RIFLESSIONI GIOVANILI IN FORMA
POETICA
ALLUVIONE
Un oceano di
fango...
devastante.
Un evento dopo il
quale
solo il niente è
lampante.
Il niente della
sconfitta
dell’uomo
sulla
natura,
troppo più
forte.
Resta
il pianto incosciente di un
bambino
e quello di un
vecchio
che non ha più i
ricordi.
La volontà di
riiniziare.
Barche su un mare se ci si vuol
muovere:
un mare di
solitudine
che ha
inghiottito
vite e
speranza.
29.11.1994
AMICO
L’amico è lì, ti è sempre
accanto
ed è vero, sincero e ti può uccidere
un pianto.
La vita, la scuola un problema
d’amore.
Voi ne parlate mentre fuori
piove.
Seduti in un auto, appoggiati ad un
muro,
è sempre vicino l’amico
vero.
Un libro, una chitarra, uno scherzo,
una risata
e con quella chitarra una canzone
stonata.
A cena una sera , se sorge un
problema
non ti tradisce, non volta la
schiena:
non ti tradisce. Non lo
tradire.
E’ tanto importante, quasi come il
tuo amore.
5.11.1992
BABBO E
MAMMA
Cancellati il buio e le altre
paure.
Rassicurato dalla vostra
presenza
dalle vostre
cure,
lo sfogo per le
ingiustizie.
Le gioie e i dolori
divisi,
le lotte, i
sentimenti.
I vostri sorrisi e
rimproveri,
le discussioni, i nostri
obiettivi,
i miraggi e i vostri
litigi.
I momenti
passati,
i dolori
passati,
le vostre parole e le
ansie,
per il nostro
sapere.
E se ora scrivo è merito
vostro,
perché per voi c’è sempre
posto
nel cuore,
e ora ci siete
accanto,
come quando accanto non ci sarete
più,
e pensate che vi vogliamo
bene.
Quanto?
Pensatelo,
sarà di
più.
17.5.1993
BLOCCONOTES
Ogni esperienza appuntata al
cuore,
una spilla che ferma una voce o un
rumore.
Ti senti nelle note di una
canzone,
somigliare a certe
persone.
Parli a te stesso, come faccio
adesso
e scopri un ricordo nella tua
mente,
un ruscello di montagna, un bacio,
una lama.
Ti accompagnano pianto e
rimpianto
ma sai di
vincere,
di vivere e non
sbagliare,
e resti
contento.
5.12.1992
CAPITO
Tenevi i fili dei tuoi
pupazzi
idee da idioti e discorsi da
pazzi.
Trai tuoi pupazzi forse c’ero
anch’io.
Ma io sono libero e il cuore è il
mio,
libero di dirti
finalmente
che conti zero, non hai capito
niente.
Volevi cambiare e farlo con
me.
Non credo tu cambi ma provaci da
te.
E adesso ti cancello, non esisti
più.
Ma scegli meglio oppure crolli
giù.
CHE
FAI?
Quel buco nel braccio per
molti
nel cuore è uno
squarcio.
Smettila!
E pensa:
non ci sono problemi se
esisti,
lo so, tremi, ma
insisti.
Ascolta la
musica,
dai un calcio alla
palla
e gioca alla
vita
che in fondo ne hai
voglia.
Poi avrai una
ragazza,
mille baci e
sguardi
e chissà quanti amici. Non è
tardi.
Con quell’ago pungi il
destino
e torna a vivere da eterno
bambino.
6.12.1992
COMPLETAMENTE
ERMETICA
Numero lettera
cognome.
Tutto è ormai
così.
Amore fatto con la realtà
virtuale.
Mi fermo a
pensare.
A tutte le persone del mondo almeno
per un secondo.
A tutte le altre che invece
conosco.
Penso a dove
siano.
Penso a cosa
fanno.
Penso se pensano a
me.
Penso se pensano a ciò che scrivo
adesso.
Riprendo a
camminare.
Penso a come si sta da
morti...
Né un respiro né una
luce,
non un
movimento.
Calpesto una foglia e
scricchiola.
Penso alle poesie che ho studiato a
scuola
e penso a tutte le mie “prima
volta”.
E alle invenzioni che avrei dovuto
fare se fossi vissuto
dalla preistoria al
romanticismo.
15.10.1994
CREDO
Credo di essere una bolla di
sapone,
di volare nel cielo tra le idee
buone.
Credo nella verità e nella
vita,
per cercare sempre una via
d’uscita,
perché se non stai
attento
ti schiacciano sul
pavimento.
Credo nella giustizia e nella
libertà
e nella democrazia e nella
volontà.
Credo nel mio
pensiero
e per me è
importante:
spero che anche tu sia sincero
veramente.
28.2.1993
CRITICA
POLITICA
C’è crisi economica e di
sentimenti,
lo Stato è stato scosso dagli
eventi.
Chi ha calpestato la
dignità
è responsabile di tutto
ciò.
Ed è il colpevole di “Nero
no”,
di “Zitto o botte” e del “Che ne
so”.
La religione, lo spazio
sociale,
il dubbio storico e
culturale,
il compromesso
generazionale
sta già evidenziando l’errore
statale,
sta già evidenziando l’orrore
statale.
21.8.1994
ENRICO
Piansi per lui, per la sua
morte,
pregavo per lui perché fosse
forte.
Perché non morisse e lasciasse un
vuoto,
perché non piangesse mio padre a
lavoro.
In giacca e cravatta parlava alla
gente,
chiaro, distinto, quasi
semplicemente.
Sembrava non solo potesse
capire,
ma vivere insieme persino il
dolore.
Quella figura di uomo
sicuro,
la calma scolpita sul suo viso
scuro,
un solco sul viso, sopra la
fronte,
sembrava di tutti un amico e un
parente.
E lunghi cortei in piazza e per
strada,
e tutti sapevano che nel cuore
restava
la voglia e il coraggio di dire non
posso.
Non ci abbandonare condottiero
rosso.
16.7.1994
E SE
Oggi è il giorno degli
innamorati.
E che confusione nella mia
testa.
Ho in mente il giorno che ci siamo
lasciati,
come travolto da una
tempesta.
Ho i tuoi baci che mi sono
mancati,
le carezze delle tue
mani
e tutti i discorsi che non sono
bastati
per fare bello il nostro
domani.
Ma stavolta non sto
piangendo,
e scrivo e penso a dove
sarai,
e se stavolta ti stessi
perdendo
stavolta per non ritrovarti
mai.
Oppure se tu stessi
piangendo,
domandandoti dove io
sia.
Allora il cielo si
riaprirebbe,
e non soltanto per i
gabbiani.
Si riaprirebbe per il tuo
cuore,
si riaprirebbe per le tue
mani.
Si riaprirebbe su noi
due,
si riaprirebbe su
domani.
14.2.1994
FREDDO
Ho camminato
finché
non sentivo più i
piedi.
Ho
camminato
e pensato a ciò che si era detto
ieri.
Sempre più veloce con il freddo che
mi fa sudare
e con le lacrime nel cuore, se mi
fermo a pensare.
Ma se invece avevo il viso
bagnato
mi scoprivo sconfitto e
beffato.
Ho camminato e il freddo gelava il
viso bagnato,
mi scoprivo sconfitto e
beffato.
Ho camminato e il freddo gelava il
viso.
Mai come tu hai gelato il mio
cuore.
Mai come ti sei gelata la
vita.
Gelata per ciò che hai
scelto.
15.11.1993
GOCCIA
Nell’uragano sono uno dei
combattenti,
d’inverno sono ghiacciata dai
venti.
Nel mare sono un niente e
vago
e divento un fiore alle parole di un
mago.
Se cado dal cielo la
bagno
come le
fate,
e se cado dai suoi occhi sono una
lacrima d’estate.
8.4.1993
IL GIOCO DELLA
VITA
Gente che
vince.
Gente che
perde.
Gente che gioca su un tavolo
verde.
Giocare
tutto,
sul bianco o sul
nero.
Giocare
d’azzardo,
giocare sul
serio.
Il gioco è
falsato.
Può sembrare
strano
da un occhio nascosto nel tuo
quotidiano.
Non è la
vita:
finora hai
barato:
sei solo
pedina.
Ti hanno appena
spostato.
15.7.1994
IL
MOSTRO
Qual è il mostro che
avanza?
Cos’è?
E’ un mostro di rara
potenza
che striscia e che inghiotte la
democrazia.
E’ nel no, duro, a un uomo di
colore.
E’ nel dolore di una piazza per una
bomba.
Nel pianto di una madre sopra una
tomba.
Non più ideali. Solo
razzismo:
paura,
spari.
Spari.
Ma non sul mostro che
avanza.
Ma sulla
gente
che perde
speranza.
15.1.1994
IL VECCHIO
Parte dalla montagna di chissà quale
paese
e arriva fino in Sardegna, con
parole decise.
Ha un sacco di
tela
e la barba ormai non più
nera:
nel sacco ripone il
bene.
Ripone il saggio, ripone il
pane.
E nel cuore ripone il
buono.
Dalle parole, all’amore al
suono:
suono che strega i
cattivi,
coi cuori marci perché
radioattivi.
Ha anche un bastone e su questo si
appoggia.
Con questo ha affrontato neve,
nebbia e pioggia.
Quello è il bastone di coraggio e
libertà.
Quello è il bastone col quale
aiuterà
stimoli e ideali
dell’umanità.
4.2.1994
Di tempo
in fondo non ne è passato
tanto.
Rimpianto?
Quello no.
Ma chi lo sa... tornassi
indietro.
E ora
se tu
arrivassi
dal cielo come sopra un
taxi,
con l’etichetta di chi ormai è
cambiata...
Ti
riprenderei?
Sono qui a un anno quasi di
distanza
e guardo i tetti ed i camini qui
dalla mia stanza,
e l’ombra rossa di quei
muri,
come i riflessi delle labbra
tue,
come noi così
insicuri.
Mi fa capire che al momento che ti
ho perso
ti amavo proprio come non t’amo
adesso.
3.9.1994
L’AMICO
AROLDO
Mi ricordo di aver scritto di
lui.
Già nei
temi.
A scuola.
E’ sapiente anche se dice solo una
parola.
Sua
moglie,
proprio come
lui.
E’ come si
chiama:
Serena.
Sono sempre pronti ad
aiutare.
Anche noi,
anche me.
Che bello, però, che
strano,
riescono ad essere coerentemente
religiosi
e ricordare con
piacere
lui. Da
partigiano.
Ogni ruga è un argomento che ti può
spiegare.
Parlar con
lui
è un piacere
che,
con i miei
coetanei
(purtroppo per
loro)
non mi
riesce
spesso
di
gustare.
11.12.1994
L’AMICO CHE
SUONA
Resta lì
e sembra goffo con le sue
pantofole.
E’ un amico di vecchia
data.
Fa viaggiare le sue
mani
libere
come un vento, come una
folata,
sopra quei tasti bianchi e
neri
che si
alternano,
come i suoi
umori,
come i suoi
amori
e come i suoi pensieri
che,
chissà
se li coltiva anche mentre
suona.
E’ chiuso
nella sua
stanza,
delimitando come un
animale
la sua
zona.
5.12.1994
MIO
FRATELLO
Già uomo
sicuro
da sempre
sicuro.
Sopra gli occhiali la fronte
bianca,
che di sapere non sarà mai
stanca.
Folle,
se vuoi,
perché vicino vuole solo i
suoi
compari
che sono pochi
perché
leggendo e recitando
ruoli
nei nostri strani
giochi,
rispecchia i suoi principi e la
moralità.
Ma certo poi non è che sia palese la
cordialità.
E’ chiuso
nella sua
filosofia,
e vorrebbe esserlo di
più.
Sarà...
sarà qualcosa in quel suo
atteggiamento,
sarà,
ma come me, ne metterebbe tanti
dentro.
1.10.1994
MIRAGGIO
Passeggio nel vento da
solo,
al freddo, guardando il
cielo.
Ti penso accanto a
me.
La tua mano tiene la
mia,
i capelli mossi dalla
malinconia.
Gli occhi azzurri sono stelle
cadenti.
Lo dico
e sorridi scoprendoti i
denti.
Le tue labbra sopra le
mie,
le tue parole, le tua
manie.
Mi baci.
Ti guardo.
Ti abbraccio,
ma...
Sparisci
...sei solo un
miraggio.
2.1.1993
MI
SENTO
Mi sento Gulliver tra cinque
puffi.
Mi sento Paperino in mezzo a quattro
russi.
Come un anfibio per
Cenerentola.
Come un motore messo su una
gondola.
Un bimbo piccolo tra gli
avvocati.
Un bisturi a Natale tra giocattoli
incartati.
Mi sento Gulliver tra qualche
puffo
mi sento serio mentre tutto è
buffo.
Come un triciclo tra le
automobili.
Come le fiamme sotto i
portacenere.
Come una penna tra le
matite.
Come un’attrice con la
cellulite.
Come un panino tra le
lasagne.
Un millepiedi in cerca di
castagne.
Mi sento
bene.
Però un po’
stanco.
Mi sento goffo pure se
parliamo.
Mi sento un
wurstel
senza
mostarda.
Mi sento come il Papa senza
14.6.1994
NANNI
MORETTI
Queste metonimie della vita
quotidiana
mi fanno
paura.
Vedere abuliche persone
che,
d’estate, con ascelle
bagnate,
si reggono sul tram, avviandosi al
loro calvario
mattutino.
In
ufficio.
Professori che sbagliano
condizionali
e fidanzati che peccano di
fedeltà.
E ancora:
Taxisti che non conoscono le
vie
e politici convinti di essere in
politica davvero.
La vita è come un
copione...
Che
già di per sé non è dei
migliori
e ciò che è
peggio,
è che gli
attori
continuano a sbagliare
battute...
senza
correggersi.
9.12.1994
NON SI FA
CASO
Non ci si accorge di alcun
guadagno
se si vive troppo al
risparmio,
se si elemosina perfino un
sorriso,
se non si ha un passo abbastanza
deciso.
Non si capisce il senso di un
amore,
se non c’è mai neppure un
dolore,
se non va bene almeno il
tepore
della
famiglia.
Nel giorno di Natale o di
vigilia.
Non si fa
caso
a ciò che è intorno a più di un
palmo di naso.
Non si fa caso a chi ci gira
attorno
e non t’importa se io più non
dormo.
Per questi problemi e per questi
pensieri
non mi ricordo più dov’ero
ieri.
29.4.1994
NON SOLO UN
MARE
Chissà
se sono la volontà di
tutti.
Il sangue blu di mille
farabutti.
Se sono tutte le lacrime
versate
per milioni di salme
seppellite.
Chissà se le sue onde sono le
urla
se la schiuma è una sirena che
parla.
Chissà... se il mare ci
parlasse.
Chissà... se anche Dio
esistesse...
e ci
vedesse.
15.4.1994
NOTTE
Notte cantata da mille
poeti,
ti affido anch’io i miei
segreti.
Citata da cento
cantanti,
illuminata dalle stelle dei
santi.
Mi ricordi un
amore
una cena sul
mare,
dove affogo nelle onde dei tuoi
lunghi capelli,
e i miei
sospiri,
forti,
come queste raffiche di
vento...
Le soffici nubi sono spazzate
via
e la luna mi illumina
pallida.
18.2.1993
PENSIERI DI
RAGAZZA
Quanti diari e
sigarette
sopra le scale con le gonne
strette.
Lo zaino, il rossetto,
l’orecchino:
il tuo ragazzo, il tuo
latino.
Quelle sensazioni di non
piacerti,
di sognare ad occhi
aperti.
Ti circondano mille
voci.
Sono la vita e il destino:
piaci.
Così ti dicono, e tu ci
credi
come alla voce dei tuoi
segreti...
Non scoraggiarti, vai
avanti.
Le tue storie e le amiche sparse tra
i banchi.
9.3.1993
PERDUTO
Perduto
nel suono d’organo di una
cattedrale,
nel profumo colorato dei
fiori,
o nel soffio di un vento che
soffierà in eterno,
medito
spesso
sulle persone che andrò ad
incontrare
calpestando le pietre di questo
sentiero
che è la
vita.
26.9.1994
POESIA PER CHI ANCORA NON
C’E’
Dovrai essere un po’ come
me,
accettarmi e volere di
più,
assillarmi di baci e di sguardi
capaci
con quegli occhi, chissà forse
blu.
Se i capelli saranno
dorati,
come piume di preziosi
rapaci.
Dovrai essere sazia di avermi con
te.
Dovrai essere tutto per
me.
E leggendo i pensieri e i
dolori,
i miei amici ed i miei
genitori,
gelosa e stupita mi
coccolerai,
ripensando insieme ai miei
guai.
E sapremo di avere in
comune
non soltanto la vita e
l’amore
e parlando del cane, degli studi o
chissà...
faremo l’amore sul nostro
sofà.
E dovrai sopportarmi
così,
col pallone, Venditti e gli
amici
e con quelle avventure di miti ed
eroi
mio fratello con gli amici
suoi.
La politica non può
mancare,
per un po’ se ne deve
parlare
e poi andremo per mano dentro a
qualche museo,
spiegherai a nostro figlio il
patrizio e il plebeo.
E di petali rossi la
bocca,
la tua pelle color
d’albicocca,
delicata o abbronzata a seconda del
mese,
quando andremo assieme a far
spese.
Pressappoco ti vedo
così,
poco trucco e una giacca di
jeans,
se qualcosa poi manca nei fianchi o
nel seno,
speriamo che almeno il cervello sia
pieno.
20.5.1994
QUANDO
Quando il gioco non vale la
candela
ti fermi a fare una
preghiera
ti impegni a vincere il
destino
ti smontano chiamandoti
cretino
ti crollano addosso i
muri
ti soffocano i pensieri più
puri
perdi gli amici più
cari
dai troppo senso ai
denari
guardi la
televisione
ti buchi scoprendoti
coglione
la palla finisce nella
rete
d’amore hai veramente
sete
ami qualcuno più di quanto ti vuoi
bene
scopri che quel frutto è merito del
seme
riesci quasi a dire che stai
bene.
19.5.1994
QUANTE COSE NON
VANNO
Mina e Battisti non si fanno più
vedere.
Berlusconi e Ferrara si vedono anche
troppo.
I padri affogano le delusioni della
notte
nel
caffellatte.
Ma sono contenti
perché
davanti al palazzo dove
lavorano
hanno messo la pubblicità della
IP,
quella della
Marini.
Io sto stampando le mie vecchie
poesie
e mi viene da scriverne di
nuove.
Il mio stupido vicino mi disturba
con “Non è
Scrivi, Maurizio,
e...
Diciamocelo:
quante cose non
vanno.
9.12.1994
QUELLI COME
NOI
E’ dietro un’anta
d’armadio
che noi nascondiamo
tutto.
Che
nascondiamo,
(e dico quelli come
noi)
...che
mosche
bianche
pecore
nere,
siamo disagiati nella nostra
giustezza.
5.12.1994
QUESTA
VOLTA
Questa volta chi è
impastato
nella truffa dello
Stato,
e chi ha dato la
tangente
al devoto
presidente.
Questa volta dentro il
fiume
c’è finito
l’aeroplano.
Questa volta il
terrorista
s’è fottuto il
capitano.
Questa volta, si è anche
detto,
l’omicidio era
previsto.
Questa volta il
rapimento
si analizza a “Chi l’ha
visto?”.
Questa volta alle
elezioni
state calmi, state
buoni.
Questa volta sulle
schede
ci saranno nomi
nuovi.
Questa volta è il giornalista a
dire
“Il treno è
deragliato”
“Quanti
morti?”
“Trentacinque!”
“Ma che viaggio
sfortunato!”
Nulla cambia anche
stavolta.
Lo zampino è quello
vostro.
Per le strade ancora in
giro
c’è quel gobbo, un ladro e il
mostro.
15.2.1994
RISOLUZIONE
Tutto è
oscuro.
Sei in un
muro.
Stai soffrendo, non è
vero?
Che vuoi
fare?
Non vuoi
uscire?
Non ti vuole? Che stai
facendo?
“Non si dice! Stai
sbagliando!”
Tutto è
un’eco.
Parole a
martello.
Ti soffoca il
cuore.
Ti scoppia il
cervello.
Stai male! Che fare? Che cosa ci
vuole?
Un volo nel cielo. Un mare
d’amore.
3.2.1993
ROMA
Fredde giornate in questa
città,
bagnate da una strana
atmosfera.
Turisti, treni, facce da
università.
Foto, musei, discoteche e
pianobar.
Roma, città di colli e di
fontane,
palcoscenico di storie d’amore e di
puttane.
Un vecchio cammina in un
vicolo.
E’ vicino a Piazza del
Popolo.
Roma, tra politica e
spettacolo.
Roma che vivi su un
baratro,
tra un tram che è
passato
e le donne al
mercato.
Roma.
Con le sue notti ed i
colori,
con le sue piazze e i suoi
dolori.
Roma, città di musica, città di
chiese.
Roma del traffico e di Villa
Borghese.
Roma, potente a San
Pietro:
Roma...
con il cuore di
vetro.
18.4.1994
SENZA
PUNTO
Lotta lotta pistone
motore
volontà fischi botte
striscione
libero chiaro volo di
gabbiano
madre fratello giallo
africano
parole parole comitiva
folla
stronzi che dicono “Boia chi
molla”
oggi kaput ieri è già
passato
domani forse colpo di
stato
musica sport futuro
migliore
abbiamo palle piene di non vedere
amore
di babbo di mamma di sesso o
fratello
bacio carezza cannone
bordello
vento natura verde
limone
tangenti tasse bomba alla
stazione
ma che giustizia quale
ipocrisia
vogliamo solo amico e
fantasia.
20.11.1993
SOLA
ANDATA
Ho preso il treno per il tuo
cuore,
porterà davvero
l’amore?
L’ho preso in tempo, anche se ero in
ritardo,
per poco lo
perdo.
Adesso vado
veloce,
vedo solo strisce di
colore.
Dentro brucio come su una
brace,
cercando di ricordare il tuo
sapore.
Apri il tuo cuore. E’ come una
stazione:
è sola
andata,
aprilo
amore.
6.11.1993
SOLE
Sole sui campi
arati.
Sole sui muri
colorati
dalle scritte dei
ragazzi,
dalle ombre degli
alberi.
Sole, che battevi
ieri,
che mette i sorrisi dentro ai tuoi
pensieri.
Sole che picchia e ti
ubriaca,
sole che t’abbronza quando sei
sdraiata,
al mare di una città così
lontana,
sole che i raggi non passano la mia
persiana,
che chiude il
cuore.
Sole che ancora
m’abbaglia
e non mi fa vedere
amore.
5.9.1994
SPERANZE SULLA RIVA DEL
TEMPO
Pensieri che vanno nel
vago.
Più giù come sasso in un
lago.
Scritte nere sul
muro,
gente morta sul
suolo,
una storia finita, un
pianto,
un ricordo di guerra, uno
schianto.
Ricordi che affiorano da
laggiù,
il sasso fece anelli, ma non ci sono
più.
Quel sasso è
affondato
come il tempo
passato.
Adesso sarà sul fondo del
lago
e il tempo che viene non avrà niente
di vago.
4.1.1994
STEFANO
Lo sento molto simile a
me.
Lo sento
fratello.
E’ come uno di
famiglia,
e infatti come
noi
è alla minoranza che
appartiene.
Ci vogliamo
bene.
Lo sento padre a
volte
perché potrebbe
esserlo,
con la sua freddezza e
maturità.
Lo emulavo da
piccolo
quando anche
lui
certo non era
grande.
E
studiavo,
mi
ricordo,
le rime da stadio col suo
nome.
E poi era
lui
invece
a chiamarmi
campione,
riempiendomi il
cuore.
E’ stato molto
male
e lo siamo stati anche
noi.
Ma aiutarlo e farsi aiutare da
lui,
parlargli e
ascoltarlo
(quelle poche volte che
parla)
è un
piacere.
8.12.1994
TRENO
C’è il mare accanto a
me
e tengo la penna in
mano.
Vorrei invece avere
te.
Magari in braccio o sul
divano.
Che strano, nel cielo
azzurro
l’unica nuvola è su di
me.
E’ questo starti
lontano,
questo tuo volto che non
c’è.
Sono solo dei
minuti,
già lunghissimi
però.
E chissà quante volte dopo i
saluti
ti
ripenserò.
Intanto sul
treno
ho il sapore del tuo rossetto sulle
mie labbra,
e la carezza della tua
pelle
sulla mia
barba.
28.10.1993
TRE
NOVEMBRE
Guardavamo calare il
sole
impegnandosi a non dirci
“amore”.
Il tuo viso, il tramonto, la
gente,
il profumo del mare, il tuo
cuore:
la trappola
dell’anima
lascia andare una
lacrima:
svegliamoci che non è un
sogno,
lo sai che ne abbiamo
bisogno.
La lancetta del tempo si è
rotta
ma a noi non
basta,
facciamola tornare
indietro.
Torniamo insieme per dirci “ti
amo”.
Sorridi al mondo come sai
fare,
sorridi al vento e alla
gente.
Ma guardati
intorno
non sono
niente
se in questo istante tu non sei
qui.
In fondo è un istante. Non è poi
tanto.
E’ una vita intera se restiamo
accanto.
5.11.1992
USI E
COSTUMI
Ormai è passato il tempo degli
amici,
è superato come la corsa nel
sacco.
Oggi si preferisce ben altri
benefici.
Oggi si telefona
all’unoquattroquattro.
Non più un
rapporto,
neppure
epistolare.
Meglio la tele per cambiar
canale,
meglio parlare usando il
cellulare.
Ma quale riso tirato ai
matrimoni.
Basta con l’altare e i quattro
testimoni.
Ma che carini, lei non può fare
senza.
Si voglion
bene...
ma è solo
convivenza.
31.8.1994
VIVERE
E’ come un fiume che viene giù dalla
sorgente.
E’ come te che vivi tra la
gente.
E quell’acqua fa crescere i fiori e
li fa germogliare,
con quei profumi che il vento ti
farà respirare.
E guarderai la
luce
andando avanti
veloce.
Con un amico
vicino
e le risate del nostro
bambino.
Andrai avanti e chissà quale
meta...
e tra le dita
bianche
una camicia di
seta.
Respirerai per sempre il mio
profumo.
Le nostre labbra separate dal
fumo.
7.11.1992
VORREI
Per la falsità di un mondo non
vero
vorrei che l’uomo fosse
sincero.
Vorrei che nel cielo tornasse il
sereno,
tuffarmi di colpo in un
arcobaleno.
Coperto di gioia, coperto dal
sole,
coperto da voglia di vita che
sale.
Vorrei che l’uomo fosse
sincero
e che la gente si amasse
davvero,
che si accettasse per quello che
è,
uguale di pelle, politica o
clero.
Vorrei che l’uomo fosse
sincero...
ma l’uomo, sincero, purtroppo non
è.
14.1.1994
Tiro le coperte fino al naso e penso
a se...
chiudo gli occhi e penso a dirti
che
quando un sogno resta chiuso dentro
al buio morirà,
morirà.
Sotto le coperte mi addormento e
scopro che
tutti i desideri attorno a
me
sono come arcobaleni che
spero,
nel sonno,
tu vedrai.
Oh stai viaggiando e dimmi dove
vai.
Nelle mani non stringere i
dolori.
Oh stai sognando e i ricordi dove li
hai.
Stringo forte il mio cuscino... ma
perché.
Io nel mezzo a un sogno posso
perdermi perché
so che ciò che vedo poi non
c’è.
Sento che non resterò da solo,
scopro
altri che
sognano.
Ecco un cigno magico, ci
guarda
e vola,
segui la sua
scia
e poi
raggiungilo.
Ora sto
dormendo,
ho le ali.
C’è qualcosa giù, è un
mare
d’oro.
Ecco che
insieme
apriamo
gli occhi e
poi
è una fuga dai cassetti
per...
per
vedere,
e giuro
li vedrai,
tutti i sogni realizzarsi in
fila.
Allora
riuscirai
a vedere
che alla fine anche
tu
otterrai ciò che
vuoi.
21.1.1995
IN VOLO
Volo su una
nuvola
veloce salgo
su
e torno alla
ricerca
ma non ti trovo
più.
Sarà un’impresa
dura
e non
indifferente
ma stanne pur
sicura
nel mare della
gente
io ti
ritroverò.
Dovessi stare in volo per
un’eternità
cercare quello sguardo che pure ci
sarà
trovarlo nel tuo
sguardo
o dentro un mio
ritardo
trovarlo e riparlarne poi con
te.
Volo e la mia
nuvola
ancora scende
giù
continuo la
ricerca
ma non ti vedo
più.
L’impresa resta
dura
ma non
semplicemente
la voce mia che
giura
di amarti
veramente
e ti
ritroverò.
Dovessi poi volare su fiumi e su
città
pensare a quello sbaglio che pure ci
sarà
trovarlo nel tuo
fumo
nelle rose o nel
profumo
trovarlo e ripartire poi con
te.
DOPO IL
BOMBARDAMENTO
Il sole batte
sicuro
sul rosone di una
chiesa.
Silenzio.
Ma da
poco.
Per poco.
La chiesa
fa risplendere al suo
interno
la scena del
rosone.
Vetro
freddo
per una calda scena di
santità.
Sembra una strada il
raggio
che da lassù
parte
per colpire le
figure
immobili
nel
cerchio.
Qualche soldato se ne
avvede
e inizia a percorrere quella
strada,
verso il
cielo.
8.1.1995
Cos’è che li
avvicinerà?
Perché tra loro sì e con gli altri
non andrà?
Dove incroceranno per la prima volta
i loro occhi?
Ad un concerto, in discoteca, o nel
paese dei balocchi.
Si sfioreranno appena su un
tram.
In biblioteca. Si saranno visti
già.
Sarà lei che spedirà una lettera col
suo profumo:
sarà lui che finalmente si
comporterà da uomo.
Saranno le mani di lei ad aprire le
dita,
saranno le parole di lui a
raccontare una vita vissuta.
Sembrerà come un milione di altre
storie,
invece sarà la loro storia
d’amore.
11.2.1995
IO
CAVALLO
Se fossi un animale sarei un
cavallo.
Pensiamo a cosa potrei
fare?!
Corre sulla spiaggia a
spumeggiare
l’acqua del mare con gli
zoccoli.
La criniera lunga, bionda, al
vento.
Indice di
libertà
la mia.
Il manto pezzato di nero e
marrone,
lucido
come i miei
pensieri.
E corre adesso sulla
prateria,
veloce
come i miei
giudizi.
E adesso entra in un
bosco,
costretto a
rallentare,
come davanti ai
problemi.
Ma forte e
elegante,
cauto e
testardo...
proseguo!
30.1.1995
C’è un mondo dal quale arrivano
tutte le bugie.
E’ un mondo con paesi costruiti
sulle menzogne.
E la popolazione sono le bugie
stesse.
Quando noi ne chiamiamo una, arriva
subito.
E’ sempre pronta, non ha mai altri
impegni.
Ma chi sono. Come
sono?
Ci sono le bugie bianche, chiamate
dai bambini,
e quelle rosse degli
amanti.
Ci sono quelle
rosa,
entrano in gioco coi
pettegolezzi.
Le verdi sono quelle delle favole,
dei miti,
delle gambe
corte.
Ma le peggiori, le più
numerose,
sono quelle che noi chiamiamo per
opportunismo,
per cattiveria, per odio, per
rancore.
Perché si è ipocriti. Sfruttano
tutto e tutti.
Tutte le bugie, dopo essere state
usate tornano nel loro mondo
pronte per essere richiamate da
qualche altro.
Bambino o innamorato o
scrittore.
Ma le peggiori non tornano mai
indietro:
mettono le radici dentro ai
cuori.
Mangiando i
sentimenti,
i baci,
le
carezze.
26.1.1995
DIO
Dov’è che devo cercare
Dio?
Perché la religione non mi
aiuta?
Perché devo scoprirlo
io,
da solo.
Come un
profeta
come un
eremita.
Avessi almeno un secolo di
tempo!
E’ poca questa
vita,
se penso che cos’è
l’eternità.
E come faccio a
trovarlo
Dio?
Se vedo così tanti
luoghi
che però nulla sono rispetto
all’infinito?
E’ qui? Son
io?
E’ forse chi mi sta accanto e
parla?
E’ forse chi mi sta accanto e
m’ama?
E’ forse il tutto, il bianco e nero
dei miei sogni?
Ma c’è il male e la
guerra.
Perché devo pensare che ci
sia?
Spero soltanto che chi mi dice di
averlo già trovato
non prenda in giro, non dica una
bugia.
26.1.1995
LE COSE CHE
SONO
Ecco che sono il controcanto della
mia vita.
Il padre e il figlio di me
stesso.
Ecco che sono l’attore protagonista
in un palco.
Illuminato da un
faro
e una delle
comparse.
Canto la colonna sonora del mio
spettacolo
di cui sono
regista.
Sono niente e sono il fulcro del
mondo.
Una strada mai finita di
costruire
ed una che unisce tutti i posti dei
sogni.
4.2.1995
L’ANIMA E IL
TRIBUNALE
Era lì. La luce fissa negli
occhi,
una musica di
sottofondo.
Un’altra luce,
dall’alto,
disegnava la sua ombra in un tondo
di luce.
Era come ad una
audizione.
Però non c’era
dialogo.
Doveva dire
tutto.
L’amore, le cattiverie, le
perfidie.
Sputare fuori
tutto.
Le gioie, le sue volontà
erotiche,
i suoi desideri
orgiastici.
Sputare fuori
tutto.
La politica, il
lavoro.
Ogni rapporto che aveva
avuto.
Parlava di tutto come un vecchio
filosofo.
L’universo, la vita, la morte, il
sapere.
Sputare fuori
tutto,
come in un
tribunale.
Vide
accecarsi,
sentì un fischio
penetrante,
la sua pelle
freddissima,
e odore
d’incenso.
Il grande tribunale lo aveva
giudicato.
I grandi tribunali se lo erano
conteso.
Si sciolse: si smaterializzò
nell’aria...
Poi salì in
paradiso.
4.2.1995
I
SENSI
Capire l’odore di un
paesaggio.
Udire l’emozione di una
carezza.
Ecco il bello dei
ricordi.
Un turbinio dei nostri cinque
sensi.
Un brivido freddo gela
l’attimo
vivido di una
scena
in una
cornice.
Chissà quando, tempo
dopo,
il gelo è sciolto dal calore dei
pensieri,
dal vincolo dei
sensi,
dal loro
combinarsi.
Ed ecco
che la nostra coscienza diviene uno
schermo
e noi
vi proiettiamo tutte le nostre
sensazioni.
11.2.1995
EPPURE
Eppure ci
sarà
qualcosa che ho
sbagliato.
Qualcosa che non
va.
Ti prego,
allora
dimmelo,
io non
sopporto
un’ora
ancora
di questo mio
sconforto.
18.1.1995
LE NUVOLE E IL
SERENO
Il sereno è una
mano,
che scosta le
nuvole.
Le nuvole sono lacrime divenute
ovatta,
sospese in
cielo,
grazie alla fantasia di chi é
triste.
10.7.1995
La terra è
rotonda,
è l’immagine di una
mela;
ed è l’egoismo dell’uomo il
baco.
Prima o
poi
la mela
cadrà a
terra,
marcia.
9.7.1995
SE
PASTEUR
Se Pasteur disse
davvero
“Il destino aiuta gli
svegli,
aiuta la mente
attenta”
Spero di essere abbastanza
sveglio,
e la mia mente spera di essere
attenta abbastanza.
Perché io e la mia mente cerchiamo
di combattere il destino,
già da
tempo.
1.7.1995
HESSE:
SIDDHARTA
“Su nessuna cosa del mondo so tanto
poco quanto su di me”
Mi disse Hesse in sogno,
citandosi.
“Ed io che cosa so di
me?”
Ribattei io
subito.
Silenzio.
“Siddharta pensa, aspetta, digiuna,
ma passa attraverso le cose del mondo, come la pietra attraversa
l’acqua.”
Riprese il
Maestro.
“Ed io passerò attraverso le cose
del mondo?”
Chiesi piangente e
preoccupato.
Silenzio.
“Chissà se qualcuno conosce il modo
per passare attraverso le cose del mondo?!”
Urlammo
insieme.
2.7.1995
QUALCHE PAROLA DEL MIO
SECOLO
Velieri in
bottiglia
grandi personaggi della
storia
miti e
leggende
lune
maree
pianti e
guerre
cartomanti
omicidio
estivo
lucciole
cronache e
stampa
carri armati o angeli
custodi
custodi di
musei
barboni
vecchie fabbriche abbandonate (che
sognano)
manifestazioni.
10.7.1995
LE CONDOGLIANZE AL
MONDO
Dopo aver visto streghe su
roghi,
dopo aver visto donne
prostituirsi,
dopo aver visto spot
pubblicitari,
dopo aver assaporato il profumo
dell’ultimo pane
fuori da un
fornaio;
dopo aver visto campi di
concentramento,
dopo la morte di Pertini e
Moro,
dopo battute di caccia con cani
sguinzagliati,
dopo aver visto forgiare armi da
fabbri di ogni epoca,
dopo aver udito domande a
tranello
e dopo aver letto Ossian e
Topolino,
dopo aver visto soccombere gli
Indiani,
dopo aver saputo la verità su
Ustica,
dopo aver partecipato a 100
iniziazioni...
...l’universo fece le sue
condoglianze al mondo.
14.7.1995
L’ORIGINE DELLE MIE
POESIE (Dopo aver letto Walt
Whitman)
Se guardo al passato
scopro...
tra molte altre cose anche l’origine
delle mie poesie.
Sono sopra una barchetta di
carta,
in mezzo all’oceano delle
emozioni.
Sono il comandante della
nave,
ma anche un semplice
mozzo.
E principalmente... un
folle.
Ed ecco che mi
immergo
nella
poesia,
anche per
me,
unica terapia per il mio
male.
23.7-12.7.1995
NELL’ACQUA E SUL
MONTE
Eccomi!
Sono lì.
Nudo, con i piedi
nell’acqua.
E’ adesso che ho paura del
confronto, del giudizio.
Ora invece sono
qui...
coperto da strati e strati di
lana.
Solo, su un monte
innevato,
a guardare il
vuoto.
...e continuo ad avere paura del
giudizio e del confronto.
6.9.1995
MURUROA
Prima diventavano collane i pezzi di
corallo!!
Ma i tempi
cambiano...
Ora servono da muro, a
Mururoa.
Ho avuto paura. Ed ero a casa, in
poltrona, davanti ad un video.
...e se fossi stato
lì...
Grigio è
divenuto
il mare. Proprio come è il loro
cuore.
Il cuore dei
colpevoli.
Tremo.
Scusa mondo e ti
prego...
aiutami, ora che ho più paura del
mare.
7.9.1995
SE NON E’
CARNEVALE
Da che cosa si vestono le
maschere,
quando non è
carnevale?
Da un
ladro
che ruba in giacca e
cravatta
dietro lo schermo della tivù del tuo
salotto?
Da un bambino che piange per avere
un gelato?
Da uno di noi, con i suoi
mali
o le sue
gioie?
Da qualcosa di divertente o
mostruoso?
E noi...
che maschere non
siamo,
abbiamo sempre una
lacrima,
come quella dei
pierrot.
7.9.1995
NOI E DUE GRANDI
FIOCCHI
Avanti,
coraggio.
Prendi una piccola
tovaglia
e nascondi lì il tuo piccolo
cuore
e le tue grandi
emozioni.
Fai un grande fiocco e metti tutto
in spalla:
il cammino sarà
duro.
Io prenderò una tovaglia poco più
grande
è lì che ti
nasconderò,
mia piccola dalle grandi
emozioni.
Farò un grande fiocco e metterò
tutto in spalla:
il cammino insieme sarà meno
duro.
14.9.1995
IL PUGNO DEL
CONTADINO
Sulle piramidi e
un prete tenta di avvicinarmi alla
preghiera.
Mi spinge.
Nel Quarantacinque, un aereo
tedesco...
scappo, ci
riesco.
Colosseo: tra i
gladiatori.
Romeo e Giulietta, i loro
dolori.
Mai come quelli di
Werter.
Cesare, Odisseo,
Cleopatra.
Il primo
microfono,
Sinatra.
Punto linea, strani
alfabeti.
Cip, informatica,
poeti.
Scorrono sul video della mia
anima.
Scorrono non solo le
esperienze,
non solo le mie
conoscenze,
non solo il mio
sapere.
Pulviscolo, roccia,
erba.
C’è tutto, in un pugno di
terra.
Anche io!
E questo è il sogno di un vecchio e
saggio contadino,
se guarda il suo pugno
chiuso.
9.10.1995
AL
TIMONE
Sono sul ponte della mia
nave.
Ho io il timone, saldo tra le
mani.
E sono pronto a morire con
giallastri e durissimi calli nelle mani.
Sono sul
ponte di una nave.
Ho una mappa, la
leggo.
Non sono un cartografo, non capisco
molto.
Capisco solo che devo
viaggiare...
forse per
l’eternità.
Conoscere lingue, uomini ed
alberi,
religioni, poeti, chiese ed
animali.
Mi volto un
attimo.
La mia ciurma è tutta con
me.
Ma quando un mio urlo squilla
“Salpiamo!!”
si buttano tutti a mare... 10, 100,
1000.
...e resto solo. Penso a come
potrebbe divenire questa nave,
già alla prima tempesta.
Solo.
Non è importante. Non lascerò la
nave. Morirò, e il mio sangue pulserà nelle vene dei miei
figli,
e la mia nave arriverà, entrando
nella storia.
Ma per un attimo sono incerto.
Controllo ancora la mappa. Vuoto.
C’è un ordine da seguire? Non
comprendo bene la meta.
Ma la mia nave
arriverà.
2.10.1995
DISAMINA IN
PROSA
Meschino, ipocrita ed
egoista.
Ecco, a volte sono così. Ma come un
santone o un predicatore,
forse del
nulla,
vengo
accusato.
Perché cercare di esternare il buono
che si ha dentro,
o accettare che in realtà si è
egoisti...
a qualcuno bene non
vai.
Errato. E’
reato.
E’ la visione
che...
E’ il “secondo me” che
inganna,
il punto di
vista.
Ecco cos’è che fa
travisare,
come una pellicola
colorata
su una
lente.
E quante volte voci di donne,
uomini, o che,
mi hanno accusato di aver
travisato.
No.
Ingenui.
E’ così che mi sento,
scusate,
pervaso di
superiorità.
Io non traviso, vi faccio immaginare
di aver travisato.
Ma so. Vedo la
realtà.
Ed è lì che mi
presento!!!
L’occasione per dare e
dire.
L’occasione per essere ed
avere.
E voi dandomi del
presuntuoso,
e voi dandomi del tutto o del
nessuno,
del chi sei o che
vuoi,
non vedete la
realtà.
O se la vedete la
accettate.
Io no, la vedo la realtà, ma
adoro...
cambiarla.
A me piace salire sopra i sogni e
guidarli alla realizzazione.
A me piace baciare e parlare proprio
dritto al cuore.
E’ per questo che spesso faccio
male. Ma non interpreto, sono.
E lama, fuoco, morte mi sono
compagni.
A me, non lo
nego,
piace lasciare il
segno.
E la realtà è che ci
riesco,
e per questo faccio
timore.
E’ per questo che non sono solo
mai,
sebbene io sia la
solitudine.
2.10.1995
Un perfetto prefetto a
Palermo,
l’Olandese
Volante,
Un americano a
Parigi,
un torinese falso e
cortese.
La mia geografia è fatta di linee,
poligoni,
modi di
dire.
Ma non solo la
geografia.
28.9.1995
SPUNTO
RITMICO
Questo è un mondo di falsi
buoni
dove regnano i tuoi
dolori,
dove anche dei per
favore
sono detti per fare
male.
Questo è un mondo che ti fa
fuori
non ti offre che due colori,
ma
non c’è scelta solo
miseria,
guerra e qualche donna in
carriera.
30.9.1995
FILASTROCCA DELLA DONNA MISTERIOSA E
DELL’UNIVERSO UMANO
La donna del
mistero
saggiava il
destino
con un sorriso
sereno
e ticchettava col
dito
sulle biglie che
teneva
chiuse strette nella
mano.
Esordì
dicendo:
“Signora dalla faccia
scura
e dalla scure in
mano,
chiarisci per
sempre
te ne
prego,
questo dubbio che
mantengo
su tutto l’universo
umano.”
25.9.1995
CANZONE DEL TRENO CHE NON VUOLE PIU’
PARTIRE
Foglie verdi su ogni
albero,
nei cortili che
circondano
queste strade che
ricordano
volti chiari che
sorridono.
Cieli azzurri che
sovrastano
dei ragazzi che si
amano.
Voglio andare ad aspettare alla
stazione
un treno
che non vuol
tornare.
E mille amori che non
bastano
a far scorrere il mio
secolo,
cento notti che
deridono
il mio vivere
all’unisono.
Con ragazzi che
barattano
una vita per due
pillole.
Voglio andare ad aspettare alla
stazione
un treno che non vuole più
partire.
Mai.
27.9.1995
NON è
Non è col segno della
croce
che si dimostra la
religiosità.
Non è con un
bacio
che ci si
innamora,
e non è con una
parola
che si è
politici.
Non è con le
gambe
che si attraversa una
vita,
è solo nella
fantasia
che non ci sono
ostacoli.
22.9.1995
PER0’?!
Ipotesi: la vita di un
settantenne.
Settanta anni
di:
forfora,
feci,
acne,
litigi e
coliche,
muco,
sbadigli e
raffreddori.
Routine
quotidiana.
Bacio alla
moglie,
colazione,
dentiera. I
ricordi,
esempio:
il suo primo amore, il suo ultimo
attacco di cuore.
Chissà quali dei due ricorda
meglio.
Che cattiveria avere messo al
mondo!
Però?!
SITUAZIONE
La nebbia cadde presto sul
tempio.
E
l’Angelo,
quella
sera,
non ebbe il tempo per
svelarmi
il segreto
dell’apprendere.
2.7.1995
CAPITE IL MIO
ELOQUIO?
Capite il mio
eloquio?
Non vengo certo dal
futuro,
o dal
Parnaso!
Sono come
voi.
Due occhi, un
naso...
Sono come
voi,
lo dite voi,
no??
Questo è.
Consenzienti?
Unitevi a me, in questa vita che è
una procedura.
Occorre assiduità,
però.
E esigo
coraggio.
19.10.1995
CONTRO
Spiaggia.
Illuminata, sebbene
un’eclissi...
Fuoco, acceso con ossa di
uomo.
Diavolo che con coda,
artigli
ed urla, dal rosso di quel
fuoco,
cerca di portarci a
se.
Io, un polinesiano, un
sioux,
un russo sfregiato dalle
radiazioni,
un americano abbrutito dal
cibo,
un nero con i suoi
accendini,
il cinese e l’idea della sua
bicicletta,
e tutti gli
altri.
Ma non cediamo, non
cadiamo,
perché sebbene Lui sia il centro del
cerchio,
noi siamo il
cerchio
e non lasciamo passare neppure un
soffio di vento
dalle nostre mani
serrate.
18.10.1995
SONO LE
SEI
Si sono nuovamente accorciate le
giornate,
come le nostre
distanze.
E infatti sono le
sei
e il viola e il
blu,
di un cielo che stasera sarà
stellato,
si rispecchiano nei miei
occhi,
così come le mie e le tue
emozioni.
18.10.1995
NELLE
LACRIME
Forse c’è un mondo nelle
lacrime.
E’ forse uno dei mondi delle
favole.
E’ strano, sono così
piccole.
Stondate, e un poco a punta, come le
fiamme delle fiaccole.
Sì, forse c’è il mondo delle
lacrime.
Un mondo di emozioni troppo
statiche.
Il mondo del ricordo quando è
debole.
Il mondo dell’amore quando è
fragile.
Sì.
Penso che esista più di un mondo
nelle lacrime.
17.10.1995
STORIA DI
PAROLE
Una
ventiquattrore
nascondeva il suono greve di un
sax.
Non era
accompagnamento
ma melodia
portante.
Sembrava venire dai misteri dei
castelli d’Irlanda.
Narrava di prigioni e sabbie
mobili.
Era il preludio al passaggio dei
canguri.
Era il preludio alla
morte.
L’artiglieria infatti era
pronta,
non so come avesse potuto
sopravvivere ai demoni
e al campo
minato.
Era stato fatto un
prezzo.
E il pubblico
accorse.
C’era molta folla fuori dai
cancelli.
Ma... qualcuno richiuse la
ventiquattrore.
17.10.1995
CAPITE
Capite che vuol dire vivere un
tramonto,
un’alba
un
crepuscolo?
Ti senti un uomo finalmente, non
pulviscolo.
Ti si apre il
cuore
e sei pervaso da un po’ più di
calore.
Pensi ai
barboni,
ai buoni e ai meno
buoni.
Senti gli
odori.
Gli odori dei
sentimenti.
Chi vuole
ascoltarmi?
Pochi
forse.
Ma io allevo le mie
idee
e allatto i miei
sogni.
17.10.1995
HO VISTO, HO
VISTO...
Ho visto bambini
adulti
e vecchi
ragazzini.
Ho visto andare chi voleva
trattenersi
e spuntare radici a chi voleva
partire.
Ho visto amanti
odiarsi
e nemici fare
l’amore.
Ho visto un
precipizio
e un bassorilievo con la mia
morte.
Ho visto un’altalena pendere dalla
luna
e l’ombra del tuo cuore giocare con
essa.
Ho visto il mio corpo nudo sulla
sabbia
e un’allucinazione nascere da una
conchiglia.
Ho visto alghe e aquiloni naufragare
con me
e risvegliarsi ancora vivi sulla
stessa riva.
27.10.1995
NEL
SOGNO
Pensavo a come si diventa
uomo
e all’oscurità del fondo di un
pozzo.
Ricordavo la pioggia sul
viso
nel mese di
novembre.
Sentivo l’eco delle urla dei
contadini,
nei campi a
lavorare;
e lo sdegno delle campane che
celebravano nozze inutili.
Parlavo col fuoco di una
candela
che mi consigliava di evitare le
maree dei sentimenti
e le onde del
pensiero.
26.10.1995
SCRUTO
Scruto nell’abisso
dell’io.
Ci sarà pure un
faro?!
Qual è il mio
Dio?
E a quale religione
appartengo?
Qual è il mio
posto?
E il mio
partito?
Qual è il mio
ruolo?
E quale quello degli
altri?
Vagiti di dolore mi giungono dal
mondo.
2.10.1995
CHE COSA PREFERISCI
?
Ti sei perduto nei meandri
dell’oblio?
Cos’è che cerchi? Un sogno? Forse il
mio?
Che cosa preferisci: un amico, un
tesoro,
un pezzo
d’oro?
Oppure un paio di
ali,
per volare via
lontano,
dove neppure il vento può
arrivare;
dove neppure
l’immaginazione
ti lascerebbe
entrare....
8.11.1995
La mattina mi
sveglio
e mi alzo dal mio
letto,
mi rinchiudo nel
bagno
per guardarmi allo
specchio.
A volte, sai, mi
piaccio,
altre invece sono la
malinconia.
Ma bella o
brutta
la faccia è sempre
uguale,
è sempre quella
mia.
Non nascondo niente
mai,
gioie, dolori,
guai.
E quelle poche volte che
tento
sono subito
letto
dentro.
La mattina poi mi
sveglierò,
mi guarderò allo
specchio,
sempre con il mio
scopo:
non scoprirmi ogni giorno più
vecchio.
9.11.1995
IL
BOIA
Tra valli e
nebbie,
dal Nilo al
Mississipi,
un Boia,
col suo
cappuccio,
distribuisce le
morti,
raccogliendo il sangue dei
popoli.
14.11.1995
E COSI’ TI
SPIEGO...
E, come da niente, nascono le
cose!
Diverse da come sono in
gestazione.
Amore,
amicizia,
odio, sesso ed ogni tipo
d’emozione.
Credereste che la farfalla nasce
così ?
Un qualcosa di contorto,
complicato;
e poi invece lei nasce
colorata.
Spicca il primo volo
libero.
La provenienza dei
sentimenti
è come la nascita della
farfalla.
L’amore e l’amicizia sono separati
da un bacio.
L’amore e il sesso... chi lo
sa.
L’odio e il disprezzo da uno
schiaffo.
A volte nasce tutto per un
gioco,
nel quale uno scopo
c’è:
evitare gelosie ed
egoismi;
infamie e
cattiverie.
La vita è un gioco in
fondo,
un gioco a
tappe,
una corsa ad
ostacoli.
Rimanere vivi, vuole dire aver
vinto;
ed uno dei premi potresti essere
tu.
12.11.1995
PENSIERO,PENSIERACCIO
Vi prego sparite dalla mia
vita...
che ho già esaurito la mia
collezione di merde!!!
13.11.1995
VEGLIA DOPO
L’OMICIDIO
Allora siamo
d’accordo?
Ci troviamo alla stessa
ora,
a quell’incrocio, quello delle
nostre emozioni.
Non ritardare, ti
prego.
Potrei caricare l’arma con le mie
parole
e sporcare di sangue il tuo vestito
più elegante.
La tua morte creerebbe troppi
problemi,
anche se i fuochi d’artificio
passerebbero inosservati,
ai vecchi che in paese giocano a
carte.
Anche dopo morta tu saresti un mio
satellite,
una mia
tradizione.
Regalami una giornata
ancora
prima che io mi risvegli sul mio
giaciglio,
duro,
nella mia
cella.
14.11.1995
IL BUIO NON LO VEDRAI
COMUNQUE
Lava le lenzuola della tua
immaginazione.
E ricordati che poche cose
certe
sono migliori di molte
insicure.
La macchia che hai sugli
occhiali,
e non sapevi di
avere,
ti fa vedere tutto
diverso,
tutto più
scuro.
Soffia, spengi il sole se
vuoi,
il buio non lo vedrai
comunque,
e la tua anima da gatto
randagio
volerà via come le note di un flauto
d’avorio.
La chiave, la morte, il
cieco...
Non esiste musica per la
morte,
è un salto nel buio, nel buio
vero.
L’orizzonte è tra cielo e mare, ed è
immobile,
come una patata in un
piatto.
Io arriverò in preghiera all’altare
della mia chiesa,
sconsacrata,
accompagnato dagli
organi.
Il resto lo scopriremo più
avanti...
14.11.1995
CI SONO
COSE
Ci sono cose di cui ti avrei
parlato
fino dal primo giorno che ti ho
conosciuto.
Altre che ti giuro non ti dirò
mai
perché non è bello parlare solo dei
miei guai.
Ci sono cose che
passeranno
o resteranno fino agli ultimi
giorni,
ci sono cose come
l’amore
l’amicizia ed i suoi
dintorni.
Ci sono cose che vorrei tu mi
spiegassi,
perché abbiamo fatto insieme già troppi
passi.
Altre invece, perdona, che io ti
farei
a partire dal collo fino a dove
vuoi.
Ci sono cose che si
faranno
e che faremo fino agli ultimi
giorni,
ci sono cose come i
sorrisi
come gli sguardi dei tuoi più
profondi.
16.11.1995
PENSIERI IN UN
ANNO
Ho molta più paura dell’ipocrisia
oggi,
che del buio quando ero
piccolo.
6.10.1994
Essere di sinistra vuol dire anche
chiedere come sta la madre di un tuo conoscente... anche se non l’hai mai
vista.
21.10.1994
I libri non si aprono solo per
essere letti,
ci si può anche tuffare
dentro.
1.12.1994
Anche quest’anno è
andato...
come l’effimero
passato.
17.12.1994
Ogni tipo di rapporto interpersonale
è come un applauso:
non basta una mano per sentire il
“clap”.
24.12.1994
Cos’è una vita in
un’eternità?
E’ come un sogno
perduto,
è come un granello di
sabbia,
di oceano
imbevuto.
4.2.1995
Meglio essere una mosca
bianca,
che una delle tante mosche che sta
sulla merda.
26.2.1995
Se bastasse il caldo di questi
giorni a sciogliere il male,
vorrei dodici mesi
d’estate.
20.6.1995
ATTIMI
In un attimo si
muore.
In un attimo non si
cresce.
In un attimo si
nasce.
In un attimo ridi e non
ridi.
O in un attimo
piangi.
In un attimo il sole ti presenta la
luna,
e in un attimo ti accorgi di averla
già vista,
altre
volte.
1.7.1995
Un
leggio...
Un violino appoggiato ad un
muro.
Odore di
legno,
suono
stridente;
girovago di
emozioni,
più o meno
acute.
1.7.1995
IL
FANTASIA
Il fantasia era un tizio che
sorrideva sempre.
Andava vestito con abiti
coloratissimi,
sempre
diversi.
Faceva chilometri e chilometri ogni
giorno,
ed avvicinava i gruppi di persone
che vedeva tristi.
Iniziava discussioni stravaganti con
molta creatività.
E sul volto dei tristi tornava il
sorriso.
Bel lavoro quello del
fantasia;
ma nessuno pagava il suo
servizio,
non aveva prezzo... o lo aveva
troppo alto!?
1.7.1995
Marrone,
umida.
Al buio stava una
botte
in una
cantina.
Il ferro del cerchio un po’
arrugginito.
Aveva un piccolo
rubinetto
ma distribuiva gocce di grandi
emozioni.
2.7.1995
CAVALLUCCIO
MARINO
Ero solo in un
sogno.
Ero nel
deserto.
Poi ho
incontrato...
un cavalluccio
marino.
“Mi sento come te, in questo
posto”.
Mi ha
detto.
2.7.1995
SCENA
Madonnari decoravano pavimenti di
una piazza.
Ad un
tratto,
si calarono dal
cielo...
Alcuni
extraterrestri.
“Cryr fsjyr6,g7yws kkpj!!” “Perbacco umani, vi avevamo
sottovalutato!!”
E si riavviarono verso la loro
galassia...
non prima di averci
distrutto.
2.7.1995
INEVITABILE
CRUDELTA’
Vedi dove arriva la nostra
crudeltà?
E’
inevitabile!
Cammini e calpesti insetti
uccidendoli.
Vivi perché mangi pesci e animali
morti per te.
Dai fine ai fiori per darli ad un
amore.
Vedi dove arriva la nostra
crudeltà?
Neppure te ne
accorgi.
E’
inevitabile!
E anche se te ne
accorgi,
non ne puoi fare a
meno.
E’
inevitabile!
2.7.1995
MORTI
AMMAZZATI
Pettegolezzi,
fratture,
divorzi,
sfratti,
cinema saltati per l’assenza di
diecimila lire.
No di
ragazze.
Capelli che non stanno bene in
piega.
Caldo afoso e brutti
voti...
Ma che
problemi!!
Perdonateci vi
prego,
oh morti
ammazzati,
se noi ancora
viviamo.
4.7.1995
Un
cunicolo,
una
grotta.
Un
corridoio,
un bivio: una
scelta.
Vado a
sinistra.
Poi sempre scelte
binarie.
O… o...
poi una
luce.
Un cunicolo in
salita.
La fine della grotta,
l’uscita.
Complimenti.
5.7.1995
IO
SONO
Io sono tutte le
persone
io sono tutte le
nozioni
sono chi legge di
me
sono mio padre e mia
madre
sono un babbo e una
mamma
un amico.
Sono
Napoleone
io sono
Massimiliano
io sono
sono la mia
stanza
Io sono un
teatro
sono l’IO e
l’ES
sono
Lecorbousier
e sono la mia
città
io sono numeri di
telefono
e nomi e
forti
emozioni
Io sono le
ragazze
io sono i più cari
amici
io sono
libri
io sono campo o
palla
Io sono i miei
soldi
io sono figlio e sarò
padre
io sono nel
mondo.
Io sono l’aria che
respiro
io sono gli
altri
ma soprattutto me
stesso
Sono un quadro e una
scultura
io sono tardelli ai
mondiali
io sono il
73
e sono una
nota
io sono tutto e
niente
sono torto e
ragione
Io sono io
e potrei essere
tuo
ma resterò
io
sempre.
UN COLPO AL
BILIARDO
La vita è come un colpo al
biliardo:
non è solo questione di
fortuna.
25.7.1995
PREFERENZE
E tu,
preferiresti un’ora di lavoro
straordinario,
o uno straordinario
lavoro??
25.7.1995
4
RIGHE
Aspettare il
companatico
in posizione da
discobolo
aspettando ad un
semaforo
che il dolore passi
subito.
10.6.1995
Ecco che è arrivata, la
nave!
Tempeste, acqua dal
cielo,
acqua dal mare,
vento,
onde alte, scogli,
secche.
Ha superato
tutto.
Adesso è arrivata nel
porto,
la nave.
25.7.1995
OSSERVARE
L’ORIZZONTE
Se Roma fosse
un’isola
trascorrerei le notti come
questa...
ad osservare
l’orizzonte,
pensandoti.
23.7.1995
ASSOCIOIDEE
Un pastore un po’
tedesco
e un po’
tibetano
(come le campane di
Battiato)
fuggiva di
sabato,
nel
villaggio.
24.7.1995
ACQUAZZONE
ESTIVO
L’afa diviene
insolita.
L’aria si carica di
umido,
di grigio.
Le prime
gocce
nauseano il mio
olfatto.
E’ un caldo
marcio.
Adesso ho il viso
bagnato:
ma non è acqua salata di
mare;
ma non è freddo di bacio
d’amore.
Viene dal
cielo.
Adesso non vedo più dalle
gocce.
Sei
arrivato,
acquazzone
estivo.
25.7.1995
I MIEI NUMERI
E’ un uomo
e due
donne
i tre re
il 4
luglio
5 dita
e sei
amori
sette
giorni
8 fiori
nove mesi
10 vite.
3.6.1995
QUANDO TI
SIEDI
Quando ti siedi sulle mie
cosce
e le mie braccia ti
stringono,
vorrei che diventassero
manette,
per poter gettare via la
chiave
e sfiorarti i capelli per
l’eternità.
20.5.1995
NON MI PIACCIONO LE COSE
FACILI
Di innamorarmi di chi già mi
ama,
non se ne parla
nemmeno.
Preferisco
corteggiarla,
finché tutti i giorni poi mi
chiama.
Non mi piacciono le cose
facili;
farmi la barba col rasoio
elettrico,
preferisco architettare un pizzo
poco pratico.
Non mi piacciono le cose
facili;
strappare carezze ai
genitori
per affievolire appena i loro
dolori.
Non mi piacciono le cose
facili;
scrivere temi o legger
recensioni,
io preferisco scrivere
canzoni.
E non sopporto più quei
telegiornali,
preferisco non fare come quei
maiali.
Non mi piacciono le cose
normali.
Mi creo così incontri un po’
particolari,
fermo cantanti al Louvre o nei
locali.
Non mi piacciono le cose
facili,
anche quando faccio cose
stupide;
e allora costruisco torrioni
medioevali.
Non mi piacciono le cose
facili
e infatti studio a Roma e sono di
Livorno,
mangio prima il primo e poi il
contorno
e godo del dolore della
lontananza,
pensando a quella mia famiglia e
alla mia stanza.
Non mi piacciono le cose facili e ci
tenevo a dirlo,
ma questa mia poesia non è certo il
mio fiore all’occhiello
né il mio cavallo da
battaglia,
però adesso che l’ho scritta sono
tranquillo,
come se fossi steso sulla
paglia.
17.5.1995
PENSIERO
Il pesce grande mangia il più
piccolo.
La società è così
oggi.
Ma non so, rispetto agli altri,
quanto son grande.
Mangerò?
Sarò
mangiato?
Per ora non
so.
Ma spero d’esser vomitato
fuori,
appena mi si proverà ad
addentare...
ne sono
certo,
perché son davvero
acido.
Solo con te raggiungo una dolcezza
estrema,
perché il tuo viso mi ruba le
carezze mentre trema.
15.5.1995
RICORDO DI
BOSCO
Se entro in un
bosco
non sto
fermo.
Calpesto le
foglie
e le
sento;
respiro
l’aria
e sento il sapore del verde
dell’erba;
umidità.
Castagne e
funghi.
Sottobosco.
Luce di sole che
filtra.
Un sasso, un
uccello,
una lucertola al
sole.
Verde.
Marrone.
Viola di
fiori...
pace.
20.5.1995
Prendere un recipiente di
creatività,
mescolare ben bene un cucchiaio di
osservazione e di sensibilità.
Versare lentamente la gioia ed il
dolore e poche altre cose.
Aggiungere della fantasia, giusto
una dose.
Porre il tutto nel forno della
coscienza
e cuocere per una vita a fuoco
lento.
Prendere una penna e un
foglio
e tagliare il dolce che è
poesia.
Assaggiate la fetta e ognuno pensi
all’esperienza sua,
che io mangiando, ripenserò alla
mia.
16.5.1995
UN APPLAUSO A UNA
MANO
Stare senza
te.
Stare senza
voi.
Avervi troppo
lontano.
Viver senza
te.
E’ un applauso a una
mano,
non lo
senti,
non lo
fai.
Io,
vivo di
applausi.
20.5.1995
IL TUO
SOGNO
Vorrei che un incubo ti
svegliasse...
Nella
notte.
Sudata
disperata
urlante
piangente.
Vorrei che tu fossi in
astinenza...
...di me.
28.5.1995
DALLA CARROZZA
7...
...Il mare luccica per il
sole,
alto,
di marzo.
E spumeggia
appena,
con la schiuma
bianca,
che non si stanca
mai
di toccar la
spiaggia.
3.3.1995
IO UN PEZZO DA
MUSEO
Immagina...
una teiera
ottocentesca,
lavorata e dipinta a
mano,
con un valore
inestimabile.
Un pezzo d’antiquariato, un pezzo da
museo.
Un pezzo pregiato, unico
e...
però un po’
opaco,
si vedono gli
anni,
è un po’
sporca.
Basta renderla
lucente,
e il valore inestimabile ecco che
raddoppia.
Si
centuplica,
adesso è
infinito...
bene, io sono la
teiera,
e valgo già
molto,
ma solo tu puoi farmi
risplendere.
12.5.1995
PRIMA
PORTA
Le
aspettative...
Il meccanismo è quello della caduta
di un mito.
Credi sia in un modo, e
invece...
Certo che il percorso anticipava
qualcosa.
Alcune case
isolate,
verde triste di
prati,
fiorai.
Aria di
cimitero.
Capolinea.
Sembra un paese
d’isola.
La chiesa, il
bar;
i binari vicini di un
pendolino
intristiscono ancor di
più.
Case vecchie,
sporche.
Mi guardo in
giro.
Per terra una rivista
pornografica,
un vecchio con un cappello
grigio,
sputa per
terra.
L’aria è metallica,
industriale,
vecchia,
cupa.
Al mercato vendono anche galline
vive, in gabbia.
Molti autobus, tutti al
capolinea,
come quello della vita, qua
vicino...
il
cimitero.
18.3.1995
CIO’ CHE
VEDI
E’ ciò che non vedi che mette più
paura.
Ciò che
vedi,
fantastico o orrido che
sia,
lo giudichi e lo
scegli.
Ma i sentimenti non li
vedi.
E così
giudichi,
ma non avrai mai la certezza della
tua scelta.
23.5.1995
La musica, lo
sai,
è un’espressione
artistica,
ti tiene la
melodia
del ritmo della
vita.
Un acuto, una pausa, un accordo, un
assolo.
Ma a me piace
l’orchestra.
20.5.1995
HO
VISTO...
...davanti a musicisti
peruviani,
fiori su
maglioni,
decorati su petti di
ragazze,
già a maniche
corte,
che respirano il sole di
primavera;
con sorrisi un po’
abbronzati
e il libro sotto il
braccio
o che esce dalla borsetta
marrone,
mentre aspettano alla fermata del
tram.
23.3.1995
STORIA
Un giorno un monsone arrivò sopra un
vulcano.
Qui viveva un saggio
gufo,
che non gradì la
novità.
Il gufo si trasformò allora in una
strada.
La strada univa il paese di pace al
paese di guerra.
E finché il mondo
visse,
e finché il monsone
soffiò.
E finché il vulcano
tacque...
nessuno attraversò quella
strada.
1.7.1995
SPEZZATA
Perché siete
qui?
Per-dente!
Quanti
siete?
In-sulto!
Di cosa siete
fatti?
Di-scesa!
Siete
sicuri?
Si-gnore!
30.6.1995
IL
TEMPO
Non passano mai i secondi dei minuti
delle ore.
Non passano mai le ore dei giorni
delle settimane.
Non passano mai le settimane dei
mesi degli anni.
Ma gli anni passano,
attimi.
Vita, clessidra di
vanità,
tu sì che
passi
immediata.
23.5.1995
STRANEZZE
Un uomo,
in una gabbia da
uccello,
è convito di poter
fuggire.
Un
uccello,
con una palla al
piede,
non volerà
mai.
3.7.1995
...CON LE MIE
POESIE
“Dalla carrozza
“Ho visto”
“In
viaggio”
“Le mie quattro
stagioni”,
“Il tuo incubo” e “Le cose che
servono”.
“Il tempo” è “L’incubo vero”, è
“L’equilibrio”;
ed io, dal
“Tre
novembre”,
“Mi sento” come “La
musica”.
15.6.1995
MOMENTO
CUPO
Non ho neppure frasi da
scrivere.
Resto da
solo,
ho la coscienza
immobile.
Riesco
appena,
con
bravura,
a distinguere una buona
azione
da una cosa
ignobile.
Scuro
vedo!
Ma
passerà,
è sicuro.
Monotonia,
scoramento.
Diventa quasi
cattiveria,
placabile
soltanto
con il tuo essere
nell’aria.
8.4.1995
DEVO TUTTO A ME STESSO
?
E’ vero!
E non è
vero!
Il tutto è merito degli
altri.
La mia
famiglia.
Il mio modo di
amarti.
Il mio essere
sincero,
con chi ho incrociato
l’occhio
una sola
volta:
come comparsa nella
scena.
9.3.1995
HO FATTO
SPLASH
Ero assorto sulla pagina di un
libro.
Profondo...
La trama, il sentimento, il
personaggio.
Lo
sentivo;
sentivo la brezza che era
scritta
sul mio
viso.
Vedevo il monte e il cielo non
parole,
ma proprio davanti a
me.
...Quando leggi un
libro,
ti ci tuffi come
nell’acqua.
17.3.1995
L’ISPIRAZIONE
Quando affogo nella
fantasia
e nei
pensieri
e scopro di annegare nelle
emozioni,
nei dolori e nei
desideri;
mi viene facile prenderti in
mano
penna.
Mi viene voglia di fare
tutto,
anche se forse
invano.
E scrivo,
e vorrei che tutti
leggessero.
E scrivo di
qualcosa,
su tutti e su
tutto.
E son sicuro che a costo di
trasmettere qualcosa,
potrei perfino scrivere su un
muro.
9.3.1995
IL
CALCIO
Il calcio
giocato,
per me,
è più importante di quello nelle
ossa.
Ricordo il
verde,
il profumo
d’erba,
il rimbalzare della
palla.
I tacchetti sul
cemento.
Ricordo che giocare era una
riscossa.
Ricordo il
sudore,
il movimento
dell’erba
per il soffio del
vento.
5.3.1995
LE MIE QUATTRO
STAGIONI
Corte
giornate,
molto
studio,
poche
risate.
Corpo
stanco,
giacca
leggera,
bibite
fredde.
Belle
ragazze,
pelli
scure,
rondini ed
onde.
Qualche
ricordo,
freddo in
arrivo,
auto in
ritardo.
13.3.1995
Esco!
Me lo
sento.
D’ un tratto, rapidissima,
risalgo.
Vengo dal
profondo,
dal buio.
Risalgo, poco prima di
arrivare,
ti allargo i denti
bianchi.
...Ormai vedo la
luce.
Allontano adesso anche le tue labbra
e
...nasco.
18.3.1995
NON TI METTO ALLE
CORDE
Io ho molto
tempo.
Non sono alle
strette.
Non vado di
fretta
e non affogo nel
buio
di pipe o
sigarette.
So come andrà a
finire.
Ma non ti metto alle
corde.
Devi solo innamorarti di
me
e se
prometti
che alla fine ci
riuscirai,
non ti darò una scadenza
precisa.
1.7.1995
COMPROMESSI
Ok, adesso porto gli
occhiali,
ma nel cuore ho gli stessi
ideali.
Ok, ho i capelli più
corti,
ma vorrei i nostri cuori più
aperti.
Va bene, mi mordo le
unghie
ma se smetto tu basta
fumare.
Lo vedi,
parliamo,
parliamo
e anche questo può essere
amore.
Ok, sono poco più
alto
però ho sempre tutto al mio
posto.
Va bene sono poco
abbronzato
ma cazzo!
A dicembre mi sembra
scontato.
Va bene, ho capito, tu cerchi le
scuse
e poi non gradisci neppure le
spose;
mi dici che hai le tue
cose
non gradendo neanche le
rose.
Con gli occhiali ti vedo un po’
meglio
e i capelli dovranno
allungare.
Per le unghie propongo un
consiglio:
mi baci e mi parli
d’amore.
Più basso, più basso non posso
tornare;
per la pelle potrei andare al
mare.
Ma per quanto riguarda le
scuse,
ho già in mente un milione di
cose.
Va bene, così ti accantono le
scuse
e anche se non gradisci le
spose;
organizzati per le tue
cose
che non spendo più un soldo per
rose,
se non ti
piacciono.
7.6.1995
A CENA
FUORI
Mia madre al
ristorante
in una sera come le
altre;
che è una sera invece
che
come tante no non
è.
Mio padre al
ristorante
in una sera come
tante;
che è una sera invece
che
come tante no non
è.
Mio fratello e la sua
donna
tutti in giacca o con la
gonna,
sera un po’
particolare,
si può anche
respirare.
Ecco che basta qualche soldo in
più
se io sorrido poi stai meglio anche
tu.
Ecco che basta, dico, neanche
molto,
che si è tranquilli lo si legge sul
volto.
Mio padre fa festa al
lavoro
e Mariagrazia accantona lo
studio.
Mio fratello che inizia a
intascare
e la mamma basta col mal di
testa.
Noi al
ristorante
in una sera
normale
che è una sera invece
che
no, normale non
è.
Ecco che basta qualche soldo in
più,
se io sorrido poi stai meglio anche
tu.
Ecco che basta, dico, neanche
molto,
che si è tranquilli lo si legge sul
volto.
SONO UN TIPO
RAZIONALE
Sono un tipo
razionale
e così se vedo
fare
delle cose poco
chiare
poi sto
male
poi sto
male
Quando infatti negli
stadi
non ci sono cori o
reti
vedo invece botte
spari
mani alzate aperte e
sputi
poi sto
male
poi sto
male
Sono un tipo
razionale
io non vado in
discoteca
e così vado a
pescare
ma sto
male
ma sto
male
Si potrebbe poi
provare
a dire grazie e per
piacere
c’è qualcosa che mi
assale
io sto
male
io sto
male
Le elezioni e le
tangenti
magistrati e
prepotenti
sono pronti a farmi
stare
finalmente meno
male
meno male
Un concerto un bacio un
fiore
il profumo del tuo
amore
le carezze e il
genitore
l’acqua che è nel
radiatore
fanno battere il mio
cuore
e poi fanno
migliorare
questa strana
condizione
che faceva starmi
male
starmi
male
starmi
male...
IN
VIAGGIO
Viaggio
lungo
senza meta
viaggio fatto su una nave di
seta.
Abbiamo deciso di andare ad
oriente
abbiamo deciso di parlare alla
gente
che si
sente
veramente
protagonista della sua
coscienza.
Qui
la
meditazione
riesce perfino a dare
un’emozione
qui
con meno
consumismo
potremo parlare un po’ di
comunismo.
Viaggio
lungo
siamo quasi
arrivati
viaggio che porta in posti
impensati.
Abbiamo deciso di attraccare al
porto
abbiamo pensato che il bene fosse
morto
fosso
morto
veramente
invece troviamo ancora
speranza.
Qui
la
popolazione
riesce a vivere con meno
finzione
qui
con meno
consumismo
potremo parlare un po’ di
comunismo.
Viaggio
lungo...............................
.............senza meta
viaggio che porta in posti
lontani
protagonista della coscienza
invece troviamo ancora
speranza.
SFOGO (NON DI GELOSIA) CON FINALE
MODESTO
Vorrei aver progettato il
Colosseo.
Vorrei un
museo,
con i quadri
miei:
Guernica, Colazione
sull’erba
e tutti i miei
capolavori.
Vorrei gli
Oscar:
miglior attore protagonista per
L’attimo fuggente,
miglior regista per Caro
diario
e via
così.
Vorrei vincere festival
canori,
con le canzoni delle donne
mie:
Sara,
Alice,
Samantha.
Vorrei una
Ferrari.
Vorrei il 10 di
Platinì,
e lui in
panchina.
Il Nobel per la
pace;
e vincere a scopa col
Papa;
fumare la pipa di
Pertini;
fare goal a Dino
Zoff.
Suonare come
Hendrix.
Scrivere libri come
Eco
e poesie come
Prevert.
Aver per figli De Niro e
Lavoisier
e per moglie Kim
Basinger.
Vorrei il portafogli di
Paperone
e la fortuna di
Gastone.
Viver tanto, viver
bene,
non conoscere le
pene.
Però mi
pare,
che già Maurizio possa
andare.
20.5.1995
“Il tuo carattere è davvero troppo
piatto!! Prendi un caffè”
“Non ti si può sopportare così, non
stai fermo un minuto! Prendi un calmante!”
Per ogni cosa che
dici
si prescrive una
pillola.
Per ogni cosa che
pensi
viene chiusa una
valvola.
Questo non è un
uomo,
è un pezzo di
latta
che ormai più non
lotta,
e che vive
soltanto
dando un giro di
carica.
La provenienza delle proprie
emozioni??
I fustini dei
detersivi!!
25.7.1995
IO GODO DELLA
VITA
Io godo della
vita,
quando ti
bacio
o quando gioco una
partita.
Io godo della
vita,
quando abbraccio la mia
famiglia
e quando vinco una
battaglia.
Io godo della vita perché son
nato
e anche perché spesso son
sbagliato.
Io godo della vita perché non son
mai solo,
perché i miei amici mi alzano dal
suolo.
Io godo della
vita
e vorrei che tutti lo
facessero.
Io mi disseto col
vivere
e vorrei che tutti lo
capissero.
12.4.1995
NEW
YORK
Chiudete gli
occhi.
Pensate a New
York,
quella dei
film.
Ripresa
dall’alto.
Un mare di
persone,
sono
centinaia...
sono
milioni...
strada e
marciapiede.
E’ il frenetico
quotidiano,
la bolgia, e un rumore
tremendo.
Eppure...
Uno di loro si ferma e urla a
squarciagola:
“Fermatevi”
Le corde vocali
scoppiano.
“Un attimo
d’attenzione!”
Urla ancora di
più.
“Mi sono
innamorato!”
Poi riprende il suo
cammino,
rimette in moto folla e
rumori.
15.5.1995
SENZA
L’ISPIRAZIONE
E quando non avrò più poesie da
scrivere?
Sì, insomma, quando avrò una
donna,
una casa, un
lavoro.
O quando non ci sarà più litigi, né
con i miei,
né con
nessuno.
Beh insomma, quando non avrò più che
dire?
Ah, che
stupido.
Farò come
adesso.
Aspetterò un nodo alla
gola,
un bacio,
una
lacrima,
una
nuvola,
l’erba.
E penserò.
Penserò magari a quando non avrò più
idee.
E così, la mano
scriverà,
col cuore, e poi
chissà.
19.5.1995
L’EQUIVOCO
“Beh! Chi è il regista di questa
commedia?
Di chi è questa
farsa?
La sceneggiatura è pessima, gli
attori ridicoli.
E questa sarebbe produzione
artistica?
Questa sarebbe
creatività?
E’ così che si trasmettono
emozioni?
E poi, tutta questa violenza, questa
drammaticità!
Beh! Chi è il regista di questo
schifo??”
“Mi scusi, Signore, forse c’è un
equivoco...
Questa è la
realtà.
Questo è
l’uomo.
E questo è il
mondo.
Questa è tutta opera sua
Signore...”
23.5.1995
ALLA RICERCA DEL
BENE
Pensate a quanti
siamo.
Volersi tutti bene, come sarebbe
strano.
Gialli, rossi, neri e
bianchi.
Di sopportare non dovremmo mai esser
stanchi.
E invece la tensione è quella che
rovina
e così nasce la
violenza;
che il mondo ormai non può viverne
senza.
Basterebbe chiedere
permesso,
dire per favore, rispondere
grazie.
Esser felici a compleanni e
nozze
e in giorni normali stare più
calmi
e fare meno
corse.
E’ la nevrosi
quotidiana,
l’abitudinario
egoismo,
il ripetersi incessante e
monotono
perfino dei respiri
,
che dobbiamo
reprimere
con la gioia di
vita.
27.5.1995
(FRANCESCA) PER
TE
Sono state loro a farmi
questo.
E io non
riesco...
E’ il mondo così come è
ora
che mi
soffoca
e non mi fa uscire una
parola.
Tante cose, tutte
assieme
...ed ecco che è difficile dir ti
voglio bene.
E così mi blocco davanti a
te,
davanti al tuo
sorriso
a domandarmi se un lui
c’è,
a rovinarmi il
cuore
per non aver riconosciuto più
l’amore.
E così mi blocco davanti al tuo
sguardo
e se sento su di me i tuoi
occhi,
vorrei dirti qualcosa, ma sono un
codardo.
E poi magari tu neppure un attimo mi
pensi
e non t’immagini dov’è che sono già
coi sentimenti.
Invece io già se ti ascolto
tremo
io già se ti guardo
t’amo.
Viso di bambola e capelli
d’oro,
sei tu la mappa d’un
tesoro
che cerco già da un po’ di
tempo.
E finora che ho
trovato?
Altro che oro, metallo
arrugginito.
Se il coraggio mi passasse per le
mani,
tu leggeresti queste righe già
domani.
Invece la mia anima è
tesa
e così
entrambi
viviamo
nell’attesa.
23.5.1995
LE 6.00 E IL VOCABOLARIO AL
CONTRARIO
Zucchero e
vita
terreno
smarrire
salvia
riccio
prossimo
misuratore...
megalite
irrevocato
geometria
fastidio
derivare
conoscibile
chilowattora bisbetico
attrazionale
dizionario.
3.6.1995
IL
CIRCO
Il trucco del pagliaccio se ne va a
fine serata,
il padre col bambino per la
mano
esce sotto una notte
incantata.
Anche le stelle hanno visto lo
spettacolo.
Leoni, majorette e poi quel
musico.
Un mimo a camminar come un
pupazzo,
un lancio voluttuoso nel vuoto dello
spazio.
Attimi di felicità, ricchezza di
gioia.
In quel mondo che poi in fondo ricco
non è.
E quel bambino e la mano di suo
padre
diventano un tutto come quel
mangiafuoco,
con la sua fiamma in gola e con quel
fumo.
Zebre, cavalli ed elefanti, bambini,
risa
e tuffatori in
posa.
Donne cannone, prove di forza e poi
il ritorno a casa.
A raccontare il giorno dopo a
scuola
quest’esperienza
nuova.
27.4.1995
LE
ANTENNE
Le antenne sono
occhi,
sopra i
tetti.
Le tegole oscurate dal cielo di
pioggia,
riflettono appena la cupezza di
questo giorno.
Le antenne sono
occhi,
sopra i
tetti.
E sbirciano nelle case un po’ di
tutti.
La casalinga con i bigodini in
testa;
la madre che aspetta il figlio alla
finestra;
l’aglio appeso sul muro di un
terrazzo;
le note di una vecchia radio di un
ragazzo.
Le antenne sono
lì.
Si muovono dal
vento,
magari cadono ma restano
lì,
a guardare tutto il
movimento
e scoprono l’amante della
casalinga
ed il litigio della madre con il
figlio
e le mosche sopra
l’aglio
e il maglione giallo del
ragazzo.
Le antenne sono
occhi,
alti sopra i
tetti...
e i dettagli li scoprono
tutti.
12.5.1995
L’INCUBO
VERO
Cerco il
silenzio
anche nel
caos.
Freneticamente le ombre di chi mi
passa accanto
scorrono
veloci.
Passi, clacson, urla,
bici;
tram, nuvole, voci su
voci.
Rimbomba tutto nella mia testa
vuota.
Fuggo, passivo a
casa.
E finalmente
silenzio.
Ma sono eterno
scontento.
Infatti la solitudine mi
assale,
non
respiro.
Vedo una lama su di
me.
Vedo le pareti avvicinarsi,
soffocarmi.
Aspetto che arrivi
qualcuno.
Ma non
basterà.
Continuerò a
soffrire.
Vorrei fosse un
incubo,
ma mi
conosco,
è tutto
vero.
Sono
lontano,
troppo
lontano.
Ma anche la vicinanza non sarebbe
una cura.
Vorrei urlare,
vorrei...
E forse starei
meglio.
A volte penso di essere
cattivo,
altre
vigliacco.
Ma penso troppo
e
soffro.
23.5.1995
IL DUCA,
Il duca e la
duchessa
giunsero al
villaggio
mano nella
mano
per il primo
maggio.
Entrarono a
palazzo
andarono al
balcone
presero a
parlare
a milioni di
persone.
La gente era
tanta
era più che una
folla
la gente era
stufa
di mangiare la
foglia.
Ci furono
spinte
poi qualche
schiamazzo
e tra gli
striscioni
successe lo
strazio.
Una pistola brillando dal
sole
mirò alla duchessa colpendola al
cuore
la mano ritrasse il metallo
dell’arma
tamburi e fischi divennero
arpa.
La folla si
apriva
il duca
piangeva
il sangue colava dalla donna
colpita
il regno in pericolo c’era da
tempo
ma tutti seduti aspettavan
l’evento.
Era questa la causa di quella
pistola
lavoro, l’amore, l’assenza di
gioia
era questa la causa di quella
pistola
la casa la scuola e perfino la
naia.
I rivoltosi ad un certo
momento
bruciarono le armi aiutati da un
vento
che girava le pagine di questa
storia
raccontata da nonne a nipoti
cresciuti
che la duchessa quel giorno era
morta
arrivata al villaggio colpita da un
raggio
che dopo colse perfino il
marito
che dopo colse l’assassino
pentito.
Da allora vi
giuro
sembrerà
strano
ma quel
villaggio
senza più alcun
sovrano
trovò il coraggio, il frumento e il
foraggio
per ricordare che il primo
maggio
la libertà cessò di esser
miraggio.
La dieta fa
male
se mangi stai
male
diventi un
maiale
eppure ti giuro la dieta fa
male.
Si ingrassa perfino solo a
respirare
una voce ti dice non devi
ingrassare
ormai tutto fa
male
ormai tutto è
integrale
il cracker la fanta il biscotto
integrale
lo yogurt la coca la delta
integrale
la pasta la vista la posta
integrale
perfino l’amore diviene
integrale
che palle
che palle
la dieta fa
male
ti voglio vedere tornare a
mangiare.
Ma la donna se è grassa si vede e
sta male
nei sogni proibiti lasagne e
caviale
i sogni proibiti minestre e
maiale
i sogni proibiti buon vino e
cinghiale.
Ma il sogno è
letale
mangiare è
fatale
la donna diviene una donna
integrale
ma è tutto
normale.
LE COSE CHE
SERVONO
Per prendere i soldi ci vuole la
banca
perché con i soldi ti riempi la
pancia.
La pancia se è piena ti fa crescere
sano
e poi ti sposi una donna e il suo
seno.
Le compri la bici, presenti gli
amici,
le apri i cassetti dei sogni
proibiti.
Per fare la spesa vai al
supermercato
con l’elicottero appena
comprato.
Servono tutte le cose che ho
detto,
avere una donna, la banca ed un
letto.
Sono anche altre le cose da
avere,
la macedonia e un bel po’ di
sapere.
Servono i libri, gli stadi ed i
figli,
vocabolari concerti e
sbadigli,
cene tra amici e con
genitori,
dosi di sesso di gioie e
dolori;
favole belle favole
brutte,
grandi palazzi e poi
palafitte.
Servono tutte le cose che ho
detto,
per vivere bene e non dico
perfetto;
serve il consiglio, la pizza e la
gloria;
il corpo, la mente, il mare, la
storia,
serve la giacca, la terra ed il
gioco,
serve fiducia per il giorno
dopo.
20.5.19995
METTI
Su dai metti la
freccia
su dai tu
sorpassa
su dai metti la
freccia
su dai tu
sorpassa
su dai fieno in
cascina
vento in poppa e sposa
vicina
su dai canta e
studia
tu dai suona e
spera
su dai metti la
freccia
su dai tu
sorpassa
su dai segui
consigli
su dai non fare
sbadigli
su dai segui la
voce
guarda e vai avanti
veloce
su dai metti la
freccia
su dai tu
sorpassa
tu non stare
nell’ombra
tu dai sali
sull’onda
su dai sali più in
alto
tu stai pronto ad un
salto
su dai metti la
freccia
tu tu dai
sorpassa.
11.5.1995
IL
LICEO
Avanzavamo
ipotesi
con ingiuriosi
epiteti
se professori
stupidi
fossero
democratici.
E ci veniva
sete
all’interrogazione
se ci chiedevan
Goethe
o la
rivoluzione.
Organizzar dibattiti su droga o su
politici
parlar della
domenica
e della teoria
socratica.
Qualche anno dopo il ricordo è più
bello
il tuo primo bacio un buon voto il
bidello.
Qualche anno dopo qualcosa ti
resta
la merenda il parcheggio la nostra
palestra.
Ed eravamo
ludici
sopra quei banchi
sudici
avanzavamo
diagnosi
per i nostri
foruncoli.
Ci davan
volantini
in squallidi
giardini
con muri
colorati
da scioperanti
organizzati.
Attendevamo
giugno
per essere più
liberi
imitavamo
Bugno
su percorsi
ciclabili.
Qualche anno dopo il ricordo è
rimasto
della bella ragazza seduta in quel
posto.
Qualche anno dopo il ricordo è più
bello
il tuo primo bacio un bel voto il
bidello.
Qualche anno dopo il ricordo
riaffiora
per le gambe che avevi già dalla
prima ora.
Qualche anno dopo va avanti la
vita
ma ricordo bene quell’ultima
gita.
Qualche anno dopo qualcosa ti
resta
le nostre storie e la nostra
palestra.
MARTA
Marta in
solitudine
è ad una
latitudine
troppo
diversa
diversa dalla
mia.
Marta e la sua
fede
Marta parla con suo
padre
Marta
Marta
Marta non è più
mia.
Marta esce di
casa
Marta
Marta esce di
testa
Marta dice
basta
Marta fugge
via.
Marta a far la
spesa
Marta esce di
casa
Marta è la sua
vita
Marta non è più
mia.
IL PASSATO
PRESENTE
Cielo di tempera
azzurra,
su una tela
sporca;
azzurro come il
mare
in tempesta, in
rivolta.
Verde di
prato,
profumo di
magnolia,
dove studiavamo pagine di
storia.
Macchie di colori nella mia
memoria.
Ecco il quadro che ho di
noi.
Quadro come in una
mostra,
visitata
assiem,
mano nella
mano.
Visitata tempo fa, tempo troppo
lontano.
Passato per me e per te forse in
modo diverso.
Passato nel dolore, nel giorno che
ti ho perso.
Passato nel timore, nel giorno che
mi hai perso.
Dolore e timore che forse erano poi
curiosità,
o meglio
convinzione;
che chissà quando, un
giorno,
avremmo sentito ancora
un’attrazione;
che chissà quando, forse tra poco,
avremmo sentito insieme un’emozione.
27.2.1995
LISA
Lisa va
è nata
libera
aquila.
Lisa va
nasce
libera
e incontra
difficoltà
Marco
aiutala
La strada
è dura
affrontiamola.
Lisa va
sente che
conosciamoci
sei con
lei
chiederà
dimmi tu chi
sei
parlerà
e saprà
forse tra noi
due.
Chi sarai
è con te
volerà
torna
libera
verso il
blu
lei vivrà
con la
dignità
vibrerà
libera
vincerà
perché sei con
lei.
Vivrete
liberi
per
l’eternità.
18.11.1995
ECO DAL MIO
MONDO
PER
LORO
Putti tenevano il sole in una
culla,
e lo portavano a spasso per
l’universo.
Loro sentivano l’eco del mio
mondo.
E anche qualcun altro se ne
accorse,
e rubò il sole per
loro,
perché il loro mondo avesse ancora
più luce.
20.10.1997
QUALE E
PERCHE’
Quale è la tua
peculiarità?
Suonare un flauto in una valle
nebbiosa,
per ipnotizzarmi con il tuo
sguardo?
Il tuo sguardo
smeraldino,
come l’acqua della tua
terra?
Perché parli con
me?
Perché
profumi?
Cosa vuoi,
cosa volete da
me?
16.10.1997
UN’ALTRA
CASA
E’ un’altra
casa,
un altro paesaggio dalla
finestra.
Nuove scale, nuovi muri, nuove
chiavi.
E’ un’altra
cosa.
Aspetto
voi,
aspetto
te.
E’ un’altra
casa.
E mi aspetto di essere sempre lo
stesso,
e sempre
diverso.
La città è la
stessa
e sempre
diversa.
5.10.1997
EBBENE...
...Io lo
so.
E ho
paura.
Sì.
Lo so che alla fine un uomo può
anche impazzire.
Io lo so!!
9.10.1997
DOMENICA
D’OTTOBRE
C’era una nuvola a un palmo appena
sopra di noi.
C’era la nebbia che ci
circondava,
e un vento umido che entrava negli
occhi.
E nel
bosco...
Solo la voce del
vento,
col quale anche senza
parlare,
andavo
d’accordo.
E poi la
torre,
il monte,
il verde,
loro ed
io,
a far compagnia alla mia solitudine
interna.
13.10.1997
SETE
Ho sete di quel
coraggio
che mi servirebbe per mandarvi tutti
affanculo.
Ancora mi ronzate
intorno,
ma siete solo
vagoni,
neppure vetture
locomotrici,
solo vagoni di un treno che per me è
soppresso.
Anzi, forse non è mai
esistito,
e non ha mai fatto nessun
viaggio.
14.10.1997
FACCE DI
MEDAGLIE
Ci sono echi di malinconia che
condizionano il mondo.
Ma ci sono
contatti.
Si è soli e fermi come di fronte al
proprio ritratto.
Ma si è uniti dallo stesso nettare
della vita che succhieremo.
Ci sono elemosine e colori
sbiaditi.
Ma anche crepuscoli
struggenti
Per cuori gioiosi come i
nostri.
24.10.1997
CONTADINO
DELL’ANIMA
Coltivava la
libertà.
Annaffiava di gioia e
calore,
di colore e di
luce.
E nascevano piante
alte,
forti,
verdi,
con frutti dolcissimi come il viso
di un bambino.
E fiori profumatissimi come le
parole che amo sentirmi dire.
23.10.1997
VISIONARIA
Perché il Pierrot ridesse a
crepapelle
e Arlecchino fosse steso immobile
dopo il suo suicidio,
io non lo capii
mai.
L’uccello nuotava
nell’acqua
E un delfino sfrecciava triste tra
le nuvole.
Continuavo a non
capire.
Ogni volta che il camaleonte si
fermava sulla tua mano,
spariva nel...
niente.
Questo lo capivo
bene.
25.10.1997
LINGUAGGI
MULTIPLI
E’ il desiderio in un
harem.
Dolcezza con
impeto.
Martirio e
guadagno.
Vento sbadato guidato da nuvole
sicure.
Bisturi che apre una
parentesi,
indelebile come una
cicatrice,
nella mia
vita.
Una dea che a seno scoperto mi
insegna la vita.
Sine qua non t’innamori di
me,
I try to aspettarti,
chery.
28.10.1997
MI PIACE, MI SORPRENDE, NON MI
SORPRENDE
Mi piace che tu mi chieda di leggere
le mie più recenti poesie.
Mi piace questo tuo strano tipo di
curiosità.
Mi piace che ti avvicini
abbastanza
da avere negli occhi il fumo di una
delle tue sigarette.
Mi piace avere a portata di carezza
il tuo viso,
con i tuoi occhi da piccolo dolce
animaletto,
e col tuo sorriso sospeso tra il
malizioso e il divertito.
Mi piace vederti bambina, col tuo
pigiama, appena svegliata.
Mi piace starti ad ascoltare e mi
piace parlarti.
Mi sorprende che tu ti comporti come
io vorrei tu ti comportassi.
Non mi sorprende scoprire che sto
scrivendo di te.
23.10.1997
SVEGLIARMI
Non so se sei stata più tenera nel
tuo svegliarmi
O nel lasciarmi per andare a
dormire.
E’ stato un bacio morbido, saporito,
gustoso.
E’ stata una carezza lieve, fresca,
dolce
Come il tuo
sorriso.
Attendo altri risvegli, altri baci,
altre carezze.
26.10.1997
ASPETTATIVE E
REALTA’
Essere dolce e avere il
contrario.
Volere luce e trovare
buio.
Odorare profumo e scoprirlo
puzzo.
Disegnare un cerchio e notarne gli
angoli.
Comprare melassa e assaggiare
limone.
Aspettare carezze e ricevere
schiaffi.
Amare la brezza e trovarsi in una
tempesta.
7.11.1997
CONSAPEVOLEZZA
Ultimamente non sono
spontaneo.
Non è neppure un brutto
periodo,
ma c’è qualcosa di
strano.
Ultimamente non capisco se non sono
spontaneo
O se lo sono
tanto
Da scoprirmi diverso da come tutti
pensano che io sia.
Un po’
superficiale,
quasi
immaturo.
Pure un po’ incoerente, cattivo ed
egoista.
Forse è un passaggio
obbligato.
Forse è a suo modo anche
progresso,
visto che l’importante è la
consapevolezza.
9.11.1997
RIECCOCI
E rieccoci
qui.
Studio poco, leggo male, scrivo a
stento.
Ma per la prima
volta
Il periodo non è fantastico o
drammatico.
E’ per questo che sono
confuso.
Eppure mi dicono che mi vedono
bene.
Ed è anche
vero.
Forse più
spensierato,
quasi più attento al
superfluo,
ma sempre con l’obiettivo
dell’indispensabile.
14.11.1997
La luna si sta
sciogliendo
E candide lacrime che sembrano di
neve
Inebriano il tuo
viso.
Ma non si
sciolgono,
perché sei fredda più della
neve,
colpita dal frastuono uditivo,
visivo e mentale
provocato dal tuo oceano
interno,
nel quale io però non
naufrago
e dal quale non posso o voglio
liberarti.
15.11.1997
PROTESTO
Io sono come mi
presento.
E voi tutti
affascinati,
che mi amate o mi
odiate,
senza vie di
mezzo.
Però quando
grido,
o grido
aiuto...
tutti
impegnati.
Però quando gridate
voi,
per i vostri
piaceri,
gli atteggiamenti diventano
doveri.
Ma quando
mai?!
Io li ho sempre risolti da solo i
guai,
anche se da solo me li ero cercati e
creati.
Aprite gli
occhi,
altrimenti per
voi
io rimarrò
egocentrico,
ma voi rimarrete schiacciati dalla
vostra stessa pochezza.
18.11.1997
RAMI
Come un ramo in un
mare,
che per le onde si
avvicina
e allontana dalla
riva.
Ed io già da
tempo
A cercare altri
rami,
sempre più
lontani.
E a dire che il tuo ramo era
affondato.
E invece è l’unico ad essere ancora
lì,
pronto ad aspettare
un’onda
che lo porti
altissimo.
Ti chiedo scusa, chiedimi
scusa.
E cerchiamo di creare un vento
tale
Da far arrivare quell’onda
altissima.
17.11.1997
UOVO
L’uovo stava per
cadere.
Tutti pensavano che il
pulcino
Potesse rimanere
ucciso.
Si tuffarono in molti per
salvarlo,
ma nessuno riuscì a
prenderlo.
L’uovo si frantumò sul
pavimento.
Ma ne uscirono tuorlo ed
albume,
marci.
E un forte orribile disgustoso
odore.
30.11.1997
UN
VASO
C’era un vaso di fiori sul
davanzale.
La vecchia signora da anni lo
annaffiava,
alle otto in punto, appena fatta
colazione,
ogni mercoledì ed ogni
domenica.
La vecchia viveva
sola.
Apriva le verdi persiane sul mondo e
annaffiava.
Quel mercoledì le verdi persiane
rimasero chiuse.
E anche il giovedì e il venerdì
e...
Qualche tempo dopo morirono i
fiori.
Morirono anche i
fiori.
29.11.1997
ARCOBALENO
Oggi guardavo fuori dalla mia
stanza.
Pioveva ed era una pioggia che
poteva mettere tristezza.
Ma dietro ad una piccola cupola
lontana,
tra le nuvole ed i tetti di
Roma,
è nato un
arcobaleno.
E allora è bastato solo immaginare
di attraversarlo con te,
e la pioggia non ha messo
tristezza.
3.11.1997
1
Vorrei tuffarmi nelle tue vene e
nuotare nel tuo sangue,
fino a raggiungerti il
cuore
per scoprire la tua reale
essenza
e poi sfiorarti le labbra
che
certo saranno nate dall’incontro di
gocce di rugiada
con i petali più rossi, carnosi e
provocanti di una rosa rossa.
5.12.1997
2
Se soffi piano in cielo potrai
spostare le nubi.
Poi se mi tieni per mano e spicchi
il volo
Ci saremo noi al posto delle
nuvole.
Ci insegneremo a nuotare nel monsone
delle emozioni,
nelle tempeste di baci, senza
affondare.
I baci salderanno le nostre
labbra,
le carezze salderanno le nostre
mani,
le parole salderanno i nostri
cuori.
Non esisterà più io o
tu,
ma solo un invincibile noi, che
vivrà nel mondo.
16.12.1997
3
Ti farò salire sul palmo delle mie
mani,
le chiuderò per proteggerti da
qualsiasi cosa,
tu che sei preziosa. Poi ti porterò
nel rifugio
più bello dell’universo e ti
bacerò
la fronte, il naso, le
labbra.
Ti accarezzerò le guance, i seni, i
glutei
E i fianchi. La mia
mano
Percorrerà le tue
cosce
Come fossero una strada in
pianura,
in mezzo a fiori, verde e
profumi.
La strada che mano nella
mano
Possiamo iniziare a
scoprire.
17.12.1997
****
Come adoro
stupirvi!
Chiamandovi dopo
secoli
E facendo finta di
niente.
Rispondendo alle vostre
lettere
Come fossi il vostro
amante.
Facendo il galantuomo con chi mi
crede cafone
E cospargendo i miei cattivi odori
davanti a nobili infracchettati.
Come
adoro...
il
temerario,
il misterioso, il lugubre, la
passione.
Il cielo è sempre
uguale
Ma lo vedo sempre
diverso,
con bianchi destrieri al galoppo
sulle nubi.
19.12.1997
Come i
ciechi
Devo affidarmi più ai miei altri
sensi,
e tralasciare la
vista,
perché il bello è
dannato,
l’apparenza
inganna
e l’estetica è crudelmente
asentimentale.
Noto che c’è un
qualcosa
Che fa risplendere la
luna
Come i pensieri in un
pozzo.
E la luna è complice in
fondo
Col suo ubriacarmi di
miele,
radiosa come un
bimbo
che in una domenica di
primavera
gusta il suo cono
gelato.
Così si entra nella vita delle
persone,
grazie allo stesso
vento
che in autunno trascina le
foglie,
morte,
rossicce da uno scenario
all’altro.
Dicembre
1997
SCILLA
Piove. C’è un vento
gelido,
ma non fa
freddo.
C’è
e il mare
mosso.
A destra c’è una roccia alta,
potente,
con un convento
forse.
E il mare
mosso.
Come i nostri
cuori
Passionalmente in
tempesta.
Quanti passi di lontananza ci
dividono!!
Ma sei qui vicino a
me,
stringimi sotto questa
pioggia.
C’è mare
mosso
29.12.1997
La nave manovra
nell’acqua,
nell’aria
salmastrosa.
Così come io farei manovra fra i
tuoi pensieri.
Ecco, adesso procede verso il
tramonto,
come per
speronarlo,
come vorrei che assieme speronassimo
le nostre situazioni avverse.
Le nuvole tentano di nascondere la
luna.
Che
sciocche!
Non c’è niente da
fare,
la sua luce si rispecchia nell’acqua
sulla quale navighiamo,
la stessa sulla quale si
rispecchiano le mille luci dei lampioni
della grande
isola.
29.12.1997
SALOTTI
Quei salotti un po’
barocchi
Con
tappeti,
carte da parati, mobili antichi,
scuri.
E magari un pianoforte
marrone,
sotto un vecchio
ritratto
di un’altrettanta vecchia
zia.
Mi piacerebbe averne
uno,
magari fra non
molto
e mi piacerebbe stare in
poltrona
a vederti sentire
suonare,
facendomi penetrare la
vita
dai tuoi soffi di
essere.
30.12.1997
MAGAZZINI
Ci sono
magazzini
ricchi di scatole di malinconia e
vendetta,
ben
custodite.
Ricchi di dolore e
pianto.
Ben
chiusi.
I magazzinieri, vestiti in
nero,
imballano e
spediscono.
E infatti c’è qualcuno che scarta
gioioso...
Ma deluso
Scopre
sofferenze.
22.12.1997
CONTADINO
Il contadino raccoglieva le
olive.
Il cacciatore aveva il fucile
carico.
La vecchia era ricurva sul
campo,
a mietere il
grano.
E il grano era giallo
oro.
Le olive verdi e
succose.
Il fucile smanioso di
esplodere.
La scena era
serena.
La scena era una parte di
me.
28.12.1997
I NOSTRI
MESI
Calda come il profumo del
pane,
da un
fornaio.
Gennaio,
Febbraio.
Tu folle, io
pazzo.
Marzo.
Baci, l’odore di un
fienile.
Aprile.
Noi, non è un
miraggio.
Maggio.
Carezze, è più di un
sogno.
Giugno.
Parole bisbigliate, il mondo è
nostro.
Luglio,
Agosto.
Noi, abbracciati sopra un prato
verde.
Settembre.
Risa. Mai un
dolore.
Ottobre.
Condividerci, solo luce, mai
ombre.
Novembre,
Dicembre.
1.1.1998
ALBALAVICA
Sarò
monotono,
sarò
ripetitivo.
Ma tu eri lì con
me,
io lo
sentivo.
C’era un alba che lottava con le
nuvole,
per avere la
meglio.
C’era la neve, rosseggiante per il
primo sole.
E c’era il fumo del
vulcano.
E tu, eterea, lì con me, nella mia
mano.
Come
nell’Eden,
come
nell’Agorà.
Noi, al centro dei nostri stessi
pensieri,
al centro
dell’alba,
al centro di noi, della vita, del
mondo.
1.1.1998
LEGGI
So che sei lì che
leggi.
Avverto quasi un’impalpabile
sublimazione.
Ho incontrato molte
persone
Con un armatura di
pianto.
Non mi sembri
così.
E sei lì che
leggi.
Vorrei abbracciarti su una distesa
di neve,
e vederla
sciogliere.
Come per un
cataclisma,
un
miracolo,
un’alchimia,
un
prodigio.
Mi piace averti
vicina.
19.1.1998
SMANIOSO
Già hai notato la mia
organizzazione.
La mia
vitalità.
E’ perché sono
smanioso.
Di capire, di crescere e
condividere.
Sembra tu mi
capisca,
sembra ti
piaccia.
Pare tu mi
stupisca,
in questa nostra fase di
studio.
21.1.1998
A BERE
Il disonore della stirpe era
ospite...
Della biga di
Zeus.
E io seduto su uno sgabello a
sfogliare un’agenda.
Ore 22.00 -
appuntamento
Ore 23.00 - cambiare
destino
E poi noi, a
bere.
E io che vorrei bere di
te,
in una coppa
d’oro.
Come sidro
magico,
futura essenza
vitale.
Per la semplicità di avere occhi
lucenti,
e un sorriso
bambino.
11.1.1998
TUTTI ALMENO UNA
VOLTA
Penso che
tutti,
almeno una volta nella
vita,
dovrebbero scrivere una
poesia
per chi
amano.
E regalare una
rosa.
Credo che
tutti,
almeno una volta nella
vita,
dovrebbero ricevere una
rosa,
e una poesia da chi
amano.
Tutti, almeno una volta nella
vita.
13.1.1998
CERCO
Stavo cercando qualcuno da far
salire sul palmo delle mie mani.
E chiuderle, a
protezione.
Stavo cercando movimenti da
cigno,
profumi da immaginare tra pelle e
maglione.
Sto cercando parole o silenzi da
offrire.
Cerco e aspiro alla sintonizzazione
dei respiri e dei battiti del cuore.
Cerco e ci
sei.
Cerco e spero di essere in ciò che
tocchi, vedi, senti, pensi, respiri.
Cerco nuovi angoli da
esplorare.
Cerco e c’è da scoprire il
trovato.
Cerco di
scoprirti,
è per questo che ti offro pezzi di
me
e che voglio pezzi di
te.
20.1.1998
SOFFIEREI
SCALEREI
Soffierei in cielo per far tornare
il sereno,
per nuotare nel
limpido,
per nuotare nelle tue vene per
capire l’essere tuo,
arrivando fino al
cuore.
Mi riparerò in te come fossi l’unico
rifugio sotto la pioggia.
E ti scalerei come fossi la vetta
più alta e importante
Per il mio essere
alpinista.
18.1.1998
AUGURI
Auguri
mamma.
Sto proprio
bene.
So che dirtelo e fartelo
sapere
è il regalo più bello che posso
farti.
So anche che è un
controsenso,
perché preferiresti avermi
lì.
Ma le lontananze contano
poco.
E poi forse è bene abituarsi alle
lontananze.
Speriamo che i regali più belli
siano proprio i nostri stare bene.
E speriamo non siano solo regali di
compleanno ma di ogni giorno.
Non è neppure delle più belle questa
poesia,
però
auguri.
18.1.1998
POLIGAMIA
Non voglio più
poligamia,
platonica o fisica che
sia.
Voglio una conchiglia
marina.
Voglio non capire più che le
delusioni cuociono la pelle,
a fuoco lento, mentre tu che ardi di
vita,
smanioso,
cuoci a fuoco
lento.
Vorrei non succedesse
più,
per me,
per voi,
perché magari ci sei
tu.
10.1.1998
GIOVEDI
SERA
Innumerevoli sono le ore che
passerei così.
Tra una tenera carezza, una tempesta
di baci,
un cespuglio di mani
esploratrici.
E sentire le nostre labbra
teneramente avide,
e le nostre vene spontaneamente
magmatiche.
E sospiri e tremiti e gemiti e sogni
e sorrisi,
dei tuoi più
brillanti.
Così abbracciati come due nuvole,
come due amanti.
30.1.1998
EMOZIONE
SENSAZIONE
Definisci
un’emozione.
Cos’è un colore, un
profumo?
Qualcosa da toccare per scoprire se
è freddo o bollente?
Un sapore dolce amaro sulla punta
rosea della lingua?
Cos’è una
sensazione?
Chiudere gli occhi e immaginare
qualcosa di già sperimentato?
Un paesaggio, un sorriso o qualcosa
di inventato?
Che cosa sono, che vuol dire
emozione e sensazione?
Forse scrivere. E scrivere di te.
Pensare a quando dici noi.
Parlarti.
Baciarsi.
Vivere. Emozione.
Sensazione.
1.2.1998
FILARI
Quanti filari di nuvole che ci
dividono?!
Eppure sei qui come fossi edera sul
muro della mia anima.
Come ombra di vaso sul tavolo del
mio cuore.
La melodia delle tue parole, il tuo
suono e ritmo e tono.
Lo sento.
Ho presente il nostro mimetizzarsi
l’un l’altro con un abbraccio.
31.1.1998
SEDILE
SPORCO
Mi allontano ancora di
più.
Sul sedile marrone e sporco di
questo treno.
Eppure scrivendo di te e leggendo il
tuo libro ti sento vicina.
E persino questo scompartimento pare
più accogliente.
E persino questi cinque sconosciuti
sembrano meno scorbutici.
Intanto mi
allontano.
Ma stasera ci
sentiamo.
E non vedo
l’ora.
6.2.1998
VENTUNOUNO
Hai sguardo dolce e
sincero.
E intelligente,
vispo.
E navighi nei miei
versi
Perché ti offro di scoprire i miei
mondi diversi.
Avrai letto e colto presenze di
posti
uomini
donne
diversi.
Ma il mio scrivere già lo
sai
è quotidiano e puro, come
me.
Che oggi sono così grazie a quel
vivere.
E oggi nel mio scrivere
quotidiano
Ci sono le tue mani che scorrono
questi fogli
E i tuoi occhi brillanti che
scorrono questi versi.
21.1.1998
SI AVVICINA
LENTO
C’erano dei melograni che erano nati
vicino alla necropoli.
La supplica del temerario sembrava
gonfiare le vele di navi mai costruite.
E il popolo, aspettando nuovi
decreti e combattendo l’ipocrisia
Si avvicina lento alla sua stessa
fine.
25.1.1998
27 1
98
Sembrava fossimo impegnati a
progettare
Qualcosa di
meraviglioso,
con le nostre mani e le nostre
labbra serrate.
Sembrava possibile condividere
momenti, pianti, risate.
Sembrava non arrivare mai questo
momento,
ma già lo aspettavo da
tanto.
Aspettavo con curiosità la
possibilità di gustarci.
Mi piace quando sei assorta e dici
di pensare a noi.
Ci voglio bene, ed è troppo facile
volerti bene.
27.1.1998
PATHOESIA
Ero al “Re di Puglia” quella sera.
Un locale buio, aspro. Volevo abbordare quella sudata cameriera sulla trentina
in modo originale. Tipo... “Senta signorina, mi prenderà per un dialettico ma
che mi risponde se le dico asintotico?” L’idea mi passò appena vidi tre
ragazzacci sfottere un senegalese che era appena entrato con i suoi accendini
dalle forme assurde. Avevo visto “Leon” quella sera al cinema e avevo incontrato
un vecchio amico tornato da Arles. Ma non era serata di conversazione. “Goal”.
C’era l’Italia e la voce di Pizzul annunciò il vantaggio. “Ma l’Italia preme
ancora...”. La cameriera era al tavolo vicino. Incisi una esse sul tavolo di
legno con una moneta da cinquanta. “Oserò mai nella mia vita? Non stasera, sono
troppo molle”. Avevo pagato appena la cameriera mi aveva portato la mia “Leffe”.
Per cui mi avviai verso la porta con su scritto exit.
6.2.1998
VOCE AI
PENSIERI
Voglio che le persone che mi sono
vicine
diano voce ai miei
pensieri,
volti ai miei
personaggi,
personaggi a voci e
emozioni.
E a tutti occhi per
vedere
meravigliosi
scenari.
Vedo che qualcuno ci
riesce.
Chi mi
generò,
chi fu generato come
me.
Un vecchio amico col quale a
cena
scopro di aver già vissuto quindici
anni.
Qualche
libro,
un paio di
canzoni.
I tuoi occhi grandi, pronti per
nuove emozioni.
17.2.1998
VACILLA
Vacilla,
dopo un colpo dato per
sbaglio,
l’antico monile della
nonna,
posto al sicuro su quel mobile di
legno.
Fa una specie di movimento a
trottola, vacilla.
Giusto il tempo di assaporare
insieme l’aria del mattino,
al ritmo di una sedia a
dondolo,
accanto alla
finestra,
dalla quale si scorge una baita in
alto sul monte.
Vacilla, sembra che
cada.
Poi si ferma pian
piano.
Un attimo di paura lungo una
vita.
Ma adesso è
passato.
14.2.1998
STAREI
SECOLI
Starei secoli a leggerti
libri
e ad accarezzarti
assonnata.
E a baciarti confusa e forse
impaurita
ma dolce e inconsapevolmente
provocante.
A volte smaniosa altre
sgusciante.
Starei secoli abbracciato
così,
tutti e due quasi
ubriachi,
felicemente
frastornati.
15.2.1998
NOTTE
Vicini. Come le cime degli
alberi,
dei pini. Quando il vento li
muove.
Respiri, baci ed emozioni
nuove.
Il buio che ci circonda, i nostri
odori.
Carezze e buio e paura dei
dolori.
Paura che frena, ma non
abbastanza
il corso degli
eventi,
perché non si combatte contro i
sentimenti.
19.2.1998
BARBONE
Calzini
bucati.
Col ditone che
esce.
Eppure il suo bambino
cresce.
Magari sporco di
vestito,
ma candido
d’animo.
Perché anche il barbone ha forte
l’orgoglio.
Anche se è un cartone il suo
giaciglio.
18.2.1998
A CIEL
SERENO
Fine.
Fulmine a ciel
sereno.
Precisa, mi hai colpito in
pieno.
E infatti il
cielo,
ironia della
sorte,
è grigio.
Ora sto
male.
Anche se lo nascondo molto meglio di
altre volte.
Sto male
e sto a
pensare.
Se e quando
passerà,
se con te o con un’altra
storia.
Chi lo sa.
Migliore o
peggiore.
Chi lo sa.
Se ora, domani o tra due
settimane.
So che sarà
dura
e che per ora è solo il pianto
interno che rimane.
22.2.1998
QUALCHE
GIORNO
Qualche giorno di punti
interrogativi.
Di vuoto, di
grigio.
Ma
stavolta
Lo sapevo che era
passeggero.
Che non poteva essere
vero.
Quale
interrogativo?!
Lo sapevo, ci credevo, lo
sentivo.
Infatti è
così.
E infatti sei già
qui.
28.2.1998
SONO
COSI’
Io sono
così.
Piango,
tremo,
sospiro,
ricordo.
Mi
emoziono.
Niente di
più.
Vivo.
1.3.1998
E’ un percorso chiaro, pulito,
maturo.
Ma in
salita.
Tu balzi da un sasso
all’altro,
ma solo su sassi sporgenti e
sicuri.
E sempre attento a non stravolgere i
confini
Dei sassi vicini, che anche se
forti
Non sopportano il peso del tuo
passaggio.
E sempre attento a non
disturbare.
Prima il balzo è
lento,
poi
veloce,
prima
azzardato,
poi
studiato.
E risali il
ruscello.
A volte
solo.
Lo risali pian
piano.
A volte si è in
due,
mano nella
mano.
Altre ancora si è in
gruppo,
ma... un attimo solo e sei solo a
balzare.
Attento a evitare
dolori,
e a non
calpestare,
rompendoli,
i cuori.
4.3.1998
RIFUGI
Sono notti di sereni
cieli,
di sonni
puri,
di sogni
caldi.
E sono mattinate di
parole
E pomeriggi di
letture.
Pomeriggi di letture, gioco,
abbracci e baci.
Sono ore per
conoscersi,
sempre di
più,
sono momenti per
apprezzarci,
sono attimi in
cui
porre i primi
mattoni,
le
fondamenta,
per eterei e concreti eterni
rifugi.
Però troppi
ma,
troppi
sotterfugi...
9.3.1998
INTERROGATIVO
Non è un mondo solo di
novelle,
di leggende indiane, storie
zen,
troppo
lontane.
Non è un
mondo-clone,
né un luogo dove si svolge il
sacrificio al dio-albero.
Però è troppo indeciso e
confuso.
Mentre io vorrei certezze di non
errori,
di persone e
luoghi,
umori e
amori.
O certezze...
generiche.
Invece,
tutto è
interrogativo...
meno l’ultimo
respiro.
18.3.1998
PIU’ TRASCORRONO I
GIORNI
Più trascorrono i
giorni
E più cresce il mio ti voglio
bene.
E più cresce il mio ti
voglio.
Il desiderio di essere
esplorato
E di toccarti per scoprirti un po’
di più.
La voglia di scoprirmi
arreso,
nelle tue mani e di scoprirti
altrettanto nelle mie.
E di vedere più gioia e
serenità,
meno manie meno
malinconie.
Diversi abbracci, sempre
emozionanti.
E baci avidamente golosi, quasi
conturbanti.
Da dare alla tua figura sensuale,
profumata,
al tuo profilo interessante,
dolce,
ai tuoi solari
sorrisi.
Più trascorrono i giorni e più
dico
Parole non ancora
dette
E ascolto parole solo
pensate.
Però
Vorrei vedere le nostre anime molto
più serrate...
6.3.1998
RISVEGLI
Risvegliarsi con una bella giornata
di sole.
E l’aria fredda che ti sveglia la
pelle, e ti entra nei polmoni.
Risvegliarsi accanto a te, con le
tue mani da scaldare,
e scoprire questa scena da
gustare.
Risvegliarsi e invece trovare brutto
tempo,
per poi capire che le nuvole
soffiate dal tuo vento,
non riescono a coprire il
sentimento.
Risvegliarsi
abbracciati,
e parlare dei fiori sopra i
prati,
di manie di mie
poesie,
baciarsi e parlare di
noi,
di arte di musica, di ciò che
vuoi.
Risvegliarsi per sentire sul
pigiama,
il profumo della persona che si
ama.
Risvegliarsi e
invece...
11.3.1998
COLPE?
Forse ho delle
colpe.
Ma
scusate.
Anche io sono
confuso.
Scusa a
te.
Ma a te, invece, sappi che vorrei
sentire
La freschezza del tuo corpo sul
mio.
Vorrei che tu fossi una nuvola di
miele,
per nuotare dentro di
te.
Che tu fossi un’insenatura di
costa,
da far esplorare alla mia anima di
avventuriero.
22.3.1998
SENTIRTI
DIRE
Non avevo mai
lasciato.
E sentirsi dire che si piange per
te,
che si soffre per
te,
è
spiacevole.
E fa crescere nello stomaco sensi di
colpa.
Anche all’uomo più narciso ed
egocentrico del mondo.
23.3.1998
RESTANO
Restano una manciata di pagine di
agenda.
Biglietti di mostre, di
cinema.
Qualche foto, un po’ di
ricordi.
Non colpe o
rimorsi.
Solo un po’ di
delusione.
Perché si è avidi di buone
speranze,
e ereditari di futuri velati di
nero.
Peccato, peccato
davvero.
24.3.1998
ORCHESTRANDO
ATTENTAMENTE
ORCHESTRANDO
ATTENTAMENTE
Prendo sempre ogni tipo di
precauzione,
soppeso parole, regolo
l’emozione.
Ma per fortuna non ci riesco
mai,
e vivo
liberamente.
Non siamo ad un
self-service.
Non metto sul vassoio il
lavoro,
la donna,
il figlio o il padre che mi piace di
più.
Ma riesco a sentire silenzioso anche
il rumore,
riesco a gridare
aiuto,
facendomi
sentire,
anche in una folla
squillante.
Basta avere
occhio,
basta lubrificare il
cuore.
Basta accordare bene ogni strumento
di una vita
e ogni emozione diventerà per
sempre,
orchestrando tutto
attentamente.
27.8.1996
SENTIMENTI E
OCHE
Sentimenti troppo
provvisori
per poter entrare nella vita di
qualcuno
senza chiedere
permesso.
Parole di
addio?
Sempre
aspre,
amare,
fredde,
come verbali da
archiviare.
Molto meglio le oche
parlanti,
nascoste nelle aie
polverose
di ruderi
abbandonati.
Loro non soverchiano
nessuno.
28.8.1996
APPUNTAMENTO
DIFFICILE
Un appuntamento tra due anime che
non si sono incontrate,
mai!
E’ reso difficile dal corso degli
eventi,
e allora tra fontane, insegne e
mille passanti,
entra in gioco lo strano flusso dei
loro sesti sensi.
29.8.1996
IL PADRE DEI
FIORI
Il padre dei
fiori
coltivava foglie ed
amori,
parlava alle
piante,
che
attente,
anche se lui era
distante,
crescevano
immediatamente.
29.8.1996
E’ UN
QUALCOSA...
...mi parte dal
sottosuolo,
più testardo di un
mulo,
pronto a stendere il
muro.
Mi tiene
all’oscuro
sul suo losco
piano.
Mi vuole portare
lontano...
1.9.1996
CONFRONTO
Il primo settembre di qualche anno
fa
mi faceva avvicinare alla
scuola,
l’estate rimaneva alle
spalle,
ma già si pensava al
Natale.
Oggi il primo settembre che cosa mi
fa?
Mi allontana da una mente che
lavora,
che lavora e fugge, cattiva e
ribelle,
senza pensare al
Natale.
1.9.1996
UN
MULINO
Un mulino,
che tritava
grano,
un mulino senza più
guardiano,
prese fuoco con i raggi del
sole,
che non fecero sfornare più il
pane.
1.9.1996
UNA NUOVA
GLACIAZIONE
Se le acque della terra
evaporassero,
i letti dei
fiumi,
orfani di
gocce,
si appellerebbero ai tuoi
occhi,
pregandoli di
piangere
sudore e lacrime
salate.
Solo così,
le barche
attraccate,
riprenderebbero a
navigare,
proprio come i miei
pensieri.
1.9.1996
EFFETTI,
AFFETTI
E’ iniziato ancora un
Settembre,
sopra il mio corpo
inerme;
è finita la ventitreesima
estate,
non ci sono state molte
risate
né molte serene
serate.
Piuttosto lance
spezzate,
emozioni
soffocate,
carezze
troncate
da strani
effetti
di strani
affetti.
8.9.1996
PRENDIAMOLA A
RIDERE
Cosa ti
costa
darmi il
nullaosta
perlomeno una
risposta.
Usa il
telefono
usa la
posta.
Cosa devo
fare,
rincorrerti per tutta la costa
?
O pensi che da Ostia fino ad
Aosta
forse
basta?
Poi non capisci neppure cosa ho in
tasca...
temo tu sia meno perspicace di una
vasca!
8.9.1996
QUALCUNO... UN
ALTRO
Qualcuno nei cuori accende dei
falò,
poi però
scappa a guardare la scena da un
oblò.
Così
costringe un altro a
dire
“Adesso com’è che
farò?
Adesso dimmi da che parte
andrò”.
5.9.1996
C’è la donna della
pubblicità
che mi ha fatto
l’occhiolino.
Mi ha versato del
liquore
in un bicchiere da
vino.
Mi ha invitato nella sua
villa,
ha due cani, la piscina, il
giardino.
Mi ha baciato e mi ha
detto
“Sposiamoci e facciamo un
bambino”
Due ore dopo c’era il
matrimonio,
con mille
invitati.
Erano belli erano
ricchi,
erano attori e
magistrati.
La luna di miele (rigorosamente di
marca)
è stata lunga e
costosa,
trascorsa sopra una sua
barca.
Questa donna è
bella,
intelligente e non
vanitosa.
E’ una donna in
carriera
e la sua macchina è tutta
rosa.
E’ la donna della
pubblicità.
Ma la vita è tutta un’altra
cosa.
4.9.1996
NON HA
Il bosco non ha
riva,
il mare non ha la
cima.
Il ricordo non ha
tempo,
il mondo non ha
risposta.
Il male non ha
pianti
per i
terremoti,
per i sogni
infranti
e per gli animi
devoti.
7.9.1996
QUEL CHE MI GIRA
INTORNO
C’è una pecora che è fuggita dal
branco,
c’è una nave che è arrivata nel
porto,
c’è un bambino che gioca felice nel
parco,
c’è un fiore che è nato proprio in
fondo al tuo orto,
c’è una madre in un letto pronta al
suo primo parto
e c’è tutta la vita che mi gira
intorno.
7.9.1996
NELLA
CYBERFABBRICA
Gli abitanti della
cyberfabbrica
vivono mangiando
resine,
hanno un velo grigio sugli
occhi
e il sangue tiepido, senza cuore e
calore.
Si uniscono in matrimonio con lo
scambio di un bullone,
il viaggio dal reparto di
riparazione
fino al silos di immagazzinamento
dati
è il loro viaggio di
nozze.
Odori di olii diversi galleggiano
sul fiato
delle loro metalliche conversazioni
controllate.
16.9.1996
IL
CANTORE
Il cantore torna al capezzale del
maestro.
Gli abiti laceri, l’aspetto
cencioso.
Ma l’animo
pulito,
per niente
confuso.
Niente corazza, una tunica color
corda.
Cordialità e saggezza a vostra
disposizione,
sotto i portici e sopra i moli di
ogni città.
Era l’eros fatto
persona,
era l’erosione di scogli
secolari
che si arrendono al tempo del
mare.
Era il contadino che
coltiva
l’albero dei
sentimenti
e l’orto delle
emozioni
con le sue lacrime e le diverse
tonalità dei suoi canti.
14.9.1996
VEDO
Tre isole divise da
mare,
luccicante di
sole.
Mare calmo
che però ci fa
naufragare
in pensieri e
ricordi.
Ma ormai è
tardi.
9.9.1996
RICERCA
Mettiamoci a cercare la
felicità.
Appena la
vediamo,
arpioniamola.
Speriamo non sia
come...
arpionare una
nuvola
portata dal
vento.
16.9.1996
NON
ESISTE
Non esiste più uno
specchio
che non ti faccia
arrossire.
Spacci un sogno per la
verità,
ma ormai hai perso perfino
l’ombra
della tua
dignità.
Ricorda,
ha tutto chi non possiede
niente.
PROVERBIO TRA I
PROVERBI
Tutto ruota intorno alla saggezza
popolare,
ormai fuori
moda.
Al parlare
proverbiale,
ormai scomodo da
usare.
Tutto ruoterebbe intorno
all’equilibrio,
che ormai è
morto.
Il mostro della gloria e
dell’ambizione pare insaziabile.
I grandi errori ci sono nei piccoli
affetti.
Quanti proverbi ho
letto,
uno solo ne ho
prodotto:
tra l’infelicità e la
debolezza,
c’è solo lo sgambetto di una
donna,
e della sua
bellezza.
17.9.1996
L’ESILIO
Con cinque punti di sutura
all’anima
si avvicinava con aria
stanca.
Non era un
ladro,
non era un
parroco.
Era appena
arrivato.
Inaffidabile,
come l’affinità misurata con i segni
zodiacali.
Era un sentimento, esiliato dal
cuore,
che dopo la
lezione,
chiedeva asilo alle
mani.
18.9.1996
HA RAGIONE
CICERONE
Ho un
sospetto,
pardon,
una
certezza.
Io vivo,
tu
sopravvivi.
La vita adesso è
vedova.
Ma si
risposerà.
Forse l’amore è
un’invenzione,
che come diceva
Cicerone,
non è perfetta al suo
nascere.
Ma ci sarà la volontà di
collaudarla?
21.9.1996
IO, IL NUOVO CAPPUCCETTO
ROSSO
Io non nascondo nulla nello
stomaco.
Non chiedermi perché ho mani, bocca
e occhi così grandi.
Non ti
risponderò.
Se non hai fretta lo
vedrai,
oppure...
sono fatti
tuoi.
21.9.1996
PAESAGGIO
FANTASTICO
Fiumi
innavigabili
collegano i porti
di
essere e
divenire.
Ci sono attracchi senza
ornamenti,
ed ogni
pescatore
è prima di tutto
uomo,
e insegna il suo
mestiere.
Misteriosi ladri nascondono la
refurtiva,
fuggendo alle sanzioni giuridiche
del posto.
Usurai,
venditori di marmellate
afrodisiache,
eroi
incatenati
in attesa di essere liberati dai
propri tutori.
Una zampogna di sughero e
corteccia,
suona una vecchia
melodia
intitolata “Mai più urbi et
orbi”
21.9.1996
ESEMPIO DI
PARITA’
Il perfido conosceva
l’araldica.
Al momento dell’eruzione del
vulcano,
nascosto sotto le
acque,
dalla sua
tenuta,
iniziò a schernire lo
storpio,
che era
analfabeta.
Ritrovarono i loro resti
inceneriti
due archeologi
inglesi,
tremila anni
dopo.
20.9.1996
DISTRATTO DA CIò CHE
VEDEVO
Vedo
rovine,
vedo
ciminiere,
vedo...
Ma...
In ogni angolo
d’estate
c’è sempre l’ombra di un po’
d’inverno,
in ogni
sorriso
c’è sempre una
lacrima.
Gli animi sono stati
tagliati
da ferro
rugginoso
che ha provocato una seria
infezione...
ai
pensieri.
Mi avete distratto da ciò che
vedevo,
con il vostro strano assunto di
base,
con quel vostro voler percorre il
cammino della vita,
con poca
attenzione.
1.10.1996
TRA UN
SECOLO
Pesco membra d’uomo
lacere
dal mare della discordia e della
sofferenza.
Il silenzio ascolta sempre anche
l’eco più remota
delle nostre
idee.
Tu,
ricorda:
capelli grigi ma animo da
bambino
dovrai avere tra un
secolo
se mi sarai
vicino.
3.10.1996
CONSIGLIO AL
SUICIDIO
Buttati dal trentesimo
piano.
Rivedrai la tua vita anno per
anno,
minuto per minuto rivedrai i tuoi
errori.
Quando ti fracasserai al
suolo
avrai capito che l’errore più
brutale
era stato fatto da chi ti
generò.
28.9.1996
Nelle cave di marmo lo zucchero
viene coltivato dagli eschimesi.
Le navate, le volte, gli affreschi
delle loro chiese
sono il simbolo della
nebbia,
che spartisce i ricordi
passati,
dalle realtà
presenti,
ma che non
scompare
sotto la forza dei tuoi
fendenti,
fatti di accuse, scuse, eccessi,
abusi.
30.9.1996
IL
SIERO
Il siero non ebbe il successo
sperato:
il rapporto tra
loro,
solo
epistolare,
durò per altri sedici lunghi e
monotoni anni.
Poi decisero di
rivedersi,
ma non si riconobbero
più.
30.9.1996
LO
VEDO...
...dalle tue dita-candele di
fuoco,
dalla tua
bocca-ortica,
dal tuo cuore-tormenta di
sabbia,
dai tuoi pensieri-ronzio di
alveare,
dalle tue caraffe di
pianto:
nel mondo dove i cavalli
strisciano
e le tartarughe vanno al
galoppo,
saremmo stati ottimi
amanti.
22.9.1996
DRAMMA DI UN
POPOLO
La corona della regina era la spia
dell’inquietudine di un quarto di secolo.
Il filo spinato recintava il
castello.
Nei sotterranei
mummie,
in
superficie...
vite
mummificate.
La pioggia che cade sul
foglio,
sull’inchiostro dello
scrivano,
andrà a sciogliere i loro
portici.
Neppure la reincarnazione andrà loro
in aiuto,
perché avranno divorziato dalla sete
di conoscere.
2.10.1996
STRANO
SPECCHIO
Tu ridi,
sorridi,
fai addirittura finta di essere
soddisfatta,
tranquilla e
felice.
Peccato che quando appoggi una mano
sullo specchio
questo non la
riflette...
ma ti
schiaffeggia.
13.10.1996
IL VICOLO DELLA
NEBBIA
Sale la
malinconia
ma il sale delle
lacrime
cancella via anche l’ultima
immagine,
vista a palpebre
serrate.
Le suole delle scarpe
emettono
sinfonie
impercettibili,
confondendosi pian
piano
nella nebbia umida di un
vicolo.
E tu non le
percepisci
e avendo anche tu chiuso gli
occhi,
non mi troverai
riaprendoli.
16.10.1996
L’INGIUSTIZIA E’ UGUALE PER
TUTTI
L’incriminato
innocente
era legato stretto al
palo.
Pronto per il
rogo,
l’impiccagione,
l’esecuzione.
Espresse il suo ultimo
desiderio:
“Voglio sapere solo se avete
un’anima.
Per il resto fate pure il vostro
dovere,
di stupidi assassini
legalizzati”.
15.10.1996
UBRIACANDOMI
Non ho mai visto pescatori tirar su
tonni di notte.
Palombari apprestarsi ad andare
sott’acqua.
Non ho mai preso
l’aereo,
eppure ho
volato.
E conosco il non limite della mia
immaginazione,
ubriacandomi così della mia stessa
fantasia.
14.10.1996
PENSO
CHE
Accattivanti
silouette
di stupide
soubrette
che mangiano
omelette
sono nei sogni dei
registi,
degli
esibizionisti
e degli organi sessuali un po’ di
tutti
ma non degli
stilisti.
16.10.1996
ACCOPPIAMENTI
C’erano feti sulla vettura
dell’immondizia.
C’erano embrioni nei cestelli delle
lavatrici,
sebbene nessuna colpa dovesse essere
lavata via dall’animo.
L’eiaculazione del mondo non aveva
che generato squallide figure,
con squallide fobie di
ritorsione.
La balia era stata Suor
Violenza,
e il parto aveva lacerato, dopo la
coscienza,
anche il ventre della madre
assassina,
il pensiero di un uomo poco
attento
e tutto il percorso di una
vita,
ormai
demoniaca,
di una coppia
irresponsabile.
31.10.1996
STESO
Steso tra
l’erba,
che serviva a nascondere
parte
di un vagone
abbandonato,
guardavo l’azzurro soffitto del
mondo,
aspettando che scendessero altre
lacrime,
oltre a quelle degli
uomini.
6.11.1996
UN’ALTRA CASA, UN’ALTRA
COSA
Chissà se qualche
volta
mi sei passata di
lato,
su di un
treno.
Chissà se qualche
volta
avrai volato sopra la mia
testa.
Chissà se una volta
almeno
sono stato nell’angolo di un tuo
pensiero,
come tu lo sei stata in molti dei
miei.
Adesso sono in un’altra
casa
e forse è tutta un’altra
cosa.
Ma riparto con le mie
convinzioni,
passate e
future.
Tu non so neppure se
arriverai
mai
a dirti la verità delle emozioni che
vivi.
5.11.1996
VESTITA DI
DOLCEZZA
Se l’aquilone è sostenuto dal
vento
e una barca di piombo può
affondare,
cerca di arrivare vestita di
dolcezza
e poi metti
l’ancora.
Gli affari sono
affari
ed è ora che il boom
economico
stravolga anche la tua
borsetta,
piena di piccole cose
stupide.
10.11.1996
C’è una donna che cammina sul filo
della tesa dei panni.
Ci sono persone che mangiano e
dormono,
dormono e
russano
e sputano.
La donna è
impazzita,
è vero
ma se loro vivessero
meglio
potrebbero
salvarla.
11.11.1996
L’IMPICCATO, IL MATTO E
L’impiccato andava a destra e
sinistra,
con un lento macabro movimento
regolare.
Era divenuto un
pendolo
per il matto che, seduto sul suo
sgabello,
aveva visto la
scena.
La strega lo colse di
sorpresa
e dopo averlo strozzato con le
budella del bue,
lo bruciò assieme alle sue erbe
mediche.
8.11.1996
A TE
Se liberassi la tua
mente
e lasciassi libere le
briglie,
vedresti
che,
correndo,
mi sfioreresti col
pensiero
e mi vorresti
vicino.
8.11.1996
MICROCOSMO
Cercherò di ricostruirmi il
microcosmo.
Una pozzanghera diverrà un
lago,
su cui pattinare col
pensiero.
Se il vento
soffierà
mentre divengo
albero,
forse mi
piegherò
ma il tronco sarà
potente
tanto da non
spezzarsi,
mai.
8.11.1996
NON SO
SE
Non so se vi è mai capitato di
tenere un diario.
Non so se vi è mai capitato di non
scriverci più.
Non so se vi è mai capitato di
rileggerlo qualche tempo più tardi.
Non so se vi rendete conto di quante
cazzate avevate nella testa.
C’ERA
C’era un dio
dell’oscenità,
dei tradimenti e delle
nefandezze,
su quel
mondo.
E milioni di fedeli a
pregarlo,
a fare
sacrifici
di sangue e
frutta.
C’era
l’umanità...
poi fu
distrutta.
11.11.1996
APNEA
Sono in apnea di
emozioni.
L’acqua quieta di un
fossato
scorre tra topi e lavatrici
abbandonate.
Sono in
apnea.
Rapporti vissuti a
rate,
avarie
sentimentali,
scelte costruite su costi e
convenienze.
Usurai di
parole,
venditori di
niente,
banche del vocabolario danno inizio
ai saldi:
“Oggi parole a buon prezzo, venite
gente!!”.
Sono in
apnea.
7.11.1996
SOPRA
Oggi nuvole e cerchio alla
testa.
E pensare che sopra le nuvole non
piove mai.
C’è sempre il sole
sopra,
e non avrei mai mal di
testa.
Se tu volassi sopra le
nuvole,
se tu ci potessi
camminare,
vedresti che da lì cadono
gocce,
ma sopra è
sereno.
Avresti il grigio sotto i
piedi
e saresti immersa in un azzurro
finalmente sereno.
7.11.1996
CERCA DI FARTI
CAPIRE
Dieci avvoltoi contro un
pettirosso.
L’agguato si confonde col fumo
dell’anima.
Ma la scena interessa solo agli
occhi di un cane
randagio.
Tu sei
vicina,
appena dall’altra parte della
strada.
E mentre una moneta viaggia di mano
in mano,
cerca di farti
capire.
E ricorda che chi vuole insegnare al
mondo,
deve ancora imparare
tutto.
13.12.1996
DOCCIA
DOMENICALE
Eppure respirando
lento,
sento un odore di forte
cambiamento.
Come a fianco di un
angelo,
come svoltato un
angolo.
Come riparazione di
avarie.
Sembra che questa doccia
domenicale
abbia lavato anche l’ultima ansia
che m’assale.
1.12.1996
DA QUALCHE
PARTE
Da qualche parte c’è un prete che
confessa,
e c’è un bambino escluso da una
festa.
C’è un cieco che non può
attraversare
e un amore impossibile che invece è
già all’altare.
C’è un’ombra senza
padrona
ed una voce che più non
suona.
Da qualche parte c’è una
persiana
che ripara dal sole una qualche
persona.
Da qualche parte questa
persona
aspetta che arrivi la volta
buona.
29.11.1996
PROVA A CERCARE E
RISPONDITI
Prova a
cercare.
Nuovi angoli da vedere e da
baciare.
Aspetta che il vento ti porti altre
parole,
se queste non ti vanno
bene.
Non annegare nelle tue stesse
lacrime e risponditi.
In quanti divorzi sei
incappata?
In quante
separazioni?
Quante volte hai spezzato
emozioni
offrendo indizi
fuorvianti.
Quanti sono i tuoi
amanti.
Quante le tue false
amicizie
e quante le tue
pigrizie.
In quanti letti hai
dormito
per accettare ogni stupido
invito?
Ti sei fatta cuocere a fuoco
lento,
condita con una fetta di falsità e
due gocce di cattiveria.
Tu dici che è colpa del
mondo-villaggio-cannibale.
Anche se fosse
così,
io fuggo via dal
pentolone.
COL NASO ANCORA PIU’
SU
Corteggerò la luce del
sole
per te.
Ti chiederò di
soffiare
per aiutarmi a scacciare le
nubi.
E a sera ti farò stare con il naso
ancora più in su...
di come simpaticamente già lo
hai,
per guardare la nostra
luna.
7.12.1996
ALLA
TOMBA
Il vecchio aveva portato
fiori
gialli e
viola
sulla tomba del suo piccolo
amore.
Il cappello di panno
grigio,
la barba
bianca
ed i baffi arrossati dal fumo
dell’agro sigaro marrone.
Eppure aveva avuto
tutto,
anche la fortuna di
invecchiare.
Ma lacrime
cadevano
piano
sulla
lapide,
mentre il
vecchio
pregava sul suo piccolo
amore.
7.12.1996
COLTIVANO
Ho una lacrima congelata in un
piatto.
Come grandine su
raccolto
sei stata.
Ma adesso i contadini hanno cessato
di piangere.
E coltivano i
semi
per nuovi raccolti di
emozioni.
E si rimboccano le
maniche
per far fiorire nuove idee e nuovi
sorrisi.
E magari, se la sorte è così
strana
come
sembra,
saranno proprio i tuoi pianti
ad annaffiare i campi ricchi di
nuove speranze.
4.12.1996
POLLAIO
Mentre due
galli,
nel
pollaio,
combattevano per stabilire chi
comandava,
una volpe uccise tutte le
galline.
Così mai più
pulcini,
ma cuccioli di
volpe.
6.12.1996
NUOVE
COSTELLAZIONI
Ti sorveglierò, piccola
noce,
come scoiattolo in
inverno,
per la tua
preziosità.
Ascolterò il mesto respiro delle tue
carezze,
varcherò la porta della tua
città
in un modo così
trionfale
da far destare emozioni
inconoscibili.
Saremo parole e
musica
e ci inabisseremo nei mari della
banalità,
per
sconfiggerla.
Le luci del mondo si rifletteranno
nei tuoi occhi
scuri,
formando disegni di nuove
costellazioni
nelle quali soltanto io potrò
navigare.
9.12.1996
TANTO
GRANDE
Ti voglio tanto grande da non poter
nasconderti in un bicchiere.
Grande
tanto
che se tu vivessi in una
bottiglia,
versarti in quel
bicchiere
vorrebbe dire
inondazione.
Ti voglio che al tramonto la tua
ombra
è lunga come la
mia.
Ti voglio che quel
tramonto
dovrà fare di noi una sola
ombra.
23.1.1997
CHI
C’è chi vive nella propria normale
anomalia.
Chi crede che il cielo sia un
velo,
di
santità.
Io credo che in
fondo,
chi è
libero
escluda le
volgarità,
e che tocchi col
dito
quel velo di
felicità.
24.1.1997
PIU’
SERENO
E’ freddo sul
balcone,
è freddo anche col
maglione.
Il cielo non è
limpido,
ma l’aria è
pulita,
fresca,
mi entra nei
polmoni
come le nuove
idee.
Mi entrano in
testa.
Non sono tranquillo o
felice,
ma
sinceramente...
più sereno di questo
cielo.
22.1.1997
ARRIVO
IO
Quando la patologia familiare è
protagonista,
arrivo io.
Quando si attua l’autodistruzione
della coscienza,
si eredita testamenti
culturali,
o fogli di carta
straccia...
arrivo io.
A spiegarti il qui e
l’ora,
a spiegarti che niente è
anagrafico,
a convincerti che l’amore può dare
dipendenza più di ogni altra droga.
A svelarti come è facile scambiare
un successo,
per un
fallimento.
19.1.1997
CHE VI POSSO
DIRE
Non ho ombra neppure nelle giornate
di sole
per la mia
indefinibilità.
Non faccio diete emotive o
sentimentali,
mi sazio di
anime.
Che vi posso
dire:
non vivete
scissi
e capite che la via meno
percorsa,
non necessariamente è
errata.
20.1.1997
ALLUCINAZIONE
Non sapevo se stava facendo un
silenzio sul comizio o
un comizio sul
silenzio.
Ma una guerriera
achea
mi stordì con un vampiresco bacio
d’amore,
insegnandomi che un
prigioniero
non si libera da
solo,
non subisce
metamorfosi.
Pedanteria,
virtù,
sdegno.
Il tempo svela
l’indole
e ci fa capire che non esiste la
delusione,
esiste solo un errore di
rappresentazione
o di
aspettativa.
Gennaio 97
ALTRE
Non vi dico di trascorrere notti
insonni
in luoghi
fumosi.
Ma
ascoltatemi,
dormite
meno!
Spengete i vostri
schermi
non prima di
criticarvi.
Tendete i panni al
sole
odorando l’odore
pulito.
Fate che le vostre pause diventino
impieghi.
Altre facce da
vedere,
altre voci da
ascoltare,
altre musiche per
sognare,
altre storie per
emozionarsi,
altre ragazze da
baciare,
altre strade da
percorrere,
altre altre
altre.
27.1.1997
CADE SULLA
POLVERE
E’ pesco
fiorito,
è fresca
risata,
è linfa
vitale,
è il Dio in ogni
Io,
è bere una coppa di
primavera,
è una camminata
prodigiosa,
è mai a testa
bassa,
è tessere un
arazzo
con i suoi capelli
castani.
E’ come acqua che cade sulla
polvere,
imprigionandola a
terra.
4.2.1997
PIGRA
Pigra la
malinconia
mi sfiora la
mente,
ma non
abbastanza
da tramutare i solchi della
pelle
e le
lacrime,
in un fiume che scorre nel suo
letto.
Rimane un mondo
invisibile,
quasi
inesprimibile,
che col suo
sorriso
si allea con
te
e col suo pianto ti
sconfigge.
7.2.1997
POESIE DOPO
L’INCONTRO
VESTITA DI
VIOLA
Vestita di
viola
e con uno scialle
nero,
nascondi il
mistero
che tieni
nell’anima,
nascondi il
pensiero
che ti rende
libera.
Vestita di
viola
passeggi da
sola
in una strada
vuota.
18.2.1996
NEL
CIELO...
... le stelle si prendono per
mano
improvvisando una
danza,
attorno alla
luna,
per convincerla a lasciare il suo
posto al sole,
tra giochi di
nebbia,
maree sulla
sabbia
e spicchi di
tramonti.
18.2.1996
AIRONI
Aironi volando in
alto
si accorgono dei confini che
l’uomo
traccia col
sangue.
Scorgono il monte
inesistente
e la traversata è fatta per
niente.
Bukowski parlava di
scacchiere,
con mosse e
contromosse.
Ma gli aironi che volano in
alto,
di quale partita a scacchi sono
spettatori?
22.2.1996
LUGUBRE E
ASSURDA
Il filmato
dimostra:
non servono
alleati
per uccidere insetti con un
elastico.
Eppure la scena
zoomma...
da un cranio
spaccato
al refettorio grigio topo di un
carcere.
Il morto in
cravatta
deve ringraziare la
cirrosi;
ed il suo corpo, la sua anziana
signora,
lo può vedere solo scostando la
tenda di una finestra,
piccola.
Niente giostre, o borse della
spesa.
Solo scommesse di
soldi,
o eserciti che rastrellano
planisferi
in cerca di
petrolio.
25.2.1996
La smorfia
atroce
che si disegna sul suo
viso
stavolta non è
teatrale,
o
pseudotale.
Ma è brutalmente
vera,
perché è letale il
dolore,
dovuto
dall’ardore,
dal tentativo di dare un
colore,
a quella sua
vita,
così vissuta
nell’ombra.
26.2.1996
IMMAGINO
“Da ragazzo scrivevo
poesie”
“Ne vorrei leggere
qualcuna”
L’edera è cresciuta su un muro,
all’ombra.
Le tue pose son sempre
diverse
le mie sempre le
stesse,
eppure carichi
l’arma,
da allora, e spari carezze e
baci
attraversandomi, come
passeggiata,
il cuore con ardenti
sensazioni.
“Scrivevi anche di
te?”
“Sì, e di ciò che mi era intorno,
del mio quotidiano.”
Sul marmo nero, sei sempre stata
pronta,
anche col
sangue,
a scrivere la tua
volontà,
e adesso il vento soffia in un
flauto,
albero
cavo.
Anche gli alberi secchi sul cielo
sporco,
presagio di
pioggia,
si stagliano
meglio.
E ora come allora vorrei scrivere di
loro
e di samurai che si
sfidano
o di gocce su rose
rosse.
“Eccone una. Guarda, la scrissi
l’otto marzo. Nel novantasei”
“Leggimela”
“Si intitola “INTENSA MIA
GEOGRAFIA”, la recito”
-Breve ma intensa la mia
geografia.
Confini e tappe della mia
vita.
Parigi
fantastica
come i re
magi.
Toscana
vicina anche se sei
lontana
per il bene della
famiglia,
che porto in
viaggio
nella mia
valigia.
Firenze che non mi
hai
perché non mi dovevi
avere,
mio ben voluto antico
amore.
Roma, sei ‘oggi
vero
e il mio
futuro.
Roma, particolare
aroma;
unica città che mi vedrà
vecchio;
unica che diventa amor se si guarda
allo specchio.
Ricordi e sprazzi di
Venezia
e delle
Alpi
o di sarde
acque,
e acque siciliane che eran
passate
e che forse son
tornate-
“Bella”
“Grazie”
“Papà, guarda la
luna:
pensa che noia, ogni sera e per
l’eterno
cresce, muore e rinasce, correndo in
cielo.
Ma non si stanca
mai?”
“Forse è come l’amore tra me e tua
madre,
è eterno e
quotidiano,
eppure non ci
stanca.”
Marzo
1996
MA CHE
!
Ma che sfortuna e
sfortuna!!
Molte parole, molte persone, molti
paesaggi,
mille amori, mille libri, mille
sogni
e solo una
volta
la morte.
9.3.1996
PER
ANNI
Per anni era stata tra la folla
sentendosi sola.
Per anni aveva vissuto con la paura
di non dare tutto.
Per anni aveva celato il suo sorriso
con una maschera piangente,
abituandosi a convincersi di essere
come non era,
come fosse in una recita, da
interpretare perché obbligata.
Un giorno io le bruciai il
copione
e offrendole la possibilità di
improvvisare,
le regalai il suo vero e più puro
sorriso.
10.3.1996
E’
MARZO
E sono già tre
mesi,
volati,
come al vento volano dei panni
stesi.
TU E I MODI DI
DIRE
Tu,
né arte né
parte,
cerchi l’altra faccia della
medaglia;
l’arte la impari per metterla da
parte
e giudichi il tempo di
domani
dalle nuvole rosse del
cielo,
ammiccate dalle dita delle tue
mani.
Tu che non piangi sul latte
versato,
che riconosci il buongiorno dal
mattino,
perché sapresti trovare un ago nel
pagliaio.
Tu che parli con tre
civette
perché hai vicino il
comò
e sai che è meglio un uovo
oggi
di una gallina
domani,
dato che il
domani
potrebbe essere un giorno da
leone.
Tu che dai un colpo alla
botte
e uno al
cerchio,
perché speri che sia una botte
ubriaca,
per avere piena la
moglie,
ma non di
soldi,
che tanto non sono
tutto;
e poi come potresti proprio
tu,
che preferisci un amico a un
tesoro.
1.3.1996
L’AMORE DELL’ANZIANO
PITTORE
L’anziano pittore prese una nuova
tela,
dei colori d’oro per i
capelli,
dei colori di mare d’isola per gli
occhi,
del rosso per i sentimenti più
profondi del cuore,
del bianco per il candore del suo
animo
e un color d’albicocca per dare
sapore alla pelle del viso.
E poi si inventò un
sorriso
e allungando la tempera con le sue
lacrime
iniziò ad urlare nel
silenzio:
“Se non ti ho avuto finora, questo è
il momento di disegnarti”
2.3.1996
Mai ho sentito
dire:
da un politico: ho
rubato,
da un uomo: ho
tradito,
da un maestro: sì ho
sbagliato,
da un cantante: sì ho
steccato,
da un assassino perché ha
ucciso.
Mai ho visto la pioggia andare dal
suolo al cielo.
5.3.1996
GRACCHIA
RANA
Gracchia
rana,
che io continuo a remare in questa
palude.
Gracchia
rana,
che se questo vento soffiasse il
vetro
saremmo tutti in una grossa
provetta.
Gracchia
rana,
che esiste chi ti venera
ancora.
11.3.1996
DURANTE UN
TUFFO
Qualcuno tolse le ragnatele dalla
lampada a olio,
che il custode del
faro
subito prese in
pugno.
Ma fu il bambino
che,
giocando con la sua trottola
colorata
pose il sigillo sulla cera della
pergamena.
Secoli
dopo,
durante un tuffo nella
fantasia,
proprio io trovai la
pergamena
e leggerla
mi fece
bidimensionale.
imprigionandomi su questo
arazzo,
imprigionandomi così, vestito da
giullare.
Ora tu mi sei davanti in questo
museo che mi ha.
11.3.1996
E COSI’
SEMBRA
E così sembra che anche il tempo si
prenda gioco di me,
accompagnando le mie lacrime con la
pioggia,
non riuscendo però a coprire la mia
mente
mentre riesce benissimo a coprire il
cielo.
17.3.1996
SEI
ARRIVATA?
Sei
arrivata?
A vederti dagli occhi,
blu,
come quelli dei versi di qualche
tempo fa...
A giudicare da come le tue esili
dita fredde
serravano le mie,
potrebbe...
Considerando i lucidi e lisci
capelli biondi
che lasci a caso sui miei maglioni
larghi...
E a sentire il misto di fumo e di
profumo che lasci sul cuscino,
o a giudicare dal nomignolo, adatto
a un canarino...
Se penso poi a come ti sei adagiata
nel mio abbraccio lento
o a come il tuo sorriso rosso divide
gli occhiali che hai sul viso dal tuo mento...
forse sei
arrivata.
14.3.1996
LE
VITTORIE
Le vittorie hanno dei padri e delle
madri.
Alcune volte sono persone
tangibili,
altre sono occasioni sfruttate o
lasciate andare.
Altre frasi sentite dire dagli
altri,
altre frasi dette dal nostro
cuore.
Anche le sconfitte hanno dei padri e
delle madri,
ma non si devono
onorare.
Le vittorie invece sì, hanno padri e
madri da onorare.
15.3.1996
COME BARCA
ATTRACCATA
A fasi alterne ti avvicini e ti
allontani.
Come una barca attraccata al
molo,
scossa dalle
maree.
Che fare! Le maree sono forze
naturali, incontrollabili.
Invece le nostre maree sono
controllabilissime.
Mettiamo l’ancora e vedrai che non
ci può affondare
neppure il più violento degli
uragani,
anzi, salperemo via verso mondi
lontani
e avremo le vele sempre gonfie dei
nostri sospiri.
18.3.1996
NEGHI CHE
SIA
Non ho più la situazione tra le
mani.
Sono alla
deriva.
Ingenuo, forse, come già altre
volte.
Sbando.
Io non capisco più i
perché
delle realtà da
celare,
dei sentimenti da negare o da non
poter dire.
Perché?
Perché a questo punto non spiego il
tuo orgasmo anche platonico,
il nostro perderci in noi, il tuo
volermi così dolce o deciso.
Non spiego respiri sorrisi sospiri
carezze baci parole mani serrate.
Non spiego questo perché tu già
l’hai spiegato,
e non capisco perché neghi che
sia.
19.3.1996
RIFAREI
TUTTO
In questo nostro poco
tempo,
rifarei
tutto.
Quello che non
rifarei,
è ciò che in realtà non ho ancora
fatto.
E’ arrivata in anticipo quest’anno
la primavera,
ed è già calda come
l’estate.
Non mi sento certo Robinson
sull’isola,
anzi, forse per la prima
volta,
veramente a mio agio, non
imbranato.
Regalami l’anima, tu che mi dai
dolcezze di madre e di figlia;
tu che sei la mia piccola bambina e
la mia donna.
3.4.1996
PENSANDOVI
Giostre
immobili.
Gesti
ignobili.
Non è questo il
caso!!
Macchie scure sulla pelle delle mani
di mio padre.
Capelli bianchi sopra la fronte rosa
di mia madre.
Non avranno anima da pensionati in
carrozza,
ma saranno parti di
me,
sempre,
aiutanti del mio divenire
uomo.
2.4.1996
UN SABATO
SPECIALE
Oggi era un sabato
normale,
sembrava una giornata senza niente
di speciale.
Invece il tuo sorriso accende un
sabato,
così come accenderebbe un Natale o
un Carnevale.
Il tuo non è un bacio
normale,
è sempre un qualche cosa da
gustare,
è sempre una carezza da
sfiorare,
c’è sempre il tuo sapore da
assaggiare.
Il tuo corpo è un percorso da
seguire,
tu sei un’anima
libera,
le tue ali han bisogno di
volare.
Ogni giorno se è
normale,
tu lo trasformi in un qualcosa di
speciale,
a me non resta che una cosa da
provare:
capire se amarti è la cosa più
normale.
30.3.1996
LONTANANZA
La lontananza non
c’è.
Lo noto perché ogni volta che ti
sento,
che ti
chiamo,
che ti
penso,
sei accanto a
me.
Accanto a me da così
poco...
ma, lo sento, ancora per
molto.
5.4.1996
DEPRESSIONI
Le nostre depressioni hanno l’unica
salvezza nell’altro.
Siamo l’uno l’onda che mantiene in
alto l’altro.
Sento il bisogno di
te.
Sei vento nelle
vele,
sangue nelle
vene,
antidoto delle mie
pene.
Vorrei tu fossi
qui...
che
stupido.
Ci sei,
presente in ogni angolo dei pensieri
miei.
6.4.1996
Il conto alla rovescia adesso ha un
senso.
Due valigie, due
cuori,
due paure e due
sogni,
due bocche e quattro
mani
partono per
ritrovarsi.
Si rivedranno anche se non si sono
divisi mai.
Condividi i miei
paesaggi,
anche i più strani, i più
lontani.
Farò lo stesso con i
tuoi.
Colpo di pistola: è il via, è la
gara.
Godiamoci il vento sul
viso,
mentre corriamo la
gara.
Ci sono altri concorrenti e molti
ostacoli,
ma vinceremo
NOI.
8.4.1996
VALIGIA
Valigia
pronta.
Dentro c’è tutto, anzi di
più.
C’è voglia di te, libri,
vestiti,
carezze per i tuoi
risvegli,
penne e fogli per le mie
poesie,
baci e litigi per le tue
manie.
Valigia pronta. Viaggio in
treno
e attesa per
domani.
Attesa dei tuoi baci e delle tue
mani.
Valigia piena anche di
parole,
per spiegarti in che modo scandisci
il ritmo del mio cuore.
10.4.1996
12
APRILE
Il tuo corpo è pallido come un mare
di latte,
un mare sul quale finalmente
navigo,
senza mappa e a
caso,
ma sicuro e fino all’interno
dell’ultimo golfo da esplorare.
E ad ogni onda del tuo
mare,
la mia barca e la tua
superficie,
diventano una sola
essenza,
plasmata da tutti i nostri
sentimenti
e da tutte le nostre
passioni.
12.4.1996
C’è sempre una parte in ognuno di
noi,
che deve ancora imparare
qualcosa,
di
importante,
di
diverso.
Quando due persone si
incontrano,
se si insegnano la parte che ancora
manca,
completando il loro
io,
vuol dire che è nato qualcosa di
magico,
un legame
indefinibile,
un sentimento
incomparabile.
14.4.1996
POSSO
Posso sentirmi uno
zenista,
un filosofo o il peggiore degli
accusatori,
o un accusato con il capo chino
sulla ghigliottina.
Posso avere
un’apparizione
o essere un’apparizione per
qualcuno.
Posso ricevere molto ma mai quanto
ho sete di dare.
Posso essere come lama calda su
burro,
far attraversare un
cieco
o essere arrestato per atti
osceni.
Posso camminare tra
scarafaggi,
essere uno di
loro,
o
ucciderli.
Comunque
posso,
perché
vivo.
14.4.1996
ALTERNANZA
Non avevo dubbi sull’esistenza
dell’alternanza.
Ma non avrei mai pensato di dover
dire di non averti,
poche ore dopo aver detto di
amarti.
Non avrei mai
immaginato,
dopo esserci amati in tutti i
sensi,
di dover pensarmi
solo,
di dover pensare al vero dei nostri
sentimenti.
16.4.1996
IO, NERUDA E IL TUO NON
ESSERCI
La passione, il dolore, il pianto
che non è di sofferenza.
I tuoi seni, la tua pelle
bianca.
Gocce. Sudore. Gocce.
Dense.
Speranze, gemiti, vibrazioni. Forti
emozioni.
Guerra di labbra, lingue, sguardi,
baci.
Ginocchia fredde, piedi freddi,
nudi.
Capi chini su spalle di
abbracci.
Capo
chino...
Animi laceri, come
lenzuola.
Risvegli dolci, ogni
mezz’ora.
Morsi,
brividi.
Tu sei fatta con pezzi di luna, di
cielo,
di terra, e con gocce di genitore,
di figlio e fratello,
e sei fatta di amicizia e
sesso.
Tu sei,
e non tu
eri!
18.4.1996
PENSAVO...
...sulla mia vita mai tracce di
polvere.
Io ti ho
mangiata.
Tu mi hai
inghiottito.
Capriole di ragazzini
sull’erba.
Gioia.
La magia di una
cascata.
Quanti bei momenti che offre una
giornata.
Pensavo te ne potessi
accorgere.
22.4.1996
IL FIORE E
Questo fiore ha petali
delicati,
non quanto sono delicate le tue
labbra.
Questo fiore può morire, come tutto
ciò che ha forma,
per un
perché.
Ma piantarlo nei nostri
cuori,
curarlo con i nostri
sorrisi
e annaffiarlo con le nostre
lacrime,
non lo farebbe
morire.
Eppure lui non saprebbe mai cosa
stiamo facendo per lui
e
perché...
Forse non dovremmo farci troppe
domande sul gusto del nostro esserci lasciati andare,
con baci,
sorrisi,
momenti,
o col fare
l’amore.
24.4.1996
CATACLISMA
Sei tu che hai creato le mie
glaciazioni,
sciogliendo i nevai e i ghiacciai
con le tue emozioni;
alterando maree, provocando
inondazioni,
scegliendo di salvarmi con le tue
oasi e le tue provocazioni.
Adesso da buon cataclisma, da buon
evento naturale,
lasci dei morti e delle
macerie
e diventi un evento di cronaca da
catalogare.
26.4.1996
NON
RINUNCIO
Penna, fogli, idee e
versi.
Non vi lascerò mai
incustoditi.
Qualcuno consiglia di spengere il
cervello.
Ma costruire
immagini
e gettar fuori le
emozioni,
mi appaga
troppo,
mi è necessario, è
bello.
Non rinuncio a una parte di
me.
Non sono le tempeste di idee dalla
mia anima,
o della mia coscienza a farmi
struggere per il dolore.
Sono altre cose che pugnalano gli
occhi e fanno sanguinare il cuore,
incenerendo la
speranze,
lacerando tutto aumentando le
distanze.
27.4.1996
PELLEGRINAGGIO
Incontrerò una
monaca,
nel suo
eremo;
o incontrerò un monaco
eremita,
senza fissa
dimora.
Sarò a
caccia,
sarò alla
ricerca.
Avrò sete di
tutto,
non solo di
te,
anche di
sapere.
Cercherò l’umorismo e la
provocazione.
Non esiste niente di
intoccabile.
Cercherò la pace e la
provocazione,
il soffio del vento e la
tentazione.
Non esiste nessuno refrattario ai
sentimenti.
Già cogliere l’essenza di ogni
istante,
di ogni respiro, di ogni
passo,
o di ogni
parola,
travaglia il mio
pellegrinaggio.
Ma cogliere l’essenza della
vita,
è difficile quasi quanto vedere il
sole regalare il suo fuoco alla luna,
e divenire
spoglio.
28.4.1996
OCCORRE
IMPARARE
Occorre
imparare.
Occorre imparare a scegliere le
citazioni.
“Se qualcuno ti mostra la
luna,
è questa che devi
guardare,
non la mano di chi la
indica.”
“Bisogna avere molta cautela con chi
è felice.”
Occorre imparare, mio caro
io.
Occorre imparare, mio caro
poeta.
Occorre imparare, mio caro
uomo.
Avrei giurato di non vederti mai
più,
di non sentire più il tuo
sapore.
E adesso invece mi sei molto più che
vicino,
mi sei
dentro.
Mai più dirò
mai,
mai più dirò
sempre,
o forse, o sì e
no,
o
abbastanza.
Occorre
imparare.
30.4.1996
PASSO
Passo
celere,
senza
cicerone.
Via dalla
tana.
Mi seguono occhi
ignari.
Su un tomo a più
volumi,
si narra della mai
odissea.
Non c’è
volgarità,
non esistono
miserabili.
Continuo il mio passo
celere.
11.5.1996
DICHIARAZIONE
Amo la partecipazione
emotiva!!
11.5.1996
IO, OGGI,
ANALISI...
La razza umana segue troppo la
filosofia delle masturbazioni,
sia fisiche che
mentali.
Eppure possono indurre a
ispirazione.
Però piovono critiche su
critiche.
Ma voi che criticate, potete
farlo?
Io accetterei critiche da
Ginsberg,
che ha reso poesia
l’omosessualità,
la pornografia, il
sesso.
Molto più difficile che spoetizzare
un alba o un tramonto.
Buddismo, zen, Pessoa,
Whitman,
eppure tutto mi è
chiaro,
nel mio kaos
mentale.
Dolore produce
ispirazione...
la classe dei
poeti,
ammaestratori di
segreti.
6.5.1996
NON
Non c’è
aureola.
Non si scruta il
sublime.
Non si condanna la
superbia.
Non si dipinge nessun affresco con
l’indaco.
Non c’è differenza per noi
artisti,
tra un campo di grano e un campo
d’argento.
3.5.1996
MOMENTI
Quando accogli la mia testa sul tuo
petto...
Quando scorza d’agrume
maturo,
su ferita ancora non
rimarginata...
Quando rintocchi di goccia su
foglia,
o di lacrima sul tuo
viso...
4.5.1996
Io mi chiamo
artista,
genio,
savio
pazzo.
Io poeta,
io
psicologo:
direte voi, come è
possibile!?
Giocate di
ruolo,
ridete più
spesso.
E date più importanza ai
contesti.
Vi accorgerete del
nobile,
dell’animale,
del ladro
e del gentiluomo che è in
voi.
12.5.1996
TRA
VENT’ANNI
Vi vedo
tutti.
Dottori,
avvocati,
affogati nelle mura e nei codici
penali
nel fumo di locali
sconosciuti.
Finanzieri,
infermieri,
ricorderanno il loro
ieri.
Ville,
cellulari,
tappeti
persiani,
gatti
persiani,
persiane
chiuse
e
quindi...
...buio.
30.5.1996
PROVACI
TU
Provaci tu a scrivere sulla
superficie di un fiume.
A cavalcare uno
scarafaggio.
O a far volare una
libellula
con le ali
legate.
Provaci tu, una
volta,
a buttar giù dal
dirupo
quel pesante
fardello.
Arriverai
spoglia,
ma almeno
arriverai,
e potrai
continuare.
29.5.1996
INDIFFERENZA
Indifferenza.
Ecco il
sentimento
che si meritano i
superficiali.
Sono più pericolosi dei
cattivi.
Vedono ma non
osservano,
sentono ma non
ascoltano.
Respirano per
necessità,
non per godersi i colori dei
fiori,
e i profumi dei
tramonti.
30.5.1996
ECCOMI
Eccomi.
Uomo bambino se ti
stringo.
Bambino uomo se mi
stringi.
Eccomi. Oratore per chi mi vuol
sentire,
saggio muto per chi non mi ascolterà
mai.
Eccomi. Fratello, orgoglioso di
esserlo.
Figlio fiero di fieri
genitori.
Futuro genitore di figlio fiero di
avermi padre.
Fiero di
averti,
fiero che tu mi
abbia.
Eccomi. Amico
amato
viscida persona
odiata.
Eccomi col mio voto
all’urna,
con le mie scelte
musicali,
il mio non farmi la
barba,
il mio
scrivere.
Eccoti.
Eccomi, finalmente
io.
29.5.1996
OPPOSTI
Bene e
male,
Dio e
Diavolo,
Inferno e
Paradiso,
follia e
saggezza,
libertà e
oppressione,
acqua e
terra,
fuoco e
ghiaccio,
piacere e
dolore,
uomini e
donne,
vizi e
virtù.
Vedi, dovrebbe essere tutto
chiaro.
Allora spiegami
noi,
allora spiegati
noi.
3.6.1996
QUATTRO
SEI
Le frasi
fatte,
i luoghi
comuni,
le
ipocrisie
in questi momenti sono all’ordine
del giorno.
I consigli sono sempre li
stessi
e tutti
inutili.
Sempre le stesse
parole.
Ma tu resti come un idiota,non
capisci.
La realtà è
diversa.
La realtà è che non ci sei più.
Stop.
Sto male.
E sinceramente
sono anche molto stanco.
4.6.1996
SULLA
MAGGIORANZA
Se la maggioranza è composta da più
menti,
che pensano allo stesso
modo,
ebbene
questa,
a parer
mio,
non
esiste.
Perché non esistono al mondo neppure
due menti
che pensano allo stesso
modo.
Tuttavia,
se la maggioranza
esistesse,
io non ne farei certo
parte.
8.6.1996
COME UNA
PAGINA
Un po’ mi sento come una
pagina,
scritta di sera da un grande
scrittore;
non completata per la di Lui
morte,
la notte
successiva.
Non completo.
Diverso.
Ormai mi è cambiato persino l’odore
del sudore.
Cediamo alle
tentazioni,
oh Mondo,
o ci avveleneremo coi nostri stessi
piaceri repressi.
19.6.1996
CAMMINARE
Camminare sulla sabbia
estiva,
a
mezzogiorno,
forse scotta i
piedi.
Ma ti senti come un
fiore
appena nato: molto
libero.
Ma brucia molto di
più...
perdere;
ed è molto più libero
vincere.
11.6.1996
LAVORI IN
CORSO
Ci sono lavori in
corso
sulle strade dei nostri
cuori.
E ci sono ragnatele perfino nel
buio,
alto,
delle
costellazioni.
Ci vorrebbe un forte
vento,
a spazzare via tutto ciò che è in
più,
a portare tutto ciò che
manca.
Vento come quello che spazza gli
insetti,
dalle foglie delle
felci,
in
inverno.
12.6.1996
ANIMI
FRIABILI
E’ dura avere gli animi
friabili.
Fa accorgere del ritmo che si davano
i nostri corpi,
come mosaici,come
melodie.
Possiamo sfidarci a chi sogna di
più.
Ma ho un
timore:
delle tue ultime azioni
umilianti,
sono meno dolorosi insulti, minacce
e risa di disprezzo.
Ma non mi hai
insultato,
né
minacciato,
né
disprezzato.
Segno evidente che avevi a
disposizione
mezzi molto più
potenti:
animi
friabili.
15.6.1996
SERVIREBBERO
Servirebbero più
vite
per percorrere diverse
strade,
evitando le
salite
e fermarsi a
ripensare.
Non dovrebbero servire
compromessi
con relativi annessi e
connessi.
Servirebbero momenti
intensi,
da passare con
persone
che sono un’altra delle tue
facce.
Servirebbero o no, servirebbe,
servirà...
per adesso
non penso serva cercare ancora le
tue tracce.
3.7.1996
STRADE
Strade democraticamente
scelte,
per voto, per alzata di
mano,
per consiglio
supremo.
Strade da non abbandonare
mai
se ormai son per metà
percorse.
Strade che non ti mettono alle
strette?
Larghe?
Spianate?
Mai!
Strade in
salita,
strade
strette.
Magari
parallele,
senza incontrarsi
mai;
ricche di
incroci,
ricche di volti, di pensieri e
voci.
4.7.1996
VORREI
SPEDIRE
Vorrei spedire
cartoline
dove in ognuna c’è un pezzo di
me.
Vorrei spedire alcune
lettere
con dei sorrisi che somigliano a
me.
E vorrei fare lunghe
passeggiate
sui viali che sanno di
me,
con tramonti sopra gli
alberi
che profumano del verde che
c’è.
Vorrei ciò che sono si
vedesse
vorrei che ciò che do si
notasse.
Vorrei che chi mi è accanto si
accorgesse.
3.7.1996
RITUALE
E’ un
rituale
è un ritorno al
sorriso.
C’è
qualcosa
e ti senti
investito.
Ma qualcuno ancora si
oppone,
non so
perché
e non so
come.
Affogate nelle vostre
nevrosi,
che io navigo con le mie
perversioni
e mi dirigo verso forti
emozioni.
5.7.1996
ESISTE...
Esiste perfino chi ha bisogno dei
doppiatori,
dei
suggeritori,
per dare parole ai colori delle
emozioni.
Esistono ombre
lunghe
anche in giorni senza
sole.
Brucerai come altre mille persone,
sole?
Non proverai più ad allungarti
premendo l’addome
contro il lato del
tavolo,
per prendere quel qualcosa che
vuoi.
E io non lascio
eredità
e mi scoccerò di
pedinarti.
Spero di no, ma tu
forse,
allora,
ti confonderai agli
altri,
e vi vedrò
così:
stivali a punta e
tatuaggi
e luci
psichedeliche
e pasticche
piccole
come il momento che precede l’ultimo
respiro,
e orecchini indiani e lembi di fumo,
artificiale e mortale
e agri odori
ascellari
fuggiti da strette e coloratissime
canottiere
e voi,
abbronzatissimi,
fuggiti da qualche preistorico drive
in
da qualche vecchio film
americano,
vedrete,
forse
tardi,
la vostra
pochezza.
6.7.1996
IL SUO
NOME
Sarà Sara,
sarà Serena non solo nel
nome,
sarà Libera anche
nell’anima.
Alba, ma più romantica
o profumatamente Margherita.
Grazia non solo nel comportamento.
Non sarà un titolo,
o il sinonimo d’un’emozione
non sarà il nome a voler dir
qualcosa
sarà semplicemente il suo sorriso
a farla esser veramente tutta
un’altra cosa.
5.7.1996
FORSE
Forse ci terremo per
mano,
comunque e per
sempre.
Solo che il tuo
pavimento,
forse,
sarà il mio
soffitto,
forse il tuo buio sarà la mia
luce,
e le tue colpe i miei
meriti.
Ma
forse...
3.7.1996
CADUTE
Chi inciampa e
cade
chiede di essere
rialzato
e non di voler restare a
terra,
e se non chiede
niente,
chi è vicino porge la mano per
gentilezza,
affetto.
E da una caduta nascono
cortei,
processi,
profili di persone mai state in
posa.
Cadute che trasformano il
corpo
in gabbia che non fa volare parole
ed emozioni.
Cadute che non offrono
verifiche
rivalutazioni.
Cadute,
le tue,
che fanno ancora irruzione nella mia
mente.
Cadute sempre
uguali,
siano esse di giorni festivi o
feriali.
Cadute che sono un
richiamo,
cadute
meschine,
cadute su strade di malinconici
rimorsi.
8.7.1996
CANI
ABBAIANO
Cani abbaiano
lontano
ma la sirena di una autoambulanza li
copre.
Sabato sera, leggo
Kundera,
che così come
Altri,
mi fa annegare nelle parole
che,
sottolineando,
mi riportano a
te.
Qual è il senso della
vita?
Il sapore di anguria, di
fumo?
Il cubetto di ghiaccio che rende
fredde le labbra?
13.7.1996
DESIDERIO
INTERIORE
A che cosa serve
nascondere?
Se ho ancora le tue impronte
digitali addosso.
Su quale
imperativo,
chiaramente
diverso,
si basano le nostre
vite?
Elogio,
podio,
segnali di
fumo,
tam-tam?
Quale è il nostro più profondo
desiderio interiore?
Il mondo tende
trappole
ed è sempre pronto a
lacerare...
qualcuno o
qualcosa.
Per cui facciamo
attenzione.
15.7.1996
FACCE E
FECCE
Iscriversi
all’università,
andare alla posta per un
vaglia,
per pagare il
telefono,
stare in fila ad un
semaforo...
ormai mi fa venire in
mente
la distribuzione di pane e
patate,
durante la
guerra.
Vorremmo tutti
scappare
da questo sequestro fatto di
abitudini quotidiane,
che ci portano non davanti a facce
ma davanti a fecce.
30.7.1996
IL
COLLO
E’ il collo che mi
colpisce.
Non un corpo o un animo
prefabbricato,
è il collo che mi colpisce per
primo.
A volte ho paura di manganellate
improvvise,
forse perché mi sento una cravatta
al collo,
come un
cappio,
che mi proietta in una
festa,
alla quale non sono stato
invitato.
Tutto ciò è
strano,
ma è il collo che mi colpisce per
primo.
31.7.1996
La brutalizzazione dello
spazio
è dovuta all’uomo, al vizio,
all’ozio,
al gergo di
partito,
al tarlo di ogni
mente
a chi affoga nei
proclami
ma non conclude
niente.
1.8.1996
GIOVANE
POETA
Il giovane poeta era seduto su uno
scoglio,
e trovò l’ispirazione dopo uno
sbadiglio.
Contemplò
l’orizzonte
poi scrisse
prepotentemente:
L’individuo ha sempre molte
risorse
per esprimere il marcio che ha
dentro;
e tu sei stata come un fuoco
d’artificio,
che sebbene sia stato più bello
degli altri,
come gli altri si è sciolto
nell’aria.
2.8.1996
IL VOSTRO
FREEZER
Cerco di usare il mondo per
riflettermi,
come fossi chino su uno specchio
d’acqua.
I momenti duri sono
interminabili,
i bei momenti volano come
rondini.
Lo dicevi anche
tu.
Io ho compassione solo per chi la
fa.
L’amore non è un
liquido
e non
evapora,
soprattutto se non è stato al
sole,
all’aria.
D’altronde non ho spirito di
emulazione
e non pretendo di essere
obiettivo,
però ho notato che avete il cuore
gelato,
più del vostro
freezer.
31.7.1996
GIALLO
E’ il giallo che
accomuna
il mio piacere e la mia
sfortuna.
E’ infatti il
biondo
di un respiro
profondo,
la mano
tesa su spighe di grano
o il sole
che tramonta su ciò che si vuole.
Neppure l’oro
vale più di questo tesoro.
23.7.1996
IN CIMA AL
MOLO
Con passo
conturbante,
corroso dalla
denutrizione,
il giovane corse verso le
dune,
come verso un
sogno,
con il sangue che pulsava come
magma.
Oggi resta solo una statua
d’avorio,
in cima al molo di un piccolo
paese.
24.7.1996
CORRUCCIATO
Corrucciato,
penso:
occorre esplorare anche i dintorni
delle anime,
sempre facendo attenzione alle
figure allegoriche,
alla lealtà, alla popolarità, alle
competizioni.
Barche attraccate potrebbero essere
vascelli fantasma,
e teoremi potrebbero essere semplici
stupidaggini.
25.7.1996
ANARCHIA
Vorrei vivere sopra un
dirigibile,
fare il
palombaro,
blindare il mio io più
debole,
armare il mio se più
aggressivo,
esplorare così tutti gli
entroterra,
i fiordi,
difficilmente
accessibili,
dei vostri
pensieri,
esternando
così
l’anarchia che nessuno di voi ha mai
visto
in me.
6.8.1996
ORE
5.54
Sono
sdraiato,
provo a dormire sopra il
pavimento,
ma il caldo mi provoca
sgomento.
Gocce sulle tempie
piene,
sento il cuore pulsarmi nelle
vene,
forse perché ho
bevuto
ed ho mangiato molta carne e
pane.
Avevo sognato di un testo in
inglese,
scialbo e senza
pretese,
parlava di
te,
che ti morsicavi le
labbra,
rosa e
carnose,
e che ti
graffiavi,
cercando di capire se esistevi
ancora.
5.8.1996
L’ALBERGO DELLE
ANIME
Nell’albergo delle
anime
non troverai
camere,
ma
confessioni.
E per ogni confessione una
chiave.
Ma per ogni chiave mille
serrature,
mille
tentativi.
E alle prime avvisaglie di
abbandono,
le parole di un maggiordomo
calvo,
ti spiegheranno la sofferenza di un
errore.
18.8.1996
QUOTIDIANO
Strage di
turisti
poltrona per
due
tempo di mucca
doc
avviso di
proroga
cerca la convenienza
!
Affresco
sfregiato
NECROLOGIE
titoli di
stato
festino con
hashish
smarrito
cane
ed è subito
derby
privato vende
Aprilia
23.15 - Omicidi d’elite -
telefilm
9.8.1996
I
VIAGGI
Era un preludio alla
festa,
ed esaltavo la mia vocazione
nomade,
da tutti
incompresa,
come avrebbe potuto fare il suono di
un bolero.
Ponti, acque, isole, foto.
Venezia,
romanticamente
affascinante.
Monti e nevai,
vulcani.
Ogni partenza era un preludio alla
festa.
Come
adesso.
I colori spagnoli in
sogno,
le luci
parigine,
reali.
Era l’ouverture di una
sinfonia,
era la toccata e
fuga
per un
bambino
esploratore di un posto
nuovo.
12.8.1996
SIGNORE A
TEATRO
Quella cornice
dell’800,
con un mantello su un
angolo,
era divenuta una
scenografia.
I conquistatori da una
parte,
la breccia
dall’altra.
Una ballata faceva roteare i lunghi
costumi.
Le nostre
signore,
in prima
fila,
erano terrorizzate dal
trucco
sul viso
dell’impiccato
non più della
possibilità
di non possedere la loro
pelliccia.
17.8.1996
ESODO
Le lamiere delle
vetture
emanano
calore.
L’esodo estivo mette in
fila
milioni di
famiglie,
così unite su quei quattro
sedili,
eppure così
divise.
Tutti in
fila,
ma non come
formiche,
che lavorano per il
futuro,
raccogliendo
cibo.
Qui si raccoglie solo
insulti,
da un finestrino all’altro
!!
23.8.1996
E’
BUFFO...
...che non ti abbiano
chiesto
se ci volevi venire al
mondo.
E non ti chiederanno
neppure
se ti sei
stancato.
Oltretutto,
l’unica certezza della
vita,
è la
morte.
Che buffo
!!
24.8.1996
I DUE
FRATELLI
I due fratelli si
abbracciarono.
Quando il piccolo
entrò
erano davanti alla
tela,
appena
terminata.
Colori
freschi,
odore
acre.
Erano trascorsi tredici
anni.
Fecero un
salto,
dalla sedia fin sopra al
tavolino,
e cavalcarono la
scopa,
come avrebbe fatto un
bambino.
24.8.1996
SFIZIO
Vedere...
i burocrati in fila per
uno,
gli assassini, in coro,
cantare,
i sicari morire dal
ridere,
i mandanti dentro nere
bare.
Riaffiorare i valori
scordati,
gli ideali
seppelliti,
per cani e bimbi
abbandonati
niente viaggi sulle
Dolomiti.
24.8.1996
PAZZIA
AGOSTANA
Vorrei vivere più
leggero,
avere una marcia in
più.
Mi si ingolfano i ritmi delle
giornate.
Mi manchi... oh
carburante,
per affrontare questi lunghi viaggi
senza meta.
Sono al
volante,
accanto c’è Eta
Beta.
Se mi rileggo la diagnosi è pazzia
!
Sono le perle di legno della tua
collana,
o le parole che in sogno mi dice la
luna ?
P.S.: decisamente una delle
peggiori; come vedi inizi ad ispirarmi ben poco !!
24.8.1996
CADONO
PAROLE
Musica
classica.
L’orchestra è diretta da un
pagliaccio,
ha un nasone rosso e
tondo
ed i capelli
verdi.
I musicisti si trasformano in
fornai
e iniziano ad impastare della
farina.
Scoprono di essere a centinaia di
metri sotto terra,
in una miniera, a sputare
sangue
per portare il pane alle loro
famiglie.
Nella Via Lattea le stelle intonano
un madrigale.
E ci sono file di
ragazzi,
giù, sulla
terra,
in un autogrill, pronti per buttarsi
via.
Ma da un osservatorio, nel
Paradiso,
Marco Polo e
Colombo
non riescono più a
riconoscerlo,
questo
Mondo.
Nasce un labirinto, dai
disboscamenti delle foreste,
e all’equatore nessuno
più
racconta
favole.
Solo il Brasile è a misura
d’uomo.
E il vampiro lo
sa,
lui che ha imparato
l’etica
dalla Bibbia e dal
Vangelo,
e che ora si trova
solo,
sulla
zattera
durante la
tempesta.
Lui è
nero.
Eppure sopra di lui vola un bianco
gabbiano.
Candido. Come
Voltaire.
Furioso. Come
l’Orlando.
Inesistente. Come il cavaliere di
Calvino.
2.12.1995
Se una persona a cui voglio
bene
mi chiede un
favore,
godo nel
farlo.
E’ così un po’
sempre;
e forse è
errore.
Se però questa persona
vale,
allora godo fino in
fondo.
Da un consiglio, a comprargli il
pane.
Per me è come il sole che filtra le
persiane.
29.11.1995
Addio gufettino
mio.
Da oggi non ti vedrò più con la mia
luce negli occhi.
Da oggi non dovrò veder più la tua
luce negli occhi,
così diversi tra
loro.
Rimane il
passato,
perché non si può
cancellare.
Rimane il passato che non si può
rubare;
che è bello da
ricordare.
Ci rimaniamo nei
cuori
a vicenda,
niente di più. Quasi fosse
poco.
Ci siamo fatti delle
promesse
e siamo troppo
leali
(ed è per questo che
soffriamo)
per non
mantenerle.
Mi hai dato
molto.
Spero anche io. Anzi lo so. Perché
non credo più, so.
Da domani nasceremo di
nuovo
ma senza
conoscerci.
Quasi una
reincarnazione.
Peccato.
La mia lei avrà molto di
te.
Chissà il tuo
lui?
La vita va
avanti.
La strada è
lunga,
auguri ad
entrambe.
30.11.1995
Ci sono sempre pochi
libri,
ci sono sempre pochi
dischi.
Sono troppo pochi i minuti per
te,
sono troppo pochi i sogni per
voi.
Poche sono le parole che
dicono,
ancor meno i gesti che
compiono,
Troppe le
lacrime.
Solo poche diventano
gemme.
27.11.1995
Ombre di zolle sulle arature dei
campi.
Profumati filari di
viti.
Verdi
come quelli degli
ulivi.
Sapori veri e
caldi,
anche se è freddo
oggi.
Si azzerano i
minuti.
Qui c’è tutto il prima ed il
poi.
Mura di antichi borghi
medioevali,
Sole invernale che squadra la torre
col suo campanile.
Strade piccole, colorate d’argilla,
ripide,
che in alto tagliano il
cielo.
Suonano le
campane,
ora come
allora.
Toscana.
26.11.1995
Ho riaperto il diario. La sua
cordicella era rimasta più di venti giorni indietro.
E invece. Ne è passata acqua sotto i
ponti.
Ancora una volta ne esco con le
spalle più quadrate, ancora più forte, ancora più
uomo.
Sono solo tre mesi che mi hai, Roma.
Eppure sembra un secolo. Forse perché,
come al
solito,
vivo intensamente ogni
momento,
La vita è una scalinata molto più
lunga e bella di quella di Piazza di Spagna.
Grazie a Voi che mi metteste al
mondo. Anche per Voi, come per me, voglio dare un senso al mondo. Anche per voi
che mi siete più attorno, e che credete in me.
Piangere, imparare, amare,
vivere...
Le emozioni che il destino e la vita
ci offrono,
sono il magnifico che ti sta
intorno,
che ti fa pulsare il
cuore,
che ti fa sentire te
stesso.
1.12.1995
LETTERATURA. Non sono “Il fu
qualcuno e qualcos’altro”. Non sono “In cerca d’autore”. Mi sento un po’ “Fuori
dalla culla”, caro Walt. Vedo “Foglie d’erba”.
Quanti poeti e letterati, su banchi
liceali,
son passati inosservati. E poi,
invece... voi.
“Su nessuna cosa del mondo sappiamo
poco quanto su noi stessi”, concordo Hesse.
Il destino, scrisse Pessoa, è come
una persona, e cessa di importunarci se si accorge che non diamo importanza a
ciò che fa.
Chi cito, e pochi altri poeti e
letterati, ringrazio d’avermi presentato mondi
sconosciuti.
AMORE. Fratelli, sorelle, famiglie,
gruppi di persone. Madri e padri, Baci e abbracci. Lettere d’amore. Amici,
strette di mano, solidarietà, mani tese. Telefonate.
Sesso. Conversazioni, carezze.
Spiegazioni. E’ Coraggio, è abitudine e non. E’
devozione,
è una valanga non di neve ma di
bene, di emozioni, di riso, di lacrime.
E’ altruismo, strade che si
incrociano. E’ un gioco, una festa, produzione inesauribile di sentimenti. Senza
interferenza. E’ entusiasmo, non è finzione.
E’ pianto, dolore e sofferenza. E’
dove latita la tua mente.
MONDO. Letteratura e amore. Terra,
sangue, religioni ed opinioni.
Politica e poesia. Divertimento,
gioco, filosofia, psiche.
Incontri e scontri. Etnie,
competizioni.
Conferenze, progetti,
economia.
Guerre e matrimoni, oceani,
montagne. Geografia. Passato, presente, futuro.
Presente, musica, teatro, amicizia,
sesso. Passa avanti.
GLI IO. La tua letteratura, il tuo
amore, il tuo mondo. Gli scopi.
Il personaggio di te stesso. Il tuo
passato plasma il tuo presente.
Il vivere presente progetta il tuo
futuro. Il tuo futuro: tu e gli altri.
Il tuo cadere e rialzarti. La
maggior espressione di altruismo ed egoismo.
Appuntarsi luoghi, emozioni,
sentimenti, persone.
Meditare, vivere l’essenza della
vita. Godere del soffio del vento, di una lacrima,
di un
sorriso.
Esserci.
3.12.1995
Sono molto
stanco.
Un po’
disorientato.
Un po’
soffro,
e mi arrabbio
facilmente.
Piango.
Buon
segno,
Sono
libero.
3.12.1995
Se tutti quanti facessimo un attimo
di silenzio!
Le parole sono
importanti!
Fellini.
Moretti.
Ed io,
che dico?
E chi mi
citerà?
Non
saprei...
ma
ultimamente,
mi manco
molto.
3.12.1995
Voglio comprare un enorme
ombrello.
Per ripararci dal male che cade giù
assieme alla pioggia.
Sarà
bello.
Poi il cielo si stancherà di
buttarci addosso di tutto.
Noi non chiuderemo
l’ombrello.
Lo metteremo a capo in giù,
nell’acqua del mare.
Io lo
guiderò,
tu mi insegnerai la strada per
arrivare a casa tua.
Quando tu sarai
lontana,
ed io nel mare, sopra il nostro
ombrello,
metteremo tutti e due le mani
nell’acqua,
e sarà come
toccarsi.
10.12.1995
Il tuo non esserci è per me
un’anomalia.
Tu usi molti più
colori,
per colorare la mia
vita,
rispetto a quelli che esistono in
natura.
Sarà per questo che non sento
gelosie,
o che non vedo le signore in
pelliccia,
e strade luminose dai diamanti delle
gioiellerie.
C’è chi non vuole il nome sulla
croce.
C’è sempre un qualcuno che non vuole
un qualcosa.
Io non voglio
perderti.
Per la prima volta ho voglia di
ballare.
Chiudo gli occhi e, al
buio,
balliamo un valzer
elegantissimo.
Non ti sto
pensando.
Esisti in me, ed è completamente
diverso.
12.12.1995
Scende la
neve.
Qui non è una cosa da tutti i
giorni.
Da piccolo la aspettavo. Sognavo un
Natale innevato.
Oggi non mi rallegra neppure un
po’.
Scende la
neve.
Mi rallegrerei solo se tra un fiocco
e l’altro,
scendessi giù anche tu, col tuo
piccolo corpo.
Invece, mentre ti sogno
così,
forse sopra di te splende il
sole.
Spero ti risplenda anche
dentro,
magari
pensandomi.
13.12.1995
Cosa odi ?
Whitman.
Nessuno ama un altro, ama soltanto
ciò che di sé c’è in lui, o che suppone. Reis.
Hai tanto potere su di me; via,
trasformami in un uomo che sia capace di ciò che è ovvio.
Kafka.
Solo il dolore fa crescere, ma va
preso di petto, chi svicola o si compiange è destinato a perdere.
Tamaro.
Studiare studiare studiare. Verrà un
giorno che avremo bisogno della nostra intelligenza.
Gramsci.
Quando sembra tutto perduto, quando
tutto sembra non aver più senso, quando ogni riferimento è perso; la nostra
unica risorsa di vita sono le persone che ci sono vicine.
Marx.
Grazie a voi tutti, e a tutti coloro
che aiutano ad apprendere.
Voi siete vedovi d’amore e orfani di
fantasia.
Vi volete lasciare all’orfanotrofio
della vita.
Volete una riabilitazione
mentale,
il lavaggio del cervello
forse.
Volete esser
compatiti,
voi prostitute che vi sognate
suore,
voi uomini fenomeni da
baraccone,
che dall’alto della vostra falsa
vita vissuta,
predicate da santoni e vivete da
predoni.
Voi vi nascondete dietro gesti e
parole,
che hanno lo spessore di un granello
di sabbia,
e avete il coraggio di lagnarvi se
vi scoprono subito.
14.12.1995
Si avvicina Natale, ti allontani
tu.
Neve, regali e pacchi in ogni
programma tivù.
Stella cometa che
transita...
se tu giri la
manopola,
tiri la leva o premi un
bottone,
azioni la mente e ti fai una
ragione.
Inutili barlumi di
lucidità
che passano in una
giornata.
Piangi, imprechi, pensi a dove
sarà,
aspettando almeno una
telefonata.
20.12.1995
Cadono,
i miei
sogni.
Cadono,
come gocce di
pioggia
in estate,
sull’asfalto
bruciato.
29.6.1995
Chiuso stretto
nell’accappatoio,
mi guardo allo
specchio,
con gli occhi da
avvoltoio.
Gocce d’acqua in bilico sulle
ciglia,
lavano l’anima che è rimasta
scura,
anche dopo la
doccia.
Barba lunga vita
stretta,
anzi
corta.
Domani un’altra
doccia,
un altro pezzo di
carta.
20.12.1995
Quale legislazione è
opportuna?
Quale persona mi è
compatibile?
Come attutire i colpi, tutti i
colpi?
Quando è
prematuro?
Perché è
famigerata?
19.12.1995
Se per gli anni a venire non hai
nessuno con cui parlare,
non hai nessuno da toccare o
baciare,
non hai nessuno da
ascoltare,
non hai niente di bello da fare,
progetti
o altre cose del genere a cui
pensare;
possiamo tenerci liberi e giocare
insieme alla vita.
21.12.1995
La vita, tra le altre
cose,
è una ricostruzione, una riforma, un
progetto.
Tu sei una
montagna
e chi ti ama diviene un fiore
rupestre.
E ti cresce
sopra.
Che tu sia il quintogenito del
Diavolo,
o il braccio destro di
Dio,
non interessa a nessuno, forse
neppure a te.
La vita, tra le altre
cose,
è fatta di
tasselli.
Tu puoi lanciare
l’S.O.S;
se ti sei comportato
bene,
ti
salveranno
e non dovrai certo pagare in
dobloni.
19.12.1995
E’
indiscutibile.
Ogni campo ha la sua unità di
misura.
Il metro e
l’altezza,
il chilo e il
peso,
il litro, il grado e via
così.
Ma come posso quantificare il
nulla
dei vostri elefanteschi
atteggiamenti,
dei vostri sentimenti da
iene.
19.12.1995
Stramaledite!
Stramaledite chi sperpera e
spreca.
Sorrisi scabrosi di color
perlaceo,
perfino trai
lillipuziani.
Stramaledite chi fa tutto in senso
generale.
Vite nozionistiche, basate sul voto
e sul giudizio.
Cuori di minerale, menti che non
accettano
niente di superiore allo
yo-yo.
Stramaledite chi basandosi sulla
percentualizzazione,
dà adito alla follia e al
varo
della nave del
terrorismo.
Stramaledite gli usurai perfino di
parole.
Stramaledite!
19.12.1995
Andate a lezione da chi conosce
l’abbicci del quotidiano.
Che in questo ostello che è il
mondo,
siete sempre pronti a reputare anche
chi scrive sul papiro o ha code di pavone.
Parlate della gravità o dei mosaici
bizantini,
quando credete che “merda” abbia
etimo latino.
E’ gravoso vivere,
vero?
E allora state più attenti allo
scricchiolio della vostra soffitta e della vostra
coscienza.
20.12.1995
Stavo accubito sul
letto,
stavo pensando al vostro
arrivismo,
a come aderite e
scegliete,
malgrado la benda che
portate.
Stavo pensando a quanti pochi
documentari avete visto.
Stavo pensando a ciò che a voi piace
celebrare,
a ciò che per voi è
consueto.
Stavo pensando a voi che accentuate
le cadute,
che siete prolissi e
capricciosi,
che pensate che il
cenacolo,
sia uno strumento a
fiato.
Stavo accubito sul
letto,
stavo pensando
profondo.
Su chi potrebbe essere l’hostess
dell’ultimo volo,
il burattinaio di questo brutto
giochetto.
20.12.1995
Sei così
piccola
che ti stringo nel
pugno
chiuso
della mia
mano.
Fai
attenzione,
stringerò più
forte,
non voglio farti volare
via.
Sei così piccola che entri in un mio
pensiero,
in una mia
parola,
nella mia
mente.
Sei piccola e dici di avere piccoli
anche l’animo,
il cuore, o chissà
che.
Sai che non è così. Potresti non
essere piccola,
per me ad
esempio.
Sei così
piccola,
e sei contenta, perché
così,
credi di non dare
nell’occhio;
o di non dare più
nell’occhio.
Ma come
vedi,
sbagli,
e ne sono
felice.
21.12.1995
La vita...
è come
cavalcare.
Da prima a
pelo.
Poi trovi il
morso,
la sella,
le
briglie.
E cavalcare o
trottare,
da lì in
poi,
non fa
differenza,
non fa
paura.
Prendi
sicurezza.
24.12.1995
Chi ha gli occhi dei
ciechi?
Chi la voce dei
muti?
E chi le lacrime mai piante di chi
soffre?
Chi ci
aspetta,
come due
bravi,
alla fine del sentiero per un
agguato?
Quante
domande,
quante poche
risposte.
Entra vieni allo
spettacolo,
per te l’entrata è
gratuita.
Siedi in prima
fila,
sola,
nella sala
buia.
Inizierà la
proiezione
e la mia voce mi
proietterà
sullo schermo del tuo
cuore.
23-12-1995
Agonia.
Ma non solo tra gli
uomini,
ormai è diffusa,è
anche...
nei fiori,nei
frutti,
nelle
arance,nell’aria.
Pervade
tutti,
santi e
medium,
scheletri,pezzi di marmo e di
cera.
E tu che parli con
l’acqua,
quando la bevi da una
sorgente,
non badi
all’agonia,
ai sassi,
all’ortica.
Perchè le tue
parole,
per
l’acqua,
sono note su un
pentagramma.
26-12-1995
Apri il
ventaglio
sulla tua
foglia.
Lo fai per essere
come...
su una piccola
barchetta,
a vela.
Sei leggera come
sughero
e viaggi
sull’olio
denso e
profumato,
che si è adagiato a
terra,
come corso di
fiume.
Non ti
soffermi
è certo,
dalla
cartomante,
che legge il
futuro
con le viscere di un
maiale.
Io,da
dietro,
soffio sul
ventaglio,
e ti sono
vento.
27-12-1995
Che mi
darai
novantasei?
Risposte e
gioie
o solo
guai?
Tu di chi
sei
di chi
sarai,
ci sono
nei
pensieri tuoi?
Rispondimi
novantasei,
o passa
bene
o
vola,dai.
1-1-1996
E’ dietro la tua
porta
dietro la
persiana,
è nell’assenza di una
settimana;
è sul
balcone,
è dietro la
finestra,
è nascosta
vicino
e tu aspetti che
esca.
E’ qui,è
ovunque,
è con te.
Tu non lo
vedi
ma c’è.
E’ nella
musica,
ti da la
carica,
e poi ti
libera.
3-1-1996
Da Roma a
nord
da Firenze a
sud.
C’è
osannazione
lo
scandalo,
il boato.
Ha l’effetto di un rasoio sulla
gomma.
Ha l’effetto del fuoco sulla
paglia.
E’ un lieve soffio
bugiardo
che cerca
invano
di darci dei
segnali,
di farsi
sentire,
di dare
risposte.
Cercare i colpevoli è
facile,
trovarli
meno.
Giudicare è
giusto,
ma giudichiamo noi
stessi,anche,
che forse in ognuno di
noi,
c’è un pò di
razzismo,
un pò di
mafia,
un pò di tangenti e
prostituzione,
un pò di cattiveria e
egoismo.
3-1-1996
Il portiere
dell’anima
quel giorno mi farà
passare.
Cavalcherò
un’illusione
e Peter Pan sarà la mia guardia del
corpo.
Lui mi farà
passare,
col suo permesso laverò gli
specchi,
lo farò con l’abisso
dell’oceano,
e con molto
vigore.
Inizierò a far brillare le
impressioni le cose mute,
lo spazio e il
tempo.
Poi farai lo
stesso,
troverai una creatura,dei volti,un
eroe.
Un genio,un
codardo.
Ma ti
sorprenderò,
come le
piramidi,
come le distese di
fiori.
Non avremo
paura.
Questo sarà quando i due portieri
dell’anima,
potranno dormire in
eterno,
perchè avremo ormai imparato ad
apprezzare i tramonti,
in fondo a cieli di
pensieri.
Difficile scordare un
anno.
Perchè segue e
precede,
scordarlo sarebbe fare un
buco.
Difficile anche per me non lasciar
traccia,
e non farla
lasciare.
E anche per gli angeli custode forse
sarà così.
Difficile scordare un
anno,
anche
volendo.
E’ più facile trascorrere un inverno
in mare
o decifrare tarocchi ad occhi
chiusi.
3-1-1996
Tu sei morta durante il parto delle
tue emozioni,
volevi dare luce ai tuoi pensieri,al
soffio del vento sui tuoi capelli,
alle
emozioni.
Ma tu sei morta durante il parto di
te stessa
e non hai fatto vedere la luce nè ai
pensieri,
nè al soffio del vento,nè a te
stessa.
E non l’hai proprio vista la
luce!!
4-1-1996
Questo è il tardo evo dell’esistenza
umana,
scandito dalla frenesia anche del
respirare.
Tutto è un banco di
prova,
l’abito non fa il
manico
e la scopa spazza bene solo con un
buon monaco.
Ormai il perno di tutto è il porno
del mondo.
Siamo ai titoli di
coda,
ai bambini piace ancora il
girotondo,
ma siamo ai titoli di
coda.
Il mondo ha un tumore al
seno,
siamo ai titoli di
coda,
la gente fuma
pipe,tabacco,
altri guardano nel
caledoscopio
e ricercano un suggerimento
interiore.
Ma questi sono la
minoranza,
siamo ai titoli di
coda.
7-1-1996
Ho l’animo
piangente,
solo in sogno sono allo
zenit.
Non c’è più
suspense,
l’alito non appanna più i
vetri.
Non devo più
attendere.
Non devo più ritenermi sulle
spine.
Il coltello aveva due
lame,
era a doppio
taglio.
Non seguo più neppure il
galateo
e non mi attira l’arte
culinaria.
Sono altre cose che vorrei
mordere,
sono altre cose che vorrei mi
nutrissero.
7-1-1996
I musicisti suonano a
festa,
facendo cadere come
foglie
le vostre
ipotesi.
Perfino le
giovenche,sconsolate,
fanno
testamento,
lasciano i loro escrementi ai
politici,
il loro latte ai
bambini.
Qualcuno vedrà la
scena,
farà in modo che la vestale della
tua anima
possa mantenere acceso il fuoco che
è in te.
20-1-1996
Qui parlerò forbito per una
fine.
Stavolta
vera.
Nè promesse,nè lo
giuro.
Fine.
Dov’è ora la mia facezia,quella
vivacità mia?
Dove la mia memoria trova
alloggio,ora c’è
fine.
Sono allogeno,si penso di
si,
sono di un’altra
stirpe.
Fine,mai più un epigrafe sulle
poesie,
mai più le
dediche.
Efferato,crudele,inumana
situazione.
Fine.
Si,sono
eccentrico,bizzarro,singolare.
Ma
patologico.
Pazienza.Fine.
Ormai sparo alla luna,sò che ti
piace ma...
si copre dietro una striscia di nubi
nere,
quasi ad aver pudore del suo
corpo,
come tu del tuo
amore.
8-1-1996
Verrai!Forse su un taxi o non lo
so,
ma verrai.
Oh se verrai,con le braccia al mio
collo.
Con acconciatura diversa
forse,
più perversa,o non so,ma
verrai.
E io
scruto,cerco.
Avrai il cinturone giù a
metà,
la pistola in
pugno,
sparerai
e ci colpiremo a vicenda,con gli
sguardi,
come in un
duello.
10-1-1996
Il ragazzo col cappotto non c’è
più.
La ragazza ha perso quella
dolcezza,quella fragilità.
Libri e giornali si
sfogliano
ma nè si
legge
nè si
comprende.
Camino,focolare,vino e
ricordi.
Bello sarebbe
vero??
Ma non so se tutto ciò ha più
senso,
oggi.
Ma ho compassione per
voi.
Io sarò
cosi,
anche
domani.
12-1-1996
Il palazzo sarà tutto di
specchi
e vetri e
cristalli;
senza finestre per poter volare
liberi.
Alle porte maniglie di
diamanti.
Cercami sono
qui.
Trovami sono
così.
Il palazzo sarà in cima alla
collina
per poter toccare il cielo, la luna
e i gabbiani.
Io sono così, il palazzo sarà anche
il tuo.
20-1-1996
Pace:Che cosa
è?
Certo non è un
acrostico:
Popoli
A
Combattere
Eternamente
Pace che
cos’è?
Assenza di lotte e di conflitti
armati,
per la definizione dei
vocabolari.
Tra le altre cose pace è quattro
lettere,
quattro
preghiere,
quattro firme su
foglio,
quattro
uomini,
quattro
paesi.
Quattro,
quattro,quattro...
Facciamo attenzione ,la vita è una
sola.
PACE.
23-1-1996
Il quadrato disegnato sul
pavimento,
con il pennello della tua
magia
e la vernice del mio sangue,è
divenuto un pentacolo.
Le catapulte del tuo
castello
lanciano
accuse.
Tu fai volare
candelabri,
fai fumare il tuo
alambicco.
Oh mia
maga,
proprio mentre sto per
capitolare
apri una porta sul cielo per farmi
fuggire.
21-1-1996
La vedetta era lo
zoppo.
Quando arrivò il
tifone
che spense la sua
torcia,
anche il vagabondo ultimò il suo
calendario,
segnando in rosso le fasi
salienti
e il riacutizzarsi dei
dolori.
Poi prese il largo il
tifone,
risucchiando arbusti e
foreste,
grattacieli e
città.
Il tifone era come l’oceano sulle
scogliere,
l’erosione distruggeva ogni
cosa.
21-1-1996
Aprite gli
occhi,
siamo tutti
uguali.
Più o meno
alti,
con e senza
occhiali.
Apriamo gli
occhi.
Stringiamoci la
mano,
greci,croati,
il mondo
musulmano.
Viltà e
galanteria
non hanno
regione.
Ci vuole la
democrazia
e poi meno
finzione.
Apriamo gli
occhi
ed anche i
cuori:
non si è
diversi
per colpa dei
colori!
20-1-1996
Le tuniche
chiare
e i volti verde
oliva.
Gli uomini formica continuano a
lavorare,
costruiscono il nido per
l’inverno.
Un koala vede
tutto,
dal suo
osservatorio.
I templari del
gruppo
sillabano le
situazioni,
fanno giochi
d’ombra,
con le
foglie,
versano nei
calici
le abbreviazioni
dell’essere.
Le lanterne del
villaggio
si spegneranno al suono dei
diesis.
Le guerre trai
popoli
dilanieranno i
villaggi,
e gli uomini
formica
non avranno più
protettori,
nè perle da
rubare.
22-1-1996
Ruggine fa accludere
sentimenti.
Viaggi nel tempo e stadi di
sviluppo
da fare e studiare con la
mente.
Avreste bisogno di un
doge
o
dell’anacoresi,dell’abbandono.
Invece siete come coccodrilli sotto
una botola,
pronti a sbranare chi è che cade in
trappola.
Troppo facile
uccidere,
non si hanno
baionette
o
incantesimi.
Ecco,
è lì che oscilla
l’esistenza,
tra la vita e la
morte,
la luce e il
buio.
23-1-1996
Maiali restano
squartati,
appesi a ganci per colar
sangue.
Lavorano le
macine,
il grano
sfama.
Il mare schiaffeggia
l’orizzonte.
31-1-1996
Svegliati da una
luce
i miei
pensieri,
riconoscono i tuoi
passi
e non
solo.
Tocco la tua
volontà,
scoprendo che i tuoi
occhi
hanno i colori delle
spiagge,
le più
belle,
della tua
terra.
31-1-1996
La vita è una strana
signora,
accompagnata dalla sua
infermiera.
L’ha tolta dal
buio,
per riaccompagnarla ad
esso.
2-2-1996
Gli eroismi incoscienti fanno la
storia,
non le
banalità,
o le azioni troppo studiate al
tavolino.
Se proprio dobbiamo essere solo
pedine,
che a spostarci sia solo la nostra
coscienza di uomini giusti.
3-2-1996
Sento rumore di unghie
tinte,
su calze tese da sode ma pallide
cosce.
Sintetizzerò il tuo
cuore,
la tua anima e il tuo
sapore.
Eppure ti colpirà un’altra
cosa!
E’inutile
gridare,
non è così che si accorgeranno di
te.
Ti si può notare anche nel tuo
silenzio,
distinguerti come i
colori
di una foto in bianco e
nero.
7-2-1996
Carte ingiallite dal tempo e dalla
polvere,
da antico
marrone
di caffè che
chiazzò.
Erano
sepolte,
erano nascoste in un
baule
come in un covo
segreto,
come un tesoro in un mulino
abbandonato.
Ma la vita è...come
ruminare;
è come certi corpi gettati nel
lago...
ritornano...
riaffiorano.
10-2-1996
Nè confessioni nè
sindromi.
Non sono un folle che accusa in
mondovisione,
da una radio o da una
trasmissione.
Non ho piedi
stupidi,
cammino con criterio,cercando di non
schiacciare scarabei.
Eppure alcune
volte,
mi si guarda come si fa con un
barbone,
un trans,
un
handicappato,
un fachiro o una coppia di
sosia.
Strano,
perchè non attraverso
paludi,
non faccio
rumore,
non uso
elisir.
Strano,
perchè non adotto cure
mediche,
ho solo semplici
prospettive,
che non prevedono
armamenti.
La vedi casa
sua?
E’ vicina,eppure userò un messaggio
in bottiglia.
Perchè?
Troppe strade con semafori e
passaggi a livello
...ed io non voglio più perdere
tempo.
11-2-1996
Costruzioni
sferiche
tute
cosmiche
scosse non più
sismiche
emozioni
elettriche
religioni
recenzioni
cine video e poi
canzoni
morte
morte
culture usanze
linguaggio
civiltà
messaggio
morte
morte
automi
cloni
lavati da
cicloni
di particelle
selezionate
da pseudo chimici pagati a
rate
tolte son
state
le derrate alimentari
basilari
figli cresciuti come
conigli
in città vendute per
soldi
morte
morte
clonazione
dell’azione
stimolo
risposta
condizionameto
la materia è grigia di
cemento
morte
morte.
13-2-1996
SEGMENTI
SEGMENTI
Quali sono i segmenti di voi che non
vanno bene?
Cassetti con maglioni tutti
diversi,
eppure tutti
uguali?
Il non
umorismo?
la
rivoluzione,
le non
barricate
e le non
molotov?
Il non essere nel “Se” di
Kipling?
Non so. Io adoro le possibilità e i
rischi
e non gli
archetipi.
Amo il vento perché lui può soffiare
dove vuole.
8.2.1997
GENIO E
PAZZIA
In effetti solo genio e
pazzia
staccano dalla
realtà
e aiutano a rispondere agli enigmi
della vita.
Ti mettono le ali
all’anima
e col
profumo,
scacciano quell’odor di
morte,
di corpi
magri
da campo di
concentramento,
da fosse
comuni.
15.2.1997
L’INDIVIDUO
Nel collettivo...
l’individuo.
E absidi e
rosoni.
E scorte di cibo e di
medicinali.
E il guado di
notte
e il
giuramento.
L’animale che
guardava.
L’individuo mangiò il
mondo,
come l’ostia alla
comunione.
18.2.1997
ANCORA
NON
Ridai un senso a questa
città.
Che non è la
nostra.
Forse è il
mana
il karma che mi spinge a
te.
O la
paura.
Ma tra un passo e
l’altro,
mio o tuo,
c’è un nostro
sguardo.
E forse è questo che mi spinge a
te.
Ho sognato di danzare con te a piedi
nudi su un campo arato.
E pensare che odio
ballare.
E pensare che ancora non ti
conosco.
Forse è un errore cronico il
mio.
Eppure già ho
capito...
Irromperemo in noi come raggio di
sole tra alberi.
13.2.1997
QUANDO
L’ALBERO
L’albero ha
foglie-spade,
e quando
cadranno
sarà cadere di
morte.
I binari non si incontreranno
mai,
le bottiglie sono di
aceto,
il vino non sarà più forte e
pastoso,
non si scriveranno più
odi
e il gabbiano volerà sul
mondo
vestito a
lutto.
23.3.1997
SE TI GUARDO
SCRIVO...
...le costole e le ossa delle
spalle
sembrano fragili
pareti
di un’entità sicura e
forte.
Il tuo abbraccio stringeva il
mio
e sentivo a fior di
pelle
il battito delle nostre vene
coordinarsi.
Quando il sole
muore
è sempre la stessa stella ad
apparire per prima,
quando la musica non è più la
stessa
si cambia la
danza.
E i polmoni finalmente
respirano
e lo stomaco digerisce
ingiustizie
per appianare la
via.
E gli occhi ti vedono...
e
sei la stella e la nuova
musica,
e se tu fossi una parete io sarei la
tua incisione,
se tu fossi alabastro da me
nascerebbe un monile,
se tu fossi legno, scacchi
lavorati,
se tu fossi un colore saresti
l’arcobaleno,
se io fossi un
arcipelago
tu l’isola
maggiore.
24.3.1997
FUNEBRE
Io sono lì, pallido,
elegante,
profumato, a braccia conserte,
chiuso.
Ma li vedo, li sento. Io sono
sereno
e loro piangono, soffrono, si
baciano le guance,
si stringono le
mani,
versando lacrime sopra il
domani.
Tutti in grigio, nero, con gli
occhiali scuri
per coprire
l’emozione.
E quanti fiori, rossi, bianchi,
tanti, profumati.
Ma non servono
più,
adesso non li
odoro.
E intanto piango anche
io,
per loro,
ché il coraggio
maggiore,
adesso
serve a chi
resta.
5.3.1997
VERACE
Anche gli angeli sembrano
angosciati
da questo falso
lirismo.
Solo il bambino che
scarabocchia
sul foglio
è verace.
Non pensa algebrico, non progetta
bighe
né disegna sirene dal naso
greco.
E’ naturale e non
sofisticato.
Quanto a
me,
vorrei effettuare un volo acrobatico
e tuffarmi nelle tue vene,
nuotare nel tuo sangue per capire la
tua reale essenza.
24.2.1997
NUOTARE
Se escludo il narcisismo
e
l’autoglorificazione,
di tutto il mondo salvo
solo
il sapore di un vento gelido
che
a stento
riesco a stringere al
grembo.
In quel momento sento di poter
nuotare,
tra gli anelli dei
pianeti,
per venire a
salvarti
e a creare crateri dove
cullarti.
6.3.1997
TI
SPIO
Abbiamo sempre due scelte
soltanto.
Vediamo persone con braccia cariche
di pacchi.
Due ragazzi
parlano,
non sanno che i genitori non si
amano più,
altrimenti
fuggirebbero,
correndo per le traverse della via
lattea
a naso in
su,
per guardare i balconi dell’universo
carichi di stelle.
Io sono nascosto tra le foglie di un
albero
e mentre tu sogni sotto l’acqua
della cascata,
io ti
spio.
8.3.1997
CIAO
Ciao.
L’attesa è stata come quella di un
taglialegna,
che aspetta che l’albero cada
giù.
Ciao,
ho letto e parlato di
te,
sogni e
memorie,
ho scritto che avrei dato chissà
che
per il tuo sorriso da
sfiorare.
Ciao,
solo adesso osservo le tue belle
mani
e i tuoi
orecchini,
è colpa dell’attenzione che prestavo
ai lineamenti del tuo viso.
Non so se le vuoi ascoltare le mie
mille voci misteriose,
o se mi piacerebbe condividere con
te alcuni miei silenzi.
Ciao.
Sai quando sei
arrivata?
Proprio dopo lo spazzacamino
dell’anima!
Quasi ti avesse detto: “Via
libera”.
Ciao,
sai che colpisci per la tua
semplicità,
per come i capelli ti scoprono le
tempie,
e gli occhi
scuri,
schietti e
scintillanti,
sereni e quasi
furbi.
Ciao,
da oggi
ciao.
14.3.1997
FIORE
Mi son buttato dallo
stelo-trampolino.
Mi son bagnato con gli spruzzi della
tua rugiada.
Adesso nuoto nei tuoi
petali-capelli,
inebriandomi dei tuoi
profumi.
Il vento ti fa oscillare in una
eccitante danza,
ma tu,
fiore,
non te ne accorgi
neppure.
Così resti ad
aspettare...
non ho capito se un ennesimo colpo
di vento,
ingenua,
o un piccolo grande insetto cui
offrire il nettare,
maliziosa.
30.3.1997
TI ACCOMPAGNO A
CASA
Vorrei la
lentezza
velocissima.
Pretenderei
salti
in laghi
emozionali,
dal trampolino della
verità.
Amerei
volare
nel tuo
lessico,
nelle tue
parole,
nel tuo ridere e
scherzare,
nel tuo
respiro
nel mio
sospiro.
Intanto
ti accompagno a
casa.
8.4.1997
CONNUBIO
Il connubio di due
oceani
si potrebbe risolvere in
una
sfrenata passione di
baci
abbracci
parole
e sesso.
Due vite che
assieme
inonderebbero una stessa
terra,
formando un nuovo mare
splendente,
dove far navigare le vele delle
emozioni fuse.
20.4.1997
L’AIUTO
Sentite,
voi che
studiate,
se chiedo il vostro aiuto mi
ascoltate?
Sapete per caso se l’amore è una
droga?
Me lo chiedevo perché credo che dia
dipendenza.
Ansia,
esigenze,
motivazioni
plurime,
forze
emozionali,
stima,
sicurezza
e alterazioni di
equilibri.
Che miscele di
esplosivi!!
Però non ho capito ancora se sono
nocivi!!
11.3.1997
DURA
Non credete all’amore a prima
vista?
E che cosa prova secondo
voi
una madre che
partorisce
quando vede il suo
bambino?
Il problema è che voi non sapete
coccolare quel bambino,
rimanete
goffi.
Il buon senso non sapete dove
abiti.
Mi fate un po’
schifo,
voi con i vostri
parlare
e i vostri
agire.
12.5.1997
SALVATI
!
Salvati
dall’incertezza,
pronuncia una
parola,
dammi una
carezza,
salvaci dal
dubbio,
dalla fobia della
lentezza.
Porgimi la mano e
tuffati
nei miei pensieri più
sommersi
che, anche in caso di
naufragio,
resteremo
sereni.
10.5.1997
MAPPAMONDO
Tu sei l’antidoto alla
noia,
ogni attimo senza te è solo un
brandello di vita non molto importante.
Eppure tu ci sei anche se sei
lontana,
perché se tu fossi Diogene sarei la
tua botte,
se tu fossi Pitagora sarei un tuo
teorema,
se tu fossi Omero sarei un tuo canto
epico.
Una coccinella mi racconta aneddoti
su di te
e mi rivela che dobbiamo trovare un
buon titolo per la nostra storia.
Al suo volo il mio cuore si scioglie
in un impulso,
in una
tenerezza,
in un bacio maldestro che giunge a
te
grazie ad un vento
emozionale,
che fa girare il
mappamondo.
Tu fermalo con le tue esili
dita
e scegli un
posto,
io ti prenderò per mano e lo
raggiungeremo insieme.
29.4.1997
TRA
POCO
Quale
postulato,
quale assunto può indicarmi la
soglia, l’elasticità
della mia fibra
sentimentale?
Non capisco se sono in attesa di un
premio o di un’esecuzione.
Sorvoliamo spesso su ipotesi
sfavorevoli
e abbiamo il coraggio delle nostre
opinioni
solo in forma di lapsus o di atto
mancato.
Intanto la pioggia sembra
imperlinare di sudore
il vetro del mio
treno.
Il perché poi pianga questo
cielo,
io non lo
so.
Ma so che
io,
che dovrei piovere
lacrime,
spazzo via col mio
vento-respiro
ogni nube,
se solo penso
che
tra poco
ti vedrò.
27.4.1997
SALICE
Sorseggio ogni attimo di
te.
Ridiamo.
E così capisco come battere
l’inerzia del pensiero.
Però ci sono alcuni momenti in cui
mi appare...
un salice
piangente,
che ubriaco delle sue stesse
lacrime,
non mi riconosce
più.
Cerco di consolarlo raccontando un
mio reperto di vita.
Tu mi guardi come al
solito
e capisco che mi stai dicendo che
posso farcela.
Ma poi chi mi
consolerà
se tu non mi guarderai
più?
2.5.1997
CERCHIAMO
ALMENO
In questo momento non siamo sulla
stessa frequenza.
E poi sei troppo golosamente
accattivante.
Cerchiamo almeno di parlare di
argomenti inequivocabili,
altrimenti
crolliamo come un castello di
sabbia
alle prime avvisaglie di
marea.
13.6.1997
LAMPADA
La lampada ha
starnutito,
per la troppa
polvere.
E il Genio è uscito
subito.
Io non ho esitato, dato la
situazione,
e ho
parlato:
“Il corpo comunica il conflitto che
la mente,
distratta,
non può contenere.
Aiutami”.
Lui ha liberato le
carezze,
imprigionate nelle
mani,
ha messo in fuga le parole
ingabbiate nella gola,
ha piegato le sbarre del carcere
emozionale
e sono uscito per
prenderti.
Sono riuscito a
prenderti?
24.5.1997
INCANTESIMO
E’ evidente che esiste un
incantesimo
che io non riesco a
lanciare.
Si vede dalla tua
espressione,
malinconica e
confusa
e dal tuo essere senza
parole.
Lo noto se solo mi guardo allo
specchio.
Lo credo perché penso a quanto
durerà questo momento.
Lo sento perché non so se sarà solo
un momento.
Lo vedono i grappoli di
persone
che per fortuna mi vogliono
bene
e che conoscendomi non
capiscono.
16.5.1997
PARTE DI
ME
C’è una parte di me
che,
forse,
non ha mai cessato di
amare
le poche ragazze che ho
amato.
Forse ti incazzerai per
questo,
ma se sono così,
adesso,
è anche grazie a
loro.
Ma c’è una parte di me che,
invece,
ti desidera più di qualsiasi altra
cosa al mondo.
9.6.1997
FESSURA
C’è una piccola fessura sul
muro.
Da lontano non si nota
neanche.
Ma se ti avvicini, il tuo
sguardo...
vedrà l’infinità del
mondo,
come dalla fessura
dell’ignoto.
Così vedrai che esistono cose a cui
non badi neppure,
e invece sono proprio il succo
dell’esistenza.
11.6.1997
TESTAMENTO
Se vuoi far scrivere il testamento
alla nostra storia,
fai pure.
Almeno però
avvertimi.
Almeno dimmi a chi lascerai le
rose.
A chi le
poesie.
A chi i pensieri e a chi le canzoni
e a chi i nostri sguardi e a chi...
e a chi... e a chi... e a
chi.
15.6.1997
AI NOSTRI
VIAGGI
Così ritornano sulla mia
strada,
le
partenze.
Nuovi treni, nuove
emozioni,
nuove
distanze.
Distanze
lunghe,
che mutano anche il
tempo.
Distanze che però non remano
contro.
Distanze da colmare con
lettere,
con
parole.
Viaggi verso altri pensieri da
esplorare.
I miei,
i tuoi.
Viaggi che porteranno
conoscenza.
E
stabilità,
e
felicità.
Questa è la mia
speranza.
17.7.1997
RISTRUTTURAZIONE
Sono in
ristrutturazione.
Come un’auto in
un’officina.
Un’opera d’arte al
restauro.
Sto elaborando il
mondo,
con altri occhi, sempre
miei,
ma
diversi.
Ho molte nuove persone
intorno.
Ho molte persone
intorno,
molte sono buone
persone.
Sono in
ristrutturazione.
Ma devo essere il meccanico di me
stesso,
devo far risplendere i colori e le
figure dell’opera d’arte,
completando il restauro di me
stesso.
Sono
fiducioso,
attendo buoni risultati
finali.
16.7.1997
CANZONE
Il ritmo tribale del
cuore,
che batte veloce se solo ti
vede,
mi parla mi scuote mi
dice:
“Tacere per non farsi
male”.
Ma il sangue che pompa
veloce
arriva alle mani, alla
gola,
alla voce. Disturba l’intera mia
pace,
la voglia più vera, l’istinto
interiore.
Poi
esplode,
esplode,
esplode
per diventare
cenere
di tempo
bruciato,
fiamme e
lacrime
di cuore
spezzato,
ghiaccio e
polvere
di pensiero
muto,
bacio e
sguardo
di volo
rubato.
Esplode e cenere, cenere, cenere,
fiamme.
Lacrime, lacrime, lacrime, ghiaccio
e
polvere, polvere, polvere
e
volo
rubato
rubato
rubato.
Luglio
1997
FIDATI
In questo momento, per la prima
volta nella mia vita,
forse la coerenza è lontana da
me.
almeno potrebbe sembrare
così.
Ma è un momento
passeggero.
Dammi un attimo per ordinare i miei
scaffali emozionali.
Fidati, che io ho sulla scrivania i
due libri che sai,
fidati, che ho staccato dal muro i
fogli che sai.
Fidati, che se
vuoi,
ci prendiamo per mano, come ieri
sera
e senza
fretta,
potremmo passeggiare fra i corridoi
dei nostri mondi.
6.7.1997
FARFALLA
La farfalla di luglio aveva
danzato,
in un carnevale di fiori per qualche
mese.
Nascondendo bene il suo pungiglione
da ape.
Ma
improvvisamente,
gli arcobaleni delle ali si erano
spenti.
Erano morti e i fiori aspettavano
un’altra farfalla,
che forse era già
arrivata.
Già da
prima
e senza alcun
pungiglione.
1.7.1997
ESPERIENZA
Piedi in
aria,
sospeso,
braccia
aperte.
Tensione, cuore
veloce.
Cavalco
l’acqua.
Pelle
fredda,
capelli
imperlinati.
Verde
profumo
e rumore di
natura.
Sapore di
libertà.
Suoni di
animali.
Altare
naturale.
Unione,
azione,
emozione e
poesia.
28.6.1997
PERSO
Io faccio lo sci d’acqua sui tuoi
pensieri.
Ma la tua epistemofobia ha
vinto.
Mi hai
perso.
Ti avevo
avvertito.
27.6.1997
ANCHE
Anche i drogati fanno
innamorare.
Anche le prostitute si
innamorano.
Anche i cantanti
steccano.
Anche i miti
crollano.
Anche i tempi
cambiano.
Anche i cieli
piangono.
Anche il Diavolo
prega.
Anche Dio
bestemmia,
sempre che
esista.
25.6.1997
E CI
SARANNO
E ci saranno altre
poesie,
sempre uguali, sempre diverse,
sempre mie.
Storie di luce e storie
buie.
Per ora mie, per sempre
tue.
Per quando ridi, per quando
parti,
per quando torni, per quando
resti.
E ci saranno nuovi
momenti.
E ci saranno nuove
emozioni
e anche tormenti e leggere
sensazioni
e ci saranno
profumi
e ci saranno
colori
e ci
saremo.
E se facciamo silenzio dentro di
noi,
già possiamo
sentirci.
11.7.1997
MA NON E’ QUESTO IL
CASO
C’è qualcuno che dovrebbe aver
paura
quando
parlo.
C’è stato qualcuno a
cui,
in qualche
modo,
ho
mentito.
Ci sono momenti che sono quasi
superficiale.
Ma non è questo il
caso.
E’ vero che sembra tutto un po’
strano,
ma non è questo il
caso.
Mi dispiacerebbe che tu
pensassi
proprio quelle cose che mi sto
impegnando
a non farti
pensare.
14.7.1997
LIVORNO
9.30
Livorno.
E’ passato un
ciclista.
Aveva una magliettina
attillata,
nera,
lucida.
Aveva sì e no
ottant’anni.
A Livorno sono tutti
ciclisti,
pittori,
sportivi.
Ma sbagliano condizionali e
congiuntivi.
Stavo aspettando il
bus.
E’
arrivato.
C’erano due donne, con le loro
scarpe estive,
i calli sotto ai piedi
sporchi.
Le borse della spesa con la verdura
e ir coomero.
C’era odore agre di
sudore,
e l’autista bestemmiava il
traffico.
C’era anche un
bimbo,
con l’indice nel
naso.
Erano le
9.30.
18.7.1997
LAMPIONE
C’è un lampione solo in questa
via.
Fa una luce debolmente
insufficiente.
Però è
poetico.
E’
spaesato.
Non distingue chi
passa,
se un nano, un
gigante
un tizio con un piede nella
fossa.
Ma non è colpa di
nessuno,
se non
sua.
Solo lui potrebbe risolvere il
problema,
con un luce più forte e che non
trema.
23.7.97
UGUALI
Nascita, riproduzione e
morte.
Sono un percorso che rende
uguali
le sorti di padri,
figli,
dittatori e
schiavi.
30.7.1997
La finestra della mia
stanza
si aprirà su un deserto di
dune.
Decorerò il legno con
intagli
che descriveranno la nostra
storia.
Su un vetro vedo piccole gocce
d’acqua,
inglobate da altre
gocce,
che così si fanno sempre più
grandi...
e così vorrei fare con
te,
inondandoti con la piena della mia
anima.
3.8.1997
NUOVA, NUOVI,
NUOVE
Nascono in
me
metafore
ermetiche,
sensazioni
sintetiche.
Vedo un’alba per me
nuova
rosseggiare su forme di
monti
per me
nuovi.
E nuovi sono anche i
paesaggi,
che circondano questo
treno
che mi avvicina a
te.
E nuove sono anche le parole pronte
per te.
8.8.1997
SINFONIE
Spartito e
leggio.
Aspetto di sentire la mia
musica,
suonata in questi nuovi teatri
naturali,
suonata dai tuoi
tempi,
dai tuoi
strumenti.
Ci sono acque, monti,
tramonti.
Io aspetto un tuo
cenno,
per iniziare sinfonie sempre più
coinvolgenti.
10.8.1997
DIECI
AGOSTO
Una sola stella
cadente.
E un desiderio
solo,
ricorrente.
Lo stesso del soffio sulla
candela,
davanti a tanta
gente,
quando c’eri anche te
presente.
Tu sai quale
è,
ma fai finta di
niente.
10.8.1997
CALABRIA E
SICILIA
Colori caldi odori
afosi,
paesaggi
arabici,
anfiteatri
magici.
Traghetti, fuochi d’artificio
e
luna quasi
piena
che si riflette sul
mare.
Luci dei
pescatori,
luci di
lampare.
Io navigavo in questi posti nuovi,
ma
il mio pensiero è
naufragato
nella grandezza di questo cielo
stellato.
16.7.1997
PALUDE
Palude di carbone e
fango.
Filo spinato a
delimitare
l’eruzione di
sterco.
E’ così difficile speronare le
contrarietà...
28.8.1997
SCRIVERTI IN GRECO E
LATINO
Mi piacerebbe
scriverti.
Mi piacerebbe scriverti in greco e
latino,
per roteare con
te,
mano nella
mano,
nella rotondità e nella profondità
delle mie parole.
30.8.1997
AQUILA E
PANTERA
Tu sei tra aquila e
pantera.
Tu sei una strega
nera,
e il tuo incantesimo funziona già da
quella sera,
magico come un
sarcofago.
Un sarcofago con una mummia di
antico faraone.
Eppure,
sembra tu scappi da
me,
come le rondini
all’inverno,
come gli angeli
all’inferno.
3.9.1997
CARILLON
Il vecchio sbucciava la
castagna.
Col suo sorriso
rugoso,
le sue mani
provate
ed i suoi denti
cariati.
E i passeggeri della
nave
lo
guardavano,
incuriositi,
come se uscisse da un
carillon.
1.9.1997
FINE
AGOSTO
Buddha e Cristo giocavano
tranquillamente a carte,
sul tavolino del
mondo.
Qualcuno bussò alla
porta,
evento terribilmente
quotidiano.
“Salve, sono
Diana”
“Salve, sono
Teresa”
“E chi
sareste?”
“E questa è l’attenzione che
Voi
prestate a ciò che succede qui
sotto?”
“Scopa!!”
“Te lo avevo detto che era meglio
prendere le scale che scendevano...”
UN BEL BICCHIER DI
GRAPPA
Ero una statua di
stucco,
ero sulla zattera di
Delacroix.
Ero un torero
stremato,
anche se di fronte avevo vecchi
buoi.
Adesso cosa sono non
saprei,
però in compenso so cosa
vorrei.
Ho
letto...
un po’ duro Ezra
Pound.
Vago tra i miei
pensieri
e i nostri
equivoci.
E giù,
un bel bicchier di
grappa.
10.9.1997
COMUNQUE
Da una parte dotti, veterani
intonacati.
Dall’altra chi decide le sorti del
suo cuore con una gara d’appalto.
Annegherebbero tutti
comunque,
se le maree si
alzassero.
Le isole
scomparirebbero,
occorrerebbe una nuova
arca.
Un nuovo
Noè.
Salvare?
Che intanto salvi
me!
3.9.1997
RITORNO A
ROMA
Ritorno a
Roma.
Ti vedono più i miei amici di
me.
Sono
rincoglionito.
Studio a
stento.
Persino con la
musica
e la mia poesia mi
stanco.
Quanta stanchezza non solo
fisica.
Mi sento come rinchiuso in un
mappamondo,
sballottato da un punto all’altro
del suo interno.
E poi, ora che siamo finalmente
vicini,
ti sento quanto mai
lontana,
lasciato solo in un casino di vita
quotidiana.
18.9.1997
IO E
Per me una briciola di
pane...
è niente.
Per una formica è durissima spostare
quella stessa briciola.
Chissà che cosa mi
risponderebbe
se le chiedessi consulenza sui miei
problemi.
Forse mi odierebbe, visto che per
me
il suo grande problema è
niente.
26.9.1997
NECESSITA’
Necessità:
vedere più
estro,
più
ilarità.
A partire da me
stesso.
Vorrei
rapire,
essere
rapito...
da un esercito di
emozioni.
27.9.1997
IO, IO, IO,
IO...
Io... foglio di carta assorbente sul
tavolo,
tu liquido che si è
versato.
Io... vorrei che qualcuno mi
insegnasse qualcosa,
ma senza spiegarmi niente, solo
ascoltandomi.
Io... se vuoi che io sia ciò che non
sono,
non perdiamo
tempo.
Io... è un po’ di tempo che nessuno
mi dà una pacca sulle spalle.
Io... cos’è
l’essenziale?
Che cos’è
l’io?
22.9.1997
ANCORA
APRILE
ANCORA
APRILE
E’ ancora
aprile.
Io cieco gigante in un mondo piccolo
di occhi piccoli.
Vivo pensando al culo come un’entità
perfetta,
sfericamente
morbida.
Il fiore è petalo ma anche
spina,
se è rosa,
come me…
molteplice,
consapevole che qualcosa sta per
accadere.
E’ ancora
aprile.
1.4.2000
VELLUTO
Velluto.
Pelle di
velluto.
Reclini il capo
e…
Ti
accarezzo.
Un vecchio ci guarda dal terrazzo e
stasera,
la tua anima sonnambula sarà la
preda…
per i fendenti della mia passione e
della mia dolcezza.
Anima dormiente ma in delirio di
vita.
3.4.2000
MUTAZIONE
Mutazioni nella mia anima e nel mio
corpo.
Sono giallo di
mais.
Verde
radicchio.
Sono saetta e
lumaca.
Sono paralume. Ma
ricordo.
…e a un certo punto fu
estate.
Vento di gioia e calore di
corpi.
Sì… sentimenti e
treni,
sentimenti
estremi.
Sì, è
passato,
ma non metto in barca i
remi.
9.4.2000
SO
So cosa vuol dire avere
fame.
Essere traditi e
traditori.
So cosa vuol dire
piangere,
e godere.
So che non sono ignorante perché
conosco l’ignoranza.
Conosco Mao e Sancho
Panza.
Ho orgoglio e
dignità.
Non vorrei ma
temo…
Che ormai io sia un
uomo.
15.4.2000
LIBERAZIONE
Tra qualche giorno è il venticinque
aprile.
Ma qui di democrazia e di libertà ne
vedo poca.
Vedo gente in
gabbia,
come chiudere in una gabbia una
foca.
Come far piangere un
bambino,
uccidere un
delfino.
Tra qualche giorno è il venticinque
aprile… la liberazione.
Ma vedo tanto nero e tanti neri
dentro.
Temo, e non tra molto, un’Italia
disunita,
e squadristi e vecchi piangere ai
ricordi.
Temo perché
vedo:
uomini
corrotti,
donne
puttane,
umani
disumani,
egoisti, rottami,
ipocriti….
Tra poco è la
liberazione,
ma la libertà sta per divenire un
lontano ricordo,
una chimerica
emozione.
22.4.2000
PIANGO
Tutto soldi e poche
emozioni,
tutto svanito come antiche
rivoluzioni,
passati persi per attese mai
arrivate,
giorni sprecati per aspettative
errate.
Mi perdo oggi nei postumi di una
Pasqua amara,
troppo falsa di elemosine e di pasti
ad agnello.
Mi scorgo poi limpido come l’acqua
di un ruscello.
Ma piango perché non
basta,
e difficilmente mi potrà
bastare,
piango perché si è
soli,
come un mollusco nel
mare.
26.4.2000
MAGGIO
Ed ecco il consueto primo
maggio.
Centri sociali e
militanti,
concerti e pellegrini,
tanti.
Ballottaggi
elettorali,
facce di miti e
ideali,
Ernesto,
Morrison,
canne e droghe… per persone
sole?
Anche se in una
folla?
Piazze
rosse,
ma c’è anche chi dice boia chi
molla,
e allora perché siete
lì?
Mi fate schifo
tutti!
Tutte!
Solo trucchi sudore e
tette.
Oggi sto solo… e a guardarvi mi
consolo.
1.5.2000
ANGLOITALIANA
Improvvisa una danza per
me
Che annulli i chilometri e gli
anni
Guarda i miei eyes e tell me di
te
E raggiungi il mio heart perché da
oggi voglio everything
Andiamo
everywhere
Ti prego
Restiamo forever
here
Col nostro cuore
qui
Come due pesci nel
mare
Come uccelli nel
sole
Sun
Come pesci nel cielo
sky
Come uomini
qui
Eternity
3.5.2000
CONTADINO
Ho pianto su un campo e non ho
arato,
ma sono nate spighe pomodori e
piselli
erano gialle erano rossi erano
belli
e non ho
concimato
ma sono nate… cibo per mosche per
grilli
ma sono nate tra ortiche e
gigli
e non ho
vangato
non ho
faticato
ma sono nati come
figli.
3.5.2000
ORIGINALE
Lo so che non è
originale,
ma vorrei assistere al mio
funerale.
Perché sono curioso di vedere chi
piange,
chi prega
e chi se ne
frega.
Chi contento o geloso produce facce
buffe.
Perché lo
so:
a me o mi si ama o mi si
odia,
non ci sono vie di mezzo perché son
vivo,
e puro come un
minerale,
prezioso ma
grezzo.
4.5.2000
CATTEDRALI
Cattedrali di vento e
nuvole,
altari di alberi e
foglie,
absidi di
respiri,
per uno spicchio di bocca che ride
alla vita,
per un mio orgasmo anche
mentale,
per un amplesso anche
platonico.
4.5.2000
INORRIDITO
Fatti di
spazzatura,
ipocrisia e
merda,
puzzate di anima e di corpo
putrido,
perché esseri umani
putridi.
Donne uomini zii
nonne.
Pezzi di carne inutile respiranti
siete!
Condoglianze a chi vi
vive.
Fate poco
l’amore,
e scopate male e poco è
evidente,
come evidente la mia
imperfezione,
che almeno mi mette a contatto con
la gente.
5.5.2000
SULLA
STRADA
Sulla strada che lascio alle
spalle
Passato e
macerie
Ricchezze e
miserie
Il mio sguardo all’indietro non
porgo
Ti prendo la mano e su quelle
macerie
Fabbrico pezzi di
cose
E parti di
case
Per stare con
te
Semino pianti e
ricordi
Perché non è tardi mai per
vivere
Sulla strada iniziata anni
fa
Ci sono dei
letti
Esami e
sofà
Su quella di oggi i miei
passi
Al ritmo dei tuoi non si stancano
mai
Domani la strada non
so
Se è in salita o in
discesa
Ma io ci
sarò.
5.5.2000
DADO
Tirano il
dado,
ed io ho dolore di
testa.
Sapone per lavare le
anime??
Non ce ne è
abbastanza.
Troppo sporco in
giro!!
Qui si ha la necessità di un medley
di cuori,
per campare
bene,
ma non sono d’accordo con le
clonazioni,
per cui… quali sono le azioni che
restano da fare?
Le
rivoluzioni?
Cognomi,
corazzate ideologiche fondate sul
niente.
Immaginate il cielo… senza mondo…
che bello spazio pulito!!
Sono troppo disciplinato e
passionale per stare bene.
Ma almeno sento il dondolio di certe
melodie classiche.
22.5.2000
E’
MOLTO
E’ molto che non
scrivo,
che non
leggo,
che non faccio
l’amore.
Sento solo sudore di
vita,
sudore di
fatica,
lavoro casa studio
vita,
fatica.
Arranco,
ma non mi
stanco,
anche se avanti non vedo
bianco,
ma nero scuro e
mistero,
sì,
ho paura
davvero.
28.6.2000
ZIGZAGANDO
Volo
zigzagando,
sopra tutto il
mondo,
dal petalo di un
fiore,
al sogno di un
amore,
dall’alto di una
roccia,
a un tramonto che
sboccia,
dal dentro di un
paesaggio,
ai bordi di un
viaggio,
da questa mia
emozione,
a un'altra
situazione,
volo
zigzagando,
sopra tutto il
mondo,
se trovo il giusto
luogo,
dopo più non mi
muovo.
3.7.2000
DOPO TRE
MESI
Roma dopo tre
mesi,
mi guarda negli
occhi,
li riscopre
accesi,
i pensieri e i ricordi di
ieri,
sventata
paura,
nessuna
censura,
se guardo al
futuro
è tutto assai
buio.
Agosto
2000
SETTEMBRE
Settembre coi suoi viaggi
insoliti,
ma da sempre i
soliti,
in posti poco
esotici,
con piazze e
portici,
settembre e
solitudine,
perché è difficile vivere alla mia
latitudine,
perché non
amo..
se c’è
l’abitudine.
Settembre
2000
BOLOGNA E
VENEZIA
Bologna
Venezia…
Percorso che è già
gucciniano…
Viaggio un po’ strano se visto con
occhi…
Di poeta, pittore,
toscano.
Le torri, le calle i
turisti.
Foto… e volti mai
visti.
Settembre
2000
DOLOMITI
Dighe, uccelli e cime
bianche,
facce anziane sopra gambe mai
stanche,
forre e guglie di verdi
diversi,
percorsi e visi
arsi.
Legno, abeti e
ruscelli,
abeti: alberi allegri e
snelli.
E neve e nebbia e
rifugi,
passi tra faggi e castagni e nuvole
alte.
Dolomiti da rivivere altre
volte.
Settembre
2000
VENEZIA
Venezia e i
canali,
le
gondole.
E’ dolce miele e un po’
mandorle.
Ma amara di acqua e
finestre.
Venezia San Marco e poi
Mestre.
Venezia di gioia e colori e
piccioni,
di torri e
balconi…
di chiese e
emozioni.
Settembre
2000
TRENO A
TREVISO
Fiori alberi
Treviso
Prati verdi
Lancenigo
Questo treno che ha il mio viso vola
verso un paradiso
Non ci sono neanche gli
angeli
Ma si vive già più
liberi
Qui respirano i colori e riconoscono
i sapori
Sento l’aria già più
fredda
Vedo viti e una foresta vedo tetti
più spioventi
Vedo vette più
piccanti
Settembre
2000
MODENA
Ne avevo sempre sentito
parlare,
ma a Modena dovevo ancora
andare.
Un po’ Ferrara e un po’
Bologna,
un po’ silenzio e un po’ gente che
sogna.
Un po’ Roma per i sorrisi alla
stazione,
con le valigie e in tasca sempre una
canzone.
Settembre
2000
NEL
MIO
Disteso nel mio
buio,
sono qui che
penso.
Sarò per sempre
tuo?
Stanotte è san
Lorenzo.
Scrivo troppe poche
poesie.
Quelle che scrivo non sembrano le
mie.
La vita è un incrocio di
vie,
l’amore un incrocio di
mani,
le tue sulle
mie.
Agosto
2000
MACCHIA
Macchia di
inchiostro,
macchia il tuo
passo,
passo che è
rosso,
rosso di
inchiostro,
bacio la
sposa,
e sono in un
bosco.
Luglio
2000
MI
GUARDA
La luna mi
guarda,
da su.
La mente non
tarda,
arrivi tu,
nei pensieri di forse di oggi e di
mai,
nei modi di entrare od uscire dai
guai,
la luna mi guarda e di
giù,
conosce le mie
verità,
cosa sarà,
nei pensieri di forse di oggi…
chissà.
Agosto
2000
CIECO
Quello che il cieco
dipingeva,
era quello che vedeva… col suo
naso,
e col suo
alito,
con il
cuore,
come al
solito.
E carpiva anche i più piccoli
ammennicoli visibili…
dal mio
occhio,
che vedendo perde forza
camminando.
Agosto
2000
VEDO
Vedo una
strada
discese e
salite
ma accada quel che
accada
una strada
di luci e
ombre
ma sempre la
stessa
una strada una
vita
una chiesa
una messa
due mani due
sogni
senza troppi pesi o
fardelli
una strada due
anelli.
13.11.2000
TROPPA
PIOGGIA
Cade troppa
pioggia
la carne di maiale non si mangia
più
tutto sintetico e
virtuale
tutto marcio questo
mondo
ma è da tempo che lo
dico
l'ho già scritto e
ripetuto
caro mondo sei
fottuto.
13.11.2000
INCOLORE
Vita incolore la
vostra
e lo
sapete.
Colori donne e
primavere
voi mica le
vedete.
Vita da esibire in
mostra
e quello che
volete
soldi e finta pace
avete
soltanto calci invece
meritate.
20.11.2000
MATURE
INCERTEZZE
Nelle nostre mature
incertezze,
nelle nostre mani con le loro
carezze,
ci vedo vivere così
vicini.
Nelle nostre domeniche
pazze,
domeniche
d'ozio,
di coccole e vetrine di
negozio,
plasmate per
colmare
i ritmi alienanti di settimane
amare
e al sabato tramontano traffico e
lavoro
così la nostra storia è una miniera
d'oro.
19.11.2000
ROTTO I
COGLIONI
Mi sono rotto i
coglioni
di parlare di camere e
senato
di ciò che è
morto
di ciò che è
nato.
Mi sono rotto i
coglioni
sono vero
io
non fingo
con me, con te, con
Dio.
Ottobre
2000
LUNGO
FILARE
Un lungo
filare
di pini
di viti
di abeti
ti
accoglie
una strada
di rami
di erba
di foglie.
Siamo io e la mia
vita
passeggio su di me e sulle mie
voglie
10.10.2000
IMMIGRATI
Razze
diverse
pelli e colori di vite
perse
perse su terra di altri
paesi
bimbi con lacrime senza
sorrisi
viaggi di borse e di
speranze
troppi a dormire in piccole
stanze
corpi magri di cibo e
forza
vita veloce vissuta in
corsa.
12.10.2000
COME
Su di me le tue
parole
come l'acqua come il
sole
fanno crescere
l'amore
che germoglia nel mio
cuore
con le risa e con i
pianti
con le gioie e i
patimenti
ora vedo il noi
davanti.
9.10.2000
VENE
Vene attraversano il mio
sesso
e il tuo
seno.
Ti voglio
ti voglio
bene
forse
t'amo.
Tu, di lunghe gambe e lunghissimi
respiri,
mani per toccare e ritmo di
sospiri.
27.9.2000
SAI
Sai d'Africa, di deserto e
frutta
e fuoco e
notte...
con occhi di vetro
rotto
e labbra di frasi
lente,
intrigante,
mia,
seducente.
28.9.2000
ACCERTAMENTI
Non chiedo accertamenti su di
te,
su di me,
sui nostri
eventi,
che non credo veloci e che non credo
lenti,
ma nostri e a tratti
sconvolgenti.
29.9.2000
OSCURI
Oscuri il sole del
dispiacere
standomi
accanto.
Stringimi e
cammina,
sui passi della mia
vita,
ma non a
ritroso,
solo
avanti,
come
amici,
estranei,
amanti.
14.10.2000
COMMENTARE
Commentare stupidamente programmi
televisivi,
la mattina di Santo
Stefano,
con falsi
sorrisi,
e visi pronti a
inghiottire,
cibi e vini e aria mentre sprecano
energie,
sudore,
cercando di esternare i loro falsi
ideali e valori.
Lasciatemi stare datemi
retta,
io vivo godendo ogni
momento,
non ho
fretta.
26.12.2000
LE
PREPARAZIONI
Le preparazioni dei pranzi e delle
cene festive mi fanno schifo.
I pranzi e le cene festive mi fanno
schifo.
Ciò che c’è dopo i pranzi e le cene
festive mi fa schifo.
Che
schifo.
Forse le festività dovrebbero essere
riviste…
25.12.2000
E’ scoppiata la bomba al
Manifesto,
è insulso, come tanti altri, il
gesto.
Brigate rosse? Di rosso c’è ben
poco,
se non il
sangue,
negli attentati
terroristici.
Vi siete fermati ai comunisti mangia
bambini!
Ignoranti!
Ipocriti miei
concittadini!
Io e altri siamo qui e
così…
Guardate ed
imparate!
Dicembre
2000
18.30
Alle 18 e 30 accendi la
tivù…
E alle domande dei quiz rispondi
tu.
Visto che l’ignoranza regna
sovrana,
e che non si distingue la
planimetria dalla culinaria.
19.12.2000
MERDA
I miei vicini sono
merda,
gli abitanti di questa città sono
merda,
il Natale tra rosso e parenti è
merda,
lo sport è divenuto
merda,
la cultura è morta e ciò che resta è
merda,
la televisione è
merda,
il grande fratello e le elezioni
americane sono merda,
ipocrisia e falsità regna
nell’uomo,
perché l’uomo è merda
ormai.
Il mondo sarebbe
bello,
è di merda solo perché l’uomo è di
merda.
Se molti uomini di merda morissero o
non nascessero,
il mondo sarebbe meno di
merda.
Se io fossi merda inizierei proprio
ad offendermi.
Dicembre
2000
NON
PIANGO
Non piango
più,
seppiatelo.
Ho messo la
corazza,
contro questa gente di merda e
questa vita pazza.
Non sono arido solo quando come e
con chi voglio.
Per il resto di voi altri sono uno
scoglio e faccio male.
Attenti allora: non inquinate il mio
mare.
21.12.2000
PER TE
Non te ne dedico
poesie,
perché il movimento tellurico che
provochi nel mio corpo,
nella mia anima e nella mia
vita,
la misuriamo con situazioni vissute
e non con parole cancellabili,
con carta che potrebbe
bruciare.
Leggi invece di me e del mio
mondo,
che in quello di tutti c’è troppo da
cambiare!
24.12.2000
C’era la firma della
morte.
Firmò con la falce intrisa di
sangue.
E mille corpi
stesi,
mille morti alle famiglie mai
resi.
Buon Natale mondo
e
Condoglianze.
23.12.2000
FINE
NOVEMBRE
Ecco
dicembre,
nazareni e
Bernardette,
vallette nude o con
palliette,
sorrisi e colori finti nelle
televisioni,
oppiacei prologhi delle più antiche
religioni.
Ed io filo-marxista sarei il primo
della lista,
per volare, se esistesse il
Paradiso.
Ma sono ateo
praticante,
non mangio mucche pazze e
scrivo,
e voi mi fate quasi tutti
schifo.
29.11.2000
La grandezza della volontà dell’uomo
mi fa piangere,
commuovere.
La pochezza della quasi totalità
degli uomini provoca…
Un non
battito,
un non
respiro,
un odio.
1.12.2000
INTERMITTENZE
La luce intermittente
natalizia colora i bui delle case.
La voce roca di un antico
Venditti.
Il mio pensiero a te mediterraneo
amore mio,
mentre sono solo in questa stanza
marrone.
Il mio essere
areligioso,
apolitico,
ma pieno di
fede,
comunista.
Ho paura di
morire,
ma è quasi
Natale,
non ci voglio
pensare.
Mi manca la tua pelle e la tua
luce,
brillante di
sorrisi.
22.12.2000
ULTIMAMENTE
Ultimamente mi commuovo
spesso,
e come stella cadente lacrima mi
bagna il viso.
Anche se il mio sguardo resta
deciso.
Forse sei tu che mi ammorbidisci il
cuore,
e trovi terreno fertile per questo
nostro amore.
29.11.2000
A
PITTURARE
Sono tornato a
pitturare,
molto
spesso.
Sono tornato a dipingere per me, per
te e per chi mi vuol bene.
E uso colori come usavo
parole,
e narro di dolori e di un
amore.
Utilizzo gesso,
colla,
e poi matita,
riso…
solo così ritraggo brandelli di una
vita.
19.11.2000
AGGIORNATO
Ho aggiornato le
poesie.
Novembre, dicembre,
gennaio,
parole tue e parole
mie.
E sei presente più di quello che
pensavo o ricordavo.
Già… tutto è
naturale…
Quasi non faccio caso al fatto che
ti amo.
21.1.2001
IL DOTTORE
Siamo in
introspezione
Cambiamo e
capiamo
Siamo un barlume, l’uno per
l’altra
Scienziati giunti a nuova
scoperta
Siamo trasparenze che ci rendono
fertili
Fertili
d’animo
Nel minuscolo spazio di un
seme
Esiste già la
quercia
Come nel poco NOI che
esiste,
c’è una storia
futura.
Ma gli ambienti
circostanti,
intossicati nella loro esistenza da
persone cattive,
come noi non
siamo,
ci rallentano
l’amore,
senza però farlo
morire.
Le mani
graffianti
Sulle bianche
costole
E l’addome
Soffio di capelli e
pelli
E sapori labbra e
odori
Voci tramutate e sorrisi e
sospiri
E gemiti e
fremiti
E complici
Eserciti di
pendolari
Che non sono più
animali.
Ed io che ti dicevo
tesoro
Mi
disinnamoro
E tra valigie agende e
diari
Quegli stessi
pendolari
Vedono un dottore e non un misero
magazziniere
Lo guardavano per invidia:
per la sua casa, per la moglie e per
il suo veicolo.
Ma invece il dottore vive sul
lastrico,
non può credere di essere arrivato a
un bivio lurido,
sebbene ora sia un respiro ciò che
prima era un rantolo
A Smirne
Tra Saturno e i suoi anelli, abitati da
Scettici
in
Sciopero appassionati di
semiotica
Furono attaccati da un impero
di
Serpenti che misero
il
Sigillo giallo appena sentirono
cantare il gallo!
Sono
Esoterico
Sono
Ma non finzione né asino da
soma
E tu sei il sole
E io Palombaro e sommergibile
incorreggibile e
incorruttibile
Tu Portaerei e io planerò su te, mia
grotta ed io
Speleologo, pronto
allo
Speronamento
Onomastici e volti e cognomi
onomatopeici, uccisi da
Sindromi sterili, x avvelenamenti
con
Acero e
assenzio.
Successioni di papi re e presidenti
del consiglio, ricette sul coniglio redentori di anime perse. Ed io uso
un
Suffisso e attendo la
loro
Ghigliottina, loro scampati
alle
Crociate e ai templari e alle
lezioni di spada e le elezioni di Praga.
Tra
Trascrizione delle idee in pratica
fu solo merito tuo, forte e fredda se serve, donna e bambina, con un sensuale
neo. Io che scoprii la
Tratta commerciale di cuore e anima,
per cui si doveva pagare dazio, già ai tempi della
Dinastia
gallese.
Chirotteri di anime dei lavoratori,
non ucciderete mai comunisti
Vulcani come
me
Ho un paio di capelli
bianchi,
avevo fino a poco tempo fa una
moglie.
Ma i sentimenti miei non sono
stanchi,
e non ho più le
doglie.
Avevo casa macchina e
lavoro,
e una famiglia che pareva
oro,
invece dio denaro è
arrivato,
e mi son risvegliato, e son
rinato.
Perché essere non è avere, e
tu:
Contemporaneamente,
fluttuante, nella mia
mente,
femmina e
docente,
interessante e intelligentemente
accattivante.
Tu con un
neo,
tra mille
ospedali,
guai
familiari,
chilometri telefonate e
funerali…
e d’improvviso liberi dai nostri
passati,
magari
feriti,
ma
emozionati,
perché siam
simili,
perché ci siam
baciati.
Sono la stecca nel
coro,
l’orto che brucia se non lo annaffi
con le tue lacrime di commozione,
sono l’orgoglio che da quanto ne ho,
sembra che non ci sia.
Io sono difetto e
pregio,
sono un folletto e un
mago.
E tu sei sinuosa ma
ondivaga,
nelle tue passionali decisioni miste
a briciole di bugie.
Assieme su due piedi sembriamo il
caos…
Ma il caos di una tempesta sul mare,
ad esempio,
non è terribilmente passionale e
perfetto?
Misi sulla bilancia una zucca
arancione e un elefante
E vidi che questo pesava di
meno.
A terra l’ombra, mi diceva che la
zucca pesava di meno.
Nella mia mente non esisteva la
differenza tra la realtà e l’ombra,
non esisteva la
bilancia.
Esisteva solo la zucca e
l’elefante.
Carezzai l’animale e mangia la
zucca.
Era contorta la lamiera così come la
mia anima.
Da ore avrei voluto compiere azioni
deleterie al noi.
Ma mi son stupito, ho visto dove
avevamo fatto gli stupidi .
Sei uscita indenne tu da in
incidente, io da un pensiero inconcludente.
Adesso deceleriamo e mano nella mano
questa storia la facciamo decollare,
solo la forza di gravità ci
impedisce di volare
L’amore cresce o decresce fino a
finire.
Per un litigio o per un
tradimento.
Non diviene volersi
bene,
causa
patimento.
Non ho pentimento di non guardarmi
attorno,
aspetto solo un passionale dolce
ritorno,
le risa di un
girotondo,
la condivisione di un entusiasmo
tangibile,
e non di una tensione
vigile.
Il ritorno del pensiero a un
monolocale o a una gita in Puglia,
o ad un pacchetto sotto l’albero la
notte di vigilia.
Una valigia, ma una sola, non
due.
Le mani mie, le mani
tue.
Quando le pulsazioni del sangue
nelle vene,
si confondono ai battiti di
cuori
veloci
impazziti
e coi respiri affannosi di
piacere.
Quando le bocche attaccate si
divorano
Quando tutto è pace e
serenità
Quando questo
tornerà
Saremo
vivi
Saremo
noi
La vita inizia con la radice di una
rosa,
poi spine
percorsi…
ma, attento a non bucarti
sali,
verso petali di respiri, passione,
luce.
L’odore del sangue che esce da un
dito,
se una spina
buca…
il sapore dell’emozione dei
petali.
Dolore e
piacere.
Il gioco vale la
candela.
Un filo
diretto,
ognuno il
suo.
Poi un
destino,
un amore
clandestino,
un’onda di
mare
e un raggio di
luce,
un gesto, una
voce.
Nel caos aspettando la
pace,
per
volare,
in punta di
ali,
sull’orizzonte…
per un noi stupendo e
ubriacante.
Milano, San Siro e
Milano di
sera.
Milano
d’agosto,
il cimitero il Castello
Sforzesco,
stasera
esco.
E una
foto.
L’arco della
Pace,
Milano grigia di
pece.
E
Milano complessa
banale.
Santa Maria delle Grazie e
Sant’Ambrogio,
San Lorenzo e il mio
orologio,
che si ferma a
Milano che bara, il Duomo la sua
Galleria.
Milano adesso un po’
mia.
Milano son
stanco,
mi vedi?
Sbadigli!
Che belli i
Navigli.
Le terre
d’Otranto
I suoi
mari
Santa Maria di Leuca e San
Roca.
La voce roca e fioca per una notte
lunga di falò.
Puglia, domani dove
sarò?
Torre dell’Orso, Maglie, Torre
Paduli,
un barocco
eccessivo,
un caldo
abrasivo.
Gallipoli e terre che sanno di
Grecia e Sardegna,
di Irlanda e
preistoria.
Puglia ridammi la
gioia!
Suona la banda nel piccolo
paese,
gente senza
pretese,
processioni,
donne sedute a guardar dentro
casa,
uomini in canotta e rughe a guardar
fuori casa.
Case bianche,
banane.
Le mie solite telefonate
vane.
Le Pajare tra la vegetazione di
olivi.
E radio tunisine e
albanesi
E i miei sogni
accesi:
un nostro
sirtaki.
Uva e more sui
viali.
Miglia e miglia di
Puglia.
Pesce.
Son come un fuoco
artificiale,
ma sono
naturale.
Cammino lento sulle pietre del
Salento.
Pizzica e
Taranta,
gente che non si
stanca.
Un vino rosso e
pastoso,
un tamburello e danze e
peperoni.
Un barocco di cattedrali e
chiese,
odore di Magna
Grecia.
La conversione
dell’innominato,
che ha in comune con
me?
Me lo chiedo su un
treno.
Dieci
giorni.
Da grattacieli a Milano e cactus
pugliesi.
Vita, cosa ti feci? Cosa ti
chiesi?
Un ladrone chiese a Gesù di andare
in Paradiso.
Lui rispose “Stasera stessa tu sarai
in paradiso con me”.
Questa chiara certezza non la
pretendo.
E non mi
arrendo.
Magari fallendo come
Edipo,
ma più forte di gioie e sventure ci
sono io,
un uomo, altro non
c’è!
Cammina
Maurizio,
la vita non è solo un
supplizio.
Mai a testa bassa amico
Roveri,
ne tra i ricchi ne tra i
poveri.
Chi legge Gente sotto
l’ombrellone,
gente che legge Chi, tra sabbia e
puzzo di sudore,
Davanti a mari più o meno
limpidi.
Aspettano l’inverno per i
business,
per una non elemosina a una
vecchia,
per affitti al
nero,
per lavori al
nero,
per amori al
nero.
Ma per cuori al verde, ormai
poveri.
Cammina a testa alta Dottor Maurizio
Roveri.
VERSO COSE
IMPORTANTI
Non fu facile il primo
bacio,
non fu facile il primo
sesso.
Fu ostico il primo giorno di
scuola,
e il primo
compito,
e la prima
interrogazione.
Fu ostile il primo esame
all’Università,
fu duro anche il primo
allenamento
e doloroso il primo
intervento.
Insicura fu la prima lezione di
guida
E la prima
rasatura.
Fu curiosa la prima peluria pelvica
e ascellare,
fu sonoro il primo e unico
schiaffo.
E goffo il primo e unico
ballo,
fu gioioso il primo
goal
e lamentoso il primo pianto
d’amor,
veloce il primo
treno
e lento il primo
traghetto.
Ma nulla sarà più emozionante di ciò
che non ho ancora detto.
Febbraio
2003
BATTITI
I battiti della
terra,
del suo nucleo geologico del
mondo.
I battiti nel terreno e le
vibrazioni.
I battiti di passi e noci che
cadono.
I battiti di martelli di
operai,
di gambe adolescenti che
corrono
e letti cigolanti che
amano.
I battiti del
cuore.
I battiti dell’odio e
dell’amore.
Febbraio
2003
RINTOCCO
Al primo rintocco di
campane,
un cliente va a
puttane,
al secondo c’è una suora con
l’ombrello nero fumo,
al terzo rintocco muore un
vecchio
e al quarto è nato un bel
marmocchio.
Al quinto rintocco di
campane,
amiche sveglie dentro a due
sottane,
al sesto invece un bacio
furtivo.
Al settimo un piatto di
riso,
all’ottavo rintocco una scarpa col
tacco scappa da un calzolaio,
al nono il piede la insegue
arrabbiato,
al decimo il ladro è
scappato.
28.3.2003
FERMATE
Modena, Bologna, Reggio Emilia,
Parma, Piacenza.
In pochi
chilometri,
in pochi
minuti,
tante
fermate.
E le stazioni sono microcosmi delle
città.
Voci, volti,
facce.
Chi va a lavoro e chi a
scuola,
chi a tradire chi ad
amare,
chi a partorire, chi a
morire.
Via vai sotto cieli di fine
inverno.
Marzo
2003
ODORE
Non riusciva a capire perché fosse
insopportabile,
per lui,
quell’odore.
In un’altra vita forse esisteva quel
ricordo olfattivo?
Non erano fiori
marci,
né fogna.
Non era gomma
bruciata,
né polvere
antica,
né creta
bruciata,
né morte.
Era vita e non
arte.
Febbraio
2003
SAPERE
Molte persone sanno più di
me.
Altrettante sanno meno di
me.
Altrettante sanno quanto
me.
Tutti possono poi essere consapevoli
di ciò che sanno, o no,
e come me invidiare chi sa di più e
cercare di migliorarsi,
o non essere consapevoli e non
interrogarsi.
Certo avrei voluto più spiegazioni
alle mie domande finora.
Ma so che se non miglioro io e il
mondo con me,
anche i nostri figli non avranno
risposte esaurienti,
né in qualità né in
quantità.
Febbraio
2003
STUDIO O
LAVORO
Da quando ho smesso di studiare e
iniziato a lavorare…
Ho meno tempo per leggere,
dipingere, scrivere e pensare.
E mi sento più stanco per
amare.
Il lavoro non nobilita
l’uomo.
Il lavoro mobilita l’uomo e lo
smobilita.
E più siamo impiegati per più ore e
meno ci accorgiamo che i nostri cervelli si atrofizzano… così
che,
altri possono da una comoda
poltrona
gestirci
meglio.
Febbraio
2003
7
MINUTI
Sette minuti fermo alla stazione di
Bologna.
La strage,
le torri,
l’Emilia
Romagna,
mio nonno.
L’occhio si
bagna.
Mio padre,
suo padre.
Mio padre, suo
figlio.
Io.
Bologna, un freddo
pungente.
Il treno
riparte,
la vita:
viaggio
costante.
Febbraio
2003
GALLERIE
Lunghe gallerie in questo viaggio in
treno,
senza te.
Sì scrivevo molto di più prima di
averti.
Ma nelle parole cercavo una
stabilità felice che ora ho,
e che per questo non cerco
più.
Spesso sono minuto come le tue
mani,
altre volte prorompente come i tuoi
seni.
Spesso taciturno come il tuo
animo.
Ma sempre son
io,
amore mio.
Febbraio
2003
MAH!
Mah, non
capisco.
Negli asili e nelle scuole dove sono
stato,
muri sporchi e mondo poco
colorato.
Nell’ospedale dove son
ricoverato:
ore 18.25 cena, pastina scotta e
purè senza sale.
Nei posti dove ho lavorato mente
lenta e ciclica depressione.
Ma come fanno le
persone?!
Fuoco negli
stadi,
pugni in camera e
senato.
Povero mondo come sei
combinato!
28.2.2003
STRANIERA O
NERA
Se ti svegliassi e fossi
straniera,
o nera;
se mi svegliassi e fossi ladro o
indiano;
in altre vite future o già
state,
niente cambierebbe del nostro
dolce,
passionale e a volte arrabbiato
amore.
27.2.2003
CUGINA
La cugina della morte è
l’apatia.
Contagia ipocriti e
bugiardi,
che non si
accorgono,
o se si accorgono ormai è
tardi.
La cugina della falce e del
nero,
contagia l’uomo di cattiveria e di
mistero.
26.2.2003
TIRI ALLA FUNE
Quanti tiri alla
fune,
per studio o per
lavoro.
E mani provate dalla corda
tenace.
Tiri alla fune sciocchi con mio
fratello e con i miei.
E con altri che credevo si facessero
i fatti miei.
E io sbagliavo e facevo tiri alla
fune,
come a volte faccio con
te,
anzi come il mio passato triste fa
col tuo passato difficile.
Amore mio non è stata una vita
facile finora,
menomale con te sarà un po’ meno
dura.
25.2.2003
DIALOGHIASSURDI
La locomotiva parlava
all’aeroplano,
che la prendeva in giro perché
andava più piano.
La bici e la
vettura,
scherzavano il
sidecar,
per quel terno di ruote che usava
per andar.
E l’uomo un po’ altezzoso
disse:
“V’ho costruito
io,
però con le mie gambe vado veloce
anch’io!”.
Volava in quel momento sul cielo
della terra,
uno stormo di aquile, che scrutando
quella scena,
volando assai veloce, pensava a
quanta pena.
Marzo
2003
BANDA
Nella banda giovani e
vecchi.
Donne e uomini e
bambini.
Nella banda tamburi e
violini.
Suoni diversi ma
sincroni.
La banda suona tra i
vicoli.
Vicoli di città povere non solo di
moneta.
Musica, menomale esisti in questa
vita.
Marzo
2003
RIMEDIO
Per chi vive di merda ho un rimedio
empirico.
Smettere di vivere da stronzi so che
è difficile e antipatico.
Dovrete
adeguarvi.
Perlasca e
Schindler.
Storie di uomini e di vite per
salvare vite.
Villeneuves, Senna. Veloci cuori
limpidi.
Coppi Bartali Pelè… era il tempo che
avrebbe fatto per me!
Febbraio
2003
LONTANI DAI
MAIALI
Il gioco di ruolo, una tunica di
seta, un bosco, un gruppo,
più persone ma una sola
emozione.
Devastante è che il divenire adulti,
soffochi gli spazi mentali,
dovreste giocare di più
uomini,
sareste più lontani dai
maiali.
Gennaio
2003
Sogno l’Irlanda del nostro viaggio
di nozze ormai prossimo,
peccato che la tivù mi
distragga:
Guerre stellari dovrebbe essere solo
un film,
non una notizia da animali
rari.
Guerre?
Sfogatevi a
Risiko!
Soldi?
Usate il
Monopoli!
Giornata della
memoria?
Sarebbe meglio non ricordare ma
riscrivere la storia
27.12.2002
LE DUE
TORRI
Il nano è in un quadrato… l’elfo è
una virgola, un punto interrogativo,
i maghi sono la luce e il buio,
l’anello è la volontà di mille vite di popoli di idee di fede di cattivo e
buono…
sembra solo un
film,
sembra solo un libro ma è un
miracolo,
la musica il verde degli alberi il
grugnito degli orchi.
Le lame contro di duelli di spade,
fiamme e vento.
E parole e battute e scene… amore
morte speranza amicizia.
Dicembre
2002
FUSI ORARI FUSI DI
TESTA
Chi prima chi dopo per via del fuso
orario,
si
svegliano:
l’attore che fa un lavoro bello da
sempre sognato e ben pagato,
il cantante, che fa un lavoro bello
da sempre sognato,
il calciatore che fa un lavoro bello
da sempre sognato,
il pilota che fa un lavoro bello da
sempre sognato,
il politico che fa un lavoro da
sempre sognato da tutti criticato e assai ben pagato…
poi ci sono loro che si svegliano
prima per un lavoro odiato e sottoretribuito,
poi ci sono io figlio dei miei
genitori e sangue di mio fratello che mi sveglio accanto a te in piccola casa
con l’odore del sugo della sera prima e la voglia di un figlio, con un’auto
sotto parcheggiata che non sai se parte per via della brinata, io accanto a te
che mi vesto lento e assonnato,
perché la sera prima anche se stanco
t’ho amato,
mi
sveglio,
e ci sono pile di libri letti e
fogli da me scritti e sulle pareti quadri da me
colorati,
al posto della carta da parati… e
esco per un lavoro che non mi aspettavo e non sognavo ma che ci porta
soldi.
Perché quello oggi conta nello
schifo di questo mondo.
Il curriculum non è vitae ma vitale
in questo tempo acerbo e troppo maturo,
da essere
marcio,
vitale perché ti serve perché se no
si perde, in questa vita.
Meccano, tivù in bianco e nero,
sindacati,
Big Jim… anni
settanta…
Avessi avuto quarant’anni allora, la
mia anima non sarebbe così affranta!?
Marzo
2003
PIU’
ME
Se ci fossero più me ci sarebbero
troppi bestemmiatori.
Se ci fossero più me ci sarebbero
troppi idealisti.
Se ci fossero più me, a educazione
fisica si giocherebbe solo a calcio, e ciò non sarebbe
democratico.
Se ci fossero più me non ci
sarebbero molti autisti modello, ma sentiremmo più volte parole come scusa prego
permesso grazie.
Se ci fossero più me ci sarebbero
molti silenzi in più…
agli orari dei talk show e delle
telenovela.
Ma molti accendini e posacenere in
meno.
E per cui forse meno tumori ai
polmoni.
Se ci fossero più me il razzismo non
avrebbe spazio neppure su un vocabolario,
religione politica e fede sarebbero
un tutt’uno nella filosofia di vita quotidiana.
Se ci fossero più me il basket
fallirebbe e le chiese non farebbero più messe,
forse anche perché non ci sarebbero
più preti.
Se ci fossero più me tutti una volta
ruberebbero o andrebbero a puttane,
ma solo una volta, e nessuno mai
ucciderebbe.
…Se nessuno mai ucciderebbe, guerra
non ci sarebbe mai.
…Se guerra non ci sarebbe mai, il
mondo sarebbe migliore.
E nessuno direbbe sempre sì al
padrone abbassando la testa.
Anzi non ci sarebbero padroni, al
massimo posizioni più alte ma da raggiungere con gavette lauree e sempre in
bilico in caso d’errore più o meno grave.
Se ci fossero più me ci sarebbero
più polemici,
ma non ci sarebbe più polemica tra
maggioranza e opposizione.
Se ci fossero più me io non sarei
unico, e mi dispiacerebbe molto,
e tutti sarebbero forse poco
modesti, ma questo potrebbe giovare parecchio.
Ma quando le poesie e le situazioni
hanno troppi se, ciò non è buono.
Ma davanti a polizia e finanza
corrotte, se io fossi un malato di tumore, mi riempirei di tritolo le tasche e
andrei in posti tipo Montecitorio.
28.3.2003
Aprile
E’ quasi fatta per il
mutuo…
Due lavori e due
cuori.
I bigotti dicono che l’ultima cena
non è solo e soltanto un quadro magnifico.
Io so che questo è l’ultimo aprile
da fidanzati,
perché ormai siamo
arrivati.
Arrivati ma non al traguardo ma alla
partenza.
Perché che vita è senza
te?
Sono fatto dei miei, di te e di
politiche,
fatto di musiche e religioni tutte
mie,
di poesie e
valori,
di pianti e dolori, di progetti
seri,
veri,
come noi.
Aprile
2003
IRLANDA
Gulliver e il suo autore sepolto
sotto di me, sotto di
te.
Celti, vichinghi, siti
monastici.
Università e gente giovane, nazione
giovane.
Protestanti,
cristiani,
gli U2 e il
trifoglio.
Parco di Phoenix: un verde che
sembra variopinto.
Lo stile georgiano e normanno e
vittoriano…
E le birre e la musica in temple
bar.
Trinity college, tra amori di
giovani ragazze e ragazzi rossi di capelli,
e il libro
evangelico.
San Patrick e il fiume
Liffey,
Joyce e la
dogana
Oscar Wilde e il nostro primo
viaggio insieme all’estero.
Maggio
2003
AEREO
Da qui sopra il cielo è tutto uguale
e diverso.
Verde di vallate, boschi e pianura e
blu di cielo e mare.
Stadi, circuiti, case, piscine,
fiumi, laghi, tetti e brulicare.
Oggi abbiamo
volato.
È tutto bianco di neve e alpi, di
ghiaccio e nuvole
Città minuscole uomini
inesistenti.
Movimenti
statici.
Laghi… fiumi… come da geografia…
come da mappamondo.
11.5.2003
MATRIMONIO E
VOLO
Tra i sei mila e i dieci
mila:
Il cielo è
capovolto.
Le nuvole non son sopra ma sotto di
te e di me.
Sembrano
latte.
Sembrano panna e cotone intrisi di
gelato.
E Ieri?
Tutti vestiti bene: io e te, due
famiglie e due anelli. Tre famiglie, da ora.
Quante emozioni ieri sposi oggi
voliamo in cielo.
Maggio
2003
Se avessero ragione ora che siamo in
cielo sopra le nuvole dovrei sentire meglio la tua
voce.
Ma non ci sei e la voce che sento è
di mia moglie e il ricordo che ho di ieri è il sorriso dei
miei.
Ossia le mie due famiglie le mie
vere fedi: fede negli uomini e nelle pratiche concretezze
quotidiane.
E tu?
Storia antica, come i dinosauri,
Cicerone e Mao, ma nulla più.
Dall’aereo guardo giù e sembra un
mondo troppo vivo o troppo morto, fermo.
E precisi disegni di campi.
Continuiamo il viaggio.
Maggio
2003
AL
CONTRARIO
Letteratura, cinema,
sport.
Beckett e Wilde e Joyce e Yeats e i
vichinghi e i celti e i siti monastici e Cronwell e le colonizzazioni e San
Patrizio.
Caro italiano. Non hai tutto tu, non
sei tutto tu. Non sai tutto tu.
Le colazioni abbondanti e l’inno,
che non serve la partita di pallone per cantarlo. La libertà e il nazionalismo,
molti giovani e molti che non lo sono lo ridiventano con l’irish coffee e
il pucheen o la guinness.
Mucche, verde, cani, verde, cavalli,
verde, pecore e capre e ancora verde.
Qui c’è il neo gotico e mura di
cinta.
Qui si guida al
contrario…
E se al contrario vivessimo qui
invece??!!
Maggio
2003
NOZZE
IRLANDESI
Dublino: custom house quay , San
Patrick, la cattedrale, il castello e le prigioni dublinesi, il river Liffey,
Marrion square, il Trinity college e il book of Kell, Fitz William square, il
Phoenix garden, O’Connel street, temple bar, la sera alla trattoria Tailors
three rock a mangiare locale e a vedere e sentire ballare e cantare the Merry
plough boys.
Poi Kilkenny: San Canice, cattedrale
e castello, Cashel nel munster per la rocca. La contea del Kerry e l’incontro
con Mr Brandon: ammaestratore di cani da gregge e le sue undici specie diverse
di pecore: favoloso soggetto locale!!
Ring of Kerry: e la penisola di
Iveragh, un laboratorio di salmone affumicato e l’assaggio, Killarney e il parco
e l’arboreto, Killorglin, ladies wiev, Waterville e Snemm, Bunratty e il folk
park, Moher e scogliere e veduta delle Aran con pioggia che cade su occhi gonfi
ma mai stanchi del nostro fare l’amore. Galway e i currach dei pescatori e i
racconti di mio fratello che si fondono a quelli della
guida.
Il Connemara, Clifden e le torbiere,
la leggenda del fantasma delle paludi del Connemara, la desolazione mistica del
Clonmacnois e il monastero sullo Shannon, Kilbeggan e la distilleria Locke con
assaggio di sidri antichi dai profumi affumicati.
E passaggi dal Tipperary, da
Limerick e Adare, da Kildare e Waterford e Tralee.
E che dire delle colazioni delle
birre della gente dei landscape dell’irish coffee del sesso dell’amore delle
foto della stanchezza che in vacanza non arriva mai, e dei progetti sussurrati
nelle orecchie in un letto di stanza d’albergo. Belle le nostre nozze
irlandesi!
Maggio
2003
Mi sento un po’ Forrest
Gump.
E tu non puoi addormentarti lì,
così,
mentre lo
guardo,
perché se no
piango.
Mi sento un po’
morto,
ma di più
rinato.
Scusami se ogni
tanto…
Beh, hai
capito.
E spero tu l’abbia capito come ti
amo,
quanto ti
amo.
Mi sento un po’ una risata e un po’
una lacrima.
Un po’ mio padre e un po’ mia
madre,
un po’ mio fratello un po’ uno
sconosciuto con un gran fardello.
Mi sento tanto
me,
mi sento solo per
te.
E se mi sento
sono!
14.6.2003
SARO’ RAZZISTA
ALLORA????
Se fossimo tutti
omosessuali,
il genere umano
finirebbe,
per cui è spiegato con un
ragionamento di filosofia dell’assurdo,
che l’omosessualità è una cosa
sbagliata.
Se tutti fossimo
ladri,
tutti
ruberemmo,
e ci sarebbe uno scambio continuo di
merce rubata:
io ruberei e sarei sottoposto a
furti.
Alla fine le cose rubate
ri-arriverebbero nelle mani dei primi proprietari.
Perciò rubare è una cosa
sbagliata.
Se tutti fossimo
assassini,
tutti
uccideremmo,
e alla fine il genere umano
finirebbe,
quindi uccidere è
sbagliato.
Son tre assunti
inopinabili.
Io, un cinese, un senegalese, un
iracheno, un russo e un americano?
Siamo tutti uguali: due mani, un
cuore, due occhi.
Dette queste cose inopinabili, si
passa purtroppo all’opinabile.
Io vivo la filosofia dell’essere e
non dell’avere.
Scrivo, leggo, dipingo, amo, piango.
Io amo la libertà e la democrazia.
Ma credo che ci siano persone che
sentono Guccini e altre Manson,
credo che ci siano persone che
vedono Il grande Fratello e altre Quark,
credo che ci sia chi legge Pessoa e
chi Donna moderna,
credo ci sia chi piange per un
tramonto e chi si spalma di unto in piscina,
credo esista chi si piega ma non si
spezza davanti a uno stronzo di capo a lavoro,
e chi si spezza per i suoi
addominali per essere più duro.
Scusatemi tutti ma non sono io che
sparo giudizi e sentenze razziste,
è il mondo che non è affatto
divertente, anzi parecchio triste.
22.6.2003
ADULTO
Divenire adulto voleva dire non
giocare più?
Voleva dire sommare le
spese,
sottrarle dagli
incassi
e vedere che non bastano i
soldi?
Voleva dire 40 ore di lavoro
settimanale sottopagato?
Sì, in questo mondo
sì.
In un mondo giusto sarebbe stato
diverso.
Sarebbe stato essere padre quando ti
sentivi pronto di cuore,
non di
portafoglio.
Sarebbe stato continuare a giocare
ma in modo più maturo.
Sarebbe stato vedere le foto passate
e godere del presente pensando al futuro.
Chi ha ucciso la serenità degli
adulti?
Chi ha distrutto la bellezza delle
tempie brizzolate di saggia esperienza?
Settembre
2003
TERMINATO
Abbiamo terminato il trasloco
amore,
e non è
poco.
Sotto, nel parcheggio, c’è una nuova
auto.
Solo da maggio siamo
sposati,
e risa e pianti ne abbiamo già
vissuti.
Salita e discesa, la vita è un
miracolo e va presa.
Ci apparteniamo, mentre facciamo
l’amore in un nuovo letto,
sotto un nuovo
tetto.
Mentre canticchi e fai le pulizie o
cucini.
Siamo
vicini.
Ci sono altri
vicini.
Stessi sogni stesse
paure.
Noi sempre diversi, sempre
uguali.
Noi a volte invidiati a volte
criticati.
Noi sempre insieme da quando ci
siamo trovati.
4.10.2003
I VIAGGI DI
GRULLIVER
A scuola lo sfottevano, gli davano
del grullo.
A calcio lo ridevano ma lui faceva
fallo.
Alcuni lo evitavano, e lui
scriveva.
Alcuni ne parlavano, e lui cercava e
dipingeva.
Trovò insegnati
impreparati,
calciatori
strapagati,
politici
malati,
datori di lavoro dai cervelli
ibernati,
amici falsi e
fallati.
E continuava il viaggio in un mondo
di grulli.
Poi scoprirono che amava una donna
che lo amava,
che amava il fratello e i genitori
che lo amavano,
e anche i pochi amici che amava lo
amavano,
mentre gli svariati nemici lo
invidiavano.
Tutti avevano provato a legare il
gigante a terra.
Ma i lillipuziani non furono forti
come il suo amore,
la sua religione, la sua politica, i
suoi quadri e le sue poesie.
I lillipuziani non furono forti come
il suo comunismo, la sua passione,
né come i suoi sogni o la musica, né
come l’orgoglio e la sua dignità e sete di libertà e
democrazia.
Fu allora che i viaggi di Grulliver
finirono,
per iniziare sui libri da far
studiare a lillipuziani e non.
Per imparare a vivere anche
sbagliando e non essendo perfetti.
Ottobre
2003
TUTTI
VOI
Tutti voi,
cantanti,
attori,
sportivi,
modelle.
Tutti a dedicare libri, goal, film e
canzonette.
Tutti voi novanta sessanta novanta,
tanti soldi e tante tette.
Ma a me chi me lo dà il
palcoscenico?
E che palcoscenico mi date per dire
dell’amore,
per mio padre e mia madre e i loro
dolori?
Che trasmissione mi date per l’amore
del fratello,
o dell’amore bello della
moglie?
Ingiustizia è fatta, mondo con le
doglie d’aborto!
Voi vip: very ipocrit
person.
E io?
Sconosciuto
eccezionale?
13.10.2003
SCIACALLI
Quale fosse l’etimologia di
demografia,
o quale il valore della Sfinge, non
lo seppi mai.
Io, tra le dune, con le mie penne da
uomo,
con le mie piume di
fagiano.
Io, che molti mi si rivolgevano con
devozione,
io non duca, meditante su ellissi ed
eclissi,
solo grazie alla sete di curiosità
del gene della mia famiglia.
Sarebbe stato così anche se fossi
nato nell’età dei metalli,
sarà così in futuro, in questo mondo
di sciacalli.
19.10.2003
NON NOBILI DI
COSTUME
Non sono il mare
Egeo,
sono un po’
ermetico,
forse sono di una razza in
estinzione.
Amo i rapporti
epistolari,
sebbene non ne pratichi da un
po’.
Non sono
albino,
ma la stanza della mia vita ha un
ottima acustica,
come un’abbazia, colma di nobili
d’animo e non di costume.
18.10.2003
RADIOATTIVO
Certe situazioni sono abrasive per
la mia anima.
Lei è facile a lacerazioni, da
sempre, dalle prime emozioni.
Peccato o per fortuna non ho un
clone,
e peccato per voi, non sono un
coglione,
dato che,
diciamocelo,
meno cervello abbiamo noi del
popolo, più voi ci gestite come burattini.
Con me cascate
male,
sono
combattivo,
mi piego ma non mi spezzo al vostro
vento radioattivo.
17.10.2003
PAGINE DI
STORIA
Assaporatemi!
So di
cedro.
Non sono un
coleottero,
e non ho artiglieri al mio
fianco.
Non conosco l’araldica dei vostri
cuori,
se no non aprirei il cuore a tutti,
ma solo a chi ha i miei stessi colori.
Avete anime fossili, e io al vostro
cospetto,
vivo e sono pagine di
storia.
19.10.2003
8
ZAMPE
Ci sono culti da svolgere sotto le
ombre dei baobab.
Altri da accompagnare coi suoni
delle arpe di bronzo.
Oh, se solo fosse povera solo
l’arte,
se solo fosse morta solo la natura
dipinta!
Allora ricorderemmo ancora
precursori e pionieri dei sentimenti.
Ma siete aracnofobici nel momento in
cui ho 8 zampe curiose di mondo.
Ottobre
2003
ASIA
Nell’arcipelago del cuore ci sono
stato!
Sì!
Quando ho fatto il mio viaggio
mentale in Asia.
Tu eri con me. E compravamo regalini
per le nostre famiglie.
Ma che sbadato! siamo noi le nostre
famiglie!
Se fossi un giudice suonerei
assoluzioni con cornamuse antiche.
Non amo l’aviazione né conosco la
balistica.
Ma ho la tua complicità… il resto
passerà.
Ottobre
2003
SONO
MONDO
Non vivo nella
beatitudine.
Non sono mai stato alle
Barbados.
Non sono un commediografo
ateniese.
Voi siete daltonici quando dipingo
senza forme e solo colori.
Non sono Gaspar David
Friedrichk.
Ma lo
studiai.
E sono un po’ di tutto ciò che ho
letto, visto, studiato morso e bevuto.
Allora sono
mondo.
Ottobre
2003
CAZZI
Son tornato dallo
“psiche”!
Mi sa che ci si
piace!
Come smisi di mordermi le
unghie,
smetterò di stare male se il mondo
non funge!
C’è una
vita,
ci sono io, ci sei
te.
Ci siamo
noi.
Il mondo?
Cazzi
suoi!
Novembre
2003
ANORMALE
Troppi papi forse nella
storia.
Evoluzione?
Rivoluzione?
Sono un intaglio, sono un
intarsio.
Non ho mai avuto genitori o
professori a comandare.
Non ho mai voluto altri o datori a
fare da padroni, né amici né parenti né opinioni.
Forse son fuori tempo o
intellettuale,
o troppo normale in questo mondo che
è fuori norma statistica oltre che anormale!
Novembre
2003
INTERCAPEDINE
Sei nell’intercapedine dei miei
giorni, della mia anima.
Per questo non scrivo molto di
te.
Ma lì dentro dove sembra esserci
poco posto,
hai un ruolo di
privilegio,
ma non ci sei da
sola.
C’è il passato, c’è la
scuola.
Massi e Stefi, altri e i miei, lo
studio,
poesie e
pitture.
E tutto sa di
te.
Ma non scrivo, se ci fai caso, ormai
più di tutto ciò che è nell’intercapedine.
Per cui non essere
gelosa.
Lì nel buio lucente e nel silenzioso
frastuono,
c’è ciò che è
stato.
Oggi e ora io e te e noi, invece
viviamo per cambiare un po’ persino il mondo.
Son così, io. Scusami se a volte
erro.
Sono Iran e Parigi anni
venti.
Sono vulcano e lago di
ghiaccio.
Sono te e noi
nell’intercapedine.
Novembre
2003
ENCICLOPEDIA
Fiordo, fenice e
dittatore.
Flebo di
vita,
vecchio sul
trattore.
Fibre e
fermentazioni.
Lotte e
rivoluzioni.
Geysers.
Girasoli.
Alleati e canti gregoriani a
ferragosto.
Idrogeno e
filantropo,
trascendentale e trasale un
tizio!
Sono filtro… se leggo
l’enciclopedia.
Novembre
2003
GERICAULT
Frattali e
frati,
tizi e
tali.
Guscio e
Guatemala.
Illecito è vivere in certi
modi.
Io mangio salmone, ma non in
eccesso.
E sono interdisciplinare e
infinitesimale.
Conoscete il
garantismo?
E il
garofano?
Dio mio
gelo!
Graffito e
graffiato.
Genealogie e genziana
viola!
Sono io.
Sono sulla zattera della medusa di
Gericault.
Novembre
2003
IO E
LANCILLOTTO
Stavo accendendo otto
lampade,
in un altro
tempo.
Con me c’era
Lancillotto.
Fuori lava e
lapponi.
Ora ero in una segheria
francese,
sì mangiavo solo
legumi,
ma ero la
rivoluzione
Novembre
2003
MA
VIOLENTO
Nessuno è
perfetto!
Neppure io,
purtroppo.
Ma sono piuttosto
intelligente.
Ma troppo poco
forte.
Non credo a nessun
dio.
Ma prego che non succeda mai nulla a
te, Massi o i miei.
Allora troverei la
forza,
e rivoluzionerei il
mondo,
trasbordante,
inopinabile,
giusto,
ma
violento.
Novembre
2003
BALESTRA
La grande balestra avrebbe ucciso la
lepre,
se non fosse stata in
letargo.
E le regine egiziane avrebbero
digiunato.
Sole, mute, sotto i tetti rossi
delle case lettoni.
Novembre
2003
MESSERE
Messer
Maurizio…
Mangia licheni ma sfida il
precipizio.
Poi assopito ricorda che c’era un
film:
“Cuori al verde”, e messere ha
compreso.
Un laureato ha la fama di chi studia
e non sa fare altro.
L’idraulico sbeffeggia tale
situazione perché trova normale la manualità, e inutile il
pensiero.
Un giorno il laureato studia un
volume di idraulica… attento manovale… chi ha il cervello scopre anche le
mani…
non so se chi ha mani le usa per
esplorare il cervello.
Novembre
2003
IO e
DIO
Pare che la perfezione sia solo di
Dio.
Io non cammino sulle
acque.
Pare io non sia
Dio.
Per silloge non sono
perfetto.
Ma io non credo in Dio né nella
perfezione.
Credo in me e in
te.
Credo in
noi.
E credo nelle
persone,
ma non in
tutte,
solo in quelle che da imperfetti
imparano e insegnano la lezione.
La perfezione non
esiste,
il miglioramento
sì.
Ma chi persiste nell’errore è molto
di più che imperfetto.
Ah,
dimenticavo,
ti amo,
e detto
questo…
Novembre
2003
VEDO
Vedo la morte intorno a me
pianeta.
Resti te di vivo: una
luna.
E tre satellite più piccolini: e sai
di chi parlo.
E quattro o cinque stelle meno
lucenti, e sai di chi parlo.
Il resto, nell’immensità attorno a
noi, l’universo è morto e morte.
E per fortuna vedo qualità tra il
pianeta, la luna, i satelliti e le stelle,
perché la quantità è davvero
misera.
Novembre
2003
MI
AFFASCINA
Mi affascina il
magnetismo,
e i disegni non porno ma erotici di
Manara.
Mi affascina il modo con cui
conosco,
anche se mai
visti,
Nonno Mario e nonno
Cesare.
La mano comune che il mondo dovrebbe
dare a se stesso invece mi delude.
E non so come catalogare le impronte
digitali delle anime,
tassonomizzando in modo
manicheo,
i buoni dai
cattivi.
Dicembre
2003
SIAMO
Siamo
marionette,
quasi Merce di
scambio,
molti marci di
scambi.
Microscopio dimmelo te cosa vede
l’occhio nel triangolo,
quello a cui molti
credono.
Mimose?
Miniere?
O ministeri, misteri e
minestre?
Miti no di sicuro, quelli non
più!
Perché non c’è nessuna
trinità.
Ma solo l’uomo
solo.
Gennaio
2004
MINOTAURO
Se fossi un
Minotauro,
affronterei con più coraggio
quest’ennesimo nuovo anno.
Duemilaquattro… quanti
caspita!…
Niagara? Mai
stato!
Viagra? No
grazie!
Invece sono un semplice
uomo,
leggo studio vivo lavoro… non avrò
pensione,
e sono mal gestito da chi
comanda.
Una volta comandavano i
comandanti.
E una volta c’erano comandanti come
il “Che”.
Oggi Ernesto, che magari da chissà
dove,
accanto a Enrico e Gaber, ci
guardi,
non comandano né comandanti né
generali.
Ma i ladri e cose come Le
Generali.
Gennaio
2004
DIGERIRE IL
DIRIGIBILE
Troverei più digeribile un
dirigibile,
che molti di
voi!
Che ignorate non solo congiuntivi e
condizionali,
ma termini
come:
nomadismo, nuraghe, Odino,
dialisi.
Il picchio muoverà sempre il collo
per cercare lombrichi,
l’uomo muterà nei secoli come già è
successo.
Ma chi lo ha detto che la staticità
si oppone al progresso.
Stai progredendo forse
tu,
uomo che ti ritieni superiore alla
donna?
E te uomo bianco che ti ritieni
migliore di chi bianco non è?
Sì digerirei in modo più indolore un
grosso dirigibile,
che non appartenere alla stessa
specie di alcuni di voi.
Gennaio
2004
CESTO DI
FRUTTA
Se avete stracci ai
piedi,
se siete corteggiati ma non
seducibili da poderi e averi…
che valore ha
risorgere,
o piangere per una
nefandezza,
una nascita o una vita o un film o
una canzone…
lo sapete.
Se invece avete avete avete ma non
siete…
Plebiscito per voi è un
risotto,
saggina un tipo di
fagiano,
prole e proletariato parole
straniere.
Azzeccato
vero?
Presagio e sacro Graal non ne
parliamo.
Ma a differirci non è il termine
scrigno che io conosco,
è essere o no figli di chi ha
mangiato carne simmenthal alle manifestazioni,
anni ottanta… Roma… Piazza San
Giovanni, per lottare.
Lottare per valori oggi per voi
sepolti.
Per fortuna
che:
la mia vita è un cesto di
frutta,
lavorato da sapiente
artigiano,
e tu ne sei il vimini che gli dà la
forma.
Gennaio
2004
LO AVEVA
FREGATO
Il pendolino per l’ipnosi lo aveva
fregato:
stop bugie e falsi sensi di colpa e
ogni altro reato.
Ora non poteva più fare la vittima e
nascondersi dietro a un dito.
Perché tutti gli altri avevano
abbassato tutte le dita.
Gennaio 2004
DUEMILAUNO MARI
DI
2001 MARI PER
TE
Ho duemilauno mari per
te,
pronti.
Con laghi, fiumi,
affluenti,
oceani di acque
chiare,
tiepide,
dolci e
amare.
Nuotaci,
pescaci,
bevili.
Vivimi.
19.2.2001
NASO
Un naso
irregolare,
due labbra da
baciare,
pelle da
accarezzare,
occhi da
guardare,
carne
chiara,
esili
ossa,
seno
fiorito.
Vite
legate,
anelli sul
dito.
20.2.2001
OMBRA DI
ME
Sono un adulto
bambino,
un neonato
maturo,
una linea infinita, incompiuta,
indecisa.
Vedo l’ombra di me sul
terreno.
Vedo
nulla,
son vento,
baleno.
E’ una vita
questa…
E lottare non
basta.
18.2.2001
UN MORTO AL
POLO
Quanto pesa un morto al
polo?
Pesa meno se lo stendi sul
suolo,
all’equatore?
Quando si ama di
più?
In quali
ore?
E chi è che sa la prossima mossa
sulla scacchiera?
E ci saranno forme di
vita…
Nei buchi del
groviera?
19.2.2001
POTREMMO
Potremmo avere nomi
diversi,
avere capelli più
mossi,
tenere soldi nelle tasche,
sparsi,
essere abili a disfarci dei
pensieri,
invece malati di rispetto e
poesia,
apostrofiamo inutilmente
incompetenti colleghi.
10.3.2001
STRANI
BUGIARDI
Strani i bugiardi che pensano siano
vere
le loro
bugie.
Campagne politiche
che,
lente,
sottolineano come nessun partito mi
rappresenti.
Camicie
azzurre,
giacche
scure,
personaggi con la metaforica scure
in mano;
con sgrammaticature e par condicio
pronte sul divano.
15.3.2001
SIBILLE
Sibille e
nebbie,
e discendenze e
rabbie.
Che gittata hanno i vostri
sguardi?
E il tuo
cuore?
Caronte portami in
perlustrazione…
Certo non sarà come visitare
musei,
con strumenti
musicali,
o mangiare panna e
sangue…
ma ormai ho una certa
età…
quasi 1500
giorni
29.3.2001
NANNI
Caro
Moretti,
tu sei un intelligente di
sinistra,
tu fai poesia con le
immagini,
tu e il tuo
cinismo…
tu e la tua dolcezza
descrittiva…
mi hanno lasciato con le
lacrime,
mi hanno seccato la
saliva
Marzo
2001
LAVO
Lavo panni e
piatti,
scopo per
terra,
tolgo la polvere come
casalinga,
poi cresco
piango.
Vivo e
soffro.
Amo e ti
amo,
e mi ami.
Voglio le chiavi di una casa mia e
alla porta di ingresso…
Un mobile,
con sopra il guinzaglio del mio
cane,
e tu seduta sul divano mi saluti con
un muto sguardo.
1.4.2001
IL VAI E
VIENI
Il vai e vieni delle
onde,
il treno,
la mia voce che ti
chiama,
il tuo cuore che
risponde.
Viaggiamo,
dormi,
ti tengo la
mano.
Il mare
accanto…
mi ci divide solo il tuo essermi a
fianco.
18.4.2001
PRIMO
VIAGGIO
Il primo
viaggio,
assieme,
l’amore che brucia nelle
vene.
La
gelosia,
la tua, la
mia,
il fumo e questo treno in
galleria.
Il caldo della tua
terra,
calda come la tua
passione.
Ti vedo e sento
l’emozione.
18.4.2001
COSTOLE
La magrezza che non
ammetti,
in un
abbraccio,
vicini e stretti
stretti,
esalta le tue
costole,
che so di pelle chiara di
latte.
E il verde e il
mare,
e l’azzurro e il nostro essere
amore.
I futuri
progetti…
Le costole e tenersi stretti
stretti.
15.5.2001
GRIGIORI
Grigiori anche a
primavera,
e raggi di luce in
inverno.
L’alternanza nel mondo e nella
storia,
da sempre.
E da sempre punti di
vista.
Ma da sempre troppi metodi di
valutazione,
con parametri
diversi,
quasi
distorti.
13.5.2001
CARI
Cari
elettori,
tra di voi ci sono
traditori.
La balena azzurra ci
inghiottirà,
come molti
Pinocchio.
Lui non toglierà al ricco per dare
al povero,
né, per chi lo
voleva,
legalizzerà il
papavero.
Suoi i giornali e le
televisioni?
Sceglierà allora articoli e
trasmissioni.
Non lascerà il calcio
rossonero,
e di quei colori ne apprezzerà solo
uno,
quello del buio e della
notte.
E tra una cravatta e un sorriso
beffardo,
nasconderà soltanto
botte.
Quando sarete
stanchi,
della sua camera e del suo
senato,
io comunista vero sarò
lontano,
ma senza aver
scordato.
14.5.2001
VENTISETTESIMO
CHILOMETRO
Al ventisettesimo chilometro della
statale Vita,
c’erano un incrocio e una strada
senza uscita.
Alberi grigi e corteccia di
cemento.
Né foglie né formiche sul cupo
pavimento.
Lanciai
un’occhiata:
non c’erano
bambini,
né scuole, né panchine e neppure
passeggini.
Tirai diritto e del bivio presi
l’altra via.
L’incrocio successivo era la vita
tua.
17.5.2001
SPESSO
Spesso la vita mi sembra il
battesimo di un defunto.
Ma ultimamente la vita
cambia.
Conviviamo
noi,
scappano i
miei.
Oggi le
Eolie,
ieri mi dormivi
addosso.
Acqua, vacanze e
sole.
Sogno di rotte, mostri marini e
navi.
Sogno di etrusche
chimere.
Tanti sogni per quanti chilometri
percorsi.
13.8.2001
BELLI
Ci amiamo,
guarda come siamo
belli.
Io compio gli
anni
E muore
Montanelli.
Genova in
fiamme,
il caldo
dell’estate.
A stento godo delle nostre
risate.
23.7.2001
ATTORNO
Mi guardo
attorno.
Ci sei tu.
Passano gli
anni.
I miei lasciano
Livorno,
per nuova
vita.
Divisi solo di
chilometri,
sempre più
uniti.
Forse grazie a tutti i pianti
passati.
Luglio
2001
CREDO
Credo di aver imparato a
nuotare.
Un po’
tardi.
Quasi una
laurea.
Quasi
trent’anni.
Quasi
sposato.
Quasi
adulto.
Forse era arrivata
l’ora.
Vedo tutto
blu.
E sento
poco.
Davanti ci sei
tu…
Ed un maestro
sconosciuto.
Agosto
2001
MENTRE
Mentre tu eri
lontana,
nel calcio Roma è diventata
sovrana.
Ho visto la gran
festa.
Milioni di respiri, già da una
settimana,
di voci e mani chiuse da pugni ben
alzati.
Sentivo l’emozione di un mare
giallorosso.
Le lacrime scendevano a più non
posso.
Tu fossi stata lì non avresti
capito.
Io invece invidio le glorie di una
rete gonfiata da una palla.
Senza di te non posso amare questa
vita di gioie e dolori,
però capiscimi se piango anche per
dei colori.
Giugno
2001
11
SETTEMBRE
Dopo le Torri e gli
aeroplani,
boati
lontani,
pianti
americani,
attenti ai
Talebani.
Ma sono solo loro, o no
Presidente?!
Tutta la sfera
attende…
Ma la violenza non
s’arrende…
29.9.2001
C’ERA UN
BAMBINO
C’era un
bambino…
Brasile.
Anni
sessanta.
Lui stava
chino,
su una scarpa da far diventare
bianca.
E lui
lucidava.
Forse era padre, il
bambino,
Di un fenomeno che
amo.
Una palla. Una voce che
dice:“Giochiamo?”
Non ti tradisco se amo anche il
calcio.
C’era un
bambino.
Non ero
io.
Non eri
te.
Era Pelè…
26.9.2001
SULLE
SOPRAELEVATE
Passo col treno sulle
sopraelevate.
Vedo famiglie, finestre
spalancate,
Televisioni, tavole
apparecchiate,
facce che non sanno d’essere
osservate.
Vedo pane, vino, figli e
posate,
pianti, tradimenti,
risate.
Mi hai appena
chiamato,
sto
arrivando,
sono le otto
passate.
7.10.2001
LETARGO
Dopo mesi di
letargo,
mano prende
penna,
cuore alza
antenna.
Capto,
emozioni come un gatto in
strada,
spero che mai nulla
accada
al nostro
noi.
Loro guardano da fuori e
vedono,
non so che cosa o
chi,
non
m’interessa.
Perché io sono qui e tu sei sempre
la stessa,
dolce e calda, povera e
contessa.
E dopo mesi di
letargo,
vicino è Natale ma non mi
assale,
la
malinconia,
l’ho scacciata via, con te per
te,
e ci aspetta un camino, un
abbraccio,
e ci staremo
vicino,
di fuoco e di
ghiaccio.
22.12.2001
CORPI
PERSI
Il conflitto dei vostri
interessi,
partiti, talk show,
progressi,
date tutto ai figli e tra
sbadigli,
pensate che non possiamo dire
“Sbagliate!”
Perché non hanno colore le
brigate,
le muraglie sui cuori
uniti,
figli
caduti,
medaglie di rovesci, scaglie di
bombe
e corpi
persi.
21.12.2001
VENERDI’
“Vecchio
campione”
L’amico ti saluta con il “cinque” e
dice:
“Salve
marpione”.
Il plettro nella tasca
destra
E quella cosa fissa nella
testa.
L’amico dice:“Ora
basta!!
Cominciamo, tieni il tempo che
suoniamo”.
Bimba mia vieni
via
Suona suona
batteria
Melodia non è mai
chiasso
Dacci sotto con quel
basso
Bimba mia delizia e
croce
Dacci sotto con la
voce
Canta e
salta,
ciò che
vedi
sono note su due
piedi
balla e
salta
e ciò che
chiedi
sono sogni su due
piedi.
21.12.2001
PERGINE
Pergine è
l’argine,
alla noia, ai
dolori.
Sarà per il camino, il verde o i
genitori,
sarà ma non lo
so.
In cielo le stelle son più
luminose.
E poi il cane, il vento, tutte buone
cose.
Pergine è
origine,
di sentimenti
veri,
di ampi
respiri,
di viottoli, mattoni rossi e
legna,
di ulivi, di terriccio e
vigna.
27.12.2001
AD UN AMICO…
E’ stato già
così,
per altri
visi,
in altri
modi,
con altri
luoghi.
Se tu leggessi i miei
versi,
capiresti.
Fede
diversa,
immodesta
umiltà,
libera
volontà.
Caccia e
famiglia.
Abbracci non solo la
vigilia.
Hai anche tu occhi
lucidi.
Ho anche io dei
lividi.
Abbiamo in comune il cuore
aperto.
A presto
Roberto.
28.12.2001
NE USCIREMO
ARRICCHITI
Che siano euro o
lire,
non bastan mai. Sembrano
finire.
Ma è vero, c’è chi sta
peggio.
C’è chi non ha te, o i miei né Robi
Baggio.
Spese, bollette,
vestiti.
Passerà il brutto momento e ne
usciremo arricchiti,
non di carta, assegni o
moneta.
Ma più forti di vita e puri come
seta.
28.12.2001
PIU’ DI CIO’ CHE
HO
Combatterò la
noia,
aspettando il
lavoro.
Saranno libri, fogli e baci
tuoi,
il mio
oro.
Giù e su il grafico
viaggia,
presto migliorerà, migliorerai,
migliorerò.
Perché merito più di ciò che
ho.
28.12.2001
STRONZO
E non mi dire
stronzo…
Che non ti eri
accorto…
Disegnami del tuo partito il
sintomo!
Dammi della diagnosi il
simbolo!
Cantami della sacra
sindrome!
Del tuo sacro gran
galà!
Tu che sbagli le
parole,
tu che vivi con
orrore,
tu che scordi le tre
cose:
sesso, orgoglio e la
passione
della vita, come
strada.
Tu che quasi sei un
errore,
per assurdo hai il
potere,
molti li hai
sedotti,
altri hanno troppo gli occhi
aperti
e non li sedurrai
mai!
Non li
ipnotizzerai!
Tu che quasi sei un
orrore,
hai l’abbaglio di
cultura
e un bagaglio di
paura!
11.2.2002
USCITO DA TUA
MADRE
Sei uscito da tua
madre
Che avevi
vent’anni.
Dopo pochi
istanti,
già creavi
danni!
Oppio fumo e poi nel
buio,
solo a letto con
qualcuno,
senza faccia senza
nome.
Vita nel
fango,
facendo qualche
tango.
Vita nel
fondo,
facendo un
fandango,
facendo del
danno,
cascando sempre nello stesso
girotondo.
12.2.2002
SCUSA
Non può essere una
scusa,
se la luce è sempre
accesa.
L’oblò della
lavatrice…
Non dà
sull’oceano!
C’erano dodici
apostoli,
ma erano sette
nani,
c’erano quaranta
ladroni,
erano
Intillimani.
Col pugno chiuso gli
americani,
e a mano aperta russi
impazziti.
Sono alto uno e ottanta
lire,
ma
nell’euroconversione,
ci rimetto alcuni
litri.
Scusa,
se le parole pesano
quintali,
scusa,
se per me sono
leggere,
se per me son prive di ideali.
Scusa,
le ghiande sono da
maiali,
scusa,
se non è goal non sono sempre
pali.
13.1.2002
CICLO
FINITO
Roma era un ciclo
finito.
Lo vedi. L’ho
sentito.
Fu lo stesso con
Livorno.
Non c’era
futuro.
Né partenza né
ritorno.
Di te ormai sono
pazzo.
Eccoci.
Arezzo.
Strada lunga irta e in
salita,
mai come una vita senza di
te.
Te che mi emozioni e
stringi,
te che mi ami, piangi e non
fingi.
Chissà cos’è il
futuro.
Per ora è
marzo.
Arezzo.
9.3.2002
OTTO
DITA
C’era un uomo che aveva otto dita
per ogni mano,
per ogni
piede.
Quattro mignoli e quattro pollici e
un solo amore,
una sola
fede.
Suonava come un dio il suo
pianoforte,
sfidava nell’oblio ogni giorno la
sorte.
Ma un giorno del mese di
mai,
in un mese col senno di
poi,
quell’uomo con le sue
dita
da un sonno profondo non si svegliò
più.
15.3.2002
PAPA
BUONO
Perché chiamare un Papa…
buono?!
Gli altri erano cattivi?
Buono per antonomasia dovrebbe
essere un Papa.
Cittadino del
mondo,
e non grasso tondo, e colmo d’anelli
e collane.
Dovrebbe saper tutte le
lingue,
e parlare ai neri, ai bianchi e ai
gialli.
Io non c’ero al tempo di
Roncalli,
ma io ateo comunista è con lui che
ho più sintonia,
e non con il polacco e tutta
l’ecclesia.
26.4.2002
ROBERTO
BAGGIO
Io non posso scrivere una
poesia
per farla cantare in curva a
chicchessia.
Sarebbe magari un bel
ritornello,
adatto oggi come ai tempi dei
Pontello.
No! Deve essere un’ode, un tomo, un
poema…
che spieghi come tu trasformi il
calcio in teorema.
Che illustri come in un tuo
palleggio,
il calcio sia un arcobaleno di
miraggio.
Che meticolosamente
dica
quanto con te cambi una
partita.
Deve dare forte
l’emozione,
di quando orchestri una tua
punizione.
No! Io non posso scrivere una
poesia
che spieghi bene l’essenza e la
magia.
Non posso perché non sembra
vero,
perché sembra un miracolo, un
mistero.
Invece no! E’ tutto
vero!
Il popolo ti acclama ed è
sincero.
E il karma cancella cicatrici e
lividi.
Perché in Giappone farai venire i
brividi.
Sarà un’idea
bizzarra:
vedere il 10 sulla tua maglia
azzurra?
Fuori e sul campo sei
fenomenale!
Ti meriti il mondiale in questa
nazionale.
27.4.2002
FINALMENTE!
Finalmente!
Laurea vicina, così
evidente.
Un provvisorio posto di
lavoro,
che non è oro ma lo può
divenire.
Accanto a me una
donna,
per ora, per dopo per
l’avvenire.
Per ora
due,
con sopra un tetto, una camera da
letto.
Un posto sempre vuoto nel
parcheggio,
un motorino,
un’auto,
che ogni giorno va sempre
peggio,
ma c’è.
Invece tu non ci
sei,
Dio!
E se ci
sei,
non ne fai bene una
mai.
Ma tu da me che cosa
vuoi!?
Io credo in
me!
Poveri loro che credon solo in
te!
2.5.2002
COME FACEVA
Lo aspettavo questo
momento:
la mia donna accanto quando mi
addormento.
Le chiavi del nostro
appartamento,
e quelle della macchina al
parcheggio sotto il monumento.
Per la mia etica siamo già
sposati,
manca un bambino, e manca
tanto;
specie se vedo chi ne ha
già,
e invece merita la morte
dentro,
e d’esser chiuso dentro un blocco di
cemento.
2.7.2002
SCRITTO
MINUSCOLO
dio non
esiste,
dio non
c’è.
Lo scrivo anche in minuscolo, lo sai
perché?
Perché se esiste è
matto,
ce l’ha col
mondo,
ce l’ha con
me.
Sono scientista, quasi
laureato,
in passato sono stato tradito e
donna d’altri ho desiderato e avuto.
Ma vivo passeggiando a testa
alta,
mentre il bigotto pensa poco e sta
affacciato alla finestra.
E gongola sui regali di comunioni e
cresime,
mentre il corpo del papa come la sua
anima,
resta esamine, così che io: etico,
educato e comunista,
sento parlar di lui e dei
preservativi da un tizio che legge dentro
un’estetista.
1.7.2002
DOPO 29
ANNI
Ho rubato dopo 29
anni.
E’ caduto l’ennesimo
comandamento.
Devo fare il
pentimento?
E in
parlamento?!
Non ha forse rubato colui che ha,
non è, però è stato votato!
Ignoranza riluttante per metter la
crocetta su un nome…
…fatto di gelatina e ipocrisia in
cravatta!
No, non ho
rubato!
Ho iniziato a riprendermi ciò che
m’avete preso!
1.7.2002
TESI
Lo faccio più per il mio
amore,
per Alessandro e
Daura.
Sì! Parlo della
laurea.
E’ solo un foglio, mica
un’aureola!
E’ solo una partenza, mica un
arrivo…
a meno tu non faccia sesso orale
senza preservativo,
alla persona
giusta!
Sono già Dottore in vita, senza
andare fuori corso.
Col massimo dei
voti,
voti
regolari,
mica rubati in urna a cittadini
ignari!
Mica comprati leccando culi a
docentini,
andati in tele con giacche e con
palmari!
1.7.2002
STO
STAMPANDO
Sei
partita,
avevo scritto nuove
cose.
Non belle e per di più
nervose.
Ma sai che le nostre
discussioni,
sulle ultime
cose,
mi fanno urlare
dentro.
E così come in
passato,
ci rimettono te un fratello se io
sono incazzato.
Treno t’allontana, ma cuore ti ha
qui.
Ci vediamo
mercoledì.
2.7.2002
POLIGONO
Io contro il
mondo,
soffro
d’allergia,
pare anche strano… studi
psicologia.
Dato che sono il primo della
lista,
cha andrebbe al volo da un bravo
psicanalista.
O forse andrei a un poligono di
tiro,
ma senza sagome, solo l’idiota
vivo!
7.8.2002
BELLO IMPORTANTE
FONDAMENTALI
E’ bello far sapere agli
amici,
che pur lontani da Roma siam
felici.
E dire che va bene e che tutto è
bello e pulito.
La casa e il lavoro sono
fondamentali.
Ma vivendo con te ho messo già le
ali.
E i miei e i tuoi col cuore limpido
e più aperto…
Nuove facce, le fedi e poi
Roberto……
23.9.2002
A CAVALLO TRA UN SETTEMBRE E UN
OTTOBRE
Ecco
improvvisamente,
con tesi e matrimonio
vicini,
ennesimi
problemi,
come dirupi per anziani
contadini.
E invece, come un tramonto dietro la
siepe,
che per vederlo devi alzarti in
punta di piedi,
pensi, penso e ti
diedi.
E vedi.
Una casa nuova più bella e più
grande,
lo stesso amore e la stessa
auto,
ma un lavoro in
più.
Ecco,
siamo più
sereni,
ridenti e più
freschi,
proprio come i tuoi
seni.
13.10.2002
VENDEMMIA E
SVINATURA
Che bello quando gli anziani
vogliono del tu.
Il lei lo lasciano agli
uffici.
E infatti eccone i
benefici:
Damasio, nome vanesio, giovane
settantenne,
rosso di vino e naso ma bianco di
capelli.
E score tra tini botti e morse di
legno,
l’uva che farà vino
novello.
Babbo diviene amico, e spinge il
pigio contro il cerchio.
La morsa piange di uva rossa di
angelica lava e infernale dissanguamento.
E profumo e sapore odore e cantina e
vino…
Ecco Dino ecco
Aladino.
Altri “dammi del tu” altre storie di
pane secco e sindacati,
di fame e padri mai
scordati.
In mezzo verde fin dove l’occhio poi
si perde e nelle orecchie,
improbabili congiuntivi, non
partoriti da ignoranza,
ma dalla genetica di una contadina
usanza.
11.10.2002
RESURREZIONE
Io che ero
incompetente,
che non sapevo fare
niente.
Io martello e filo per
l’antenna.
Non c’è inganno e non c’è
trucco:
alzato su una scala, spatola e
stucco.
Muratore idraulico elettricista…
no!
Magari degli incompetenti il primo
della lista,
ma con la volontà e
l’amore,
con un carattere ostinato e
testardo, duro come palla da biliardo,
che studi o faccia
pulizie,
che lavori o faccia cose
mie,
sembro l’amico di Battisti che col
cacciavite in mano,
non fa miracoli, ma fa tutti un po’
meno tristi,
a raccontare che il problema si è
risolto,
a raccontare che di nuovo son
risorto!
13.10.2002
UOMINI
TESSUTI
I tessuti son come le
persone…
la seta pura, come i vecchi saggi
montani o i comunisti ex partigiani,
la lana pura lavorata o grezza, che
puzza di pecora se la bruci,
arida di mani
d’operaio,
il cadì scivola come i ladri nella
notte,
la fodera, come i mediani in campo,
importante anche se non la si vede mai.
La mussole o i vellutini così come i
dainetti e i cavallini,
pelle liscia e vellutata da un lato
e maglia dall’altro, come doppia faccia di ipocrita
politico.
Finestrati o scozzesi, come tanti
infissi e davanzali per affacciarsi su mondi nuovi, che se li guardi ti
schifi.
E poi toni e colori e cromie, i
rossi di cuore e i verdi di prato, il blu notte e il nero
morte…
Uomini e
tessuti…
Tessuti
uomini
28.10.2002
SONO UN
UOMO
Sono un
uomo,
che piange alla morte di bambini
sotto un terremoto,
che piange per le attuali
conseguenze della Nato.
Un uomo che piange perché ha paura
di morire,
come suo
padre,
e che piange per l’attesa d’esser
padre.
Un uomo che piange per i capelli
bianchi di sua madre,
che piange perché ci sono ladri ma
non ci son le prove.
Sono un uomo che piange perché
l’attesa dell’amore è valsa la pena,
un uomo che piange perché legge sul
volto del fratello una ruga di pena.
Un uomo che piange per una poesia o
un tramonto di maggio,
un uomo che piange per Cyrano di
Guccini e Roby Baggio.
Un uomo che piange di
felicità,
ma che non si scorda il sapore delle
lacrime versate già.
3.11.2002
MERCOLEDI’
Mercoledì sono
dottore,
ma non posso curarmi il
raffreddore.
Stesso figlio e
fratello,
stesso bravo
cittadino,
stesso amico del
Morino,
stesso fidanzato e futuro marito e
babbo.
Mercoledì sono
dottore,
ma giovedì mattina spazzerò lana dal
pavimento di un negozio.
Mercoledì non è solstizio non è
equinozio.
Mercoledì non cambierò, resto
Maurizio.
30.11.2002
ECCOCI
Eccoci
Mondo…
Biagi e
Santoro?
Chi gli ha
visti?
Quelli della
trasmissione!!
Il Talk Show di
Costanzo?
Lo fanno dopo cena… ma rovina anche
il pranzo.
I gay? Liberi di
esserlo?
Ma se lo fossimo tutti il mondo
morirebbe!
Lo sanno? Lo
sapete?
E allora ragioniamo per
assurdo…
C’è torto e ragione… giusto e
errato.
Io vivo perché sono
nato.
E mia moglie partorirà per cui il
mondo ancora ci sarà.
29.12.2002
L’ITALIA
L’Italia è una repubblica
dittatoriale fondata sul lavoro,
che va promesso al cittadino che lo
cerca e non lo trova,
proprio come le case da prendere con
mutui che banche non accetteranno mai.
L’Italia e la sua
costituzione…
l’Italia non ha buona
costituzione,
sarebbe riformata alla visita dei
tre giorni,
sarebbe da
prepensionamento…
se qualcuno non mirasse a far
sparire le pensioni.
28.12.2002
I
BISOGNOSI
I bisognosi fanno
appello
a questi capi di
Governo…
Centimetri di fronte torturati da
mani e pensieri,
omertà,
solidarietà,
necessità… me la spieghi… me la
paghi…
i minatori sudore grigio… gli operai
sudore blu-tuta,
i politici sudore merda, le madri
sudore lacrime.
30.12.2002
A FIANCO DEL
MONDO
A fianco del mondo i paesi seduti
guardavano schifati:
quadri con
dedica.
Passeggiata antipatica se il suolo
dondola
e galleggia su ciò che sembra pietra
invece è sabbia.
Il vinile bruciato l’odore nel
salotto appena arredato.
Neruda e la ninna nanna der pupetto
che vole la zinna…
Oggi cantanti stanchi e autori da
generi vari… ricchezza allora,
fracasso
ora…
grazie libero
pensiero.
24.12.2002
DOMANDA A
KUNDERA
Cos’è più insostenibile,
Kundera?
La leggerezza o la stanchezza a
tarda sera?
Se infili la cassetta lo stereo
parla,
ma se stoppi la vita c’è ancora
rumore.
Le cinque porte sulle quattro pareti
della stanza buia,
fregavano chi
entrava…
si usciva su tre vie, tra due
palazzi di un rione solo…
23.12.2002
C’E’
C’è chi non conosce
e il sapore dell’olio
d’oliva,
i calli duri sulle mani dei
genitori.
Intanto l’uomo bestia feroce, avido
e veloce mangia se stesso e il prossimo,
e digerisce in
cesso.
Intanto vedo i lembi dei fianchi
stanchi di parti multipli e spago su scatole e
valigie.
Immigrati… emigrati… sogni
abbandonati.
31.12.2002
TELEGIORNALE
Costanzo a cena e
pranzo,
e la tivù che avverte delle scoperte
su Giulio e Tano…
caro mondo non ci
siamo…
Il tennista da anni faceva il
doppio…
ma vide davanti e a lato due pareti
a specchio…
ed era solo ed era
vecchio…
Un altro aveva un crocefisso al
collo e tatuato al braccio falce e martello
…non era un controsenso, ma
respirava aria e viveva di vento.
21.12.2002
LESSICO
FAMILIARE
L’incomincio e il combustibile e
Zaupa e Germano col maglione.
Vocaboli inventati da un padre che
non è stato mai padrone.
No non è che non so scrivere né son
coglione…
Lessico
familiare…
Massi che dice “In che
senso?”
Mamma e Babbo raccontano di Egia
Egia…
quanti detti tra quattro mura che
son nella mia testa ancora…
che sono infanzia, lacrime e
dolore,
che sono gioia, colore e anche
calore.
Dicembre
2002
STORIA
Un qualunquista con un Bignami del
Manifesto del Partito Comunista…
era il Ventuno poi… Natta e
Occhetto,
e la morte del partito con Enrico
seppellito…
almeno meglio per la sorte di
bambini mangiati…
che stupidi cretini che indegni
cittadini.
Non ho abbastanza
vocabolario,
leggo e scrivo troppo poco e dipingo
meno…
dovrei invece lavorare meno: non ho
tempo…
mondo… ci vuole più cultura e più
divertimento…
io spero… ma temo e
stento!
Occorrono più manuali e più paia
d’ali
e vorrei saper riparare gli
stivali
e pitturare muri e far sgorgare
acqua da tubi otturati
e saper metter carta da
parati…
distinguere un Picasso da un
Guttuso
ed evitare ai figli una vita di
sopruso.
Dicembre
2002
STRADE
Strade anguste e
balaustre
e cornicioni divelti dal
vento…
dopo la morte? Un buio
lento.
La carta è
pesta
e la vita del salmone che risale la
corrente,
come un
deficiente,
che non s’accorge d’essere in realtà
una bianca pecora che non fa beeh
ma canta e stona come la campana del
paese
che senza pretese dette i natali a
quasi sei milioni di maiali
Novembre
2002
CRITICI E
VELINE
Critici d’arte (a parte tutto
bravi),
che esaminano cartoline di città by
night,
tutte nere come le calze a righe
delle veline innamorate dei critici,
che mettono da parte l’arte senza
averla imparata…
però che paragone con una
scopata!
Novembre
2002
SECCHIELLO E
AMICI
In un secchiello del bambino la
sabbia…
ma la metti in un secchiello la
rabbia da adulto?
usa la
paletta…
Mi rispecchiavo dal ponte giù
nell’acqua …
ma col sasso tirato, il volto s’era
sfigurato…
pensai alla stretta di mano con
Pajetta,
o al concerto e all’autografo di
Gazzelloni…
i cerchi d’acqua si
fermarono,
mi riconobbi e t’abbracciai
dicendoti “ti amo”
sotto quei
lampioni.
Amici persi amici
ritrovati,
nemici morti parenti mai
nati…
Ottobre
2002
RIME
STANCHE
Il delirio è
nostro.
Per noi i timori sono i tuoi
ricordi, divenuti miei…
miei…
chissà adesso che fanno in
Messico
e se Vasco sotto la doccia fischia
che va al massimo.
Un sonetto, due libri, tre camere da
letto…
la geisha e la puttana, la alta e la
nana,
il tango e il
fango,
la data che ti
scordi,
l’amico che arriva sempre
tardi.
Era la telecronaca di una sorte
mancata…
parafrasando titoli, la radio
suonava dall’armadio a muro,
dicendo l’inflazione ve lo rompe il
culo!
30.12.2002
CON PAROLE DI
VENDITTI
E’ lei che Sta con
me,
Qui come a
Modena,
è la mia Donna in
bottiglia,
trovata a Roma, Roma
Capoccia,
amata ovunque e
sempre.
Caro
Antonello,
In questo mondo che non puoi
capire,
io e lei staremo Fianco a
fianco.
Ottobre
2002
CON I MIEI
CD…
E se domani, quando
piove,
arrivassimo alla stazione di
Zima,
e ricevessimo una cartolina con su
scritto:
baci da
Pompei,
avrei la cura e vedendo volare gli
uccelli,
ti racconterei di prima d’essere un
uomo.
Ottobre
2002
MANGIACASSETTE
Please, amor
mio,
tu sei mia e io sono
one.
Noi che non ci amiamo solo per
seventeen seconds,
noi che assieme spazzeremo la
polvere e costruiremo un personal Jesus,
ascoltando la canzone di
Marinella.
Sai cosa ci
frega?
Non quello che è ma quello che
non.
E allora in un angolo di cielo che
non somiglierà a Miami,
ascolteremo
musiche.
Ottobre
2002
LITIGANDO
Non sono la
verità,
né la
perfezione.
Ma lotto con tenacia e
convinzione.
Odio la morte e il sapere che
s’avvicina,
ogni giorno di
più.
So quando ho torto ma non lo
ammetto,
ma so se e quando ho
ragione,
e capita più
spesso.
Mi fai
incazzare,
ma anche questo vuole dire
amare.
Ti faccio
incazzare,
è poco democratico, ma devi
sopportare.
Sono geloso, inutile tu dica di
No.
Alzo la voce è
vero,
ma dobbiamo far
veloce,
a vivere noi e di
noi,
senza essere distratti da
tutto,
capendo che non ci siano solo
noi,
che farei tutto ciò che
vuoi,
ma non è vero che fa tutto schifo il
Mondo,
te lo dice uno che a volte lo
crede,
che in certo modo ha
fede,
ma in sé.
E ciò basta a preservare le cose mie
e tue,
gli attimi che non partono come
lancette dei secondi,
le cose che di bello anche gli altri
ci offrono,
un
sorriso,
un consiglio un
lamento.
Ci offrono e son pronti a
ricevere.
29.12.2002
ore22.28
ADDIO
Addio Signor
G.
Qualcuno era comunista perché
Berlinguer era una brava persona…
Qualcuno era comunista perché
Andreotti non era una brava persona…
Questo cantavi, tra l’altro caro
Giorgio.
Eppure tu sei in cielo come Enrico,
sopra bianchi nuvolosi
Andreotti e Silvio invece me li
trovo tra i coglioni…
Ciglioni come chi vota il secondo e
dice del primo che è un grande uomo della politica degli anni
ottanta.
Anche io cari Enrico e Giorgio ho
tanta voglia di pulizia e cultura,
di sogni e vite senza
paura,
paura di dittatori libertari e padri
padroni,
di redazionali e
suoni…
di uno schifo senza
paragoni.
6.1.2003
La befana o
epifania,
i metalmeccanici li porta
via.
Solo ora ho capito
l’acrostico:
FIAT
Fatevi introdurre analmente
tutto.
Mondo di
merda,
mi manca il giallo dei
granai,
il mare col secchiello e la
paletta,
lo sguardo di Lama e quello di
Pajetta.
Le piccole
cose
E magari l’alcool e il
cotone,
per far saltare in aria il boss che
ha sciolto il bimbo nell’acido,
ma che oggi aveva l’ora
d’aria.
5.1.2003
SUGGERIMENTI
I suggerimenti dell’animo
dell’orizzonte…
La leggerezza dei macigni, la
pesantezza dei pensieri.
Fondotinta e giarrettiere
l’ipocrisia e la falsità,
così come il capitalismo (non
Marxista) e il materialismo (non Hegeliano),
si avvicinano come
puttane,
seducenti.
Anche la fantascienza diventa
citabile…
Il lato oscuro non è migliore o più
forte,
ma più breve, più
facile.
Buon Yoda,
io vedo uomini mesti con tra le
gambe la coda,
sguardi bassi e portafogli
pieni…
di pochi euro e tanti
veleni.
6.1.2003
VICINANZA
La vicinanza della notte è
tangibile.
Io sono un uomo e non conosco
ipocrisia.
Io sono un uomo e raramente scordo o
perdono.
Io sono io, tra errori e
piccolezze,
con impegno però sono
incommensurabile.
Non conosco ritardi o
menzogne.
E da un bel po’ neppure
tradimenti.
Succhierei le radiche di
noce,
ma oggi le radici servono per gli
interni di auto di lusso.
E quanto
chiasso!
Basta,
qui si lavora e studia e ascolta i
silenzi del vento e le parole della vita…
basta…
Gennaio
2003
Una frase in
tedesco…
Il nodo resta all’altezza della
gola,
anche se sciogli la
cravatta….
Carta, gesso e plastica bruciata nei
miei quadri
e ancora io, te e colori di buio e
luce e urla di gioia o di dolore atroce,
ossia
vita……..
ci sembra
dura,
ma non come quella frase in
tedesco.
Gennaio
2003
COME DICO
IO
Un giorno iniziai a
scrivere.
Poco prima avevo iniziato a leggere
di più rispetto a prima.
Poi iniziai a
dipingere.
Poco prima avevo iniziato a fare
l’amore…
Ma come si potrebbe
fare,
perché un giorno io possa
dire:
“Da un po’ mi son messo a fare
politica”
…come dico
io??
Gennaio
2000
C’è da estrarre un
biglietto…
e la salma da sotto il tetto che è
crollato.
Vittima di inganni e
illusioni.
Povero
Proletariato,
vittima di Sviluppi
storici,
di credenze Post rivoluzione
industriale.
Ma le sapete le differenze tra Dogma
e dogana?
A volte mi si trafigge il cuore con
una parola o un immagine…
Ma da ieri sera sto rileggendo
Marx.
Gennaio
2003
MITI E
STORIA
La storia siamo noi…
cantavi,
ma vai dall’audience in
mutande…
che ti succede amico
estetico?
Rincoglionirsi non conveniva se non
scrivi più come allora…
Miti
caduti?
Vi siete
feriti?
Lenin dibatteva Marx che superava
ciò che era stato…
Capitalismo e
borghesia…
Funzione
storica….
Il divenire si compie per
contraddizioni diceva Hegel…
E poi Engels, il materialismo
dialettico,
la filosofia e la
sovrastruttura
e…
il
plusvalore…
io ti amo e amo la vita e i miei…
ma
Lacrime non zucchero ma sale che fa
male sulle ferite…
Gennaio
2003
PORTICI
BUI
PORTICI
BUI
Tu sei in un altro
mondo,
un altro
paese,
un'altra
città.
Qui niente
luci.
Portici
bui,
che iniziano ad essere anche
freddi,
per l’inverno di
Roma,
riscaldata ai suoi angoli dalle
castagne,
marroni
scure,
come i tuoi occhi quando luccicando
ridevano.
E lì?
Ce ne sono portici
bui?
28.10.1999
ANESTETICI
INUTILI
Nostalgiche mani
veloci,
grandi, venose, dalle lunghe
dita.
Mani, le mie, che toccano me
stesso,
appena,
ma abbastanza da sentire
dolore.
Sotto
lividi,
sotto ematomi e
cicatrici,
nomi, piazze, città, stazioni e
sorrisi.
Anestetici inutili, inutili
medicazioni.
30.10.1999
TRE MESI FA PARTENZA E
OGGI…
Ho mani fredde e fredde vene e
pene.
Ho penne e fogli per scrivere di
me.
Ma non ho
te.
Fuma nella tazza il
tè,
tu ci appoggiavi le
labbra.
Lui è caldo e scende in
me,
ma sento solo freddo e voglio solo
te.
9.11.1999
STORMI
Stormi sulla
stazione.
Sterco su vecchia
emozione.
Energia e adrenalina
spesa,
ma non assieme, non con
sorpresa.
Fumi in locali, luci di
fanali,
vini in bicchieri e nuovi
sederi,
incontri indecisi e nuovi
sorrisi.
12.11.1999
2000
Due volte mille anni sono già
passati,
e prima ancora altri sono stati
vissuti,
dal fuoco dalla pietra fino all’uomo
nello spazio,
dai maghi e dalle streghe fino al
vetro e al calcestruzzo,
due volte mille anni sono già
passati
ma quelli che verranno sono già
contaminati,
da scorie di parole da persone
troppo sole,
da sogni chiusi nei cassetti come in
un ascensore.
13.11.1999
ASFALTI
Asfalti bagnati da giorni
incupiti,
grigi,
sbagliati.
Contatti
forzati,
nuovi sorrisi, nuovi rapporti
nati.
Nati all’ombra del
ricordo,
nati al
bordo,
indistinguibile,
tra oggi e
ieri,
diritti e
doveri,
pianto e
riso
sul tuo
viso.
15.11.1999
QUANTO
VORREI
Quanto vorrei scrivere con sintomi
di felicità,
con aliti di strade dolci, scoscese
fino ad arrivare.
Arrivare in una vita che io neppure
conosco,
che io neppure so se
esiste.
Con mani esili e sorrisi
facili,
con pianti guaribili e baci
elettrici.
Con idee religiose e
politiche,
con felina
sensualità,
con personalità e
dolcezza,
con sempre pronta una parola o una
carezza.
E rileggo ciò che
scrivo,
e mi ricordo che il tema è lo
stesso,
amore, felicità e
sesso.
Cambiano date e
nomi.
Città e citofoni e
portoni.
Ma io non
cambio.
Magari mi graffio contro un grande
scoglio,
ma non rinuncio a ciò che
voglio.
17.11.1999
MA TU
Alice è una
bambina,
Alessandra
un’amica,
Cristina è
lontana,
Maria Grazia è
sposata,
Silvia… non
funzionerebbe,
Roberta è un inutile ritorno di
fiamma,
Viviana forse… mi intriga, mi
piace.
Ma tu non ci sei e mi
dispiace,
ed eri una bambina ed
un’amica,
eri vicina e sei
lontana.
Adesso ti vorrei, contro il freddo
del mio pigiama.
18.11.1999
Per V
Esili dita fredde distese su una
tazza di tè.
Esile la figura, spesso in
nero.
Interessante
davvero!
Lunghi capelli mossi color
dell’autunno.
Volto dolce, viso elficamente
allungato,
spesso
sorridente.
Noto
qualcosa,
devo capire se è qualcosa di
importante.
20.11.1999
SE
CAPISCO
Cielo azzurro ma freddo di
inverno.
Cuore pulsante di
passione,
rosso
d’inferno.
Giorni che passano e alternano
momenti.
Ricordi chiari o
ambigui,
speranze di
presenze.
Prendo tempo e mi
preservo,
ma se capisco in
fretta,
avrai la dolcezza del cerbiatto e
del cervo.
Mi preservo ma
vivo
E sono pronto a regalarti il mio
sorriso.
28.11.1999
ROTTA
Non si può navigare su due mari con
lo stesso vascello.
E’
impossibile,
ed anche se lo fosse non sarebbe
bello.
Capitano!
Prendi tu il
timone.
C’è il vento dell’emozione da
seguire,
sciogli le vele del cuore e della
mente,
mio capitano
errante.
E non tirare i remi in
barca,
e anche nelle tempeste…
avanti!!
Varca…
Lo stretto dei pensieri e vivi sulla
terra,
sicuro che sia quella
ferma.
3.12.1999
REGNO
La testa magari è in
confusione,
ma dietro il tuo sguardo
dolce,
è nascosta una
passione,
tale per cui nasce un
atteggiamento.
Che mi confonde ma mi
incoraggia,
che sembra l’acqua quando arriva in
spiaggia,
che non so bene cosa vuol
dire,
ma che per ora mi fa sentire un
sire,
di un regno bianco, lungo e
profumato,
di un corpo caldo, liscio e
delicato.
9.12.1999
SEMBRA
Sembra tutto sereno
adesso.
Lavoro affetti salute studio
sesso.
Eppure non mi
fido.
Eppure
rido.
Eppure intanto
piove,
e su città e mille
persone,
piove pioggia sul
dolore.
Dolori
diversi,
per uomini
persi,
dolori
trovati,
per mondi
sbagliati.
15.12.1999
PIANO
Piano,
lentamente,
entri nella mia
mente.
Piano fa
breccia
la tua
pazienza
nella mia
roccia.
Piano, con
lentezza,
apri a me le tue
braccia,
e attendi con
saggezza
anche se non arriva
ancora
la mia
carezza.
Piano come i tuoi
brividi,
capisci che fanno
male
le ferite fresche e i
lividi.
Piano capisco che cadere è un
rischio,
che spesso e su molto siamo un po’
lontani.
Piano capisco che forse già mi
ami,
e piano sussurro che potrei
ricambiare da domani.
17.12.1999
STRADA DI
STORIA
A Itaca
Silvia rimembra
ancora…
Renzo e
Lucia
E Jacopo cantare alla
luna…
Di aironi
E marce
nazioni.
Strada di
storie,
storia di
letterature,
letto di
fiume,
che
scorre,
da mare a
foce,
di voce in
voce.
31.12.1999
DAL
Dal frutto nasce il
fiore,
dal fiore le
foglie,
dalle foglie le
vite,
dalle vite le
voglie,
dalle voglie i
rami,
dai rami alberi
strani…
uomini e loro
vite.
30.12.1999
GESTAZIONE
Gestazione…
È l’ora di non fare
finta,
si è
adulti.
Occorrono scelte
ponderate,
anche se si hanno forme metriche
diverse per ogni vita,
per ogni
sfida.
Tutto è
dreams…
Tutti in
jeans…
Tutto è
nauseante.
31.12.1999
LEGGO
Leggo
l’atlante,
e altalenanti vedo aliene
volontà.
Oggi ventidue
dicembre,
la luna brilla di
più,
e ciò è
meritevole.
Io scrivo
concentrato,
ma fuori c’è la
guerra,
ma non mi accorgo di morti, di
terremoti, di nuovi nati,
di
bombardamenti.
Uno mi nasce
accanto…
Uno muore di
fianco…
22.12.1999
AUTO
VECCHIA
E’ un’auto vecchia questo paesaggio
di mondo…
Ormai.
Il west,
il sublime di
Kant,
la vita con il pubblico che
pressa,
macchie di colore nei
test,
Leopardi era del
cancro,
come me,
ma io utilizzo più metonimie di vite
e amori.
Duemila nascite, duemila
dolori?
Duemila pleniluni, incantesimi e
poesie per te…
Mi auguro, e non un’auto
vecchia.
1.1.2000
CAMPANILE
Distruggere un
campanile,
non è fermare il
tempo.
Le luci del post
Natale,
ora fanno brillare i denti di chi ha
fame.
Pochi manti
erbosi,
troppi monti
scoscesi,
troppi governi diversi sempre
uguali,
pochi
ideali,
sorrisi
falsi,
azioni da
maiali.
Amore mio,
ormai son
certo:
non esiste
Dio.
1.1.2000
DAL
TETTO
Appollaiato sul
tetto
Vedo
tutto.
Tutti di
corsa.
Tutti senza
tatto.
Vedo tutti i
tetti.
Da alcune
finestre…
Donne e
tette.
Appollaiato vedo
tutto,
dal tetto.
7.1.2000
VELOCE
Veloce,
da mattina a
sera,
scrivo su questa
tastiera.
La notte
vera.
La vita
rara.
La culla e la
bara.
Veloce,
tutto il giorno
scrivo.
Incido…
Sui fogli ciò che
vivo.
E ci sei tu e c’è la tua
dolcezza,
non c’è
Gesù,
ma c’è una tua
carezza,
non c’è argento e non ci sono
ori,
ci sono sguardi di amici e
genitori,
non c’è pace ma
guerra,
non è così veloce il girotondo della
terra.
6.1.2000
NO
No…
Ero
insicuro.
Ma adesso te lo
giuro…
Ti prendo la
mano,
ti dico che ti
amo.
Troppa
confusione…
Perché non si capisce
un’emozione,
perché si parla a
vanvera,
senza
ragione.
Qui prima qualcosa è andato allo
sfascio.
Ma no,
io non ti
lascio.
Lo sfascio è stato
prima,
piccola
bambina,
per noi c’è solo tanta
strada,
insieme,
accada quel che
accada.
9.1.2000
CIMITERO
Era davvero molto tempo che non
entravo dentro a un cimitero,
e poi il
Verano,
è un campo santo
vero.
Grigio,
freddo
nero,
verde cipresso verso
l’alto,
morti verso il
basso.
Togliatti,
un amico,
Fiori e
colori,
per lacrime e
dolori.
9.1.2000
VALZER
MACABRO
Notturna la solitudine si
avvicina,
ti
accarezza,
ti mette
ansia,
alimenta la
tristezza.
Ti
importuna,
alla luce della
luna,
avanza,
nel freddo opaco della tua
stanza.
Dalla
finestra,
filtra,
la luce macabra dal
vetro,
tetro,
ti illumina il viso sul
cuscino,
ti eri addormentato adulto ma
morirai bambino.
12.1.2000
NON LO
SENTIVO
Sono stato
io…
A lasciare
te…
Lo sappiamo, per cui non chiedermi
il perché.
Ho fatto un
patto:
piuttosto senza
sentimenti,
solo a
letto;
piuttosto
soli,
come un
gatto;
ma stare
assieme…
volersi
bene,
nei pregi e nei
difetti,
nel sesso e negli
affetti,
deve essere segno di
equilibrio,
e io
questo,
scusa…
ma non lo
sentivo.
17.1.2000
IL
LAGO
Il lago della vita è enormemente
ampio e profondo.
Io pesce.
Io preda e
predatore.
Nuoto in lungo e in
largo.
Io
palombaro.
Io scruto.
Io navigante
guardo.
Io pescatore butto ami nell’infinito
vivere.
22.1.2000
LE
Le mie parole potrebbero essere le
tue.
Le tue parole potrebbero essere le
mie.
Le tue
telefonate.
Le mie
risposte.
Le tue
lettere.
Le mie
descrizioni.
Le stranezze complicatamente
semplici della vita.
Le assurdità lievi e intriganti del
destino.
Le forme i contenuti le
emozioni.
Le
sensazioni.
23.1.2000
ABBIAMO
Hai parole fatte di miei
pensieri.
Hai pensieri fatti di miei
desideri.
Ho pensieri e parole per te, per il
tuo corpo, per la tua anima.
Ho perversioni per le tue
passioni,
e passioni per le tue
emozioni,
e sudore per la tua
sete,
e carne per la tua
fame.
Abbiamo il
necessario…
Per capire le analogie del nostro
vivere.
23.1.2000
CIO’
Ciò che scrivo ha sempre del
sensuale,
del
romantico,
del
sessuale.
Del
femminile…
Ma ho in testa mille
pensieri.
La storia, il
mondo.
Oggi ieri.
I popoli le
religioni,
la politica, le
canzoni.
Sogni e
miraggi,
facce nomi
personaggi.
Ciò che scrivo è quotidiana
vita,
è un’emozione colta vissuta
sentita.
In ciò che scrivo adesso ci sei pure
tu,
proprio come ci sono state cose che
non ci sono più.
27.1.2000
ALLA
DISTANZA
Ti vorrei
qui,
vestita solo di
passione
e di voglia di
me.
Ti vorrei
nuda,
accanto a me
nudo,
per un abbraccio nudo al
buio.
Ti vorrei,
per me,
in me,
su me,
alla distanza di un
sospiro.
31.1.2000
CRITICO…
Prostituzione non
sessuale,
asetticità
mentale.
Soldi,
cattivi odori di volti
balordi,
vestiti male però alla
moda,
però è un però che certo non
consola.
Abusi
soprusi,
valori
assenti,
masse
deficienti,
maggioranze
dementi,
sorrisi puri in pochi
sentimenti.
Sono
stanco,
sono come il mondo:
arranco.
Sono
stufo,
di cercare emozioni come un cane da
tartufo.
Però non scendo a nessun
compromesso,
perché non scambio la vita con il
cesso.
31.1.2000
SE SEI
Se sei foglia sarò
albero,
se sei cielo sarò
gabbiano,
se sei mare sarò
delfino,
se sei adulta sarò
bambino,
se sei aria sarò
respiro,
se sei odore sarò
profumo,
se sei albero sarò
terreno,
se sei tu sarò
io.
2.2.2000
MENTRE
Mentre il mondo oscilla tra la pace
e la guerra,
mentre la luna gira con il sole e la
terra,
mentre muore un
anziano,
mentre in cielo vola un
deltaplano,
mentre il tuo treno esce da una
galleria,
ti avvicini un po’ alla vita
mia.
5.2.2000
ALLA FINE DI PORTICI
BUI
Alla fine di portici bui c’erano
piazze argentate,
fontane di luci e colori, finestre
colorate.
Alla fine di portici bui attici di
gioia,
vicoli stretti e lucidi, fine di
antica noia.
Alla fine di portici bui mi accorsi
di alzarmi dal suolo,
ero partito nel buio ero partito da
solo,
ma voltando appena il mio
viso,
occhi verdi e un gran
sorriso,
alla fine di portici bui avevo già
deciso.
9.2.2000
Alla fine di portici bui c’erano
colonne dorate,
folle di gambe e di voci, come vite
appannate.
Alla fine di portici bui prati verdi
di gloria,
alberi e cespugli inizio di vita
buona.
Alla fine di portici bui mi accorsi
di essere in volo,
ero partito da un pezzo e non ero
più solo,
e voltando appena il mio
viso,
occhi verdi e un gran
sorriso,
alla fine di portici bui avevamo
deciso.
11.2.2000
TU
Tu glaciazione, io
magma,
tu aria io
terra,
tu fuoco io
acqua,
tu vita io
vita.
Noi
strade.
Vento e
musica.
Noi buonanotte di
baci,
noi notte di corpi
fusi,
noi risvegli di
sorrisi
11.2.2000
UNIVERSO
Balza con me su questo
arcobaleno.
Corri con me sugli anelli di
saturno.
Scappa nella luce della via
lattea.
Evita quella meteora e salta sulla
luna.
Scegli un
cratere,
e con un sorriso fammelo
capire.
Poi guardami e nuoteremo per
provare.
Sono con te… impossibile che mi sia
perso.
Che buio e che luce in questo nostro
universo.
13.2.2000
VITE E
PERSONE
Persone in stanze
diverse,
persone e parole
perse,
stanze e distanze
infinite,
vita che unisce le
vite.
Vite e distanze
sentite,
vite e emozioni
emerse.
15.2.2000
VOCE
La tua voce di solito è
vento,
tra foglie di albero alto e
verde,
dove sotto la voce di un bambino
allegro si perde.
Stavolta è vento che fruscia su un
salice piangente,
ma non fa
niente.
La tua voce la ricordo quando
stridula ride,
quando dolce parla o
sorride.
La ricordo che esce sbattendo sui
denti,
sotto occhi lucenti e forse
attenti.
La ricordo che esce dalla
bocca,
che tiepida e bagnata la mia mano
tocca.
15.2.2000
POETA
Poeta,
poeta
maledetto.
Che cosa hai
fatto,
che cosa hai
detto.
Poeta che
vivi,
che piangi e che
ridi,
che tratti la vita come una
sfida,
che tratti una
donna,
come una gonna,
sgualcita.
Poeta rispecchiati in
te,
e non versare lacrime se
sgualciscono te.
Poeta uomo ragazzo figlio genitore
bambino
Amico amante fratello studente
lettore
Scrittore giocatore
cittadino
Psicologo
dottore.
Poeta che poesia è questo pezzo di
vita,
se è strada sbagliata e non è via d
uscita?
23.2.2000
CULO E
DENTI
Ho preso il
cellulare,
ho iniziato a
cancellare,
nomi e
numeri.
Ho preso
l’agenda,
e alla
rubrica,
ho cancellato, parentesi di
vita.
Sto cambiando
casa,
periodo, animo ed
età.
Studio e leggo e vedo e insegno e
imparo nuove cose.
Vedo persone tristi e
nervose.
Io lotto e vado
avanti,
ho calli sulle
mani,
e ho stretto culo e
denti.
24.2.2000
IN QUESTO GIUBILEO…
PERDONA
In questo Giubileo l’angolo della
mia anima si incupisce,
è l’angolo dove c’era stata
lei,
dove c’erano state
loro,
dove ci sei tu e resterai
tu.
C’è in me un motore che si accende
se ti avvicinano,
mi rende animale geloso e
cattivo,
sei rondine e io
primavera,
sei suono e io
strumento,
se non ci sei è
sgomento,
invisibile mi sei qui anche
adesso.
Perdona il mio
gesto,
perdona le mie stagioni
cupe,
il cambio della mia
voce,
le mie primavere e le mie
saette.
Sono un minuto e un giorno e
un’ora,
se tu sei tempo e sarai
ancora.
26.2.2000
La geometria del suono di una
tromba,
entra nella mia stanza e
rimbomba,
soul jazz
blues…
triste,
lento,
lieve
lamento,
vivo di vibrazioni e emozioni e
canzoni,
buona la mia
musica.
Ignoranti
rumoristi,
egocentrici illogici
fascisti,
destre e morte nero e
esplosione,
razzisti materialisti di cravatte
giacche e cellulari,
di pochi e sbagliati
ideali,
di soldi e
opportunismo,
marionette consapevoli e
felici,
peccatori di etica, gelide
peccatrici.
25.2.2000
ACCUSO
La vostra
vita…
Una musicassetta ascoltata al
contrario,
un cielo di pesci
,
un mare di
gabbiani.
Cattivi, come i vostri
pensieri,
di oggi di domani e di
ieri.
Di unghie
artigli,
di tradimenti e pedofilia per i
vostri figli.
Di capelli
unti,
di sorrisi smunti e
falsi,
gelosi di miei movimenti e
sentimenti.
Menti antiche per congiuntivi
sbagliati,
impacciati
mentalmente,
valete poco anzi valete
niente.
24.2.2000
E SAI A CHI
PARLO
Forse sono troppo
duro…
Ma ho carne e
ossa,
non son fatto di
muro.
Cambiare? Credete io
possa?
Credete io
debba?
Gelosi? Provate
rabbia?
Io accarezzo
corpi,
come tasti bianchi e neri di
pianoforte,
io non ho pensieri
morti,
e volo in cieli di zucchero e
panforte.
E tu, e sai a chi
parlo,
magari hai il
tarlo,
che io ti prenda in
giro,
però ti dico che senza te non
vivo.
26.2.2000
ASCOLTANDO
FRANCESCO
Non sappiamo mai abbastanza…
pianoforte… chitarra…
Ernesto… sangue rosso di libertà…
ritmi…
Foglie che
cadono…
Due anni due stagioni quante domande
donne manifestazioni…
La forza per vivere… per andare
contro i mulini a vento…
Tra la primavera e
l’inverno…
Tra la vita il paradiso e
l’inferno…
26.2.2000
ACROSTICO
D’AMORE
Deliziosamente
bambina
Intrigantemente
donna
Leggera e
chiara
Elegante e
morbida
Tristemente
gioiosa
Testarda
magra
A tratti debole a tratti
forte
25.2.2000
HA SETE DI
TE
La vita mi scorre
addosso,
ciò che voglio, devo e
posso,
lo penso e lo
ottengo.
Tu scappi e io
vengo,
con te.
Su prati e
lande,
il pensiero
vola,
la voglia si
accende.
La gola…
Ha sete di
te…
27.2.2000
CON
NESSUNO
Non mi cambierei con
nessuno…
Irascibili stupidi
meridionali,
proprio con
nessuno,
con chi lecca culi e se ne fotte
degli ideali,
mai con
nessuno,
chi da ordini e chi vive da
maiali,
no dico con
nessuno,
perché io amo sconfiggerli tutti i
miei avversari…
sogno,
mi innamoro spesso e poi non mi
vergogno,
vivo,
e tra pregi e difetti di me stesso
sorrido,
e a capire
tardo,
se questo mondo anche di sbieco
guardo,
e poi con chi sbaglia congiuntivi
con condizionali mi incaponisco,
poi esco dal mio corpo e
osservandomi capisco,
che tutti considerano il dialogo con
la loro coscienza come un rischio.
Mai con nessuno!!!
Insisto!
28.2.2000
TRAMONTO
Amaranto,
carminio,
porpora,
indaco, blu e
viola.
Tramonto che mi si ferma in
gola.
Tramonto che fa finire il
giorno,
che illumina di vita
tutt’intorno.
Preludio alla
notte,
prologo al
sonno,
antefatto del
sogno.
Capitolo ultimo di una pagina che
precede quella di domani.
29.2.2000
FENOMENI
Fenomeni che hanno del
paranormale…
Parlo dell’incapacità di
amare.
Vedo barche in
secca,
ma ti cerco più
oltre,
perché come
sai,
sono altruista di
dolcezza.
Infatti,
vedo scale verso il cielo e alla
loro fine,
posso inzuppare una cannuccia nella
luna,
e oltre
te,
dissetarmi di
lei.
1.3.2000
UNO DUE
TRE
Uno due
tre…
Questo latte sa di
neonato,
di luna,
di mozzarella e di
neve.
Oh che sapore
naturale,
come la parallasse mantenuta dalla
tua vita.
Non sento più suoni di ossa e rumori
musicali,
adesso che so che l’amor
maltratta.
2.3.2000
EPICURO
Non avevo mai letto
Epicuro…
E scopro che credo ciò che credeva
lui.
Per questo vorrei vivere in un
gazebo di nuvole,
tra colori e profumi
puri,
come nessuna donna o nessun uomo
sono ormai più.
4.3.2000
SBIRCIO
Sbircio dietro un filare di viti
ancora acerbo,
vedo passato e presente e
futuro.
Fui
desiderio,
sono carne e
pensiero,
sarò
ricordo.
6.3.2000
RICERCA
Sono in continua
ricerca…
Di me e di ciò di cui ho
bisogno.
Di sesso fedeltà e di un
sogno.
Di tutto e nulla di culla e
collina,
di donna
bambina,
di pacca su
spalla,
di cielo e di
palla.
Ricerca di
me,
negli occhi di
tutti,
di babbo e di
mamma,
di sconosciuti e mio
fratello,
di straniero, di brutta o di
bello.
Sono alla
ricerca,
e se torni da me mi troverò
presto.
15.3.2000
DOPPI
Due persone con lo stesso
nome,
un
sorriso,
un solo
volto,
solo un corpo con due
menti,
sentimenti, già
alternati,
due diverse
impostazioni,
una
persona,
due
versioni,
ecco nascono
delusioni.
17.3.2000
VOLA
Vola, fatto di
colori,
vola un treno sui
binari,
tra stazioni sopra il
cielo,
vola il treno e scioglie il
gelo,
gelo caldo di
passione,
vola il treno… è
un’emozione.
19.3.2000
VIAGGIARE
Voglio
viaggiare,
voglio andare a passeggio per
monti,
dormire sul
mare,
vedere vicoli città e
ponti,
posti infernali e luoghi
santi,
voglio viaggiare per
vedere,
vedere più di una razza e più di un
sentire.
23.3.2000
SCRISSI
Scrissi di una
coppia,
fatta di
poesia,
fatta di tele e
pennelli,
di pianti risa e di luoghi
belli,
due corpi chiari e
snelli.
Scrissi di una storia e di sesso
amore su tempere,
scrissi…
e se ora
vivessi?!?
29.3.2000
DI
VANGA
Di vanga e di zappa ho
lavorato,
ho sudato.
Sudore,
sotto al sole per tre quattro
ore.
Rivoli sulla pelle
sporca,
odore di terra
mossa.
Radici,
verde,
rami,
insetti.
Terra che ci fa vivere e ci
consumerà dopo morti,
inermi e finalmente uguali almeno
nelle finali sorti.
Ho vangato e adesso ho calli alle
mani,
fatica di oggi e di
domani,
ho sangue a fior di
pelle,
e sopra nuvole a coprir le
stelle.
1.4.2000
E’ STATA
L’ESTATE
MOMENTI
Ci sono dei
momenti,
in cui l’uomo anche se stringe i
denti,
vive di
stenti,
e soffre per i
patimenti.
Squarciato dai rimorsi e dai
rimpianti,
dal lento corso degli
eventi.
E allora
arranca,
come su
specchi,
su melmosi
pavimenti,
su carboni
ardenti.
E quanto è
preoccupante…
Vedere che queste anime son
tante!!
20.6.1999
INFEDELTA’?
Che cos’è?
L’infedeltà,
che cosa
è?!
Esiste anche
mentale?
E se non hai una
storia?
Scrivi
momenti,
descrivi
sentimenti…
poi fai nuovi
incontri!
25.6.1999
INCONTRI
Finalmente
trovi il coraggio e
fermi,
dopo alcuni
incontri,
una glaciale
figura,
che cammina, pantera
elegante.
Con occhio limpido di acque poco
profonde.
Con curve come nuvole o come
sponde.
Con naso
intelligente,
che cammina tra la
gente.
Con capelli ricci come cespugli
profumati mossi dal vento,
con fare
intrigante,
che lo noti sin dal primo
momento.
Ed è piacevole anche ogni stupido
argomento.
27.6.1999
SCOPPIATA
E’ scoppiata la
pace,
si dice quasi con
pigrizia.
Così anormale la
notizia…
Da usare
titoli.
Ma cosa dicono i
popoli?
Con culture dilaniate come i
tetti,
con ricordi in
fiamme,
con grida e pianti di bambini in
braccio a mamme?
Lo sanno che è scoppiate la
pace?
Spiegatelo ai loro occhi che
invece…
28.6.1999
VOCI
Poco tempo fa soltanto occhi,
sguardi, incroci.
Poi parole a
incastro,
mie, tue,
veloci.
E ancora…
il telefono che finalmente
squilla,
e mentre voci
parlano,
ripenso a quel tuo sguardo che
scintilla.
29.6.1999
SVEGLIATO
Ero in
letargo,
in attesa,
come il cane
Argo,
con qualche
pretesa.
Poi risa dolci mi hanno
svegliato.
Mani chiare e magre mi hanno
attirato.
Una pelle delicata e
chiara,
da custodire in una teca, in
un’ara,
lontana dai
rumori,
pronta per gustare parole e
odori.
30.6.1999
E’ STATA
L’ESTATE
E’ stata
l’estate.
O sei te?!
E’ che la felicità la vivi a
rate!?
Lo sai
perché!?
Perché la giostra della
vita,
ad ogni
giro,
ti fa vedere un nuovo
panorama,
e tu giri e
giri,
ma nella fretta non distingui chi ti
ama.
1.7.1999
MA DOVE
SEI
Ma dove
sei,
che vorrei leggerti di
me,
parlarti delle mie
cose,
delle manie, delle cose
preziose,
delle poesie, delle
rose.
Che vorrei sentire la tua voce dolce
e delicata,
che mi racconta di una gita o di una
passeggiata.
Voglio sincronizzare battiti e
emozioni,
voglio volare come uccelli, come
aironi.
Voglio darti momenti e
foto,
parole per il prima e per il
dopo.
3.7.1999
E VEDERTI MI
AIUTA
Come è liscia la tua
pelle!
L’ho
sentita.
Mentre ti sfioravo le
dita.
E abbracciarti è dolce e
profumato,
come lo zucchero
filato.
E parlarti è
scoprirti,
e ascoltarti è
conoscerti.
E vederti mi aiuta a
definire…
La sensualità del tuo
viso,
la misteriosità dei tuoi
passi,
la simpatia del tuo
riso,
il limpido dei tuoi occhi
fissi.
3.7.1999
FILO E
SEQUOIA
Sull’asfalto di una lunga
autostrada,
con il sole che comanda e tiene a
bada,
tra le crepe grigie c’è un filo
d’erba sottile,
come la sua stessa vita,
forse.
In un bosco secolare c’è una antica
sequoia.
Sembra tocchi il cielo con le
foglie.
Difficile che
muoia,
ha una radice che nessuno
toglie.
4.7.1999
DISSE E
RISPOSE
Lei disse: ”Quando mi dici così
rimango senza parole”
Lui rispose: “Allora adorerò i
silenzi”
Lei disse: “Potrebbe capitare
qualsiasi cosa”
Lui rispose: “Farò in modo che sia
solo una cosa meravigliosa”
Lei pronunciò una parola come una
nota dolce di flauto…
Lui iniziò ad orchestrare la più
splendida delle sinfonie… la vita.
6.7.1999
BUONA
NOTTE
Dei risvegli ti ho parlato
già.
E delle buona
notte…
Chiaroscuro di penombra che esalta
la tua pelle,
spremuta di
luna,
latte di
candore.
Baci
sfiorati,
pensieri
sussurrati,
lievi ninne
nanne,
lenzuoli
stropicciati.
Bagliori di occhi
pepite,
due mani, due bocche, due
vite.
Abbracci invernali
estivi,
musiche in
sottofondo,
che ci uniscono proteggendoci dal
mondo.
7.7.1999
CORDA
C’è una corda che parte dal polo
nord.
E’ ben salda ad un
iceberg.
Ben tesa arriva fino
all’equatore.
Fa due giri attorno al tronco di un
albero secolare.
Poi riparte e si dirige verso le
Torri Gemelle.
Torna indietro e sfiorando le punte
delle Piramidi,
arriva al
Cremlino.
Un nodo e poi riparte per il Monte
Bianco,
e
Non so chi abbia avuto tanto tempo
in una vita,
per impacchettare così bene il
mondo.
Ma con un po’ di
volontà,
mi piacerebbe visitarlo tutto in
tondo.
8.7.1999
RICAMO
Se leggi ogni mia
poesia,
prova a scegliere per ognuna una
parola.
Prova a immaginare che il tuo
sguardo…
Sia la mano di una vecchia
nonna.
Una mano che
ricama.
L’ago infilza e il filo si
tende.
Poesia dopo poesia ecco
l’arazzo.
Narra di un
percorso.
Veloce e
lento.
Di gioia e
patimento.
Lo vedi che l’ultimo ricamo tocca i
tuoi occhi,
il tuo cuore e la tua
mano?
8.7.1999
…A ME
Amo
leggere.
Amo
scrivere.
Amo far leggere ciò che
scrivo.
Amo leggere ciò che si
scrive.
Amo dire ti amo a chi
amo.
Amo sentirmi dire ti amo da chi
amo.
Amo mani esili che mi toccano i
capelli.
Amo il vento la luna e i
tramonti.
Amo ridere e stare
bene.
Amo far stare
bene.
Amo i profumi i colori e gli
odori.
Amo
l’acqua.
Amo
mangiare.
Amo ascoltare la
musica.
Amo il
sesso.
Amo
l’amore.
Amo tutto ciò che cancella il
dolore.
Amo tutto ciò che non è
rancore.
Amo le
voci.
Amo i romantici e i
passionali.
Amo il sogno di avere le
ali
Per poter volare dove vuoi
andare.
8.7.1999
SAN
LORENZO
Non lo so cosa provo e cosa
penso.
Per Roma e San
Lorenzo.
Ma sotto le stelle del parchetto qui
vicino,
davanti a un palco, come un
bambino,
mi sono
emozionato.
I bombardamenti. I veri comunisti. I
pianti.
Argomenti di altri
tempi.
Magia strana regna in questa
città.
Come te, fatta di incantesimi
bellezza ed onestà.
10.7.1999
OSCILLA
Oscilla.
Vacilla,
non è abbastanza
sufficiente,
il tuo sguardo che
brilla.
Oscilla,
arranca,
vacilla
nuovamente,
non è abbastanza
sufficiente,
anzi troppo
stanca,
la mia
mente,
se il dubbio non si scioglie e
invece avanza.
12.7.1999
BEFFE
Beffe.
Mentre persone si leccano i
baffi.
Schiaffi… di
vento,
di dolore e
patimento.
Mondo di
tormento.
Di guerre e violenze e
sentimento.
Di pugni ai muri, di musi
duri.
Di fraintendimenti e
stenti,
di momenti salienti lasciati
andare,
come fossero
insignificanti.
14.7.1999
CONTRASTI
Più che ti
allontani,
più che non ti ho più tra le
mani,
più che vorrei amarti sotto cieli e
su divani.
Più che c’è un
terzo,
più che penso ai tuoi
occhi,
specchi,
di cielo
terso.
Più che ho
donne,
più vedo che poco nascondono le
gonne,
parlo di anima,
colori.
Parlo di tutto ma non di droghe e di
dolori.
15.7.1999
CHE
PARTIAMO
Giorni sono
passati.
Fogli bianchi
accantonati.
Non sempre serve immolare
momenti.
Attenti alle parole
giuste,
ci sfugge il gusto delle
cose.
E allora parentesi di
tempo,
e sunto.
Hai un po’ di tutti i miei
passati,
e hai futuri
gitani,
occhi di cui parlano vecchie
canzoni,
e labbra pronte per nuove
emozioni.
E io mi sento dire ti
amo…
Prepara le valigie che
partiamo!
26.7.1999
MORBIDA
Sei morbida nella mia
stanza.
Sei morbida in
vacanza.
Morbida di parole e
cuore.
Morbida di sorrisi e
lacrime.
Morbida con troppe o poche
pretese.
Morbida e mia da poco più di un
mese.
21.8.1999
ECLISSE
Nessuno ci spiegò o ci
disse...
Che avremmo condiviso anche
l’eclisse.
Non solo della luna e del
sole,
ma anche di storie cupe come
gole.
Storie
passate,
le cui ferite le scoprimmo a
rate.
20.8.1999
POMPEI
Scavi...
Quotidiana vita
sepolta.
Vita arsa,
vita di una
volta.
Un periodo
lontano,
l’ombra di un
vulcano.
Lava che leva la
vita.
Spazza l’erba l’uva la vite le
vite.
9-15.8.1999
SU QUESTO
GOLFO
Intorno a frenetici movimenti
giovani...
Mani che si
incrociano.
La tua pelle si colora
ancora,
alla luce dell’ultima ora del giorno
su questo golfo.
9-15.8.1999
CICERONE
Ecco l’ospitalità di un caro
amico.
Ci fa da cicerone da Sorrento a
Vico.
Sapori di una terra che è
sua.
Odori di una vita lontana dalla
mia.
Viviamo uguale, viviamo diverso,
viviamo in scia.
Continua a farci da
cicerone,
e quando si commuove mi nasce dentro
un’emozione.
9-15.8.1999
NAPOLI
Se di notte unisci le luci del golfo
di Napoli...
Nasce un disegno che è
confusione,
felicità e
miseria.
Nasce l’immagine di un sole o della
sera,
che ridendo si gode calda la
riviera.
9-15.8.1999
STRETTO
Lieve lento
movimento...
Di traghetto e di
amore.
Di gemito e
calore.
Ti abbraccio stretto al vento dello
stretto,
che porta alla tua
terra,
mentre è ancora
notte.
E scopro le nostre emozioni intense
e fitte.
15-20.8.1999
STAZIONI
Leggende,
miti.
Filari di pensieri, di
viti.
Orti di
idee,
lande di
passioni.
Alberi di passione, di cedri e di
limoni.
Distese di
fantasia...
Sono ettari, intere
piantagioni.
Boschi di
vita,
campi di
emozioni,
mentre la nostra storia passa tra le
stazioni.
9-20.8.1999
BUON
VIAGGIO
Questa volta scrivo su un
treno...
Non di un volto o di un
ricordo,
ma di una pelle che tocco quando
voglio.
Basta allungare una
mano,
per sfiorarti
piano.
Basta parlare per
sapere.
Sapere che mi puoi
sentire.
Questa volta scrivo su un
treno,
e non c’è l’ombra di un
miraggio.
Siamo
partiti...
Buon
viaggio.
9.8.1999
“CHE”
Sguardo fiero
“Che”!
Orgoglio
d’intorno.
Eppure un ignorante mi chiese un
giorno:
“Che è
Che?”
E’ evidente che non poteva
sentire…
Del sigaro
l’aroma.
Non poteva vedere il nero riccio
della sua chioma.
Chioma di
leone-coraggio.
Leone morto forse
invano.
Per un’idea che era
miraggio.
Agosto
1999
POSSO
Descrivere scene di una violenza
inaudita.
O attimi di estrema
dolcezza,
di arroganza o
purezza,
di guerra e di
pace,
di pianto e movimento
vivace.
Ho sostantivi e
aggettivazioni.
Ho preservativi per i vostri
neuroni,
che sono mal
utilizzati,
potendo essere pensieri
sciagurati.
Agosto
1999
VOCE E
PENSIERO
Una voce mi fa
riflettere:
“Vedi che non è
importante,
essere
vicini,
ma è importante essere veri come i
fiori nei giardini”.
C’è un pensiero che mi nasce in
testa:
“Non basta la
poesia!
Occorre che la vita tua diventi un
po’ anche mia”.
3.8.1999
CAOS
Nel caos della riorganizzazione è
tutto chiaro.
Libri.
Quaderni.
Foto.
Pensieri e
poesie.
E te.
Con i tuoi capelli
scuri.
I tuoi movimenti sensuali o
bambini.
Te, per
me.
Io, con
te.
4.8.1999
ASPETTA
Aspetta il primo
arcobaleno.
Quando lo
vedi,
scegli un colore e
dimmelo.
Io tirerò un filo e inizierò a
cucire.
Farò un
maglione.
Farò un
pranzo,
un cane e un
tramonto,
un arazzo che rappresenta un pezzo
di vita,
o un bicchiere di
gioia,
fresco e facile da
digerire.
Con gli altri colori di
quell’arcobaleno invece…
Faremo una strada, la
nostra.
4.9.1999
ROTOLAVA
Il vento faceva rotolare un pezzo di
carta,
era una pagina di
giornale,
che rotolava sul pavimento
deserto,
grigio,
sporco,
della
stazione.
Poi divenne una
nuvola,
a forma di
cane,
di pesce,
di
uccello.
Poi divenne un
cane,
un pesce,
un
uccello.
E il pavimento divenne di un grigio
marmoreo limpido e pulito.
11.9.1999
SETTEMBRE A
LIVORNO
Il tempo sta
passando…
Livorno, mentre stavamo
passeggiando,
era stranamente
serena.
Inedito per questa
città.
Adesso Livorno ti aspetta
ancora.
Amici.
Miei.
Tuoi.
Ci vedono. Ci vedono così come
siamo.
Mi ami. Ti
amo.
12.9.1999
DA PIU’
LONTANO
I ricordi.
La notte che picchia nel
sonno.
La vita che entra nel
sogno.
Foto. E parole che attraversano il
mare,
attraversano lo stretto e mezza
Italia,
e mi
arrivano.
E mi arriveranno poi da più lontano
forse.
Corse.
Paesi diversi e
lontani.
Che, ci siamo giurati, ci
racconteremo.
Chissà qual è il futuro che
vivremo?!
10.9.1999
TI
CELO
Si suda sempre nella
vita.
Qui ho una specie di mare di
problemi.
Te li
celo.
Terso il
cielo,
se piove o non
piove,
mi scopre a
pensarti.
Sia romano o
toscano…
È un cielo che mi vede
aspettarti.
15.9.1999
IL GIORNO DELLA
NOTTE
Il giorno della notte dei
miracoli…
È il primo giorno che non ti vedo e
sento.
E provo una paura, una mancanza, uno
sgomento.
Ricordo capriole,
musiche.
Baci audaci, sguardi e
mani.
Entusiasmi di
orgasmi.
Paure e
lacrime…
Ora solo lacrime, vuoto e
incertezza…
Anche se io vivo e tu
vivi,
anche se adesso stiamo
male,
anche se forse
passerà…
presto o
tardi,
con o senza
l'altro.
Pensaci.
Pensami.
Credici.
25.9.1999
ABBRACCIO
Ero sicuro che non ti avrei più
avuta.
Ero sicuro ti fossi
allontanata,
ti avessi già
perduta.
Non ci credevo
poi,
che in quell’abbraccio fossimo di
nuovo noi.
Anche se diverso,
cambiato,
pronto a ricambiare o maturo per
finire.
2.10.1999
NEL PROSSIMO
SECOLO
Nel prossimo
secolo,
vorrei annunciare al
popolo,
non una storia, non un
aneddoto,
non una statua di un nuovo
discobolo,
ma una foto nostra, seduti
sorridenti a un tavolo.
8.10.1999
POCHE ORE
ORMAI
Poche ore
ormai,
poi te ne
vai,
ricorderai la voce di Daniele che
dice…
che un elefante viola ha scritto una
poesia,
che un cervo bianco ha sorvolato la
città…
la musica è la sua, la citazione
mia,
tu sai che cosa c’è nella mia
poesia,
c’è che tra poche ore ormai vai
via.
11.10.1999
14/10/99-11.40
Un aereo è sopra la mia
testa.
Chissà se è il tuo
volo.
Hai lasciato incertezza e
basta.
Mi hai lasciato
solo.
Hai trasformato interrogativi
irrisolti in strane certezze,
hai trasformato in schiaffi anche le
tue carezze.
Ora è
così,
domani poi
chissà,
ma sapere che il futuro è buio solo
per me,
questo non mi
va.
Negli ultimi tempi abbiamo navigato
in mari di incoerenze,
di interdizioni, di sofferenti
situazioni.
Nel nostro prologo invece tutto
senza distanze,
tutto baci amore ed
emozioni.
Cinque strofe
magre,
per rappresentare un odore acre che
ho dentro,
assieme al tuo
ricordo.
14.10.1999
TRE
MESI
Hai intarsiato la mia anima in tre
mesi.
Hai scolpito sorrisi luminosi ed
occhi accesi.
Hai intarsiato piano con piccoli
colpi da maestro,
mi hai illuminato come in cielo
luccica un astro.
Iniziasti ad intarsiare novantatre
giorni fa, ad un concerto,
e la tua mano, piano, il mio cuore
aveva aperto.
Hai intarsiato di te la mia
vita,
e adesso che io non capisco il tuo
capolavoro,
mi dici che è
finita.
16.10.1999
VORREI
VORRO’
Vorrei…
vorrò…
Un appartamento con meno
sgomento,
una donna,
con un cervello e una
gonna,
un lavoro e la
serenità,
come miniera
d’oro,
due tre
figli,
e libri e film e sesso e mai più
sbadigli.
17.10.1999
SARDEGNA
SARDEGNA
Cala
Fuili,
fenicotteri,
Cala Gonone, Cala
Luna,
mentre la luna è
alta.
Strapiombi, verde,
caldo.
Sole.
Mare.
Dorgali,
Orgosolo.
Gole di So
Gorropu.
La
poltrona.
L’aria.
Riso.
Spiaggia.
Cartoe. Cala
Goritzé.
L’anima si
bagna…
Ora è fradicia di
Sardegna.
7.4.1999
COMANDAMENTO
E’ una specie di
comandamento,
che
matura,
avanza
lento,
come un
tormento,
come il sole verso il
mare,
in un giallo
tramonto.
1.4.1999
VERITA’
La verità è che vorrei aprire le
braccia e volare.
Piemonte.
Sicilia.
Sardegna.
Roma.
Parigi.
Rivolare sopra la mia
vita.
Rivolere la mia
vita.
E dal
cielo…
Quante persone
piccole.
1.4.1999
ROCCIA
Rocce
arse.
Facce,
corse.
Un picco,
una gola,
una
guglia.
Un
respiro.
Un’immagine
sola…
La luce di un sole più
bello,
più alto.
Il sapore di un
salto.
BENE
INSIEME
Che
rimpianto.
Non c’è
scampo!
Alla fine occorrono anche i
compromessi.
Con annessi e
connessi.
Ho saputo che eri
indaffarata…
Ma l’ho saputo in
differita.
Eppure eccomi
qui,
a fare ciò che meglio mi
viene,
partorire
un’emozione…
con due parole messe bene
insieme.
2.4.1999
LIQUORE
Liquore
forte,
bevuto ad
ore.
Bevuto prima della
morte,
per
scaldare.
E addolcire il gusto dell’ultimo
momento.
3.4.1999
ORGOSOLO
Di emozioni sono sempre stato
goloso.
Mi ha appagato
Orgosolo!!
E allora
scrivo.
Parole,
appunti…
Sembro un fiume in
piena.
Ho più serenità, più
saggezza.
Tra poco
ripartiamo.
Ho più
speranza.
e se ti guardo adesso sei più bella
rispetto alla partenza.
6.4.1999
FILI
D’ARIA
Fili
d’aria,
fili di
parole,
fili
d’erba,
fili di
momenti.
Forbici di
vita.
Non più
aria,
non ci sono più
parole,
l’erba è
tagliata,
e la vita continua a
tagliare.
3.4.1999
POCO
Poco da
fare,
ha ragione un caro
amico:
finisce
tutto.
Finita anche la
vacanza,
finita anche la
salita,
la musica de Il cielo in una
stanza,
le parole di una
stronza,
la pace, la
costanza.
Quindi:
lavoro,
silenzio,
un'altra
stronza,
guerra.
5.4.1999
PARTENZA
Cani, cellulari, sdraio gialle e
blu.
Come cielo e sole che ci
accompagneranno.
Zaini con sogni e panini
all’andata,
diventeranno zaini con acqua e
ricordi al ritorno.
1.4.1999
DIREZIONE
La luna riflessa fa un percorso
verso l’orizzonte.
Sembra il disegno di una
freccia.
Allora c’è una
direzione!?
Sotto la luna c’è una
piazza…
Di un paese
meraviglioso.
5.4.1999
BATTITO
Sento il battito concentrato in una
sola vena.
Sassi freddi,
umidi,
e calda luna
piena.
Sassi bagnati da mare
fermo,
come i miei
pensieri,
concentrati sul domani, su oggi e
sul mio ieri.
2.4.1999
SCIACQUIO
Lo sciacquio del mare mi ha
addormentato.
Finalmente sono
rilassato,
lontano da città, problemi,
morti.
Lontano dalla mia
smania,
di altri uomini e di te che sei in
Germania.
Lontano da libri e
teorie,
vicino solo a cose solo
mie.
2.4.1999
MA TU LO
SAI?
Ma tu lo sai che io non so neppure
se esisti?
Ma tu lo sai che non so chi sei, se
ci sei, dove sei?
Ma tu lo sai che vorrei essere una
coccinella,
volare sopra la tua
scrivania,
tuffarmi nell’inchiostro e poi
posarmi sul foglio bianco,
per scrivere che ti
amo?
11.4.1999
SULLA
VIA
Sulla via della
vita,
e lo dovevamo
sapere,
non c’è
segnaletica.
Non c’è,
come prima di un dosso su una
strada,
un bel palo con un triangolo bianco
e rosso.
Non c’è un avviso se alla prossima
curva c’è un amore o un dolore.
Una partenza o una
gravidanza.
Un amico o un
nemico.
14.4.1999
La ballerina e il commesso della
libreria…
non avrebbero mai avuto un
futuro.
Orari
diversi.
Tempi
diversi.
Momenti per versi
diversi.
Momenti perversi
diversi.
Momenti diversi per versi
perversi.
Spazi
diversi.
Scaffali e
teatri.
Il commesso e la ballerina di danza
classica.
Non potevano avere un
futuro.
14.4.1999
CLAP!
Quando tutte le mani di un concerto
fanno:
Clap!
Le mie sono zitte e
ferme.
Quando tutte le mani di un
concerto,
sono zitte e
ferme.
Le mie
fanno:
Clap!
Quando loro fanno
clap,
nessuno si accorge se ci sono o
no.
Ma quando sono
ferme,
tutti sentono il mio
clap.
15.4.1999
PLIN…
Ho distillato
un’emozione.
Ultimamente rifuggo le
risposte.
Sia le mie che degli
altri.
Ma sono riuscito a distillare
un’emozione.
Come un
alchimista.
Dalla
provetta…
Plin,
plin…
Goccia dopo goccia tutta in una
bottiglia.
Adesso la bottiglia la getto chiusa
in mare,
e magari ti ci disseterai sopra una
spiaggia,
amore.
13.4.1999
BALZO
Chi mangia
deserto.
C’è chi mangia
ghiaccio.
C’è anche chi mangia
pane.
Nelle
oasi.
Negli
igloo.
Nelle
case.
Diversi
popoli.
Posso vederli tutti se balzo sul
mappamondo.
15.4.1999
AI
TEMPI
Del muro di
Berlino.
Dei tiggì di quando ero
bambino.
Delle frittelle di farina di
castagne.
Della tele con tre
canali,
delle più luci a Natale nei
viali.
Ai tempi in cui studiavo il Nilo e
le Guerre Puniche,
con le lenzuola simulavo
tuniche.
15.4.1999
CI
SIAMO
Ci siamo.
Ci siamo
vicini.
Ci siamo davvero vicini
vicini.
Tra qualche anno l’album dei
fotoricordi,
immortalerà il cyber
sex.
La bambina nata da un cd
rom.
La scia della lumaca
gigante,
su una vetrata come
tante.
Quanto scriverei se viaggiassi di
più!
E invece,
tra qualche
anno…
15.4.1999
DARIO
Non avrei mai
voluto.
Parlare di te in una poesia o in un
diario.
Ciao
Dario.
Non avrei mai
voluto.
Parlare dell’ingiustizia dolorosa
del destino.
Non avrei mai voluto soli tua moglie
e il tuo bambino.
In più io non credo ai
funerali,
o ad anime che mettono le
ali.
Per cui…
Niente poesia, niente
diario.
Addio
Dario.
Per Dario
P.
17.4.1999
MENTRE
Ieri era sabato
sera.
Discoteche e risa nella notte
nera.
Mentre…
Bombe sulla
Serbia.
Mine e
profughi.
Missili e mirini di
cacciabombardieri.
Oggi referendum e ieri sera
divertimenti.
Mentre…
Lacrime e lampi di luce di
morte.
E vittime e tendopoli e
Montenegro.
Corpi stesi e
Novisad.
Belgrado e sogni spenti e occhi
accesi di rabbia.
Confini, alleati, Armata
Nato.
Già era successo e l’uomo non ha
capito e non ha ricordato.
Stampa, telegiornali,
catastrofi.
Mentre
Mentre
Mentre…
18.4.1999
BISOGNO
Avrei bisogno di
partire.
Non posso scrivere della Germania, o
di Londra o di Mosca,
senza averle
viste.
E invece ho sulla corteccia
celebrale un film pronto,
ambientato in
Germania,
ed un romanzo centrato su un
personaggio che vive a Londra,
e poi fugge a
Mosca.
Come
faccio?!
E poi vorrei partire a
cavallo.
Con me la bibbia, un quaderno, Il
Capitale.
Una penna e qualche
soldo.
Poi mi scontro con la
realtà,
e con tutte le sue
prove…
è solo martedì, piove ed è il
99!!
20.4.1999
Non sto
bene,
ma c’è qualcosa che
va…
Non sto
male,
ma c’è qualcosa che non
va.
Il fatto è
che…
Sto…
Va…
23.4.1999
SONO
A…
Naufragare nei
dialetti,
nel caos dei miei
cassetti,
tra tempere e
tele,
e dischi di
vinile.
Tra fiori
secchi,
che non accennano ad
appassire,
tra tapparelle da
abbassare,
tra lettere da scrivere da leggere e
gettare.
Tra tempere e
tele,
e dischi di
vinile.
Tra amori
secchi,
che stentano a
morire,
tra amici
vecchi,
che stentano a
chiamare,
tra amori
nuovi,
che tardano a
sbocciare.
27.4.1999
CAMERIERA
Furtiva tra i fumi e le luci un po’
basse,
cammini tra musica forte che spacca
le casse.
Felina cammini sicura col tuo bel
sorriso,
ti guardo insistente scoprendo che è
bello il tuo viso.
Vestita di scuro l’ambiente un po’
ti mimetizza,
sensuale il tuo corpo che vedo e che
già mi elettrizza.
Parole che solo vicini riusciamo a
captare,
timide mani veloci provano ad
accarezzare.
Uno strano saluto un po’ complice
prima di uscire,
perché tornando a casa il ricordo
possa rimanere.
29.4.1999
TARDI
Il plancton di questa
società,
mi tocca, lo guardo e che schifo mi
fa.
Navigo con la mia barca a
vela,
sopra il sentiero di un’anima
nuova.
Volo su cieli spaccati da raggi di
lingue di fuoco.
Cammino su ripide strade che
arrivano dopo.
E’ tardi per navigare o volare o
camminare,
è tardi per ridere o piangere o
contestare.
30.4.1999
CARTONE
Aspetta
aspetta…
Forse ho trovato il
paragone!
Sì sì, è fuori
discussione.
Disney!
Da un cartone di Disney sei
uscita!
Sì che lo
sei.
Sembri un
cerbiatto.
Guarda che occhi che
hai.
Bravo il
disegnatore.
E che sorriso che
hai,
che strappa le carezze e le
parole.
Le zampe lunghe, veloci e la pelle
chiara,
mentre cammini sorridente
nell’aria.
Bello guardarti e provare
un’emozione.
Sì, sembri uscita da un
cartone!
4.5.1999
CASPITA!
Caspita!
Allora
capita,
che un’attesa
spasmodica,
all’improvviso non sia solo una cosa
utopica.
Magica,
l’aria di quest’era che ti vede
qui,
così,
quasi per
sbaglio,
quasi per
gioco,
scoprendosi così vicini chissà per
quanto e da così poco.
5.5.1999
IMPREVISTO
Come spesso
accade,
dopo il ritrovamento e la
scoperta,
l’imprevisto,
la partenza, un’altra
volta.
Chilometri
oggi.
Ieri solo centimetri, anzi respiri
sovrapposti.
Come parole, viali, strade e posti
vari.
7.5.1999
PASSAGGI
Passaggi di
consegna,
viaggi,
scelte con una vasta
gamma.
La vita
insegna,
ma non è l’albero della
cuccagna,
e tantomeno il pozzo dei
desideri,
che se ti butti l’acqua sfiora i
piedi.
Punto per voltare
pagina,
chiudere un paragrafo e cercare un
buon titolo,
per il prossimo
capitolo.
10.5.1999
NERO
PECE
Ancora.
E’ capitato
ancora.
Eccomi con l’acqua alla
gola.
Arriva
un’onda.
Un'altra storia
persa.
La vedo mentre
affonda.
Eri dolce, eri
carina.
Sembrava tutto a
posto,
come in una
vetrina.
Invece. Ora
parole,
e dopo nero
pece.
Come i tuoi
capelli,
che come tutto il resto erano
belli.
12.5.1999
NUOVE
GENERAZIONI
Troppo strani voi delle nuove
generazioni.
Ci rivolgete la parole senza troppe
precauzioni.
Vi ritrovate coinvolti in
situazioni,
o refrattari a certi tipi di
emozioni.
Seguite mere
indicazioni,
nate dai vostri paesi o da letture
fatte con poche riflessioni.
Impastate vecchi ideali, vecchi
materiali, di epoche non vostre.
Ma avete animi e occhi serrati come
imposte.
13.5.1999
TRA LE
COSCE
Aridi.
Avidi.
Visi apatici, corpi
scheletrici.
Cuori
sintetici.
Visi di plastica con occhi
sporchi,
ché la coscienza non vi
vuole,
non vi
riconosce,
ché tutto quello a cui
pensate,
lo sapete,
è quello che uno ha tra le
cosce.
Parlo di uomo ma anche di
femmina,
tutti
falsi,
come i non credenti in chiesa alla
domenica.
12.5.1999
DELUSO
INCAZZATO
Sono
deluso.
Deluso dal
sopruso.
Sono deluso
dall’abuso.
Sono deluso perché il tuo
viso,
sembrava incerto invece aveva già
deciso.
Sono
incazzato.
Incazzato per ciò che è
stato.
Sono incazzato per come è
nato.
Sono incazzato col dolce del tuo
viso,
che sembra piangere e invece cela il
riso.
13.5.1999
POTREBBE
Potrebbe essere anche una
risposta
Questa tua cosa che chiami senso di
colpa
Potrebbe essere ma non son
sicuro
Se fossi certo lo direi sai te lo
giuro
Potrebbe
darsi
Che i tuoi pensieri
sparsi
Si son raccolti tutti in un
momento
Si sono arsi si sono
persi
Oppure hai già capito questo
sentimento?
Ma non lo vedi che son
cocciuto
Che la mia vita proprio come in un
imbuto
Si è
ritrovata
Catapultata
In quella tua soltanto grazie ad un
tuo invito?
Allora
dimmi
Mi paghi i
danni
Per questo cuore scemo che già si
era illuso?
Oppure
resto
Così
deluso
Con l’idiozia di averti detto che è
finito?
14.5.1999
Canzone
RAP
Nuovi
orizzonti,
sfruttati come
ponti,
stringendo i denti per andare
avanti,
costanti,
evitando i
violenti,
azzardando passi lenti o
veloci,
scegliendo le persone dai visi e
dalle voci,
escludendo gli atroci
momenti,
fatti di stenti e di
fame,
aprendo dentro i cuori le
persiane,
usando liane che portano da
un’emozione a un'altra,
scoprendo che ogni volta non ti
basta,
mangiare solo pasta o aprire la tua
posta,
per leggere righe di una
fidanzata,
che ormai a danza iniziata ti dice
che non vuole più ballare,
che non è
amore,
non è sesso ad
ore,
che le dispiace per il tuo povero
cuore,
che ora non vola per il peso del
dolore.
17.5.1999
INVASIONE
Un’invasione di
parole
Entra in una vita anche se non si
vuole.
Baci e
sbadigli
Genitori e
figli.
Percorsi brevi e lunghe vie in
salita,
per melodie fatte di gioia
infinita.
18.5.1999
UN PO’ DI
VITA
Era vero.
Che si vedeva se piangevo o se
ridevo.
E se parlavo o stavo
zitto.
E tutti a dire che avrà
fatto?
Niente… solo un po’ di
vita.
A volte bella altre come quando
perdi una partita.
Ma è solo un po’ di
vita.
E oggi che si vede che rido e
basta,
mi sento come il mare che accarezza
la sua costa.
22.5.1999
SORTE
La sorte
sicura
E’ sorte
nera.
La sorte è la
morte.
La sorte è una
bara,
Più calda del
Sahara,
più nera della
pece.
Per cui finché c’è
vita,
godiamoci la
pace.
Anche se c’è gente che
invece…
22.5.1999
A TE…
Maree avvicinano
conchiglie.
Rami
secchi.
Paure e
meraviglie.
Maree allontanano cose vecchie e
cose nuove.
Velieri, sirene, messaggi in
bottiglie vuote.
Alcuni naufragi non hanno
traccia,
scompaiono nel mare e nelle sue
braccia.
Altri dopo mesi guidano a riva
materiali.
Io ero sulla spiaggia tu sei
riemersa e hai chiesto:
Mi
aspettavi?
28.5.1999
DI
ALLORA
Io ero quello che andava oltre alle
parole?!
Lo resto?
Spero che sia rimasto solo quello,
di allora.
Per il
resto…
Un altro io, un'altra te, un’altra
storia.
E adesso che vediamo uguali due
tramonti,
speriamo siano diversi gli
orizzonti.
29.5.1999
DOPO UNA
TELEFONATA
La sincerità con la quale ti
parlo…
Di me, di te, di
noi…
Fa quasi
paura.
Scoprire le
carte.
Aprire le
porte,
tutte,
magari anche quelle del
cuore,
dei dolori, dei
segreti,
delle gioie, delle
trasgressioni.
Non escludo niente
ormai,
il destino è sempre stato
strano.
Potremmo essere alimentati da
noi,
o perdersi ancora e per
sempre.
5.6.1999
VENTO
Entrerò vento nelle tue
lenzuola,
posso amarti in eterno o una volta
sola.
Posso essere foresta,
fuoco,
aria,
fertile costa bagnata dal tuo
mare.
Posso essere tuo e avere il tuo
cuore,
tenerlo tra le mani lontano dal
dolore.
7.6.1999
TROPPI
VENTI
Come tra Alisei e
Monsoni.
Tra Libeccio e
Tramontana.
Tra Scirocco e
Bora.
Venti mi schiaffeggiano da nord e
sud,
mi accarezzano da est e
ovest.
Quasi mi
imbarazzano,
coi loro profumi, i loro suoni, la
loro forza.
Mi confondono, mi portano
capelli,
voci,
momenti di dolore ed altri
belli.
Devo decidere quale
sfruttare,
per sciogliere le vele e
ripartire,
scegliere bene
l’equipaggio.
Vieni con me almeno per il prossimo
viaggio.
8.6.1999
AL TUO
LEGGERMI
E potrei essere un
vento,
lento,
che ti entra
dentro,
con dolcezza e
malizia,
con gioia
natalizia,
con passione e
comprensione,
come un
arlecchino,
come il gioco di un
bambino,
come
ricordo,
perché ti
bacio,
ti penso,
ti mordo,
ti voglio…
…corteggiare fino a che avrò poesie
per raccontare.
13.6.1999
ORA
E’ la prima
volta.
La prima vera
volta.
Da allora.
E’ la primavera di
ora,
che è nella tua voce che ride
sempre.
Da allora la mia risata non era così
ricorrente.
Pura come acqua
corrente,
dolce come cioccolato
fondente.
15.6.1999
NAVIGANDO
NAVIGANDO
Navigando in mari di
persone,
navigando in cieli e
città,
navigando in
luoghi...
scopro un nuovo viso, sembra
velato
di
dolcezza.
Resto in
venerazione,
è una bellezza da
vertigine.
Rimango come un
viandante,
di fronte a una
voragine.
6.10.1998
ZUPPA
CALDA
Vigorosa, la vita, sembra non
scolpire,
su di te, alcun tipo di
dolore.
Ti immagino stretta in una
coperta,
davanti ad una zuppa
calda,
in un salone in legno
scuro.
Ed io a studiare come violarti con
dolcezza.
Mi perdo nella scia del tuo
profumo,
come fossi uno zigano
scalzo,
dalla memoria
violentata.
10.10.1998
PER
Affascinante
Deliziosa
Elfica
Leggiadra
Elegante
11.10.1998
COME IL
TUO
Un sorriso brillante come il
tuo,
non passa
inosservato.
Forse perché è
adornato...
da un profilo da
cerbiatto,
e da dolci mani
affusolate.
17.10.1998
AIUTAMI A
PROVARE
Con un aquilone fatto dei tuoi
sorrisi,
riuscirei,
volando,
a scorgere
meglio,
anche se nascoste negli
angoli,
le emozioni di chi mi sta
intorno.
Lo sento,
lo so.
Aiutami a
provare.
27.10.1998
ROBINSON
Come il naufrago
Robinson!
Arranco sul bagnasciuga della tua
vita.
Ma non sono più in
acqua.
Ma non sono ancora a
riva.
E la tormenta che mi ha fatto
naufragare,
adesso è dentro di me, ed ho
paura.
Non ho il mio
Venerdì.
E tu, sei più delicata di un veliero
in bottiglia,
che riesce solo a navigare i mari
del pensiero.
22.10.1998
UN PO’
CYRANO
Vorrei essere frizzante come un
twist.
Oppure provocante. Un
tango.
Ma non
ballo.
Scrivo.
Così mi accorgo di esser
strano.
Di essere un po’
Cyrano.
Di viver nelle mie stesse
parole,
e di non esser privo di
colore.
26.10.1998
CHILOMETRI
Sarà la carnagione
d’alabastro,
sarà che vorrei avere il tuo respiro
come seconda pelle.
Sarà che canticchio mentalmente
melodie credo inesistenti.
Ragione parla a
Sentimento,
cercando di sedare gli
entusiasmi,
ma non ci
riesce.
Ogni chilometro di rotaie che il
treno divora,
mi sento più vicino al tuo
sorriso.
7.11.1998
PRATO
FIORITO
I sorrisi che nascono sulle tue
labbra...
Sembrano frutti di un albero
coltivato a carezze e dolcezza.
Scrutami
dentro,
e scopri quello che è rannicchiato
nei miei sensi,
nella mia
anima.
Sì, potrebbe fare
paura,
ma se ti fidi e mi aiuti un
po’,
diventerò un accogliente prato
fiorito.
8.11.1998
DOMENICA DALLE LABBRA
SCREPOLATE
Tra le insidie delle
parole,
delle confusioni e delle
incomprensioni,
le mie mani sono ancora
naufragate.
E tutti a dirmi che certe frasi, al
mondo,
le avevo già
pronunciate.
Non nego.
Ma altre
volte,
forse mi innamoravo di
un’idea.
Altre ancora mi innamoravo della
sete di farcela.
O forse dicevo di
innamorarmi.
Oggi,
che si è accorta delle mie labbra
screpolate dal freddo,
della mia barba
corta,
so che mi ero innamorato un’altra
volta.
E sapere che si è accorta anche del
suo errore,
non serve affatto ad alleviare il
mio dolore.
22.11.1998
SEI
ANNI
Sono passati sei
anni.
Tanti profumi su di me, non più il
tuo.
Tanti profumi su di te, non più il
mio.
Oggi che torni a portata di
abbraccio,
sei così
cambiata,
e la mia mente è in
viaggio,
e segue un’eleganza
profumata.
21.11.1998
HA
CHIAMATO
L’amico ha
chiamato.
Triste. Freddo mi ha
trovato.
Mi ha subito
scoperto.
Si è accorto che avevo il cuore
ammaccato.
Si è accorto che l’animo era
aperto,
e che il sogno che era già entrato è
riscappato.
24.11.1998
NON SONO UN
CONTADINO
Scriverei tutto su un
papiro,
di
cristallo.
L’odore dei
colori,
del blu,
del
giallo.
Lavorerei la
terra,
che è calda e
fertile.
E mangerei il rosso polposo del
melograno.
Invece non sono un
contadino,
e ho ancora il tuo profumo
fotografato nella mente.
9.12.1998
FESTA DI
NULLA
I colori e le luci delle
vetrine,
i fianchi di già adulte
bambine.
Il rumore che
sale,
si avvicina
Natale.
Tu mi sei ancora in
testa
Mentre si avvicina la
festa.
Ma è una festa
irreale,
sembra quasi
fasulla,
la mia mente sta
male
ed è una festa di
nulla.
8.12.1998
PUOI…
POSSO
Vuoi tempo e
spazio?
Potrebbe
servire?
Voglio tempo e
spazio?
Lo voglio
veramente?
Inutile provare a
rispondere.
Puoi, se lo
vuoi,
entrare nella mia
dispensa
e conoscere il mio
cibo.
Puoi, se
vuoi,
entrare nel mio
armadio
e nei miei
vestiti,
e con i loro
odori
conoscere un pezzo di
me.
Puoi, se
vuoi,
entrare in ciò che
scrivo,
e senza fretta cercare di
capire.
Io posso fare
qualcosa,
se voglio:
farmi tenere le
mani,
vivendo oggi senza aspettar
domani.
16.12.1998
OLTRE LE
PAROLE
E così,
andrei oltre le
parole!?
Come
affermazione,
ti fa buona
osservatrice.
Come
complimento,
ti è uscito
bene.
Come dato di
fatto,
servirà ad accrescere o
uccidere
il tuo essere
confusa.
17.12.1998
PENSIERI
Ognuno di noi dovrebbe essere
figlio…
Di un Diavolo e un
Angelo.
E padre di un Angelo e di un
Diavolo.
Difficile parlare ad una segreteria
telefonica,
mi dà più soddisfazione parlare col
suono dell’occupato,
mi capisce comunque più di molti
altri.
La mia lampada è la stella polare
della mia stanza.
Poi passi
tu,
e finalmente arriva
l’eclissi.
Sentire i
brividi,
andare in
Irlanda,
essere un fiore e sedurre
un’ape,
evitare le distrazioni agli angeli
custodi,
provocare piccole
tempeste
che affondando grandi
velieri
e grandi
tempeste
alle quali piccole imbarcazioni
resistono.
Ti vedo
Con una corona di vita sui
capelli.
Vi vedo sopra
un’onda.
Mettetevi il vestito più
bello,
che vi passo a prendere con i miei
sogni
per fare insieme un bel
viaggio.
Col passare degli
anni,
la distanza tra i miei piedi ed il
capo,
è
aumentata.
E con lei,
è aumentata la capienza del
magazzino dei miei pensieri.
E intanto,
non ci sono più i dualismi tra Coppi
e Bartali,
tra Rivera e
Mazzola.
Ma mio padre per Coppi e Berlinguer
piange ancora.
Io non credo che i miei figli mi
vedranno piangere per i miei Coppi e Berlinguer.
Oggi
droga,
acqua alla
gola.
Non si vendono manuali di
idee
E la voce dei tempi parla a
pochi,
e ai
disattenti.
E la nebbia si
dirada.
E vedi il
Vietnam,
e senti le rane nei fossati di
campagna.
Vedi un poster con Che
Guevara.
E riconosci quando il
morale,
come le tue mutande senza
elastico,
va giù.
Vorrei unirmi al volo di uno stormo
di uccelli migratori.
Dall’alto vedrei una
rosa,
in un campo di
girasoli,
una stella alpina nel
deserto.
Vedrei che c’è sempre
qualcosa,
nelle nuove
persone,
che le vecchie persone hanno
smarrito.
Accetto la freddezza dei
corpi,
solo nelle vittime del
tempo,
costrette alla staticità
eterna.
Per questo c’è
un’orchestra,
che suona a festa nella testa, e
narra:
un giorno il sole era
bianco,
ci vide e
arrossì;
una notte la luna era
rossa,
li vide e
impallidì.
Avrò due
figli,
uno sarà
violino,
l’altro
flauto.
Le stelle
cadranno,
e si tramuteranno nelle nostre
anime,
qualcuno non sarà al mercato delle
emozioni,
o sarà
distratto…
e rimarrà
senza.
PERSONE
Ho bisogno di avere persone
accanto,
con il cuore che
ride,
la testa che
pensa,
l’anima che si
emoziona.
Persone che vivano ogni momento come
se fosse unico,
che vivono godendo di ogni
respiro,
e per ogni
motivo.
31.12.1998
UNA
SERA
Una sera ad un soffio dai suoi occhi
brillanti,
e dalle sue
lentiggini.
E così inizio a capire solo
adesso
In che modo impossessarsi di
odori,
sapori,
respiri,
in modo
fulmineo,
facendoli miei
subito,
ingordo,
anche se è su di te il mio
ricordo.
1.1.1999
CON
Con lunghe vesti
nere,
lucide,
eleganti,
con sinuosi
sfioramenti,
mi hai
ballato,
coinvolgendomi in lunghe dita e
profumi,
anche se il sapore nella
mente,
era di un’altra
bocca,
di altri
fumi.
1.1.1999
GRIGIO NEL
TRAGITTO
Il cielo è stato grigio nel
tragitto,
ma non è stato affatto un viaggio
maledetto.
C’era la nebbia e nella memoria
sabbia…
Di malinconia
piacevole,
come un letto di paglia
confortevole.
31.12.1998
IL
SEGRETO
Il segreto sta nel ritmo dei
pensieri.
Inizia il settimo anno di
scritture,
di giorni e di
paure.
Dalle persiane
intanto,
scorgo le
Apuane.
Forse ti
voglio,
ed ecco la mia penna e questo
foglio.
30.12.1998
GEOMETRIE DEL
MONDO
Le geometrie del mondo non sono
precise,
come
stalagmiti.
Come i Draghi non paghiamo vitto e
alloggio,
per la nostra caverna di
fuoco.
E anche se
irrequieti,
alla mensa del
mondo,
non ci sentiamo obbligati a prendere
il vassoio,
se non ci piace ciò che vi è
sopra.
29.12.1998
ENORMI
FOGLIE
Se tu camminassi tra enormi
foglie,
di
radicchio,
menta,
salvia e
basilico,
mi piacerebbe sentirle parlare del
tuo profumo,
dei nostri
incontri,
anche
clandestini,
di miracoli e musiche
spagnole,
di traversate per arrivare agli
oceani dei pensieri.
30.12.1998
VETRI
ROTTI
Di vibrazione in
vibrazione,
scopro:
echi secchi di vetri
rotti.
E scopro un abside ricco di
incenso,
e un buio
tetro,
rotto dal passaggio di un prete in
bicicletta.
1.1.1999
BOLOGNA
Tra una piazza e una via
stretta,
un cane bianco e nero alza la
zampa,
e lascia qualcosa di
suo,
così come (anche) questa città fa in
me.
Con le sue torri ed il suo
rosso,
con il suo animo da mare
mosso.
1.1.1999
SEGUI
Segui la strada del
volo.
Solo così mi
troverai,
se vuoi,
anche se te in questa
città,
che non dorme ma sogna di portici e
suoni,
non ci
sei.
1.1.1999
NELLE
NARICI
Nelle
narici…
Lerici.
Col color di
castello,
il sapore di
pesce.
Con un amico e con il tuo viso da
immaginare,
disegnato sul
mare.
30.12.1998
GRIGI
VICINI
Dalla bocca in quella sera
nera,
usciva quasi una
preghiera.
Le labbra secche per il
vento,
erano livide quasi da
spavento.
La mente tua…
confusa,
la mente mia le fa le
fusa.
Una panchina scopre i nostri
abiti…
Grigi e troppo
vicini,
in questo parco che al giorno è
pieno di bambini.
5.1.1999
TEATRO
La vita è come un
teatro.
Un teatro tutto
esaurito,
per una grande
serata.
Solo che ci sono alcune persone sul
palco,
altre nelle prime
file…
ed altre ancora nelle ultime
file,
se non addirittura dietro le
quinte.
5.1.1999
ARDUO
Arduo è un
corteggiamento…
Per conquistare un muro di
cemento.
Ma il muro alla prime avvisaglie del
mio pianto,
si scioglierà come una specie di
lamento.
Senza preavviso, senza arrossire,
senza vergogna.
Poi dopo sarà tutto blu cielo, rosso
fuoco e bianco puro di airone e cicogna.
7.1.1999
NELLA
PENOMBRA
Quindi ti piace parlare nella
penombra,
e starmi ad
ascoltare!?
Pare non sia abbastanza per
telefonare,
o trovare il modo per
restare
più di un attimo
soli,
magari non solo per parlare di
dolori.
8.1.1999
DIECIUNO…
ASPETTANDOTI
Ho le mani in teche di
vetro,
circondate da blocchi di
ghiaccio.
Ho il cuore
automatico,
che batte in un ritmo così poco
cardiaco.
Ho la mente in una grotta
scura,
che gira
sola,
quasi
all’avventura,
confusa tra il cercare una via
d’uscita,
o il vicolo che porta alla tua
vita.
10.1.1999
QUANTI…
Salpano dalla vita quotidiana verso
altri mondi.
Mondi illusori, ma non fantastici e
creativi.
Usano fumi, essenze,
fiaschi.
Forse non sanno che cosa sono i
rischi.
Affogano in liquidi e
fumi,
forse rancori, sogni persi e
amori.
Forse noie,
disagi.
E nei loro cervelli
arsi,
dicono che girino
valori,
ma forse sono
falsi.
10.1.1999
ODORI DI
VOGLIA
A un mese di
distanza,
eccoti qui nella mia
stanza.
Nella penombra, come a te
piace,
ed io a sentire la tua bocca cosa
dice.
Su queste pagine hai posato gli
occhi,
e spero tu capisca i miei
valori,
i miei
balocchi.
E spero tu carpisca certi
odori,
di voglia di
provare.
12.1.1999
VIGILIA DI UN ALTRO
GIORNO
Ogni giorno è
duro.
Ma ogni giorno riempio di speranza
una valigia.
Invece,
ogni giorno è una
vigilia,
di un altro giorno
duro.
E nel frattempo, un
muro,
per
distrarmi,
mi impedisce di
averti.
E il giorno è più
duro,
perché non posso
conquistarti.
1.2.1999
PUNTUALE
Puntuale…
Un’altra
fine.
Non è bastato spiegarti di
me,
spiegare che una stella alpina
cresce su roccia,
anche se roccia non vuol dire
fertile.
31.1.1999
SPERMA
INUTILE
In mezzo a
me…
Coppie.
Che tra un po’ faranno
l’amore.
Forse… sarà un’inondazione di fiumi
di sperma inutile.
Sperma che non fa nascere un
bambino.
Sorrisi che non fanno
nascere.
Carezze che non fanno
nascere.
Sogni che non saranno mai pronti a
volare dal cassetto.
Via. Fuori. Verso cieli più
limpidi.
3.2.1999
FINCHE’ MORTE NON MI
SEPARI
Sono la persona che vorrei
incontrare se avessi qualche anno in meno.
Un amico che vorrei avere, per
leggere le sue poesie.
Un compagno col quale giocare, per
sempre.
Sono l’amante che vorrei avere se
fossi donna.
Sono il figlio che vorrei avere se
fossi genitore.
Ma sono solo
io.
E sarò la cosa più preziosa che
ho,
finché morte non mi
separi.
2.2.1999
A
BRACCETTO
La fama è una signora
fugace.
Il dolore un signore
tenace.
Tu li incontri a
braccetto,
che passeggiano sul viale della tua
stessa vita.
Non puoi
evitarli.
Alcune volte ti
ignorano.
Altre lui ti ferma per
parlarti,
altre lei ti
seduce.
5.2.1999
TOPO, GATTO,
VOLPE
Ci sono cuori che sembrano mappe di
cicatrici.
Animi che appaiono come foreste
invalicabili.
Altri percorsi emotivi invece sono
asfaltati,
o addirittura in
discesa.
Come è il mio ancora non
so.
So che l’uva non piace alla
volpe,
ma non so le mie
colpe.
So che il gatto rincorre il
topo,
e io rincorro il giorno
dopo.
5.2.1999
SORRISO
Lentamente nasce il
sorriso
Se l’anima è pervasa di
disagio.
Ma se trova il giusto
spiraglio
Il sorriso diventa un
appiglio.
5.2.1999
VECCHIE
CICATRICI
La voglia che è in me di
vivere,
traspare meno rispetto a quella che
in realtà è.
Voglio libri, parole,
musica.
Voglio una donna, dei
figli.
Fiori, un
cane,
magari anche un allevamento di
conigli.
Criceti, ginepri,
abeti
Nel mio
giardino,
una
farfalla,
gigante,
che voli sopra la mia
villa.
Una stella da
comprare,
che brilla sempre, quasi non la puoi
guardare.
Nipoti, genitori sempre
felici,
ed un sapone per togliere le vecchie
cicatrici.
19.2.1999
MA SE
SENTI
Non scrivo di tematiche
pesanti,
di sentimenti contrastanti già da un
po’.
Non parlo di filosofie
esistenti,
di giocattoli viventi o delle
nostalgie che ho.
Non parlo degli amori degli amanti
perché
Credo siano stanchi delle malattie
che ho.
Ma se mi
senti
E se stringi i denti una cose per te
c’è.
C’è un posto normale in un cuore
speciale non dirmi però “Non lo so”.
Non credo più ai sassi nello
stagno,
al facile guadagno agli amici che
non ho.
Non getterò nel fuoco le mie
foto,
il giorno prima e il giorno
dopo,
le mie chicche il mio
caffè.
Non sprecherò parole se lo scopo
della vita che io vivo non mi porterà più a te.
Ma se la
senti
Una voce tra tanti, una voce per te
c’è.
C’è un posto normale in un cuore
speciale non dirmi anche tu “Non lo so”.
19.2.1999
STRAMPALATA MA
VERACE
Rossetti,
affetti.
Mascara,
viagra.
Nozze sul Niagara o
sull’Himalaya.
Coppie
doppie,
scambisti che pagano l’amore come
correntisti.
Sesso?
Adesso!
Archivisti del dolore che scelgono
un amore.
Maschilisti e masochisti che
confondono una bici col trattore.
19.2.1999
COSI’
E’
Così è nei miei sogni, nei miei
pensieri.
E’ così nelle vecchie pagine
scritte, nei sentieri…
Delle pagine ancora
bianche.
Ha mani affusolate, mai stanche di
carezze e di conoscere.
Mai stanca di vita, sorrisi e
sospiri,
assetata di noi e di momenti
veri.
22.2.1999
TANTO TEMPO
FA
Sono entrato bruco nella
mela.
Sono entrato tarlo nel
legno.
Sono entrato spirito nelle politiche
e nelle religioni.
Sono entrato aria nelle idee, nelle
etiche e nelle tue ragioni.
Sono entrato carne in te, come
oceano di passioni.
Sono entrato come palla nella
rete,
come acqua nel
bicchiere,
come neonato nel
mondo.
Sono entrato in me dalla porta
principale,
e ho visto specchi di luce, colanti
di lacrime di gioia e dolore.
Tutto ciò non si ripete da
allora.
Quando sei entrata. Tanto tempo fa.
Ma spesso ci sei ancora.
26.2.1999
ISOLAMENTO
Sono in
isolamento,
mi accorgo dei cuori di
cemento,
dei dubbi delle
persone.
Sono in
isolamento,
non ho più aria dalle mie
persiane,
ormai da troppo non ho mani
vicine.
Sono in
isolamento,
sono maree nel mondo le
lacune.
28.2.1999
PAGINE
Pagine nere di
morte.
Pagine scolorite, della nostra
storia.
Pagine verdi di
speranze.
Pagine gialle per
telefonate.
Pagine rosa di amori che son tutta
un’altra cosa.
Pagine accese e pagine senza
pretese.
28.2.1999
CIME
Coppie di mesi
volano,
come panni
stesi,
al vento;
vento che è
tormento,
per cime
d’alberi,
che come
noi,
sono esili e troppo
alti.
BRUTTO
CARNEVALE
Non penso sia questione di
culture.
Piuttosto di stimoli, valori e di
paure.
Ma sono troppe le
situazioni
In cui la gente trucca le
emozioni.
E così la maschera non c’è solo a
Carnevale,
ed è per questo che l’egoista per
tutto l’anno vale.
2.3.1999
INCOMPIUTI
Scultura in
soffitta,
mai
terminata.
Tela
dipinta,
appena
pronta,
e già
graffiata.
Vecchia raccolta in
cantina,
composta quando la mia mano era
bambina.
Oggetti, concetti,
scarabocchi,
che arrivano dalla preistoria o dal
paese dei balocchi.
Ma tutti
incompiuti,
come molti dei complimenti
ricevuti.
3.3.1999
SOLO E
STRANO
Solo,
come un canguro al
polo,
come un serpente in
volo.
Strano,
come un criceto sopra un
deltaplano,
come un tramonto dietro un
altopiano.
Solo, strano, quasi a
disagio,
perché il mio cuore è un animo
randagio,
ma non affonda per un solo
nubifragio.
4.3.1999
MI
PORGI
Dentro una
bolla,
in mezzo ad una
folla,
rimango a
galla,
se vedo che sei
bella.
Allora balla, come tu sai
fare,
e pensa adesso a ciò che posso
dare.
Se non capisci, vedrai che poi
sparisci,
ma se ti accorgi la vita tua mi
porgi.
4.3.1999
PICCOLI
MORSI
La
lentezza
Torna ad essere un pezzo di
dolcezza.
Sono una trappola i tuoi
capelli,
troppo profumati,
belli.
E i piccoli morsi che tu chiami
tentazione,
fanno affiorare in modo certo
l’emozione,
fanno arrivare puntuale la
passione.
8.3.1999
MI
DICONO
Mi dicono che quando chiami
rido.
Comunque non
confido,
a nessuno per ora la
notizia.
Non è da me. Non è per scrupolo, non
è per pigrizia.
Ne parlo poco, a pochi e non
completamente,
intanto accetto le tue fusa e penso
poco, cautelandomi la mente.
8.3.1999
ARROGANZA
L’arroganza
costante…
La vedo in qualche
mente.
Occhio che non
vede,
cuore che non
crede.
Bocca che parla e opaca i
vetri,
solo con pensieri
tetri.
11.3.1999
COME ALTA
ERBA
Persino la tua
schiena…
Fa nascere la
piena.
Tra il collo e le
spalle,
vedo che è scura e liscia la tua
pelle.
E come alta erba di prato è sfiorata
dal vento,
il tuo corpo sfiora il mio, in un
lento movimento.
12.3.1999
PRIMAVERA
Ecco che torna
primavera.
Con cime di alberi vestiti a
sera,
con fiori alti come villette a
schiera,
con bambini che tornano a giocare
nei prati,
con due viaggi che per poco ci hanno
allontanati.
13.3.1999
ALTRA
ALTERNANZA
Ricordo di aver già scritto di
un'altra alternanza.
Ricordo che qualcuno già si è
sentito come il cielo in una stanza.
Conosco che il mio pregio è anche il
mio difetto: la costanza.
Però tu adesso non sei nella mia
stanza, ma nella mente,
neppure troppo in
lontananza.
Ed io mi chiedo in che tipo di
sostanza,
posso essere in te, come una
presenza.
15.3.1999
NOI
COME...
Come strani
odori,
come nuovi
ardori,
come strani
umori,
come nuovi
amori,
come dense
spiagge,
come rosse
fiamme,
come freschi
baci,
come corpi
audaci.
15.3.1999
IO
BOSCO
Sali sul prato della mia
anima,
corri verso destra ed entra nel
viottolo dei miei pensieri,
arriverai al fiume delle mie
paure,
tuffati e nuota dentro le mie
parole,
risali la corrente fino alla grotta
della mia essenza.
Mangia i frutti che trovi, dissetati
della tua sete, annusa il verde ed i fiori.
E resta a vivere in quei boschi ed i
miei rami ti difenderanno dai dolori.
19.3.1999
CARTOMANTE
C’è una cartomante nella
piazza,
che legge le
mani.
Tu passaci
domani,
tra la folla lei ti
fermerà,
prenderà lieve il tuo
palmo,
e lo
scruterà.
Parlerà come in un
salmo,
e dalle tue linee
capirà.
Linee che come
solchi,
attraversano i
tempi,
le paure ed i
luoghi.
Vedrà i tuoi
pianti,
vedrà i tuoi
amanti,
poi
sorriderà.
C’è una cartomante nella
piazza,
e se ti legge le
mani,
tu tornerai
domani,
tra la folla lei ti
fermerà,
prenderà lieve il tuo
palmo,
e lo
scruterà.
Vedrà i miei
pianti,
vedrà i nostri
momenti,
poi ci
sorriderà.
20.3.1999
CONCLUSIONE… ULTIMA
POESIA
Non avevo ancora giacche
nell’armadio,
la domenica andavo allo
stadio,
niente baci, niente
sesso,
qualche volta è come
adesso.
Però erano gli
ottanta,
e la paura non era così
tanta.
Non c’era
orchestra,
non una
palestra,
la testa stava
bassa,
i giochi nella
busta.
Oggi invece… tamburi
africani.
Ed una trottola cade in una
botola.
E passano
giorni,
come gatti che nei dintorni dei
vicoli,
scampano ai
pericoli.
Ed io
invece,
che non ho mai creduto ai
miracoli,
aspetto che sia tu a
farli,
togliendoti chissà quali tarli dalla
testa,
sperando che la tua voce torni per
me ad essere una festa.
27.3.1999
PASSIONI
La moltitudine di strade esistenti
è... pari alla moltitudine di persone esistenti.
Ognuno impegnato sulla sua
via.
Sono giunto già spesso a incrociare
i percorsi altrui, senza poterli fare miei, almeno per brevi
tratti.
Eppure ne raccontavo in
versi.
Questa volta incrocerò strade forse
solo virtuali, inesistenti.
A partire da chi vorrei avere
accanto.
Rendendo poesia, perché è possibile,
anche l’erotismo e la pornografia, senza mai sfiorare la
volgarità,
e alimentando la mia pura
animalità.
Animalità che in molti ho scoperto
repressa.
Repressa come le loro
passioni.
Io,
vivo
di
passioni.
ACCUSA
No. Io non consiglio
più.
Resto nei miei
errori.
Voi nei
vostri.
Però non vi impicciate
più.
“Tu non hai l’utero? Credevo di sì,
lo speravo, per te.
Visto che non hai le
palle.
Ma cosa sei!? Che mi indispone anche
solo vederti. Sei fatto di vuoto, di niente”
“E tu? Ma lo riconosci l’odore dei
prati?
E quello della democrazia,
dell’amicizia, del sesso?
Quello dell’amore...
poi!!!”
Che illuso
sono.
Continuo a prendere delusioni dalle
mie aspettative per voi.
E capisco sempre tardi lo schifo che
vi regna dentro.
Sì è una vera e propria
accusa.
Come non
farla...
La vita vi scorre addosso e voi
siete volutamente impermeabili.
Io sono certo lontano dalla
perfezione, o dall’avere sempre ragione.
Però la vita mi scorre
addosso
E non faccio che emulare le spugne
per asciugare tutte le passioni.
CON
Con la lentezza di
un’eternità
E la velocità del
lampo
Voglio esaltare la mia parte
femminile.
Vorrò esaltare la sua parte
maschile.
Voglio che la vita sia il cibo della
mia fame.
Che i miei valori siano acqua per il
mio avere sete.
Ti voglio che io sia la
trasgressione per il tuo desiderio.
RISPLENDONO
Il giallo dei
fiori
Il verde del
prato
Non sono certo un ricordo
sbiadito.
Ma tra il verde dei
monti
E l’azzurro del
mare
C’è già un sogno che vuole
affiorare.
E i binari a tagliare i
colori
Per sfuggire a vecchi
dolori
Partendo dal
sogno
Arrivando sul
prato
Già risplendono ciò che era
sbiadito.
22.6.1998
POSSIAMO
RIPARTIRE
Si sgretolano ad una ad
una
Come castelli di sabbia in
fila
Con l’arrivo della
marea
Quelle poche certezze di una
vita.
Non sono infrangibili i
volti.
Non sono eterne le
pelli.
Non sono
immortali
Neppure parole e
pensieri.
Assunti di base duri da
digerire.
Ma questa è la
realtà.
Adesso rimbocchiamoci le
maniche
Possiamo
ripartire.
29.4.1998
PRESENZA
Vorrei una presenza
vera
Una donna
matura.
Calda e
dolce
Opportuna
Quasi
altera.
E un rapporto come una
liturgia
Per confondere la tua vita con la
mia.
Per confondere domani e
ieri
Per unire momenti passioni e
desideri.
11.5.1998
CANZONE
Come una
liturgia
La tua pelle sulla
mia
Ti sfiora
l’anima
Soffoca la
noia
I nostri sguardi si
toccano
I nostri odori ci
estasiano
Gruppi di desideri che si
avverano
Che solo ieri quasi ci
ignoravano
Come una
liturgia
La mia strada sulla
tua
Ci sfiora
l’anima
Vince la
noia
Le nostre vite si
uniscono
Tutti i dolori
finiscono
Sogni che solo ieri ci
ignoravano
Nascono nei pensieri se ci amiamo
noi
Le nostre mani si
stringono
Nel cielo azzurro si
tuffano
Nuvole grigie che
passano
E come ombre ci
sfiorano
Come una
liturgia
SORSEGGERAI
Se ti avvicini pian piano a
me
Sorseggerai
l’eterno
Come quando chiudi gli
occhi
E osservi un punto
indefinito.
Come davanti a un
orizzonte
Dove cielo e mare sono un tutt’uno
d’azzurro.
E se ti avvicini pian piano a
me
Sorseggiando
l’eterno
Saremo
l’indefinito
Saremo un tutt’uno di
emozioni.
Maggio
1998
AUTOSTRADA
Voglio tu costruisca
un’autostrada
Di baci e
carezze
Sul mio
corpo
Sul mio viso sul mio
petto.
Voglio entrare nella tua
mente
Nella tua
vita
Nel tuo
corpo
Con la facilità di lama rovente nel
burro.
Maggio
1998
SARO’
Sarò la tua
droga
Ti darò
dipendenza
Vedrò che due ore senza me ti
portano astinenza.
Ti farò impazzire di
sensazioni
E di
piacere.
Danzerai sopra di
me
Come piedi nudi su erba
bagnata.
Entrerò in te come il tuo più
vecchio ricordo,
il tuo più antico
segreto.
Maggio
1998
AUTO
Guiderò la mia
auto.
Con
passione.
Sui sedili dietro e di
fianco
Saranno seduti il mio orgoglio e la
mia sensazione.
Viaggi meravigliosi di una famiglia
forte come una rivoluzione.
Giugno
1998
CASA
Esalterà il mio voler odorare il mio
giardino.
Mentre un sogno riposerà su una
amaca
Appesa tra un ricordo ed un
pensiero.
Mattoni
rossi.
Camino di
passione.
Piccole camere di felici urla e
creatività.
Camera di foglie specchi e
gemiti.
Saloni per amicizia valori e
grappe.
Cantina per ricordi e soffitta per
progetti.
Giugno
1998
ONIRICO
Vorrei
scoprirti
Di animo fecondo e cuore
fertile,
di facili
emozioni.
Come elemento
onirico
Delle passioni più dolci e
perverse,
proveniente dal paese delle
nuvole.
Con l’eroticità e la
sensualità
Delle lingue di
fuoco
Con la forza prorompente delle onde
dell’oceano.
Con la dolcezza del profumo di
antiche primavere.
Giugno
1998
LAVORO
Orgasmerò grazie al mio
lavoro.
Soddisfazione
retribuzione.
Sicuramente qualche collega ipocrita
o coglione.
Futuro,
progettazione.
Fruizione e bacino
d’utenza.
Cultura selezione
motivazione.
Libri libri studio studio
creatività.
Parole parole
parole.
Giugno
1998
ACQUA
D’ISOLA
Ti voglio d’animo
limpido
Come acqua
d’isola.
Ti voglio.
Voglio la tua
bocca
E la tua mano sfiora e la tua mano
cerca.
Infileremo sorrisi e
perle
Col filo della
vita
E assaporeremo il sottobosco
umido
In giornate
autunnali.
18.6.1998
QUANDO SEI
GIU’
E quando sei giù
d’umore
Voglio tuffarmi nelle tue vene fino
in fondo al cuore
Per farci fiorire mille
primavere
E come bambini davanti a stupendi
balocchi
Voglio vederti
ridere
Sulle guance e in fondo agli
occhi.
Giugno
1998
STANZA
BUIA
Voglio essere per te una stanza
buia
Che ti attira misteriosa scura e
curiosa
Non capisci se ti fa
paura.
E tu avanzi. Senti rumori suoni voci
odori
E ancora sensazioni
vibrazioni.
E avanzi. Ti senti ipnotizzata
stregata
E avanzi.
E per capire meglio allora annusi
tocchi mordi assaggi.
Assaggia il mio dolore e la mia
gioia.
Le mie lacrime e i sorrisi sulle
labbra.
Assaggia il mistero
magico
Assaggia ciò che
emano.
E se ti piaccio
divorami.
Allora arriverà la
luce
E sarò miccia per il tuo essere
cera,
così da consumarti lentamente di
passione.
Giugno
1998
FIDUCIA
Se mi dai fiducia ruberò le lune
piene
E i tramonti più belli per
te.
E su pavimenti di fiori in stanze di
specchi
Contemplerò il tuo corpo e la tua
anima
E baciandoti ti nutrirò con parti di
me
Proprio come una rondine fa col suo
pulcino.
Luglio
1998
ANCA E
BACINO
L’anca e il bacino sono impegnate in
una rotazione
Che provoca emozione
sensazione
Profumata
eccitazione
Espansione di
passione
Sensualità in
dilatazione
Dolcezza in
eruzione
Misteriosa
erotizzazione
Provocazione
lubrificazione
Erezione preparazione alla
penetrazione
Travolgenti mani in
esplorazione.
Mondi
magnifici
Per sempre nostri non solo
nell’immaginazione.
Luglio
1998
EROTICA
Odori di mimosa di
magnolia
Ti immagino vogliosa senza
noia
Con capelli da tessere nel più
prezioso degli arazzi
Saremo ubriachi di vita diventeremo
pazzi.
Avrai occhi lucenti come due
pepite
Saremo un istante di eterno con
l’unione di due vite.
Avrai pelle liscia e chiara da
sfiorare
Con seni di latte di luna da
torturare
Sarai bella come le
farfalle
Sarai una delle
meraviglie.
Avrai curve calde come dune
estive
Voglio sapere di te musica religione
vita
Ti narrerò le mie gioie i miei
dolori
E dopo ci uniremo come un arcobaleno
di colori.
Ti massaggerò lieve come una
piuma
E lo faremo in piedi alla luce della
luna.
Mia musa mia
sirena
Bella come il sole come la luna
piena
Uniamo il nostro
sesso
generiamo un orgasmo un
amplesso
che duri più di
un’eternità
che è solo un misero
momento
se non ci sei se non ti
ha.
Le tue labbra saranno nate
dall’incontro di gocce di rugiada
Con i petali più rossi e provocanti
delle rose.
Ti sveglierò con una poesia ogni
mattina
Con un bacio e una rosa mia
bambina
Ti sveglierò e faremo
l’amore
Drogandoci del nostro essere
imperlinati di passione e di sudore.
Il tuo corpo è una
costa
Che il mio essere esploratore
violerà fino all’ultimo golfo
L’ultima
insenatura
Vorrei tu mi torturassi con dita
lente e veloci
Con baci seni e movimenti
capaci
La tua voce è calda e felina di fusa
e graffi
E’ una melodia che orchestrerò
pizzicando il tuo sesso
Così come esili dita di musico
pizzicano le corde di un arpa.
Sul palcoscenico di un materasso ad
acqua
Divorerò la tua pelle di
albicocca
Su un letto a baldacchino lo faremo
alla luce di un camino
E lenzuola di seta
nere
Ascolteranno il sapore del
piacere.
Luglio
98
INDIETRO LE
PAROLE
Non mi riprendo indietro le
parole
Te le
regalo
Le lascio nel tuo
cuore.
E’ che non sono solo un
paroliere
Ho dei sorrisi delle mani
vere
E ti vorrei
vedere
Ti vorrei
scrutare
E far toccare le nostre
pelli
Ascoltando i ritmi del
cuore
E dei respiri da
sincronizzare.
Luglio
1998
RICONOSCIMI
Se respiri
profondamente
Puoi
percepirmi.
Se chiudi gli occhi puoi immaginarmi
nella penombra.
Se ricercando dentro di te mi scopri
romanticamente blu
O passionalmente
rosso.
Riconoscimi e prendimi per
mano
Potremmo passeggiare sul viale della
vita.
Luglio
1998
IL
PROFILO
Il profilo del tuo naso guarderà in
alto verso un’altalena
Tra la luna e una
stella.
Sarai dolce come il miele e sensuale
come una felina che graffia e fa le fusa.
La tua pelle sarà
latte,
tenera
fino alle curve del
seno.
I tuoi occhi avranno il colore delle
isole
E i tuoi capelli avranno i riflessi
di splendidi tramonti
Sotto i quali
divorarti.
Luglio
1998
TRISTE
STORIA
Mosche su corpi morti e pere
marce.
E corpi
vivi
Curvi su corpi morti, per pianti di
ricordi.
E corvi alti a
volare,
su capi
immacolati,
si dice,
che invece hanno solo divise da
graduati.
Animi falsi, pronti per la
patria.
E cupa è tutta questa triste
storia.
Agosto
1998
BALLI
Luna piena che aspetta di
tuffarsi.
E tu balli
Ed io,
stranamente,
con te.
Ma vorrei non ci fosse questa
folla
E vorrei una luce più
soffusa,
fatta di meno
colori.
E poi iniziare a riconoscere gli
odori.
Io ti offrirò un po’ delle mie
emozioni,
che ti giuro son
tante.
Tu pensa a come farle
tue.
Agosto
1998
LUCE
NUOVA
Sono qui in nuove
regioni,
però con la sete delle solite
emozioni.
E ti vedo con una luce nuova, che il
mio ricordo
Nel passato non
ritrova.
Sarà che la tua pelle ora è più
scura,
sarà che gli occhi si avvicinano al
colore del mare,
sarà che ho un po’
paura
a dirti che il sorriso delle tue
labbra lo vorrei baciare...
30.7.1998
FLAMENCO
E’ il mare lo sfondo al
palcoscenico.
Anche le stelle in cielo sono un
qualcosa di oceanico.
La musica si espande
come...
Se fosse
panico.
Danza che sale e che
avanza
E trasforma il
teatro.
Luci,
movimenti.
Ritmi scanditi dai
passi.
Forza maschile e sensualità
femminile
Fuse dai
colori,
partoriscono l’essenza di nuovi
sapori.
Tindari
Agosto
1998
APE
Ultimamente sono
un’ape
Che fedelmente cambia fiore ogni
giorno,
per assaporare nettare sempre più
dolce e nutriente.
Ma sono pronto a morire tra i tuoi
petali di prigione,
non appena ti riconoscerò come
vitale.
Agosto
1998
PER
PESCARA
Nuovi
percorsi
in questi giorni
arsi
dal sole e dalla voce
dell’estate.
Verde-giallo di prato
secco,
di prato nuovo per i miei
occhi.
Di terre
diverse,
di terre ancora da
scoprire.
Perché non solo con la
mente
Amo il mio
viaggiare.
Luglio
1998
Esiste
qui,
Tra la buona
cucina
E il passo di sandalo dei
frati,
una serenità fatta di aria e
suoni
odori e
colori.
Una serenità che mi penetra dentro
come i raggi di sole
Qui
Sono soliti penetrare tra le alte
foglie degli alberi,
per andare ad accarezzare il
sottobosco.
Luglio
1998
IMPOSTE
Vedo che mi si vuol
bene.
E così gioisco come un ragazzino
sulle giostre.
Cerco di aprire le imposte dei
vostri cuori
E cerco di far penetrare in
voi
I raggi di sole delle mie
giornate,
dei miei
sorrisi,
dei miei pregi e
difetti.
E quando i vostri raggi entrano in
me,
il contatto mi nutre di risa e
lacrime.
Luglio-Agosto
1998
APPOLAIATO
Appollaiato in
me,
c’è un sentimento pronto a spiccare
il volo.
La bonaccia dei tuoi pensieri certo
non lo aiuta.
Così come non esiste niente che ti
aiuta a capire
Quanti hanno tentato di imbrattare i
muri della mia vita.
Intanto
Sotto questo manto di
stelle
Mi dimeno nel sospiro delle tue
radici
Studiando ogni tuo
riflesso,
senza arginare i miei sorrisi
bagliori.
29.8.1998
L’ABATE
L’abate non aveva alcuna
pretesa.
Cercava un nido
abbandonato,
una nuova
implorazione.
Trovò invece
abbondanza.
Così su un poggio accessibile a
pochi
Adornò il suo addome di
foglie
E attese l’ultimo
respiro.
Agosto
1998
ADULATORE
Un adulatore saprà sempre dove
alloggiare.
Ma io?
Io che vorrei amputare il mondo
della sua angoscia?
Io che
vorrei,
giù da un
precipizio,
gettare
l’ipocrisia?
Io che all’assassinio della pochezza
sarò presente???
Agosto
1998
OMOFONIA
L’omofonia delle tue
parole
Mi fa scoprire l’avaria del tuo
essere.
Non hai
guardiano
E sembra che la carogna del tuo
peggior nemico
Dia il là alla parata del
male.
Non è
così.
Io sono coriaceo, ma
cordiale.
Ma non passeggero, anche se lo
vorresti.
Agosto
1998
VITA
DENUTRITA
E’ una vita
denutrita
Ad ombrare un po’
tutto.
Qui è diluito il
vivere.
Perseverare non
serve,
potresti trovarti
dissanguato.
E l’ultimo sospiro
esalato
È pronto ad essere
espropriato.
Agosto
1998
GIARDINO
Un florido
giardino,
fradicio di
freschezza,
ospitava un
gladiatore,
che essendo fuori
luogo,
faceva solo
tenerezza.
Agosto
1998
CREPITIO
Un
crepitio...
E infatti crepe,
ovunque.
Quale soluzione? La
seduzione?
No.
Scalpore?
Non è più da
me.
Cambiamento
repentino?
No, lento.
Sono pronto a scalciare il
buio.
E se arriva la luce e tu ci
sei,
allora stravolgiti di
me,
finché sei in
tempo
Agosto
1998
FIAMMIFERO
Quieto un
fiammifero
Stava nella tua
mano.
Inattendibile la
fonte...
E la tua mente, dietro la tua
fronte,
sembra un cruscotto esposto ad una
raffica di pioggia,
che ha sorpreso anche le puttane al
freddo.
Le tue ciglia sono come cristallo
lussuoso,
e sorreggono un sorriso che prima o
poi diventerà rugoso.
Agosto
1998
MIMICA
La mimica della tua pupilla mi
ricorda un nume.
Sciocco pretesto per reclutare
alcune delle tue parole in estinzione.
Vivere di
nascosto?
Per me è
impossibile.
Agosto
1998
L’INQUIETUDINE
L’inquietudine che porta il dover
amare a intermittenza,
non sarà mai parte della mia
vita.
Quanto a
voi,
la vostra pietà è al momento
irreperibile,
e non c’è niente che vi dia
refrigerio.
Agosto
1998
E’ MORTO IL
MONDO
In mezzo agli
sbandieratori,
il mio occhio aveva notato una
sagoma.
C’era folla,
sì,
ma l’aria sembrava
salubre.
Poi
D’improvviso,
dopo fitte
scaramucce...
salme.
Salme
scorie.
La salma più grossa era quella del
mondo.
Stava lì,
sbiadito.
E poco prima snocciolava
sorrisi...
Rimase a lungo steso, quasi
stordito,
prima di
morire.
Settembre
1998
L’unica sorgente
superstite,
era coperta da una
teca.
Fresca, coperta
d’erba,
nascondeva tra le foglie anche la
chiave della felicità.
E creava tormento il non poterla
scorgere...
Il non poterla
cercare.
Travaglio
insopportabile!!
Dolore
universale!!
Un folle
impaziente,
in preda ad un
vaneggiamento
la distrusse
avido.
Cercò veloce la chiave e la
trovò...
Proprio quando l’ultima sorgente
superstite,
ormai
seccata,
era già
morta.
Settembre
1998
RACCOLTA
In cinque giorni addio alle paure di
amare ancora.
In poche notti, sussurri e sguardi
ed aulica parola.
Musiche di note
comuni,
pianti duri e sogni di
risa.
La sete di
serenità,
una vita che sembrava
esserci,
ma non c’era, non c’è e non ci
sarà.
E un’altra che nasce come pianta
nuova.
Sembrano secoli che i nostri cuori
battono a ritmi unisoni,
che i sudori, i calori e gli umori
si fondono.
Invece in cinque giorni, nuove
luci,
momenti sì, forse troppo veloci, ma
teneri di risa di bimbo,
caldi di sere
d’estate.
E fuoco, e foto, canzoni e
poesie.
Mi risento
uomo.
PER TE…
25.10.2005
Scritto di
me
Non avevano mai scritto di
me.
Io scrivevo di
loro,
trattandole come cristallo, come
oro.
Ma lentamente poi
scemava,
l’emozione che la poesia
lasciava.
Tu invece dipingi le parole della
tua vita,
entrata nella
mia,
tu emozioni con frasi, parole e
dita,
che emozionano il mio corpo e la mia
mente.
Tu intarsi i miei momenti dentro i
tuoi,
e se per alcuni questo è
niente,
io vivo del noi che cresce
progressivamente.
23.11.2005
Cantilena di fine
Novembre
Mio padre ha un taglio sotto la
gola,
e non mi
consola
sapere che è il taglio
minore.
Un taglio enorme lo porta
dentro,
un taglio fatto da una vita di
pianto.
Mia madre alza appena le
mani,
per i dolori quasi
disumani,
ma legge molto e riesce a
volare,
basta che pensi un minuto a
quell’altare,
che molte settimane mesi anni
fa,
tra mille lividi le dette la
felicità.
Mio fratello è un orso
timido,
ma il suo pensiero è liscio e
filosofico,
non sembra essere nemmeno mio
parente a volte,
perché le differenze sono grandi e
molte.
E questa cantilena è un tuffo nel
passato,
quando il mio scrivere non era
ancora maturato,
ma avere una famiglia proprio
bella,
mi aiuta oggi a amare
Donatella.
30.11.2005
Io lavo i
piatti,
e lei li
asciuga.
Non offende se non mangio
un’acciuga.
Lo so che non si deve fare
paragoni,
ma certi archetipi m’hanno rotto i
coglioni.
Di nuovo ho il gusto di rifare il
letto,
di cucinare con il pepe verde il
filetto.
Ho nuovi sogni e un nuovo
cassetto,
con lei divido la vita e un
letto.
Adesso ammetto di avere
sbagliato,
ma sono sempre stato me
stesso,
ora respiro ed ho
imparato
la differenze tra l’amore e il
sesso.
15.12.2005
C'è volontà in
me.
Voi dove l'avete persa
invece?
Esiste un
muro,
ma al di là spesso c'è verde di
siepe.
Esiste vento per i tuoi
capelli
e per i fiori
gialli.
Gennaio
2006
Ero
fuggiasco,
e tu avevi la fronte
stellata
e i seni a precipizio sulle valli
del tuo ombelico.
Sentivo foglie
cantare,
vedevo insetti
ballare,
ma non ero
ubriaco.
Gennaio
2006
Non si può giudicare la vita
sentimentale di una coppia,
se non sei uno dei due elementi
della coppia.
Non si può
giudicare,
non così facilmente
come…
giudicare errato voler costruire un
faro sulle Alpi.
Opinabile e
inopinabile.
Così è la
vita.
Gennaio
2006
Perché un elfo non esiste ma una
bomba sì?
Come si definisce una favola, o la
morte?
Perché miniere d’oro e non
cave
di cibo,
per bimbi
affamati?
Nella mia vanità mi scorgo non
umile,
ma capto le pochezze del mondo
circostante.
Gennaio
2006
Plasmami i sogni che ripongo nella
mia anima.
Arrivi te!
E gioco in uno
stadio.
Sul lavoro e con gli amici ho aperto
brecce.
Ho scritto, letto ed imparato.
Ti amo e corro verso
Lecce.
C’è un cielo azzurro che sa di un
nuovo me.
Sa del mio lavoro e delle essenze
dei tuoi tè.
Gennaio
2006
L’uomo calvo che andava sempre in
bicicletta
incontrò la donna pelle di latte e
capelli di stoppa.
Fu così che lasciò la donna dal
sedere grosso e dal cervello piccolo.
Così fece rinascere padre pioppo e
mamma quercia,
dando così ragione al finto cinico
fratello vento.
Gennaio
2006
Latitudine
Ottobre…
Longitudine
19…
Coordinate di una nuova
rotta.
Dal gelo bianco di Bologna
rossa,
come me sino alle
ossa,
al quasi caldo
pugliese.
Io… te…
noi
Amore sereno, non abbiamo altre
pretese.
Gennaio
2006
Il ragazzo aveva nelle lacrime i
sorrisi,
la ragazza portava nelle risa
antichi dolori.
Il mondo girando fece sfiorare i
loro visi,
il tempo distratto unì i loro
odori.
Tre mesi lenti, tre mesi
veloci,
l’unione di vite, di corpi e di
voci.
Gennaio
2006
Io vivo in un oro che non è
giallo.
Sono ricco ma non di
soldi.
E galleggio da 32 anni in una vita
dura,
e intorno a me troppi invece
galleggiano perché sono merda scura.
Si ride, si
piange.
Si soffre.
Per molto tempo la mia pelle ha
avuto sofferenza
addosso,
piovuta come pioggia
d’inverno.
Un
inferno.
Ed ho
imparato.
Non mi alzo la mattina per fottere
il prossimo.
Non sono un caso clinico da far
analizzare a psicologi e terapeuti.
Non faccio piazzate e non dico
cazzate!
Sono un uomo,
ora!
E ho orgoglio, dignità e attributi
da vendere.
E amore da avere e da dare e mille
cose da fare.
Che cazzo
volete?
Un conto è
errare.
Un altro premeditare le
cattiverie.
Invidia, torto,
falsità.
Ecco di cosa siete
fatti.
Fatti di droghe. Puttane a ore per
avere un incarico.
Non mi alzo la mattina per fottere
il prossimo,
ma attento
prossimo,
perché se ti azzardi a
fottermi,
ti pentirai di avere incontrato la
strada della mia vita.
Una vita
pulita!
Da sempre,
per
sempre,
grazie a una famiglia
presente!
26.1.2006
ore
20.40
BABBO
Caro
babbo,
te avevi Bartali o Coppi e
Pelè.
Io ho Donatella, Massi, mamma e
te.
Non c’è più uno straccio di
valore,
un cazzo di
ideale.
Prima c’erano Enrico e il
Che.
Oggi un carismatico non
c’è.
E’ la domenica sera che le lacrime
mi fregano di più.
Forse perché penso ad Aroldo e non
parlo con Gesù.
Lo vedo che invecchiate e un giorno
più non ci sarete.
Ma le tue parole e le nostre lotte
le porterò con me per quando ho sete.
La sete d’uguaglianza e libertà
degne d’un uomo,
e non d’un fascio o un
prete.
26.3.2006
GIOCHI DI
LETTERE
Affetto
pane,
e chiudo le
persiane.
L’affetto ce
l’ho.
L’affitto
anche.
Insoddisfatto?
No
affatto!
Meglio l’affettato che la
fame,
meglio della vergogna dietro le
solite persiane,
e me ne fotto delle solite anonime
persone.
26.3.2006