa macchina e lavoro,

e una famiglia che pareva oro,

invece dio denaro è arrivato,

e mi son risvegliato, e son rinato.

Perché essere non è avere, e tu:

Contemporaneamente,

fluttuante, nella mia mente,

femmina e docente,

interessante e intelligentemente accattivante.

Tu con un neo,

tra mille ospedali,

guai familiari,

chilometri telefonate e funerali…

e d’improvviso liberi dai nostri passati,

magari feriti,

ma emozionati,

perché siam simili,

perché ci siam baciati.

 

Sono la stecca nel coro,

l’orto che brucia se non lo annaffi con le tue lacrime di commozione,

sono l’orgoglio che da quanto ne ho, sembra che non ci sia.

Io sono difetto e pregio,

sono un folletto e un mago.

E tu sei sinuosa ma ondivaga,

nelle tue passionali decisioni miste a briciole di bugie.

Assieme su due piedi sembriamo il caos…

Ma il caos di una tempesta sul mare, ad esempio,

non è terribilmente passionale e perfetto?

 

Misi sulla bilancia una zucca arancione e un elefante

E vidi che questo pesava di meno.

A terra l’ombra, mi diceva che la zucca pesava di meno.

Nella mia mente non esisteva la differenza tra la realtà e l’ombra,

non esisteva la bilancia.

Esisteva solo la zucca e l’elefante.

Carezzai l’animale e mangia la zucca.

 

Era contorta la lamiera così come la mia anima.

Da ore avrei voluto compiere azioni deleterie al noi.

Ma mi son stupito, ho visto dove avevamo fatto gli stupidi .

Sei uscita indenne tu da in incidente, io da un pensiero inconcludente.

Adesso deceleriamo e mano nella mano questa storia la facciamo decollare,

solo la forza di gravità ci impedisce di volare

 

L’amore cresce o decresce fino a finire.

Per un litigio o per un tradimento.

Non diviene volersi bene,

causa patimento.

Non ho pentimento di non guardarmi attorno,

aspetto solo un passionale dolce ritorno,

le risa di un girotondo,

la condivisione di un entusiasmo tangibile,

e non di una tensione vigile.

Il ritorno del pensiero a un monolocale o a una gita in Puglia,

o ad un pacchetto sotto l’albero la notte di vigilia.

Una valigia, ma una sola, non due.

Le mani mie, le mani tue.

 


Quando le pulsazioni del sangue nelle vene,

si confondono ai battiti di cuori

veloci

impazziti

e coi respiri affannosi di piacere.

Quando le bocche attaccate si divorano

Quando tutto è pace e serenità

Quando questo tornerà

Saremo vivi

Saremo noi


La vita inizia con la radice di una rosa,

poi spine percorsi…

ma, attento a non bucarti sali,

verso petali di respiri, passione, luce.

L’odore del sangue che esce da un dito,

se una spina buca…

il sapore dell’emozione dei petali.

Dolore e piacere.

Il gioco vale la candela.

 

Un filo diretto,

ognuno il suo.

Poi un destino,

un amore clandestino,

un’onda di mare

e un raggio di luce,

un gesto, una voce.

Nel caos aspettando la pace,

per volare,

in punta di ali,

sull’orizzonte…

per un noi stupendo e ubriacante.

 

Milano, San Siro e La Fiera.

Milano di sera.

Milano d’agosto,

il cimitero il Castello Sforzesco,

stasera esco.

E una foto.

L’arco della Pace,

Milano grigia di pece.

E la Triennale

Milano complessa banale.

Santa Maria delle Grazie e Sant’Ambrogio,

San Lorenzo e il mio orologio,

che si ferma a La Scala.

Milano che bara, il Duomo la sua Galleria.

Milano adesso un po’ mia.

Milano son stanco,

mi vedi?

Sbadigli!

Che belli i Navigli.


Le terre d’Otranto

I suoi mari

Santa Maria di Leuca e San Roca.

La voce roca e fioca per una notte lunga di falò.

Puglia, domani dove sarò?

Torre dell’Orso, Maglie, Torre Paduli,

un barocco eccessivo,

un caldo abrasivo.

Gallipoli e terre che sanno di Grecia e Sardegna,

di Irlanda e preistoria.

Puglia ridammi la gioia!

 

Suona la banda nel piccolo paese,

gente senza pretese,

processioni,

donne sedute a guardar dentro casa,

uomini in canotta e rughe a guardar fuori casa.

Case bianche, banane.

Le mie solite telefonate vane.

Le Pajare tra la vegetazione di olivi.

E radio tunisine e albanesi

E i miei sogni accesi:

un nostro sirtaki.

 

Uva e more sui viali.

Miglia e miglia di Puglia.

Pesce.

Son come un fuoco artificiale,

ma sono naturale.

Cammino lento sulle pietre del Salento.

Pizzica e Taranta,

gente che non si stanca.

Un vino rosso e pastoso,

un tamburello e danze e peperoni.

Un barocco di cattedrali e chiese,

odore di Magna Grecia.

 

La conversione dell’innominato,

che ha in comune con me?

Me lo chiedo su un treno.

Dieci giorni.

Da grattacieli a Milano e cactus pugliesi.

Vita, cosa ti feci? Cosa ti chiesi?

Un ladrone chiese a Gesù di andare in Paradiso.

Lui rispose “Stasera stessa tu sarai in paradiso con me”.

Questa chiara certezza non la pretendo.

E non mi arrendo.

Magari fallendo come Edipo,

ma più forte di gioie e sventure ci sono io,

un uomo, altro non c’è!

Cammina Maurizio,

la vita non è solo un supplizio.

Mai a testa bassa amico Roveri,

ne tra i ricchi ne tra i poveri.

Chi legge Gente sotto l’ombrellone,

gente che legge Chi, tra sabbia e puzzo di sudore,

Davanti a mari più o meno limpidi.

Aspettano l’inverno per i business,

per una non elemosina a una vecchia,

per affitti al nero,

per lavori al nero,

per amori al nero.

Ma per cuori al verde, ormai poveri.

Cammina a testa alta Dottor Maurizio Roveri.

 

 

 

VERSO COSE IMPORTANTI

 

NON FU FACILE

 

Non fu facile il primo bacio,

non fu facile il primo sesso.

Fu ostico il primo giorno di scuola,

e il primo compito,

e la prima interrogazione.

Fu ostile il primo esame all’Università,

fu duro anche il primo allenamento

e doloroso il primo intervento.

Insicura fu la prima lezione di guida

E la prima rasatura.

Fu curiosa la prima peluria pelvica e ascellare,

fu sonoro il primo e unico schiaffo.

E goffo il primo e unico ballo,

fu gioioso il primo goal

e lamentoso il primo pianto d’amor,

veloce il primo treno

e lento il primo traghetto.

Ma nulla sarà più emozionante di ciò che non ho ancora detto.

 

Febbraio 2003


BATTITI

 

I battiti della terra,

del suo nucleo geologico del mondo.

I battiti nel terreno e le vibrazioni.

I battiti di passi e noci che cadono.

I battiti di martelli di operai,

di gambe adolescenti che corrono

e letti cigolanti che amano.

I battiti del cuore.

I battiti dell’odio e dell’amore.

 

Febbraio 2003


RINTOCCO

 

Al primo rintocco di campane,

un cliente va a puttane,

al secondo c’è una suora con l’ombrello nero fumo,

al terzo rintocco muore un vecchio

e al quarto è nato un bel marmocchio.

Al quinto rintocco di campane,

amiche sveglie dentro a due sottane,

al sesto invece un bacio furtivo.

Al settimo un piatto di riso,

all’ottavo rintocco una scarpa col tacco scappa da un calzolaio,

al nono il piede la insegue arrabbiato,

al decimo il ladro è scappato.

 

28.3.2003


FERMATE

 

Modena, Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza.

In pochi chilometri,

in pochi minuti,

tante fermate.

E le stazioni sono microcosmi delle città.

Voci, volti, facce.

Chi va  a lavoro e chi a scuola,

chi a tradire chi ad amare,

chi a partorire, chi a morire.

Via vai sotto cieli di fine inverno.

 

Marzo 2003


ODORE

 

Non riusciva a capire perché fosse insopportabile,

per lui,

quell’odore.

In un’altra vita forse esisteva quel ricordo olfattivo?

Non erano fiori marci,

né fogna.

Non era gomma bruciata,

né polvere antica,

né creta bruciata,

né morte.

Era vita e non arte.

 

Febbraio 2003


SAPERE

 

Molte persone sanno più di me.

Altrettante sanno meno di me.

Altrettante sanno quanto me.

Tutti possono poi essere consapevoli di ciò che sanno, o no,

e come me invidiare chi sa di più e cercare di migliorarsi,

o non essere consapevoli e non interrogarsi.

Certo avrei voluto più spiegazioni alle mie domande finora.

Ma so che se non miglioro io e il mondo con me,

anche i nostri figli non avranno risposte esaurienti,

né in qualità né in quantità.

 

Febbraio 2003


STUDIO O LAVORO

 

Da quando ho smesso di studiare e iniziato a lavorare…

Ho meno tempo per leggere, dipingere, scrivere e pensare.

E mi sento più stanco per amare.

Il lavoro non nobilita l’uomo.

Il lavoro mobilita l’uomo e lo smobilita.

E più siamo impiegati per più ore e meno ci accorgiamo che i nostri cervelli si atrofizzano… così che,

altri possono da una comoda poltrona

gestirci meglio.

 

Febbraio 2003


7 MINUTI

 

Sette minuti fermo alla stazione di Bologna.

La strage,

le torri,

l’Emilia Romagna,

mio nonno.

L’occhio si bagna.

Mio padre,

suo padre.

Mio padre, suo figlio.

Io.

Bologna, un freddo pungente.

Il treno riparte,

la vita:

viaggio costante.

 

Febbraio 2003


GALLERIE

 

Lunghe gallerie in questo viaggio in treno,

senza te.

Sì scrivevo molto di più prima di averti.

Ma nelle parole cercavo una stabilità felice che ora ho,

e che per questo non cerco più.

Spesso sono minuto come le tue mani,

altre volte prorompente come i tuoi seni.

Spesso taciturno come il tuo animo.

Ma sempre son io,

amore mio.

 

Febbraio 2003


MAH!

 

Mah, non capisco.

Negli asili e nelle scuole dove sono stato,

muri sporchi e mondo poco colorato.

Nell’ospedale dove son ricoverato:

ore 18.25 cena, pastina scotta e purè senza sale.

Nei posti dove ho lavorato mente lenta e ciclica depressione.

Ma come fanno le persone?!

Fuoco negli stadi,

pugni in camera e senato.

Povero mondo come sei combinato!

 

28.2.2003


STRANIERA O NERA

 

Se ti svegliassi e fossi straniera,

o nera;

se mi svegliassi e fossi ladro o indiano;

in altre vite future o già state,

niente cambierebbe del nostro dolce,

passionale e a volte arrabbiato amore.

 

27.2.2003


CUGINA

 

La cugina della morte è l’apatia.

Contagia ipocriti e bugiardi,

che non si accorgono,

o se si accorgono ormai è tardi.

La cugina della falce e del nero,

contagia l’uomo di cattiveria e di mistero.

 

26.2.2003


TIRI ALLA FUNE

Quanti tiri alla fune,

per studio o per lavoro.

E mani provate dalla corda tenace.

Tiri alla fune sciocchi con mio fratello e con i miei.

E con altri che credevo si facessero i fatti miei.

E io sbagliavo e facevo tiri alla fune,

come a volte faccio con te,

anzi come il mio passato triste fa col tuo passato difficile.

Amore mio non è stata una vita facile finora,

menomale con te sarà un po’ meno dura.

 

25.2.2003


DIALOGHIASSURDI

 

La locomotiva parlava all’aeroplano,

che la prendeva in giro perché andava più piano.

La bici e la vettura,

scherzavano il sidecar,

per quel terno di ruote che usava per andar.

E l’uomo un po’ altezzoso disse:

“V’ho costruito io,

però con le mie gambe vado veloce anch’io!”.

Volava in quel momento sul cielo della terra,

uno stormo di aquile, che scrutando quella scena,

volando assai veloce, pensava a quanta pena.

 

Marzo 2003


BANDA

 

Nella banda giovani e vecchi.

Donne e uomini e bambini.

Nella banda tamburi e violini.

Suoni diversi ma sincroni.

La banda suona tra i vicoli.

Vicoli di città povere non solo di moneta.

Musica, menomale esisti in questa vita.

 

Marzo 2003


RIMEDIO

 

Per chi vive di merda ho un rimedio empirico.

Smettere di vivere da stronzi so che è difficile e antipatico.

Dovrete adeguarvi.

Perlasca e Schindler.

Storie di uomini e di vite per salvare vite.

Villeneuves, Senna. Veloci cuori limpidi.

Coppi Bartali Pelè… era il tempo che avrebbe fatto per me!

 

Febbraio 2003


LONTANI DAI MAIALI

 

Il gioco di ruolo, una tunica di seta, un bosco, un gruppo,

più persone ma una sola emozione.

Devastante è che il divenire adulti, soffochi gli spazi mentali,

dovreste giocare di più uomini,

sareste più lontani dai maiali.

 

Gennaio 2003


LA GIORNATA DELLA MEMORIA

 

Sogno l’Irlanda del nostro viaggio di nozze ormai prossimo,

peccato che la tivù mi distragga:

Guerre stellari dovrebbe essere solo un film,

non una notizia da animali rari.

Guerre?

Sfogatevi a Risiko!

Soldi?

Usate il Monopoli!

Giornata della memoria?

Sarebbe meglio non ricordare ma riscrivere la storia

 

27.12.2002


LE DUE TORRI

 

Il nano è in un quadrato… l’elfo è una virgola, un punto interrogativo,

i maghi sono la luce e il buio, l’anello è la volontà di mille vite di popoli di idee di fede di cattivo e buono…

sembra solo un film,

sembra solo un libro ma è un miracolo,

la musica il verde degli alberi il grugnito degli orchi.

Le lame contro di duelli di spade, fiamme e vento.

E parole e battute e scene… amore morte speranza amicizia.

 

Dicembre 2002


FUSI ORARI FUSI DI TESTA

 

Chi prima chi dopo per via del fuso orario,

si svegliano:

l’attore che fa un lavoro bello da sempre sognato e ben pagato,

il cantante, che fa un lavoro bello da sempre sognato,

il calciatore che fa un lavoro bello da sempre sognato,

il pilota che fa un lavoro bello da sempre sognato,

il politico che fa un lavoro da sempre sognato da tutti criticato e assai ben pagato…

poi ci sono loro che si svegliano prima per un lavoro odiato e sottoretribuito,

poi ci sono io figlio dei miei genitori e sangue di mio fratello che mi sveglio accanto a te in piccola casa con l’odore del sugo della sera prima e la voglia di un figlio, con un’auto sotto parcheggiata che non sai se parte per via della brinata, io accanto a te che mi vesto lento e assonnato,

perché la sera prima anche se stanco t’ho amato,

mi sveglio,

e ci sono pile di libri letti e fogli da me scritti e sulle pareti quadri da me colorati,

al posto della carta da parati… e esco per un lavoro che non mi aspettavo e non sognavo ma che ci porta soldi.

Perché quello oggi conta nello schifo di questo mondo.

Il curriculum non è vitae ma vitale in questo tempo acerbo e troppo maturo,

da essere marcio,

vitale perché ti serve perché se no si perde, in questa vita.

Meccano, tivù in bianco e nero, sindacati,

Big Jim… anni settanta…

Avessi avuto quarant’anni allora, la mia anima non sarebbe così affranta!?

 

Marzo 2003


PIU’ ME

 

Se ci fossero più me ci sarebbero troppi bestemmiatori.

Se ci fossero più me ci sarebbero troppi idealisti.

Se ci fossero più me, a educazione fisica si giocherebbe solo a calcio, e ciò non sarebbe democratico.

Se ci fossero più me non ci sarebbero molti autisti modello, ma sentiremmo più volte parole come scusa prego permesso grazie.

Se ci fossero più me ci sarebbero molti silenzi in più…

agli orari dei talk show e delle telenovela.

Ma molti accendini e posacenere in meno.

E per cui forse meno tumori ai polmoni.

Se ci fossero più me il razzismo non avrebbe spazio neppure su un vocabolario,

religione politica e fede sarebbero un tutt’uno nella filosofia di vita quotidiana.

Se ci fossero più me il basket fallirebbe e le chiese non farebbero più messe,

forse anche perché non ci sarebbero più preti.

Se ci fossero più me tutti una volta ruberebbero o andrebbero a puttane,

ma solo una volta, e nessuno mai ucciderebbe.

…Se nessuno mai ucciderebbe, guerra non ci sarebbe mai.

…Se guerra non ci sarebbe mai, il mondo sarebbe migliore.

E nessuno direbbe sempre sì al padrone abbassando la testa.

Anzi non ci sarebbero padroni, al massimo posizioni più alte ma da raggiungere con gavette lauree e sempre in bilico in caso d’errore più o meno grave.

Se ci fossero più me ci sarebbero più polemici,

ma non ci sarebbe più polemica tra maggioranza e opposizione.

Se ci fossero più me io non sarei unico, e mi dispiacerebbe molto,

e tutti sarebbero forse poco modesti, ma questo potrebbe giovare parecchio.

Ma quando le poesie e le situazioni hanno troppi se, ciò non è buono.

Ma davanti a polizia e finanza corrotte, se io fossi un malato di tumore, mi riempirei di tritolo le tasche e andrei in posti tipo Montecitorio.

 

28.3.2003


Aprile

E’ quasi fatta per il mutuo…

Due lavori e due cuori.

I bigotti dicono che l’ultima cena non è solo e soltanto un quadro magnifico.

Io so che questo è l’ultimo aprile da fidanzati,

perché ormai siamo arrivati.

Arrivati ma non al traguardo ma alla partenza.

Perché che vita è senza te?

Sono fatto dei miei, di te e di politiche,

fatto di musiche e religioni tutte mie,

di poesie e valori,

di pianti e dolori, di progetti seri,

veri,

come noi.

 

Aprile 2003


IRLANDA

 

Gulliver e il suo autore sepolto sotto di  me, sotto di te.

Celti, vichinghi, siti monastici.

Università e gente giovane, nazione giovane.

Protestanti, cristiani,

gli U2 e il trifoglio.

Parco di Phoenix: un verde che sembra variopinto.

Lo stile georgiano e normanno e vittoriano…

E le birre e la musica in temple bar.

Trinity college, tra amori di giovani ragazze e ragazzi rossi di capelli,

e il libro evangelico.

San Patrick e il fiume Liffey,

Joyce e la dogana

Oscar Wilde e il nostro primo viaggio insieme all’estero.

 

Maggio 2003


AEREO

 

Da qui sopra il cielo è tutto uguale e diverso.

Verde di vallate, boschi e pianura e blu di cielo e mare.

Stadi, circuiti, case, piscine, fiumi, laghi, tetti e brulicare.

Oggi abbiamo volato.

È tutto bianco di neve e alpi, di ghiaccio e nuvole

Città minuscole uomini inesistenti.

Movimenti statici.

Laghi… fiumi… come da geografia… come da mappamondo.

 

11.5.2003


MATRIMONIO E VOLO

 

Tra i sei mila e i dieci mila:

Il cielo è capovolto.

Le nuvole non son sopra ma sotto di te e di me.

Sembrano latte.

Sembrano panna e cotone intrisi di gelato.

E Ieri?

Tutti vestiti bene: io e te, due famiglie e due anelli. Tre famiglie, da ora.

Quante emozioni ieri sposi oggi voliamo in cielo.

 

Maggio 2003


LA VOCE MUTA

 

Se avessero ragione ora che siamo in cielo sopra le nuvole dovrei sentire meglio la tua voce.

Ma non ci sei e la voce che sento è di mia moglie e il ricordo che ho di ieri è il sorriso dei miei.

Ossia le mie due famiglie le mie vere fedi: fede negli uomini e nelle pratiche concretezze quotidiane.

E tu?

Storia antica, come i dinosauri, Cicerone e Mao, ma nulla più.

Dall’aereo guardo giù e sembra un mondo troppo vivo o troppo morto, fermo.

E precisi disegni di campi. Continuiamo il viaggio.

 

Maggio 2003


AL CONTRARIO

 

Letteratura, cinema, sport.

Beckett e Wilde e Joyce e Yeats e i vichinghi e i celti e i siti monastici e Cronwell e le colonizzazioni e San Patrizio.

Caro italiano. Non hai tutto tu, non sei tutto tu. Non sai tutto tu.

Le colazioni abbondanti e l’inno, che non serve la partita di pallone per cantarlo. La libertà e il nazionalismo, molti giovani e molti che non lo sono lo ridiventano con l’irish coffee e il  pucheen  o la guinness.

Mucche, verde, cani, verde, cavalli, verde, pecore e capre e ancora verde.

Qui c’è il neo gotico e mura di cinta.

Qui si guida al contrario…

E se al contrario vivessimo qui invece??!!

 

Maggio 2003


NOZZE IRLANDESI

 

Dublino: custom house quay , San Patrick, la cattedrale, il castello e le prigioni dublinesi, il river Liffey, Marrion square, il Trinity college e il book of Kell, Fitz William square, il Phoenix garden, O’Connel street, temple bar, la sera alla trattoria Tailors three rock a mangiare locale e a vedere e sentire ballare e cantare the Merry plough boys.

Poi Kilkenny: San Canice, cattedrale e castello, Cashel nel munster per la rocca. La contea del Kerry e l’incontro con Mr Brandon: ammaestratore di cani da gregge e le sue undici specie diverse di pecore: favoloso soggetto locale!!

Ring of Kerry: e la penisola di Iveragh, un laboratorio di salmone affumicato e l’assaggio, Killarney e il parco e l’arboreto, Killorglin, ladies wiev, Waterville e Snemm, Bunratty e il folk park, Moher e scogliere e veduta delle Aran con pioggia che cade su occhi gonfi ma mai stanchi del nostro fare l’amore. Galway e i currach dei pescatori e i racconti di mio fratello che si fondono a quelli della guida.

Il Connemara, Clifden e le torbiere, la leggenda del fantasma delle paludi del Connemara, la desolazione mistica del Clonmacnois e il monastero sullo Shannon, Kilbeggan e la distilleria Locke con assaggio di sidri antichi dai profumi affumicati.

E passaggi dal Tipperary, da Limerick e Adare, da Kildare e Waterford e Tralee.

E che dire delle colazioni delle birre della gente dei landscape dell’irish coffee del sesso dell’amore delle foto della stanchezza che in vacanza non arriva mai, e dei progetti sussurrati nelle orecchie in un letto di stanza d’albergo. Belle le nostre nozze irlandesi!

 

Maggio 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN PO’ FORREST

 

Mi sento un po’ Forrest Gump.

E tu non puoi addormentarti lì, così,

mentre lo guardo,

perché se no piango.

Mi sento un po’ morto,

ma di più rinato.

Scusami se ogni tanto…

Beh, hai capito.

E spero tu l’abbia capito come ti amo,

quanto ti amo.

Mi sento un po’ una risata e un po’ una lacrima.

Un po’ mio padre e un po’ mia madre,

un po’ mio fratello un po’ uno sconosciuto con un gran fardello.

Mi sento tanto me,

mi sento solo per te.

E se mi sento sono!

 

14.6.2003


SARO’ RAZZISTA ALLORA????

 

Se fossimo tutti omosessuali,

il genere umano finirebbe,

per cui è spiegato con un ragionamento di filosofia dell’assurdo,

che l’omosessualità è una cosa sbagliata.

Se tutti fossimo ladri,

tutti ruberemmo,

e ci sarebbe uno scambio continuo di merce rubata:

io ruberei e sarei sottoposto a furti.

Alla fine le cose rubate ri-arriverebbero nelle mani dei primi proprietari.

Perciò rubare è una cosa sbagliata.

Se tutti fossimo assassini,

tutti uccideremmo,

e alla fine il genere umano finirebbe,

quindi uccidere è sbagliato.

Son tre assunti inopinabili.

Io, un cinese, un senegalese, un iracheno, un russo e un americano?

Siamo tutti uguali: due mani, un cuore, due occhi.

Dette queste cose inopinabili, si passa purtroppo all’opinabile.

Io vivo la filosofia dell’essere e non dell’avere.

Scrivo, leggo, dipingo, amo, piango. Io amo la libertà e la democrazia.

Ma credo che ci siano persone che sentono Guccini e altre Manson,

credo che ci siano persone che vedono Il grande Fratello e altre Quark,

credo che ci sia chi legge Pessoa e chi Donna moderna,

credo ci sia chi piange per un tramonto e chi si spalma di unto in piscina,

credo esista chi si piega ma non si spezza davanti a uno stronzo di capo a lavoro,

e chi si spezza per i suoi addominali per essere più duro.

Scusatemi tutti ma non sono io che sparo giudizi e sentenze razziste,

è il mondo che non è affatto divertente, anzi parecchio triste.

 

22.6.2003


ADULTO

 

Divenire adulto voleva dire non giocare più?

Voleva dire sommare le spese,

sottrarle dagli incassi

e vedere che non bastano i soldi?

Voleva dire 40 ore di lavoro settimanale sottopagato?

Sì, in questo mondo sì.

In un mondo giusto sarebbe stato diverso.

Sarebbe stato essere padre quando ti sentivi pronto di cuore,

non di portafoglio.

Sarebbe stato continuare a giocare ma in modo più maturo.

Sarebbe stato vedere le foto passate e godere del presente pensando al futuro.

Chi ha ucciso la serenità degli adulti?

Chi ha distrutto la bellezza delle tempie brizzolate di saggia esperienza?

 

Settembre 2003


TERMINATO

 

Abbiamo terminato il trasloco amore,

e non è poco.

Sotto, nel parcheggio, c’è una nuova auto.

Solo da maggio siamo sposati,

e risa e pianti ne abbiamo già vissuti.

Salita e discesa, la vita è un miracolo e va presa.

Ci apparteniamo, mentre facciamo l’amore in un nuovo letto,

sotto un nuovo tetto.

Mentre canticchi e fai le pulizie o cucini.

Siamo vicini.

Ci sono altri vicini.

Stessi sogni stesse paure.

Noi sempre diversi, sempre uguali.

Noi a volte invidiati a volte criticati.

Noi sempre insieme da quando ci siamo trovati.

 

4.10.2003


I VIAGGI DI GRULLIVER

 

A scuola lo sfottevano, gli davano del grullo.

A calcio lo ridevano ma lui faceva fallo.

Alcuni lo evitavano, e lui scriveva.

Alcuni ne parlavano, e lui cercava e dipingeva.

Trovò insegnati impreparati,

calciatori strapagati,

politici malati,

datori di lavoro dai cervelli ibernati,

amici falsi e fallati.

E continuava il viaggio in un mondo di grulli.

Poi scoprirono che amava una donna che lo amava,

che amava il fratello e i genitori che lo amavano,

e anche i pochi amici che amava lo amavano,

mentre gli svariati nemici lo invidiavano.

Tutti avevano provato a legare il gigante a terra.

Ma i lillipuziani non furono forti come il suo amore,

la sua religione, la sua politica, i suoi quadri e le sue poesie.

I lillipuziani non furono forti come il suo comunismo, la sua passione,

né come i suoi sogni o la musica, né come l’orgoglio e la sua dignità e sete di libertà e democrazia.

Fu allora che i viaggi di Grulliver finirono,

per iniziare sui libri da far studiare a lillipuziani e non.

Per imparare a vivere anche sbagliando e non essendo perfetti.

 

Ottobre 2003


TUTTI VOI

 

Tutti voi,

cantanti,

attori,

sportivi,

modelle.

Tutti a dedicare libri, goal, film e canzonette.

Tutti voi novanta sessanta novanta, tanti soldi e tante tette.

Ma a me chi me lo dà il palcoscenico?

E che palcoscenico mi date per dire dell’amore,

per mio padre e mia madre e i loro dolori?

Che trasmissione mi date per l’amore del fratello,

o dell’amore bello della moglie?

Ingiustizia è fatta, mondo con le doglie d’aborto!

Voi vip: very ipocrit person.

E io?

Sconosciuto eccezionale?

 

13.10.2003


SCIACALLI

 

Quale fosse l’etimologia di demografia,

o quale il valore della Sfinge, non lo seppi mai.

Io, tra le dune, con le mie penne da uomo,

con le mie piume di fagiano.

Io, che molti mi si rivolgevano con devozione,

io non duca, meditante su ellissi ed eclissi,

solo grazie alla sete di curiosità del gene della mia famiglia.

Sarebbe stato così anche se fossi nato nell’età dei metalli,

sarà così in futuro, in questo mondo di sciacalli.

 

19.10.2003


NON NOBILI DI COSTUME

 

Non sono il mare Egeo,

sono un po’ ermetico,

forse sono di una razza in estinzione.

Amo i rapporti epistolari,

sebbene non ne pratichi da un po’.

Non sono albino,

ma la stanza della mia vita ha un ottima acustica,

come un’abbazia, colma di nobili d’animo e non di costume.

 

18.10.2003


RADIOATTIVO

 

Certe situazioni sono abrasive per la mia anima.

Lei è facile a lacerazioni, da sempre, dalle prime emozioni.

Peccato o per fortuna non ho un clone,

e peccato per voi, non sono un coglione,

dato che, diciamocelo,

meno cervello abbiamo noi del popolo, più voi ci gestite come burattini.

Con me cascate male,

sono combattivo,

mi piego ma non mi spezzo al vostro vento radioattivo.

 

17.10.2003


PAGINE DI STORIA

 

Assaporatemi!

So di cedro.

Non sono un coleottero,

e non ho artiglieri al mio fianco.

Non conosco l’araldica dei vostri cuori,

se no non aprirei il cuore a tutti, ma solo a chi ha i miei stessi colori.

Avete anime fossili, e io al vostro cospetto,

vivo e sono pagine di storia.

 

19.10.2003


8 ZAMPE

 

Ci sono culti da svolgere sotto le ombre dei baobab.

Altri da accompagnare coi suoni delle arpe di bronzo.

Oh, se solo fosse povera solo l’arte,

se solo fosse morta solo la natura dipinta!

Allora ricorderemmo ancora precursori e pionieri dei sentimenti.

Ma siete aracnofobici nel momento in cui ho 8 zampe curiose di mondo.

 

Ottobre 2003


ASIA

 

Nell’arcipelago del cuore ci sono stato!

Sì!

Quando ho fatto il mio viaggio mentale in Asia.

Tu eri con me. E compravamo regalini per le nostre famiglie.

Ma che sbadato! siamo noi le nostre famiglie!

Se fossi un giudice suonerei assoluzioni con cornamuse antiche.

Non amo l’aviazione né conosco la balistica.

Ma ho la tua complicità… il resto passerà.

 

Ottobre 2003


SONO MONDO

 

Non vivo nella beatitudine.

Non sono mai stato alle Barbados.

Non sono un commediografo ateniese.

Voi siete daltonici quando dipingo senza forme e solo colori.

Non sono Gaspar David Friedrichk.

Ma lo studiai.

E sono un po’ di tutto ciò che ho letto, visto, studiato morso e bevuto.

Allora sono mondo.

 

Ottobre 2003


CAZZI

 

Son tornato dallo “psiche”!

Mi sa che ci si piace!

Come smisi di mordermi le unghie,

smetterò di stare male se il mondo non funge!

C’è una vita,

ci sono io, ci sei te.

Ci siamo noi.

Il mondo?

Cazzi suoi!

 

Novembre 2003


ANORMALE

 

Troppi papi forse nella storia.

Evoluzione?

Rivoluzione?

Sono un intaglio, sono un intarsio.

Non ho mai avuto genitori o professori a comandare.

Non ho mai voluto altri o datori a fare da padroni, né amici né parenti né opinioni.

Forse son fuori tempo o intellettuale,

o troppo normale in questo mondo che è fuori norma statistica oltre che anormale!

 

Novembre 2003


INTERCAPEDINE

 

Sei nell’intercapedine dei miei giorni, della mia anima.

Per questo non scrivo molto di te.

Ma lì dentro dove sembra esserci poco posto,

hai un ruolo di privilegio,

ma non ci sei da sola.

C’è il passato, c’è la scuola.

Massi e Stefi, altri e i miei, lo studio,

poesie e pitture.

E tutto sa di te.

Ma non scrivo, se ci fai caso, ormai più di tutto ciò che è nell’intercapedine.

Per cui non essere gelosa.

Lì nel buio lucente e nel silenzioso frastuono,

c’è ciò che è stato.

Oggi e ora io e te e noi, invece viviamo per cambiare un po’ persino il mondo.

Son così, io. Scusami se a volte erro.

Sono Iran e Parigi anni venti.

Sono vulcano e lago di ghiaccio.

Sono te e noi nell’intercapedine.

 

Novembre 2003


ENCICLOPEDIA

 

Fiordo, fenice e dittatore.

Flebo di vita,

vecchio sul trattore.

Fibre e fermentazioni.

Lotte e rivoluzioni.

Geysers.

Girasoli.

Alleati e canti gregoriani a ferragosto.

Idrogeno e filantropo,

trascendentale e trasale un tizio!

Sono filtro… se leggo l’enciclopedia.

 

Novembre 2003


GERICAULT

 

Frattali e frati,

tizi e tali.

Guscio e Guatemala.

Illecito è vivere in certi modi.

Io mangio salmone, ma non in eccesso.

E sono interdisciplinare e infinitesimale.

Conoscete il garantismo?

E il garofano?

Dio mio gelo!

Graffito e graffiato.

Genealogie e genziana viola!

Sono io.

Sono sulla zattera della medusa di Gericault.

 

Novembre 2003


IO E LANCILLOTTO

 

Stavo accendendo otto lampade,

in un altro tempo.

Con me c’era Lancillotto.

Fuori lava e lapponi.

Ora ero in una segheria francese,

sì mangiavo solo legumi,

ma ero la rivoluzione

 

Novembre 2003


MA VIOLENTO

 

Nessuno è perfetto!

Neppure io, purtroppo.

Ma sono piuttosto intelligente.

Ma troppo poco forte.

Non credo a nessun dio.

Ma prego che non succeda mai nulla a te, Massi o i miei.

Allora troverei la forza,

e rivoluzionerei il mondo,

trasbordante, inopinabile,

giusto,

ma violento.

 

Novembre 2003


BALESTRA

 

La grande balestra avrebbe ucciso la lepre,

se non fosse stata in letargo.

E le regine egiziane avrebbero digiunato.

Sole, mute, sotto i tetti rossi delle case lettoni.

 

Novembre 2003


MESSERE

 

Messer Maurizio…

Mangia licheni ma sfida il precipizio.

Poi assopito ricorda che c’era un film:

“Cuori al verde”, e messere ha compreso.

Un laureato ha la fama di chi studia e non sa fare altro.

L’idraulico sbeffeggia tale situazione perché trova normale la manualità, e inutile il pensiero.

Un giorno il laureato studia un volume di idraulica… attento manovale… chi ha il cervello scopre anche le mani…

non so se chi ha mani le usa per esplorare il cervello.

 

Novembre 2003


IO e DIO

 

Pare che la perfezione sia solo di Dio.

Io non cammino sulle acque.

Pare io non sia Dio.

Per silloge non sono perfetto.

Ma io non credo in Dio né nella perfezione.

Credo in me e in te.

Credo in noi.

E credo nelle persone,

ma non in tutte,

solo in quelle che da imperfetti imparano e insegnano la lezione.

La perfezione non esiste,

il miglioramento sì.

Ma chi persiste nell’errore è molto di più che imperfetto.

Ah, dimenticavo,

ti amo,

e detto questo…

 

Novembre 2003


VEDO

 

Vedo la morte intorno a me pianeta.

Resti te di vivo: una luna.

E tre satellite più piccolini: e sai di chi parlo.

E quattro o cinque stelle meno lucenti, e sai di chi parlo.

Il resto, nell’immensità attorno a noi, l’universo è morto e morte.

E per fortuna vedo qualità tra il pianeta, la luna, i satelliti e le stelle,

perché la quantità è davvero misera.

 

Novembre 2003


MI AFFASCINA

 

Mi affascina il magnetismo,

e i disegni non porno ma erotici di Manara.

Mi affascina il modo con cui conosco,

anche se mai visti,

Nonno Mario e nonno Cesare.

La mano comune che il mondo dovrebbe dare a se stesso invece mi delude.

E non so come catalogare le impronte digitali delle anime,

tassonomizzando in modo manicheo,

i buoni dai cattivi.

 

Dicembre 2003


SIAMO

 

Siamo marionette,

quasi Merce di scambio,

molti marci di scambi.

Microscopio dimmelo te cosa vede l’occhio nel triangolo,

quello a cui molti credono.

Mimose?

Miniere?

O ministeri, misteri e minestre?

Miti no di sicuro, quelli non più!

Perché non c’è nessuna trinità.

Ma solo l’uomo solo.

 

Gennaio 2004


MINOTAURO

 

Se fossi un Minotauro,

affronterei con più coraggio quest’ennesimo nuovo anno.

Duemilaquattro… quanti caspita!…

Niagara? Mai stato!

Viagra? No grazie!

Invece sono un semplice uomo,

leggo studio vivo lavoro… non avrò pensione,

e sono mal gestito da chi comanda.

Una volta comandavano i comandanti.

E una volta c’erano comandanti come il “Che”.

Oggi Ernesto, che magari da chissà dove,

accanto a Enrico e Gaber, ci guardi,

non comandano né comandanti né generali.

Ma i ladri e cose come Le Generali.

 

Gennaio 2004


DIGERIRE IL DIRIGIBILE

 

Troverei più digeribile un dirigibile,

che molti di voi!

Che ignorate non solo congiuntivi e condizionali,

ma termini come:

nomadismo, nuraghe, Odino, dialisi.

Il picchio muoverà sempre il collo per cercare lombrichi,

l’uomo muterà nei secoli come già è successo.

Ma chi lo ha detto che la staticità si oppone al progresso.

Stai progredendo forse tu,

uomo che ti ritieni superiore alla donna?

E te uomo bianco che ti ritieni migliore di chi bianco non è?

Sì digerirei in modo più indolore un grosso dirigibile,

che non appartenere alla stessa specie di alcuni di voi.

 

Gennaio 2004


CESTO DI FRUTTA

 

Se avete stracci ai piedi,

se siete corteggiati ma non seducibili da poderi e averi…

che valore ha risorgere,

o piangere per una nefandezza,

una nascita o una vita o un film o una canzone…

lo sapete.

Se invece avete avete avete ma non siete…

Plebiscito per voi è un risotto,

saggina un tipo di fagiano,

prole e proletariato parole straniere.

Azzeccato vero?

Presagio e sacro Graal non ne parliamo.

Ma a differirci non è il termine scrigno che io conosco,

è essere o no figli di chi ha mangiato carne simmenthal alle manifestazioni,

anni ottanta… Roma… Piazza San Giovanni, per lottare.

Lottare per valori oggi per voi sepolti.

Per fortuna che:

la mia vita è un cesto di frutta,

lavorato da sapiente artigiano,

e tu ne sei il vimini che gli dà la forma.

 

Gennaio 2004


LO AVEVA FREGATO

 

Il pendolino per l’ipnosi lo aveva fregato:

stop bugie e falsi sensi di colpa e ogni altro reato.

Ora non poteva più fare la vittima e nascondersi dietro a un dito.

Perché tutti gli altri avevano abbassato tutte le dita.

 

Gennaio 2004

 

DUEMILAUNO MARI DI

 

2001 MARI PER TE

 

Ho duemilauno mari per te,

pronti.

Con laghi, fiumi, affluenti,

oceani di acque chiare,

tiepide,

dolci e amare.

Nuotaci,

pescaci,

bevili.

Vivimi.

 

19.2.2001


NASO

 

Un naso irregolare,

due labbra da baciare,

pelle da accarezzare,

occhi da guardare,

carne chiara,

esili ossa,

seno fiorito.

Vite legate,

anelli sul dito.

 

20.2.2001


OMBRA DI ME

 

Sono un adulto bambino,

un neonato maturo,

una linea infinita, incompiuta, indecisa.

Vedo l’ombra di me sul terreno.

Vedo nulla,

son vento,

baleno.

E’ una vita questa…

E lottare non basta.

 

18.2.2001


UN MORTO AL POLO

 

Quanto pesa un morto al polo?

Pesa meno se lo stendi sul suolo,

all’equatore?

Quando si ama di più?

In quali ore?

E chi è che sa la prossima mossa sulla scacchiera?

E ci saranno forme di vita…

Nei buchi del groviera?

 

19.2.2001


POTREMMO

 

Potremmo avere nomi diversi,

avere capelli più mossi,

tenere soldi nelle tasche, sparsi,

essere abili a disfarci dei pensieri,

invece malati di rispetto e poesia,

apostrofiamo inutilmente incompetenti colleghi.

 

10.3.2001


STRANI BUGIARDI

 

Strani i bugiardi che pensano siano vere

le loro bugie.

Campagne politiche che,

lente,

sottolineano come nessun partito mi rappresenti.

Camicie azzurre,

giacche scure,

personaggi con la metaforica scure in mano;

con sgrammaticature e par condicio pronte sul divano.

 

15.3.2001


SIBILLE

 

Sibille e nebbie,

e discendenze e rabbie.

Che gittata hanno i vostri sguardi?

E il tuo cuore?

Caronte portami in perlustrazione…

Certo non sarà come visitare musei,

con strumenti musicali,

o mangiare panna e sangue…

ma ormai ho una certa età…

quasi 1500 giorni

 

29.3.2001


NANNI

 

Caro Moretti,

tu sei un intelligente di sinistra,

tu fai poesia con le immagini,

tu e il tuo cinismo…

tu e la tua dolcezza descrittiva…

mi hanno lasciato con le lacrime,

mi hanno seccato la saliva

 

Marzo 2001


LAVO

 

Lavo panni e piatti,

scopo per terra,

tolgo la polvere come casalinga,

poi cresco piango.

Vivo e soffro.

Amo e ti amo,

e mi ami.

Voglio le chiavi di una casa mia e alla porta di ingresso…

Un mobile,

con sopra il guinzaglio del mio cane,

e tu seduta sul divano mi saluti con un muto sguardo.

 

1.4.2001


IL VAI E VIENI

Il vai e vieni delle onde,

il treno,

la mia voce che ti chiama,

il tuo cuore che risponde.

Viaggiamo,

dormi,

ti tengo la mano.

Il mare accanto…

mi ci divide solo il tuo essermi a fianco.

 

18.4.2001


PRIMO VIAGGIO

 

Il primo viaggio,

assieme,

l’amore che brucia nelle vene.

La gelosia,

la tua, la mia,

il fumo e questo treno in galleria.

Il caldo della tua terra,

calda come la tua passione.

Ti vedo e sento l’emozione.

 

18.4.2001


COSTOLE

 

La magrezza che non ammetti,

in un abbraccio,

vicini e stretti stretti,

esalta le tue costole,

che so di pelle chiara di latte.

E il verde e il mare,

e l’azzurro e il nostro essere amore.

I futuri progetti…

Le costole e tenersi stretti stretti.

 

15.5.2001


GRIGIORI

 

Grigiori anche a primavera,

e raggi di luce in inverno.

L’alternanza nel mondo e nella storia,

da sempre.

E da sempre punti di vista.

Ma da sempre troppi metodi di valutazione,

con parametri diversi,

quasi distorti.

 

13.5.2001


CARI

 

Cari elettori,

tra di voi ci sono traditori.

La balena azzurra ci inghiottirà,

come molti Pinocchio.

Lui non toglierà al ricco per dare al povero,

né, per chi lo voleva,

legalizzerà il papavero.

Suoi i giornali e le televisioni?

Sceglierà allora articoli e trasmissioni.

Non lascerà il calcio rossonero,

e di quei colori ne apprezzerà solo uno,

quello del buio e della notte.

E tra una cravatta e un sorriso beffardo,

nasconderà soltanto botte.

Quando sarete stanchi,

della sua camera e del suo senato,

io comunista vero sarò lontano,

ma senza aver scordato.

 

14.5.2001


VENTISETTESIMO CHILOMETRO

 

Al ventisettesimo chilometro della statale Vita,

c’erano un incrocio e una strada senza uscita.

Alberi grigi e corteccia di cemento.

Né foglie né formiche sul cupo pavimento.

Lanciai un’occhiata:

non c’erano bambini,

né scuole, né panchine e neppure passeggini.

Tirai diritto e del bivio presi l’altra via.

L’incrocio successivo era la vita tua.

 

17.5.2001


SPESSO

 

Spesso la vita mi sembra il battesimo di un defunto.

Ma ultimamente la vita cambia.

Conviviamo noi,

scappano i miei.

Oggi le Eolie,

ieri mi dormivi addosso.

Acqua, vacanze e sole.

Sogno di rotte, mostri marini e navi.

Sogno di etrusche chimere.

Tanti sogni per quanti chilometri percorsi.

 

13.8.2001


BELLI

 

Ci amiamo,

guarda come siamo belli.

Io compio gli anni

E muore Montanelli.

Genova in fiamme,

il caldo dell’estate.

A stento godo delle nostre risate.

 

23.7.2001


ATTORNO

 

Mi guardo attorno.

Ci sei tu.

Passano gli anni.

I miei lasciano Livorno,

per nuova vita.

Divisi solo di chilometri,

sempre più uniti.

Forse grazie a tutti i pianti passati.

 

Luglio 2001


CREDO

 

Credo di aver imparato a nuotare.

Un po’ tardi.

Quasi una laurea.

Quasi trent’anni.

Quasi sposato.

Quasi adulto.

Forse era arrivata l’ora.

Vedo tutto blu.

E sento poco.

Davanti ci sei tu…

Ed un maestro sconosciuto.

 

Agosto 2001


MENTRE

 

Mentre tu eri lontana,

nel calcio Roma è diventata sovrana.

Ho visto la gran festa.

Milioni di respiri, già da una settimana,

di voci e mani chiuse da pugni ben alzati.

Sentivo l’emozione di un mare giallorosso.

Le lacrime scendevano a più non posso.

Tu fossi stata lì non avresti capito.

Io invece invidio le glorie di una rete gonfiata da una palla.

Senza di te non posso amare questa vita di gioie e dolori,

però capiscimi se piango anche per dei colori.

 

Giugno 2001


11 SETTEMBRE

 

Dopo le Torri e gli aeroplani,

boati lontani,

pianti americani,

attenti ai Talebani.

Ma sono solo loro, o no Presidente?!

Tutta la sfera attende…

Ma la violenza non s’arrende…

 

29.9.2001


C’ERA UN BAMBINO

 

C’era un bambino…

Brasile.

Anni sessanta.

Lui stava chino,

su una scarpa da far diventare bianca.

E lui lucidava.

Forse era padre, il bambino,

Di un fenomeno che amo.

Una palla. Una voce che dice:“Giochiamo?”

Non ti tradisco se amo anche il calcio.

C’era un bambino.

Non ero io.

Non eri te.

Era Pelè…

 

26.9.2001


SULLE SOPRAELEVATE

 

Passo col treno sulle sopraelevate.

Vedo famiglie, finestre spalancate,

Televisioni, tavole apparecchiate,

facce che non sanno d’essere osservate.

Vedo pane, vino, figli e posate,

pianti, tradimenti, risate.

Mi hai appena chiamato,

sto arrivando,

sono le otto passate.

 

7.10.2001


LETARGO

 

Dopo mesi di letargo,

mano prende penna,

cuore alza antenna.

Capto,

emozioni come un gatto in strada,

spero che mai nulla accada

al nostro noi.

Loro guardano da fuori e vedono,

non so che cosa o chi,

non m’interessa.

Perché io sono qui e tu sei sempre la stessa,

dolce e calda, povera e contessa.

E dopo mesi di letargo,

vicino è Natale ma non mi assale,

la malinconia,

l’ho scacciata via, con te per te,

e ci aspetta un camino, un abbraccio,

e ci staremo vicino,

di fuoco e di ghiaccio.

 

22.12.2001


CORPI PERSI

 

Il conflitto dei vostri interessi,

partiti, talk show, progressi,

date tutto ai figli e tra sbadigli,

pensate che non possiamo dire “Sbagliate!”

Perché non hanno colore le brigate,

le muraglie sui cuori uniti,

figli caduti,

medaglie di rovesci, scaglie di bombe

e corpi persi.

 

21.12.2001


VENERDI’

 

“Vecchio campione”

L’amico ti saluta con il “cinque” e dice:

“Salve marpione”.

Il plettro nella tasca destra

E quella cosa fissa nella testa.

L’amico dice:“Ora basta!!

Cominciamo, tieni il tempo che suoniamo”.

 

Bimba mia vieni via

Suona suona batteria

 

Melodia non è mai chiasso

Dacci sotto con quel basso

 

Bimba mia delizia e croce

Dacci sotto con la voce

 

Canta e salta,

ciò che vedi

sono note su due piedi

balla e salta

e ciò che chiedi

sono sogni su due piedi.

 

21.12.2001


PERGINE

 

Pergine è l’argine,

alla noia, ai dolori.

Sarà per il camino, il verde o i genitori,

sarà ma non lo so.

In cielo le stelle son più luminose.

E poi il cane, il vento, tutte buone cose.

Pergine è origine,

di sentimenti veri,

di ampi respiri,

di viottoli, mattoni rossi e legna,

di ulivi, di terriccio e vigna.

 

27.12.2001


AD UN AMICO… MAI VISTO

 

E’ stato già così,

per altri visi,

in altri modi,

con altri luoghi.

Se tu leggessi i miei versi,

capiresti.

Fede diversa,

immodesta umiltà,

libera volontà.

Caccia e famiglia.

Abbracci non solo la vigilia.

Hai anche tu occhi lucidi.

Ho anche io dei lividi.

Abbiamo in comune il cuore aperto.

A presto Roberto.

 

28.12.2001


NE USCIREMO ARRICCHITI

 

Che siano euro o lire,

non bastan mai. Sembrano finire.

Ma è vero, c’è chi sta peggio.

C’è chi non ha te, o i miei né Robi Baggio.

Spese, bollette, vestiti.

Passerà il brutto momento e ne usciremo arricchiti,

non di carta, assegni o moneta.

Ma più forti di vita e puri come seta.

 

28.12.2001


PIU’ DI CIO’ CHE HO

 

Combatterò la noia,

aspettando il lavoro.

Saranno libri, fogli e baci tuoi,

il mio oro.

Giù e su il grafico viaggia,

presto migliorerà, migliorerai, migliorerò.

Perché merito più di ciò che ho.

 

28.12.2001


STRONZO

 

E non mi dire stronzo…

Che non ti eri accorto…

Disegnami del tuo partito il sintomo!

Dammi della diagnosi il simbolo!

Cantami della sacra sindrome!

Del tuo sacro gran galà!

Tu che sbagli le parole,

tu che vivi con orrore,

tu che scordi le tre cose:

sesso, orgoglio e la passione

della vita, come strada.

Tu che quasi sei un errore,

per assurdo hai il potere,

molti li hai sedotti,

altri hanno troppo gli occhi aperti

e non li sedurrai mai!

Non li ipnotizzerai!

Tu che quasi sei un orrore,

hai l’abbaglio di cultura

e un bagaglio di paura!

 

11.2.2002


USCITO DA TUA MADRE

 

Sei uscito da tua madre

Che avevi vent’anni.

Dopo pochi istanti,

già creavi danni!

Oppio fumo e poi nel buio,

solo a letto con qualcuno,

senza faccia senza nome.

Vita nel fango,

facendo qualche tango.

Vita nel fondo,

facendo un fandango,

facendo del danno,

cascando sempre nello stesso girotondo.

 

12.2.2002


SCUSA

 

Non può essere una scusa,

se la luce è sempre accesa.

L’oblò della lavatrice…

Non dà sull’oceano!

C’erano dodici apostoli,

ma erano sette nani,

c’erano quaranta ladroni,

erano Intillimani.

Col pugno chiuso gli americani,

e a mano aperta russi impazziti.

Sono alto uno e ottanta lire,

ma nell’euroconversione,

ci rimetto alcuni litri.

Scusa,

se le parole pesano quintali,

scusa,

se per me sono leggere,

se per me son prive di  ideali.

Scusa,

le ghiande sono da maiali,

scusa,

se non è goal non sono sempre pali.

 

13.1.2002


CICLO FINITO

 

Roma era un ciclo finito.

Lo vedi. L’ho sentito.

Fu lo stesso con Livorno.

Non c’era futuro.

Né partenza né ritorno.

Di te ormai sono pazzo.

Eccoci.

Arezzo.

Strada lunga irta e in salita,

mai come una vita senza di te.

Te che mi emozioni e stringi,

te che mi ami, piangi e non fingi.

Chissà cos’è il futuro.

Per ora è marzo.

Arezzo.

 

9.3.2002


OTTO DITA

 

C’era un uomo che aveva otto dita per ogni mano,

per ogni piede.

Quattro mignoli e quattro pollici e un solo amore,

una sola fede.

Suonava  come un dio il suo pianoforte,

sfidava nell’oblio ogni giorno la sorte.

Ma un giorno del mese di mai,

in un mese col senno di poi,

quell’uomo con le sue dita

da un sonno profondo non si svegliò più.

 

15.3.2002


PAPA BUONO

 

Perché chiamare un Papa… buono?!
Gli altri erano cattivi?

Buono per antonomasia dovrebbe essere un Papa.

Cittadino del mondo,

e non grasso tondo, e colmo d’anelli e collane.

Dovrebbe saper tutte le lingue,

e parlare ai neri, ai bianchi e ai gialli.

Io non c’ero al tempo di Roncalli,

ma io ateo comunista è con lui che ho più sintonia,

e non con il polacco e tutta l’ecclesia.

 

26.4.2002


ROBERTO BAGGIO

 

Io non posso scrivere una poesia

per farla cantare in curva a chicchessia.

Sarebbe magari un bel ritornello,

adatto oggi come ai tempi dei Pontello.

No! Deve essere un’ode, un tomo, un poema…

che spieghi come tu trasformi il calcio in teorema.

Che illustri come in un tuo palleggio,

il calcio sia un arcobaleno di miraggio.

Che meticolosamente dica

quanto con te cambi una partita.

Deve dare forte l’emozione,

di quando orchestri una tua punizione.

No! Io non posso scrivere una poesia

che spieghi bene l’essenza e la magia.

Non posso perché non sembra vero,

perché sembra un miracolo, un mistero.

Invece no! E’ tutto vero!

Il popolo ti acclama ed è sincero.

E il karma cancella cicatrici e lividi.

Perché in Giappone farai venire i brividi.

Sarà un’idea bizzarra:

vedere il 10 sulla tua maglia azzurra?

Fuori e sul campo sei fenomenale!

Ti meriti il mondiale in questa nazionale.

 

27.4.2002


FINALMENTE!

 

Finalmente!

Laurea vicina, così evidente.

Un provvisorio posto di lavoro,

che non è oro ma lo può divenire.

Accanto a me una donna,

per ora, per dopo per l’avvenire.

Per ora due,

con sopra un tetto, una camera da letto.

Un posto sempre vuoto nel parcheggio,

un motorino, un’auto,

che ogni giorno va sempre peggio,

ma c’è.

Invece tu non ci sei,

Dio!

E se ci sei,

non ne fai bene una mai.

Ma tu da me che cosa vuoi!?

Io credo in me!

Poveri loro che credon solo in te!

 

2.5.2002


COME FACEVA LA MAFIA

 

Lo aspettavo questo momento:

la mia donna accanto quando mi addormento.

Le chiavi del nostro appartamento,

e quelle della macchina al parcheggio sotto il monumento.

Per la mia etica siamo già sposati,

manca un bambino, e manca tanto;

specie se vedo chi ne ha già,

e invece merita la morte dentro,

e d’esser chiuso dentro un blocco di cemento.

 

2.7.2002


SCRITTO MINUSCOLO

 

dio non esiste,

dio non c’è.

Lo scrivo anche in minuscolo, lo sai perché?

Perché se esiste è matto,

ce l’ha col mondo,

ce l’ha con me.

Sono scientista, quasi laureato,

in passato sono stato tradito e donna d’altri ho desiderato e avuto.

Ma vivo passeggiando a testa alta,

mentre il bigotto pensa poco e sta affacciato alla finestra.

E gongola sui regali di comunioni e cresime,

mentre il corpo del papa come la sua anima,

resta esamine, così che io: etico, educato e comunista,

sento parlar di lui e dei preservativi da un tizio che legge dentro un’estetista.

 

1.7.2002


DOPO 29 ANNI

 

Ho rubato dopo 29 anni.

E’ caduto l’ennesimo comandamento.

Devo fare il pentimento?

E in parlamento?!

Non ha forse rubato colui che ha, non è, però è stato votato!

Ignoranza riluttante per metter la crocetta su un nome…

…fatto di gelatina e ipocrisia in cravatta!

No, non ho rubato!

Ho iniziato a riprendermi ciò che m’avete preso!

 

1.7.2002


TESI

 

Lo faccio più per il mio amore,

per Alessandro e Daura.

Sì! Parlo della laurea.

E’ solo un foglio, mica un’aureola!

E’ solo una partenza, mica un arrivo…

a meno tu non faccia sesso orale senza preservativo,

alla persona giusta!

Sono già Dottore in vita, senza andare fuori corso.

Col massimo dei voti,

voti regolari,

mica rubati in urna a cittadini ignari!

Mica comprati leccando culi a docentini,

andati in tele con giacche e con palmari!

 

1.7.2002


STO STAMPANDO

 

Sei partita,

avevo scritto nuove cose.

Non belle e per di più nervose.

Ma sai che le nostre discussioni,

sulle ultime cose,

mi fanno urlare dentro.

E così come in passato,

ci rimettono te un fratello se io sono incazzato.

Treno t’allontana, ma cuore ti ha qui.

Ci vediamo mercoledì.

 

2.7.2002


POLIGONO

 

Io contro il mondo,

soffro d’allergia,

pare anche strano… studi psicologia.

Dato che sono il primo della lista,

cha andrebbe al volo da un bravo psicanalista.

O forse andrei a un poligono di tiro,

ma senza sagome, solo l’idiota vivo!

 

7.8.2002


BELLO IMPORTANTE FONDAMENTALI

 

E’ bello far sapere agli amici,

che pur lontani da Roma siam felici.

E’ importante mentire al nemico

E dire che va bene e che tutto è bello e pulito.

La casa e il lavoro sono fondamentali.

Ma vivendo con te ho messo già le ali.

E i miei e i tuoi col cuore limpido e più aperto…

Nuove facce, le fedi e poi Roberto……

 

23.9.2002


A CAVALLO TRA UN SETTEMBRE E UN OTTOBRE

 

Ecco improvvisamente,

con tesi e matrimonio vicini,

ennesimi problemi,

come dirupi per anziani contadini.

E invece, come un tramonto dietro la siepe,

che per vederlo devi alzarti in punta di piedi,

pensi, penso e ti diedi.

E vedi.

Una casa nuova più bella e più grande,

lo stesso amore e la stessa auto,

ma un lavoro in più.

Ecco,

siamo più sereni,

ridenti e più freschi,

proprio come i tuoi seni.

 

13.10.2002


VENDEMMIA E SVINATURA

 

Che bello quando gli anziani vogliono del tu.

Il lei lo lasciano agli uffici.

E infatti eccone i benefici:

Damasio, nome vanesio, giovane settantenne,

rosso di vino e naso ma bianco di capelli.

E score tra tini botti e morse di legno,

l’uva che farà vino novello.

Babbo diviene amico, e spinge il pigio contro il cerchio.

La morsa piange di uva rossa di angelica lava e infernale dissanguamento.

E profumo e sapore odore e cantina e vino…

Ecco Dino ecco Aladino.

Altri “dammi del tu” altre storie di pane secco e sindacati,

di fame e padri mai scordati.

In mezzo verde fin dove l’occhio poi si perde e nelle orecchie,

improbabili congiuntivi, non partoriti da ignoranza,

ma dalla genetica di una contadina usanza.

 

11.10.2002


RESURREZIONE

 

Io che ero incompetente,

che non sapevo fare niente.

Io martello e filo per l’antenna.

Non c’è inganno e non c’è trucco:

alzato su una scala, spatola e stucco.

Muratore idraulico elettricista… no!

Magari degli incompetenti il primo della lista,

ma con la volontà e l’amore,

con un carattere ostinato e testardo, duro come palla da biliardo,

che studi o faccia pulizie,

che lavori o faccia cose mie,

sembro l’amico di Battisti che col cacciavite in mano,

non fa miracoli, ma fa tutti un po’ meno tristi,

a raccontare che il problema si è risolto,

a raccontare che di nuovo son risorto!

 

13.10.2002


UOMINI TESSUTI

 

I tessuti son come le persone…

la seta pura, come i vecchi saggi montani o i comunisti ex partigiani,

la lana pura lavorata o grezza, che puzza di pecora se la bruci,

arida di mani d’operaio,

il cadì scivola come i ladri nella notte,

la fodera, come i mediani in campo, importante anche se non la si vede mai.

La mussole o i vellutini così come i dainetti e i cavallini,

pelle liscia e vellutata da un lato e maglia dall’altro, come doppia faccia di ipocrita politico.

Finestrati o scozzesi, come tanti infissi e davanzali per affacciarsi su mondi nuovi, che se li guardi ti schifi.

E poi toni e colori e cromie, i rossi di cuore e i verdi di prato, il blu notte e il nero morte…

Uomini e tessuti…

Tessuti uomini

 

28.10.2002


SONO UN UOMO

 

Sono un uomo,

che piange alla morte di bambini sotto un terremoto,

che piange per le attuali conseguenze della Nato.

Un uomo che piange perché ha paura di morire,

come suo padre,

e che piange per l’attesa d’esser padre.

Un uomo che piange per i capelli bianchi di sua madre,

che piange perché ci sono ladri ma non ci son le prove.

Sono un uomo che piange perché l’attesa dell’amore è valsa la pena,

un uomo che piange perché legge sul volto del fratello una ruga di pena.

Un uomo che piange per una poesia o un tramonto di maggio,

un uomo che piange per Cyrano di Guccini e Roby Baggio.

Un uomo che piange di felicità,

ma che non si scorda il sapore delle lacrime versate già.

 

3.11.2002


MERCOLEDI’

 

Mercoledì sono dottore,

ma non posso curarmi il raffreddore.

Stesso figlio e fratello,

stesso bravo cittadino,

stesso amico del Morino,

stesso fidanzato e futuro marito e babbo.

Mercoledì sono dottore,

ma giovedì mattina spazzerò lana dal pavimento di un negozio.

Mercoledì non è solstizio non è equinozio.

Mercoledì non cambierò, resto Maurizio.

 

30.11.2002


ECCOCI

 

Eccoci Mondo…

Biagi e Santoro?

Chi gli ha visti?

Quelli della trasmissione!!

Il Talk Show di Costanzo?

Lo fanno dopo cena… ma rovina anche il pranzo.

I gay? Liberi di esserlo?

Ma se lo fossimo tutti il mondo morirebbe!

Lo sanno? Lo sapete?

E allora ragioniamo per assurdo…

C’è torto e ragione… giusto e errato.

Io vivo perché sono nato.

E mia moglie partorirà per cui il mondo ancora ci sarà.

 

29.12.2002


L’ITALIA

 

L’Italia è una repubblica dittatoriale fondata sul lavoro,

che va promesso al cittadino che lo cerca e non lo trova,

proprio come le case da prendere con mutui che banche non accetteranno mai.

L’Italia e la sua costituzione…

l’Italia non ha buona costituzione,

sarebbe riformata alla visita dei tre giorni,

sarebbe da prepensionamento…

se qualcuno non mirasse a far sparire le pensioni.

 

28.12.2002


I BISOGNOSI

 

I bisognosi fanno appello

a questi capi di Governo…

Centimetri di fronte torturati da mani e pensieri,

omertà,

solidarietà,

necessità… me la spieghi… me la paghi…

i minatori sudore grigio… gli operai sudore blu-tuta,

i politici sudore merda, le madri sudore lacrime.

 

30.12.2002


A FIANCO DEL MONDO

 

A fianco del mondo i paesi seduti guardavano schifati:

quadri con dedica.

Passeggiata antipatica se il suolo dondola

e galleggia su ciò che sembra pietra invece è sabbia.

Il vinile bruciato l’odore nel salotto appena arredato.

Neruda e la ninna nanna der pupetto che vole la zinna…

Oggi cantanti stanchi e autori da generi vari… ricchezza allora,

fracasso ora…

grazie libero pensiero.

 

24.12.2002


DOMANDA A KUNDERA

 

Cos’è più insostenibile, Kundera?

La leggerezza o la stanchezza a tarda sera?

Se infili la cassetta lo stereo parla,

ma se stoppi la vita c’è ancora rumore.

Le cinque porte sulle quattro pareti della stanza buia,

fregavano chi entrava…

si usciva su tre vie, tra due palazzi di un rione solo…

 

23.12.2002


C’E’

 

C’è chi non conosce la Bolivia,

e il sapore dell’olio d’oliva,

i calli duri sulle mani dei genitori.

Intanto l’uomo bestia feroce, avido e veloce mangia se stesso e il prossimo,

e digerisce in cesso.

Intanto vedo i lembi dei fianchi stanchi di parti multipli e spago su scatole e valigie.

Immigrati… emigrati… sogni abbandonati.

 

31.12.2002


TELEGIORNALE

 

Costanzo a cena e pranzo,

e la tivù che avverte delle scoperte su Giulio e Tano…

caro mondo non ci siamo…

Il tennista da anni faceva il doppio…

ma vide davanti e a lato due pareti a specchio…

ed era solo ed era vecchio…

Un altro aveva un crocefisso al collo e tatuato al braccio falce e martello

…non era un controsenso, ma respirava aria e viveva di vento.

 

21.12.2002


LESSICO FAMILIARE

 

L’incomincio e il combustibile e Zaupa e Germano col maglione.

Vocaboli inventati da un padre che non è stato mai padrone.

No non è che non so scrivere né son coglione… la Ginsberg lo chiamava…

Lessico familiare…

Massi che dice “In che senso?”

Mamma e Babbo raccontano di Egia Egia…

quanti detti tra quattro mura che son nella mia testa ancora…

che sono infanzia, lacrime e dolore,

che sono gioia, colore e anche calore.

 

Dicembre 2002


STORIA

 

Un qualunquista con un Bignami del Manifesto del Partito Comunista…

era il Ventuno poi… Natta e Occhetto,

e la morte del partito con Enrico seppellito…

almeno meglio per la sorte di bambini mangiati…

che stupidi cretini che indegni cittadini.

Non ho abbastanza vocabolario,

leggo e scrivo troppo poco e dipingo meno…

dovrei invece lavorare meno: non ho tempo…

mondo… ci vuole più cultura e più divertimento…

io spero… ma temo e stento!

Occorrono più manuali e più paia d’ali

e vorrei saper riparare gli stivali

e pitturare muri e far sgorgare acqua da tubi otturati

e saper metter carta da parati…

distinguere un Picasso da un Guttuso

ed evitare ai figli una vita di sopruso.

 

Dicembre 2002


STRADE

 

Strade anguste e balaustre

e cornicioni divelti dal vento…

dopo la morte? Un buio lento.

La carta è pesta

e la vita del salmone che risale la corrente,

come un deficiente,

che non s’accorge d’essere in realtà una bianca pecora che non fa beeh

ma canta e stona come la campana del paese

che senza pretese dette i natali a quasi sei milioni di maiali

 

Novembre 2002


CRITICI E VELINE

 

Critici d’arte (a parte tutto bravi),

che esaminano cartoline di città by night,

tutte nere come le calze a righe delle veline innamorate dei critici,

che mettono da parte l’arte senza averla imparata…

però che paragone con una scopata!

 

Novembre 2002


SECCHIELLO E AMICI

 

In un secchiello del bambino la sabbia…

ma la metti in un secchiello la rabbia da adulto?

usa la paletta…

Mi rispecchiavo dal ponte giù nell’acqua …

ma col sasso tirato, il volto s’era sfigurato…

pensai alla stretta di mano con Pajetta,

o al concerto e all’autografo di Gazzelloni…

i cerchi d’acqua si fermarono,

mi riconobbi e t’abbracciai dicendoti “ti amo”

sotto quei lampioni.

Amici persi amici ritrovati,

nemici morti parenti mai nati…

 

Ottobre 2002


RIME STANCHE

 

Il delirio è nostro.

Per noi i timori sono i tuoi ricordi, divenuti miei…

miei…

chissà adesso che fanno in Messico

e se Vasco sotto la doccia fischia che va al massimo.

Un sonetto, due libri, tre camere da letto…

la geisha e la puttana, la alta e la nana,

il tango e il fango,

la data che ti scordi,

l’amico che arriva sempre tardi.

Era la telecronaca di una sorte mancata…

parafrasando titoli, la radio suonava dall’armadio a muro,

dicendo l’inflazione ve lo rompe il culo!

 

30.12.2002


CON PAROLE DI VENDITTI

 

E’ lei che Sta con me,

Qui come a Modena,

è la mia Donna in bottiglia,

trovata a Roma, Roma Capoccia,

amata ovunque e sempre.

Caro Antonello,

In questo mondo che non puoi capire,

io e lei staremo Fianco a fianco.

 

Ottobre 2002


CON I MIEI CD…

 

E se domani, quando piove,

arrivassimo alla stazione di Zima,

e ricevessimo una cartolina con su scritto:

baci da Pompei,

avrei la cura e vedendo volare gli uccelli,

ti racconterei di prima d’essere un uomo.

 

Ottobre 2002


MANGIACASSETTE

 

Please, amor mio,

tu sei mia e io sono one.

Noi che non ci amiamo solo per seventeen seconds,

noi che assieme spazzeremo la polvere e costruiremo un personal Jesus,

ascoltando la canzone di Marinella.

Sai cosa ci frega?

Non quello che è ma quello che non.

E allora in un angolo di cielo che non somiglierà a Miami,

ascolteremo musiche.

 

Ottobre 2002


LITIGANDO

 

Non sono la verità,

né la perfezione.

Ma lotto con tenacia e convinzione.

Odio la morte e il sapere che s’avvicina,

ogni giorno di più.

So quando ho torto ma non lo ammetto,

ma so se e quando ho ragione,

e capita più spesso.

Mi fai incazzare,

ma anche questo vuole dire amare.

Ti faccio incazzare,

è poco democratico, ma devi sopportare.

Sono geloso, inutile tu dica di No.

Alzo la voce è vero,

ma dobbiamo far veloce,

a vivere noi e di noi,

senza essere distratti da tutto,

capendo che non ci siano solo noi,

che farei tutto ciò che vuoi,

ma non è vero che fa tutto schifo il Mondo,

te lo dice uno che a volte lo crede,

che in certo modo ha fede,

ma in sé.

E ciò basta a preservare le cose mie e tue,

gli attimi che non partono come lancette dei secondi,

le cose che di bello anche gli altri ci offrono,

un sorriso,

un consiglio un lamento.

Ci offrono e son pronti a ricevere.

 

29.12.2002 ore22.28


ADDIO

 

Addio Signor G.

Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona…

Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona…

Questo cantavi, tra l’altro caro Giorgio.

Eppure tu sei in cielo come Enrico, sopra bianchi nuvolosi

Andreotti e Silvio invece me li trovo tra i coglioni…

Ciglioni come chi vota il secondo e dice del primo che è un grande uomo della politica degli anni ottanta.

Anche io cari Enrico e Giorgio ho tanta voglia di pulizia e cultura,

di sogni e vite senza paura,

paura di dittatori libertari e padri padroni,

di redazionali e suoni…

di uno schifo senza paragoni.

 

6.1.2003


LA BEFANA

 

La befana o epifania,

i metalmeccanici li porta via.

Solo ora ho capito l’acrostico:

FIAT

Fatevi introdurre analmente tutto.

Mondo di merda,

mi manca il giallo dei granai,

il mare col secchiello e la paletta,

lo sguardo di Lama e quello di Pajetta.

Le piccole cose

E magari l’alcool e il cotone,

per far saltare in aria il boss che ha sciolto il bimbo nell’acido,

ma che oggi aveva l’ora d’aria.

 

5.1.2003


SUGGERIMENTI

 

I suggerimenti dell’animo dell’orizzonte…

La leggerezza dei macigni, la pesantezza dei pensieri.

Fondotinta e giarrettiere l’ipocrisia e la falsità,

così come il capitalismo (non Marxista) e il materialismo (non Hegeliano),

si avvicinano come puttane,

seducenti.

Anche la fantascienza diventa citabile…

Il lato oscuro non è migliore o più forte,

ma più breve, più facile.

Buon Yoda,

io vedo uomini mesti con tra le gambe la coda,

sguardi bassi e portafogli pieni…

di pochi euro e tanti veleni.

 

6.1.2003


VICINANZA

 

La vicinanza della notte è tangibile.

Io sono un uomo e non conosco ipocrisia.

Io sono un uomo e raramente scordo o perdono.

Io sono io, tra errori e piccolezze,

con impegno però sono incommensurabile.

Non conosco ritardi o menzogne.

E da un bel po’ neppure tradimenti.

Succhierei le radiche di noce,

ma oggi le radici servono per gli interni di auto di lusso.

E quanto chiasso!

Basta,

qui si lavora e studia e ascolta i silenzi del vento e le parole della vita…

basta…

 

Gennaio 2003


LA FRASE

 

Una frase in tedesco…

Il nodo resta all’altezza della gola,

anche se sciogli la cravatta….

Carta, gesso e plastica bruciata nei miei quadri

e ancora io, te e colori di buio e luce e urla di gioia o di dolore atroce,

ossia vita……..

ci sembra dura,

ma non come quella frase in tedesco.

 

Gennaio 2003


COME DICO IO

 

Un giorno iniziai a scrivere.

Poco prima avevo iniziato a leggere di più rispetto a prima.

Poi iniziai a dipingere.

Poco prima avevo iniziato a fare l’amore…

Ma come si potrebbe fare,

perché un giorno io possa dire:

“Da un po’ mi son messo a fare politica”

…come dico io??

 

Gennaio 2000


LA SALMA

 

C’è da estrarre un biglietto…

e la salma da sotto il tetto che è crollato.

Vittima di inganni e illusioni.

Povero Proletariato,

vittima di Sviluppi storici,

di credenze Post rivoluzione industriale.

Ma le sapete le differenze tra Dogma e dogana?

A volte mi si trafigge il cuore con una parola o un immagine…

Ma da ieri sera sto rileggendo Marx.

 

Gennaio 2003


MITI E STORIA

 

La storia siamo noi… cantavi,

ma vai dall’audience in mutande…

che ti succede amico estetico?

Rincoglionirsi non conveniva se non scrivi più come allora…

Miti caduti?

Vi siete feriti?

Lenin dibatteva Marx che superava ciò che era stato…

Capitalismo e borghesia…

Funzione storica….

Il divenire si compie per contraddizioni diceva Hegel…

E poi Engels, il materialismo dialettico,

la filosofia e la sovrastruttura  e…

il plusvalore…

io ti amo e amo la vita e i miei… ma

Lacrime non zucchero ma sale che fa male sulle ferite…

 

Gennaio 2003

 

PORTICI BUI

 

PORTICI BUI

 

Tu sei in un altro mondo,

un altro paese,

un'altra città.

Qui niente luci.

Portici bui,

che iniziano ad essere anche freddi,

per l’inverno di Roma,

riscaldata ai suoi angoli dalle castagne,

marroni scure,

come i tuoi occhi quando luccicando ridevano.

E lì?

Ce ne sono portici bui?

 

28.10.1999


ANESTETICI INUTILI

 

Nostalgiche mani veloci,

grandi, venose, dalle lunghe dita.

Mani, le mie, che toccano me stesso,

appena,

ma abbastanza da sentire dolore.

Sotto lividi,

sotto ematomi e cicatrici,

nomi, piazze, città, stazioni e sorrisi.

Anestetici inutili, inutili medicazioni.

 

30.10.1999


TRE MESI FA PARTENZA E OGGI…

 

Ho mani fredde e fredde vene e pene.

Ho penne e fogli per scrivere di me.

Ma non ho te.

Fuma nella tazza il tè,

tu ci appoggiavi le labbra.

Lui è caldo e scende in me,

ma sento solo freddo e voglio solo te.

 

9.11.1999


STORMI

 

Stormi sulla stazione.

Sterco su vecchia emozione.

Energia e adrenalina spesa,

ma non assieme, non con sorpresa.

Fumi in locali, luci di fanali,

vini in bicchieri e nuovi sederi,

incontri indecisi e nuovi sorrisi.

 

12.11.1999


2000

 

Due volte mille anni sono già passati,

e prima ancora altri sono stati vissuti,

dal fuoco dalla pietra fino all’uomo nello spazio,

dai maghi e dalle streghe fino al vetro e al calcestruzzo,

due volte mille anni sono già passati

ma quelli che verranno sono già contaminati,

da scorie di parole da persone troppo sole,

da sogni chiusi nei cassetti come in un ascensore.

 

13.11.1999


ASFALTI

 

Asfalti bagnati da giorni incupiti,

grigi, sbagliati.

Contatti forzati,

nuovi sorrisi, nuovi rapporti nati.

Nati all’ombra del ricordo,

nati al bordo,

indistinguibile,

tra oggi e ieri,

diritti e doveri,

pianto e riso

sul tuo viso.

 

15.11.1999


QUANTO VORREI

 

Quanto vorrei scrivere con sintomi di felicità,

con aliti di strade dolci, scoscese fino ad arrivare.

Arrivare in una vita che io neppure conosco,

che io neppure so se esiste.

Con mani esili e sorrisi facili,

con pianti guaribili e baci elettrici.

Con idee religiose e politiche,

con felina sensualità,

con personalità e dolcezza,

con sempre pronta una parola o una carezza.

E rileggo ciò che scrivo,

e mi ricordo che il tema è lo stesso,

amore, felicità e sesso.

Cambiano date e nomi.

Città e citofoni e portoni.

Ma io non cambio.

Magari mi graffio contro un grande scoglio,

ma non rinuncio a ciò che voglio.

 

17.11.1999


MA TU

 

Alice è una bambina,

Alessandra un’amica,

Cristina è lontana,

Maria Grazia è sposata,

Silvia… non funzionerebbe,

Roberta è un inutile ritorno di fiamma,

Viviana forse… mi intriga, mi piace.

Ma tu non ci sei e mi dispiace,

ed eri una bambina ed un’amica,

eri vicina e sei lontana.

Adesso ti vorrei, contro il freddo del mio pigiama.

 

18.11.1999


Per V

 

Esili dita fredde distese su una tazza di tè.

Esile la figura, spesso in nero.

Interessante davvero!

Lunghi capelli mossi color dell’autunno.

Volto dolce, viso elficamente allungato,

spesso sorridente.

Noto qualcosa,

devo capire se è qualcosa di importante.

 

20.11.1999


SE CAPISCO

 

Cielo azzurro ma freddo di inverno.

Cuore pulsante di passione,

rosso d’inferno.

Giorni che passano e alternano momenti.

Ricordi chiari o ambigui,

speranze di presenze.

Prendo tempo e mi preservo,

ma se capisco in fretta,

avrai la dolcezza del cerbiatto e del cervo.

Mi preservo ma vivo

E sono pronto a regalarti il mio sorriso.

 

28.11.1999


ROTTA

 

Non si può navigare su due mari con lo stesso vascello.

E’ impossibile,

ed anche se lo fosse non sarebbe bello.

Capitano!

Prendi tu il timone.

C’è il vento dell’emozione da seguire,

sciogli le vele del cuore e della mente,

mio capitano errante.

E non tirare i remi in barca,

e anche nelle tempeste… avanti!!

Varca…

Lo stretto dei pensieri e vivi sulla terra,

sicuro che sia quella ferma.

 

3.12.1999


REGNO

 

La testa magari è in confusione,

ma dietro il tuo sguardo dolce,

è nascosta una passione,

tale per cui nasce un atteggiamento.

Che mi confonde ma mi incoraggia,

che sembra l’acqua quando arriva in spiaggia,

che non so bene cosa vuol dire,

ma che per ora mi fa sentire un sire,

di un regno bianco, lungo e profumato,

di un corpo caldo, liscio e delicato.

 

9.12.1999


SEMBRA

 

Sembra tutto sereno adesso.

Lavoro affetti salute studio sesso.

Eppure non mi fido.

Eppure rido.

Eppure intanto piove,

e su città e mille persone,

piove pioggia sul dolore.

Dolori diversi,

per uomini persi,

dolori trovati,

per mondi sbagliati.

 

15.12.1999


PIANO

 

Piano, lentamente,

entri nella mia mente.

Piano fa breccia

la tua pazienza

nella mia roccia.

Piano, con lentezza,

apri a me le tue braccia,

e attendi con saggezza

anche se non arriva ancora

la mia carezza.

Piano come i tuoi brividi,

capisci che fanno male

le ferite fresche e i lividi.

Piano capisco che cadere è un rischio,

che spesso e su molto siamo un po’ lontani.

Piano capisco che forse già mi ami,

e piano sussurro che potrei ricambiare da domani.

 

17.12.1999


STRADA DI STORIA

 

A Itaca

Silvia rimembra ancora…

Renzo e Lucia

E Jacopo cantare alla luna…

Di aironi

E marce nazioni.

Strada di storie,

storia di letterature,

letto di fiume,

che scorre,

da mare a foce,

di voce in voce.

 

31.12.1999


DAL

 

Dal frutto nasce il fiore,

dal fiore le foglie,

dalle foglie le vite,

dalle vite le voglie,

dalle voglie i rami,

dai rami alberi strani…

uomini e loro vite.

 

30.12.1999


GESTAZIONE

 

Gestazione…

È l’ora di non fare finta,

si è adulti.

Occorrono scelte ponderate,

anche se si hanno forme metriche diverse per ogni vita,

per ogni sfida.

Tutto è dreams…

Tutti in jeans…

Tutto è nauseante.

 

31.12.1999


LEGGO

 

Leggo l’atlante,

e altalenanti vedo aliene volontà.

Oggi ventidue dicembre,

la luna brilla di più,

e ciò è meritevole.

Io scrivo concentrato,

ma fuori c’è la guerra,

ma non mi accorgo di morti, di terremoti, di nuovi nati,

di bombardamenti.

Uno mi nasce accanto…

Uno muore di fianco…

 

22.12.1999


AUTO VECCHIA

 

E’ un’auto vecchia questo paesaggio di mondo…

Ormai.

Il west,

il sublime di Kant,

la vita con il pubblico che pressa,

macchie di colore nei test,

Leopardi era del cancro,

come me,

ma io utilizzo più metonimie di vite e amori.

Duemila nascite, duemila dolori?

Duemila pleniluni, incantesimi e poesie per te…

Mi auguro, e non un’auto vecchia.

 

1.1.2000


CAMPANILE

 

Distruggere un campanile,

non è fermare il tempo.

Le luci del post Natale,

ora fanno brillare i denti di chi ha fame.

Pochi manti erbosi,

troppi monti scoscesi,

troppi governi diversi sempre uguali,

pochi ideali,

sorrisi falsi,

azioni da maiali.

Amore mio,

ormai son certo:

non esiste Dio.

 

1.1.2000


DAL TETTO

 

Appollaiato sul tetto

Vedo tutto.

Tutti di corsa.

Tutti senza tatto.

Vedo tutti i tetti.

Da alcune finestre…

Donne e tette.

Appollaiato vedo tutto,

dal tetto.

 

7.1.2000


VELOCE

 

Veloce,

da mattina a sera,

scrivo su questa tastiera.

La notte vera.

La vita rara.

La culla e la bara.

Veloce,

tutto il giorno scrivo.

Incido…

Sui fogli ciò che vivo.

E ci sei tu e c’è la tua dolcezza,

non c’è Gesù,

ma c’è una tua carezza,

non c’è argento e non ci sono ori,

ci sono sguardi di amici e genitori,

non c’è pace ma guerra,

non è così veloce il girotondo della terra.

 

6.1.2000


NO

 

No…

Ero insicuro.

Ma adesso te lo giuro…

Ti prendo la mano,

ti dico che ti amo.

Troppa confusione…

Perché non si capisce un’emozione,

perché si parla a vanvera,

senza ragione.

Qui prima qualcosa è andato allo sfascio.

Ma no,

io non ti lascio.

Lo sfascio è stato prima,

piccola bambina,

per noi c’è solo tanta strada,

insieme,

accada quel che accada.

 

9.1.2000


CIMITERO

 

Era davvero molto tempo che non entravo dentro a un cimitero,

e poi il Verano,

è un campo santo vero.

Grigio,

freddo nero,

verde cipresso verso l’alto,

morti verso il basso.

Togliatti,

un amico,

la Jotti.

Fiori e colori,

per lacrime e dolori.

 

9.1.2000


VALZER MACABRO

 

Notturna la solitudine si avvicina,

ti accarezza,

ti mette ansia,

alimenta la tristezza.

Ti importuna,

alla luce della luna,

avanza,

nel freddo opaco della tua stanza.

Dalla finestra,

filtra,

la luce macabra dal vetro,

tetro,

ti illumina il viso sul cuscino,

ti eri addormentato adulto ma morirai bambino.

 

12.1.2000


NON LO SENTIVO

 

Sono stato io…

A lasciare te…

Lo sappiamo, per cui non chiedermi il perché.

Ho fatto un patto:

piuttosto senza sentimenti,

solo a letto;

piuttosto soli,

come un gatto;

ma stare assieme…

volersi bene,

nei pregi e nei difetti,

nel sesso e negli affetti,

deve essere segno di equilibrio,

e io questo,

scusa…

ma non lo sentivo.

 

17.1.2000


IL LAGO

 

Il lago della vita è enormemente ampio e profondo.

Io pesce.

Io preda e predatore.

Nuoto in lungo e in largo.

Io palombaro.

Io scruto.

Io navigante guardo.

Io pescatore butto ami nell’infinito vivere.

 

22.1.2000


LE

 

Le mie parole potrebbero essere le tue.

Le tue parole potrebbero essere le mie.

Le tue telefonate.

Le mie risposte.

Le tue lettere.

Le mie descrizioni.

Le stranezze complicatamente semplici della vita.

Le assurdità lievi e intriganti del destino.

Le forme i contenuti le emozioni.

Le sensazioni.

 

23.1.2000


ABBIAMO

 

Hai parole fatte di miei pensieri.

Hai pensieri fatti di miei desideri.

Ho pensieri e parole per te, per il tuo corpo, per la tua anima.

Ho perversioni per le tue passioni,

e passioni per le tue emozioni,

e sudore per la tua sete,

e carne per la tua fame.

Abbiamo il necessario…

Per capire le analogie del nostro vivere.

 

23.1.2000


CIO’

 

Ciò che scrivo ha sempre del sensuale,

del romantico,

del sessuale.

Del femminile…

Ma ho in testa mille pensieri.

La storia, il mondo.

Oggi ieri.

I popoli le religioni,

la politica, le canzoni.

Sogni e miraggi,

facce nomi personaggi.

Ciò che scrivo è quotidiana vita,

è un’emozione colta vissuta sentita.

In ciò che scrivo adesso ci sei pure tu,

proprio come ci sono state cose che non ci sono più.

 

27.1.2000


ALLA DISTANZA

 

Ti vorrei qui,

vestita solo di passione

e di voglia di me.

Ti vorrei nuda,

accanto a me nudo,

per un abbraccio nudo al buio.

Ti vorrei,

per me,

in me,

su me,

alla distanza di un sospiro.

 

31.1.2000


CRITICO…

 

Prostituzione non sessuale,

asetticità mentale.

Soldi,

cattivi odori di volti balordi,

vestiti male però alla moda,

però è un però che certo non consola.

Abusi soprusi,

valori assenti,

masse deficienti,

maggioranze dementi,

sorrisi puri in pochi sentimenti.

Sono stanco,

sono come il mondo: arranco.

Sono stufo,

di cercare emozioni come un cane da tartufo.

Però non scendo a nessun compromesso,

perché non scambio la vita con il cesso.

 

31.1.2000


SE SEI

 

Se sei foglia sarò albero,

se sei cielo sarò gabbiano,

se sei mare sarò delfino,

se sei adulta sarò bambino,

se sei aria sarò respiro,

se sei odore sarò profumo,

se sei albero sarò terreno,

se sei tu sarò io.

 

2.2.2000


MENTRE

 

Mentre il mondo oscilla tra la pace e la guerra,

mentre la luna gira con il sole e la terra,

mentre muore un anziano,

mentre in cielo vola un deltaplano,

mentre il tuo treno esce da una galleria,

ti avvicini un po’ alla vita mia.

 

5.2.2000


ALLA FINE DI PORTICI BUI

 

Alla fine di portici bui c’erano piazze argentate,

fontane di luci e colori, finestre colorate.

Alla fine di portici bui attici di gioia,

vicoli stretti e lucidi, fine di antica noia.

Alla fine di portici bui mi accorsi di alzarmi dal suolo,

ero partito nel buio ero partito da solo,

ma voltando appena il mio viso,

occhi verdi e un gran sorriso,

alla fine di portici bui avevo già deciso.

 

9.2.2000

 

Alla fine di portici bui c’erano colonne dorate,

folle di gambe e di voci, come vite appannate.

Alla fine di portici bui prati verdi di gloria,

alberi e cespugli inizio di vita buona.

Alla fine di portici bui mi accorsi di essere in volo,

ero partito da un pezzo e non ero più solo,

e voltando appena il mio viso,

occhi verdi e un gran sorriso,

alla fine di portici bui avevamo deciso.

 

11.2.2000


TU

 

Tu glaciazione, io magma,

tu aria io terra,

tu fuoco io acqua,

tu vita io vita.

Noi strade.

Vento e musica.

Noi buonanotte di baci,

noi notte di corpi fusi,

noi risvegli di sorrisi

 

11.2.2000


UNIVERSO

 

Balza con me su questo arcobaleno.

Corri con me sugli anelli di saturno.

Scappa nella luce della via lattea.

Evita quella meteora e salta sulla luna.

Scegli un cratere,

e con un sorriso fammelo capire.

Poi guardami e nuoteremo per provare.

Sono con te… impossibile che mi sia perso.

Che buio e che luce in questo nostro universo.

 

13.2.2000


VITE E PERSONE

 

Persone in stanze diverse,

persone e parole perse,

 

stanze e distanze infinite,

vita che unisce le vite.

 

Vite e distanze sentite,

vite e emozioni emerse.

 

15.2.2000


VOCE

 

La tua voce di solito è vento,

tra foglie di albero alto e verde,

dove sotto la voce di un bambino allegro si perde.

Stavolta è vento che fruscia su un salice piangente,

ma non fa niente.

La tua voce la ricordo quando stridula ride,

quando dolce parla o sorride.

La ricordo che esce sbattendo sui denti,

sotto occhi lucenti e forse attenti.

La ricordo che esce dalla bocca,

che tiepida e bagnata la mia mano tocca.

 

15.2.2000


POETA

 

Poeta,

poeta maledetto.

Che cosa hai fatto,

che cosa hai detto.

Poeta che vivi,

che piangi e che ridi,

che tratti la vita come una sfida,

che tratti una donna,

come una gonna, sgualcita.

Poeta rispecchiati in te,

e non versare lacrime se sgualciscono te.

Poeta uomo ragazzo figlio genitore bambino

Amico amante fratello studente lettore

Scrittore giocatore cittadino

Psicologo dottore.

Poeta che poesia è questo pezzo di vita,

se è strada sbagliata e non è via d uscita?

 

23.2.2000


CULO E DENTI

 

Ho preso il cellulare,

ho iniziato a cancellare,

nomi e numeri.

Ho preso l’agenda,

e alla rubrica,

ho cancellato, parentesi di vita.

Sto cambiando casa,

periodo, animo ed età.

Studio e leggo e vedo e insegno e imparo nuove cose.

Vedo persone tristi e nervose.

Io lotto e vado avanti,

ho calli sulle mani,

e ho stretto culo e denti.

 

24.2.2000


IN QUESTO GIUBILEO… PERDONA

 

In questo Giubileo l’angolo della mia anima si incupisce,

è l’angolo dove c’era stata lei,

dove c’erano state loro,

dove ci sei tu e resterai tu.

C’è in me un motore che si accende se ti avvicinano,

mi rende animale geloso e cattivo,

sei rondine e io primavera,

sei suono e io strumento,

se non ci sei è sgomento,

invisibile mi sei qui anche adesso.

Perdona il mio gesto,

perdona le mie stagioni cupe,

il cambio della mia voce,

le mie primavere e le mie saette.

Sono un minuto e un giorno e un’ora,

se tu sei tempo e sarai ancora.

 

26.2.2000


LA GEOMETRIA

 

La geometria del suono di una tromba,

entra nella mia stanza e rimbomba,

soul jazz blues…

triste, lento,

lieve lamento,

vivo di vibrazioni e emozioni e canzoni,

buona la mia musica.

Ignoranti rumoristi,

egocentrici illogici fascisti,

destre e morte nero e esplosione,

razzisti materialisti di cravatte giacche e cellulari,

di pochi e sbagliati ideali,

di soldi e opportunismo,

marionette consapevoli e felici,

peccatori di etica, gelide peccatrici.

 

25.2.2000


ACCUSO

 

La vostra vita…

Una musicassetta ascoltata al contrario,

un cielo di pesci ,

un mare di gabbiani.

Cattivi, come i vostri pensieri,

di oggi di domani e di ieri.

Di unghie artigli,

di tradimenti e pedofilia per i vostri figli.

Di capelli unti,

di sorrisi smunti e falsi,

gelosi di miei movimenti e sentimenti.

Menti antiche per congiuntivi sbagliati,

impacciati mentalmente,

valete poco anzi valete niente.

 

24.2.2000


E SAI A CHI PARLO

 

Forse sono troppo duro…

Ma ho carne e ossa,

non son fatto di muro.

Cambiare? Credete io possa?

Credete io debba?

Gelosi? Provate rabbia?

Io accarezzo corpi,

come tasti bianchi e neri di pianoforte,

io non ho pensieri morti,

e volo in cieli di zucchero e panforte.

E tu, e sai a chi parlo,

magari hai il tarlo,

che io ti prenda in giro,

però ti dico che senza te non vivo.

 

26.2.2000


ASCOLTANDO FRANCESCO

 

Non sappiamo mai abbastanza… pianoforte… chitarra…

Ernesto… sangue rosso di libertà… ritmi…

Foglie che cadono…

Due anni due stagioni quante domande donne manifestazioni…

La forza per vivere… per andare contro i mulini a vento…

Tra la primavera e l’inverno…

Tra la vita il paradiso e l’inferno…

 

26.2.2000


ACROSTICO D’AMORE

 

Deliziosamente bambina

Intrigantemente donna

Leggera e chiara

Elegante e morbida

Tristemente gioiosa

Testarda magra

A tratti debole a tratti forte

 

25.2.2000


HA SETE DI TE

 

La vita mi scorre addosso,

ciò che voglio, devo e posso,

lo penso e lo ottengo.

Tu scappi e io vengo,

con te.

Su prati e lande,

il pensiero vola,

la voglia si accende.

La gola…

Ha sete di te…

 

27.2.2000


CON NESSUNO

 

Non mi cambierei con nessuno…

Irascibili stupidi meridionali,

proprio con nessuno,

con chi lecca culi e se ne fotte degli ideali,

mai con nessuno,

chi da ordini e chi vive da maiali,

no dico con nessuno,

perché io amo sconfiggerli tutti i miei avversari…

sogno,

mi innamoro spesso e poi non mi vergogno,

vivo,

e tra pregi e difetti di me stesso sorrido,

e a capire tardo,

se questo mondo anche di sbieco guardo,

e poi con chi sbaglia congiuntivi con condizionali mi incaponisco,

poi esco dal mio corpo e osservandomi capisco,

che tutti considerano il dialogo con la loro coscienza come un rischio.

Mai con nessuno!!! Insisto!

 

28.2.2000


TRAMONTO

 

Amaranto,

carminio,

porpora,

indaco, blu e viola.

Tramonto che mi si ferma in gola.

Tramonto che fa finire il giorno,

che illumina di vita tutt’intorno.

Preludio alla notte,

prologo al sonno,

antefatto del sogno.

Capitolo ultimo di una pagina che precede quella di domani.

 

29.2.2000


FENOMENI

 

Fenomeni che hanno del paranormale…

Parlo dell’incapacità di amare.

Vedo barche in secca,

ma ti cerco più oltre,

perché come sai,

sono altruista di dolcezza.

Infatti,

vedo scale verso il cielo e alla loro fine,

posso inzuppare una cannuccia nella luna,

e oltre te,

dissetarmi di lei.

 

1.3.2000


UNO DUE TRE

 

Uno due tre…

Questo latte sa di neonato,

di luna,

di mozzarella e di neve.

Oh che sapore naturale,

come la parallasse mantenuta dalla tua vita.

Non sento più suoni di ossa e rumori musicali,

adesso che so che l’amor maltratta.

 

2.3.2000


EPICURO

 

Non avevo mai letto Epicuro…

E scopro che credo ciò che credeva lui.

Per questo vorrei vivere in un gazebo di nuvole,

tra colori e profumi puri,

come nessuna donna o nessun uomo sono ormai più.

 

4.3.2000


SBIRCIO

 

Sbircio dietro un filare di viti ancora acerbo,

vedo passato e presente e futuro.

Fui desiderio,

sono carne e pensiero,

sarò ricordo.

 

6.3.2000


RICERCA

 

Sono in continua ricerca…

Di me e di ciò di cui ho bisogno.

Di sesso fedeltà e di un sogno.

Di tutto e nulla di culla e collina,

di donna bambina,

di pacca su spalla,

di cielo e di palla.

Ricerca di me,

negli occhi di tutti,

di babbo e di mamma,

di sconosciuti e mio fratello,

di straniero, di brutta o di bello.

Sono alla ricerca,

e se torni da me mi troverò presto.

 

15.3.2000


DOPPI

 

Due persone con lo stesso nome,

un sorriso,

un solo volto,

solo un corpo con due menti,

sentimenti, già alternati,

due diverse impostazioni,

una persona,

due versioni,

ecco nascono delusioni.

 

17.3.2000


VOLA

 

Vola, fatto di colori,

vola un treno sui binari,

tra stazioni sopra il cielo,

vola il treno e scioglie il gelo,

gelo caldo di passione,

vola il treno… è un’emozione.

 

19.3.2000


VIAGGIARE

 

Voglio viaggiare,

voglio andare a passeggio per monti,

dormire sul mare,

vedere vicoli città e ponti,

posti infernali e luoghi santi,

voglio viaggiare per vedere,

vedere più di una razza e più di un sentire.

 

23.3.2000


SCRISSI

 

Scrissi di una coppia,

fatta di poesia,

fatta di tele e pennelli,

di pianti risa e di luoghi belli,

due corpi chiari e snelli.

Scrissi di una storia e di sesso amore su tempere,

scrissi…

e se ora vivessi?!?

 

29.3.2000


DI VANGA

 

Di vanga e di zappa ho lavorato,

ho sudato.

Sudore,

sotto al sole per tre quattro ore.

Rivoli sulla pelle sporca,

odore di terra mossa.

Radici, verde,

rami, insetti.

Terra che ci fa vivere e ci consumerà dopo morti,

inermi e finalmente uguali almeno nelle finali sorti.

Ho vangato e adesso ho calli alle mani,

fatica di oggi e di domani,

ho sangue a fior di pelle,

e sopra nuvole a coprir le stelle.

 

1.4.2000

 

E’ STATA L’ESTATE

 

MOMENTI

 

Ci sono dei momenti,

in cui l’uomo anche se stringe i denti,

vive di stenti,

e soffre per i patimenti.

Squarciato dai rimorsi e dai rimpianti,

dal lento corso degli eventi.

E allora arranca,

come su specchi,

su melmosi pavimenti,

su carboni ardenti.

E quanto è preoccupante…

Vedere che queste anime son tante!!

 

20.6.1999


INFEDELTA’?

 

Che cos’è?

L’infedeltà,

che cosa è?!

Esiste anche mentale?

E se non hai una storia?

Scrivi momenti,

descrivi sentimenti…

poi fai nuovi incontri!

 

25.6.1999


INCONTRI

 

Finalmente

trovi il coraggio e fermi,

dopo alcuni incontri,

una glaciale figura,

che cammina, pantera elegante.

Con occhio limpido di acque poco profonde.

Con curve come nuvole o come sponde.

Con naso intelligente,

che cammina tra la gente.

Con capelli ricci come cespugli profumati mossi dal vento,

con fare intrigante,

che lo noti sin dal primo momento.

Ed è piacevole anche ogni stupido argomento.

 

27.6.1999


SCOPPIATA LA PACE

 

E’ scoppiata la pace,

si dice quasi con pigrizia.

Così anormale la notizia…

Da usare titoli.

Ma cosa dicono i popoli?

Con culture dilaniate come i tetti,

con ricordi in fiamme,

con grida e pianti di bambini in braccio a mamme?

Lo sanno che è scoppiate la pace?

Spiegatelo ai loro occhi che invece…

 

28.6.1999


VOCI

 

Poco tempo fa soltanto occhi, sguardi, incroci.

Poi parole a incastro,

mie, tue, veloci.

E ancora…

il telefono che finalmente squilla,

e mentre voci parlano,

ripenso a quel tuo sguardo che scintilla.

 

29.6.1999


SVEGLIATO

 

Ero in letargo,

in attesa,

come il cane Argo,

con qualche pretesa.

Poi risa dolci mi hanno svegliato.

Mani chiare e magre mi hanno attirato.

Una pelle delicata e chiara,

da custodire in una teca, in un’ara,

lontana dai rumori,

pronta per gustare parole e odori.

 

30.6.1999


E’ STATA L’ESTATE

 

E’ stata l’estate.

O sei te?!

E’ che la felicità la vivi a rate!?

Lo sai perché!?

Perché la giostra della vita,

ad ogni giro,

ti fa vedere un nuovo panorama,

e tu giri e giri,

ma nella fretta non distingui chi ti ama.

 

1.7.1999


MA DOVE SEI

 

Ma dove sei,

che vorrei leggerti di me,

parlarti delle mie cose,

delle manie, delle cose preziose,

delle poesie, delle rose.

Che vorrei sentire la tua voce dolce e delicata,

che mi racconta di una gita o di una passeggiata.

Voglio sincronizzare battiti e emozioni,

voglio volare come uccelli, come aironi.

Voglio darti momenti e foto,

parole per il prima e per il dopo.

 

3.7.1999


E VEDERTI MI AIUTA

 

Come è liscia la tua pelle!

L’ho sentita.

Mentre ti sfioravo le dita.

E abbracciarti è dolce e profumato,

come lo zucchero filato.

E parlarti è scoprirti,

e ascoltarti è conoscerti.

E vederti mi aiuta a definire…

La sensualità del tuo viso,

la misteriosità dei tuoi passi,

la simpatia del tuo riso,

il limpido dei tuoi occhi fissi.

 

3.7.1999


FILO E SEQUOIA

 

Sull’asfalto di una lunga autostrada,

con il sole che comanda e tiene a bada,

tra le crepe grigie c’è un filo d’erba sottile,

come la sua stessa vita, forse.

In un bosco secolare c’è una antica sequoia.

Sembra tocchi il cielo con le foglie.

Difficile che muoia,

ha una radice che nessuno toglie.

 

4.7.1999


DISSE E RISPOSE

 

Lei disse: ”Quando mi dici così rimango senza parole”

Lui rispose: “Allora adorerò i silenzi”

Lei disse: “Potrebbe capitare qualsiasi cosa”

Lui rispose: “Farò in modo che sia solo una cosa meravigliosa”

Lei pronunciò una parola come una nota dolce di flauto…

Lui iniziò ad orchestrare la più splendida delle sinfonie… la vita.

 

6.7.1999


BUONA NOTTE

 

Dei risvegli ti ho parlato già.

E delle buona notte…

Chiaroscuro di penombra che esalta la tua pelle,

spremuta di luna,

latte di candore.

Baci sfiorati,

pensieri sussurrati,

lievi ninne nanne,

lenzuoli stropicciati.

Bagliori di occhi pepite,

due mani, due bocche, due vite.

Abbracci invernali estivi,

musiche in sottofondo,

che ci uniscono proteggendoci dal mondo.

 

7.7.1999


CORDA

 

C’è una corda che parte dal polo nord.

E’ ben salda ad un iceberg.

Ben tesa arriva fino all’equatore.

Fa due giri attorno al tronco di un albero secolare.

Poi riparte e si dirige verso le Torri Gemelle.

Torna indietro e sfiorando le punte delle Piramidi,

arriva al Cremlino.

Un nodo e poi riparte per il Monte Bianco,

e la Grande Muraglia e la Statua della Libertà.

Non so chi abbia avuto tanto tempo in una vita,

per impacchettare così bene il mondo.

Ma con un po’ di volontà,

mi piacerebbe visitarlo tutto in tondo.

 

8.7.1999


RICAMO

 

Se leggi ogni mia poesia,

prova a scegliere per ognuna una parola.

Prova a immaginare che il tuo sguardo…

Sia la mano di una vecchia nonna.

Una mano che ricama.

L’ago infilza e il filo si tende.

Poesia dopo poesia ecco l’arazzo.

Narra di un percorso.

Veloce e lento.

Di gioia e patimento.

Lo vedi che l’ultimo ricamo tocca i tuoi occhi,

il tuo cuore e la tua mano?

 

8.7.1999


…A ME

 

Amo leggere.

Amo scrivere.

Amo far leggere ciò che scrivo.

Amo leggere ciò che si scrive.

Amo dire ti amo a chi amo.

Amo sentirmi dire ti amo da chi amo.

Amo mani esili che mi toccano i capelli.

Amo il vento la luna e i tramonti.

Amo ridere e stare bene.

Amo far stare bene.

Amo i profumi i colori e gli odori.

Amo l’acqua.

Amo mangiare.

Amo ascoltare la musica.

Amo il sesso.

Amo l’amore.

Amo tutto ciò che cancella il dolore.

Amo tutto ciò che non è rancore.

Amo le voci.

Amo i romantici e i passionali.

Amo il sogno di avere le ali

Per poter volare dove vuoi andare.

 

8.7.1999


SAN LORENZO

 

Non lo so cosa provo e cosa penso.

Per Roma e San Lorenzo.

Ma sotto le stelle del parchetto qui vicino,

davanti a un palco, come un bambino,

mi sono emozionato.

I bombardamenti. I veri comunisti. I pianti.

Argomenti di altri tempi.

Magia strana regna in questa città.

Come te, fatta di incantesimi bellezza ed onestà.

 

10.7.1999


OSCILLA

 

Oscilla.

Vacilla,

non è abbastanza sufficiente,

il tuo sguardo che brilla.

Oscilla,

arranca,

vacilla nuovamente,

non è abbastanza sufficiente,

anzi troppo stanca,

la mia mente,

se il dubbio non si scioglie e invece avanza.

 

12.7.1999


BEFFE

 

Beffe.

Mentre persone si leccano i baffi.

Schiaffi… di vento,

di dolore e patimento.

Mondo di tormento.

Di guerre e violenze e sentimento.

Di pugni ai muri, di musi duri.

Di fraintendimenti e stenti,

di momenti salienti lasciati andare,

come fossero insignificanti.

 

14.7.1999


CONTRASTI

 

Più che ti allontani,

più che non ti ho più tra le mani,

più che vorrei amarti sotto cieli e su divani.

Più che c’è un terzo,

più che penso ai tuoi occhi,

specchi,

di cielo terso.

Più che ho donne,

più vedo che poco nascondono le gonne,

parlo di anima, colori.

Parlo di tutto ma non di droghe e di dolori.

 

15.7.1999


CHE PARTIAMO

 

Giorni sono passati.

Fogli bianchi accantonati.

Non sempre serve immolare momenti.

Attenti alle parole giuste,

ci sfugge il gusto delle cose.

E allora parentesi di tempo,

e sunto.

Hai un po’ di tutti i miei passati,

e hai futuri gitani,

occhi di cui parlano vecchie canzoni,

e labbra pronte per nuove emozioni.

E io mi sento dire ti amo…

Prepara le valigie che partiamo!

 

26.7.1999


MORBIDA

 

Sei morbida nella mia stanza.

Sei morbida in vacanza.

Morbida di parole e cuore.

Morbida di sorrisi e lacrime.

Morbida con troppe o poche pretese.

Morbida e mia da poco più di un mese.

 

21.8.1999


ECLISSE

 

Nessuno ci spiegò o ci disse...

Che avremmo condiviso anche l’eclisse.

Non solo della luna e del sole,

ma anche di storie cupe come gole.

Storie passate,

le cui ferite le scoprimmo a rate.

 

20.8.1999


POMPEI

 

Scavi...

Quotidiana vita sepolta.

Vita arsa,

vita di una volta.

Un periodo lontano,

l’ombra di un vulcano.

Lava che leva la vita.

Spazza l’erba l’uva la vite le vite.

 

9-15.8.1999


SU QUESTO GOLFO

 

Intorno a frenetici movimenti giovani...

Mani che si incrociano.

La tua pelle si colora ancora,

alla luce dell’ultima ora del giorno su questo golfo.

 

9-15.8.1999


CICERONE

 

Ecco l’ospitalità di un caro amico.

Ci fa da cicerone da Sorrento a Vico.

Sapori di una terra che è sua.

Odori di una vita lontana dalla mia.

Viviamo uguale, viviamo diverso, viviamo in scia.

Continua a farci da cicerone,

e quando si commuove mi nasce dentro un’emozione.

 

9-15.8.1999


NAPOLI

 

Se di notte unisci le luci del golfo di Napoli...

Nasce un disegno che è confusione,

felicità e miseria.

Nasce l’immagine di un sole o della sera,

che ridendo si gode calda la riviera.

 

9-15.8.1999


STRETTO

 

Lieve lento movimento...

Di traghetto e di amore.

Di gemito e calore.

Ti abbraccio stretto al vento dello stretto,

che porta alla tua terra,

mentre è ancora notte.

E scopro le nostre emozioni intense e fitte.

 

15-20.8.1999


STAZIONI

 

Leggende, miti.

Filari di pensieri, di viti.

Orti di idee,

lande di passioni.

Alberi di passione, di cedri e di limoni.

Distese di fantasia...

Sono ettari, intere piantagioni.

Boschi di vita,

campi di emozioni,

mentre la nostra storia passa tra le stazioni.

 

9-20.8.1999


BUON VIAGGIO

 

Questa volta scrivo su un treno...

Non di un volto o di un ricordo,

ma di una pelle che tocco quando voglio.

Basta allungare una mano,

per sfiorarti piano.

Basta parlare per sapere.

Sapere che mi puoi sentire.

Questa volta scrivo su un treno,

e non c’è l’ombra di un miraggio.

Siamo partiti...

Buon viaggio.

 

9.8.1999


“CHE”

 

Sguardo fiero “Che”!

Orgoglio d’intorno.

Eppure un ignorante mi chiese un giorno:

“Che è Che?”

E’ evidente che non poteva sentire…

Del sigaro l’aroma.

Non poteva vedere il nero riccio della sua chioma.

Chioma di leone-coraggio.

Leone morto forse invano.

Per un’idea che era miraggio.

 

Agosto 1999


POSSO

 

Descrivere scene di una violenza inaudita.

O attimi di estrema dolcezza,

di arroganza o purezza,

di guerra e di pace,

di pianto e movimento vivace.

Ho sostantivi e aggettivazioni.

Ho preservativi per i vostri neuroni,

che sono mal utilizzati,

potendo essere pensieri sciagurati.

 

Agosto 1999


VOCE E PENSIERO

 

Una voce mi fa riflettere:

“Vedi che non è importante,

essere vicini,

ma è importante essere veri come i fiori nei giardini”.

C’è un pensiero che mi nasce in testa:

“Non basta la poesia!

Occorre che la vita tua diventi un po’ anche mia”.

 

3.8.1999


CAOS

 

Nel caos della riorganizzazione è tutto chiaro.

Libri.

Quaderni.

Foto.

Pensieri e poesie.

E te.

Con i tuoi capelli scuri.

I tuoi movimenti sensuali o bambini.

Te, per me.

Io, con te.

 

4.8.1999


ASPETTA

 

Aspetta il primo arcobaleno.

Quando lo vedi,

scegli un colore e dimmelo.

Io tirerò un filo e inizierò a cucire.

Farò un maglione.

Farò un pranzo,

un cane e un tramonto,

un arazzo che rappresenta un pezzo di vita,

o un bicchiere di gioia,

fresco e facile da digerire.

Con gli altri colori di quell’arcobaleno invece…

Faremo una strada, la nostra.

 

4.9.1999


ROTOLAVA

 

Il vento faceva rotolare un pezzo di carta,

era una pagina di giornale,

che rotolava sul pavimento deserto,

grigio, sporco,

della stazione.

Poi divenne una nuvola,

a forma di cane,

di pesce,

di uccello.

Poi divenne un cane,

un pesce,

un uccello.

E il pavimento divenne di un grigio marmoreo limpido e pulito.

 

11.9.1999


SETTEMBRE A LIVORNO

 

Il tempo sta passando…

Livorno, mentre stavamo passeggiando,

era stranamente serena.

Inedito per questa città.

Adesso Livorno ti aspetta ancora.

Amici.

Miei.

Tuoi.

Ci vedono. Ci vedono così come siamo.

Mi ami. Ti amo.

 

12.9.1999


DA PIU’ LONTANO

 

I ricordi.

La notte che picchia nel sonno.

La vita che entra nel sogno.

Foto. E parole che attraversano il mare,

attraversano lo stretto e mezza Italia,

e mi arrivano.

E mi arriveranno poi da più lontano forse.

Corse.

Paesi diversi e lontani.

Che, ci siamo giurati, ci racconteremo.

Chissà qual è il futuro che vivremo?!

 

10.9.1999


TI CELO

 

Si suda sempre nella vita.

Qui ho una specie di mare di problemi.

Te li celo.

Terso il cielo,

se piove o non piove,

mi scopre a pensarti.

Sia romano o toscano…

È un cielo che mi vede aspettarti.

 

15.9.1999


IL GIORNO DELLA NOTTE

 

Il giorno della notte dei miracoli…

È il primo giorno che non ti vedo e sento.

E provo una paura, una mancanza, uno sgomento.

Ricordo capriole, musiche.

Baci audaci, sguardi e mani.

Entusiasmi di orgasmi.

Paure e lacrime…

Ora solo lacrime, vuoto e incertezza…

Anche se io vivo e tu vivi,

anche se adesso stiamo male,

anche se forse passerà…

presto o tardi,

con o senza l'altro.

Pensaci.

Pensami.

Credici.

 

25.9.1999


ABBRACCIO

 

Ero sicuro che non ti avrei più avuta.

Ero sicuro ti fossi allontanata,

ti avessi già perduta.

Non ci credevo poi,

che in quell’abbraccio fossimo di nuovo noi.

Anche se diverso, cambiato,

pronto a ricambiare o maturo per finire.

 

2.10.1999


NEL PROSSIMO SECOLO

 

Nel prossimo secolo,

vorrei annunciare al popolo,

non una storia, non un aneddoto,

non una statua di un nuovo discobolo,

ma una foto nostra, seduti sorridenti a un tavolo.

 

8.10.1999


POCHE ORE ORMAI

 

Poche ore ormai,

poi te ne vai,

ricorderai la voce di Daniele che dice…

che un elefante viola ha scritto una poesia,

che un cervo bianco ha sorvolato la città…

la musica è la sua, la citazione mia,

tu sai che cosa c’è nella mia poesia,

c’è che tra poche ore ormai vai via.

 

11.10.1999


14/10/99-11.40

 

Un aereo è sopra la mia testa.

Chissà se è il tuo volo.

Hai lasciato incertezza e basta.

Mi hai lasciato solo.

 

Hai trasformato interrogativi irrisolti in strane certezze,

hai trasformato in schiaffi anche le tue carezze.

 

Ora è così,

domani poi chissà,

ma sapere che il futuro è buio solo per me,

questo non mi va.

 

Negli ultimi tempi abbiamo navigato in mari di incoerenze,

di interdizioni, di sofferenti situazioni.

Nel nostro prologo invece tutto senza distanze,

tutto baci amore ed emozioni.

 

Cinque strofe magre,

per rappresentare un odore acre che ho dentro,

assieme al tuo ricordo.

 

14.10.1999


TRE MESI

 

Hai intarsiato la mia anima in tre mesi.

Hai scolpito sorrisi luminosi ed occhi accesi.

Hai intarsiato piano con piccoli colpi da maestro,

mi hai illuminato come in cielo luccica un astro.

Iniziasti ad intarsiare novantatre giorni fa, ad un concerto,

e la tua mano, piano, il mio cuore aveva aperto.

Hai intarsiato di te la mia vita,

e adesso che io non capisco il tuo capolavoro,

mi dici che è finita.

 

16.10.1999


VORREI VORRO’

 

Vorrei… vorrò…

Un appartamento con meno sgomento,

una donna,

con un cervello e una gonna,

un lavoro e la serenità,

come miniera d’oro,

due tre figli,

e libri e film e sesso e mai più sbadigli.

 

17.10.1999

 

SARDEGNA

 

SARDEGNA

 

Cala Fuili,

fenicotteri,

Cala Gonone, Cala Luna,

mentre la luna è alta.

Strapiombi, verde, caldo.

Sole. Mare.

Dorgali, Orgosolo.

Gole di So Gorropu.

La poltrona.

L’aria.

Riso. Spiaggia.

Cartoe. Cala Goritzé.

L’anima si bagna…

Ora è fradicia di Sardegna.

 

7.4.1999


COMANDAMENTO

 

E’ una specie di comandamento,

che matura,

avanza lento,

come un tormento,

come il sole verso il mare,

in un giallo tramonto.

 

1.4.1999


VERITA’

 

La verità è che vorrei aprire le braccia e volare.

Piemonte.

Sicilia.

Sardegna.

Roma.

Parigi.

Rivolare sopra la mia vita.

Rivolere la mia vita.

E dal cielo…

Quante persone piccole.

 

1.4.1999


ROCCIA

 

Rocce arse.

Facce, corse.

Un picco,

una gola,

una guglia.

Un respiro.

Un’immagine sola…

La luce di un sole più bello,

più alto.

Il sapore di un salto.

 

A Dario

 

5.4.1999


BENE INSIEME

 

Che rimpianto.

Non c’è scampo!

Alla fine occorrono anche i compromessi.

Con annessi e connessi.

Ho saputo che eri indaffarata…

Ma l’ho saputo in differita.

Eppure eccomi qui,

a fare ciò che meglio mi viene,

partorire un’emozione…

con due parole messe bene insieme.

 

2.4.1999


LIQUORE

 

Liquore forte,

bevuto ad ore.

Bevuto prima della morte,

per scaldare.

E addolcire il gusto dell’ultimo momento.

 

3.4.1999


ORGOSOLO

 

Di emozioni sono sempre stato goloso.

Mi ha appagato Orgosolo!!

E allora scrivo.

Parole, appunti…

Sembro un fiume in piena.

Ho più serenità, più saggezza.

Tra poco ripartiamo.

Ho più speranza.

e se ti guardo adesso sei più bella rispetto alla partenza.

 

6.4.1999


FILI D’ARIA

 

Fili d’aria,

fili di parole,

fili d’erba,

fili di momenti.

Forbici di vita.

Non più aria,

non ci sono più parole,

l’erba è tagliata,

e la vita continua a tagliare.

 

3.4.1999


POCO

 

Poco da fare,

ha ragione un caro amico:

finisce tutto.

Finita anche la vacanza,

finita anche la salita,

la musica de Il cielo in una stanza,

le parole di una stronza,

la pace, la costanza.

Quindi: lavoro,

silenzio,

un'altra stronza,

guerra.

 

5.4.1999


PARTENZA

 

Cani, cellulari, sdraio gialle e blu.

Come cielo e sole che ci accompagneranno.

Zaini con sogni e panini all’andata,

diventeranno zaini con acqua e ricordi al ritorno.

 

1.4.1999


DIREZIONE

 

La luna riflessa fa un percorso verso l’orizzonte.

Sembra il disegno di una freccia.

Allora c’è una direzione!?

Sotto la luna c’è una piazza…

Di un paese meraviglioso.

 

5.4.1999


BATTITO

 

Sento il battito concentrato in una sola vena.

Sassi freddi, umidi,

e calda luna piena.

Sassi bagnati da mare fermo,

come i miei pensieri,

concentrati sul domani, su oggi e sul mio ieri.

 

2.4.1999


SCIACQUIO

 

Lo sciacquio del mare mi ha addormentato.

Finalmente sono rilassato,

lontano da città, problemi, morti.

Lontano dalla mia smania,

di altri uomini e di te che sei in Germania.

Lontano da libri e teorie,

vicino solo a cose solo mie.

 

2.4.1999


MA TU LO SAI?

 

Ma tu lo sai che io non so neppure se esisti?

Ma tu lo sai che non so chi sei, se ci sei, dove sei?

Ma tu lo sai che vorrei essere una coccinella,

volare sopra la tua scrivania,

tuffarmi nell’inchiostro e poi posarmi sul foglio bianco,

per scrivere che ti amo?

 

11.4.1999


SULLA VIA

 

Sulla via della vita,

e lo dovevamo sapere,

non c’è segnaletica.

Non c’è,

come prima di un dosso su una strada,

un bel palo con un triangolo bianco e rosso.

Non c’è un avviso se alla prossima curva c’è un amore o un dolore.

Una partenza o una gravidanza.

Un amico o un nemico.

 

14.4.1999
MAI UN FUTURO

 

La ballerina e il commesso della libreria…

non avrebbero mai avuto un futuro.

Orari diversi.

Tempi diversi.

Momenti per versi diversi.

Momenti perversi diversi.

Momenti diversi per versi perversi.

Spazi diversi.

Scaffali e teatri.

Il commesso e la ballerina di danza classica.

Non potevano avere un futuro.

 

14.4.1999


CLAP!

 

Quando tutte le mani di un concerto fanno:

Clap!

Le mie sono zitte e ferme.

Quando tutte le mani di un concerto,

sono zitte e ferme.

Le mie fanno:

Clap!

Quando loro fanno clap,

nessuno si accorge se ci sono o no.

Ma quando sono ferme,

tutti sentono il mio clap.

 

15.4.1999


PLIN…

 

Ho distillato un’emozione.

Ultimamente rifuggo le risposte.

Sia le mie che degli altri.

Ma sono riuscito a distillare un’emozione.

Come un alchimista.

Dalla provetta…

Plin, plin…

Goccia dopo goccia tutta in una bottiglia.

Adesso la bottiglia la getto chiusa in mare,

e magari ti ci disseterai sopra una spiaggia,

amore.

 

13.4.1999


BALZO

 

Chi mangia deserto.

C’è chi mangia ghiaccio.

C’è anche chi mangia pane.

Nelle oasi.

Negli igloo.

Nelle case.

Diversi popoli.

Posso vederli tutti se balzo sul mappamondo.

 

15.4.1999


AI TEMPI

 

Del muro di Berlino.

Dei tiggì di quando ero bambino.

Delle frittelle di farina di castagne.

Della tele con tre canali,

delle più luci a Natale nei viali.

Ai tempi in cui studiavo il Nilo e le Guerre Puniche,

con le lenzuola simulavo tuniche.

 

15.4.1999


CI SIAMO

 

Ci siamo.

Ci siamo vicini.

Ci siamo davvero vicini vicini.

Tra qualche anno l’album dei fotoricordi,

immortalerà il cyber sex.

La bambina nata da un cd rom.

La scia della lumaca gigante,

su una vetrata come tante.

Quanto scriverei se viaggiassi di più!

E invece,

tra qualche anno…

 

15.4.1999


DARIO

 

Non avrei mai voluto.

Parlare di te in una poesia o in un diario.

Ciao Dario.

Non avrei mai voluto.

Parlare dell’ingiustizia dolorosa del destino.

Non avrei mai voluto soli tua moglie e il tuo bambino.

In più io non credo ai funerali,

o ad anime che mettono le ali.

Per cui…

Niente poesia, niente diario.

Addio Dario.

 

Per Dario P.

 

17.4.1999


MENTRE

 

Ieri era sabato sera.

Discoteche e risa nella notte nera.

Mentre…

Bombe sulla Serbia.

Mine e profughi.

Missili e mirini di cacciabombardieri.

Oggi referendum e ieri sera divertimenti.

Mentre…

Lacrime e lampi di luce di morte.

E vittime e tendopoli e Montenegro.

Corpi stesi e Novisad.

Belgrado e sogni spenti e occhi accesi di rabbia.

Confini, alleati, Armata Nato.

Già era successo e l’uomo non ha capito e non ha ricordato.

Stampa, telegiornali, catastrofi.

Mentre

Mentre

Mentre…

 

18.4.1999


BISOGNO

Avrei bisogno di partire.

Non posso scrivere della Germania, o di Londra o di Mosca,

senza averle viste.

E invece ho sulla corteccia celebrale un film pronto,

ambientato in Germania,

ed un romanzo centrato su un personaggio che vive a Londra,

e poi fugge a Mosca.

Come faccio?!

E poi vorrei partire a cavallo.

Con me la bibbia, un quaderno, Il Capitale.

Una penna e qualche soldo.

Poi mi scontro con la realtà,

e con tutte le sue prove…

è solo martedì, piove ed è il 99!!

 

20.4.1999


QUALCOSA

 

Non sto bene,

ma c’è qualcosa che va…

Non sto male,

ma c’è qualcosa che non va.

Il fatto è che…

Sto…

Va…

 

23.4.1999


SONO A…

 

Naufragare nei dialetti,

nel caos dei miei cassetti,

tra tempere e tele,

e dischi di vinile.

Tra fiori secchi,

che non accennano ad appassire,

tra tapparelle da abbassare,

tra lettere da scrivere da leggere e gettare.

Tra tempere e tele,

e dischi di vinile.

Tra amori secchi,

che stentano a morire,

tra amici vecchi,

che stentano a chiamare,

tra amori nuovi,

che tardano a sbocciare.

 

27.4.1999


CAMERIERA

 

Furtiva tra i fumi e le luci un po’ basse,

cammini tra musica forte che spacca le casse.

Felina cammini sicura col tuo bel sorriso,

ti guardo insistente scoprendo che è bello il tuo viso.

Vestita di scuro l’ambiente un po’ ti mimetizza,

sensuale il tuo corpo che vedo e che già mi elettrizza.

Parole che solo vicini riusciamo a captare,

timide mani veloci provano ad accarezzare.

Uno strano saluto un po’ complice prima di uscire,

perché tornando a casa il ricordo possa rimanere.

 

29.4.1999


TARDI

 

Il plancton di questa società,

mi tocca, lo guardo e che schifo mi fa.

Navigo con la mia barca a vela,

sopra il sentiero di un’anima nuova.

Volo su cieli spaccati da raggi di lingue di fuoco.

Cammino su ripide strade che arrivano dopo.

E’ tardi per navigare o volare o camminare,

è tardi per ridere o piangere o contestare.

 

30.4.1999


CARTONE

 

Aspetta aspetta…

Forse ho trovato il paragone!

Sì sì, è fuori discussione.

Disney!

Da un cartone di Disney sei uscita!

Sì che lo sei.

Sembri un cerbiatto.

Guarda che occhi che hai.

Bravo il disegnatore.

E che sorriso che hai,

che strappa le carezze e le parole.

Le zampe lunghe, veloci e la pelle chiara,

mentre cammini sorridente nell’aria.

Bello guardarti e provare un’emozione.

Sì, sembri uscita da un cartone!

 

4.5.1999


CASPITA!

 

Caspita!

Allora capita,

che un’attesa spasmodica,

all’improvviso non sia solo una cosa utopica.

Magica,

l’aria di quest’era che ti vede qui,

così,

quasi per sbaglio,

quasi per gioco,

scoprendosi così vicini chissà per quanto e da così poco.

 

5.5.1999


IMPREVISTO

 

Come spesso accade,

dopo il ritrovamento e la scoperta,

l’imprevisto,

la partenza, un’altra volta.

Chilometri oggi.

Ieri solo centimetri, anzi respiri sovrapposti.

Come parole, viali, strade e posti vari.

 

7.5.1999


PASSAGGI

 

Passaggi di consegna,

viaggi,

scelte con una vasta gamma.

La vita insegna,

ma non è l’albero della cuccagna,

e tantomeno il pozzo dei desideri,

che se ti butti l’acqua sfiora i piedi.

Punto per voltare pagina,

chiudere un paragrafo e cercare un buon titolo,

per il prossimo capitolo.

 

10.5.1999


NERO PECE

 

Ancora.

E’ capitato ancora.

Eccomi con l’acqua alla gola.

Arriva un’onda.

Un'altra storia persa.

La vedo mentre affonda.

Eri dolce, eri carina.

Sembrava tutto a posto,

come in una vetrina.

Invece. Ora parole,

e dopo nero pece.

Come i tuoi capelli,

che come tutto il resto erano belli.

 

12.5.1999


NUOVE GENERAZIONI

 

Troppo strani voi delle nuove generazioni.

Ci rivolgete la parole senza troppe precauzioni.

Vi ritrovate coinvolti in situazioni,

o refrattari a certi tipi di emozioni.

Seguite mere indicazioni,

nate dai vostri paesi o da letture fatte con poche riflessioni.

Impastate vecchi ideali, vecchi materiali, di epoche non vostre.

Ma avete animi e occhi serrati come imposte.

 

13.5.1999


TRA LE COSCE

 

Aridi. Avidi.

Visi apatici, corpi scheletrici.

Cuori sintetici.

Visi di plastica con occhi sporchi,

ché la coscienza non vi vuole,

non vi riconosce,

ché tutto quello a cui pensate,

lo sapete,

è quello che uno ha tra le cosce.

Parlo di uomo ma anche di femmina,

tutti falsi,

come i non credenti in chiesa alla domenica.

 

12.5.1999


DELUSO INCAZZATO

 

Sono deluso.

Deluso dal sopruso.

Sono deluso dall’abuso.

Sono deluso perché il tuo viso,

sembrava incerto invece aveva già deciso.

Sono incazzato.

Incazzato per ciò che è stato.

Sono incazzato per come è nato.

Sono incazzato col dolce del tuo viso,

che sembra piangere e invece cela il riso.

 

13.5.1999


POTREBBE

 

Potrebbe essere anche una risposta

Questa tua cosa che chiami senso di colpa

Potrebbe essere ma non son sicuro

Se fossi certo lo direi sai te lo giuro

Potrebbe darsi

Che i tuoi pensieri sparsi

Si son raccolti tutti in un momento

Si sono arsi si sono persi

Oppure hai già capito questo sentimento?

Ma non lo vedi che son cocciuto

Che la mia vita proprio come in un imbuto

Si è ritrovata

Catapultata

In quella tua soltanto grazie ad un tuo invito?

Allora dimmi

Mi paghi i danni

Per questo cuore scemo che già si era illuso?

Oppure resto

Così deluso

Con l’idiozia di averti detto che è finito?

 

14.5.1999

 

Canzone


RAP

 

Nuovi orizzonti,

sfruttati come ponti,

stringendo i denti per andare avanti,

costanti,

evitando i violenti,

azzardando passi lenti o veloci,

scegliendo le persone dai visi e dalle voci,

escludendo gli atroci momenti,

fatti di stenti e di fame,

aprendo dentro i cuori le persiane,

usando liane che portano da un’emozione a un'altra,

scoprendo che ogni volta non ti basta,

mangiare solo pasta o aprire la tua posta,

per leggere righe di una fidanzata,

che ormai a danza iniziata ti dice che non vuole più ballare,

che non è amore,

non è sesso ad ore,

che le dispiace per il tuo povero cuore,

che ora non vola per il peso del dolore.

 

17.5.1999


INVASIONE

 

Un’invasione di parole

Entra in una vita anche se non si vuole.

Baci e sbadigli

Genitori e figli.

Percorsi brevi e lunghe vie in salita,

per melodie fatte di gioia infinita.

 

18.5.1999


UN PO’ DI VITA

 

Era vero.

Che si vedeva se piangevo o se ridevo.

E se parlavo o stavo zitto.

E tutti a dire che avrà fatto?

Niente… solo un po’ di vita.

A volte bella altre come quando perdi una partita.

Ma è solo un po’ di vita.

E oggi che si vede che rido e basta,

mi sento come il mare che accarezza la sua costa.

 

22.5.1999


SORTE

 

La sorte sicura

E’ sorte nera.

La sorte è la morte.

La sorte è una bara,

Più calda del Sahara,

più nera della pece.

Per cui finché c’è vita,

godiamoci la pace.

Anche se c’è gente che invece…

 

22.5.1999


A TE…

 

Maree avvicinano conchiglie.

Rami secchi.

Paure e meraviglie.

Maree allontanano cose vecchie e cose nuove.

Velieri, sirene, messaggi in bottiglie vuote.

Alcuni naufragi non hanno traccia,

scompaiono nel mare e nelle sue braccia.

Altri dopo mesi guidano a riva materiali.

Io ero sulla spiaggia tu sei riemersa e hai chiesto:

Mi aspettavi?

 

28.5.1999


DI ALLORA

 

Io ero quello che andava oltre alle parole?!

Lo resto?

Spero che sia rimasto solo quello, di allora.

Per il resto…

Un altro io, un'altra te, un’altra storia.

E adesso che vediamo uguali due tramonti,

speriamo siano diversi gli orizzonti.

 

29.5.1999


DOPO UNA TELEFONATA

 

La sincerità con la quale ti parlo…

Di me, di te, di noi…

Fa quasi paura.

Scoprire le carte.

Aprire le porte,

tutte,

magari anche quelle del cuore,

dei dolori, dei segreti,

delle gioie, delle trasgressioni.

Non escludo niente ormai,

il destino è sempre stato strano.

Potremmo essere alimentati da noi,

o perdersi ancora e per sempre.

 

5.6.1999


VENTO

 

Entrerò vento nelle tue lenzuola,

posso amarti in eterno o una volta sola.

Posso essere foresta, fuoco,

aria,

fertile costa bagnata dal tuo mare.

Posso essere tuo e avere il tuo cuore,

tenerlo tra le mani lontano dal dolore.

 

7.6.1999


TROPPI VENTI

 

Come tra Alisei e Monsoni.

Tra Libeccio e Tramontana.

Tra Scirocco e Bora.

Venti mi schiaffeggiano da nord e sud,

mi accarezzano da est e ovest.

Quasi mi imbarazzano,

coi loro profumi, i loro suoni, la loro forza.

Mi confondono, mi portano capelli,

voci,

momenti di dolore ed altri belli.

Devo decidere quale sfruttare,

per sciogliere le vele e ripartire,

scegliere bene l’equipaggio.

Vieni con me almeno per il prossimo viaggio.

 

8.6.1999


AL TUO LEGGERMI

 

E potrei essere un vento,

lento,

che ti entra dentro,

con dolcezza e malizia,

con gioia natalizia,

con passione e comprensione,

come un arlecchino,

come il gioco di un bambino,

come ricordo,

perché ti bacio,

ti penso,

ti mordo,

ti voglio…

…corteggiare fino a che avrò poesie per raccontare.

 

13.6.1999


ORA

 

E’ la prima volta.

La prima vera volta.

Da allora.

E’ la primavera di ora,

che è nella tua voce che ride sempre.

Da allora la mia risata non era così ricorrente.

Pura come acqua corrente,

dolce come cioccolato fondente.

 

15.6.1999

 

NAVIGANDO

 

NAVIGANDO

 

Navigando in mari di persone,

navigando in cieli e città,

navigando in luoghi...

scopro un nuovo viso, sembra velato

di dolcezza.

Resto in venerazione,

è una bellezza da vertigine.

Rimango come un viandante,

di fronte a una voragine.

 

6.10.1998


ZUPPA CALDA

 

Vigorosa, la vita, sembra non scolpire,

su di te, alcun tipo di dolore.

Ti immagino stretta in una coperta,

davanti ad una zuppa calda,

in un salone in legno scuro.

Ed io a studiare come violarti con dolcezza.

Mi perdo nella scia del tuo profumo,

come fossi uno zigano scalzo,

dalla memoria violentata.

 

10.10.1998


PER

 

Affascinante

Deliziosa

Elfica

Leggiadra

Elegante

 

11.10.1998


COME IL TUO

 

Un sorriso brillante come il tuo,

non passa inosservato.

Forse perché è adornato...

da un profilo da cerbiatto,

e da dolci mani affusolate.

 

17.10.1998


AIUTAMI A PROVARE

 

Con un aquilone fatto dei tuoi sorrisi,

riuscirei,

volando,

a scorgere meglio,

anche se nascoste negli angoli,

le emozioni di chi mi sta intorno.

Lo sento,

lo so.

Aiutami a provare.

 

27.10.1998


ROBINSON

 

Come il naufrago Robinson!

Arranco sul bagnasciuga della tua vita.

Ma non sono più in acqua.

Ma non sono ancora a riva.

E la tormenta che mi ha fatto naufragare,

adesso è dentro di me, ed ho paura.

Non ho il mio Venerdì.

E tu, sei più delicata di un veliero in bottiglia,

che riesce solo a navigare i mari del pensiero.

 

22.10.1998


UN PO’ CYRANO

 

Vorrei essere frizzante come un twist.

Oppure provocante. Un tango.

Ma non ballo.

Scrivo.

Così mi accorgo di esser strano.

Di essere un po’ Cyrano.

Di viver nelle mie stesse parole,

e di non esser privo di colore.

 

26.10.1998


CHILOMETRI

 

Sarà la carnagione d’alabastro,

sarà che vorrei avere il tuo respiro come seconda pelle.

Sarà che canticchio mentalmente melodie credo inesistenti.

Ragione parla a Sentimento,

cercando di sedare gli entusiasmi,

ma non ci riesce.

Ogni chilometro di rotaie che il treno divora,

mi sento più vicino al tuo sorriso.

 

7.11.1998


PRATO FIORITO

 

I sorrisi che nascono sulle tue labbra...

Sembrano frutti di un albero coltivato a carezze e dolcezza.

Scrutami dentro,

e scopri quello che è rannicchiato nei miei sensi,

nella mia anima.

Sì, potrebbe fare paura,

ma se ti fidi e mi aiuti un po’,

diventerò un accogliente prato fiorito.

 

8.11.1998


DOMENICA DALLE LABBRA SCREPOLATE

 

Tra le insidie delle parole,

delle confusioni e delle incomprensioni,

le mie mani sono ancora naufragate.

E tutti a dirmi che certe frasi, al mondo,

le avevo già pronunciate.

Non nego.

Ma altre volte,

forse mi innamoravo di un’idea.

Altre ancora mi innamoravo della sete di farcela.

O forse dicevo di innamorarmi.

Oggi,

che si è accorta delle mie labbra screpolate dal freddo,

della mia barba corta,

so che mi ero innamorato un’altra volta.

E sapere che si è accorta anche del suo errore,

non serve affatto ad alleviare il mio dolore.

 

22.11.1998


SEI ANNI

 

Sono passati sei anni.

Tanti profumi su di me, non più il tuo.

Tanti profumi su di te, non più il mio.

Oggi che torni a portata di abbraccio,

sei così cambiata,

e la mia mente è in viaggio,

e segue un’eleganza profumata.

 

21.11.1998


HA CHIAMATO

 

L’amico ha chiamato.

Triste. Freddo mi ha trovato.

Mi ha subito scoperto.

Si è accorto che avevo il cuore ammaccato.

Si è accorto che l’animo era aperto,

e che il sogno che era già entrato è riscappato.

 

24.11.1998


NON SONO UN CONTADINO

 

Scriverei tutto su un papiro,

di cristallo.

L’odore dei colori,

del blu,

del giallo.

Lavorerei la terra,

che è calda e fertile.

E mangerei il rosso polposo del melograno.

Invece non sono un contadino,

e ho ancora il tuo profumo fotografato nella mente.

 

9.12.1998


FESTA DI NULLA

 

I colori e le luci delle vetrine,

i fianchi di già adulte bambine.

Il rumore che sale,

si avvicina Natale.

Tu mi sei ancora in testa

Mentre si avvicina la festa.

Ma è una festa irreale,

sembra quasi fasulla,

la mia mente sta male

ed è una festa di nulla.

 

8.12.1998


PUOI… POSSO

 

Vuoi tempo e spazio?

Potrebbe servire?

Voglio tempo e spazio?

Lo voglio veramente?

Inutile provare a rispondere.

Puoi, se lo vuoi,

entrare nella mia dispensa

e conoscere il mio cibo.

Puoi, se vuoi,

entrare nel mio armadio

e nei miei vestiti,

e con i loro odori

conoscere un pezzo di me.

Puoi, se vuoi,

entrare in ciò che scrivo,

e senza fretta cercare di capire.

Io posso fare qualcosa,

se voglio:

farmi tenere le mani,

vivendo oggi senza aspettar domani.

 

16.12.1998


OLTRE LE PAROLE

 

E così,

andrei oltre le parole!?

Come affermazione,

ti fa buona osservatrice.

Come complimento,

ti è uscito bene.

Come dato di fatto,

servirà ad accrescere o uccidere

il tuo essere confusa.

 

17.12.1998


PENSIERI

 

Ognuno di noi dovrebbe essere figlio…

Di un Diavolo e un Angelo.

E padre di un Angelo e di un Diavolo.

 

Difficile parlare ad una segreteria telefonica,

mi dà più soddisfazione parlare col suono dell’occupato,

mi capisce comunque più di molti altri.

 

La mia lampada è la stella polare della mia stanza.

Poi passi tu,

e finalmente arriva l’eclissi.

 

Sentire i brividi,

andare in Irlanda,

essere un fiore e sedurre un’ape,

evitare le distrazioni agli angeli custodi,

provocare piccole tempeste

che affondando grandi velieri

e grandi tempeste

alle quali piccole imbarcazioni resistono.

 

Ti vedo

Con una corona di vita sui capelli.

Vi vedo sopra un’onda.

Mettetevi il vestito più bello,

che vi passo a prendere con i miei sogni

per fare insieme un bel viaggio.

 

Col passare degli anni,

la distanza tra i miei piedi ed il capo,

è aumentata.

E con lei,

è aumentata la capienza del magazzino dei miei pensieri.

E intanto,

non ci sono più i dualismi tra Coppi e Bartali,

tra Rivera e Mazzola.

Ma mio padre per Coppi e Berlinguer piange ancora.

Io non credo che i miei figli mi vedranno piangere per i miei Coppi e Berlinguer.

Oggi droga,

acqua alla gola.

 

 

ALTRI PENSIERI

 

Non si vendono manuali di idee

E la voce dei tempi parla a pochi,

e ai disattenti.

E la nebbia si dirada.

E vedi il Vietnam,

e senti le rane nei fossati di campagna.

Vedi un poster con Che Guevara.

E riconosci quando il morale,

come le tue mutande senza elastico,

va giù.

 

Vorrei unirmi al volo di uno stormo di uccelli migratori.

Dall’alto vedrei una rosa,

in un campo di girasoli,

una stella alpina nel deserto.

Vedrei che c’è sempre qualcosa,

nelle nuove persone,

che le vecchie persone hanno smarrito.

Accetto la freddezza dei corpi,

solo nelle vittime del tempo,

costrette alla staticità eterna.

Per questo c’è un’orchestra,

che suona a festa nella testa, e narra:

un giorno il sole era bianco,

ci vide e arrossì;

una notte la luna era rossa,

li vide e impallidì.

 

Avrò due figli,

uno sarà violino,

l’altro flauto.

Le stelle cadranno,

e si tramuteranno nelle nostre anime,

qualcuno non sarà al mercato delle emozioni,

o sarà distratto…

e rimarrà senza.

 


PERSONE

 

Ho bisogno di avere persone accanto,

con il cuore che ride,

la testa che pensa,

l’anima che si emoziona.

Persone che vivano ogni momento come se fosse unico,

che vivono godendo di ogni respiro,

e per ogni motivo.

 

31.12.1998


UNA SERA

 

Una sera ad un soffio dai suoi occhi brillanti,

e dalle sue lentiggini.

E così inizio a capire solo adesso

In che modo impossessarsi di odori,

sapori, respiri,

in modo fulmineo,

facendoli miei subito,

ingordo,

anche se è su di te il mio ricordo.

 

1.1.1999


CON

 

Con lunghe vesti nere,

lucide, eleganti,

con sinuosi sfioramenti,

mi hai ballato,

coinvolgendomi in lunghe dita e profumi,

anche se il sapore nella mente,

era di un’altra bocca,

di altri fumi.

 

1.1.1999


GRIGIO NEL TRAGITTO

 

Il cielo è stato grigio nel tragitto,

ma non è stato affatto un viaggio maledetto.

C’era la nebbia e nella memoria sabbia…

Di malinconia piacevole,

come un letto di paglia confortevole.

 

31.12.1998


IL SEGRETO

 

Il segreto sta nel ritmo dei pensieri.

Inizia il settimo anno di scritture,

di giorni e di paure.

Dalle persiane intanto,

scorgo le Apuane.

Forse ti voglio,

ed ecco la mia penna e questo foglio.

 

30.12.1998


GEOMETRIE DEL MONDO

 

Le geometrie del mondo non sono precise,

come stalagmiti.

Come i Draghi non paghiamo vitto e alloggio,

per la nostra caverna di fuoco.

E anche se irrequieti,

alla mensa del mondo,

non ci sentiamo obbligati a prendere il vassoio,

se non ci piace ciò che vi è sopra.

 

29.12.1998


ENORMI FOGLIE

 

Se tu camminassi tra enormi foglie,

di radicchio,

menta,

salvia e basilico,

mi piacerebbe sentirle parlare del tuo profumo,

dei nostri incontri,

anche clandestini,

di miracoli e musiche spagnole,

di traversate per arrivare agli oceani dei pensieri.

 

30.12.1998


VETRI ROTTI

 

Di vibrazione in vibrazione,

scopro:

echi secchi di vetri rotti.

E scopro un abside ricco di incenso,

e un buio tetro,

rotto dal passaggio di un prete in bicicletta.

 

1.1.1999


BOLOGNA

 

Tra una piazza e una via stretta,

un cane bianco e nero alza la zampa,

e lascia qualcosa di suo,

così come (anche) questa città fa in me.

Con le sue torri ed il suo rosso,

con il suo animo da mare mosso.

 

1.1.1999


SEGUI

 

Segui la strada del volo.

Solo così mi troverai,

se vuoi,

anche se te in questa città,

che non dorme ma sogna di portici e suoni,

non ci sei.

 

1.1.1999


NELLE NARICI

 

Nelle narici…

Lerici.

Col color di castello,

il sapore di pesce.

Con un amico e con il tuo viso da immaginare,

disegnato sul mare.

 

30.12.1998


GRIGI VICINI

 

Dalla bocca in quella sera nera,

usciva quasi una preghiera.

Le labbra secche per il vento,

erano livide quasi da spavento.

La mente tua… confusa,

la mente mia le fa le fusa.

Una panchina scopre i nostri abiti…

Grigi e troppo vicini,

in questo parco che al giorno è pieno di bambini.

 

5.1.1999


TEATRO

 

La vita è come un teatro.

Un teatro tutto esaurito,

per una grande serata.

Solo che ci sono alcune persone sul palco,

altre nelle prime file…

ed altre ancora nelle ultime file,

se non addirittura dietro le quinte.

 

5.1.1999


ARDUO

 

Arduo è un corteggiamento…

Per conquistare un muro di cemento.

Ma il muro alla prime avvisaglie del mio pianto,

si scioglierà come una specie di lamento.

Senza preavviso, senza arrossire, senza vergogna.

Poi dopo sarà tutto blu cielo, rosso fuoco e bianco puro di airone e cicogna.

 

7.1.1999


NELLA PENOMBRA

 

Quindi ti piace parlare nella penombra,

e starmi ad ascoltare!?

Pare non sia abbastanza per telefonare,

o trovare il modo per restare

più di un attimo soli,

magari non solo per parlare di dolori.

 

8.1.1999


DIECIUNO… ASPETTANDOTI

 

Ho le mani in teche di vetro,

circondate da blocchi di ghiaccio.

Ho il cuore automatico,

che batte in un ritmo così poco cardiaco.

Ho la mente in una grotta scura,

che gira sola,

quasi all’avventura,

confusa tra il cercare una via d’uscita,

o il vicolo che porta alla tua vita.

 

10.1.1999


QUANTI…

 

Salpano dalla vita quotidiana verso altri mondi.

Mondi illusori, ma non fantastici e creativi.

Usano fumi, essenze, fiaschi.

Forse non sanno che cosa sono i rischi.

Affogano in liquidi e fumi,

forse rancori, sogni persi e amori.

Forse noie, disagi.

E nei loro cervelli arsi,

dicono che girino valori,

ma forse sono falsi.

 

10.1.1999


ODORI DI VOGLIA

 

A un mese di distanza,

eccoti qui nella mia stanza.

Nella penombra, come a te piace,

ed io a sentire la tua bocca cosa dice.

Su queste pagine hai posato gli occhi,

e spero tu capisca i miei valori,

i miei balocchi.

E spero tu carpisca certi odori,

di voglia di provare.

 

12.1.1999


VIGILIA DI UN ALTRO GIORNO

 

Ogni giorno è duro.

Ma ogni giorno riempio di speranza una valigia.

Invece,

ogni giorno è una vigilia,

di un altro giorno duro.

E nel frattempo, un muro,

per distrarmi,

mi impedisce di averti.

E il giorno è più duro,

perché non posso conquistarti.

 

1.2.1999


PUNTUALE

 

Puntuale…

Un’altra fine.

Non è bastato spiegarti di me,

spiegare che una stella alpina cresce su roccia,

anche se roccia non vuol dire fertile.

 

31.1.1999


SPERMA INUTILE

 

In mezzo a me…

Coppie.

Che tra un po’ faranno l’amore.

Forse… sarà un’inondazione di fiumi di sperma inutile.

Sperma che non fa nascere un bambino.

Sorrisi che non fanno nascere.

Carezze che non fanno nascere.

Sogni che non saranno mai pronti a volare dal cassetto.

Via. Fuori. Verso cieli più limpidi.

 

3.2.1999


FINCHE’ MORTE NON MI SEPARI

 

Sono la persona che vorrei incontrare se avessi qualche anno in meno.

Un amico che vorrei avere, per leggere le sue poesie.

Un compagno col quale giocare, per sempre.

Sono l’amante che vorrei avere se fossi donna.

Sono il figlio che vorrei avere se fossi genitore.

Ma sono solo io.

E sarò la cosa più preziosa che ho,

finché morte non mi separi.

 

2.2.1999


A BRACCETTO

 

La fama è una signora fugace.

Il dolore un signore tenace.

Tu li incontri a braccetto,

che passeggiano sul viale della tua stessa vita.

Non puoi evitarli.

Alcune volte ti ignorano.

Altre lui ti ferma per parlarti,

altre lei ti seduce.

 

5.2.1999


TOPO, GATTO, VOLPE

 

Ci sono cuori che sembrano mappe di cicatrici.

Animi che appaiono come foreste invalicabili.

Altri percorsi emotivi invece sono asfaltati,

o addirittura in discesa.

Come è il mio ancora non so.

So che l’uva non piace alla volpe,

ma non so le mie colpe.

So che il gatto rincorre il topo,

e io rincorro il giorno dopo.

 

5.2.1999


SORRISO

 

Lentamente nasce il sorriso

Se l’anima è pervasa di disagio.

Ma se trova il giusto spiraglio

Il sorriso diventa un appiglio.

 

5.2.1999


VECCHIE CICATRICI

 

La voglia che è in me di vivere,

traspare meno rispetto a quella che in realtà è.

Voglio libri, parole, musica.

Voglio una donna, dei figli.

Fiori, un cane,

magari anche un allevamento di conigli.

Criceti, ginepri, abeti

Nel mio giardino,

una farfalla,

gigante,

che voli sopra la mia villa.

Una stella da comprare,

che brilla sempre, quasi non la puoi guardare.

Nipoti, genitori sempre felici,

ed un sapone per togliere le vecchie cicatrici.

 

19.2.1999


MA SE SENTI

 

Non scrivo di tematiche pesanti,

di sentimenti contrastanti già da un po’.

Non parlo di filosofie esistenti,

di giocattoli viventi o delle nostalgie che ho.

Non parlo degli amori degli amanti perché

Credo siano stanchi delle malattie che ho.

 

Ma se mi senti

E se stringi i denti una cose per te c’è.

 

C’è un posto normale in un cuore speciale non dirmi però “Non lo so”.

 

Non credo più ai sassi nello stagno,

al facile guadagno agli amici che non ho.

Non getterò nel fuoco le mie foto,

il giorno prima e il giorno dopo,

le mie chicche il mio caffè.

Non sprecherò parole se lo scopo della vita che io vivo non mi porterà più a te.

 

Ma se la senti

Una voce tra tanti, una voce per te c’è.

 

C’è un posto normale in un cuore speciale non dirmi anche tu “Non lo so”.

 

19.2.1999


STRAMPALATA MA VERACE

 

Rossetti, affetti.

Mascara, viagra.

Nozze sul Niagara o sull’Himalaya.

Coppie doppie,

scambisti che pagano l’amore come correntisti.

Sesso? Adesso!

Archivisti del dolore che scelgono un amore.

Maschilisti e masochisti che confondono una bici col trattore.

 

19.2.1999


COSI’ E’

 

Così è nei miei sogni, nei miei pensieri.

E’ così nelle vecchie pagine scritte, nei sentieri…

Delle pagine ancora bianche.

Ha mani affusolate, mai stanche di carezze e di conoscere.

Mai stanca di vita, sorrisi e sospiri,

assetata di noi e di momenti veri.

 

22.2.1999


TANTO TEMPO FA

 

Sono entrato bruco nella mela.

Sono entrato tarlo nel legno.

Sono entrato spirito nelle politiche e nelle religioni.

Sono entrato aria nelle idee, nelle etiche e nelle tue ragioni.

Sono entrato carne in te, come oceano di passioni.

Sono entrato come palla nella rete,

come acqua nel bicchiere,

come neonato nel mondo.

Sono entrato in me dalla porta principale,

e ho visto specchi di luce, colanti di lacrime di gioia e dolore.

Tutto ciò non si ripete da allora.

Quando sei entrata. Tanto tempo fa. Ma spesso ci sei ancora.

 

26.2.1999


ISOLAMENTO

 

Sono in isolamento,

mi accorgo dei cuori di cemento,

dei dubbi delle persone.

Sono in isolamento,

non ho più aria dalle mie persiane,

ormai da troppo non ho mani vicine.

Sono in isolamento,

sono maree nel mondo le lacune.

 

28.2.1999


PAGINE

 

Pagine nere di morte.

Pagine scolorite, della nostra storia.

Pagine verdi di speranze.

Pagine gialle per telefonate.

Pagine rosa di amori che son tutta un’altra cosa.

Pagine accese e pagine senza pretese.

 

28.2.1999


CIME

 

Coppie di mesi volano,

come panni stesi,

al vento;

vento che è tormento,

per cime d’alberi,

che come noi,

sono esili e troppo alti.


BRUTTO CARNEVALE

 

Non penso sia questione di culture.

Piuttosto di stimoli, valori e di paure.

Ma sono troppe le situazioni

In cui la gente trucca le emozioni.

E così la maschera non c’è solo a Carnevale,

ed è per questo che l’egoista per tutto l’anno vale.

 

2.3.1999


INCOMPIUTI

 

Scultura in soffitta,

mai terminata.

Tela dipinta,

appena pronta,

e già graffiata.

Vecchia raccolta in cantina,

composta quando la mia mano era bambina.

Oggetti, concetti, scarabocchi,

che arrivano dalla preistoria o dal paese dei balocchi.

Ma tutti incompiuti,

come molti dei complimenti ricevuti.

 

3.3.1999


SOLO E STRANO

 

Solo,

come un canguro al polo,

come un serpente in volo.

Strano,

come un criceto sopra un deltaplano,

come un tramonto dietro un altopiano.

Solo, strano, quasi a disagio,

perché il mio cuore è un animo randagio,

ma non affonda per un solo nubifragio.

 

4.3.1999


MI PORGI

 

Dentro una bolla,

in mezzo ad una folla,

rimango a galla,

se vedo che sei bella.

Allora balla, come tu sai fare,

e pensa adesso a ciò che posso dare.

Se non capisci, vedrai che poi sparisci,

ma se ti accorgi la vita tua mi porgi.

 

4.3.1999


PICCOLI MORSI

 

La lentezza

Torna ad essere un pezzo di dolcezza.

Sono una trappola i tuoi capelli,

troppo profumati, belli.

E i piccoli morsi che tu chiami tentazione,

fanno affiorare in modo certo l’emozione,

fanno arrivare puntuale la passione.

 

8.3.1999


MI DICONO

 

Mi dicono che quando chiami rido.

Comunque non confido,

a nessuno per ora la notizia.

Non è da me. Non è per scrupolo, non è per pigrizia.

Ne parlo poco, a pochi e non completamente,

intanto accetto le tue fusa e penso poco, cautelandomi la mente.

 

8.3.1999


ARROGANZA

 

L’arroganza costante…

La vedo in qualche mente.

Occhio che non vede,

cuore che non crede.

Bocca che parla e opaca i vetri,

solo con pensieri tetri.

 

11.3.1999


COME ALTA ERBA

 

Persino la tua schiena…

Fa nascere la piena.

Tra il collo e le spalle,

vedo che è scura e liscia la tua pelle.

E come alta erba di prato è sfiorata dal vento,

il tuo corpo sfiora il mio, in un lento movimento.

 

12.3.1999


PRIMAVERA

 

Ecco che torna primavera.

Con cime di alberi vestiti a sera,

con fiori alti come villette a schiera,

con bambini che tornano a giocare nei prati,

con due viaggi che per poco ci hanno allontanati.

 

13.3.1999


ALTRA ALTERNANZA

 

Ricordo di aver già scritto di un'altra alternanza.

Ricordo che qualcuno già si è sentito come il cielo in una stanza.

Conosco che il mio pregio è anche il mio difetto: la costanza.

Però tu adesso non sei nella mia stanza, ma nella mente,

neppure troppo in lontananza.

Ed io mi chiedo in che tipo di sostanza,

posso essere in te, come una presenza.

 

15.3.1999


NOI COME...

 

Come strani odori,

come nuovi ardori,

come strani umori,

come nuovi amori,

come dense spiagge,

come rosse fiamme,

come freschi baci,

come corpi audaci.

 

15.3.1999


IO BOSCO

 

Sali sul prato della mia anima,

corri verso destra ed entra nel viottolo dei miei pensieri,

arriverai al fiume delle mie paure,

tuffati e nuota dentro le mie parole,

risali la corrente fino alla grotta della mia essenza.

Mangia i frutti che trovi, dissetati della tua sete, annusa il verde ed i fiori.

E resta a vivere in quei boschi ed i miei rami ti difenderanno dai dolori.

 

19.3.1999


CARTOMANTE

 

C’è una cartomante nella piazza,

che legge le mani.

Tu passaci domani,

tra la folla lei ti fermerà,

prenderà lieve il tuo palmo,

e lo scruterà.

Parlerà come in un salmo,

e dalle tue linee capirà.

Linee che come solchi,

attraversano i tempi,

le paure ed i luoghi.

Vedrà i tuoi pianti,

vedrà i tuoi amanti,

poi sorriderà.

C’è una cartomante nella piazza,

e se ti legge le mani,

tu tornerai domani,

tra la folla lei ti fermerà,

prenderà lieve il tuo palmo,

e lo scruterà.

Vedrà i miei pianti,

vedrà i nostri momenti,

poi ci sorriderà.

 

20.3.1999


CONCLUSIONE… ULTIMA POESIA

 

Non avevo ancora giacche nell’armadio,

la domenica andavo allo stadio,

niente baci, niente sesso,

qualche volta è come adesso.

Però erano gli ottanta,

e la paura non era così tanta.

 

Non c’era orchestra,

non una palestra,

la testa stava bassa,

i giochi nella busta.

Oggi invece… tamburi africani.

Ed una trottola cade in una botola.

 

E passano giorni,

come gatti che nei dintorni dei vicoli,

scampano ai pericoli.

Ed io invece,

che non ho mai creduto ai miracoli,

aspetto che sia tu a farli,

togliendoti chissà quali tarli dalla testa,

sperando che la tua voce torni per me ad essere una festa.

 

27.3.1999

 

PASSIONI

 

La moltitudine di strade esistenti è... pari alla moltitudine di persone esistenti.

Ognuno impegnato sulla sua via.

 

Sono giunto già spesso a incrociare i percorsi altrui, senza poterli fare miei, almeno per brevi tratti.

Eppure ne raccontavo in versi.

 

Questa volta incrocerò strade forse solo virtuali, inesistenti.

A partire da chi vorrei avere accanto.

Rendendo poesia, perché è possibile, anche l’erotismo e la pornografia, senza mai sfiorare la volgarità,

e alimentando la mia pura animalità.

Animalità che in molti ho scoperto repressa.

Repressa come le loro passioni.

 

Io,

vivo

di passioni.


ACCUSA

 

No. Io non consiglio più.

Resto nei miei errori.

Voi nei vostri.

Però non vi impicciate più.

“Tu non hai l’utero? Credevo di sì, lo speravo, per te.

Visto che non hai le palle.

Ma cosa sei!? Che mi indispone anche solo vederti. Sei fatto di vuoto, di niente”

“E tu? Ma lo riconosci l’odore dei prati?

E quello della democrazia, dell’amicizia, del sesso?

Quello dell’amore... poi!!!”

Che illuso sono.

Continuo a prendere delusioni dalle mie aspettative per voi.

E capisco sempre tardi lo schifo che vi regna dentro.

Sì è una vera e propria accusa.

Come non farla...

La vita vi scorre addosso e voi siete volutamente impermeabili.

Io sono certo lontano dalla perfezione, o dall’avere sempre ragione.

Però la vita mi scorre addosso

E non faccio che emulare le spugne per asciugare tutte le passioni.


CON

 

Con la lentezza di un’eternità

E la velocità del lampo

Voglio esaltare la mia parte femminile.

Vorrò esaltare la sua parte maschile.

Voglio che la vita sia il cibo della mia fame.

Che i miei valori siano acqua per il mio avere sete.

Ti voglio che io sia la trasgressione per il tuo desiderio.


RISPLENDONO

 

Il giallo dei fiori

Il verde del prato

Non sono certo un ricordo sbiadito.

Ma tra il verde dei monti

E l’azzurro del mare

C’è già un sogno che vuole affiorare.

E i binari a tagliare i colori

Per sfuggire a vecchi dolori

Partendo dal sogno

Arrivando sul prato

Già risplendono ciò che era sbiadito.

 

22.6.1998


POSSIAMO RIPARTIRE

 

Si sgretolano ad una ad una

Come castelli di sabbia in fila

Con l’arrivo della marea

Quelle poche certezze di una vita.

Non sono infrangibili i volti.

Non sono eterne le pelli.

Non sono immortali

Neppure parole e pensieri.

Assunti di base duri da digerire.

Ma questa è la realtà.

Adesso rimbocchiamoci le maniche

Possiamo ripartire.

 

29.4.1998


PRESENZA

 

Vorrei una presenza vera

Una donna matura.

Calda e dolce

Opportuna

Quasi altera.

E un rapporto come una liturgia

Per confondere la tua vita con la mia.

Per confondere domani e ieri

Per unire momenti passioni e desideri.

 

11.5.1998


CANZONE

 

Come una liturgia

La tua pelle sulla mia

Ti sfiora l’anima

Soffoca la noia

 

I nostri sguardi si toccano

I nostri odori ci estasiano

 

Gruppi di desideri che si avverano

Che solo ieri quasi ci ignoravano

 

Come una liturgia

La mia strada sulla tua

Ci sfiora l’anima

Vince la noia

 

Le nostre vite si uniscono

Tutti i dolori finiscono

 

Sogni che solo ieri ci ignoravano

Nascono nei pensieri se ci amiamo noi

 

Le nostre mani si stringono

Nel cielo azzurro si tuffano

Nuvole grigie che passano

E come ombre ci sfiorano

 

Come una liturgia


SORSEGGERAI

 

Se ti avvicini pian piano a me

Sorseggerai l’eterno

Come quando chiudi gli occhi

E osservi un punto indefinito.

Come davanti a un orizzonte

Dove cielo e mare sono un tutt’uno d’azzurro.

E se ti avvicini pian piano a me

Sorseggiando l’eterno

Saremo l’indefinito

Saremo un tutt’uno di emozioni.

 

Maggio 1998


AUTOSTRADA

 

Voglio tu costruisca un’autostrada

Di baci e carezze

Sul mio corpo

Sul mio viso sul mio petto.

Voglio entrare nella tua mente

Nella tua vita

Nel tuo corpo

Con la facilità di lama rovente nel burro.

 

Maggio 1998


SARO’

 

Sarò la tua droga

Ti darò dipendenza

Vedrò che due ore senza me ti portano astinenza.

Ti farò impazzire di sensazioni

E di piacere.

Danzerai sopra di me

Come piedi nudi su erba bagnata.

Entrerò in te come il tuo più vecchio ricordo,

il tuo più antico segreto.

 

Maggio 1998


AUTO

 

Guiderò la mia auto.

Con passione.

Sui sedili dietro e di fianco

Saranno seduti il mio orgoglio e la mia sensazione.

Viaggi meravigliosi di una famiglia forte come una rivoluzione.

 

Giugno 1998


CASA

 

Esalterà il mio voler odorare il mio giardino.

Mentre un sogno riposerà su una amaca

Appesa tra un ricordo ed un pensiero.

Mattoni rossi.

Camino di passione.

Piccole camere di felici urla e creatività.

Camera di foglie specchi e gemiti.

Saloni per amicizia valori e grappe.

Cantina per ricordi e soffitta per progetti.

 

Giugno 1998


ONIRICO

 

Vorrei scoprirti

Di animo fecondo e cuore fertile,

di facili emozioni.

Come elemento onirico

Delle passioni più dolci e perverse,

proveniente dal paese delle nuvole.

Con l’eroticità e la sensualità

Delle lingue di fuoco

Con la forza prorompente delle onde dell’oceano.

Con la dolcezza del profumo di antiche primavere.

 

Giugno 1998


LAVORO

 

Orgasmerò grazie al mio lavoro.

Soddisfazione retribuzione.

Sicuramente qualche collega ipocrita o coglione.

Futuro, progettazione.

Fruizione e bacino d’utenza.

Cultura selezione motivazione.

Libri libri studio studio creatività.

Parole parole parole.

 

Giugno 1998


ACQUA D’ISOLA

 

Ti voglio d’animo limpido

Come acqua d’isola.

Ti voglio.

Voglio la tua bocca

E la tua mano sfiora e la tua mano cerca.

Infileremo sorrisi e perle

Col filo della vita

E assaporeremo il sottobosco umido

In giornate autunnali.

 

18.6.1998


QUANDO SEI GIU’

 

E quando sei giù d’umore

Voglio tuffarmi nelle tue vene fino in fondo al cuore

Per farci fiorire mille primavere

E come bambini davanti a stupendi balocchi

Voglio vederti ridere

Sulle guance e in fondo agli occhi.

 

Giugno 1998


STANZA BUIA

 

Voglio essere per te una stanza buia

Che ti attira misteriosa scura e curiosa

Non capisci se ti fa paura.

E tu avanzi. Senti rumori suoni voci odori

E ancora sensazioni vibrazioni.

E avanzi. Ti senti ipnotizzata stregata

E avanzi.

E per capire meglio allora annusi tocchi mordi assaggi.

Assaggia il mio dolore e la mia gioia.

Le mie lacrime e i sorrisi sulle labbra.

Assaggia il mistero magico

Assaggia ciò che emano.

E se ti piaccio divorami.

Allora arriverà la luce

E sarò miccia per il tuo essere cera,

così da consumarti lentamente di passione.

 

Giugno 1998


FIDUCIA

 

Se mi dai fiducia ruberò le lune piene

E i tramonti più belli per te.

E su pavimenti di fiori in stanze di specchi

Contemplerò il tuo corpo e la tua anima

E baciandoti ti nutrirò con parti di me

Proprio come una rondine fa col suo pulcino.

 

Luglio 1998


ANCA E BACINO

 

L’anca e il bacino sono impegnate in una rotazione

Che provoca emozione sensazione

Profumata eccitazione

Espansione di passione

Sensualità in dilatazione

Dolcezza in eruzione

Misteriosa erotizzazione

Provocazione lubrificazione

Erezione preparazione alla penetrazione

Travolgenti mani in esplorazione.

Mondi magnifici

Per sempre nostri non solo nell’immaginazione.

 

Luglio 1998


EROTICA

 

Odori di mimosa di magnolia

Ti immagino vogliosa senza noia

Con capelli da tessere nel più prezioso degli arazzi

Saremo ubriachi di vita diventeremo pazzi.

Avrai occhi lucenti come due pepite

Saremo un istante di eterno con l’unione di due vite.

Avrai pelle liscia e chiara da sfiorare

Con seni di latte di luna da torturare

Sarai bella come le farfalle

Sarai una delle meraviglie.

Avrai curve calde come dune estive

Voglio sapere di te musica religione vita

Ti narrerò le mie gioie i miei dolori

E dopo ci uniremo come un arcobaleno di colori.

Ti massaggerò lieve come una piuma

E lo faremo in piedi alla luce della luna.

Mia musa mia sirena

Bella come il sole come la luna piena

Uniamo il nostro sesso

generiamo un orgasmo un amplesso

che duri più di un’eternità

che è solo un misero momento

se non ci sei se non ti ha.

Le tue labbra saranno nate dall’incontro di gocce di rugiada

Con i petali più rossi e provocanti delle rose.

Ti sveglierò con una poesia ogni mattina

Con un bacio e una rosa mia bambina

Ti sveglierò e faremo l’amore

Drogandoci del nostro essere imperlinati di passione e di sudore.

Il tuo corpo è una costa

Che il mio essere esploratore violerà fino all’ultimo golfo

L’ultima insenatura

Vorrei tu mi torturassi con dita lente e veloci

Con baci seni e movimenti capaci

La tua voce è calda e felina di fusa e graffi

E’ una melodia che orchestrerò pizzicando il tuo sesso

Così come esili dita di musico pizzicano le corde di un arpa.

Sul palcoscenico di un materasso ad acqua

Divorerò la tua pelle di albicocca

Su un letto a baldacchino lo faremo alla luce di un camino

E lenzuola di seta nere

Ascolteranno il sapore del piacere.

Luglio 98


INDIETRO LE PAROLE

 

Non mi riprendo indietro le parole

Te le regalo

Le lascio nel tuo cuore.

E’ che non sono solo un paroliere

Ho dei sorrisi delle mani vere

E ti vorrei vedere

Ti vorrei scrutare

E far toccare le nostre pelli

Ascoltando i ritmi del cuore

E dei respiri da sincronizzare.

 

Luglio 1998


RICONOSCIMI

 

Se respiri profondamente

Puoi percepirmi.

Se chiudi gli occhi puoi immaginarmi nella penombra.

Se ricercando dentro di te mi scopri romanticamente blu

O passionalmente rosso.

Riconoscimi e prendimi per mano

Potremmo passeggiare sul viale della vita.

 

Luglio 1998


IL PROFILO

 

Il profilo del tuo naso guarderà in alto verso un’altalena

Tra la luna e una stella.

Sarai dolce come il miele e sensuale come una felina che graffia e fa le fusa.

La tua pelle sarà latte,

tenera

fino alle curve del seno.

I tuoi occhi avranno il colore delle isole

E i tuoi capelli avranno i riflessi di splendidi tramonti

Sotto i quali divorarti.

 

Luglio 1998


TRISTE STORIA

 

Mosche su corpi morti e pere marce.

E corpi vivi

Curvi su corpi morti, per pianti di ricordi.

E corvi alti a volare,

su capi immacolati,

si dice,

che invece hanno solo divise da graduati.

Animi falsi, pronti per la patria.

E cupa è tutta questa triste storia.

 

Agosto 1998


BALLI

 

Luna piena che aspetta di tuffarsi.

E tu balli

Ed io, stranamente,

con te.

Ma vorrei non ci fosse questa folla

E vorrei una luce più soffusa,

fatta di meno colori.

E poi iniziare a riconoscere gli odori.

Io ti offrirò un po’ delle mie emozioni,

che ti giuro son tante.

Tu pensa a come farle tue.

 

Agosto 1998


LUCE NUOVA

 

Sono qui in nuove regioni,

però con la sete delle solite emozioni.

E ti vedo con una luce nuova, che il mio ricordo

Nel passato non ritrova.

Sarà che la tua pelle ora è più scura,

sarà che gli occhi si avvicinano al colore del mare,

sarà che ho un po’ paura

a dirti che il sorriso delle tue labbra lo vorrei baciare...

 

30.7.1998


FLAMENCO

 

E’ il mare lo sfondo al palcoscenico.

Anche le stelle in cielo sono un qualcosa di oceanico.

La musica si espande come...

Se fosse panico.

Danza che sale e che avanza

E trasforma il teatro.

Luci, movimenti.

Ritmi scanditi dai passi.

Forza maschile e sensualità femminile

Fuse dai colori,

partoriscono l’essenza di nuovi sapori.

 

Tindari

Agosto 1998


APE

 

Ultimamente sono un’ape

Che fedelmente cambia fiore ogni giorno,

per assaporare nettare sempre più dolce e nutriente.

Ma sono pronto a morire tra i tuoi petali di prigione,

non appena ti riconoscerò come vitale.

 

Agosto 1998


PER PESCARA

 

Nuovi percorsi

in questi giorni arsi

dal sole e dalla voce dell’estate.

Verde-giallo di prato secco,

di prato nuovo per i miei occhi.

Di terre diverse,

di terre ancora da scoprire.

Perché non solo con la mente

Amo il mio viaggiare.

 

Luglio 1998


LA VERNA

 

Esiste qui,

Tra la buona cucina

E il passo di sandalo dei frati,

una serenità fatta di aria e suoni

odori e colori.

Una serenità che mi penetra dentro come i raggi di sole

Qui

Sono soliti penetrare tra le alte foglie degli alberi,

per andare ad accarezzare il sottobosco.

 

Luglio 1998


IMPOSTE

 

Vedo che mi si vuol bene.

E così gioisco come un ragazzino sulle giostre.

Cerco di aprire le imposte dei vostri cuori

E cerco di far penetrare in voi

I raggi di sole delle mie giornate,

dei miei sorrisi,

dei miei pregi e difetti.

E quando i vostri raggi entrano in me,

il contatto mi nutre di risa e lacrime.

 

Luglio-Agosto 1998


APPOLAIATO

 

Appollaiato in me,

c’è un sentimento pronto a spiccare il volo.

La bonaccia dei tuoi pensieri certo non lo aiuta.

Così come non esiste niente che ti aiuta a capire

Quanti hanno tentato di imbrattare i muri della mia vita.

Intanto

Sotto questo manto di stelle

Mi dimeno nel sospiro delle tue radici

Studiando ogni tuo riflesso,

senza arginare i miei sorrisi bagliori.

 

29.8.1998


L’ABATE

 

L’abate non aveva alcuna pretesa.

Cercava un nido abbandonato,

una nuova implorazione.

Trovò invece abbondanza.

Così su un poggio accessibile a pochi

Adornò il suo addome di foglie

E attese l’ultimo respiro.

 

Agosto 1998


ADULATORE

 

Un adulatore saprà sempre dove alloggiare.

Ma io?

Io che vorrei amputare il mondo della sua angoscia?

Io che vorrei,

giù da un precipizio,

gettare l’ipocrisia?

Io che all’assassinio della pochezza sarò presente???

 

Agosto 1998


OMOFONIA

 

L’omofonia delle tue parole

Mi fa scoprire l’avaria del tuo essere.

Non hai guardiano

E sembra che la carogna del tuo peggior nemico

Dia il là alla parata del male.

Non è così.

Io sono coriaceo, ma cordiale.

Ma non passeggero, anche se lo vorresti.

 

Agosto 1998


VITA DENUTRITA

 

E’ una vita denutrita

Ad ombrare un po’ tutto.

Qui è diluito il vivere.

Perseverare non serve,

potresti trovarti dissanguato.

E l’ultimo sospiro esalato

È pronto ad essere espropriato.

 

Agosto 1998


GIARDINO

 

Un florido giardino,

fradicio di freschezza,

ospitava un gladiatore,

che essendo fuori luogo,

faceva solo tenerezza.

 

Agosto 1998


CREPITIO

 

Un crepitio...

E infatti crepe, ovunque.

Quale soluzione? La seduzione?

No. Scalpore?

Non è più da me.

Cambiamento repentino?

No, lento.

Sono pronto a scalciare il buio.

E se arriva la luce e tu ci sei,

allora stravolgiti di me,

finché sei in tempo

 

Agosto 1998


FIAMMIFERO

 

Quieto un fiammifero

Stava nella tua mano.

Inattendibile la fonte...

E la tua mente, dietro la tua fronte,

sembra un cruscotto esposto ad una raffica di pioggia,

che ha sorpreso anche le puttane al freddo.

Le tue ciglia sono come cristallo lussuoso,

e sorreggono un sorriso che prima o poi diventerà rugoso.

 

Agosto 1998


MIMICA

 

La mimica della tua pupilla mi ricorda un nume.

Sciocco pretesto per reclutare alcune delle tue parole in estinzione.

Vivere di nascosto?

Per me è impossibile.

 

Agosto 1998


L’INQUIETUDINE

 

L’inquietudine che porta il dover amare a intermittenza,

non sarà mai parte della mia vita.

Quanto a voi,

la vostra pietà è al momento irreperibile,

e non c’è niente che vi dia refrigerio.

 

Agosto 1998


E’ MORTO IL MONDO

 

In mezzo agli sbandieratori,

il mio occhio aveva notato una sagoma.

C’era folla, sì,

ma l’aria sembrava salubre.

Poi

D’improvviso,

dopo fitte scaramucce...

salme.

Salme scorie.

La salma più grossa era quella del mondo.

Stava lì, sbiadito.

E poco prima snocciolava sorrisi...

Rimase a lungo steso, quasi stordito,

prima di morire.

 

Settembre 1998


LA SORGENTE SUPERSTITE

 

L’unica sorgente superstite,

era coperta da una teca.

Fresca, coperta d’erba,

nascondeva tra le foglie anche la chiave della felicità.

E creava tormento il non poterla scorgere...

Il non poterla cercare.

Travaglio insopportabile!!

Dolore universale!!

Un folle impaziente,

in preda ad un vaneggiamento

la distrusse avido.

Cercò veloce la chiave e la trovò...

Proprio quando l’ultima sorgente superstite,

ormai seccata,

era già morta.

 

Settembre 1998

 

RACCOLTA

 

Di nuovo

 

In cinque giorni addio alle paure di amare ancora.

In poche notti, sussurri e sguardi ed aulica parola.

Musiche di note comuni,

pianti duri e sogni di risa.

La sete di serenità,

una vita che sembrava esserci,

ma non c’era, non c’è e non ci sarà.

E un’altra che nasce come pianta nuova.

Sembrano secoli che i nostri cuori battono a ritmi unisoni,

che i sudori, i calori e gli umori si fondono.

Invece in cinque giorni, nuove luci,

momenti sì, forse troppo veloci, ma teneri di risa di bimbo,

caldi di sere d’estate.

E fuoco, e foto, canzoni e poesie.

Mi risento uomo.

Mi sto innamorando di nuovo.

 

PER TE…

 

MAURIZIO

 

25.10.2005


Scritto di me

 

Non avevano mai scritto di me.

Io scrivevo di loro,

trattandole come cristallo, come oro.

Ma lentamente poi scemava,

l’emozione che la poesia lasciava.

Tu invece dipingi le parole della tua vita,

entrata nella mia,

tu emozioni con frasi, parole e dita,

che emozionano il mio corpo e la mia mente.

Tu intarsi i miei momenti dentro i tuoi,

e se per alcuni questo è niente,

io vivo del noi che cresce progressivamente.

 

23.11.2005


Cantilena di fine Novembre

 

Mio padre ha un taglio sotto la gola,

e non mi consola

sapere che è il taglio minore.

Un taglio enorme lo porta dentro,

un taglio fatto da una vita di pianto.

Mia madre alza appena le mani,

per i dolori quasi disumani,

ma legge molto e riesce a volare,

basta che pensi un minuto a quell’altare,

che molte settimane mesi anni fa,

tra mille lividi le dette la felicità.

Mio fratello è un orso timido,

ma il suo pensiero è liscio e filosofico,

non sembra essere nemmeno mio parente a volte,

perché le differenze sono grandi e molte.

E questa cantilena è un tuffo nel passato,

quando il mio scrivere non era ancora maturato,

ma avere una famiglia proprio bella,

mi aiuta oggi a amare Donatella.

 

30.11.2005


Io lavo i piatti,

e lei li asciuga.

Non offende se non mangio un’acciuga.

Lo so che non si deve fare paragoni,

ma certi archetipi m’hanno rotto i coglioni.

Di nuovo ho il gusto di rifare il letto,

di cucinare con il pepe verde il filetto.

Ho nuovi sogni e un nuovo cassetto,

con lei divido la vita e un letto.

Adesso ammetto di avere sbagliato,

ma sono sempre stato me stesso,

ora respiro ed ho imparato

la differenze tra l’amore e il sesso.

 

15.12.2005


C'è volontà in me.

Voi dove l'avete persa invece?

Esiste un muro,

ma al di là spesso c'è verde di siepe.

Esiste vento per i tuoi capelli

e per i fiori gialli.

 

Gennaio 2006


Ero fuggiasco,

e tu avevi la fronte stellata

e i seni a precipizio sulle valli del tuo ombelico.

Sentivo foglie cantare,

vedevo insetti ballare,

ma non ero ubriaco.

 

Gennaio 2006


Non si può giudicare la vita sentimentale di una coppia,

se non sei uno dei due elementi della coppia.

Non si può giudicare,

non così facilmente come…

giudicare errato voler costruire un faro sulle Alpi.

Opinabile e inopinabile.

Così è la vita.

 

Gennaio 2006


Perché un elfo non esiste ma una bomba sì?

Come si definisce una favola, o la morte?

Perché miniere d’oro e non cave

di cibo,

per bimbi affamati?

Nella mia vanità mi scorgo non umile,

ma capto le pochezze del mondo circostante.

 

Gennaio 2006


Plasmami i sogni che ripongo nella mia anima.

Arrivi te!

E gioco in uno stadio.

Sul lavoro e con gli amici ho aperto brecce.

Ho scritto, letto ed  imparato.

Ti amo e corro verso Lecce.

C’è un cielo azzurro che sa di un nuovo me.

Sa del mio lavoro e delle essenze dei tuoi tè.

 

Gennaio 2006


L’uomo calvo che andava sempre in bicicletta

incontrò la donna pelle di latte e capelli di stoppa.

Fu così che lasciò la donna dal sedere grosso e dal cervello piccolo.

Così fece rinascere padre pioppo e mamma quercia,

dando così ragione al finto cinico fratello vento.

 

Gennaio 2006


Latitudine Ottobre…

Longitudine 19…

Coordinate di una nuova rotta.

Dal gelo bianco di Bologna rossa,

come me sino alle ossa,

al quasi caldo pugliese.

Io… te… noi

Amore sereno, non abbiamo altre pretese.

 

Gennaio 2006


Il ragazzo aveva nelle lacrime i sorrisi,

la ragazza portava nelle risa antichi dolori.

Il mondo girando fece sfiorare i loro visi,

il tempo distratto unì i loro odori.

Tre mesi lenti, tre mesi veloci,

l’unione di vite, di corpi e di voci.

 

Gennaio 2006


Io vivo in un oro che non è giallo.

Sono ricco ma non di soldi.

E galleggio da 32 anni in una vita dura,

e intorno a me troppi invece galleggiano perché sono merda scura.

Si ride, si piange.

Si soffre.

Per molto tempo la mia pelle ha avuto sofferenza

addosso,

piovuta come pioggia d’inverno.

Un inferno.

Ed ho imparato.

Non mi alzo la mattina per fottere il prossimo.

Non sono un caso clinico da far analizzare a psicologi e terapeuti.

Non faccio piazzate e non dico cazzate!

Sono un uomo, ora!

E ho orgoglio, dignità e attributi da vendere.

E amore da avere e da dare e mille cose da fare.

Che cazzo volete?

Un conto è errare.

Un altro premeditare le cattiverie.

Invidia, torto, falsità.

Ecco di cosa siete fatti.

Fatti di droghe. Puttane a ore per avere un incarico.

Non mi alzo la mattina per fottere il prossimo,

ma attento prossimo,

perché se ti azzardi a fottermi,

ti pentirai di avere incontrato la strada della mia vita.

Una vita pulita!

Da sempre,

per sempre,

grazie a una famiglia presente!

 

26.1.2006

ore 20.40


 

BABBO

 

Caro babbo,

te avevi Bartali o Coppi e Pelè.

Io ho Donatella, Massi, mamma e te.

Non c’è più uno straccio di valore,

un cazzo di ideale.

Prima c’erano Enrico e il Che.

Oggi un carismatico non c’è.

E’ la domenica sera che le lacrime mi fregano di più.

Forse perché penso ad Aroldo e non parlo con Gesù.

Lo vedo che invecchiate e un giorno più non ci sarete.

Ma le tue parole e le nostre lotte le porterò con me per quando ho sete.

La sete d’uguaglianza e libertà degne d’un uomo,

e non d’un fascio o un prete.

 

26.3.2006


 

GIOCHI DI LETTERE

 

Affetto pane,

e chiudo le persiane.

L’affetto ce l’ho.

L’affitto anche.

Insoddisfatto?

No affatto!

Meglio l’affettato che la fame,

meglio della vergogna dietro le solite persiane,

e me ne fotto delle solite anonime persone.

 

26.3.2006